Informazione
L’importante, ormai, è rendere indiscutibile l’assioma secondo cui il comunismo è «una delle più grandi tragedie del Novecento». Sicuro di avere riscritto la storia una volta per tutte, Veltroni può arrivare ad affermare in modo “totalitario”, nella relazione al Congresso dei DS, che gli argomenti da lui sostenuti nell’articolo su La Stampa sono «argomenti sui quali tra di noi non vi sono, non vi possono essere, non vi potrebbero essere differenze». Un vero capo, deciso e potente, che esclude qualsiasi differenziazione sulle proprie parole, proprio come avveniva ai leader dei partiti comunisti di un tempo. Del resto, sa che ormai la sinistra interna ed esterna ai DS è talmente anestetizzata e divisa da non avere nemmeno la forza di reagire. Della sua relazione al congresso parleranno tutti bene, dai Verdi (che non trovano niente da dire quando Veltroni mette le istanze ecologiste per la qualità non in contraddizione ma a «integrazione della cultura quantitativa dominante nella modernità») ai Comunisti Italiani, contenti di non aver subito attacchi diretti da parte del leader. Anche la sinistra democratica, laica e cattolica, ormai accetta il primato clintoniano di Veltroni. Tutto è relativo, anche la battaglia “politically correct” contro la pena di morte: se la pena di morte va contro i diritti umani, perché quando Veltroni dice che «nessun governante, nessuno Stato, in nessuna parte del mondo, può abusare dei diritti umani e rimanere impunito» non gli si ricorda che Bill Clinton è uno dei difensori più strenui della pena di morte?
E a segnalare con precisione la vuotezza del partito veltroniano, a parte gli avversari di sempre della sinistra, restano in pochi, come Il Sole-24 Ore, allarmato da un partito «sempre più gracile»: «Al venir meno del rigido ancoraggio ideologico non ha sopperito una forte elaborazione politica».
Ma queste sono minuzie, sottigliezze, inutili chiose. Il punto importante è che la missione di Walter Veltroni, noto alla CIA con il nome in codice di “agente Icare”, si è conclusa con un trionfo. Gradino dopo gradino ha raggiunto la vetta del più grande partito comunista d’occidente, ha contribuito al suo scioglimento e, non pago, ha scalato anche le due formazioni politiche nate da quello scioglimento, prima il PDS e poi il partito dei DS, riuscendo a conquistarne la guida.
Ben fatto, agente Veltroni! Ora manca solo l’ultimo atto: riveli ufficialmente la sua identità di agente segreto e di infiltrato. Questa è la richiesta definitiva che le viene dall’opinione pubblica democratica, per cancellare ogni residuo dubbio sulla sua affidabilità, sulla sua coerenza, sulla sua limpida onestà intellettuale.
(fine)
tratto da: "Il compagno Veltroni, il più abile agente della Cia"
<< Dopo il dossier Mitrokhin, dagli archivi dello spionaggio internazionale arriva il dossier Kuriakhin, con una rivelazione sensazionale: Walter Veltroni fin da ragazzo è stato reclutato dalla CIA per infiltrarsi nel PCI e conquistarne la leadership. Secondo Kuriakhin solo così si spiegano le abissali differenze tra quanto afferma oggi e quanto sosteneva in passato. Il dossier analizza metodicamente i suoi scritti e i discorsi, dai primi passi nella FGCI a oggi. E scopre che mentre il Veltroni del 2000 dice di non essere mai stato comunista, di aver dissentito dalla linea del PCI e di aver sempre odiato l’URSS e amato gli USA, in precedenza affermava l’esatto contrario.
Tra il gioco della satira politica e il rigore del saggio documentato, il dossier Kuriakhin ci porta a una domanda cruciale: chi è il compagno Veltroni? Il suo è un fantastico caso di spionaggio oppure un esempio insuperabile di trasformismo?
Ovviamente, Ilya Kuriakhin non esiste, e il reclutamento di Walter Veltroni nella CIA è solo un espediente satirico. Ilya Kuriakhin, infatti, è il nome di un personaggio televisivo, un agente segreto che appariva nella celebre serie di telefilm The Man From U.N.C.L.E. (trasmessa dalla RAI anche in Italia), prodotta tra il 1964 e il 1967. Per Il compagno Veltroni sotto lo pseudonimo di Ilya Kuriakhin si nasconde in realtà un giornalista che ha militato a lungo nel PCI e che conosce bene, dall’interno, le vicende di quel partito. >>
MILLELIRE STAMPA ALTERNATIVA
Direzione editoriale Marcello Baraghini
Graphic designer Daisy Jacuzzi
Stampato per conto della Nuovi Equilibri srl
presso la tipografia Union Printing spa (Viterbo) nel mese di marzo 2000
Milano, 15-20 ottobre 2007:
Settimana di iniziative culturali contro il razzismo nei confronti dei rom.
Tutte le serate si svolgono presso
Le Pecore Pub
Via Fiori chiari 21 e iniziano alle ore 21.
Organizzata dalle Associazioni NAGA, Opera Nomadi, Aven Amenza, Sdl, Festa dei Popoli di Opera, Comitato Rom e Sinti insieme, Associazione Liberi e dalla Chiesa Evangelica Ministero Sabaoth.
Una settimana di musica, teatro, eventi per conoscere il popolo Rom.
Foto, documentari, favole, cucina, cultura e tradizioni.
Ospiti: Moni Ovadia, Dario Fo, Rapsodia Trio, Muzikanti e tanti altri
***********PROGRAMMA COMPLETO**********
Lunedì 15 Ottobre 2007
ore 21:00
AMOR ROM
Introduzione alla settimana rom; intervento di MONI OVADIA
Martedì 16 Ottobre 2007
ore 21:00
RHAPSODIJA TRIO, travolgente musica dall’est europa e dalle culture yiddish, tzigana, dall’ oriente all’oltremare… Ingresso libero.
Mercoledì 17 Ottobre 2007
ore 20:30
proiezione del film OPERA GAGIA, cui seguirà un confronto aperto al pubblico
Il film di Antonio Bocola (2007, prodotto dalla Provincia di Milano/Settore cultura), introdurrà una discussione aperta ai cittadini, che potranno confrontarsi con alcuni rappresentanti delle comunità rom. Interverranno, oltre al regista, Tommaso Vitale, ricercatore dell'Università Bicocca, e rappresentanti delle Associazioni. Ingresso libero.
Giovedì 18 Ottobre 2007
ore 17:00
Tocca ai bambini: insieme "gagi" e rom per condividere un tempo molto speciale!
Un pomeriggio diverso, per conoscersi e divertirsi insieme. Verranno lette alcune fiabe della tradizione rom davanti a un pubblico di giovani e giovanissimi.
Giovedì 18 Ottobre 2007
ore 21:00
I Muzikanti, un gruppo di giovani musicisti che propone musica popolare balcanica. Ingresso libero.
Venerdì 19 Ottobre 2007
ore 21:00
ROM CABARET, con Dijana Pavlovic, Marta Pistocchi, Jovica Jovic. Per divertirsi con intelligenza! Ingresso libero.
Sabato 20 Ottobre 2007
ore 21:00
Ultima serata con tanta musica, riflessioni, immagini, ma soprattutto un grande ospite: DARIO FO. Ingresso libero.
2018:29:45&log=lautrehistoire
Ukraine : Iouchtchenko érige un monument au chef nazi Choukhevitch
Jean-Marie Chauvier
Le président ukrainien Viktor Iouchtchenko a publié ce 12 octobre un
Décret (Ukaz) sur la célébration des 65 ans de l’Armée d’Insurrection
Ukrainienne (UPA) issue de l’Organisation des Nationalistes
Ukrainiens. Il oblige toutes les administrations locales et
régionales à accorder leur soutien social et médical aux “anciens
combattants du mouvement de libération nationale”. Il invite à
prendre ou accélérer les mesures pour ériger à Lviv (Lvov) un
monument à l’ancien chef nazi puis commandant de l’UPA Roman
Choukhevitch* et pour aménager à Kiev un parc en l’honneur de l’UPA.
LE PRESIDENT IOUCHTCHENKO OFFICIALISE LA REHABILITATION DE L’UPA
GLOIRE AU “MOUVEMENT DE LIBERATION NATIONALE” des années 40
(qui avaient combattu contre l’URSS et les “ennemis” juifs, polonais,
russes, et ukrainiens de l’OUN-UPA )
C’est un tournant officiel décisif dans la voie de la reconnaissance
de l’UPA, qui reste à être entérinée par le Parlement (Rada) ce qui
est loin d’être acquis, vu l’opposition du Parti des Régions, des
communistes, des socialistes, des organisations d’anciens combattants
et des mouvements juifs. Mais le président Iouchtchenko bénéficie,
dans ces initiatives très controversées, de la bienveillance des
Etats-Unis et de l’Union Européenne, l’OUN et l’UPA faisant figure,
malgré leurs liens avec les nazis, de précurseurs de la lutte
anticommuniste (et indépendantiste actuelle contre la Russie.)
La Marche pour cette reconnaissance est prévue ce dimanche 14
octobre, à l’initiative du mouvement “Svoboda” (néonazi, ex Parti
social-national) rallié par d’autres organisations nationalistes.
Le PC et des groupes de gauche annoncent une contre-manifestation
“antifasciste”.
De nombreuses régions, surtout à l’Est et au Sud du pays, s’opposent
à la “réhabilitation des nazis”. Par contre, l’UPA bénéficie du
soutien des régions de l’Extrême-Ouest (Galicie, Volhynie, et dans
une moindre mesure Transcarpatie) où étaient implantées, dans les
années trente, l’Organisation des Nationalistes Ukrainiens (OUN,
fasciste) ainsi que l’UPA qui en est issue.
C’est dans ces régions également que les troupes allemandes avaient
été accueillies en “libératrices” en juin 1941 et que débutèrent les
grands massacres de Juifs, de communistes, de prisonniers de guerre,
de Tziganes, de malades mentaux, perpétrés par les Einzastgruppen SS
avec le concours des auxiliaires nationalistes ukrainiens.
D’importantes forces policières sont mobilisées pour protéger les
célébrations à Kiev. Des organes de presse favorables à la politique
du président accusent les communistes de vouloir “semer le désordre”.
* Egalement ancien commandant du bataillon ukrainien de la Wehrmacht
“Nachtigall” participant à ll‘invasion de l’URSS et aux pogromes de
l’été 1941, de la police auxiliaire nazie chargée de lutter contre
les Partisans... Des titres qui ne sont plus rappelés.
From: gilberto.vlaic @ elettra.trieste . itDate: October 14, 2007 4:23:45 PM GMT+02:00Subject: Relazione viaggio a KragujevacCare amiche, cari amici, vi invio la relazione del viaggio per la consegna degli affidi a distanza a Kragujevac effettuato due settimane fa.La situazione generale e' peggiorata notevolmente a seguito del licenziamento di circa 4500 operai in cassa integrazione.Il prossimo viaggio si svolgera' tra il 13 e il 16 dicembre.Come vedrete dalla relazione i progetti in corso e quelli futuri, OLTRE gli affidi a distanza, sono abbastanza onerosi. Al momento della tredicesima siate quindi generosi...Un cordiale salutoGilberto VlaicNon bombe ma solo caramelle - ONLUS
FOTO: La consegna dei fondi, La sala computers, La biblioteca, Angolo proiezione (proiettore e schermo non sono visibili, ma CI SONO!), Il ping-pong
Il compagno Veltroni, il più abile agente della Cia
Strana notizia, quella data oggi su "Repubblica": una famiglia
albanese-kosovara sfugge al "genocidio dei kosovari organizzato dal
regime serbo di Milosevic" (queste le parole, testuali, del
quotidiano antiserbo ed antijugoslavo); ciononostante dopo due anni
scappa e clandestinamente si stabilisce in Austria; e la figlia
giovanissima si rifiuta di essere nuovamente deportata nella
"Kosova", alla vigilia della proclamazione di quella "indipendenza"
che dovrebbe essere il coronamento della ottenuta "liberazione dal
giogo serbo".
In tutta questa storia, chiaramente, c'è qualcosa che non quadra.
"Repubblica" mente vigliaccamente sulla vera natura del conflitto e
dell'attuale staterello-banana in Kosovo.
(a cura di IS)
Repubblica, 12/10/2007 - Pagina 19
La kosovara che commuove il mondo
Video choc di una quindicenne in tv: "Fatemi restare in Austria o mi
suicido"
Il dramma di Arigona: la sua famiglia fuggita dalla guerra è stata
rimpatriata
Lei si è data alla clandestinità "Meglio la morte che l espulsione"
Il paese si spacca
ANDREA TARQUINI
dal nostro corrispondente
BERLINO - «Non cacciatemi, non condannatemi all espulsione e alla
miseria. Se non potrò restare qui mi toglierò la vita. Vivo e studio
da voi, i miei amici sono austriaci, vi chiedo solo quello che vi
chiederebbe ogni mio coetaneo: una vita normale qui in Austria dove
sono cresciuta». Dal video spedito dalla clandestinità a tutte le tv,
il bel volto sorridente della 15enne Arigona Zogaj racconta il dramma
di una famiglia di profughi illegali spezzata dalla linea dura dell
Europa ricca sull asilo.
L Austria si spacca: il video in tv commuove il paese, i Verdi
portano la gente in piazza, il capo dello Stato Heinz Fischer si
schiera con Arigona e chiede un amnistia per i clandestini. Ma il
governo di Grande coalizione (socialdemocratici del cancelliere
Alfred Gusenbauer e democristiani) non cede: con gli extracomunitari
vuole fermezza ad ogni costo.
Il dramma di Arigona ha fatto a pezzi in poche settimane l ossessiva
voglia di tranquillità della prospera Austria Felix. La famiglia
Zogaj viveva in Austria da anni. Il padre vi era arrivato
illegalmente nel 2001, due anni dopo la fine della guerra con cui la
Nato pose fine al genocidio dei kosovari organizzato dal regime serbo
di Milosevic. La sua richiesta di asilo era stata respinta, ma senza
decreto di espulsione: di fatto egli era tollerato. E illegalmente il
signor Zogaj aveva fatto arrivare la moglie, la primogenita Arigona e
gli altri quattro figli.
Per anni gli Zogaj hanno vissuto nella placida Frankenburg, nell
alta Austria. Arigona è cresciuta, ha studiato, è diventata
adolescente e quasi adulta qui nel Mitteleuropa: jeans e moda casual,
cd, discoteca, primi flirt e libri di Harry Potter come i suoi
coetanei. A settembre è arrivato il decreto di espulsione. Papà e i
quattro fratelli sono stati rimpatriati a forza. Lei no: è fuggita,
si è data alla clandestinità aiutata dalla Chiesa cattolica. Il
parroco di Ungenach, un paesino dell Alta Austria, le ha dato il
rifugio che lo Stato le rifiutava. E dalla clandestinità, ha girato
il video che ha scosso il paese. Immagini girate in un modesto
interno con una videocamera amatoriale. Arigona, i grandi occhi
bruni, i capelli castani sciolti, fa il segno di "V" della vittoria
con le dita, sorride. Ma dice parole terribili. «Avete cacciato la
mia famiglia, avete distrutto delle vite. Vogliamo solo vivere
onestamente e lavorare qui, come gente normale. Qui sono cresciuta,
qui sono i miei amici, i miei affetti, la mia vita. Vi prego,
lasciatemi restare in Austria. Non vi illudete, se riusciranno a
prendermi non subirò il destino. Mi toglierò la vita, meglio la morte
dell espulsione».
Il video è stato recapitato alle tv pubbliche e private, e dal
piccolo schermo è entrato in ogni casa. La mamma di Arigona, che non
era stata ancora espulsa, alla notizia della minaccia di uccidersi
della figlia ha avuto un collasso ed è stata ricoverata in ospedale.
Lo choc del paese intero è stato grande, i Verdi, il più vivace
partito d opposizione, hanno portato la gente in piazza, davanti al
Parlamento e ai ministeri. «La politica delle espulsioni facili è
senza cuore, è disumana, antisociale, anticristiana», ha tuonato il
loro leader Alexander Van der Bellen. Ed è anche inefficiente: anche
gli extracomunitari cui l asilo viene rifiutato restano per anni in
attesa di decisioni finali sul loro conto. Nel frattempo lavorano, si
integrano, i loro figli crescono. «È assurdo chiedere agli stranieri,
specie ai musulmani, di integrarsi, e poi dopo anni buttare fuori
famiglie intere», denunciano i Verdi.
Ieri sera, il presidente della Repubblica in persona - il
socialdemocratico Heinz Fischer, il politico più popolare - ha rotto
il silenzio. Occorre pensare a un amnistia per i clandestini, ha
detto. Il governo è in grave imbarazzo: ufficialmente respinge ogni
richiesta di clemenza, ma l opinione pubblica preme.
Protetta dal parroco di Ungenach, Arigona continua la sua campagna:
l altro giorno il governatore dell Alta Austria, Joseph Puehringer,
democristiano, ha accettato di incontrarla. Senza rivelare dove fosse
il suo nascondiglio, senza farla arrestare. L ha ascoltata, ha
promesso di studiare il dramma della sua famiglia. Dramma che non è
un caso isolato: su 34mila clandestini o profughi tollerati in
Austria, almeno millecinquecento famiglie vivono a rischio di
espulsione immediata.
http://www.tesseramento.it/immigrazione/pagine52298/
newsattach1080_Repubblica%2012-10.pdf
ma anche con testi in italiano) di questa organizzazione creata dalla
lobby di Soros per condizionare la politica internazionale della
Unione Europea:
http://ecfr.eu/
<< The European Council on Foreign Relations was launched in October
2007 to promote a more integrated European foreign policy in support
of shared European interests and values. With its unique structure,
ECFR brings a genuinely pan-European perspective on Europe’s role in
the world:
ECFR was founded by a council whose members include serving and
former ministers and parliamentarians, business leaders,
distinguished academics, journalists and public intellectuals. Their
aim is to promote a new strategic culture at the heart of European
foreign policy.
With offices in seven countries, ECFR’s in-house policy team brings
together some of Europe’s most distinguished analysts and policy
entrepreneurs to provide advice and proposals on the EU’s big global
challenges.
ECFR’s pan-European advocacy and campaigns will work through the
internet and the media to make the necessary connections between
innovative thinking, policy-making and civic action.
ECFR is backed by the Soros Foundations Network, Sigrid Rausing,
FRIDE (La Fundación para las Relaciones Internacionales y el Diálogo
Exterior), the Communitas Foundation and Dr. Hannes Androsch. ECFR
works in partnerships with other organisations but does not make
grants to individuals or institutions. >>
http://ecfr.eu/content/entry/about/
Begin forwarded message:
> From: "Coord. Naz. per la Jugoslavia"
> Date: October 3, 2007 10:49:00 PM GMT+02:00
> Subject: [JUGOINFO] Conseil sorosien anti-européen des relations
> étrangères
>
>
> http://www.voltairenet.org/article151889.html
>
> 3 OCTOBRE 2007
>
> Création accélérée d’un Conseil européen des relations étrangères
>
> Un Conseil européen des relations étrangères (European Council on
> Foreign Relations - ECFR), équivalent du CFR états-unien, sera
> lancé en grande pompe le 9 novembre 2007, à l’occasion du 18e
> anniversaire de la chute du Mur de Berlin.
>
> Selon nos informations, les réunions préparatoires ont été
> organisées par George Soros à New York. L’ECFR a immédiatement
> engagé vingt employés et ouvert des bureaux dans sept capitales
> Berlin, Londres, Madrid, Paris, Rome, Sofia et Varsovie, mais pas
> Bruxelles. Il est principalement financé par la Fondation George
> Soros, par le Fundación para las Relaciones Internacionales y el
> Diálogo Exterior (liée à El Pais), et par la Communitas Foundation
> (c’est-à-dire la banque bulgare BRIB).
>
> Les adhésions se font par cooptation pour une durée de 5 ans. Les
> 50 premiers membres sont :
> Urban Ahlin - Martti Ahtisaari - Giuliano Amato - Hannes Androsch -
> Marek Belka - Svetoslav Bojilov - Emma Bonino - Robert Cooper -
> Marta Dassu - Gijs de Vries - Jean-Luc Dehaene - Gianfranco
> Dell’Alba - Andrew Duff - Sarmite Elerte - Brian Eno - Joschka
> Fischer - Timothy Garton Ash - Bronislaw Geremek - Diego Hidalgo -
> Mary Kaldor - Gerald Knaus - Caio Koch-Weser - Rem Koolhaas - Ivan
> Krastev - Mart Laar - Mark Leonard - Adam Lury - Alain Minc -
> Christine Ockrent - Leoluca Orlando - Cem Özdemir - Simon Panek -
> Teresa Patricio Gouveia - Chris Patten - Diana Pinto - Andrew
> Puddephatt - Sigrid Rausing - Albert Rohan - Pierre Schori - Narcís
> Serra - Elif Shafak - Aleksander Smolar - George Soros - Dominique
> Strauss-Kahn - Helle Thorning Schmidt - Michiel Van Hulten - Mabel
> Van Oranje - Antonio Vitorino - Stephen Wall - Andre Wilkens.
>
> Trois co-président sont été désignés : Martti Ahtisaari, Joschka
> Fischer, et Mabel van Oranje (représentant George Soros).
>
> Au menu des travaux immédiats : l’indépendance du Kosovo et
> l’intégration des Balkans —Turquie incluse— dans l’Union. À moyen
> terme, le Conseil devra pallier au rejet du projet de Traité
> constitutionnel par les peuples français et néerlandais en
> favorisant, d’une manière ou d’une autre, la fusion des fonctions
> de Haut Représentant et de Commissaire chargé des relations
> extérieures. Enfin, à long terme, le Conseil favorisera
> l’intégration complète des politiques étrangères des États membres
> dans l’Union « afin qu’elle ne parle que d’une seule voix ».
>
> La création de l’ECFR reprend le projet de l’ambassadeur George
> Kennan en 1947, mais va au-delà encore pour assurer la perennité du
> système américaniste. Au moment où les États-Unis montrent des
> signes de faiblesse, il s’agit de créer une Europe unie qui fasse
> le pendant des États-Unis et constitue avec eux un vaste ensemble
> transatlantique.
(Message over 64 KB, truncated)
(srpskohrvatski / italiano)
Torino 17-19 ottobre 2007
(english / italiano)
Nato–games in Adriatico
=== 1 ===
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(ANSA) - ZAGABRIA, 12 OTT - Con l'impiego di 40 navi da guerra, tra le quali anche la portaerei italiana 'Garibaldi', 30 caccia aerei e 8.000 soldati di 40 Paesi presenti dal primo ottobre fino a oggi nell'Adriatico croato in un'ingente esercitazione militare il Patto Atlantico ha dato alla Croazia un chiaro segnale del suo imminente ingresso nella famiglia della Nato. Parallelamente alla manovra Nobile Midas 07, conclusasi oggi a Spalato, la delegazione parlamentare della Nato ha consigliato ai Paesi membri di invitare all'adesione al prossimo summit di aprile, la Croazia, la Macedonia e l'Albania. La Croazia sta facendo notevoli sforzi per raggiungere gli standard richiesti dell'Alleanza, sia sul piano politico, come la democratizzazione della societa', sia su quello militare, quale il dimezzamento del personale, che ora conta 25.000 soldati, per liberare fondi da destinare alla modernizzazione delle armi. Pare pero' che, a differenza dei vertici politici, i cittadini croati non siano tanto entusiasti dell'imminente adesione. Secondo recenti sondaggi il 47% dei croati sarebbe contraria, mentre solo il 41% si dice a favore: il Patto Atlantico, secondo gli esperti, viene infatti collegato alla ''sanguinosa avventura americana in Iraq''. ''La Nato e' un'alleanza di Paesi sovrani, uno Stato rinuncia addirittura a piu' della propria sovranita' se membro dell'Onu, e per questo non c'e' alcun bisogno di indire il referendum'', ha spiegato all'ANSA la posizione del governo il ministro degli esteri Kolinda Grabar-Kitarovic. Di simile vedute e' anche il capo dell'opposizione di centrosinistra, Zoran Milanovic. ''L'opzione di non aderire non esiste'', ha spiegato Milanovic all'ANSA. ''Questa e' un' alleanza dei Paesi piu' democratici e piu' ricchi del mondo ha aggiunto - ed e' ovvio che anche noi vogliamo farne parte''. (ANSA). COR-GV
12/10/2007 14:55
=== 2 ===
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"Italian soldier wounded in NATO exercise in Croatia"
BBC Monitoring Europe - Political Supplied by BBC Worldwide Monitoring, October 2, 2007
Source: HINA news agency, Zagreb
Text of report in English by Croatian news agency HINA:
Zagreb, 2 October: An Italian Marine suffered gunshot injuries to the lower legs in an accident that occurred on Monday afternoon during mobile target practice as part of the NATO exercise "Noble Midas 07" on the Croatian Army training ground at Slunj, Hina learned at the "Noble Midas 07" press centre on Tuesday.
The Italian had been transferred in a Croatian Army helicopter to the Dubrava Clinical Hospital in Zagreb, where doctors said today that he was in a stable condition and that the injury would most likely have no permanent consequences.
An investigation was under way.
(C) 2007, BBC Monitoring * Reprinted for Fair Use Only
Source: http://tenc.net/a/oct10.htm#wound
---
http://www.telenorba.it/home/news_det.php?nid=3296
LE SUE CONDIZIONI SONO BUONE.
IL MILITARE DI TRUPPA DEL REGGIMENTO SAN MARCO STAVA MANEGGIANDO LA PROPRIA ARMA, QUANDO UN COLPO E' PARTITO ACCIDENTALMENTE FERENDOLO ALLE GAMBE.
E' RICOVERATO ALL'OSPEDALE CIVILE DI ZAGABRIA.
02/10/07 |
Piše: Eduard Šoštarić, 09.05.2007. | br. 599
9,000 NATO Commandos In Adriatic Operation
NACIONAL REVEALS the details of a mass military exercise involving the NATO Response Force, to be held in cooperation with the Croatian Army from 1 to 12 October of this year in central and northern Dalmatia and Istria
(Message over 64 KB, truncated)
t=15116&sid=5c04fdf26d072c47ccef19edec819e6f
Amici, intellettuali, fermate Veltroni!
Il sindaco di Roma Walter Veltroni ha chiesto al ministro
dell'interno Amato, e al prefetto di Roma, di modificare le norme
sulle espulsioni dei cittadini comunitari, in modo da poter procedere
senza ostacoli all'espulsione dal nostro paese dei cittadini rumeni
che siano accusati di "danneggiamento di persone o cose". Veltroni ha
chiesto che il provvedimento di espulsione sia emanato dal prefetto.
In sostanza il sindaco di Roma ha chiesto ad Amato di compiere una
azione illegale, varando un provvedimento in contrasto con la nostra
Costituzione, che viola il principio dell'uguaglianza delle persone
davanti alle leggi, che stravolge gli accordi e le norme della
comunità europea (della quale la Romania è membro a pieno titolo),
che sottrae alla magistratura le sue competenze, cioè quelle di
indagare e giudicare. Veltroni vorrebbe una città dove la legge si
applica per via amministrativa e tutti i poteri sono unificati, sono
un solo potere "totale".
Il gesto di Veltroni (spero) non avrà conseguenze pratiche perché la
richiesta è giuridicamente inconsistente. Ha però un grande valore
simbolico. Rafforza il messaggio già inviato da Cofferati (da
Bologna) e dagli amministratori diessini di Firenze, che è molto
semplice: la xenofobia non è una prerogativa della Lega e il futuro
Partito democratico saprà dare rappresentanza politica anche a quei
settori un po' rozzi e razzisti della nostra società che finora hanno
trovato ascolto e ospitalità solo a destra.
La mossa xenofoba di Veltroni avviene alla vigilia della sua
proclamazione a leader del Partito democratico, e chiaramente è stata
studiata proprio in funzione di questo avvenimento. Veltroni vuole
che il Partito democratico nasca con l'ambizione di poter dare voce e
potere, e di riscuotere il consenso, di un settore abbastanza vasto e
anche reazionario della destra italiana. Veltroni guarda lontano, al
dopo- Berlusconi.
Le conseguenze di questa politica spregiudicata sono tre. La prima,
devastante, è l'aumento del razzismo in Italia. La irresponsabilità
di buona parte del nostro ceto dirigente sta spingendo in quella
direzione. La seconda conseguenza è più di tipo politico, forse
indigna di meno, ma è grave: la fine della sinistra riformista,
l'apertura di un enorme vuoto nei tradizionali schieramenti politici
italiani. E la scomparsa - cioè la fuga a destra - della sinistra
riformista pone un problema serio e complesso anche alla sinistra
radicale, che perde un interlocutore, una sponda.
La terza conseguenza è il manifestarsi di un vero e proprio rischio
di regime. Intorno al nuovo Partito democratico Veltroni sta
raggruppando forze notevoli, anche intellettuali, quasi tutto il
mondo dello spettacolo, della comunicazione. Possibile che tanti
intellettuali che hanno costruito la loro personalità, il loro lavoro
di molti anni, sui valori della sinistra, o del cristianesimo
sociale, non si accorgano di questa operazione? Solo loro possono
fermare la corsa a destra di Veltroni e del nuovo partito. Possono
battergli sulla spalla e dirgli: "Walter, adesso basta, Cambia strada
o noi ce ne andiamo". Lo facciano, è urgentissimo.
Piero Sansonetti
su Liberazione del 28/09/2007
From: francesco.pinerolo @...
Subject: PRIMARIE: IL CANDIDATO VELTRONI
Date: October 12, 2007 4:53:57 PM GMT+02:00
PRIMARIE: IL CANDIDATO VELTRONI
Il programma di Veltroni, illustrato al Lingotto a Torino, è quello
di un partito moderato e interclassista di centro. Il suo tentativo è
quello di costruire un quadro politico all'americana, con un partito
democratico e uno repubblicano tra loro intercambiabili, e di ciò ne
è testimonianza anche il piu' netto inseguimento a destra dei luoghi
comuni berlusconiani su tasse e immigrazione.
Veltroni immagina una legge elettorale di ispirazione fortemente
maggioritaria e non proporzionale e, anziché restituire piena
centralità al Parlamento delinea un sistema di fatto presidenzialista
con un ruolo del Parlamento ridotto a funzioni di controllo.
Mascherata di demagogia "buonista", la visione indicata da Walter
Veltroni prefigura una 'societa' di individui' che e' un vero
abbandono di campo per la sinistra. Nella sua analisi la socialita',
la comunita', ma anche il conflitto sono dati definitivamente per
persi. E poi come si fa a mettere gli operai e i pensionati contro i
precari? Non ci puo' essere contraddizione: i loro problemi di vita,
di salario, per la casa sono gli stessi.
Tra le priorità da perseguire egli ha indicato con piglio
decisionista, manco a dirlo, la Tav e gli inceneritori, secondo
quello che lui chiama l'"ambientalismo dei sì” (sic!)
L’amerikano Veltroni quando parla di politica estera, poi, la pensa
esclusivamente come rapporto con gli Stati Uniti. Mentre in politica
interna taccia gli altri di conservatorismo, ma l'innovazione lui la
fa solo a destra: ritirando fuori perfino il principio di autorita',
della societa' securitaria: i leader del Pd dichiarano infatti ogni
giorno che faranno piu' o meno le stesse politiche di Berlusconi,
magari depurate dalle esagerazioni leghiste.
Se poi qualcuno sperava di vedere almeno abrogate le leggi più odiose
del nero governo precedente, lui ci ha messo sopra una pietra tombale
dichiarando:”Non è possibile che tutto ciò che è stato fatto da chi
c'era prima di te, se era dello schieramento avverso, sia sempre
sbagliato", sperticandosi in elogi per il nuovo gabinetto Sarkozy
(che non si vergogna di considerare un suo modello).
E in quanto al Partito Democratico, Veltroni ha detto che
nell'ipotesi di un nuovo governo amerebbe avere nientemeno che
Montezemolo, Letizia Moratti e Casini; mentre Letta ha dichiarato che
per un nuovo governo vorrebbe addirittura Tremonti e suo zio Gianni!
Veltroni lo si ricorda anche per il recente attacco all'art.18 dello
"Statuto dei lavoratori" che vieta il licenziamento senza "giusta
causa". Berlusconi provò a cancellarlo nel 2003 nell'ambito della
legge delega n.30 sul "mercato del lavoro" ma la forte protesta
lavoratrice e popolare lo costrinse a tornare sui suoi passi. Ora ci
riprova lui, appoggiando la proposta del senatore della Margherita
nonché ex ministro del Lavoro del primo governo Prodi, Tiziano Treu.
Una proposta per introdurre il "contratto unico" di assunzione per i
giovani, avanzata il 18 settembre 2007 in un convegno dedicato,
paradossalmente, alla lotta alla precarietà. Tale proposta prevede un
contratto d'ingresso lungo tre anni nel corso dei quali sono sospese
le tutele previste nell'art.18.
Ma anche "svendopoli" ha avuto tra i super privilegiati il segretario
in pectore e sindaco di Roma Walter Veltroni che tramite sua moglie,
Flavia Prisco, si è accaparrato nel 2005 un prestigioso 190 metri
quadri di proprietà dell'Inpdai situato al primo piano di via
Velletri a due passi da via Veneto al prezzo di appena 373 mila euro.
Una sorta di "sconto fedeltà" in quanto Veltroni è nato e cresciuto
nelle case dell'ente previdenziale dei dirigenti pubblici. L'Inpdai
aveva affittato sin dal 1956 un appartamento al padre, dirigente Rai.
Poi nel 1994 i Veltroni restituirono all'ente i due alloggi nei quali
vivevano Walter e la mamma per averne in cambio uno più grande ora
accatastato nel patrimonio di famiglia ad un prezzo veramente irrisorio.
Nella Roma governata da lui, inoltre, molte criticita' sono ancora
presenti fra gli strati marginali della sua popolazione. Periferie,
emergenza abitativa, precarieta' diffusa e accoglienza agli
immigrati, politica di privatizzazioni e liberalizzazioni dei servizi
pubblici, emergenza sfratti, apertura ai fascisti con l'abbandono di
Roma alle loro sempre più proterve e impunite scorribande. Non per
nulla don Sardelli, il prete romano dei poveri, lo accusa di aver
abbandonato le periferie della capitale.
Veltroni ha pure recentemente proposto di eliminare il CdA della Rai
e sostituirlo con un amministratore unico, il che, oltre a prestare
il fianco a scorciatoie che sanno solo di antipolitica, porterebbe a
snaturare la funzione essenziale del servizio pubblico, favorendo
l'ulteriore processo di privatizzazione.
Se questo è il candidato Veltroni, in un Partito Democratico di
centro ormai lontano mille miglia dalla sinistra, forse più degna è
la candidatura di Rosy Bindi che, se non altro, almeno ha una storia
che più di ogni altra ricorda quella cattocomunista.