Informazione


La prossima guerra di Libia

1) ENI in Libia. Chi finanzia? (di Marco Palombo, 19/11/2014)
2) L'Italia si prepara ad un intervento militare in Libia? Ce lo chiederà l'Europa! (di Sergio Cararo, 26/11/2014)
3) Sacrosanto ministro Gentiloni (di Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci, 27.11.2014)


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http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2814

Eni in Libia. Chi finanzia?

19 NOVEMBRE 2014

In Libia in questo momento ci sono due governi. A Tobruk ha sede l' esecutivo, uscito dalle “elezioni” del 25 giugno 2014, (ha votato il 18% degli aventi diritto), sostenuto da Francia, Arabia saudita ed Egitto e, generalmente, riconosciuto all' estero come “il governo legittimo”. Ma a Tripoli c’è un altro esecutivo che controlla tutta la Tripolitania, frutto di una alleanza tra islamisti radicali del cartello “Alba libica”, islamisti moderati e le milizie di Misurata. Questo esecutivo è sostenuto da Qatar e Turchia; e l' Italia è l' unico paese occidentale ad avere ancora la sua ambasciata aperta a Tripoli. Gli interessi italiani, cioè le attività dell' Eni, sono localizzate in questa parte di Libia e, paradossalmente, nel 2014, anno in cui è esplosa la guerra tra i due “governi”, la produzione petrolifera libica è risalita da 2/300 mila barili di petrolio al giorno a 900 mila barili, avvicinandosi alle quantità che erano estratte prima della guerra del 2011.

La posizione italiana è indubbiamente delicata e i due grandi quotidiani della borghesia, “Sole24ore” e “Corriere della Sera”, hanno assunto sulla questione posizioni molto divergenti.

Alberto Negri sul Sole24ore, il 7 novembre, dopo aver descritto la situazione, sostiene che: “…Questo è un momento favorevole per cogliere alcune opportunità – ristabilire l' influenza italiana in almeno una parte della Libia- ma è pure una situazione carica di rischi. Qualunque posizione che appoggi Tobruk danneggia la nostra presenza in Tripolitania. Se però ci sbilanciamo troppo su Tripoli rischiamo di perdere la copertura internazionale

Ma molto più preoccupato è un editoriale sul Corriere della Sera del 12 novembre, dove Franco Venturini si domanda: “E se un giorno ci svegliassimo con i tagliagole dell' Isis davanti alla porta di casa?” e descrivendo la situazione della Libia con tinte molto più forti di Negri, continua: “ E intanto gruppi legati all'Isis stabiliscono alleanze con settori dell' arco islamista “Alba libica”, si infiltrano in Ansa al Sharia per poi prenderne il posto come hanno imparato a fare in Siria,.. sono probabilmente all' origine delle notizie di decapitazioni che giungono dalla Cirenaica, preparano, insomma, una offensiva strisciante che porti a un Califfato mediterraneo.” Così descritto il quadro, Venturini prospetta, comunque, una via di uscita: ”La Libia, anche oggi, vive delle esportazioni di petrolio e di gas. E' quella la cassa attorno alla quale ci si massacra e anche l'Isis di certo non la trascura. Un embargo energetico della comunità internazionale potrebbe costringere le milizie alla ragione, per sopravvivere”. Nelle righe successive ammetteva quindi che il sacrificio maggiore sarebbe stato per l' Eni e l' Italia, ma concludeva che comunque potrebbe bastare la sola minaccia di embargo per risolvere la situazione, senza dover passare a mettere in pratica il boicottaggio.

Se è vero quanto ci raccontano Negri e Venturini, non è fantapolitica ipotizzare che l' Eni, per continuare la sua attività, debba avere rapporti, e forse finanziare, le milizie armate incrementando così la guerra civile libica e il terrorismo islamico più feroce; quello – per capirci –  che oggi in Cirenaica taglia le teste e uccide le poche donne che osano fare attività politica. Tutto questo mentre l’Italia manda quattro Tornado (sono cacciabombardieri capaci di portare 9 tonnellate di proiettili, missili e altre munizioni, altro che “ricognitori”) in Kuwait. Per operazioni in Iraq contro l'isis. Per combattere il terrorismo islamico.

Ma, l’ENI chi finanzia?

Marco Palombo




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L'Italia si prepara ad un intervento militare in Libia? Ce lo chiederà l'Europa!

di Sergio Cararo
Mercoledì, 26 Novembre 2014


L'Italia sarebbe in prima linea per un eventuale intervento militare in Libia. A confermarlo è oggi il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, intervistato da Repubblica, ha detto che in Libia l'Italia interverrebbe sicuramente in una missione di peacekeeping, ma “rigorosamente sotto l'egida dell'Onu”. “La Libia”, ha precisato Gentiloni, “rappresenta per noi un interesse vitale per la sua vicinanza, il dramma dei profughi, il rifornimento energetico… Non a caso manteniamo aperta a Tripoli la nostra ambasciata che fornisce un supporto logistico insostituibile alla mediazione dell’Onu”. Nella regione mediorientale sottolinea il ministro degli esteri “Non potremo più delegare gli americani, peraltro strategicamente meno interessati di noi alle sorti del Medio Oriente”.

Che i paesi della Nato – e soprattutto l'Italia e altri paesi europei – stiano preparando un intervento militare in Libia, era nell'aria da tempo. Il New York Times dell'11 novembre riporta che il professore Vandewalle, studioso statunitense noto anche in Italia per libro di storia della Libia, ha di recente proposto che l’Unione europea invii una forza militare in quel paese con il compito di proteggere le istituzioni legali uscite dalle elezioni del 25 giugno scorso, le infrastrutture e la produzione di petrolio così da rafforzare il governo e accendere una speranza di stabilità. Interessante e inquietante la motivazione secondo cui dovrebbero essere la Ue e non l'Onu a intervenire militarmente in Libia, Vandewalle indica infatti l’Unione Europea perché nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la Russia certamente si opporrebbe. “I paesi dell’Ue potrebbero decidere di intervenire anche senza mandato, ma sempre sotto il crisma della legalità internazionale qualora percepissero l’urgente necessità di proteggere la popolazione libica e si inducessero perciò a esercitarne la relativa responsabilità.”

L'ultima newsletter di Affari Internazionali (molto vicina agli ambienti Nato) riferisce inoltre che la mediazione avviata dalle Nazioni Unite in Libia, basata sul riconoscimento delle istituzioni uscite dalle elezioni, è stata affondata dalla sentenza della Corte Suprema libica che le ha invalidate il 6 novembre scorso. Quindi non ci sarebbero alternative ad un “intervento stabilizzatore” degli stati occidentali. Il prof. Vandewalle sembra, tra l'altro, aver previsto ogni aspetto e ogni possibile contestazione a tale scenario, spiegando che “Se l’Unione Europea beneficiasse di una solidarietà di politica estera il modo di intervenire, anche senza un mandato dell’Onu, potrebbe essere quello di raccogliere la richiesta delle istituzioni libiche che hanno vinto le elezioni”.

A questo clima di crescente eccitazione interventista in Libia, non sembrano affatto estranei i doppi colloqui tra l'Italia di Renzi e l'Egitto di Al Sisi, prima al Cairo mesi fa e in questi giorni a Roma. La convergenza di interessi tra Roma e il Cairo per sostenere il “governo libico di Tobruk” (filo egiziano e filo occidentale) contro la fazione jihadista che controlla il resto del paese, potrebbe rientrare nella più vasta escalation contro l'Isis sulla quale l'Egitto conta molto. Anche nella visita di questi giorni in Italia, Al Sisi ha insistito che la lotta contro i Fratelli Musulmani e i gruppi jihadisti nel Sinai e la “stabilizzazione della Libia” sono parte integrante della campagna contro l'Isis. Su questo Egitto e Italia hanno un interesse strategico convergente e obiettivo. Non certo casualmente, Al Sisi dopo la visita in Italia è andato in Francia, altra potenza europea con enormi responsabilità e interessi su quanto è accaduto in Libia.

Come noto e come ribadito anche dal ministro degli esteri italiano Gentiloni, la posta in gioco sulla sponda sud del Mediterraneo è sempre grossa. In Libia infatti, nonostante il caos e gli scontri, la produzione petrolifera – quella che interessa le multinazionali e gli Stati imperialisti – è tornata a crescere, con alti e bassi vorticosi ovviamente, ma è tornata a crescere. L' Aspo, associazione per lo studio del picco petrolifero, ha confermato l’ aumento della produzione libica nel 2014. Dopo il colpo di stato contro Gheddafi e la guerra civile nel 2011, c'era stato un crollo, nel 2013 la produzione era ritornata ad un milione di barili il giorno, c'era stato un nuovo crollo nel primo trimestre del 2014, scendendo a 200.000 barili/giornalieri, risalito poi gradualmente  fino a 900 mila b/g  proprio nei mesi del 2014 in cui lo scontro tra le due principali fazioni si radicalizzava. E' la conferma che la destabilizzazione e la disgregazione degli Stati produttori o esportatori di materie prime – sistematicamente perseguita dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea – porta sì alla dissoluzione degli Stati più deboli ma assicura il flusso delle risorse, facilitando la “contrattazione” con soggetti più divisi, deboli e con meno potere negoziale di uno Stato.

Ha un bel dire Roberto Aliboni, consigliere dell'Istituto Affari Internazionali, che un intervento militare sarebbe sconsigliato e sarebbe meglio privilegiare il terreno diplomatico. Le forze e gli interessi che spingono per un intervento militare europeo ed italiano di “stabilizzazione” della Libia, sembrano avere più carte da giocare. Prepariamoci al peggio. Ce lo chiede l'Europa.


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Sacrosanto ministro Gentiloni

di Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci
su Il Manifesto del 27.11.2014

«L’Italia sta attrez­zan­dosi per fron­teg­giare la guerra che le si pre­senta alle porte?»: Gad Ler­ner è andato a chie­derlo al nuovo mini­stro degli esteri, Paolo Gen­ti­loni, «for­ma­tosi nella cul­tura del paci­fi­smo e del disarmo, oggi rimessa dram­ma­ti­ca­mente in discus­sione dall’incendio che divampa lungo tutta la sponda sud del nostro mare, a comin­ciare dalla vici­nis­sima Libia».

Nell’intervista (la Repub­blica, 26 novem­bre), che il mini­stero degli esteri riporta nel suo sito dan­dole carat­tere uffi­ciale, Gen­ti­loni riba­di­sce che, di fronte all’attuale crisi libica, «certo non rim­pian­giamo la caduta di Ghed­dafi: abbat­terlo era una causa sacro­santa». Spiega quindi che, poi­ché «la Libia rap­pre­senta per noi un inte­resse vitale per la sua vici­nanza, il dramma dei pro­fu­ghi, il rifor­ni­mento ener­ge­tico», il governo sta lavo­rando, manco a dirlo, per «un inter­vento di pea­ce­kee­ping, che vedrebbe l‘Italia impe­gnata in prima fila». E alla domanda di Ler­ner se «biso­gna rive­dere la stra­te­gia del disim­pe­gno occi­den­tale nella lotta con­tro l’Isis», risponde: «È un impe­gno che ricade natu­ral­mente anche sull’Italia, con i suoi otto­mila km di coste, ma tutta l’Europa è chia­mata a farsi carico di affron­tare que­sta minac­cia». E aggiunge che «abbiamo col­ti­vato l’illusione di un mondo futuro tran­quillo e paci­fi­cato, ma ora sap­piamo di non poter più dele­gare le nostre respon­sa­bi­lità agli ame­ri­cani, stra­te­gi­ca­mente meno inte­res­sati di noi alle sorti del Medio Oriente».

Que­sta in sin­tesi l’intervista che, se non fosse per la dram­ma­ti­cità dell’argomento, rischia di appa­rire come un tea­trino comico.

Paolo Gen­ti­loni (Pd), for­ma­tosi secondo Ler­ner nella «cul­tura del paci­fi­smo e del disarmo» — come si sa, in Ita­lia tutti sono stati da gio­vani con­tro la guerra, (per­fino Benito Mus­so­lini) — è però ora espo­nente di quello schie­ra­mento poli­tico bipar­ti­san che, strac­ciato l’articolo 11 della nostra Costi­tu­zione (e l’allora trat­tato di ami­ci­zia italo-libico), ha messo a dispo­si­zione nel 2011 le basi e le forze aeree e navali dell’Italia per la guerra Usa/Nato alla Libia. In sette mesi i cac­cia­bom­bar­dieri, decol­lando per la mag­gior parte dall’Italia, effet­tua­vano 30mila mis­sioni, di cui 10mila di attacco, con impiego di oltre 40mila bombe e missili.

Veni­vano allo stesso tempo infil­trate in Libia forze spe­ciali, tra cui migliaia di com­man­dos qata­riani e occi­den­tali. Veni­vano finan­ziati e armati i set­tori tri­bali ostili al governo di Tri­poli e anche gruppi isla­mici fino a pochi mesi prima defi­niti terroristi.

Tra que­sti, i primi nuclei del futuro Isis, frutto diretto della «sacra­sonta», per Gen­ti­loni, cac­ciata di Ghed­dafi — che, dopo aver con­tri­buito a rove­sciare il Colon­nello libico, sono pas­sati in Siria per rove­sciare Assad.

Una domanda: ma se è sacro­santo l’abbattimento di Ghed­dafi per­ché non dovrebbe essere altret­tanto «sacro­santo» l’Isis che è stato il pre­ve­di­bile effetto col­la­te­rale di quella guerra voluta a tutti i costi dalla Nato?

Qui in Libia, a Ben­gasi l’11 set­tem­bre 2012, le mili­zie jiha­di­ste si sono ribel­late agli alleati e istrut­tori Usa assal­tando il con­so­lato ame­ri­cano e ucci­dendo l’ambasciatore Chris Ste­vens. Uno smacco per gli Usa. Si dimise il capo della Cia Petraeus e uscì di scena il segre­ta­rio di Stato Hil­lary Clin­ton (è la spina nel fianco della sua can­di­da­tura presidenziale).

E in Siria, nel 2013, è nato l’Isis che ha rice­vuto finan­zia­menti, armi e vie di tran­sito dai più stretti alleati degli Usa (Ara­bia Sau­dita, Qatar, Kuwait, Tur­chia, Gior­da­nia) in un piano coor­di­nato da Washing­ton (in barba al «disim­pe­gno occi­den­tale» di cui parla Ler­ner), lan­ciando poi l’offensiva in Iraq.

Ma a quanto pare per l’Italia è come se que­sto disa­stro non fosse mai acca­duto. È la stessa Ita­lia che ha con­tri­buito ad appic­care «l’incendio» di cui parla Ler­ner, sca­tu­rito dalla demo­li­zione dello Stato libico e dal ten­ta­tivo, non riu­scito, di demo­lire quello siriano in base agli inte­ressi stra­te­gici degli Usa e delle mag­giori potenze euro­pee, pro­vo­cando cen­ti­naia di migliaia di vit­time (per la mag­gior parte civili) e milioni di profughi.

La bat­tuta non-sense di Gen­ti­loni che gli Usa sono «stra­te­gi­ca­mente meno inte­res­sati di noi alle sorti del Medio Oriente» è un penoso ten­ta­tivo di nascon­dere la realtà.

Il lan­cio in Libia di una ope­ra­zione di «pea­ce­kee­ping» (ossia di guerra, visto il caos mili­tare libico), con l’Italia in prima fila, rien­tra nei piani di Washing­ton che, non volendo impe­gnare truppe Usa in una ope­ra­zione ter­re­stre in Nor­da­frica (che nella stra­te­gia Usa è con­si­de­rato un tutt’uno col Medio Oriente), cerca alleati dispo­ni­bili a farlo e a pagarne costi e rischi.

Già nel giu­gno 2013, nell’incontro col pre­mier Letta al G8, il pre­si­dente Obama chiese «una mano all’Italia per risol­vere le ten­sioni in Libia». E Letta, da sco­laro modello, portò il com­pito già fatto: «Un piano ita­liano per la Libia». 

Quello che il pre­mier Renzi ha copiato e ora ripro­pone per bocca del sacro­santo Gen­ti­loni, pro­mosso a mini­stro degli esteri anche per i meriti acqui­siti quale pre­si­dente della sezione Italia-Stati Uniti dell’Unione Interparlamentare.




Zingari

1) “Bambino rapito dagli zingari”. Una storia di ordinario razzismo e disinformazione (Mario Di Vito, Contropiano)
2) Alla "Zanzara", trasmissione di Radio 24, invitano a «termovalorizzare i rom» e allo «sterminio completo degli zingari, donne, uomini e bambini» (di Stefano Pasta, Famiglia Cristiana)


Vedi anche:
Matteo Salvini (Lega Nord) basa la campagna elettorale sull'odio contro i rom
Si presenta al campo con una berlina nera superlusso. Vistosi circondato, fa accelerare rischiando di assassinare alcuni contestatori


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Succede tre-quattro volte l'anno, da secoli. Nel 2008 a Ponticelli è stata l'occasione per scatenare un pogrom:
https://www.cnj.it/AMICIZIA/rom.htm#pogrom08

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http://contropiano.org/articoli/item/27655

“Bambino rapito dagli zingari”. Una storia di ordinario razzismo e disinformazione

Mario Di Vito, 21 Novembre 2014

Non era vero niente. Eppure ci hanno creduto tutti. I giornali – anche quelli più “prestigiosi”, uno su tutti il Messaggero – hanno rilanciato la notizia e sui social network la vicenda ha scatenato la solita ondata di indignazione mista a razzismo e qualunquismo che tanto va di moda, soprattutto negli ultimi mesi.

La storia è quella accaduta qualche giorno fa in via di Tor Tre Teste, a Roma, nei pressi del Casilino 900, uno dei più grandi campi rom d'Europa: due zingari avrebbero provato a rapire un bambino e poi, dopo le urla e l’allarme fatto scattare dalla madre, sarebbero stati bloccati durante la fuga e arrestati dalla polizia. 

Un argomento perfetto per i «due minuti d'odio» che Facebook regala ogni giorno ai suoi utenti pronti a condividere qualsiasi link. D'altra parte, se la notizia non era vera, almeno era verosimile: lo sanno tutti che “gli zingari rubano i bambini”. E' una verità acclarata per l'italiano medio, che poi però si lamenta quando altrove lo ritraggono seduto a tavola davanti a un piatto di maccheroni, con i baffi, la coppola, il mandolino se va bene o la lupara a canne mozze in spalla. 

Comunque, dopo il lancio in grande stile della notizia degli zingari che rubano i bambini, tra titoloni di stampa e indignazione generale, ecco che arriva la smentita della questura: l'uomo che ha tentato di rapire il bimbo era suo padre. Lui e la madre sono in lite da tempo e si contendono il piccolo. Insomma, una storia di cronaca che anche in una giornata completamente priva di notizie avrebbe faticato a trovare uno spazio decente in pagina. Però, anche senza certezze, basta aggiungere una parolina magica per fare della non notizia una bella apertura, per spararla online e guadagnare vagonate di clic – e di introiti pubblicitari – e di commenti. Basta aggiungere la parola «rom» nel titolo e il gioco è fatto. Fa niente che le indagini fossero in corso e che nessuna fonte ufficiale avesse anche solo accennato all'eventualità del tentato rapimento da parte dei temutissimi zingari. 

Era già successo a fine settembre, quando Alex Giarrizzo, il padre di Borgaro Torinese che aveva denunciato un tentato rapimento del figlio di tre anni da parte degli ‘zingari’ alla fine aveva dovuto ammettere che si era inventato tutto.

La sociologia da salotto, quella che tanto va di moda nei talk show pomeridiani, ha tirato fuori dal dimenticatoio un refrain da Uomo Qualunque: la «guerra tra poveri». Ovvero, il momento in cui quelli col passaporto italiano – che non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese, che sono vessati da un regime fiscale troppo pesante, che non trovano la casa popolare e non riescono a mandare il figlio all'asilo nido – entrano in conflitto con quelli che hanno un passaporto extracomunitario, che rubano per arrivare alla fine del mese, non pagano le tasse e, in cambio, una classe politica corrotta e perbenista concede loro la casa popolare e il posto garantito all'asilo nido per il figlio. E pure champagne e caviale. Basterebbe guardare i dati – ma, si sa, leggere costa fatica – per rendersi conto che così non è, che questa realtà esiste solo sui manifesti elettorali della Lega Nord e della galassia neofascista: l'Italia è il paese europeo che sta in fondo alla classifica per numero di rifugiati politici sul suo territorio. E' per questo che nessuno, al di là delle Alpi, ci dà retta quando parliamo di invasione di extracomunitari. Ci prendono per scemi, o per furbetti, o per fantasiosi sparacazzate.

Troppo difficile andare a guardare cos'è davvero «Mare Nostrum», il Dublino II, le nostre tremende leggi sull'immigrazione. Molto meglio mettere «rom» nel titolo e guadagnare valanghe di accessi unici al sito del proprio giornale, fa niente per le conseguenze sociali di un comportamento del genere.

Nei giorni dell'ira e dell'indignazione a Tor Sapienza, quando l'odio si riaffaccia e chi vuole acquisire credito politico soffiando sul fuoco non si fa scrupolo a farlo, la stampa si riscopre complice di un sistema perverso che, in parte, ha contribuito a creare. Per il giornalista inglese John Foot, un paese la cui stampa usa ancora in maniera disinvolta la parola «vu cumprà», non può essere preso sul serio, è un paese razzista. Altro che guerra tra poveri, questa è una guerra tra poveri e poveri stronzi.


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http://www.famigliacristiana.it/articolo/alla-zanzara-fare-dei-rom-cibo-per-maiali.aspx

ZANZARA SHOCK: «FARE DEI ROM CIBO PER MAIALI»


21/11/2014  Alla trasmissione di Radio 24 si dà spazio alle tesi che invitano a «termovalorizzare i rom» e allo «sterminio completo degli zingari, donne, uomini e bambini» e citano le intuizioni in materia di Adolf Hitler. Esagerato? Ma no, secondo il conduttore Cruciani «uno può dire quello che vuole».



di Stefano Pasta


Sintonizzandosi sulla trasmissione di punta della radio di Confindustria, si possono ascoltare inviti allo sterminio dei rom, con tanto di citazioni dell’illustre predecessore Adolf Hitler.

Il sindaco leghista di Concamarise, Cristiano Zuliani, commentando l’invito della Presidente del Parlamento Boldrini a «valorizzare i rom», scrive su Facebook: «La ga rason... i rom i va termovalorizzati...». Per l’autore si tratta «di un profilo ironico», per i conduttori della Zanzara un’occasione da non farsi sfuggire. Ieri, 20 novembre, Cruciani e Parenzo l’hanno subito chiamato e, tra i racconti della gesta del nonno in camicia nera, hanno dato ampio risalto alle sue tesi.

Del resto, alla trasmissione di Radio 24 le sparate scorrette vanno alla grande. Solo l’altro ieri Cruciani definiva «noiose» le parole della presidente della Camera Laura Boldrini contro il sessismo e la violenza sulle donne, precisando che bisogna «smetterla con questi discorsi», «evviva le donne nude in pubblicità», concludeva il conduttore della Zanzara. «Diciamolo: un bel c…. di donna fa vendere il prodotto» (naturalmente, non volendo usare il linguaggio di Cruciani facciamo fatica a citarne anche solo una frase, perché nella sua trasmissione il turpiloquio è elevato a sistema).

Il peggio però era andato in onda mercoledì 12 dicembre, quando i due noti giornalisti hanno ospitato le tesi genocidarie sui rom, nella sostanziale indifferenza generale. Tal Giorgio da Genova telefona al conduttore Cruciani, che conosce il contenuto del suo intervento e assapora lo scoop, iniziando ad auspicare «lo sterminio completo degli zingari, donne, uomini e bambini». Alla domanda interessata del giornalista «se veramente vuol fare dei rom mangime per gli animali», risponde come si organizzerebbe: «Un campo di concentramento, un autocompattatore, da una parte entrano zingari, dall’altra esce mangime per maiali».

In realtà, Cruciani non ha fatto alcuno scoop, l’idea non è così originale. E infatti, nei suoi cinque minuti di gloria concessagli da Radio 24, Giorgio da Genova spiega l’illustre riferimento teorico: «Il Mein Kampf se non sbaglio, dice: un animale se lo addestri cambia, uno zingaro non cambia». Adolf Hitler dixit, insomma.

L'OSPITE CITA IL MEIN KAMPF DI HITLER. MA PER CRUCIANI "OGNUNO PUÒ DIRE QUELLO CHE VUOLE"

Bastava interrompere il collegamento telefonico – anzi, non dargli proprio spazio, dato che il contenuto era ben noto – e invece, a questo punto, va in onda uno scambio di battute tra i due conduttori con un’abile e furba modalità di prendere le distanze, continuando a far parlare il tal Giorgio e fregandosi le mani per l’audience presumibilmente in crescita.

Nel gioco delle parti tra i due giornalisti, Parenzo interpreta quella dello “scandalizzato”, mentre il collega fa “il paladino della libertà d’espressione”. Solo presunta libertà d’espressione, essendo più nel campo dell’apologia di genocidio e dell’incitamento pubblico all’odio razziale. Spiega Cruciani: «Uno può dire quello che vuole».

È una tesi che fa più male dei riferimenti al Mein Kampf di Hitler e che dimostra come l’Italia non abbia fatto ancora i conti con quella pagina della sua storia in cui, durante il regime fascista, famiglie rom e sinti subivano il rastrellamento – l’ospite di Cruciani e Parenzo direbbe «completo: donne, uomini e bambini» – e l’internamento in campi di concentramentoin località italiane (Boiano, Prignano, Gonars, Agnone, Pedasdefogu...) rimosse dalla nostra memoria nazionale.

Da qui erano inviati ad Auschwitz e nei lager nazisti, dove venivano mandati al lavoro forzato, poi gasati e passati nei forni crematori. Rita Prigmore, sinta tedesca sopravvissuta agli esperimenti nazisti del dottor Mengele ad Auschwitz, ha raccontato come morì bambina sua sorella gemella Rolanda: «I medici le avevano fatto delle iniezioni di inchiostro negli occhi per tentare di cambiarle colore».

Furono tra 500 mila e il milione i rom e sinti uccisi dal piano genocidario nazifascista, proprio secondo le tesi ospitate da Radio 24 e rilanciate da Cruciani con rivendicazione vanitosa e compiaciuta del “politicamente scorretto”.

Il tutto veniva trasmesso da Milano, nelle stesse ore in cui i fiumi della città esondavano e, ancora una volta, i rom erano tra coloro che pagavano il conto più salato. Il Lambro straripava e travolgeva tutti gli averi di alcune famiglie che avevano costruito le loro baracche sul greto del fiume. Ma la radio di Confindustria non se ne accorgeva, faceva più notizia (e audience) discettare di come trasformare i rom in cibo per animali.

Davvero si “può dire quel che si vuole”? Se così fosse, ha ancora un senso che nel giornalismo si parli di deontologia professionale? E ancora, l’Ordine dei giornalisti non ha nulla da dire?Merita ricordare che i responsabili dell’emittente ruandese “Radio Mille Colline”, che durante il genocidio del 1994 incitavano ad andare fino in fondo con lo sterminio, sono stati condannati dal Tribunale speciale internazionale per il Ruanda a una decina d’anni di carcere. In Italia è reato incitare all’odio e propagandare xenofobia e razzismo?

Sul genocidio di rom e sinti: www.romsintimemory.it



(italiano / more languages)

Aggiornamenti da Ucraina e Donbass / 1: Collegamenti e iniziative


0) INIZIATIVE pubbliche e di controinformazione
1) DOCUMENTI
2) ANALISI E OPINIONI
3) AGGIORNAMENTI da metà settembre a fine novembre 2014


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--- INIZIATIVE PUBBLICHE:

SIENA, 28 Novembre 2014
alle ore 16:00 nell'aula H - 2° piano Fieravecchia

IL DONBASS RESISTE!

Interverrà un componente della Carovana Antifascista

Proiezioni di immagini, video, e interviste inedite sulla guerra civile che sta distruggendo l'Ucraina

DAS - NO PASARAN

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ROMA, 2 Dicembre 2014 
alle ore 19:00 in piazza Santa Maria in Trastevere

ONORE AI MARTIRI DI ODESSA

Sette mesi ci separano dal massacro che i nazionalisti ucraini hanno compiuto nella Casa dei Sindacati di Odessa. Martedì sera, a Trastevere, onoreremo quei martiri.


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MILANO, 6 Dicembre 2014
dalle ore 14:00 in Piazza dei Mercanti

PER LA PACE IN UCRAINA E NEL DONBASS - CONTRO IL NAZISMO
PER L'INFORMAZIONE CORRETTA E LA VERITA'
МИЛАН PIAZZA MERCANTI 6 ДЕКАБРЯ 2014: 14-19 ЧАСОВ ПРОТЕСТА 
ЗА МИР В УКРАИНЕ И ДОНБАССА В БОРЬБЕ ПРОТИВ ФАШИЗМА

Evento facebook: https://www.facebook.com/events/331534220361177/


--- INIZIATIVE DI CONTROINFORMAZIONE:

Da "Volti del Donbass" a "The Vineyard of Saker – Italia" (24 novembre 2014)


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Dossier su Nato-Ucraina-Russia sul sito del CESPI


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Mappa interattiva degli scontri in Donbass


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*** AGGIORNAMENTI CONTINUI ALLE PAGINE FB: 
https://www.facebook.com/southfrontital
https://www.facebook.com/groups/cdgdgdc/ ***


=== 1: DOCUMENTI ===

« Bataillon Azov » : une milice néo-nazie, des brigades internationales fascistes financés par l'oligarque israélo-ukrainien I.Kolomoisky
TRAD.: Battaglione Azov: una milizia neo-nazista, delle brigate internazionali fasciste finanziate dall'oligarca israelo-ucraino I. Kolomoisky (PM | solidarite-internationale-pcf.over-blog.net - 17/09/2014)

Something very, very interesting has happened in Novorussia (The Vineyard of the Saker, 29/10/2014)
Two senior Novorussian commanders, Igor Bezler and Alexei Mozgovoi have attempted to communicate with those Ukrainians who are on the other side…
TRAD.: Qualcosa di molto, molto interessante è accaduto in Novorossija (The Vineyard of the Saker, 29 ottobre 2014)
Due dei suoi comandanti, Igor' Bezler e Alexej Mozgovoj, parlano per la prima volta, attraverso la mediazione di tre troupe televisive, con alcuni dei loro corrispettivi nell’esercito regolare ucraino. La parte sconvolgente di questi colloqui è l’intesa profonda, sia da parte della Novorossija sia da parte dell’esercito ucraino, su quanto la politica attuale dei nazisti e degli oligarchi abbia rovinato il paese…
VIDEO: Intervista a Bezler: pubblicata il 21 ottobre 2014
http://youtu.be/uVN2wkuL88w (lunghezza: 2 ore e 17 minuti)
VIDEO: Prima videoconferenza di Mozgovoj: pubblicata il 22 ottobre 2014
http://youtu.be/WYy5Y9MQozA (lunghezza: 1 ora e 20 minuti)
VIDEO: Seconda videoconferenza di Mozgovoj: pubblicata il 28 ottobre 2014
http://youtu.be/tC7YGe0SmqQ (lunghezza: 1 ora e 51 minuti)

Invasioni russe (di Enrico Santi, giovedì 6 novembre 2014)
«La psicosi dello spietato invasore russo che vuole occupare l'Europa riesce a raggiungere picchi inaspettati…»

Nazi NATO, Atrocities Committed in Eastern Ukraine, But No War Crimes Tribunals? Why? (By Eric Zuesse - Global Research, November 10, 2014)

MH17. Il reportage censurato dalla BBC (Pandora TV, 19/11/2014)

L'Ustica ucraina fu un errore di chi voleva abbattere Putin? (Giulietto Chiesa, 21/11/2014)

Qualcosa di nuovo sul volo della Malaysia Airlines (17/11/2014)
L’agenzia Reuters ha condotto una video-inchiesta, molto dettagliata quanto ignorata dal maintsream mediatico, sull’abbattimento del MH-17 Malaysia Airlines…

L’avion MH17 de Malaysia Airlines abattu par des avions militaires ukrainiens (Par Prof Michel Chossudovsky, Mondialisation.ca, 20 novembre 2014)
http://www.mondialisation.ca/lavion-mh17-de-malaysia-airlines-abattu-par-des-avions-militaires-ukrainiens/5415052

La foto del battaglione Azov in posa con le bandiere della NATO e delle SS:
(dalla pagina vkontakte di un membro del battaglione, Oleg Pyenya:
Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista"



=== 2: ANALISI E OPINIONI ===

Crise ukrainienne : Poutine, OTAN, Europe, qui sont les vrais responsables ? (Par Alexis Feertchak, sur Le Figaro du 13/08/2014)

Le ragioni del successo della controffensiva di Novorossija (Reseau International 2 settembre 2014)

Cos’è la "Novorossija"? (di Alain Benajam, Reseau Voltaire 11/9/2014)

La responsabilité de l’Occident dans la crise en Ukraine (« HORIZONS ET DÉBATS », 14E ANNÉE, N° 22, 15 SEPTEMBRE 2014)

True Heroes Behind Kiev Ceasefire (23.09.2014 Author: William Engdahl)
TRAD: I veri eroi del cessate il fuoco di Kiev (F. William Engdahl - New Eastern Outlook - 23/09/2014)

Ri-bruciare Stalingrado? La Russia, le sanzioni e le reazioni sproporzionate (di Igor Pellicciari, 23/09/2014)
Alla base delle misure prese da Unione Europea e Stati Uniti contro Mosca c'è un grave errore di valutazione. Un errore che si poteva evitare studiando la storia del popolo russo invece di concentrarsi sull'analisi psicologica di Putin…

The Truth About That 'Russian' Submarine Near Stockholm (By Katrin Scheib, Oct. 20 2014)

Ucraina: economia a picco, il paese consegnato alla Troika (di Marco Santopadre, 22 Ottobre 2014)

Partito Comunista Operaio Russo (RCWP): FAQ riguardanti gli eventi in Crimea e in Ucraina (23/10/2014)

An Interview with "The Saker". The Ukraine, As We Know It, Is Gone Forever (by MIKE WHITNEY, OCTOBER 14, 2014)
TRAD.: Intervista con "The Saker": L'Ucraina, così come la conoscevamo, se ne è andata per sempre (di Mike Whitney * | counterpunch.org - 14/10/2014)
"The Saker" (il falchettoè un ex analista militare nato in Europa da una famiglia di profughi russi. Ora vive in Florida, dove cura il blog "The Vineyard of The Saker" (La vigna del falchetto) ed è un assiduo collaboratore di "Russia Insider". Il comitato internazionale che collabora al blog del "Falchetto" comprende, oltre ai membri originari, altri membri francesi, tedeschi, russi, serbi e dell'Oceania e presto includerà un nuovo membro latino-americano…

Bandera va a Varsavia. I nazionalisti ucraini vogliono annettersi territori polacchi (di Svetlana Homzikova, Voice of Sevastopol – Pravda; 2/11/2014)

La vittoria del banderismo ridurrà l’Ucraina al solo banderastan (Oleg Bondarenko, Fort Russ 29 ottobre 2014)
https://aurorasito.wordpress.com/2014/10/30/la-vittoria-del-banderismo-ridurra-lucraina-al-solo-banderastan/

Eine Monroe-Doktrin für Osteuropa (GFP, 4.11.2014)
Die NATO soll ihren Hegemonialanspruch auf Osteuropa und den Südkaukasus mit einer neuen "Monroe-Doktrin" reklamieren. Diese Forderung stellt eine führende deutsche Tageszeitung zur Diskussion. Demnach lägen Länder wie etwa die Ukraine, Moldawien und Georgien "in einer gefährlichen Grauzone". Man müsse ihnen unabhängig von der Frage einer NATO-Mitgliedschaft einen Status verleihen, der alle "Versuche einer außenstehenden Macht", ihre "Souveränität … zu untergraben", zu einer Aggression "gegen die westliche Allianz" erkläre und für diesen Fall Maßnahmen "knapp" unterhalb der NATO-Beistandsklausel vorsehe. Autor des Meinungsbeitrags ist ein US-Journalist, der Ansichten außenpolitischer Hardliner in den Vereinigten Staaten vertritt und in deutschen Medien schon mehrfach Raum zur Darstellung seiner Positionen erhalten hat. Seine Beiträge stärken die Position deutscher Hardliner, die ihrerseits ein aggressives Vorgehen gegen Russland fordern und sich damit gegen die aktuelle Regierungspolitik wenden. Außenminister Steinmeier hat gestern zum wiederholten Mal erklärt, es sei "wichtig, dass wir damit beginnen, über die Kriterien für Sanktionserleichterungen zu diskutieren". Das habe er "auch im EU-Außenministerrat angeregt"…
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58983

Die Eigendynamik des Umsturzes (Der Ukraine-Konflikt nach den Wahlen in Donezk und Luhansk – GFP, 6.11.2014) 
Nach den Wahlen in der Ostukraine entflammt die Diskussion über die Russland-Sanktionen der EU erneut. Während Teile des Polit-Establishments auch in Berlin sich für ihre Verschärfung aussprechen, plädieren andere dafür, neue Strafmaßnahmen nur gegen die Aufständischen in der Ostukraine zu verhängen und die Sanktionen gegen Russland in absehbarer Zeit zu "überprüfen". Hintergrund ist die militärische Niederlage der Kiewer Truppen Anfang September, die eine Fortführung des Bürgerkriegs zur Zeit nicht angeraten erscheinen lässt: Die Truppen der Aufständischen standen vor der Eroberung der kompletten Küste von der russischen Grenze bis zur Krim. Zudem befindet sich die Ukraine ökonomisch am Rande des Zusammenbruchs; die Erdgasversorgung des Landes ist unmittelbar vor Beginn des bitter kalten ukrainischen Winters weitgehend von Russland abhängig. Um das Abgleiten ins Chaos und einen Kontrollverlust über das soeben erst in die deutsch-europäische Hegemonialsphäre übergegangenen Landes zu verhindern, vermeidet die Berliner Regierungspolitik - vorläufig - erneute Provokationen gegen Moskau. Allerdings verstärken nationalistische Kreise in der Ukraine, die Berlin und Brüssel auf dem Majdan gefördert haben, um den prowestlichen Umsturz durchzusetzen, ihren Druck auf Kiew - mit dem klaren Ziel, den Bürgerkrieg wieder aufzunehmen.
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58985

Putin risponde alla minaccia di McCain (Sottotitoli Italiani - 8/nov/2014)

"Se l'Occidente vuole essere onesto, deve ammettere di aver commesso un errore in Ucraina", Henry Kissinger (10/11/2014)

Ukraine has ignored the far right for too long – it must wake up to the danger (Volodymyr Ishchenko - theguardian.com, Thursday 13 November 2014)
The indifference of officials and mainstream opinion to the election of far-right MPs is hugely worrying…

A Napoli il comando della forza di pronto intervento Nato anti-Russia (Antonio Mazzeo, 15 novembre 2014)

Le manovre della NATO ai confini della Russia (17 Novembre 2014 – da www.avante.pt | Traduzione di Marx21.it)
L'Alleanza Atlantica sta attuando “giochi di guerra” alle frontiere della Russia, che considera le manovre una minaccia alla sicurezza in Europa e un contributo al degrado della situazione in Ucraina, dove la guerra prosegue…
http://www.marx21.it/internazionale/pace-e-guerra/24761-le-manovre-della-nato-ai-confini-della-russia.html

Quanto ci costano le sanzioni alla Russia (di Renzo Rosati - ilVelino/AGV NEWS 18 novembre 2014)
L'Italia si troverà a fine anno con un miliardo di mancate esportazioni…
http://www.ilvelino.it/it/article/2014/11/18/quanto-ci-costano-le-sanzioni-alla-russia/8f29fafc-82ce-49d1-8287-47bb1ba068fc/

Come ti spiego l'economia ucraina in un solo minuto (Pepe Escobar - 18 novembre 2014 - russia-insider.com)
Pepe Escobar decifra con pochi dati - essenziali e drammatici - la catastrofe dell'economia ucraina, in cui si rispecchia il disastro della politica europea…
http://megachip.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=112374&typeb=0

I bambini dimenticati del Donbass (T. Santi intervista Ennio Bordato, 20/11/2014)
http://italian.ruvr.ru/2014_11_20/I-bambini-dimenticati-del-Donbass-8021/

Distortion and dishonesty: Ukrainian films at the Cottbus Film Festival (By Stefan Steinberg / WSWS, 20 November 2014)

Petro Simonenko: “Ucraina unita e Ucraina Sovietica sono concetti identici” (20 Novembre 2014)
http://www.marx21.it/comunisti-oggi/in-europa/24782-petro-simonenko-ucraina-unita-e-ucraina-sovietica-sono-concetti-identici.html

L'AMMISSIONE (di Giulietto Chiesa, 20/11/2014)
Come mai Kolomoyskyi conosce così tante cose circa l'abbattimento del Boeing? L'Ustica ucraina fu un errore di chi voleva abbattere Putin? 

LAVROV: L'OBIETTIVO DELLE SANZIONI - IL CAMBIO DI REGIME IN RUSSIA (23/11/2014)

Quelli che non condannano il nazismo (di Giulietto Chiesa, 24 novembre 2014)
All'ONU la Russia propone una condanna del nazismo. Ucraina, USA e Canada votano contro. L'Italia si astiene, assieme all'Europa. Capire dove si sta andando …

Anti-fascist rebellion in Ukraine and Donbass
From the talk given by Greg Butterfield at the 2014 Workers World Party National Conference in New York City


=== 3: AGGIORNAMENTI ===

da metà settembre a fine novembre 2014

*** AGGIORNAMENTI CONTINUI ALLE PAGINE FB: 
https://www.facebook.com/southfrontital
https://www.facebook.com/groups/cdgdgdc/ ***


Le sanzioni come atto di violenza (Midnight Rider, 15 settembre 2014)

L’occhio strabico dei media italiani sull’Ucraina (Michele Marsonet, 16 settembre 2014)

Nel battaglione Azov parla inglese… Neonazisti stranieri, mercenari o soldati mandati direttamente dai paesi NATO?
Батальон «Азов» снял на видео собственное поражение 16.09.2014

Ucraina: ratificato l’accordo di associazione con l’UE. “Momento glorioso per la democrazia” dice Schulz (16/09/2014)
http://it.euronews.com/2014/09/16/ucraina-ratificato-l-accordo-di-associazione-con-l-ue-momento-glorioso-per-la-democrazia-dice-schulz/
VIDEO: http://it.euronews.com/2014/09/16/ucraina-ratificato-l-accordo-di-associazione-con-l-ue-momento-glorioso-per-la-democrazia-dice-schulz/

Parla presidente ucraino, Gue abbandona l’Aula e vota contro l’accordo di associazione 

Barbara Spinelli sull’accordo di associazione UE-Ucraina (16 Settembre 2014)

Deputato Vitaly Zhuravsky, pestato dai nazisti di Kiev per aver difeso il Donbass (16/9/2014)

Ukrainian president delivers bellicose speech to the US Congress (By Niles Williamson / WSWS, 19 September 2014)

Kiev tutta Ue-Nato chiede armi Usa e bacchetta l'Italia (Ennio Remondino, 19 settembre 2014)
Dopo l’Accordo di Associazione con il mercato europeo, Kiev a Washington chiede 'armi e non coperte' e sul gas russo bacchetta l'allarmismo della stampa italiana. Mentre il premier Yatseniuk, minaccia di epurare un milione di persone 'filo russe' da certe professioni. Accadde con gli ebrei…

Poland announces formation of joint military unit with Ukraine and Lithuania (By Niles Williamson / WSWS, 20 September 2014)

Terzo carico di aiuti russi a Donetsk (20 settembre 2014)
200 i camion. Nessuna ispezione da dogana e Croce Rossa

La colonna degli aiuti umanitari russi è arrivata in prossimità di Donezk (20 settembre 2014)

Un nastro di San Giorgio ha causato uno scandalo ad un ricevimento dell'Ambasciatore americano (20 settembre 2014)

Ucraina, il default avvicina la vittoria di Putin (Mauro Bottarelli, 22/9/2014)

Walesa [Premio Nobel per la Pace]: "La Polonia ha bisogno dell'atomica contro la Russia" (24/9/2014)

Ucraina, dieci morti in bombardamenti a Donetsk. Esplosione vicino a una scuola (di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 ottobre 2014)
VIDEO. Secondo le autorità locali sei vittime si trovavano su un taxi collettivo mentre un proiettile di artiglieria è caduto a tre metri da un cortile scolastico. L'attacco proprio nel primo giorno di lezioni 

Donetsk, strage in una scuola. Alcune prigioniere raccontano le torture (Marco Santopadre, 1 Ottobre 2014)

In Ucraina orientale bomba sulla scuola, a Kiev baby soldati (Ennio Remondino, 1 Ottobre 2014)

A brief encounter with the Kiev junta’s border guards (By Greg Butterfield / WW, on October 2, 2014)

Crimini della giunta Ucraina. Una madre parla del figlio torturato e ucciso - Ita Sub (Fronte Sud, 3/ott/2014)

Drôle de silence autour du crash du vol MH 17 (octobre 3rd, 2014 | by Mickael - Fondateur de News360x)
http://news360x.fr/drole-silence-autour-du-crash-du-vol-mh-17/

Nuove stragi a Donetsk, l’Europa regala droni al regime di Kiev (di Marco Santopadre, 7 Ottobre 2014)

Ukraine: Donetsk homes BURN amid intense shelling (RuptlyTV, 7/ott/2014)

Crises en Syrie et en Ukraine : la Serbie criminalise le départ des volontaires à la guerre (B92, 8 octobre 2014)

FOTO: Combattimenti nei pressi dell'aeroporto di Donetsk. Testimonianza diretta dal Donbass di Eliseo Bertolasi (9/10/2014)

Mariupol in ostaggio degli invasori della giunta (fonte: pagina FB "Fronte Sud", 9/10/2014)
Nel video: uno dei punitori dei nazi-battaglioni ucraini, ubriaco, ferma le auto, intimidisce i passeggeri sparando in aria con il mitra e poi li deruba…
http://novorossia.su/ru/node/7775
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=25rspDXx-CY

Due Battaglioni e due squadroni del MUP (Polizia ucraina) fuggiti da zone di combattimento in DONBASS (RusVesna, 10/10/2014)

Ukrainian Defense Minister resigns, Poroshenko to announce another candidate (RT, October 12, 2014)

Attentato contro l’ex "Governatore del popolo" di Donetsk (Voce della Russia, 13 ottobre 2014)
http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_13/Attentato-contro-l-ex-Governatore-del-popolo-di-Donetsk-6536/

A Leopoli i nazisti celebrano il 72° anniversario della creazione dei battaglioni collaborazionisti di Bandera:
200 citizens of Lvov held the march in memory of supporters of Bandera (NNA, October 13, 2014)
Нацисты прошлись маршем по Львову (13 октября 2014)

Il battaglione punitivo "Kiev-2" ha disertato la zona delle operazioni militari contro il popolo della Novorossiya
VV MVDU Kiev-2 Battalion Deserted from Zone of Operations in Novorossiya (13/10/2014)
http://02varvara.wordpress.com/2014/10/13/vv-mvdu-kiev-2-battalion-deserted-from-zone-of-operations-in-novorossiya/

Fonte: pagina FB "Fronte Sud", 13/10/2014
CENTINAIA DI SOLDATI DELLA NAZGUARDIA PROTESTANO A KIEV 
Alcune centinaia di soldati della Guardia Nazionale ucraina stanno protestando fuori dall'ufficio dell'amministrazione presidenziale a Kiev, chiedendo la smobilitazione. Dicono di rifiutarsi di fare rientro alle loro caserme fuori della capitale… 
100s of Ukraine soldiers protest in front of presidential administration (RT, October 13, 2014)
http://rt.com/news/195596-kiev-soldiers-president-ukraine/
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=6atEyAtD7Hw

Kiev, i nazisti assaltano il Parlamento in nome di Stepan Bandera (di Marco Santopadre, 14 Ottobre 2014)
http://contropiano.org/internazionale/item/26912-kiev-i-nazisti-assaltano-il-parlamento-in-nome-di-stepan-bandera

Nationalist Protest Turns Violent in Kiev (By NICK SHCHETKO - Oct. 14, 2014)
Protesters Clash with Police Amid Growing Discontent Over Slow Pace of Government Reforms
http://online.wsj.com/articles/nationalist-protest-turns-violent-in-kiev-1413298866

A Kiev estrema destra davanti alla Rada per la consacrazione dei neonazi di Bandera (Fabrizio Poggi, Il Manifesto 15.10.2014)
http://ilmanifesto.info/a-kiev-estrema-destra-davanti-alla-rada-per-la-consacrazione-dei-neonazi-di-bandera/

Croatia to Treat Ukraine’s Wounded National Guards: Ukrainian Embassy (RIA Novosti 19/10/2014)
http://en.ria.ru/world/20141019/194274191/Croatia-to-Treat-Ukraines-Wounded-National-Guards-Ukrainian.html

Fortissima esplosione a Donetsk, avvertita fino a 50 chilometri di distanza
Донецк 20.10.2014 Предположительно нанесён удар ТРК Точка у в район площадки
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=qT4RhTig_oM

PTV News 22 ottobre 2014 – La UE paga il gas di Kiev
L’UE e l’FMI pagheranno il debito da 3 miliardi e mezzo di euro che Kiev deve a Mosca. Va sul conto dei contribuenti europei il gas di Kiev, per evitare che l’Ucraina sottragga il gas destinato all’Europa…
http://www.pandoratv.it/?p=2094
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=gGs6lLQkzqc

Sweden mounts military operation to find alleged Russian submarine (By Jordan Shilton / WSWS, 22 October 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/10/22/swed-o22.html

Луганск. Бахмутка. Уничтоженная колонна техники. 27.10.2014
[nazista italiano eliminato nel Donbass? Se ne parla dal minuto 2.00 di questo video]
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=qjBdqlV5ckE

Partito il convoglio russo per il Donbass con migliaia di tonnellate di aiuti umanitari (29/10/2014)
http://comunicati.russia.it/partito-il-convoglio-russo-per-il-donbass-con-migliaia-di-tonnellate-di-aiuti-umanitari.html

After fraudulent Ukraine elections, Donbass republics brace for new attack (By Greg Butterfield / WW, on October 29, 2014)
http://www.workers.org/articles/2014/10/29/fraudulent-ukraine-elections-donbass-republics-brace-new-attack/

Ukraine’s recession continues to deepen (By David Levine / WSWS, 30 October 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/10/30/ukec-o30.html

Allerta Nato, intercettati 26 aerei da guerra russi nello spazio aereo europeo (di F. Q. | 29 ottobre 2014)
I velivoli hanno volato nelle ultime 48 ore su Mar Baltico, Mar Nero, Mare del Nord e Oceano Atlantico…
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/29/allerta-nato-intercettati-26-aerei-guerra-russi-nello-spazio-aereo-europeo/1179605/
Le inaudite menzogne della propaganda filo-occidentale sugli aerei russi intercettati. Ecco come stanno veramente le cose (31 ottobre 2014)
http://www.pressnewsweb.it/2014/10/le-inaudite-menzogne-della-propaganda.html?m=1

’Ucraina è più nera. Poroshenko, azzoppato, cerca alleati a destra (Marco Santopadre, 31 Ottobre 2014)
http://contropiano.org/internazionale/item/27232-l-ucraina-e-piu-nera-poroshenko-azzoppato-cerca-alleati-a-destra

Russia e Ucraina hanno firmato l'accordo sul gas (31/10/2014)
http://comunicati.russia.it/russia-e-ucraina-hanno-firmato-l-accordo-sul-gas.html

АМЕРИКАНЦЫ ПРИСТУПИЛИ К ПЕРЕКОВКЕ УКРАИНСКИХ КАРАТЕЛЕЙ НА ДИВЕРСАНТОВ (31 Октябрь 2014)
http://antifashist.com/item/amerikancy-pristupili-k-perekovke-ukrainskih-karatelej-na-diversantov.html
TRAD.: American instructors prepairing clandestine groups for Russian-speaking territories (Antifascist.com, October 31, 2014)
http://fortruss.blogspot.no/2014/10/american-instructors-prepairing.html

Una chiesa andata in fiamme, un convento, un cimitero colpiti vicino all'aeroporto di Donetsk (Sunday Morning TV, 2/11/2014)
http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=500:una-chiesa-andata-in-fiamme-un-convento-un-cimitero-colpiti-vicino-all-aeroporto-di-donetsk&catid=2:non-categorizzato
Sunday Morning TV: Shelling a Church, Graveyard, Civilians with Incendiary Munitions on Friday (Russia Insider, 2/nov/2014)
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=pnHlS2UcaMg

Bandera va a Varsavia (Svetlana Homzikova, Voice of Sevastopol – Pravda, 2/11/2014)
I nazionalisti ucraini vogliono annettersi territori polacchi…
https://aurorasito.wordpress.com/2014/11/02/bandera-va-a-varsavia/

La Russia ha stanziato 36 milioni di dollari per aiutare i rifugiati ucraini (3/11/2014)
http://comunicati.russia.it/la-russia-ha-stanziato-36-milioni-di-dollari-per-aiutare-i-rifugiati-ucraini.html

Il Ministero delle Emergenze della Russia sta preparando un nuovo convoglio di aiuti umanitari per il Donbass (4/11/2014)
http://comunicati.russia.it/il-ministero-delle-emergenze-della-russia-sta-preparando-un-nuovo-convoglio-di-aiuti-umanitari-per-il-donbass.html

US, Europe issue new threats after elections in Ukraine’s separatist regions (By Andrea Peters / WSWS, 4 November 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/11/04/ukra-n04.html

Cittadinanza ucraina ai miliziani patrioti. Polonia è ‘all’armi’ (Ennio Remondino, 4/11/2013)
Kiev da la cittadinanza agli stranieri che combattono sotto la sua bandiera anche se con ben altri simboli
http://www.remocontro.it/2014/11/03/cittadinanza-ucraina-miliziani-patrioti-polonia-allarmi/

PTV News 4 novembre 2014 – Pronti a invadere la Russia / La sconfitta di Kiev / L’Europa paga il conto
http://www.pandoratv.it/?p=2190
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=kQWneaudY9A

L’Ucraina svolta ancora più verso destra, nazi sempre più al potere (di Franco Fracassi – 4 novembre 2014)
http://popoffquotidiano.it/2014/11/04/lucraina-svolta-ancora-piu-verso-destra-nazi-sempre-piu-al-potere/

PTV News – 5 novembre 2014 – MH17: gli olandesi si svegliano / L’Europa paga per Kiev / Poroshenko in crisi manda l’esercito / Lady Pesc tra Palestina e Israele
http://www.pandoratv.it/?p=2197
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=2Q8hypbU1jU

Esercito ucraino combatte con tank radioattivi provenienti da Chernobyl (di Maurizio Vezzosi, 5 novembre 2014)
La testimonianza di un soldato ucraino e la verifica fatta con strumenti appositi su di un carro armato abbandonato dalla Guardia nazionale (foto e video)
http://popoffquotidiano.it/2014/11/05/esercito-ucraino-combatte-con-tank-radioattivi-provenienti-da-chernobyl/

Due bambini sono stati uccisi nel bombardamento di Donetsk (5/11/2014)
http://italian.ruvr.ru/news/2014_11_05/Due-bambini-sono-stati-uccisi-nel-bombardamento-di-Donetsk-2371/

Ucrania prepara bloqueo a la región de Donbás (6 noviembre 2014)
Con la excusa de que los territorios de Donestk y Lugansk no pagan a Ucrania los suministros de gas y electricidad, el presidente Poroshenko apuesta por "medidas de presión económica"…
http://www.telesurtv.net/news/Ucrania-prepara-bloqueo-a-la-region-de-Donbas-20141106-0002.html

I bambini, feriti nel bombardamento a Donezk, sono stati salvati (6/11/2014)
Il 5 novembre a Donezk sono morti due adolescenti, quattro i feriti. Giocavano a calcio nel cortile della scuola quando sono scoppiate due bombe ..
http://comunicati.russia.it/i-bambini-feriti-nel-bombardamento-a-donezk-sono-stati-salvati.html

Ucraina, colpita una scuola a Donetsk: due persone uccise e quattro ferite. Amnesty International: indagare subito (6 novembre 2014)
http://www.amnesty.it/Ucraina-colpita-scuola-a-Donetsk-due-persone-uccise-e-quattro-ferite-indagare-subito

Shocking attack: Teens killed & injured in Donetsk school shelling (RT, 5/nov/2014)
Artillery fire has come down on the grounds of a school in the eastern Ukrainian city of Donetsk, killing at least two and injuring four teens. RT's Roman Kosarev is there. The report contains some disturbing images…
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=sMpl1CULOUE

PTV News 6 novembre 2014 – Amnesty contro Kiev per la strage di bambini

L'OSCE conferma responsabilità esercito ucraino in bombardamento scuola di Donetsk (8/11/2014)
http://italian.ruvr.ru/news/2014_11_08/LOSCE-conferma-responsabilita-esercito-ucraino-in-bombardamento-scuola-di-Donetsk-7798/

Aeroporto di Donezk, esercito della Repubblica popolare del Donezk: liquidato un terrorista ceceno (8/11/2014)

Kirovsk: Gli ucraini hanno distrutto la casa e hanno ucciso la famiglia del uomo… (November 5th 2014)
Fonte: pagina FG "Crimini di guerra del "governo" di Kiev https://www.facebook.com/groups/cdgdgdc/
<< Attenzione! Il video è veramente forte... Vi prego di valutare bene. Non è adatto alle persone sensibili e ai minorenni. L'uomo(il nonno) che ha perso la moglie e la nipotina, non riesce inizialmente neanche rendersi conscio di quello che è accaduto. Quando portano via i corpi l'uomo dimenandosi, corre dietro il corpo della moglie non riuscendo ancora di rendersi conto bene di quello ch'è successo. non capendo bene cosa ch'e' successo... Alla fine del video allungando la mano con la catenina con la croce tolta dal collo della moglie uccisa maledice Poroshenko e giura di vendicarsi. "Adesso viene il mio figlio e vedrete. Ricordate la storia della battaglia di Stalingrado? C'erano due cecchini. Iraaa!(alla moglie) Mi senti?! Mi vendico! Mi vendico! Per te e per Svetka(la nipotina di 10 anni)!" >>
Kirovsk: I'll avenge for my granddaughter and wife! Кировск: Я отомщу за внучку и жену! (ENG SUB)

Ucraina, si combatte. Kiev pronta all’offensiva contro il Donbass? (Redazione Contropiano, 9 Novembre 2014)

Russia: esercitazione Nato in Estonia è contro di noi (Redazione Contropiano, 11 Novembre 2014)
Kiev escalates war in eastern Ukraine (By Christoph Dreier / WSWS, 12 November 2014)

Violent clashes erupt at Poland Independence Day rally (By Dorota Niemitz / WSWS, 13 November 2014)

Nella Repubblica popolare di Lugansk è stata eliminata la nota terrorista internazionale inglese (13/11/2014)

Ucraina: Mosca accusa, Kiev ha ammassato truppe lungo il confine (AGI, 13 NOV 2014)

La Nato minaccia Mosca: "difenderemo l’Ucraina". Rischio escalation (Marco Santopadre, 14 Novembre 2014)

Kiev regional police head accused of neo-Nazi ties (By SAM SOKOL, Jerusalem Post 11/12/2014)
[Vadim Troyan, il nuovo capo della polizia regionale di Kiev nominato dal gerarca Arsen Avakov, è un neonazista dichiarato, appartenente alla formazione "Patrioti d'Ucraina"…]

UN NUOVO CONVOGLIO UMANITARIO INVIATO NEL DONBASS (14/11/2014)
Questo convoglio sarà il settimo inviato dalla Russia per la popolazione del sud-orientale dell'Ucraina. I primi camion con aiuti umanitari hanno attraversato il confine russo-ucraino il 22 agosto scorso…

Russian strategic bombers to patrol off US coastlines (By Alex Lantier / WSWS, 14 November 2014)

Poco prima dello schianto del volo MH17 presso Donetsk (Mikhail Leontev, 1 TV - 14/11/2014)

Lettera di denuncia all'UNESCO per le violazioni dei diritti dei giornalisti di Rossija Segodnja (14/11/2014)
La lettera dell'agenzia russa di stampa internazionale Rossiya Segodnyacontiene una serie di fatti palesi di violazioni dei diritti, della libertà di espressione e del diritto inalienabile alla vita, subiti dai propri giornalisti in Ucraina e in UE…

A Pervomajsk (prov. di Lugansk) colpito l'ospedale di maternità - 15.11.2014

Poroshenko: Così vinceremo la guerra! (15/11/2014)

L’Occidente accusa la Russia di ingerenza in Ucrania ma occulta i trasferimenti di armi della NATO (16/11/2014)

Antifascisti slovacchi contestano sonoramente Poroshenko a Bratislava urlandogli "Fascista!" (16/11/2014)

Crisi diplomatica tra Russia e Polonia: espulsi diplomatici di Varsavia (La Stampa, 17/11/2014)
È la “rappresaglia” dopo una simile decisione delle autorità polacche. Alla base degli scontri uno scandalo di spionaggio tra i due Paesi…
Fonte: pagina FB "Premio Goebbels per la disinformazione", 17/11/2014
"Guerra diplomatica tra Russia e Polonia. Come ben sappiamo, Varsavia è stata tra i principali sponsor europei del golpe di EuroMaidan ed è, assieme alle Repubbliche baltiche, uno dei più servili cavalli di Troia degli Usa nel continente. È una nazione completamente accecata dall'anticomunismo e dalla russofobia. Nei giorni scorsi la Polonia aveva espulso dei diplomatici russi e la risposta di Mosca non si è fatta attendere…"

Mistaken identity: French plane entered Swedish air space – not Russian as reported (RT, November 17, 2014)

Il Punto di Giulietto Chiesa – Lo Zar e l’Anatra zoppa (17/11/2014)
"Lo Zar Putin ha invaso l'Ucraina" e l'Occidente va dietro all'Anatra zoppa Obama. La stampa italiana grida al lupo al lupo, ma le foto dell'invasione sono un flop…

PTV News 17 Novembre 2014 – Il mistero dell’MH17 e del caccia militare / Chiesta a UE indagine internazionale su massacro Odessa 

17.11.2014 Situazione in Ucraina. Crisi Ucraina (SOUTH FRONT)
1) L'esibizione "Odessa & Donbass. Tragedia dell'Ucraina" in Irlanda / 2) La Repubblica Ceca non sprecherа soldi per l'Ucraina / 3) L'Ucraina vuole la guerra contro la Russia / 4) la NATO preferisce ignorare gli sforzi russi per stabilizzare la situazione in Ucraina

17-18.11.2014 Situazione in Ucraina. Guerra in Ucraina (SOUTH FRONT - 18/nov/2014)
1) Manifestanti greci si scontrano con la polizia vicino l’ambasciata USA 2) Donetsk sotto attacco 3) UE comincia a capire la situazione in Ucraina 4) Adrey Kelin contro le notizie false

Commento del Dipartimento stampa e informazione del Ministero degli Esteri della Russia in relazione alla dichiarazione dell'Ambasciatore di Australia a Mosca P. Majler sulle cause della cessazione di forniture di uranio australiano alla Russia (18/11/2014)

Il MID della Russia ha annunciato l'esplusione di diplomatici polacchi (18/11/2014)

18.11.2014 Situazione in Ucraina. Crisi Ucraina (SOUTH FRONT, 18/nov/2014)
1) Kiev ha invitato Mosca a tenere “colloqui seri” / 2) Il governo della RPD sta valutando l’attuazione di un sistema bi-valuta / 3) Russia e China tentano di formare un sistema di sicurezza collettivo nell’area dell’Asia e del Pacifico / 4) I marinai russi stanno continuando l’addestramento nella Mistral

18-19.11.2014 Situazione in Ucraina. Guerra in Ucraina (SOUTH FRONT, 19/nov/2014)
1) L’esercito ucraino bombarda Donetsk / 2) La RPD sta pianificando di ripristinare il servizio ferroviario dalla Crimea / 3) Putin: “Gli USA vogliono sottomettere la Russia, ma nessuno ci è riuscito e mai ci riuscirà” / 4) il Blocco d’Opposizione chiede a Poroshenko di cancellare le decisioni anti-costituzionali

Сергей Лавров: Киев готовит вторжение на территорию ДНР и ЛНР
Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 19/11/2014 – https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/727076194040304

(deutsch / slovenscina / italiano / srpskohrvatski)

Evropska Unija na strani nacizma

0) Testi, libri e video consigliati
1) Sul nazismo la UE si astiene (Italo Slavo)
2) NKPJ: ZAPADNI IMPERIJALIZAM NA STRANI NACIZMA
3) SRP: GLASANJE O REZOLUCIJI O SUZBIJANJU GLORIFIKACIJE NACIZMA
4) Zakaj se je Slovenija vzdržava glasovanja?
5) Geehrte Kollaborateure (GFP, 26.11.2014)


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TESTI, LIBRI E VIDEO CONSIGLIATI

Sullo stesso tema: 

L'Anti-antifascismo di UE e USA

US, Canada & Ukraine vote against Russia’s anti-Nazism resolution at UN

Altre letture:

Le giuste dichiarazioni di Vladimir Putin a "Politika": << Il ‘vaccino’ al virus nazista perde efficacia in Europa >>
https://aurorasito.wordpress.com/2014/10/17/putin-il-vaccino-al-virus-nazista-perde-efficacia-in-europa/

Putin si scaglia contro i revisionisti della Seconda Guerra Mondiale
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8034
http://www.tribunodelpopolo.it/russia-putin-si-scaglia-contro-i-revisionisti-della-seconda-guerra-mondiale/
http://en.ria.ru/russia/20140703/190798678/Putin-Says-Legal-Initiative-to-Counter-Nazism-Timely.html
http://comunicati.russia.it/vladimir-putin-ha-accusato-l-ucraina-e-lettonia-dell-espansione-del-neonazismo.html
http://rt.com/politics/official-word/196284-ukraine-putin-nazi-europe/

Di Annie Lacroix-Riz:

*** Annie Lacroix-Riz
Aux origines du carcan européen (1900-1960)
Paris: Le temps des cerises, 2014 ***
15 € ISBN : 9782370710017 - 190 pages - Format : 140 x 200
http://www.letempsdescerises.net/noyau/index.php?menu_id=20&type=livre&idLivre=887

I mediocri fondatori dell'Unione Europea (Jacques-Marie Bourget sul nuovo libro di Annie Lacroix-Riz, maggio 2014)

A. Lacroix-Riz spiega l'assurdità del Nobel per la pace all'UE (dicembre 2012)

Video:

Annie Lacroix-Riz: "Les origines de la construction européenne : mythes et réalités"
Conférence donnée dans le cadre de l’Université populaire du 78. «Université» animée par les comités locaux Attac 78 sud et nord.
Novembre 2014. Saint-Quentin en Yvelines.
VIDEO: http://www.lesfilmsdelan2.org/lesfilmsdelan2/Annie_Lacroix-Riz.html


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Sul nazismo la UE si astiene

Dunque, sul nazismo la Unione Europea si astiene. 

Non ci si venga a dire che lo fa "perché non vuole allinearsi alla Russia": è proprio su temi di principio come quello del nazismo che tali miserie decadono e all'ONU si vota al di là degli schieramenti. Peraltro, se proprio avesse voluto distinguersi, la UE avrebbe almeno potuto presentare un'altra, sua propria mozione sullo stesso tema. 
E invece no. Sul nazismo l'Unione Europea si astiene. 

Si astiene per il semplice motivo che al nazismo *dentro* l'Europa, da quasi un quarto di secolo, la UE (ex CEE) si appoggia, per poter perseguire le proprie politiche di consolidamento imperialista e allargamento, in una ottica di umiliazione dei popoli slavi e aggressività anti-russa. Una politica che è nazista in senso stretto, in senso storico: l'unico senso pieno da attribuire alle parole che usiamo. E' la politica di Hitler e Mussolini, che aggredirono i Balcani e le terre sovietiche trattandole da "colonia interna", con un loro specifico progetto europeista ("Nuovo Ordine Europeo"). 

Cosa cambia oggi? La UE, ex CEE, ha appoggiato il nazismo di Tudjman in Croazia nel 1991 così come nel 2014 sta appoggiando il nazismo della coalizione golpista messa al potere in Ucraina, mentre sostiene schieramenti politici nazionalisti che riabilitano la simbologia nazista e l'apartheid anti-russo nei paesi Baltici… o l'apartheid anti-serbo in Kosovo. 
Si tratta di nazismo in senso filologico. Poiché la principale funzione del nazifascismo come movimento storico, sulla scena europea, fu – dobbiamo ripeterlo – l'aggressione contro i paesi slavi e la Russia.

Questo succede mentre alla televisione italiana viene trasmessa la fiction propagandistica su Altiero Spinelli. 

Tale circostanza pone in ulteriore risalto l'ipocrisia della classe dirigente italiana e della Unione Europea.
La fiction si inserisce nella campagna mediatica che da alcuni mesi è in corso sulle televisioni dello Stato italiano, partita con un bombardamento di spot ("Di Europa si deve parlare") che da un lato tessono le lodi delle funzioni economiche della UE, dall'altro esplicitamente presentano la costruzione della UE come questione "di pace o di guerra" dell'epoca presente, con toni sostanzialmente ricattatori, con riferimenti ambigui e omertosi al centenario della Prima Guerra Mondiale… Non è per caso che la fiction su Spinelli è diretta da Alberto Negrin, specialista delle produzioni televisive commissionate politicamente – qualcuna più interessante, qualcun'altra peggio che mistificatoria e, a tutti gli effetti, fascista (es. "ll cuore nel pozzo", 2005). 
Il fatto che persino la stampa più allineata alle politiche UE abbia criticato la fastidiosa retorica di questa ultima produzione su Spinelli (cfr. Aldo Grasso sul Corriere della Sera del 25/11/2014 – http://www.corriere.it/spettacoli/14_novembre_25/altiero-spinelli-l-europa-fiction-che-gronda-retorica-a94799d8-746a-11e4-ab92-90fe0200e999.shtml ) la dice lunga sulla sua natura propagandistica e ideologica.

Il progetto di unità europea non ha necessariamente una fondazione antifascista, tutt'altro. L'Europa in costruzione non è quella che vogliamo noi, e non è nemmeno quella di Altiero Spinelli. Questa Europa assomiglia piuttosto a quella teorizzata nella Europaeische Revue (Rivista Europea) del Terzo Reich. E coerentemente, essa sul nazismo si astiene.

Italo Slavo per JUGOINFO


=== 2 ===

http://www.nkpj.org.rs/clanci-la/clanak_id=158.php

ZAPADNI IMPERIJALIZAM NA STRANI NACIZMA

NKPJ pozdravlja rezoluciju koja je ubedljivim brojem glasova usvojena u skupštini Ujedinjinih Nacija, a u kojoj se poziva na borbu protiv veličanja nacizma i drugih oblika rasne diskriminacije, ksenofobije i drugih oblika netolerancije. 155 zemalja je glasalo za ovu rezoluciju koja je bila podneta od strane Rusije, 3 protiv, dok je 55 bilo uzdržano. Protiv ove rezolucije su bile Sjedinjene Američke Države, Ukrajina i Kanada, dok su zemlje članice EU bile suzdržane.



Ovakav odnos prema najvećem zlu koje se pojavilo u istoriji čovečanstva pokazuje nam jasan stav Zapadnog imperijalizma prema nacizmu. Dok su SAD, Kanada i njihov marionetski režim u Ukrajini, na čijem je čelu profašistička hunta, glasali protiv ovakve rezolucije, EU je svojom uzdržanošću pokazala da je toleranta prema povampirenju ove anticvilizacijske tekovine. Da li nas ovakav stav iznenađuje? Naravno da ne. Nacizam i njegov brat bilzanac fašizam predstavljaju najmračniju stranicu ljudske istorije, koja je svoj zenit dostigla u vremenu koje je veoma slično današnjem. Kako onda, tako i danas, ova ideologija je potpomagana od strane predstavnika krupnoga kapitala, preciznije raznih industrijalaca, finansijskih lihvara i njima sličnih predstavnika krupnoga kapitala. U trenutku kada se svet nalazi u sistemskoj kapitalističkoj krizi (za koju su odgovorni buržuji, a ne radni narod), krupni kapital se ne libi da u odbrani svojih interesa iz naftalina izvuče one najmračnije sile koje se već odavno nalaze na smetlištu istorije, kako bi na taj način odbranio svoje uzdrmane pozicije. To ne treba da nas čudi, jer buržoazija predstavlja najkonzervativnije snage, koje žele da pod svaku cenu spreče neminovnost, odnosno trijmuf radnog naroda – pobedu socijalizma. Upravo u trenutku kada je ogromna većina čovečanstva nezadovoljna vladavinom šačice parazita, buržuji gledaju da na sve načine stvore svet u kojem će biti sve manje demokratije, a buržoaska demokratija je oduvek bila ništa drugo do jedna šarena laža u kojoj može da učestvuje samo onaj koji ima pare i koji brani interese krupnoga kapitala. U trenucima kada postoji opravdani gnev ogromne većine čovečanstva da skine svoje okove, krupni kapital stvara razne neonacističke i neofašističke partije kako bi odbranio svoje pozicije.

Propagandni rat i istorijski revizionizam kojim se služi zapadni imperijalizam najbolje govori u pravdanju Ukrajinskog diplomate koji je odluku svog marionetskog režima pokušao da opravda na sledeći način ,,dokle god neostaljinizam i staljinizam ne budu i osuđeni u istoj meri kao i nacizam, neonacizam i drugi oblici netolerancije, Ukrajina neće moći podržati ovaj dokument.“ Od nekoga ko predstavlja državu u kojoj je na vlasti vojno-fašistička hunta koju podržava zapadni imperijalizam, u kojem se slave nacistički zločinci, u zemlji u kojoj se ruše spomenici Lenjinu, u kojoj se ruše spomenici koji karakterišu izgradnju socijalizma u SSSR-u, u zemlji u koja se ruga antišašističkoj borbi, drugačiji odgovor nismo mogli da očekujemo. Da iza ove rečenice stoji propaganda zapadnog imperijalizma, jasno nam govori odrednica ,,staljinizam“. Staljin je bio marksista – lenjinista i jedan od klasika naučnog socijalizma – komunizma. On je bio na čelu antifašističkog pokreta, a zbog uspešnosti izgradnje socijalizma u SSSR-u i širenja revolucije po svetu, zapadni imperijalizam već decenijama vodi neargumentovanu propagandu protiv Staljina. Zapadni imperijalizam, koji podržava profašističke režime kao u Ukrajini, želi istorijskim falsifikatima da izjednači takozvane komunističke zločine sa nacističkim.

Cilj ovakve politike i propagande je jasan. Njime se teži sprečavanju nemionovnoste, a to je da radni narod preuzme vlast. Srbija je glasala za ovu rezoluciju, ali da je članica EU, ona bi prema ovoj rezoluciji morala biti neutralna, to jest pomirljiva prema politici prema nacizmu, što je još jedan od razloga zašto naša zemlja ne treba da bude deo tamnice naroda kao što je EU.

U borbi protiv nacizma u prvim redovima su stajali komunisti. Oni su bili ti koji su stajali na čelu antifašističkih pokreta u čitavoj porobljenoj Evropi, dok je SSSR bio najzaslužniji za pobedu nad najvećim zlom u istoriji čovečanstva. Komunisti su bili ti koji su bili prvi na udaru naci–fašističkih zločinaca, a ujedno su podneli najveću žrtvu u slamanju istog. Primer u Ukrajini danas nam govori da su komunisti ti koji su prvi na meti vojno–fašističke hunte iza koje stoji zapadni imperijalizam. No, mi poručujemo kako je fašizam završio na smetlištu istorije, tako će završiti i njegov pokušaj rehabilitacije! Revizija istorije neće proći! Fašizam neće proći! Takođe, poručujemo buržoaziji da se istorijske neminovnosti ne mogu zaustaviti, te je izvesnoo da će 21. vek biti vek trijumfa socijalizma!

Sekretarijat NKPJ,

Beograd,

24.11.2014


=== 3 ===

GLASANJE U GENERALNOJ SKUPŠTINI OUN O REZOLUCIJI O SUZBIJANJU GLORIFIKACIJE NACIZMA

U Generalnoj skupštini Ujedinjenih nacija u petak 21. novembra glasano je o rezoluciji koju je predložila Rusija, a kojom se traži suzbijanje glorifikacije nacizma, neonacizma i ostalih pojava koje doprinose poticanju suvremenih oblika rasizma, ksenofobije i svake vrste netrpeljivosti.

Rezoluciju je podržalo 115 zemalja članica, protiv su bile tri, a suzdržanih 55, među kojima i sve članice EU. Od novonastalih vazalnih državica na jugoslavenskom prostoru nakon secesije 90-ih, samo je Srbija podržala rezoluciju i ovom prilikom time spasila obraz, dok su sve ostale bile suzdržane. http://www.un.org/en/ga/third/69/docs/voting_sheets/L56.Rev1.pdf
 
Protiv su glasale USA, Kanada i čik pogodi, Ukraina. Protivljenje Amerike i njenog prirepka Ukraine ne začuđuje, ali bi valjalo čuti njihove razloge i kakvu poruku time šalju međunarodnoj zajednici. Dok ono Kanade implicira neke nedoumice, dali je u pitanju samo nepogovorna odanost južnom susjedu. Ako je to tako onda je nadmašila i samu Veliku Britaniju, koja od završetka II sv. rata slovi kao najodaniji američki saveznik u svim njihovim dosadašnjim prljavštinama.

Slika sa jugoslavenskog prostora je puno jasnija i razumljivija i nimalo ne začuđuje, ona izražava stav bez stava, što je osnovni postulat podaništva i nedostatka vlastite identifikacije i suverenosti.
Ovo nije prva hrvatska bruka na međunarodnom planu. Hrvatska je jednako kukavno postupila i 2012. godine, također prilikom glasanja u Generalnoj skupštini OUN o priznavanju palestinske državnosti, točnije o priznavanju Palestini status Promatrača.
I tada je rezolucija br. 67/19 potvrđena solidnom većinom glasova, a istini za volju Srbija je i tada bila jedina država sa jugoslavenskog prostora, koja je glasala u prilog rezolucije, dok su ostale bile suzdržane..
http://www.advance.hr/vijesti/socijalisticka-radnicka-partija-o-stavu-hrvatske-prema-palestini-povodom-un-ove-rezolucije-homagijalna-odluka-kukavne-vlasti-kukavne-drzave/

http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/RES/67/19

http://www.un.org/en/ga/search/view_doc.asp?symbol=A/67/PV.44
Hrvatska je ovim sramnim činom samo dodatno potvrdila svoju nedosljednost, koju je podigla na razinu autizma. U trenutku dok u UN odbija eksplicite podržat akt kojemu je namjera suprotstaviti se rastućem prodoru fašističkih ideja i prakse, koja je uzela maha naročito u Evropi, na drugoj strani čangrizavo gura nos u poslove međunarodnog suda za ratne zločine, dušobrižnički dijeli lekcije susjedima kako bi trebali razmišljat i šta bi trebali činit, uporno ne vidi šumu od drveta i u dosada najnižoj poziciji ukupnog stanja u kojemu se nalazi u novijoj povijesti, koristi Parlament za donošenje rezolucije o predmetu iz međunarodnog prava, koja će  kad se sa nje osuši tinta vrijediti koliko i papir od prošlotijednih novina.

Hrvatska naravno ima pravo tako postupiti, jer je to odraz njene politike, ali onima koji sprovode takvu politiku, a to je državni vrh, treba biti jasno da se time odriče dijela ustava, koji govori o antifašističkim temeljima Hrvatske, što je kompromitira na veoma duge staze.

Hrvatska ne samo da nije ni riječju svojim građanima obrazložila razloge takvog postupanja, čime bi svoju odluku potkrijepila, ipak je glasanje u Generalnoj skupštini OUN-a javna stvar, već je događaj potpuno prešutila, ne objavivši niti informaciju u medijima, što bjelodano potvrđuje njenu jadnost i slabost i nadasve nečistu savjest. 

25. XI 2014.

Socijalistička radnička partija

Predsjednik

Vladimir Kapuralin    


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Zakaj se je Slovenija vzdržava glasovanja?

Dne 21. novembra 2014 je v Generalni skupščini Združenih narodov v New Yorku potekalo glasovanje, na katerem so obravnavali predlog resolucije, ki obsoja poveličevanje nacizma, nacistične simbolike in zanikanja holokavsta. Slovenija resolucije NI podprla, od držav Jugoslavije je samo Srbija glasovala za obsodbo, vse ostale države v EU in Črna Gora, Makedonija, Hrvaška in Slovenija so se hlapčevsko in vdano vzdržale glasovanja (in s tem obsodbe), enako kot vse države v EU. ZDA, Kanada in Ukrajina so bile proti tej resoluciji, ki obsoja poveličevanje neonacifašizma. V tujini ta tema že dviga veliko prahu, v Sloveniji in vseh držav članic EU pa mediji o tem škandaloznem glasovanju kot običajno poslušno molčijo!


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Geehrte Kollaborateure
 
26.11.2014
BERLIN/NEW YORK
 
(Eigener Bericht) - Die Bundesrepublik verweigert einer UN-Resolution gegen die Verherrlichung von Nationalsozialismus und NS-Kollaboration ihre Zustimmung. In der vergangenen Woche hat das Dritte Komitee der Generalversammlung der Vereinten Nationen eine Resolution verabschiedet, in der etwa die Errichtung von Denkmälern für NS-Funktionäre und die Stilisierung von NS-Kollaborateuren zu "Freiheitskämpfern" massiv kritisiert werden. Deutschland und die übrigen EU-Staaten enthielten sich; die USA, Kanada und die Ukraine stimmten sogar gegen das Dokument, dessen Inhalt von 115 Ländern unterstützt wurde. In Berlin und Brüssel heißt es, man habe nur deshalb nicht zustimmen wollen, weil Russland die Resolution initiiert habe. Tatsächlich müsste eine Unterzeichnung des Dokuments zu heftigen Auseinandersetzungen sowohl innerhalb der EU als auch im Verhältnis zu wichtigen internationalen Verbündeten führen: In EU-Staaten wie Ungarn oder den baltischen Ländern, aber auch in der Ukraine werden berüchtigte NS-Kollaborateure in zunehmendem Maße öffentlich verehrt - teils von Kräften, die an der jeweiligen nationalen Regierung beteiligt sind.
Tiefe Besorgnis
Die erwähnte UN-Resolution drückt "tiefe Besorgnis über jegliche Art der Verherrlichung der NS-Bewegung, des Neonazismus und früherer Mitglieder der Waffen-SS" aus. Exemplarisch benannt werden in dem Dokument die Errichtung von Denkmälern und Gedenkstätten sowie öffentliche Demonstrationen zur Ehrung des Nationalsozialismus und seiner Protagonisten, aber auch der Versuch, "diejenigen, die gegen die Anti-Hitler-Koalition kämpften und mit der NS-Bewegung kollaborierten", zu "Aktivisten nationaler Befreiungsbewegungen" zu stilisieren. In der Resolution wird explizit "betont", es müssten seitens der UN-Mitgliedstaaten "Maßnahmen" ergriffen werden, jeglichen Feierlichkeiten für die SS und all ihre Verbände, "einschließlich der Waffen-SS", entgegenzuwirken. Speziell verurteilt die Resolution darüber hinaus "die vollendete oder versuchte Leugnung des Holocaust".[1]
NS-Verherrlichung nicht abgelehnt
Als das Dritte Komitee der Generalversammlung der Vereinten Nationen am vergangenen Freitag die Resolution zur Abstimmung stellte, sah sich der Vertreter der Bundesrepublik nicht in der Lage, ihr zuzustimmen. Außerdem enthielten sich alle weiteren EU-Staaten und einige Länder, die in der einen oder anderen Form von der EU abhängig sind - beispielsweise Andorra, Bosnien-Herzegowina oder Mali. Die Ukraine, die Vereinigten Staaten und Kanada lehnten die Resolution rundheraus ab; die beiden letztgenannten Länder beherbergen eine relativ einflussreiche exilukrainische Szene, die spürbar von alten NS-Kollaborateuren der "Organisation Ukrainischer Nationalisten" (OUN) geprägt ist. Am Freitag hieß es allgemein zur Begründung, man stimme der Resolution nur deswegen nicht zu, weil sie von Russland eingebracht worden sei. Die Sowjetunion, deren zentralen Teil Russland damals stellte, war das Land, das die meisten Todesopfer des Naziterrors zu beklagen hatte - 27 Millionen. Tatsächlich jedoch hätte die Resolution, wäre sie von Deutschland und den anderen EU-Staaten unterstützt worden, zu heftigen Auseinandersetzungen führen müssen: In diversen europäischen Ländern werden ehemalige NS-Kollaborateure aus dem gemeinsamen Krieg gegen Moskau heute wieder verehrt.
Im Kampf gegen Russland
Dies gilt zunächst für die Ukraine. Dort haben deutsche Organisationen seit Anfang 2012, intensiv seit Anfang 2013 darauf hingearbeitet, die Partei Swoboda und ihr nahestehende Kräfte in das damals im Aufbau befindliche antirussische Oppositionsbündnis einzubeziehen (german-foreign-policy.com berichtete [2]). Swoboda verehrt die OUN und ganz besonders ihren Anführer Stepan Bandera, der vor allem in der Westukraine große Beliebtheit genießt. Banderas Milizen unterstützten NS-Deutschland 1941 aktiv beim Überfall auf die Sowjetunion. Swoboda verehrt darüber hinaus die "Ukrainische Aufstandsarmee" (UPA), die sich im Windschatten des deutschen Vernichtungskrieges am Massenmord an den europäischen Juden beteiligte.[3] Die Partei sowie weitere faschistische Organisationen haben im Verlauf der Majdan-Proteste, die von Deutschland energisch unterstützt wurden, eine immer wichtigere Rolle gespielt; Swoboda hat dementsprechend ab Ende Februar mehrere Minister im ukrainischen Umsturzregime gestellt. Faschistische Bataillone gehören heute zu den entschlossensten Kämpfern im ostukrainischen Bürgerkrieg; einige ihrer Kommandeure sind auf den Wahllisten der künftigen Regierungsparteien in die Werchowna Rada eingezogen. Anfang des Monats hat zudem ein Aktivist des faschistischen "Rechten Sektors" und Vizekommandeur des faschistischen "Bataillons Asow" das Amt des Polizeichefs der Oblast Kiew angetreten. Im Kampf gegen Russland entfaltet sich in der Ukraine die Tradition der antisowjetischen NS-Kollaborateure ungehemmt - an Deutschlands Seite.
Unabhängigkeitskämpfer
NS-Kollaborateure werden auch in EU-Mitgliedsländern verehrt, etwa in den baltischen Staaten. In Estland, Lettland und Litauen finden beispielsweise regelmäßig Gedenkmärsche zur Erinnerung an die Waffen-SS statt, die von einheimischen Waffen-SS-Veteranen getragen werden. Zuletzt kam es etwa im Frühjahr in Lettland zu einem solchen Marsch, an dem gut 2.000 Personen teilnahmen; umgerechnet auf die Größe der Bevölkerung entspräche dies in Deutschland einer Demonstration mit 80.000 Teilnehmern. Beobachter weisen darauf hin, dass die Milizionäre der Waffen-SS im staatlichen lettischen "Okkupationsmuseum" in Riga als "Unabhängigkeitskämpfer" im Kampf gegen Moskau bezeichnet werden. Organisatoren der Waffen-SS-Gedenkmärsche werden in Schulen eingeladen, um dort "Patriotismus"-Unterricht durchzuführen.[4] In der Partei "Nationale Allianz 'Alles für Lettland'", die seit 2011 ununterbrochen Regierungspartei ist und aus der heraus die Gedenkmärsche unterstützt werden, ist immer wieder die Deportation ("Repatriierung") der russischsprachigen Minderheit des Landes in Betracht gezogen worden. Einer der Anführer der Partei hat einst erklärt, die Angehörigen der Minderheit - rund ein Viertel der Bevölkerung - seien "Okkupanten" oder "illegale Kolonialisten". Eine kritische Auseinandersetzung mit der NS-Kollaboration genießt im Land keinen guten Ruf: Wie der Historiker Maris Ruks feststellt, laufen lettische Wissenschaftler Gefahr, "bei allzu detaillierter Holocaustforschung einen Karriereknick" zu erleiden.[5] Die baltischen Staaten gehören im aktuellen Machtkampf gegen Russland zu den aggressivsten Kräften in der EU.
Hitlers Partner wird rehabilitiert
Erstarkt sind faschistische Traditionen unter anderem auch in Ungarn. Exemplarisch zeigen dies die neuen Denkmäler für den "Reichsverweser" und NS-Kollaborateur Miklós Horthy, die seit 2012 enthüllt worden sind. Nach der Umbenennung des "Freiheitsplatzes" in der Gemeinde Gyömrő unweit der Hauptstadt Budapest zum "Horthy-Platz" im April 2012 wurde zunächst in dem südungarischen Dorf Kereki eine Horthy-Statue aufgestellt.[6] Im Mai 2012 enthüllte das Reformierte Kollegium in Debrecen in seinen Räumlichkeiten eine Horthy-Gedenktafel. Weitere Denkmäler folgten, etwa im Juni 2013 in dem ostungarischen Dorf Hencida [7] und im November 2013 direkt in Budapest. "Hitlers ungarischer Partner wird rehabilitiert", hieß es schon 2012 in der deutschen Presse, die aufmerksam festhielt, Horthy habe Ungarn an der Seite Deutschlands "in den Krieg gegen die Sowjetunion" geführt.[8] Aktuell gehört Ungarn allerdings nicht zu den Staaten, die besonders aggressiv gegen Russland vorgehen. Die Rehabilitation von NS-Kollaborateuren geht dabei weit über Horthy hinaus. So hat der völkisch-antisemitische Schriftsteller Albert Wass, einst loyal gegenüber Horthy und dem NS-Reich, seit den 1990er Jahren zahlreiche Gedenktafeln und Statuen erhalten. Seine Schriften sind ebenso in den Schul-Lehrplan aufgenommen worden wie diejenigen von József Nyirő, der noch 1944 für die Nazi-"Pfeilkreuzler" tätig war.[9] In der Tradition der "Pfeilkreuzler" steht die Partei "Jobbik", die bei der ungarischen Parlamentswahl am 6. April 2014 mit 20,5 Prozent der Stimmen ihren bislang größten Erfolg erzielte.
"Aufstandsbekämpfung"
Die Aufzählung der EU-Staaten, in denen NS-Kollaborateure inzwischen wieder öffentlich geehrt werden, ist damit längst nicht vollständig. In Kroatien etwa sind schon in den 1990er Jahren Denkmäler für NS-Gegner zerstört und stattdessen Straßen nach Mile Budak benannt worden, dem Chefpropagandisten der faschistischen Ustaša und zeitweiligem Außenminister Kroatiens während der NS-Kollaboration. Im italienischen Affile östlich von Rom ist im Jahr 2012 ein Mausoleum für den faschistischen Kriegsverbrecher Rodolfo Graziani eingeweiht worden, der zunächst "Aufstandsbekämpfung" in Libyen betrieb, in Äthiopien Geiseln erschießen und Giftgas einsetzen und noch gegen Ende des Zweiten Weltkriegs für das NS-Marionettenregime von Salò nicht kollaborationswillige Italiener exekutieren ließ. Hätten Deutschland und die anderen EU-Staaten sich der Unterzeichnung der UN-Resolution vom vergangenen Freitag nicht verweigert - sie stünden, würden sie den Inhalt des Papieres ernst nehmen, vor gravierenden Auseinandersetzungen untereinander wie auch mit engen Verbündeten, etwa ihren Kooperationspartnern in der Ukraine.

[1] United Nations General Assembly: Sixty-ninth session of the Third Committee. Agenda item 66 (a): Elimination of racism, racial discrimination, xenophobia and related intolerance. A/C.3/69/L.56/Rev.1. 19.11.2014.
[2] S. dazu Ein breites antirussisches BündnisTermin beim Botschafter und Juschtschenkos Mythen.
[3] S. dazu Zwischen Moskau und Berlin (IV).
[4] S. dazu Tag der Kollaborateure und "Unabhängigkeitskämpfer" und "Okkupanten".
[5] Frank Brendle: International gegen SS-Verherrlichung. www.neues-deutschland.de 17.03.2014.
[6] György Dalos: Horthy im Hoch. www.nzz.ch 03.07.2012.
[7] Jobbik und Neue Ungarische Garde weihen neues Horthy-Denkmal ein. pusztaranger.wordpress.com 23.06.2013.
[8] Paul Jandl: Hitlers ungarischer Partner wird rehabilitiert. www.welt.de 05.06.2012.
[9] S. dazu Ein positives Ungarn-Bild.




http://www.resistenze.org/sito/os/mp/osmpem17-015381.htm
www.resistenze.org - osservatorio - mondo - politica e società - 17-11-14 - n. 520

L'Arabia Saudita ha decapitato 59 persone dall'inizio dell'anno, di cui quattro per traffico di hashish. Chi ne parla?

MA | solidarite-internationale-pcf.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/11/2014

Indignazione selettiva, comprensione troncata. Mentre lo stato islamico decapita a tutto spiano illegalmente, lo Stato Saudita, suo dispensatore di ordini, decapita legalmente nel silenzio assordante dell'Occidente. Perché l'Arabia Saudita è un alleato degli Stati Uniti.
Le associazioni per la difesa dei diritti umani hanno denunciato un aumento delle condanne a morte in Arabia Saudita. Il metodo utilizzato, la decapitazione con la spada, è imbarazzante, quando si tenta di suscitare l'indignazione per i fatti in Iraq. Da gennaio a ottobre 2014, sono stati già giustiziati per decapitazione 59 imputati condannati a morte, contro i 69 dell'anno scorso, secondo Human Rights Watch.
Già ad agosto era chiara l'accelerazione del numero di esecuzioni, con un ritmo di oltre una decapitazione al giorno (19 appunto) durante le prime due settimane del mese.
Tradizione locale, direbbero alcuni commentatori cinici e disonesti, metodo umano tanto quanto l'iniezione letale degli Stati Uniti, sostengono le autorità saudite.
Le ragioni che determinano la pena di morte sono agghiaccianti: adulterio, apostasia, bestemmia, rapina, fornicazione, traffico di droga, sodomia, idolatria, ribellione, comportamento sessuale immorale, stregoneria, furto, tradimento, comportamento irreligioso.
Questa interpretazione molto rigorosa della Sharia - di cui alcuni nostri intellettuali e politici, hanno elogiato la reintroduzione in Libia - lascia libero lo Stato saudita di inviare al patibolo chi ritenga opportuno, in una parodia della giustizia.
La lista assurda dei casi concreti è lunga. Uno è eclatante. Il 18 agosto, quattro sauditi sono stati decapitati nel sud-ovest del paese. Il loro crimine: traffico di hashish in Arabia Saudita. In tutti nell'anno, sono stati decapitati 22 uomini per "traffico di droga", un termine che comprende realtà molto diverse.
Il 5 agosto, un altro uomo - secondo la Saudi Gazette - è stato decapitato per "sospetto della pratica di stregoneria". Il Medioevo nel XXI secolo.
I nostri mezzi di comunicazione, rapidi a indignarsi per la Siria, l'Iraq e il Mali, restano in silenzio. I paesi più oscurantisti del mondo che ancora legittimano la schiavitù, praticano la disuguaglianza di genere nel diritto, l'intolleranza religiosa, incontrano la compiacenza straniera.
L'Arabia Saudita è da 70 anni, alleato privilegiato - con Israele - degli Stati Uniti nella regione. Uno stato che non ha mai minacciato Israele, ha sempre agito per rompere il nazionalismo arabo, finanziato il terrorismo fondamentalista, in collusione con gli Stati Uniti.
Quelli che si chiedono da chi abbiano appreso gli jihadisti i metodi barbari che praticano, tra cui la decapitazione, dovrebbero guardare all'Arabia Saudita.
Per quanto tempo ancora dobbiamo accettare l'inaccettabile? Per quanto tempo dobbiamo ancora sostenere questa ipocrisia occidentale? Quanto tempo prima che i popoli arabi riprendano in mano il loro destino, lontano da qualsiasi interferenza occidentale?


Inizio messaggio inoltrato:

Da: jugocoord <jugocoord  @...>
Oggetto: [JUGOINFO] Non-notizie / 4
Data: 20 agosto 2014 09:52:10 CEST


I TAGLIATORI DI TESTE

Decapitare il nemico è di gran moda. L'antica tradizione è stata ripresa nella nostra epoca dai musulmani in Bosnia (1) e poi dall'UCK, cioè le truppe di terra della NATO in Kosovo (2), e da allora è stato un "boom": dalla Libia alla Siria, gli alleati dell'Occidente tagliano sempre volentieri la testa ai miscredenti. In realtà, c'è un paese nostro alleato che non aveva mai smesso: si tratta della Arabia Saudita, dove all'ultima tornata sono cadute ben 4 teste contemporaneamente (3). Ovviamente, NON è una notizia da dare su RAINEWS.

(1) Mujahedeens with the decapitated heads of Bosnian Serb soldiers Blagoje Blagojevic, Brana Duric, and Nenad Petkovic in Crni Vrh near Teslic
(2) Decani: Sadik e Valon Quflaj con le teste di Bojan Cvetkovic e Aleksandar Njegovic
(3) Outrage as Saudi Arabia beheads four men in execution (RT, August 19, 2014)




QUORUM

Interessante.... Nel Donbass vota il 70% della popolazione e le elezioni non sono valide, in Emilia il 40% e si può governare.

(dalla pagina FB di Serena M Nusdorfer, 23/11/2014)

Considerando che i votanti sono scesi a meno del 50%, sentire che tale o tal'altra lista ha raddoppiato le percentuali, abbiamo pensato di andare a dare un'occhiata ai voti effettivi.
Nel 2010 il PD ha ottenuto 857.613 voti, a fronte dei 535.109 del 2015. Ha pertanto perso quasi 300.000 voti (che non è poco).
Il PDL aveva 518.108 voti, Forza Italia ne ha racimolati 100.478. Ridotti ad un quinto, ma non è che quei 400.000 e rotti voti siano andati alla Lega, che (come il PD) canta vittoria (senza motivo, come il PD), dato che nel 2010 aveva raccolto 
288.601 voti e quest'anno ne ha avuti 50.000 in meno, cioè 233.439.
Chi ha aumentato i voti sono stati i 5 stelle (da 126.619 a 159.456), mentre fallimentare come previsto l'esperienza dei post-Tsipras (Un'altra Emilia Romagna) che hanno raccolto 44.676 voti a fronte dei 58.943 della Federazione della sinistra del 2010.
Sel da parte sua ha raccolto un migliaio di voti in più (da 37.968 a 38.845).
Povera patria…

(dalla pagina FB di Claudia Cernigoi, 24/11/2014)



(italiano / francais / english)

Ukraine: Meeting Borotba

0) LINKS
1) Intervista a Sergei Kirichuk: “L’Ucraina ostaggio dei nazisti e della Nato” (di Marco Santopadre, 6 Novembre 2014)
2) Meet Borotba (By Greg Butterfield / WW, on September 23, 2014)
3) Borotba leader Sergei Kirichuk responds to teardown of Lenin statue (By Sergei Kirichuk / WW, on October 2, 2014)


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Leggi anche / A lire aussi / Read also:

Workers World' extensive interview with Victor Shapinov, coordinator and leading theoretician of the Marxist organization Union Borotba (Struggle), Ukraine:
1: Ukraine communists ‘face to face with 21st century fascism’
2: The left in Ukraine and the origins of Borotba
3: The Ukraine junta’s fascist foot soldiers
4: Class forces in the Ukrainian civil war
5: Tasks of communists in Ukraine, Donbass and the West

Borotba: da dove viene e quale programma difende (Serge Goulart da www.marxismo.org.br – 06 Ottobre 2014)
http://www.marxismo.net/index.php?option=com_content&view=article&id=5842&catid=139&Itemid=571
Borotba : son origine et son programme. Entretien avec Dmitry Kolesnik, dirigeant de Borotba (Ukraine) et rédacteur en chef de la revue « Liva » (mardi 14 octobre 2014)

Anti-fascist leader recounts Odessa resistance, May 2 massacre (By Greg Butterfield on October 31, 2014)
Simferopol, Crimea — Odessa Regional Council Deputy Alexei Albu, a member of the Union Borotba (Struggle) of Ukraine, was a leader of the city’s AntiMaidan movement against the U.S.-backed coup…


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Intervista a Sergei Kirichuk: “L’Ucraina ostaggio dei nazisti e della Nato”

di Marco Santopadre, 6 Novembre 2014

Abbiamo incontrato a Roma Sergei Kirichuk, militante dell’organizzazione marxista ucraina Borotba ("Lotta"), e gli abbiamo rivolto alcune domande sulla situazione nel suo paese e sugli scenari futuri.

Prima di tutto abbiamo chiesto al nostro interlocutore di spiegarci cos’è Borotba.

Borotba è un’organizzazione marxista che si è formata nel 2011 dalla confluenza di diversi gruppi. Per lo più si trattava di giovani militanti critici nei confronti della linea del Partito Comunista e delle sue illusioni parlamentariste ma anche di militanti di altre organizzazioni marxiste. La nostra idea era quella della mobilitazione diretta dei lavoratori contro il capitalismo e l’oligarchia. Purtroppo lo scoppio della guerra civile ha dimostrato che la nostra organizzazione non era ancora pronta ad affrontare una situazione di scontro frontale e di clandestinità e pertanto siamo ora immersi in un processo di ricostruzione della nostra organizzazione. Abbiamo in corso un forte dibattito su come ricostruire la nostra struttura e il nostro intervento e su quali tattiche adottare sia nel Donbass sia nell’insieme dell’Ucraina. 
Noi crediamo che l’unica via d’uscita per l’Ucraina sia una soluzione federativa con il ricoscimento dell’autonomia per tutte le culture e le minoranze, oltre alla denazificazione del paese.

Cosa pensa Borotba di quello che è successo negli ultimi mesi, a partire dal movimento ribattezzato ‘EuroMaidan’. Qual è il vostro giudizio?

Da subito la nostra organizzazione è stata contraria a Maidan perché questo movimento che si presentava come favorevole all’integrazione dell’Ucraina nell’Unione Europea sapevamo che avrebbe significato la catastrofe per il tessuto produttivo e industriale del paese oltre che per le condizioni sociali della popolazione. Avevamo già degli ottimi – cioè pessimi – esempi provenienti da altri paesi dell’Europa Orientale che erano stati integrati nell’Ue, ad esempio in Bulgaria o nelle Repubbliche Baltiche, dove milioni di persone hanno perso il loro lavoro e sono state costrette a emigrare verso l’Europa nord-occidentale alla ricerca di lavori malpagati. E’ vero che l’Ucraina è uno dei paesi più poveri del  continente ma nella parte orientale del paese ancora si producono manufatti ad alta tecnologia come motori per aerei ed elicotteri, c’è l’industria aerospaziale. Sapevamo che questa produzione non avrà mai accesso al mercato dell’Unione Europea e pertanto l’integrazione significherebbe la distruzione di centinaia di migliaia di posti di lavoro altamente qualificati. E’ per questo che milioni di ucraini sono fortemente contrari all’ingresso dell’Ucraina nell’Ue. Noi abbiamo sostenuto questi lavoratori – in molti casi si tratta di tecnici e ingegneri – che hanno una posizione totalmente contraria perché difendono questi lavori qualificati. 
Inoltre fin da subito era chiaro che l’estrema destra aveva un ruolo fondamentale e centrale in ‘EuroMaidan’; anche se rappresentavano all’inizio una minoranza dal punto di vista numerico è riuscita ad egemonizzare la mobilitazione. Non condividiamo la loro idea di un’Ucraina “solo per gli ucraini”, di un paese etnicamente puro ed al contrario pensiamo che vadano rispettate tutte le diversità religiose, linguistiche ed etniche. 

Si è scritto che a Maidan c’era anche una presenza di movimenti di sinistra o quantomeno progressisti, e in Italia e in Europa esistono correnti di sinistra che nonostante tutto continuano ad affermare che quella mobilitazione è stata comunque positiva perché metteva in discussione un governo antipopolare e lo strapotere dell’oligarchia. Voi però non condividete questo punto di vista… 

Ci sono molte correnti di sinistra nel mondo che hanno il feticcio delle ‘masse che scendono in piazza’. Noi dobbiamo sapere che una massa di gente che scende in piazza può essere anche reazionaria o comunque sotto l’influenza di una direzione politica reazionaria. Ad esempio c’è stato un piccolo gruppo di sinistra che ha partecipato da subito alla mobilitazione di piazza a Kiev con delle parole d’ordine molto moderate, che parlavano della necessità di un’Europa sociale – mica del socialismo – e che però è stato fortemente attaccato e accusato dal resto della piazza secondo la quale l’Europa sociale era l’anticamera dei gulag staliniani!
Inoltre fin da subito era chiaro che ciò che animava coloro che scendevano in piazza era soprattutto l’individualismo, l’arrivismo, con l’idea e l’illusione che se l’Ucraina entrerà nell’Ue chiunque lavori duro avrà successo e si arricchirà. Nessun sentimento di solidarietà, di critica sociale era visibile nella mobilitazione.

Qual è adesso la situazione in Ucraina e nel Donbass, e cosa pensate del risultato delle elezioni che si sono tenute prima nei territori controllati dal regime e poi nelle Repubbliche Popolari? 

Ci sono due tendenze politiche principali in Donbass attualmente. Una è prettamente ‘separatista’ e afferma che non c’è più spazio per un ritorno sotto l’autorità del regime di Kiev e quindi spinge per una separazione delle Repubbliche Popolari affinché diventino uno stato del tutto indipendente. L’altra invece considera la creazione delle Repubbliche Popolari un primo passo per stabilire anche un dialogo con quei settori della popolazione ucraina che avevano sostenuto o tollerato EuroMaidan nella misura in cui lo consideravano una opposizione all’oligarchia. C’è una forte spinta a sinistra con una richiesta da parte di consistenti settori popolari affinché vengano attuate le nazionalizzazioni dei settori fondamentali dell’economia e vengano implementate misure sociali, ma devo dire che purtroppo anche la pressione dell’oligarchia russa è molto forte nel Donbass perché una possibile rivoluzione socialista in questa regione potrebbe costituire un ‘cattivo esempio’ per i settori popolari in Russia. Nel Donbass oggi è discorso comune tra la gente sentir dire che le privatizzazioni degli anni ’90 di miniere, industrie e del settore energetico sono state un furto della proprietà popolare. Queste spinte alla nazionalizzazione delle industrie e allo sviluppo di forme di proprietà collettiva in Donbass vengono considerate come un grosso pericolo tanto dalla borghesia di Kiev quanto da quella di Mosca. 
Per quanto riguarda l’Ucraina dalle elezioni è emersa una chiara virata a destra del parlamento. Anche se è vero che forze apertamente naziste come Svoboda o Praviy Sektor non sono riuscite ad entrare alla Rada occorre dire che tutti i partiti borghesi ‘rispettabili’ hanno subito una virata verso l’estrema destra, presentandosi con programmi estremisti e facendo eleggere i leader dei battaglioni punitivi, i comandanti militari di bande fasciste, gli oligarchi. Le elezioni ucraine sono un chiaro esempio di ipocrisia da parte sia dei governi occidentali sia della classe politica liberale locale che, ad esempio, ha sostenuto apertamente dei candidati neonazisti. A Kiev i circoli e i media liberali hanno sostenuto un candidato del Blocco Poroshenko che è un razzista dichiarato, un folle che parla di supremazia della razza bianca e di costruire un futuro basato sull’esclusione dei cittadini di lingua e cultura russa e di tutte le altre minoranze.

Anche su quanto sta succedendo in Donbass alcune correnti di sinistra qui in Europa – e praticamente tutti i media mainstream - hanno un giudizio diverso, identificando le forze principali della sollevazione del sud-est ucraino come puramente nazionaliste nella migliore delle ipotesi o addirittura reazionarie e fasciste. Qual è la reale composizione del panorama politico delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk? 

Non vogliamo fingere che non ci sia la presenza in Donbass di tendenze nazionaliste russe ma è impossibile negare il protagonismo di movimenti e forze di sinistra e di un forte sentimento antifascista. Uno dei principali e più popolari dirigenti militari delle milizie delle Repubbliche Popolari, Alexey Mozgovoy, ha più volte dichiarato che il nazionalismo non è la via d’uscita ma che la lotta del popolo del Donbass deve essere solo l’inizio della spallata contro l’oligarchia in tutto il paese. Ci sono molti comunisti o socialisti che combattono nelle milizie del Donbass così come ci sono anche molti elementi conservatori o nazionalisti e tra le varie correnti c’è mutuo rispetto e convivenza in nome della comune lotta. Il grande pericolo è che questo conflitto sfoci in uno scenario yugoslavo, con l’esplosione dell’odio reciproco tra la popolazione sulla base dell’appartenenza etnica, linguistica, religiosa. Quindi cerchiamo di sostenere ogni tendenza di sinistra in Donbass dove comunque esiste una forte tradizione e mobilitazione operaia. Dopo il golpe di febbraio nell’est del paese si è sviluppata una forte mobilitazione della popolazione che chiedeva pacificamente che il nuovo regime concedesse autonomia culturale e fiscale alle regioni abitate dalle minoranze e in particolare da quella russofona. Ma invece di concedere la richiesta federalizzazione dell’Ucraina il governo maidanista ha imposto una vera e propria feudalizzazione, nominando governatori delle province i più ricchi oligarchi del paese che hanno immediatamente creato milizie private infarcite di elementi di estrema destra. Le milizie private hanno immediatamente imposto un clima di terrore iniziando una vera e propria caccia ai comunisti, ai dissidenti con sedi politiche e sindacali assediate e distrutte, aggressioni, omicidi e sequestri. Ciò che è accaduto con la strage di Odessa - decine di persone massacrate, bruciate vive e assassinate a freddo all'interno della Casa dei Sindacati dagli estremisti di destra - è eclatante. 

In che modo la Russia sta supportando il movimento del Donbass e in quale misura lo sta invece frenando tentando di ricondurlo all’interno della sua necessità di arrivare ad un compromesso con l’Unione Europea, necessario dopo l’isolamento internazionale politico e militare di Mosca e le sanzioni economiche? 

Purtroppo la situazione in Ucraina dipende molto da questo conflitto tra Russia e paesi occidentali, in particolare con gli Stati Uniti. In questo senso l’oligarchia russa che pure supporta le Repubbliche Popolari tenta di utilizzarle come ‘moneta di scambio’ per alzare la posta di un eventuale accordo in particolare con l’Unione Europea. 

Che giudizio date dell’intervento e del ruolo dei paesi occidentali in quanto è accaduto in Ucraina a partire dall’inizio di EuroMaidan, pensate ci sia stata una differenza di azione tra Stati Uniti e Unione Europea? 

Innanzitutto uno dei motivi scatenanti della crisi è stato il rifiuto da parte del governo Yanukovich di firmare il trattato di associazione con l’Unione Europea che è interessata a conquistare un mercato importante soprattutto in condizioni di crisi economica. Naturalmente l’Unione Europea non è interessata a sviluppare una guerra di importanti dimensioni proprio ai suoi confini e tende più a un patto, a un accordo con le controparti seppure alle proprie condizioni e nel rispetto tendenziale dei propri interessi. Al contrario gli Stati Uniti spingono per uno scontro frontale. Ad esempio quando a febbraio il presidente Yanukovich, sotto la pressione della piazza e dell’Unione Europea, aveva praticamente firmato la sua uscita di scena e l’indizione di nuove elezioni, dopo poche ore alcuni cecchini di identità ignota hanno sparato sulla folla e sui poliziotti nel centro di Kiev uccidendo 70 persone e spingendo così lo scontro verso il colpo di stato. E’ ovvio che l’ordine di sparare non poteva provenire dal governo Yanukovich che ormai era fuori gioco… Quando dopo il colpo di stato la situazione economica è tracollata il Fondo Monetario Internazionale si è offerto di sostenere economicamente l’Ucraina, ma in cambio non solo di pesanti piani di austerity e privatizzazioni, ma anche a condizione che il nuovo regime riprendesse subito il controllo di tutto il paese. Di fatto il FMI ha contribuito all'inizio della guerra civile, spingendo il regime di Kiev a scatenare la guerra contro le popolazioni insorte del Donbass. Non possiamo dimenticare la visita del capo della Cia a Kiev, tenuta segreta ma poi ammessa quando la notizia è stata riportata da alcuni media, visto che il giorno dopo il governo di Kiev ha dato inizio alla cosiddetta “operazione antiterrorismo” contro i ribelli delle regioni sud-orientali dell’Ucraina. Gli Stati Uniti non hanno fatto nulla per nascondere il loro intervento in Ucraina. Ricordiamo la famosa conversazione tra Victoria Nuland e l’ambasciatore statunitense a Kiev e la visita di Joe Biden che quando è arrivato in Ucraina non ha neanche fatto finta di intavolare un dialogo paritario con gli esponenti del nuovo regime ma si è limitato a impartire ordini seduto in presidenza nella sede del governo. Dopo questo incontro alcuni dirigenti politici ucraini si sono lamentati che il vicepresidente statunitense era stato molto severo nei loro confronti… Poco tempo dopo uno dei figli di Biden è diventato presidente di una delle maggiori compagnie per l’estrazione del gas nel paese. 

L’ultima domanda sul ruolo dei nazisti in Ucraina. E’ la prima volta nel corso di molti decenni che l’estrema destra apertamente neonazista accede a importanti incarichi di governo in un paese europeo.  Come valutate prospetticamente questo fatto? Inoltre, come valutate la contraddizione di un’estrema destra che si dichiara teoricamente contro l’Unione Europea o degli Stati Uniti ma poi si mette al servizio degli interessi strategici di questi due poli imperialisti?

Se è vero che nel resto d’Europa generalmente l’estrema destra si dichiara contro l’Unione Europea da noi non è così, anzi. Le organizzazioni ultranazionaliste e fasciste ucraine da tempo sono generalmente filoeuropee e in questo momento il governo ucraino rivendica apertamente il coinvolgimento diretto dell’Ue e della Nato nel conflitto. Ciò rappresenta un pericolo enorme che potrebbe portare a un conflitto di dimensioni globali, pertanto crediamo che in Italia e nel resto dell’Europa l’obiettivo centrale delle mobilitazioni delle forze comuniste e di sinistra debba essere proprio impedire questo coinvolgimento. 
Naturalmente il presidente Poroshenko e la sua amministrazione non hanno nessun interesse a concedere eccessivo potere all’estrema destra apertamente neonazista, anzi vorrebbero che i fascisti, dopo aver svolto il lavoro sporco a Maidan come forza d’urto contro il governo Yanukovich e poi nel Donbass per reprimere la ribellione ora si togliessero di mezzo. Una sorta di arrivederci e grazie. Ma i fascisti non sono stupidi, ora sono ben organizzati e radicati, hanno armi e soldi, infrastruttura militare e addestramento, oltre a una nutrita rappresentanza parlamentare, e quindi non è affatto facile liberarsi di loro. Anzi sono proprio queste forze di estrema destra che cercano di condizionare il governo come quando in alcune occasioni alcuni battaglioni neonazisti hanno abbandonato il fronte, sono tornati a Kiev assediando il parlamento e minacciando Poroshenko che se arriverà a un compromesso con le Repubbliche Popolari o la Russia rovesceranno con la forza anche lui.


=== 2 ===


Meet Borotba

By Greg Butterfield on September 23, 2014 

Simferopol, Crimea — Since arriving on Sept. 16, I’ve been able to spend time with many of the extraordinary Union Borotba (Struggle) activists living in exile here. All have scars of some kind from the events of the past eight months, but they are also determined to return to Ukraine and fight for socialism.

There’s Alexei, father of two, an elected regional deputy from Odessa. He survived the fascist massacre at the House of Trade Unions on May 2. Shortly afterwards, he and his family were forced to flee to Crimea, where he helped to establish the Committee for the Liberation of Odessa and 2May.org, a website gathering information for an independent investigation of the massacre.

Quiet, intense Masha, an activist from Dnepropetrovsk, was detained by the Security Service of Ukraine (SBU) in June. She and her companion Sasha then came here. Sasha, a former teacher, enjoys pointing out the architectural highlights of Simferopol.

Vanya has a wry wit that served him well living through the siege of Slavyansk. He is very knowledgeable about the international communist movement, and loves “film noir” and U.S. mafia shows. He is an international visitor’s best friend.

Svetlana and Denis are two of the best-known radical trade union activists in Ukraine. They are also high on the junta’s hit list. Forced to leave Kiev after the coup, they went first to Kharkov, where they helped to lead the city’s anti-fascist protest movement. In May, a death squad attempted to kidnap them in broad daylight following a rally. They fled to Svetlana’s native Donetsk, and recently arrived here.

Naya is a single mom and longtime resident of Crimea. She used to work as a press secretary for a local leader of the Communist Party of Ukraine. Now she is Borotba’s information hub, writing articles, updating the website Borotba.su, reaching out on social media and arranging interviews.

Then there’s Comrade M., who undertakes dangerous work as liaison between the exile community in Crimea and activists working underground in Ukraine.

Mayya is a new arrival in Simferopol. A friend of Borotba from Odessa, she is also the companion of political prisoner Vlad Wojciechowski.

Maxim is a burly, gregarious fellow, Siberian by birth. He travels frequently between Crimea and other areas of the Russian Federation, where he is also an organizer for the Left Front.

Victor is the glue that holds them all together. He makes sure that everyone has tasks to carry out and no one is left out or neglected. He is constantly on his cell phone or laptop, negotiating with allies, organizing.

These revolutionary activists, who are so similar to their counterparts in the U.S., have seen their country and their efforts torn out from under them this year. They have lost comrades, sacrificed jobs and homes, been separated from family and friends. They have struggled just to survive.

Thanks to their Marxist outlook, they  know the moment will come when they can intervene — in Ukraine, in Donbass — with the program of revolutionary proletarian socialism.

They mourn. They support one another. They prepare.

They live to fight another day.



=== 3 ===


Borotba leader responds to teardown of Lenin statue

By Sergei Kirichuk on October 2, 2014 

This article was written by Sergei Kirichuk, a leader of the Ukrainian organization Borotba (Struggle), now living in exile, in response to the fascists’ tearing down the statue of Vladimir Lenin in the city of Kharkov on Sept. 29.  


Today the oligarchy is experiencing a “golden age,” when participants in any protest can be declared terrorists. And to break up demonstrations, they are using Nazi militants.

In Kharkov, the monument to Vladimir Lenin was torn down. The organizers of this operation did not conceal that it was revenge for an attempt by Communist Party activists to hold a peace march. As you know, the march was broken up by the police, in conjunction with the Nazi gangs.

Here is what Minister of Interior Arsen Avakov wrote on Facebook: “Lenin? Let him fall … If only people were not injured. If only this bloody communist idol, in leaving, had not added to his victims. If only rogues and scoundrels had not taken advantage of the storm of emotions of Kharkovites, did not use it for regular clashes.” That is, the minister recognizes that the act of vandalism could cause an escalation of tension, but still indulges the Nazis. They make sure that everything is under control. Avakov writes: “The Interior Ministry Special Forces and the National Guard are ready to face provocateurs who want to exploit the situation. And they should not try.”

We have no doubt, by the way. No doubt that “provocateurs” will be the label for any participants in any protests that result from the policy of the current government. Inna Bohoslovska [described in next paragraph], who is now, of course, a supporter of the new regime, rejoices in the demolition of Lenin: “For so long we struggled for normal police in Kharkov. And now, 20 percent of police officers are absolutely patriotic. Police took over the crazy work, and every day they catch terrorists and separatists.”

Bohoslovska has never been an independent person; she was always a “talking head” for [oligarch Victor] Pinchuk. Her voice speaks for the Ukrainian oligarchy. They are building the state of their dreams, where they can loot and pillage while any dissenters are called “terrorists.” Our neoliberals openly rejoice, as the mill grinds a direct route to 1970s’ Latin American-style dictatorships of neoliberal economy against the backdrop of military dictatorship. Toward Pinochet — the idol of neoliberal society.

Today the oligarchy is experiencing a “golden age,” when participants of any protest can be declared terrorists. And to break up demonstrations, they are using Nazi militants. Of course, this system requires a furious injection of frenzy and extensive brainwashing in matters of history. The whole history of the territory of modern Ukraine (from “protoukrov” until now) is described as the nation’s struggle for independence and what made it necessary to establish the current political regime. This is a war between civilization and barbarism.

Kharkov was the first capital of Ukraine; it built planes and missiles, split the atom and created the T-34 tank, and created turbines for power plants that have been shipped around the world. Kharkov without Lenin is nationalism without principle; it’s a degradation of education and science. It’s not for nothing that a few of the Nazis were injured during the destruction of the monument — their level of understanding is not enough even to destroy an object, let alone to build one.

Of course, it would be an exaggeration to say that Lenin was the founder of Ukraine. That Ukraine exists in its present borders, however, is as a result of the activities of Lenin and his political party. The Nazis’ demolition of the monument to one of the founders of the country is a death sentence for its existence with these borders in the future.

Translation by Greg Butterfield, original at liva.com.ua/lenin.html.






Trovammo qui
Fede, madre, pane, fucili.
I morti lo sanno.
I vivi non dimenticheranno.
Fiumi di sangue
divisero due Popoli.
Li unisce oggi
il sacrificio
dei Compagni migliori

Compagno,
quando vedrai piangere mia madre,
dille di non piangere.
Non sono solo.
Giace con me
un Compagno jugoslavo.

Nessuno ardisca gettare fango
sul sangue versato
nella lotta comune.


SLAVA DRUGU NELU, BORCU ZA SLOBODU

Profondamente addolorati per la notizia della morte di Nello Marignoli, partigiano italiano nell'Armata Popolare di Liberazione della Jugoslavia, partecipiamo in particolare al lutto dei compagni dell'ANPI di Viterbo che in questi anni hanno saputo valorizzare l'esperienza di Marignoli raccogliendone accuratamente la testimonianza e trasformandola in un vivido strumento di mobilitazione delle coscienze.
Le produzioni saggistico-memorialistiche ed artistico-teatrali basate sui racconti di Marignoli, prima tra tutte la toccante e bellissima piece "Drug Gojko" curata e magistralmente interpretata da Pietro Benedetti, rimangono per il presente e per il futuro. Perciò il compagno Marignoli muore oggi ma non scompare né oggi né domani: la sua vicenda rimane esempio e riferimento per tutti noi, nei valori della Libertà (Sloboda) e della Fratellanza (Bratstvo). 
Ai compagni dell'ANPI di Viterbo va il nostro abbraccio solidale e il nostro giuramento: continueremo insieme, coscienti di dover combattere ancora a lungo una battaglia diversa, meno cruenta ma non meno dura di quella che Nello combattè sui monti della Bosnia. E' la guerra contro l'oblio, contro il tradimento della Resistenza operato da questa classe politica, contro il fango che viene continuamente gettato sul sacrificio eroico dei partigiani italiani e jugoslavi, in Jugoslavia e in Italia. 

HAJDE DRUZE NELO, U TVOJE IME BORBA SE NASTAVLJA

Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus


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Da: "anpi.vt  @libero.it"
Oggetto: E' morto Nello Marignoli
Data: 23 novembre 2014 12:40:29 CET


Se ne è andato l’ultimo nostro Partigiano

NELLO MARIGNOLI

Radiotelegrafista della Marina militare italiana, Combattente nell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo, Presidente onorario del Comitato provinciale Anpi Viterbo

Alle 4,30 di questa mattina, presso l’Ospedale di Belcolle, ricoverato a seguito di un’insufficienza renale, è morto Nello Marignoli. Nato a Viterbo, il 19 aprile 1923, figlio di Giuseppe, benzinaio - gommista presso viale Raniero Capocci, Nello è arruolato il 26 gennaio 1942 nella Regia marina militare italiana, in qualità di radiotelegrafista. Nel maggio dellanno successivo è inviato sul Fronte greco - albanese, a bordo del dragamine Rovigno, ove ha compiuto cinque missioni. LArmistizio lo sorprende al porto di Valona. Proprio in qualità di marconista aveva captato la notizia dalle emissioni ad onde corte di Radio Cairo. Portata linformazione in plancia, il Comandante in seconda gli aveva puntato la pistola intimandogli di non divulgare quello che considerava solo un messaggio della propaganda nemica. Il 12 settembre i tedeschi salgono direttamente sulla nave e chiedono ai marinai chi vuole passare immediatamente a combattere per il Terzo Reich. Solo uno aderirà; gli altri saranno fatti prigionieri. Marignoli è internato in Bosnia, nei campi di concentramento di Dubrovnik, Zitomislici e Citluk, dove, tra sofferenze, soprusi e privazioni dogni tipo, svolge la professione di vulcanizzatore, cioè riparatore di gomme. Grazie ad uno stratagemma organizzato dallEsercito popolare di liberazione jugoslavo (Eplj) tramite infiltrazioni nel campo di concentramento, Marignoli riesce ad evadere nellagosto 1944. A Mostar, gli ufficiali jugoslavi gli propongono di entrare nella Lotta di liberazione. Proprio nel passaggio alla Resistenza, si ritrova in un accampamento con diverse migliaia di alpini della Divisione Tuarinense, in procinto di diventare la Taurinense - Garibaldi. Così, in un esercito che per le comunicazioni si serviva delle staffette, Marignoli diviene radiotelegrafista presso la X Brigata Herzegovaska dellEplj. Prende parte a diverse battaglie sul fronte di Bileca, Dubrovnik, Mostar e Sarajevo sino a raggiungere Trieste, la città contesa, nel maggio 1945. Durante la Resistenza, Marignoli è stato, altresì, testimone dei crimini commessi dal nazifascismo contro le popolazioni balcaniche e contro i soldati italiani stessi, dopo l8 Settembre. Farà ritorno a piedi e in autostop sino a Roma, per giungere a Viterbo con il treno della Roma nord. Al posto però della casa, in via Garibaldi, troverà un cumulo di macerie, in una città semidistrutta dai bombardamenti alleati. A riconoscerlo, un cugino di secondo grado, Domenico Morelli, che lo accompagnerà dalla madre, sfollata con tutta la famiglia in via delle Piagge, nel quartiere di S. Faustino.

Per i meriti di guerra, Marignoli, riconosciuto con il grado di Maresciallo, conseguirà la Medaglia di bronzo, la Croce di guerra e la Qualifica di Partigiano combattente allestero, dal Ministero degli interni. Dal Presidente della Repubblica federativa socialista jugoslava, Josip Broz Tito, riceverà, nel 1964, la Spomen medalju, la Medaglia commemorativa in ricordo della Lotta partigiana nel territorio jugoslavo.

Da civile, Marignoli riprenderà lapprezzata attività di gommista. Da pensionato otterrà, quindi, il Leone del Comune per limpegno nellimprenditoria.

Iscrittosi allAnpi nellimmediato Secondo dopoguerra, ha partecipato assiduamente allattività dellAssociazione, presenziando alle cerimonie pubbliche, finché le condizioni di salute glielo hanno consentito. Nel Congresso del 29 gennaio 2011, difatti, il Comitato provinciale Anpi lo ha eletto Presidente onorario.

In questi anni lAnpi si è impegnata a divulgare lesperienza di Marignoli, promuovendo e sostenendo pubblicazioni cartacee, audiovisive e drammaturgiche. Dieci anni fa uscivano le sue memorie di guerra, scritte su invito del figlio Massimo e curate dallon. Angelo La Bella (Diario di guerra di Nello Marignoli, Radiotelegrafista della Marina Militare, Partigiano combattente all’estero, Viterbo, Anpi Comitato provinciale, 2004). Tre anni dopo, veniva prodotta una docuintervista (Mio fratello Gojko, Intervista a Nello Marignoli, partigiano viterbese combattente in Jugoslavia, di Giuliano Calisti e Francesco Giuliani, Dvd_Italia_2007_60’). Nel 2008, su iniziativa del Comitato provinciale Arci, le vicende di Marignoli si inserivano in un progetto per la salvaguardia della memoria partigiana locale. Ne sortivano uno spettacolo teatrale - musicale, La Cerimonia, di Ferdinando Vaselli, e una mostra audiofotografica, Morale della favola, a cura di Daniele Vita, che riceverà il premio Epson - Le Logge, completate da una monografia (Morale della favola, Raccontare la Resistenza oggi, a cura di Marco Trulli, Roma, Purple Press, 2009). È del 2012 il debutto dello spettacolo Drug Gojko, di e con Pietro Benedetti, per la regia di Elena Mozzetta, il cui testo è stato pubblicato presso l’editore Ghaleb: un monologo teatrale interamente dedicato all’esperienza bellica di Marignoli, con all’attivo ormai decine e decine di repliche e migliaia di spettatori in giro per l’Italia e presto, auspichiamo, anche all‘estero. Sempre nel 2012, i trascorsi resistenziali di Marignoli sono inseriti in un volume collettaneo di respiro nazionale con le testimonianze dei partigiani ancora in vita (Io Sono lultimo, Lettere di partigiani italiani, a cura di Stefano Faure, Andrea Liparoto e Giacomo Papi, Torino, Einaudi, 2012, pp. 214-219).

Con Nello se ne va l’ultimo Combattente partigiano di Viterbo. Per noi viene a mancare una figura umana esemplare, una testimonianza resistenziale eroica proprio perché priva di retorica e di autocelebrazione, un’esistenza onesta segnata dal proprio lavoro nell‘artigianato, senza prebende o vantaggi dati dalla politica. Il Partigiano Nello è stato tutto questo, “e poi.., quello che te dico è poco”.

Facciamo le condoglianze ai figli: Claudio, Giuseppe, Massimo, ai familiari e ai parenti tutti.

Invitiamo la cittadinanza a partecipare all’Ultimo saluto, domani, lunedì 24, ore 10,30, presso la Chiesa del Sacro Cuore al quartiere Pilastro.

Silvio Antonini

Presidente Cp Anpi Viterbo

23 novembre 2014



(italiano / english)

EULEX: abuse, bribery, financial crime

1) Bamieh: ‘EU foreign missions open to abuse, bribery, financial crime’
2) Kajtazi, “Dall’inchiesta su EULEX dipende la credibilità dell’UE”


Sullo stesso argomento vedi anche:

EULEX corrotta per Kosovo criminale (13/11/2014)

Dalla nostra pagina sull'irredentismo pan-albanese


=== 1 ===


http://rt.com/shows/sophieco/206019-eu-foreign-crisis-kosovo/

‘EU foreign missions open to abuse, bribery, financial crime’ – Kosovo prosecutor


November 17, 2014 08:30

The EU’s biggest foreign crisis mission, expected to tackle corruption in troubled Kosovo, has itself become a target of bribe-taking allegations. Maria Bamieh, the prosecutor who shed light on the crimes within the EULEX program, is on SophieCo today, to talk about who’s to blame and why the EU still hasn’t properly investigated her revelations.


Sophie Shevarnadze: Prosecutor, member of the EU Rule of Law Mission to Kosovo Maria Bamieh. Welcome to the show, it’s great to have you with us. Now, you accused top officials who were part of the EULEX mission in Kosovo of corruption and taking bribes. Did you confront them right away? 

Maria Bamieh: No, I didn’t. I confronted one of them in 2012 as I was reporting the evidence that I’ve found to the Head of Justice. Myself and my direct manager, line manager both went to see him as a result of the interceptions that I came by innocently, and one of the perpetrators was in his room and I was made to confront her directly. The main perpetrator, Judge Florit (former chairman of EULEX’ Assembly of Judges - RT), I didn’t confront directly. I thought EULEX were investigating the matter, but I subsequently found out they weren’t, but recently on KTV in Kosovo I confronted the other perpetrator directly.

SS: But you voiced your corruption concerns back in 2012. Why is it only getting attention now?

MB: It’s only getting attention now because following my report of corruption I suffered victimisation by one of the persons involved who continued to be my second line manager. Then it came to the point where I was being interviewed for my own position and she was sitting on the panel. And with the greatest of respect, if she was innocent she would have hated me, and if she was guilty she would have hated me. So she shouldn’t have been on the panel at all. I objected, and then there was a second selection exercise where two of senior colleagues who worked closely to her were on the panel. Now, on this panel some of the candidates apart from myself were very strong candidates with tons of prosecution experience, but then they just selected a few friends which they had gone on holidays with, which they had gone to visit the Pope with, just a week before my interview. And I was not selected. There were some hard-hitting American DAs who had applied – they were not selected, it was only the friends. I accepted that, I was ready to go, and then they came and frog-marched me out of the building as if I were a criminal, with two security staff, and said that I committed an act of gross misconduct. I hadn’t done anything. Then I discovered they were alleging that I leaked documents to a newspaper, which I had never done: the journalist has confirmed to everybody that I just never was his source. Furthermore, in EULEX documents are being leaked on a daily basis that had nothing to do with me. So there’s obviously someone within EULEX who’s leaking information, but they just jumped to a conclusion that it was me, without a shred of evidence. Kosovo is a small place and everybody talks, everybody would have thought that I’ve done something terribly wrong, and the only way I could explain my position was by going public about what had happened within EULEX. It was not done out of revenge, it was not done out of maliciousness, it was done to protect my own reputation.

SS: But back then, when you actually said that there was something wrong, did you know why the case wasn’t moving along, or did you perhaps not realize?

MB: Well, no, I didn’t know that the case was not moving along. I drafted my indictment in that case in the firm belief that there was an internal investigation going on. My first line manager believed that they were investigating. It was only till some time later that I realized nothing had been done about the first case. And then, when I discovered the bribes that the family were claiming that bribes had been paid to this judge, my officers went to see head of mission, and initially he refused to investigate. Then my two police officers, one from America, one from Belgium, told them in no uncertain terms that it would look bad for EULEX if they did not investigate, so in 2013 they opened preliminary investigation into the judge, half-heartedly, because then the judge was under investigation by a task force. But the line managers invited him in for a quiet chat – I don’t know why they needed to speak to him while they were investigating him, the investigated should’ve only been spoken to by the investigating officers – and then when I looked on the act in the Kosovo programme, he quite clearly had been given confidential investigation documents. I could not believe that they had passed this information to him.

SS: Tell me something – were highly placed EU officials covering the case? How far up did that go?

MB: I think this scandal goes all the way to the Civilian Commander’s Office. Because there is no way…

SS: Hm. And what’s in it for them?

MB: Oh no, I don’t say that the Civilian Commander was corrupt. The hiding of the complaint and the failure to deal with it goes up to the Civilian Commander’s Office. In relation to the officials, I believe that there was a scam that just didn’t involve my two cases, but involved a number of cases under investigation whereby they were just milking suspects and defendants for money for manipulating the judicial process.

SS: But why didn’t you take your concerns to Brussels straight away, or at least now, instead of going to the press?

MB: Because they wouldn’t listen.

SS: How do you know?

MB: I wrote to the Civilian Commander, I sent e-mails to Alexis Hupen, I sent e-mails to a number of people in the Civilian Commander’s Office. I believe that they just covered this up and they did not pass it in the chain of command. Although I cannot say what they did or didn’t do, it’ll be a matter for them to answer you as to what they actually did with the information I gave them.

SS: Tell me something, have you been intimidated? Has anyone tried to intimidate you?

MB: Have I been intimidated? Of course, I have! They brought a parking investigation against me. When everyone just gets a little warning on the e-mail, “Please don’t do it again”, I went through a full-scale investigation. There is evidence of people from Brussels under the influence of alcohol overturning cars, and they didn’t investigate them. There is evidence that the mayor of Pristina wrote to EULEX about an illegally parked vehicle, which happened to belong to a very senior member of staff close to the head of mission – nothing happened. But for me, I had to have a full-scale investigation when I parked outside my house, no inconvenience to anybody – it just did not make sense. Then I was attacked constantly by the second line manager I had complained against.

SS: Do you believe there are other cases of corruption other than the bribes that you witnessed? 

MB: Yes, there are. I hope that this is not widespread.

SS: Do you feel the media attention to the case will help bring about justice?

MB: Well, I certainly hope that some lessons can be learned from all of this. I don’t know what the terms of reference of the new EU investigator are and whether they are wide enough to cover all the issues surrounding the conduct of high EULEX officials, but that is something that I have to wait and see.

SS: EULEX was planned to stay for two years, but it’s been in Kosovo for seven years. Now, you’ve been there all the time. Is it working?

MB: I think, having EULEX in Kosovo is important. It does create stability and it is one of the mechanisms, I hope, that will help Kosovo to develop and help the various communities living and working in Kosovo. But there is another side to EULEX, which appears to me to be a bit totalitarian in a manner which I have been treated.

SS: Like you’ve said, it does seem like EULEX is behaving like it thinks it is above the law. 

MB: Absolutely.

SS: And some would argue that EULEX is now part of the problem, rather than solution in Kosovo. 

MB: The problem really is that they haven’t been open and transparent, and people just don’t trust them. When it comes to their own staff, they treat them appallingly. They do not recognize the rights of staff, they preach rule of law and don’t practice rule of law. And when you behave in that manner, you lose credibility with the people, because you cannot give a message that it’s OK to hide corruption, not in Kosovo, anywhere. But you cannot give a message that people who report corruption, that you can penalize them or dismiss them, or treat them appallingly, because you believe they have no legal rights. You cannot behave like that, not in this day and age, no.

SS: Moreover, Kosovo opposition politicians, they insist that corruption has only grown under EULEX. Do you feel the same?

MB: I don’t think it’s grown and I don’t think it’s diminished. There is still tons of corruption. You have to understand, in Kosovo, it’s almost endemic in the culture. In order to get a contract, you have to pay a percentage, in order to do business with THIS person, you have to pay THAT. If you want to win a tender, you get friends to intermediate, to get a percentage or to win the tender. I mean, it’s in the Kosovo health system with the drugs, it’s everywhere you look. There is corruption in every sector of life. But the ordinary people live very poor and frugal lives. And, quite honestly, the corruption in Kosovo… EULEX being there to deal with corruption in Kosovo hasn’t improved the lives of the ordinary people.

SS: From what you’re saying, it seems to me that EULEX mission is kind of useless. 

MB: Well, it’s not as effective as it could be, and really is not effective as it should be.

SS: In volatile regions like Kosovo, corruption is often part of the culture, it’s part of the mentality. So can a rule of law mission change that around?

MB: I believe, a rule of law mission can change that around, but it will not be just through prosecutions and convictions, although those will be an important part, but it would be by looking at other areas, where you encourage people to come forward and report. By making sure you have proper witness protection schemes, by making sure that people who do come forward are not penalized if they happen to work in one of the government institutions, by huge media campaigns, education in the schools and in the universities to help future generations break out of that culture. It’s the whole system change…

SS: Is it happening within the EULEX mission? 

MB: I don’t believe so, but you’re welcome to ask them.

SS: But since you worked with them.

MB: Well, I work in the judicial side, I’ve seen some media campaigns, but they have a central bank, they don’t have the kind of regulation, internal regulation like we do in the UK or the US, or Germany, or France. So, a lot of corruption goes behind the scenes through the banking system. And also I don’t know what programmes, if any there are, in the schools to change the mentality of accepting corruption as the price of living in Kosovo.

SS: The EU has also missions similar to the one in Kosovo, in Ukraine, Afghanistan, Palestine, number of African countries. How big is the danger of corruption in all these schemes? You know the system from inside, that’s why I’m asking. 

MB: Well, I think, the EU is open to abuse, and I’ll explain to you why. And this would apply to all the missions. They are liable to have abuses in any one of these missions, because there is no oversight and there is no accountability beyond their respective Civilian Commanders.

SS: But how come, why is there no accountability? Why is there no public oversight of those? 

MB: Well. That’s the way the EU planned these missions, that’s the way they did the structure. It’s never made sense to me, that anyone can hide information. Say, a colleague of mine wrote to the Member State Committee, the permanent social committee at the EEAS, their demission came and took his letter, said: “No, no, no, internal matter, not for you to deal with, leave it with me, I’ll sort it out.” So, whilst the Member States agree the direction of the mission and the various missions carry out the direction the Member States want, the Member States do not get to hear of the day-to-day matters that occur in the various missions, and therefore matters can hidden from them and from the Parliament. There is no independent oversight that maybe could report directly to the Parliament or directly to the head of the EAS, the External Action Service. Even the ombudsman, the EU ombudsman has difficulties finding anyone to accept responsibility when issues arise. The External Action Service says ‘no assets to Council’, the Council says ‘no assets to External Action Service’, nobody provides documents to enable the ombudsman to do his job. Even basic data protection – I asked for documents they had that contain my name, which I’m entitled to by law. They didn’t respond, I’m going to have to go court to have these documents, but that’s the kind of thing that’s lacking within the structure.

SS: But also, all the money that’s being spent on these missions, I know Kosovo mission is about one billion dollars. Is it worth it, does anyone even know where it all goes? I mean, as a taxpayer are you willing to fund this? 

MB: Personally, I do believe there is considerable wastage within this mission. For example, these downsizing exercises that they’ve had – they had one two years ago, they had another one this time. Everybody spends the first month sitting on interviews for their own jobs. Then they spend the next three months being on panels for interviews for other people’s job. Why that could not be done as a paper exercise based on performance, I do not know. Another example. We had a case of medics, which involved organ trafficking – very important case. I do not detract from that, but the prosecutor went to Israel so many times, to America a number of times, to Turkey, globe-trotting in order to make this case succeed. This case ended up with a conviction of a six month sentence. That is all. So value for money, the amount of they went in the case, compared to the sentence that was achieved, whereas other people within the unit, for example, myself, I’ve never taken a duty trip to gather evidence. Yeah, I’ve got sentences of 25 years, 15 years, 5 years, without having to waste money on travelling round the world to get evidence. And they should be in audit of how we investigate our cases or whether the resources are properly applied to the cases. There is just two examples of it, you sit with me for another hour - go through many more, where there is wastage within the EU.

SS: Maria Bamieh, thank you for this interview, we were talking about EU mission scandal in Kosovo. Thanks a lot for this interesting insight. That’s it for this edition of SophieCo, we’ll see you next time.


=== 2 ===

da www.eastjournal.net

KOSOVO: Kajtazi, “Dall’inchiesta su EULEX dipende la credibilità dell’UE”

Posted 19 novembre 2014 in Balcani occidentali »KosovoSliderUnione Europea with 0 Comments 
di Lavdrim Lita


Sospetti di corruzione a carico di alti funzionari e responsabili di giustizia di Eulex, la missione europea in Kosovo, sono stati denunciati da Maria Bamieh, procuratore britannico della stessa Eulex. A riferirlo e’ il quotidiano di Pristina Koha Ditore. Bamieh avrebbe raccolto in particolare elementi su almeno tre inchieste penali chiuse da funzionari Eulex in cambio di denaro. La stessa Bamieh e’ stata sospesa nei giorni scorsi e accusa la missione europea di voler insabbiare lo scandalo. EastJournal ha intervistato il giornalista Vehbi Kajtazi, autore di una serie di articoli investigativi sulle accuse di corruzione pubblicati sul quotidiano kosovaro Koha Ditore.

Vehbi Kajtazi, sembra che abbiate scoperto uno scandalo all’interno di EULEX. Si sospetta che alcuni magistrati abbiano preso contatti e soldi per “chiudere” questioni giudiziarie. Può dirci come è iniziato tutto questo? Come ha avuto sentore di questo scandalo?

Come giornalista lavoro all’investigazione sulla corruzione e la criminalità di alto livello, come nei casi in cui sono inclusi i politici e alti funzionari di governo, avevo una conoscenza generale su molte inchieste giudiziarie, su cui ho anche scritto. Ho seguito i noti casi “Sekiraca”, di Ilir Tolaj (ex alto funzionario) o Fatmir Limaj (ex comandante dell’UCK), perciò sono sempre alla ricerca di indizi sulla corruzione. In questo caso avevo sentito che qualcuno aveva pagato delle tangenti, ma non avevo ancora alcuna prova concreta. Circa tre settimane prima della pubblicazione del primo articolo sono riuscito a scovare alcuni file che gettano forti dubbi in merito alla partecipazione di EULEX in attività di corruzione in cambio della chiusura di diversi casi importanti come quelli di cui sopra ho citato. I documenti che ho li ho ottenuti dalle mie fonti all’interno di EULEX, come ho anche altri numerosi file nel corso degli anni”.

Kajtazi, l’ex procuratore internazionale di Eulex, la britannica Maria Bamieh, è l’unica “testimone” che ha confermato il coinvolgimento nella corruzione dei suoi colleghi nei ministeri e giudici EULEX. Ma ci sono altri testimoni che vogliono parlare?

Il Procuratore internazionale Maria Bamieh in Kosovo è venuto prima dell’avvento della missione EULEX. Lei faceva parte della missione ONU, UNMIK, nel 2007. Lady Bamieh è uno dei pubblici ministeri internazionali di maggior successo che ha lavorato in Kosovo. Oltre 30 casi gravi sono stati oggetto delle sue indagini. Lady Bamieh non aveva mai parlato pubblicamente di corruzione prima della pubblicazione del mio primo pezzo su Koha Ditore il 27 ottobre. Tre giorni prima della pubblicazione, Lady Bamieh è stata sospesa. Certo quando è stata sbattuta fuori dal suo ufficio e gli sono stati presi tutti i file, ha parlato prima con me e poi per molti altri media. Io credo che dentro Eulex ci sono altri funzionari che vogliono parlare. Mi aspetto che alcuni entrino in contatto. Ciò sebbene la missione EULEX abbia adottato alcune misure di austerità dopo lo scandalo per impedire il flusso di documenti e di cooperazione con i giornalisti, in particolare con me”.

Se non esiste una voce qualcosa c’è, dice un proverbio albanese. Lei pensa che ci sarà un’indagine approfondita su questa materia? E come ha visto la prima reazione delle istituzioni internazionali?

EULEX e alcune istituzioni dell’Unione europea sono stati a conoscenza almeno una settimana prima della pubblicazione della prima parte del caso su cui stavo lavorando. Inizialmente hanno deciso di non dichiarare niente su questo tema. Nel frattempo, si è deciso di dare una breve dichiarazione dal nuovo capo della misione EULEX, Mr. Meucci. Ma quando lo scandalo è emerso e i media hanno cominciato a trattare la faccenda, a Bruxelles hanno deciso di avviare un’indagine completa e nominare un esperto. Credo che Bruxelles, con la maniera con cui ha cercato di gestire questa situazione, lo faccia sembrare più un tentativo di nasconderlo piuttosto che dare il messaggio che sono pronti per un’indagine significativa. Dubito che ci sarà una indagine profonda, anche se questa indagine sarà cruciale per il futuro delle missioni al di fuori dell’UE.

Il nuovo capo della politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, Federica Mogherini, ha chiesto che le accuse di corruzione nelle file di EULEX, siano trattate con la massima trasparenza. Cosa ne pensa? Cosa si aspetta da queste indagini?

Non mi aspetto che qualcuno arrivi davanti alla giustizia, anche se questo è necessario. I dubbi sono molto forti. Con questi indizi i procuratori EULEX in precedenza hanno arrestato e portato davanti alla giustizia funzionari del Kosovo. Bruxelles è spinta a indagare sul caso fino in fondo perché da esso dipende anche la credibilità e serietà dell’Ue.





(english / italiano)
 
L'Anti-antifascismo di UE e USA
 
Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 22/11/2014

Tre paesi hanno votato NO alla risoluzione contro la glorificazione del nazismo, adottata dalla III Commissione dell'Assemblea Generale dell'ONU: si tratta di USA, Canada e, ovviamente, Ucraina.
115 paesi hanno votato a favore, 55 si sono astenuti tra cui i paesi UE.
Attraverso questa risoluzione, promossa originariamente dalla Federazione Russa, l'ONU "esprime preoccupazione per la diffusione in tutto il mondo di vari partiti politici, movimenti e gruppi estremisti, tra cui i neo-nazisti nonché movimenti estremisti e ideologie razziste" e impegna i paesi a prendere misure adeguate per combattere questi fenomeni nella sfera della salvaguardia dei diritti umani.
Il testo mette in guardia anche contro la glorificazione del movimento nazista e degli ex membri dell'organizzazione Waffen-SS biasimando la costruzione di monumenti e memoriali in loro onore. (http://en.itar-tass.com/russia/761115)

 
A parte il vergognoso e scontato no degli Usa, del Canada ed, ovviamente, del regime golpista ucraino, va segnalata l'astensione dei paesi dell'Unione Europea, Italia compresa.
 
Non stupisce il voto contrario dell'Ucraina golpista, mentre gli USA abbandonano una volta tanto la loro maschera di ipocrisie. Gravissima l'astensione dei paesi UE, nei quali si consumò la tragedia nazifascista: un'astensione che da un lato è in linea con la politica servile verso Washington, e che dall'altro avalla l'operato della giunta di Kiev e la riabilitazione del nazifascismo e dei collaborazionisti in vari paesi europei, come quelli baltici.
 
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US, Canada & Ukraine vote against Russia’s anti-Nazism resolution at UN
November 22, 2014
 
UN General Assembly’s Third Committee passed a Russia-proposed resolution condemning attempts to glorify Nazism ideology and denial of German Nazi war crimes. The US, Canada and Ukraine were the only countries to vote against it.

The resolution was passed [ http://www.un.org/en/ga/third/69/docs/voting_sheets/L56.Rev1.pdf ] on Friday by the committee, which is tasked with tackling social and humanitarian issues and human rights abuses, by 115 votes against three, with 55 nations abstaining, Tass news agency reported.

The document voiced concern over the rise of racism-driven crimes around the world and the influence that parties with extremist agendas are gaining.

It called for a universal adoption of the International Convention on the Elimination of All Forms of Racial Discrimination [ http://www.ohchr.org/EN/ProfessionalInterest/Pages/CERD.aspx ]. Many nations including the US, the UK, China and India, signed the convention but did not recognize a mechanism resolving individual complaints it establishes, which makes the convention unenforceable in their jurisdictions.

The resolution also decried attempts to whitewash Nazi collaborators by depicting them as fighters of nationalist resistance movements and honoring them as such.

It condemned any form of denial of Nazi war crimes, including the Jewish Holocaust.
 
Russia, which submitted the draft resolution, said it regretted that it could not be adopted anonymously.

“The fact that the US, Canada and Ukraine voted against, while delegations from EU member states abstained in the vote on this draft resolution, which was supported by an overwhelming majority of the UN member states, is extremely regrettable,” the Russian Foreign Ministry said in a statement.

“Ukraine’s position is particularly dispiriting and alarming. One can hardly understand how a country, the people of which suffered their full share of the horrors of Nazism and contributed significantly to our common victory against it, can vote against a resolution condemning its glorification,” the ministry said.

Moscow proposes similar documents to the UN General Assembly annually, but the US and Canada have consistently voted against them. Ukraine is a new nation among the opponents, as in previous years it has abstained.

Kiev’s representative at the session, Andrey Tsymbalyuk, said that while Ukraine did condemn Nazism and neo-Nazism, it could not endorse the Russian resolution, because it suffered not only from Nazism, but also from Stalinism in the past.

“As long as Stalinism and neo-Stalinism are not condemned as strongly as Nazism, neo-Nazism and other forms of hatred, Ukraine would not be able to back this document,” the diplomat said.

The resolution is to be formally adopted by the UN General Assembly as a body in December.
 
 
--- Leggi anche:

Le giuste dichiarazioni di Vladimir Putin a "Politika": << Il ‘vaccino’ al virus nazista perde efficacia in Europa >>
https://aurorasito.wordpress.com/2014/10/17/putin-il-vaccino-al-virus-nazista-perde-efficacia-in-europa/
 
Putin si scaglia contro i revisionisti della Seconda Guerra Mondiale
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8034
http://www.tribunodelpopolo.it/russia-putin-si-scaglia-contro-i-revisionisti-della-seconda-guerra-mondiale/
http://en.ria.ru/russia/20140703/190798678/Putin-Says-Legal-Initiative-to-Counter-Nazism-Timely.html
http://comunicati.russia.it/vladimir-putin-ha-accusato-l-ucraina-e-lettonia-dell-espansione-del-neonazismo.html
http://rt.com/politics/official-word/196284-ukraine-putin-nazi-europe/

L'Onu: “condanniamo il nazismo”: l’Ue si astiene, Usa e Ucraina votano contro
di Marco Santopadre, 22 Novembre 2014
 


http://balkans.courriers.info/article26014.html

Bosnie-Herzégovine : la Russie tacle l’Union européenne au Conseil de sécurité

Deutsche Welle, 12 novembre 2014
Traduit par Eléonore Loué-Feichter

Alors que les relations entre les Occidentaux et la Russie ne cessent de se détériorer suite à la crise ukrainienne, Moscou a adressé un avertissement de plus aux Européens, cette fois sur le dossier bosnien. L’ambassadeur russe aux Nations Unies n’a pas soutenu la prolongation du mandat de la mission militaire européenne (EUFOR). Une décision qui fait partie d’une offensive généralisée des Russes dans les Balkans.


Mardi 11 novembre, la Russie s’est abstenue lors du vote au Conseil de sécurité sur une prolongation de la mission de l’EUFOR en Bosnie-Herzégovine. L’ambassadeur russe à l’ONU, Vitali Tchourkine, a même souligné qu’il était « inacceptable que la Bosnie-Herzégovine soit poussée vers l’UE depuis l’étranger ».

Le ministère allemand des Affaires étrangères, Frank-Walter Steinmeier, à de son côté salué la prolongation du mandat de la mission militaire européenne. « Il est regrettable que, cette fois, tous les membres du Conseil de sécurité n’aient pas activement soutenu cette mission. La Grande-Bretagne et l’Allemagne ont récemment lancé une initiative pour engager des réformes visant à accélérer le rapprochement de la Bosnie-Herzégovine avec l’Union européenne. Mais l’avenir de ce pays est entre les mains de ses dirigeants », a déclaré un porte-parole du ministère des Affaires étrangères à Berlin, faisant allusion à la déclaration de Vitali Tchourkine. Lors du débat sur la mission de l’EUFOR, l’ambassadeur russe a ainsi déclaré que l’on avait déjà constaté « de mauvais exemples, où l’intégration d’un pays à l’UE s’est faite sur la base de pressions exercées depuis l’étranger ».

Un signal clair à la Russie

Pour Tobias Flessenkemper, expert des Balkans auprès du Centre international de formation européenne (CIFE) à Nice, le vote de la Russie est le signe que ce pays a le potentiel d’influencer positivement ou négativement le cours des événements dans les Balkans. « Même en tenant compte de cette dernière abstention, jusqu’à maintenant, la Russie a soutenu le chemin de la Bosnie-Herzégovine vers l’Union européenne. Les déclarations récentes de Vitali Tchourkine sont un motif de préoccupation, puisque ce soutien ne semble plus d’actualité. Cependant, une grande majorité des citoyens de Bosnie-Herzégovine, les autorités, les partis qui négocient actuellement pour former un nouveau gouvernement et même le Président de Republika Srpska, Milorad Dodik, ont soutenu le processus d’intégration européenne. Je ne vois aucune raison de dramatiser », a-t-il déclaré. De fait, la Russie aurait pu amorcer un changement radical de stratégie sur le dossier bosnien, si elle avait mis son veto au Conseil de sécurité, pour empêcher la poursuite de la mission EUFOR.

La nouvelle stratégie russe

Pour Erich Rathfelder, correspondant à Sarajevo du journal allemand Tageszeitung, ces derniers évènements au sein du Conseil de sécurité et les déclarations de l’ambassadeur russe Tchourkine indiquent que la Russie n’est plus seulement de manière rhétorique « du côté serbe ». « La Russie soutient de plus en plus clairement Milorad Dodik sur les questions de politique intérieure. Cela pourrait favoriser à long terme une sécession de la Republika Srpska ».

Pour Erich Rathfelder, les embryons de cette nouvelle stratégie sont apparus dès 2011 et 2012, avant le début de la crise en Ukraine. En mai 2014, des désaccords sont apparus au sein du PIC (Peace Implementation Council – Conseil pour la mise en œuvre de la paix). La Russie n’était plus prête à garantir la souveraineté et l’intégrité territoriale de la Bosnie-Herzégovine. « Le fait que la Russie ait refusé de soutenir la prolongation du mandat de l’EUFOR est une continuation de cette nouvelle stratégie », explique-t-il. « La Russie a brisé le consensus qui existait au sein du PIC depuis la signature des Accords de Dayton. Cette stratégie vise à contrôler la Republika Srspka et la Serbie et à les pousser à s’interroger sur le bien fondé d’une intégration à l’Union européenne », affirme-t-il.

La réponse de l’Ouest

Tobias Flessenkemper croit néanmoins que les déclarations de Vitali Tchourkine vont avoir l’effet inverse. Les ministres des Affaires étrangères de l’UE discuteront cette semaine de l’initiative germano-britannique pour une nouvelle approche du processus d’intégration de la Bosnie-Herzégovine. Selon lui, il est nécessaire que l’Accord de stabilisation et d’association (ASA) prenne rapidement effet et que des réformes économiques et sociales soient rapidement appliquées en Bosnie-Herzégovine. « Je pense que les déclarations de Vitali Tchourkine vont favoriser l’initiative germano-britannique. Cela crée désormais une pression sur les épaules des chefs de la diplomatie européenne. Il est devenu encore plus clair que la Bosnie-Herzégovine a besoin de davantage de soutien pour intégrer l’UE ».

Erich Rathefelder souligne pourtant que les pays occidentaux sont toujours divisés sur la question bosnienne, tout comme sur les initiatives de la Russie dans les Balkans. « J’espère que l’initiative germano-britannique va renforcer le rôle de l’Allemagne en Bosnie-Herzégovine. J’espère que cette question ne sera plus abordée d’une façon aussi légère ».




(english / deutsch / italiano)

Il nuovo militarismo tedesco

0) LINKS
1) La deputata del partito Die Linke ANNETTE GROTH minacciata di espulsione dal partito per le sue posizioni antisioniste
2) MERKEL’S “HUN SPEECH” AGAINST RUSSIA (By Johannes Stern / WSWS, 19 November 2014)


=== 0: LINKS ===

Raccomandiamo la visione del seguente video:

*** ‘La guerra informativa per l’Ucraina’ – Ironia di un programma satirico tedesco
05/10/2014 - Sul Canale della TV Tedesca “ZDF” è andato in onda un programma satirico proposto dal gruppo teatrale “Napalm” che ha fatto una azzeccatissima rappresentazione di come venga gestita la guerra informativa sulla crisi in Ucraina…
http://www.pandoratv.it/?p=1951
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=_PTKcXm-UmE ***

Altri link:

Ucraina, la tregua è carta straccia. Arrivano i panzer tedeschi (Marco Santopadre, 15 Settembre 2014)

German committee criticises television news coverage of Ukraine (By Sybille Fuchs, WSWS 26 September 2014)

Germany’s new war minister and Stern magazine (By Denis Krassnin / WSWS, 29 September 2014)
On September 1, 2014, the German federal government resolved to deliver weapons to the war zone in Iraq. In doing so, it took another major step towards reviving German great-power politics. The media were absolutely delighted with the decision…

German media and politicians promote rearmament (By Christoph Dreier / WSWS, 29 September 2014)

Von Dolchstößen und westlichen Werten (Medien und Ukraine-Konflikt - GFP, 29.09.2014) 
Der Kampf um die politische Formierung der öffentlichen Meinung in der Ukraine-Krise durch die öffentlich-rechtlichen Rundfunkanstalten spitzt sich zu. Nachdem vorletzte Woche bekannt wurde, dass der ARD-Programmbeirat dem Sender schon im Juni eine tendenziell antirussische Berichterstattung und eine völlig unzulängliche Recherche vorgeworfen hat, ist jetzt auch Kritik im ZDF-Fernsehrat laut geworden. Anlass war die Frage einer überregionalen Zeitung, ob das Gremium es hinnehme, dass in ZDF-Nachrichtensendungen Milizionäre mit NS-Affinität ohne kritischen Kommentar gezeigt und in einen Zusammenhang mit "Freiheitskämpfern" gestellt würden. Der ZDF-Cefredakteur hält es mit Verweis auf einen angeblichen "Unterton" des Einwands nicht für nötig, die Frage, die von einer demokratisch gewählten Bundestagsabgeordneten gestellt wurde, zu beantworten. Gleichzeitig wird der Intendant des WDR mit der intern geäußerten Mitteilung zitiert, man müsse in den TV-Sendungen "westliche Positionen verteidigen". Medien denunzieren Kritiker der einseitigen Berichterstattung als "fünfte Medienkolonne" Moskaus und warnen vor einem "Dolchstoß aus den eigenen Reihen"…

The revival of German militarism: One year on (Peter Schwarz / WSWS, 3 October 2014)
One year ago today German President Joachim Gauck announced that Germany once again is striving to be a world power…

German public television turns out propaganda on Ukraine (By Sibylle Fuchs / WSWS, 3 October 2014)

La Germania pronta ad inviare in Ucraina 200 paracadutisti (4/10/2014)
http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_04/La-Germania-pronta-ad-inviare-in-Ucraina-200-paracadutisti-2600/

Unter Kuratel (Bundeswehr-Einsatz in der Ukraine geplant - GFP, 6/10/2014)
Die Bundesregierung bereitet einen Einsatz der Bundeswehr in der Ukraine vor. Berichten zufolge sollen bis zu 200 deutsche Militärs in den Osten des Landes entsandt werden, um dort die OSZE-Mission zur Kontrolle des Waffenstillstands zwischen den Truppen der Kiewer Regierung und den Aufständischen zu unterstützen. Die Entscheidung über den Einsatz wird in wenigen Tagen erwartet. Es wäre die dritte Intervention nach den Aufrüstungs- und Trainingsoperationen im Irak und dem Aufbau einer Luftbrücke nach Westafrika, die binnen kürzester Zeit beschlossen würde - ein Ausdruck des gesteigerten Willens der Bundesregierung, ihre außenpolitischen Aktivitäten mit einer militärischen Präsenz zu begleiten. Der geplante Einsatz der Bundeswehr in der Ukraine soll die direkte deutsche Kontrolle über die militärischen Aktivitäten in dem Land ausbauen. Es wäre der erste Kampfeinsatz deutscher Truppen auf dem Territorium der ehemaligen Sowjetunion seit dem Zweiten Weltkrieg und brächte deutsche Soldaten zugleich in die Nähe der russischen Grenze. Zudem geht er einher mit Erwägungen, auch die staatliche Verwaltung faktisch unter deutsch-europäische Kuratel zu stellen…
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58964

Under Tutelage (German government is preparing military deployment in Ukraine - GFP, 6/10/2014)
The German government is preparing the Bundeswehr's deployment in Ukraine. According to reports, in support of the OSCE mission to monitor the ceasefire between the Kiev government troops and the insurgents, up to 200 German soldiers will be deployed in the East of the country. The decision on the deployment is expected to be made in the next few days. Following armament and training operations in Iraq and the airlift to West Africa, this would be the third intervention to have been decided in a short period time. It shows that the German government is increasingly willing to supplement its foreign policy activities with military engagement. With the planned Bundeswehr deployment in Ukraine, Germany wants to reinforce its direct control over military activities inside that country. It would be the first combat mission of German troops since WW II on territory of the former Soviet Union, placing German soldiers close to the Russian border. This goes hand in hand with considerations to actually place the state administration under German-European tutelage…
http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/58789

Germany to deploy combat troops in Ukraine (By Christoph Dreier / WSWS, 7 October 2014)

German Green Party-affiliated think tank calls for renewed offensive against Russia (By Stefan Steinberg / WSWS, 8 October 2014)
See also: German Greens incite conflict with Russia
http://www.wsws.org/en/articles/2014/05/08/gree-m08.html

Germany: Joschka Fischer’s declaration of war on Russia (By Peter Schwarz / WSWS, 9 October 2014)

Germany’s Left Party emerges as a party of war (By Ulrich Rippert / WSWS, 17 October 2014)

German NATO general announces plans for military maneuvers against Russia (By Johannes Stern / WSWS, 10 November 2014)

German army prepares for civil war (By Denis Krassnin and Peter Schwarz / WSWS, 13 November 2014)

Aktives Krisenmanagement (Bundesakademie für Sicherheitspolitik unterstützt Firmenexpansion in Kriegs- und Krisengebiete -- GFP, 19.11.2014) 
Die Bundesakademie für Sicherheitspolitik (BAKS) kündigt zum wiederholten Male eine Konferenz zur Förderung der Expansion deutscher Unternehmen in Kriegs- und Bürgerkriegsgebiete an. Die Konferenz, die nächste Woche stattfinden soll, hat die Absicherung von in "Krisenregionen" tätigen Geschäftsleuten zum Thema. Um diese vor Angriffen zu schützen, sei der enge "Schulterschluss zwischen Staat und Wirtschaft" notwendig, erklärt die BAKS. Auf dem Programm der Tagung steht eine "umfassende Darstellung" der "Sicherheitslage" im Nahen Osten und in der Ukraine; zudem sollen "Maßnahmen" erarbeitet werden, die es deutschen Firmen ermöglichen, im Fall einer Entführung ihrer Mitarbeiter "schneller und effektiver" zu reagieren. Die Konferenz findet in Zusammenarbeit mit einem führenden Versicherungsmakler statt, der unter anderem sogenannte Kidnapping-Policen vermittelt. Beteiligt sind auch private Sicherheitsunternehmen, die damit werben, "weltweit" über "ortskundige Spezialisten" auf dem Gebiet des Personenschutzes zu verfügen. Bei diesen handelt es sich zumeist um vormalige Angehörige polizeilicher oder militärischer Spezialeinheiten…

German military to lead NATO rapid response force (By Philipp Frisch / WSWS, 20 November 2014)

--- sullo stesso tema da JUGOINFO:

Sahra Wagenknecht sulla guerra europea

Angela Merkel benedice la guerra santa contro il Donbass

Le contraddizioni dell'imperialismo tedesco / 2

Le contraddizioni dell'imperialismo tedesco / 1
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8036

1914-2014, German "Left" Ready for War
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8038

Lo "spazio vitale tedesco" (1995)
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8022

L’Allemagne est-elle impliquée en Ukraine ?


=== 1 ===

ANCHE IN GERMANIA LA SINISTRA È DESTRA
 
La deputata del partito die Linke ANNETTE GROTH è minacciata di espulsione dal partito:
 
CHI È ANNETTE GROTH?
 
È una parlamentare eletta per la lista “die Linke” in un collegio elettorale del Baden-Württemberg che si è distinta nel lavoro internazionalista di assistenza ai profughi dal terzo mondo e nella solidarietà alla lotta dei popoli oppressi.
Ha perorato la causa degli emigranti “clandestini” attraverso tutta la Germania con conferenze e dibattiti ed ha condannato la politica di crudele chiusura dei confini che ha causato innumerevoli eccidi in mare.
Ha portato la propria solidarietà agli ospiti di Lampedusa e dei “centri di accoglienza” al confine greco-turco.
Le sue denunce all’opinione pubblica e alle autorità europee hanno contribuito a far conoscere, e a migliorare di un po’, le disastrose condizioni di detenzione dei clandestini ammassati nelle carceri greche.
 
È un’attiva sostenitrice della causa palestinese.
Era a bordo del Mavi Marmara, la nave turca che ha cercato di rompere il blocco di Gaza, ed è stata imprigionata per un breve periodo di tempo nelle carceri israeliane con l’accusa di … appoggiare la causa palestinese.
Ha curato la traduzione ed ha promosso la pubblicazione (anche in lingua italiana) del rapporto dell’ONU sulla situazione dei diritti umani in Palestina.
Perché mai la si vuole oggi espellere dal partito? Di quale grave colpa si è macchiata?
 
Quella di aver organizzato una serie conferenze a Berlino cui avrebbero dovuto partecipare due ebrei antisionisti, uno israeliano e l’altro nordamericano: Max Blumenthal e David Sheen.
 
Alcuni manutengoli del sionismo, strenui difensori dei suoi periodici massacri, hanno denunciato con prontezza il tentativo degli “ebrei antisemiti” di macchiare con la loro presenza il ricordo dell’olocausto (sic). Con invidiabile tempestività`è intervenuto Gysi, il loquace ed eloquente segretario del partito “die Linke”, vietando la concessione della sala in cui la conferenza avrebbe dovuto svolgersi.
I due mancati relatori hanno invano cercato di farsi ricevere da Gysi per chiarire le loro posizioni, ma quando egli è uscito dall’ufficio per recarsi al bagno, l’ebreo israeliano lo ha inseguito gridandogli addosso che –a seguito delle sue dichiarazioni diffamatorie- egli stava mettendo in serio pericolo  la sua vita e quella dei suoi figli (più volte le belve sioniste hanno dimostrato di non esitare ad assassinare anche ebrei antisionisti.
 
Ma chi è davvero Gregor Gysi?
Gregor Gysi è una specie di super-Bertinotti, che spesso si reca a conferire con l’ambasciatore USA e più spesso ancora viene convocato da quello israeliano…
Penso che questo triste episodio segnali che i vertici del partito die Linke si stiano preparando ad una radicale inversione di rotta che prevede l’alleanza con i socialdemocratici e l’ingresso inglorioso fra i sostenitori dell’organizzazione “difensiva” della NATO.
Come si può pensare infatti di voler continuare a condannare la NATO (cosa cheancora talvolta succede nel partito) quando si sostengono apertamente i nazisti che sono al governo in Israele?
 
Giuseppe Zambon


=== 2 ===


Merkel’s “Hun Speech” against Russia


By Johannes Stern 
19 November 2014


On July 27, 1900, Kaiser Wilhelm II delivered his infamous “Hun speech” (Hunnenrede) in Bremerhaven. Addressing the German East Asian Expeditionary Corps, which was traveling to China to bloodily suppress the Boxer Rebellion, he said that the German army had been “built up during thirty years of faithful, peaceful labour.”

He accused China of “upsetting international law” and having “mocked the sacredness of the envoy, the duties of hospitality in a way unheard of in world history.”

Finally, he made the infamous threat: “Just as a thousand years ago the Huns under their King Attila made a name for themselves, one that even today makes them seem mighty in history and legend, so may the name German be affirmed by you in such a way in China that no Chinese will ever again dare to look cross-eyed at a German.”

Angela Merkel’s frontal attack on Russia following the G20 summit in Australia brings to mind this type of German great power politics. Like Wilhelm II, Merkel is trying to present her own aggressive conduct as a means of defending peace and international law and brand her antagonist, in this case Russia, as the aggressor.

At a meeting in Sydney at the Lowy Institute for International Policy, a think tank run by the multibillionaire Frank Lowy, the fourth-richest Australian, Merkel accused Russian President Vladimir Putin of “trampling on international law,” refusing to “resolve the conflict by democratic and constitutional means,” relying on the “supposed right of the strongest,” and “following the horrors of two world wars and the Cold War…placing in question the entire European order of peace.”

That is “exactly what took place with the illegal annexation of Crimea by Russia at the beginning of this year,” the chancellor declared. Now this finds “its continuation in Russian efforts to destabilize eastern Ukraine in Donetsk and Luhansk.” Russia had violated “the territorial integrity and state sovereignty of Ukraine,” and thinks in terms of “spheres of influence,” she added.

In her remarks, the chancellor spoke against a “military solution to the crisis.” However, her accusations against Russia not only lacked any foundation, the logic of her reproach implied that Moscow’s alleged breach of international law and peace led to a military confrontation. Her bellicose remarks were designed to further poison the political climate in order to create the conditions for encircling Russia militarily and pushing it into a corner.

The G20 summit was dominated by an intensification of the conflict with Russia. The heads of government of the imperialist powers closed ranks against Putin and provoked his early departure. In her speech, Merkel demonstratively stood behind the anti-Russian government in Ukraine and promised she would support it “politically and economically.”

With this backing, Ukrainian President Petro Poroshenko on the same day threatened Russia with “total war.” Speaking on the fringes of a commemoration in Bratislava, he said, “I have no fear of war with Russian troops and we have prepared for such a scenario of total war. Our army is currently in a much better state than five months ago and we have support from all over the world.”

The German government is playing a central role in the aggressive moves against Moscow. In February, in close collaboration with the US government and fascist forces, it organised a putsch against then-Ukrainian President Viktor Yanukovych after he had refused to sign an Association Agreement with the European Union. Since then, it has worked closely with the Poroshenko regime and is playing a leading a role in the military encirclement of Russia.

Last weekend, Die Welt reported that the Bundeswehr (Armed Forces) will lead a rapid reaction force that NATO is establishing in response to the Ukraine conflict for the purpose of sending a “clear signal to Moscow.” In September, Germany took the lead in aerial patrols over the Baltic States and has doubled its contingent in the Multinational Northeast Corps in Szczecin, Poland. Last week, German NATO General Hans-Lothar Domröse raised the threat of major NATO maneuvers on the Russian border.

For years, NATO has been extending its borders eastwards and is now making increasingly open preparations for war against Russia. But in Sydney, Merkel accused Russia of systematically extending its area of influence. “It’s not just about Ukraine, it’s about Moldavia, it’s about Georgia, she declared. “If this continues, one can ask: Does one need to add Serbia, must one add the western Balkan states? In any case, that is not compatible with our values.”

“We also know from history that one cannot afford to be too peaceable, that one has to take seriously what is said and listen carefully,” Merkel continued.

When a German head of government says history teaches that Germany must not be “too peaceable” towards Russia, one’s blood runs cold. Seventy-five years ago, Germany carried out a war of annihilation against the Soviet Union, committing the most heinous crimes in the history of mankind, including the Holocaust, the murder of 27 million Soviet citizens, and the devastation of large parts of Eastern Europe.

Merkel said the conflict over Ukraine “cannot be solved militarily,” but then added threateningly, “On the other hand, one can’t say: Because we cannot solve the crisis militarily, we can’t solve it at all.”

The German ruling elite is very aware of its historic crimes. In Sydney, Merkel recalled “the beginning of World War II 75 years ago and the collapse of civilization embodied in the Shoah, and even more importantly, the beginning of the First World War 100 years ago.”

But all her talk of “diplomatic” and “not military” solutions, supposedly based on the experiences of the wars of the last century, is crude propaganda. It is aimed at cloaking the return of Germany to militarism and great power politics, and, as under Kaiser Wilhelm, portraying an aggressive war policy as the “politics of peace.”

With reference to the “primal catastrophe of the 20th century,” Merkel asked, “Ladies and gentlemen, how could things go so far between peoples and nations one hundred years ago?”

Merkel should know. Today, just as then, the ruthless and aggressive imperialist policies of the great powers threaten to cast humanity into the abyss. The Western-orchestrated putsch in Ukraine, the military encirclement of Russia and China, and the renewed war in the Middle East have turned the world into a powder keg that could explode at any time. As in the first half of the last century, Germany is now playing an especially aggressive role.