Informazione

...troviamo notizie su:
- il nazionalismo croato che alza la testa in Bosnia-Erzegovina
- Stipe Mesic che esalta un suo zio, opportunista che ha combattuto per
tutte le bandiere, compresa quella degli ustascia, come eroe di guerra
della II G. M.
- la Difesa territoriale slovena che si organizza...
- le modifiche costituzionali in Serbia, con la limitazione
dell'autonomia... della Vojvodina, e gli scioperi ed agitazioni tra i
secessionisti in Kosovo
- le prime strade della Croazia intitolate al cardinale nazista Stepinac
- altre curiosita'

(i giornali, da noi casualmente rinvenuti, sono copie di "POLITIKA" del
4, 20, 21 e 22 settembre 1990; traduzione a cura del Coordinamento
Romano per la
Jugoslavia - crj@...)

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Sarajevo, 21.9.90.
Protest rukovodstva Bosne i Hercegovine

DRSKOST HRVATSKIH VRHOVNIKA JE NESHVATLJIVA
U tome se isticu posebno Dalibor Brozovic i Vladimir Seks. - Stipe Mesic
pretio u Listici.

Predsednistvo SR Bosne i Hercegovine uputilo je pismo Dr Franji
Tudjmanu, predsedniku Republike Hrvatske koje je potpisao Dr Obrad
Piljak.
U poslednje vreme, kaze se u pismu, sve je vise dogadjaja i skupova
politickih stranaka na teritoriji Bosne i Hercegovine koji se koriste
za slanje poruka i pretnji jedne republike drugoj. U to su ukljuceni,
kako se navodi, odgovorni funkcioneri u drzavnim organima Republike
Hrvatske.
O njihovom dolasku u SR BiH ne obavestavaju se odgovarajuci drzavni
organi ove Republike. Takvo njihovo ponasanje i pogotovo sadrzina vecine
njihovih istupa u tim prilikama dozivljava se kao negiranje suvereniteta
SR BiH i njene ravnopravnosti u Jugoslaviji.
Ko se posebno “istice”
U pismu se dalje kaze da se svojim istupanjima i iznosenjem mnogih
neprihvatljivih stavova ili slanjem pretnji najvise “istakao”
potpresednik Republike Hrvatske akademik dr Dalibor Brozovic. Posebno se
istice da je potpresednik Sabora Hrvatske Vladimir Seks takodje
nenajavljen boravio u Capljini ( ? !, n.d.t.) i to posle javnog
saopstenja sa zajednicke sednice Predsednistva Izvrsnog veca Skupstine i
odgovarajucih funkcionera Skupstine SR B i H, na kojoj su osudjene
navedene pojave dolazaka i delovanja na teritoriji SR BiH drzaavnih
funkcionera iz drugih republika bez znanja drzavnih organa ove
Republike. Predsednistvo SR BiH obavestava Tudjmana da je upoznato i sa
pismom koje je Republickom sekretarijatu za unutrasnje poslove BiH
uputio predsednik Sabora R. Hrvatske Vladimir Seks. Cudno je i
indikativno, glasi komentar Predsednistva sr BiH, da to pismo nije
upuceno preko nadleznih ili odgovarajucih drzavnih organa. Ovakvo
obracanje smatra se neprimerenim korespondiranjem ravnopravnih partnera
i organa dve suverene i ravnopravne republike.
“Hrvatski mladici” i terorizam
Pojedini navodi u tom pismu, kako smatraju clanovi Predsednistva SR BiH,
najblaze receno, zacudjuju.
Kako se moze reci da je recimo l972. Godine u zemlju ilegalno usla
“grupa hrvatskih mladica”, iako je i u svetu poznato da se radilo o
grupi dobro obucenih terorista, koji su u Jugoslaviju ubaceni sa ciljem
da oruzanim akcijama i masovnim ubijanjem ljudi izazovu haos u zemlji i
da sruse ustavni poredak, iako se zna da je u borbi sa njima poginulo i
13 jugoslovenskih gradjana. Ovakve tvrdnje mogu se okvalifikovati samo
kao neshvatljiva drskost.
Jos vecom drskoscu i provokacijom Predsednistvo SR BiH smatra u
pomenutom pismu da su oni likvidirani prilikom ulaska “u Republiku
Hrvatsku, gde je u Bugojnu....”To se smatra otvorenim prekajanjem
unutrasnjih granica u Jugoslaviji i izrazavanje pretenzija prema
teritorijama SR Bosne i Hercegovine negiranjem njenog suvereniteta.



TRADUZIONE
La protesta della leadership della Bosnia-Erzegovina
L’arroganza dei dirigenti croati e’ incomprensibile
In questo si distinguono particolarmente Dalibor Brozovic e Vladimir
Seks. La minaccia di Stipe Mesic a Listica.

Sarajevo, 21 settembre 1990
La presidenza della Repubblica Socialista di Bosnia-Erzegovina ha
indirizzato una lettera al dott. Franjo Tudjiman, presidente della
Repubblica di Croazia, che e’ stata firmata dal dott. Obrak Piljak.
Ultimamente, si dice nella lettera, sempre piu’ spesso avvengono fatti e
raduni dei partiti politici sul territorio della B.E., che vengono usati
per inviare messaggi e minacce da una Repubblica all’altra. In questo si
inseriscono, come viene detto nella lettera, funzionari responsabili
degli organi statali della Repubblica di Croazia.
Del loro arrivo nella R.S.B.E. non vengono informati gli organi statali
competenti di questa Repubblica. Questo loro comportamento e soprattutto
il contenuto della maggior parte dei loro comizi in queste occasioni
viene percepito come una negazione della sovranita’ della R.S.B.E., e
della suoi pari diritti all’interno della Jugoslavia.
Chi si “espone” di piu’
Nella lettera si afferma anche che tra chi si espone con posizioni
fortemente inaccettabili, oppure invia minacce, c’e’ in maniera
particolare il vicepresidente della Repubblica di Croazia, l’accademico
dott. Dalibor Brozovic. Si sottolinea soprattutto che il vicepresidente
del Sabor croato, Vladimir Seks, ha soggiornato - pur non essendo
invitato - a Capljina [cittadina della Erzegovina, dove si trova la
Scuola ufficiali dell’esercito, n.d.T.], e questo e’ avvenuto dopo
l’annuncio pubblico della riunione congiunta della Presidenza del
Consiglio esecutivo dell’Assemblea con i rispettivi funzionari
dell’Assemblea della R.S.B.E., nella quale sono stati condannati questi
ed altri casi simili di arrivi ed azioni di funzionari di altre
repubbliche sul territorio della R.S.B.E. senza che ne fossero informati
i competenti organi statali di questa Repubblica. La presidenza della
R.S.B.E. ha avvisato Tudjman di essere a conoscenza anche del contenuto
della lettera inviata dal Presidente del Sabor della Repubblica di
Croazia Vladimir Seks al Segretariato repubblicano per gli affari
interni della B.E. E’ curioso ed indicativo, si dice nel commento della
Presidenza della R.S.B.E., che questa lettera non e’ stata spedita
tramite gli organismi statali competenti o preposti. Questo modo di
interloquire per corrispondenza e’ ritenuto non appropriato tra due
partner, organi di due repubbliche sovrane e di pari diritti.
I “giovani croati” ed il terrorismo
Alcuni brani della succitata lettera, secondo i membri della Presidenza
della R.S.B.E., quantomeno sorprendono.
Come si puo’ dire, ad esempio, che nel 1972 nel paese e’ entrato
illegalmente un gruppo di “giovani croati”, benche’ tutto il mondo sa
che si trattava di un gruppo di terroristi molto bene addestrati che
sono stati introdotti in Jugoslavia allo scopo di compiere azioni
militari, uccisioni in massa di persone, per scatenare il caso nel
paese ed abbattere la Costituzione, malgrado si sappia che nello scontro
sono morti 13 cittadini jugoslavi. Queste affermazioni possono essere
considerate soltanto alla stregua di una prepotenza incomprensibile.
La Presidenza della R.S.B.E. ritiene essere di una prepotenza e
provocazione ancora piu’ grande il fatto che secondo la suddetta lettera
essi sarebbero stati liquidati all’ingresso “nel territorio della
Croazia, a Bugojno ...”. Questo si ritiene un vero cambiamento delle
frontiere interne della Jugoslavia, con dichiarate pretese nei confronti
del territorio della B.E., negando la sua sovranita’. E’ intollerabile
anche la prassi di abusare dell’ospitalita’, come e’ anche il caso
della minaccia ad un’altra Repubblica pronunciata da Stjepan Mesic,
allora Presidente del governo della Croazia, parlando a Listica.
Questi comportamenti di rilevanti funzionari statali della Repubblica di
Croazia, si dice nella lettera, sono in diretta contraddizione anche con
le posizioni unitarie raggiunte durante l’incontro nel quale si sono
analizzate le reciproche relazioni e la cooperazione futura, nella
conversazione tra le delegazioni delle due Repubbliche a Zagabria il 23
luglio di quest’anno.
A Tudjman si richiede che al fine di una ulteriore cooperazione
reciproca e paritaria, il rapporto e la condotta dei funzionari statali
della Repubblica di Croazia si coordinino in relazione agli accordi ed
alle prese di posizione di Tudjman, riguardanti lo status costituzionale
ed i diritti della R.S.B.E., in quanto repubblica sovrana, indipendente
e di pari diritti nella Repubblica di Jugoslavia.
Nella lettera indirizzata a Tudjman, inoltre, si dice : “Ci farebbe
molto piacere se non dovessimo intraprendere altri passi che potrebbero
influenzare ancor piu’ negativamente la cooperazione reciproca su basi
paritarie, il che e’ senz’altro nell’interesse di tutti i cittadini che
vivono nelle nostre Repubbliche.”
M.Duric


KOME SE TO PRIVIDJA GENERAL
U poslednjem broju “Narodna armija” donosi ko je, zapravo bio Marko J.
Mesic kome njegov
rodjak Stipe pripisuje cin generala i velica ga kao heroja.

A CHI SI FA APPARIRE COME GENERALE

L’ultimo numero di “Narodna Armija” riposta chi e’ stato effettivamente
Marko J. Mesic, a cui il suo parente Stipe aggiunge il grado di generale
e lo esalta come eroe.

Il nuovo numero di “Narodna armija” riporta il commento, sotto la
denominazione “A chi si fa apparire come generale”, in relazione
all’intervista fatta a Stjepan Mesic e pubblicata su “Borba” il 13
settembre. Mesic ha tra l’altro detto : “Mi mettono in relazione con il
generale ustascia Mesic, con il quale sono imparentato, e non si dice
che questo ufficiale dei domobrani [corpo collaborazionista dei tedeschi
durante la II G.M., n.d.T.] con la sua unita’ e’ passato a Stalingrado
dalla parte dell’Armata Sovietica, che alla fine della guerra e’
diventato ufficiale sovietico, e che la sua unita’ nello scontro con i
tedeschi e’ stata decimata.”
Chi era questo “generale sovietico” ? Nella risposta documentata
esclusivamente in base a documenti salvati, il commentatore di “Narodna
armija” scrive che Marko J. Mesic, con il grado di tenente-colonello,
solamente in quattro anni era riuscito (per suoi personali interessi) ad
adattarsi a quattro eserciti ideologicamente diversi. In tutto quel
tempo ha giurato fedelta’ a tutti loro, cambiando facilmente le bandiere
militari, i berretti, portando sfacciatamente anche l’aquila bianca
bicipite [stemma della Jugoslavia monarchica, n.d.T.], e distintivi
ustascia e nazistici, la stella dell’Armata Rossa, lo stemma dell’AVNOJ
[Consiglio Popolare Antifascista di Liberazione Nazionale, fondatore
della RFS di Jugoslavia, n.d.R.] ed il tricolore jugoslavo. Ha
comandato l’ottavo reggimento d’artiglieria dell’esercito jugoslavo,
sezione cannonieri, cioe’ i resti del 369.esimo reggimento rinforzato di
fanteria dell’NDH [stato fantoccio nazista croato di Pavelic, n.d.T.]
sul fronte orientale, e la prima brigata jugoslava dell’Esercito
Popolare di Liberazione formata in URSS, ed ha tradito ognuna di queste
unita’ quanto si trovava nel momento piu’ difficile, oppure esponendole
a perdite catastrofiche. Per sua colpa, da una unita’ di 1530 tra
soldati ed ufficiali, uno su tre ha perso la vita. Per 17 mesi di
combattimenti sul fronte orientale, prevalentemente nella composizione
di gruppi militari d’elite del gruppo dell’Armata sud della Wehrmacht,
e’ stato decorato con 4 onoreficenze - Pavelic lo ha decorato con
“l’ordine militare del trifoglio di ferro” di quarto grado, e poi di
secondo grado, con il diritto di intitolarsi “cavaliere”, mentre Hitler
con la Croce di ferro di secondo grado, e poi del primo ordine. Come
prescelto dell’NKVD, e senza alcuna consultazione con il nostro
Movimento Popolare di Liberazione, dal campo dei prigionieri di guerra
e’ stato inserito nel centro per l’addestramento, a 120 chilometri da
Mosca, come comandante di reparto, e poi della prima brigata jugoslava
dell’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia, formatasi in
URSS. La prima e l’unica battaglia che ha comandato fu condotta nel
1944 a Cacak dalla brigata a fianco della Armata Rossa. Qui, negli
scontri con i tedeschi, sono morti 539 soldati ed ufficiali, il che per
numero di perdite in una singola battaglia e’ un caso unico nella storia
dell’Esercito di Liberazione Popolare della Jugoslavia.
Del pessimo comportamento nelle battaglie tenuto dal tenente-colonello
Mesic , da parte dei suoi collaboratori, e di una parte degli ex
legionari, sono rimasti gli scritti di vari autori che descrivono questo
dramma, di prossima pubblicazione in una monografia di questa unita’.
Il comandante ed il capo del comando della 23.esima divisione, Miladin
Ivanovic e Rajko Tanaskovic, hanno proposto l’8 di novembre,nell’analisi
del comportamento della brigata in queste battaglie e nella
risistemazione delle file di scrivere quanto segue : “Che si ripulisca
quanto prima dagli elementi indesiderati e che si sostituisca una
grande parte dei quadri di comando. Ci si riferisce anche al
comandante di brigata, che si e’ dimostrato debole, pauroso,
sconcertato, disturbato e sfiduciato...” Dopo il ritiro della brigata
dal fronte, il tenente colonello Marko Mesic il 18 novembre con
decisione del comandante supremo, e’ stato rimosso dall’incarico di
comandante e spostato ad incarichi amministrativi del Comando
d’artiglieria.
Cosi’ si e’ spenta la stella militare di Marko Mesic, di padre Josip,
nato a Bjelovar. Da tenente-colonello dunque non ha fatto nemmeno un
passo avanti, soltanto forse nei propri desideri, ed ecco anche nei
pensieri di chi pretende che sia un eroe, esempio, oppure vittima, e lui
non merita di essere ne’ l’una, ne’ la seconda, ne’ la terza cosa,
scrive “Narodna armija”. (R.P.)


Odnos prema JNA u Sloveniji se pogorsava.
SLOVENCI BI DA SMENE KOMANDANTA TERITORIJALNE ODBRANE
Namerno zanemaruju cinjenicu da je ta funkcija u nadleznosti Saveznog
sekretarijata za narodnu odbranu.

Il comportamento degli sloveni verso l’EPJ sta peggiorando.
GLI SLOVENI VORREBBERO SOSTITUIRE IL COMANDANTE DELLA DIFESA
TERRITORIALE
Di proposito stanno trascurando il fatto che questa funzione è di
competenza del Segretariato federale per la difesa popolare.
Maribor, 21 settembre l990

In Slovenia non desistono dalla soluzione di sostituire forzatamente il
Comandante della Difesa territoriale, Ivan Hocevar.
Questo comandante non è di loro gradimento a causa della sua aperta
posizione jugoslava, il che ha dimostrato esplicitamente anche nel caso
quando dal Segretariato federale per la difesa nazionale è stato
ordinato che le armi della DT vengano tolte e conservate meglio e più
sicuro nei magazzini militari.
Il nuovo attacco contro il generale Hocevar è arrivato ieri dalle file
del PRTITO Socialista della Slovenia. In esso si contesta a questo
ufficiale”perché non ha ordinato che le armi dal magazzino vengono usate
per le manovre della DT” . Gli viene contestato perché non hs consentito
che ha proibito all’uso delle manovre che in questo contesto sono
pianificate dalla RS della Slovenia, cioè da i suoi dirigenti.
Nella pubblica dichiarazione ufficiale, il Partito socialista tra
l’altro dichiara che ; le manovre della DT in Slovenia saranno
effettuate esclusivamente in base agli ordini dei dirigenti di questa
repubblica, cioè dagli organi competenti. Ciò comporta alla necessità di
nominare un nuovo comandante della DT della Slovenia da parte dei suoi
dirigenti, cioè che questa funzione venga tolta dalla competenza del
Segretariato federale per la difesa jugoslava.
Questo, come anche la chiara politica riguardo le reclute, espressa da
questa repubblica, dimostra che la Slovenia conforme ai suoi piani
confederali, vuole quanto prima l’intera problematica della difesa
nazionale prendere nelle proprie mani, con il che gli organi competenti
della difesa federale come pure la dirigenza della Jugoslavia erano
precedentemente informati.
Perciò, secondo il parere del Partito socialista di questa repubblica,
che in totale esprime le posizioni della dirigenza della Slovenia “il
comportamento del generale Hocevar, ulteriromente aggrava la relazione
della Slovenia con l’EPJ, e con che viene negata la sovranità della
Slovenia, la sua Assemblea e Presidenza”. Tutto ciò, si dice
ulteriormente nella dichiarazione, si crea l’impressione che in Slovenia
c’è una situazione esplosiva (d’incidente).
(S. Petrovic)

Pucnikovo pismo Kucanu
Predsednik vladajuce koalicije u Sloveniji Demos, Joze Pucnik, uputio
je otvoreno pismo Milanu Kucanu u kojem ga optuzuje za neodlucnost u
slucaju oduzimanja i vracanja oruzja teritorijalne odbrane Slovenije.

Lettera aperta di Joze Pucnik, al presidente sloveno Milan Kucan
Ljubljana, 21 settembre

Il presidente della coalizione governativa slovena Demos, Joze Pucnik,
ha inviato una lettera aperta di protesta al presidente della Repubblica
Milan Kucan, nella quale lo accusa per la sua indecisione nel caso della
sottrazione e la restituzione delle armi alla DT della Slovenia.



Sednica Ustavne komisije Vojvodine
PRIHVACEN PREDLOG USTAVA SRBIJE

Novi Ustav omogucit ce svestrani dmokratski razvoj Republike.

Novi Sad, 21 settembre (Tanjug)
La commissione per le questioni costituzionali del Parlamento
SAP(Regione autonoma socialista) della Vojvodina, nella seduta odierna
presieduta dalla presidentessa del Parlamento Verona Adam-Bokros, ha
esaminato e, dopo un dibattito di più ore, ha appoggiato il Decreto
della Costituzione della Repubblica di Serbia.
Alla seduta di questa commissione hanno partecipato alla discussione e
hanno risposto alle molteplici domande i membri della Presidenza della
RS di Serbia e al contempo i membri della Commissione costituzionale
della RS di Serbia Slobodan Vucetic e il dr. Jurij Bajec.
Con il varo della nuova Costituzione, ha dichiarato Verona Adam-Bokros,
si creano le basi per il funzionamento della Repubblica di Serbia come
stato sovrano e moderno. Le risoluzioni proposte esprimono completamente
l’impegno perché la nuova Costituzione renda possibile uno sviluppo
democratico generale della Repubblica di Serbia come una comunità
moderna e democratica inserita nella RSF di Jugoslavia, e anche la
possibilità per uno sviluppo indipendente della Repubblica di Serbia nel
caso in cui non si raggiunga un accordo tra i popoli jugoslavi in una
vita comune nella Jugoslavia federativa.
S Vucetic ha dato ampie motivazioni di alcune decisioni e ha risposto
insieme a Jurij Bajec a molte domande ed anche alle osservazioni
critiche dei membri della Commissione costituzionale della Vojvodina.
Egli ha particolarmente posto attenzione al fatto che anche di fronte ad
una richiesta massiccia di cambiare il termine “nazionalità” nella
Costituzione inserendo il termine “minoranza”, si sia rimasti all’idea
di “nazionalità”, che ha già acquistato il suo pieno significato
soprattutto nella multietnica Vojvodina, il che è anche in conformità
con la Costituzione della RSFJ.
Egli ha smentito le speculazioni e le affermazioni infondate sul
concedere troppo potere al Presidente della Repubblica di Serbia,
sottolineando che l’Assemblea della Repubblica di Serbia ha, come
maggiore organo di governo, un’autorità sia costituzionale che
legislativa, cosicché non si prenda in considerazione nemmeno
l’introduzione di un sistema presidenziale nella repubblica.

JEDNA ULICA U DUBROVNIKU DOBIJA IME ALOJZIJA STEPINCA
Dubrovnik 21 settembre 1990

UNA STRADA A DUBROVNIK PRENDE IL NOME DI ALOJZIJE STEPINAC...


Da "Politika" 4 settembre l990

Pristina ; "Strajk nije uspeo"
Osujecena namera separatista da paralisu zivot na Kosmetu. Republicki
organi Srbije obezbedili normalno funkcioniosanje svih vitalnih funkcija
i snabdevanje gradjana prehrambenim proizvodima.
Danas od separatistickog vrha naredjen i zapocet t.zv. 24. Casovni
generalni strajk Albanaca na Kosovu pretvorio se u poraz sovinista i
separatista......Dok su sve prodavaonice "Mehanizacije" radile, najdalje
u strajku otisli su radnici i rukovodioci, Albanci trgovinskog preduzeca
"Vocar", jer najveci broj prodavaonica nije ni otvoren.
Prvih dana nastava u skolama se odvijala na srpskom, turskom i romskom
jeziku , jer ucenici Albanci nisu ni dosli u skole .


Pristina, 4 settembre : "Lo sciopero non riuscito"

Sventato il tentativo dei separatisti di paralizzare la vita nel Kosovo
e Metohija. Gli organi repubblicani della Serbia hanno assicurato il
funzionamento normale delle funzioni vitali e il rifornimento dei
prodotti alimentari .
Oggi e stato ordinato dai lider separatisti ed è iniziato il cosiddetto
sciopero di 24 ore. Lo sciopero generale degli albanesi nel Kosmet si è
concluso con una sconfitta dei sciovinisti e separatisti... Mentre tutti
i negozi della società "Mehanizacija" sono rimasti aperti, i negozi
della catena alimentare "Vocar", la maggior parte , non hanno aperto.

Postoji li skrivena bolnica ? Veci broj Albanaca nije dosao na
posao. Zene tek sto su se porodile ostavljaju bolnicu. Nestale velike
kolicine lekova.

n Turska salje trupe u Zaljev.

n Gorbacov i Bush pred Branembourskom kapijom. Nemci bi zeleli da
trenutke velike nacionalne radosti podele sa svetom.
n Povlacenje vojske SSSR. Sovjetska armija ima 380.000 vojnika, 160
velikih kasarni, 50.000 oficirskih stanova, 30 aerodroma i 40 poligona.
Protest sovjetskih oficira u garnizonu kod
n Magdenbourga zbog naredbe o skorom povlacenju.

n Ispraviti nepravde nanete Srbiji i srpskom narodu. Novobeogradjani
upoznati sa programom SPS-a.


n Pitanje : Dali ce u Ustavu Srbije sluzbeni jezik biti srpskohrvatski
kao do sada ili srpski, pita Nikola Mrdjan. Srpskohrvatskim jezikom, po
recima Djoke Stojicica, govore 4 naroda - Srbi, Hrvati, Crnogorci i
Muslimani... U sustini to je jedan jezik. Akcije za podelu jezika
ustvari su podle namere da se narodi podele. To je jos krajem sezdesetih
godina u Hrvatskoj sproveo V. Bakaric. On je ustvari odobrio da u
Hrvatskoj u zvanicnoj upotrebi bude hrvatski knjizevni jezik. Sada je
nazalost u Ustavu Hrvatske izbrisan srpski jezik.
......Igra sa terminima, po recima Djoke Stojicica, nimalo nije
naivna. Recimo Siptari na Kosovu su se svojim imenom "sinovi orlova"
ponosili do l968, a onda im je nametnut naziv Albanci. Nazalost oni se
ne upisuju kao jugoslavenski Albanci, vec samo kao Albanci. To znaci
pripadanje Albaniji a en Jugoslaviji. Po onom sto se u svetu priznaje,
oni mogu da budu samo nacionalna manjina. Slicnu igru sada igra SDA u
Sandzaku. Fundamentalisti hoce da su Turci, a zna se da su Muslimani
slovenskog porekla i da govore srpskim jezikom.

U Priboju posle skupstine SDA. Pucalo se na srpsku decu. Zitelji
grada Lima odrzali zbor trazeci ostavke opstinskog rukovodstva koje je
dozvolilo da se osnivacka skupstina SDA obavi u centru grada.

Mr Borisav Radjenovic : "Veliki si posao ucinio za Tudjmana".
Otvoreno pismo Simi Rajicu, potpresedniku Sabora Hrvatske.

Knin : Osnovci nisu posli u skolu. Zbog neizvesne i napete
politicke situacije u Kninskoj krajini danas nije pocela najavljena
nastava u osnovnim skolama. Sindikat prosvetnih radnika, roditelji i
aktivisti Srpske demokratske stranke poslednjih meseci u nekoliko
navrata najavljivali bojkot nastave zbog kroatocentricnih udzbenika i
nastavnih programa. Zbgo bojazni roditelja, naocito onih cija deca
putuju do skole, opstinske prosvetne vlasti odlozili su pocetak nove
skolske godine. Pretprosle noci svi prilazi Kninu blokirani.

Najavljen protestni miting Srba u Sibeniku.

Srbi u Hrvatskoj bili bi srecni da imaju prava Albanaca na Kosmetu,
rekao je Mihajlo Markovic na predstavljanju SPS u Nisu.

Nije rec o niokakvoj zloupotrebi ljudskih prava Albanaca na Kosovu,
vec o stogodisnjoj zelji da se stvori Velika Albanija.... Radovali
bi se i Baski u Spaniji, i Madjari u Rumuniji.....Na Kosmetu se pokusava
da se na jugoslavenskoj, srpskoj teritoriji stvori jos jedna drzava
Albanija. Na zalost ovakve teznje podrzavaju se od Vatikana,
Habzburgovaca, muslimanskih organizacija, a u poslednje vreme i od SAD-a
Iz Amerike se preti kako ce Kongres biti jos restriktivniji u odnosu na
Srbiju i Jugoslaviju i kako nas nece vise pomagati. Time nas ne mogu
uplasiti. Zahvaljujemo im na pomoci koju su nam pruzili pedesetih
godina, ali ono sto su ucinili sedamdesetih, kada smo dobili 20
milijardi dolara, da bi samo kroz kamate do sada morali da platimo 40
milijardi i da nam pri tom ostane dug od 16 milijardi, pre bi se moglo
nazvati pljackom nego pomoci.

U velikoj dvorani Studentskog centra u Zagrebu, "Orlovi" i
"Jastrebovi" u istom jatu. Dajuci podrsku strajku separatista na Kosovu,
hrvatski nacionalisti su se juce obracali okupljernim Albancima pozivom
: "Ustanite braco !"
Doktor Slobodan Lang posti na Trgu Marsala Tita u Zagrebu. Skup
otvorio Ivan Zvonimir Cicak na "zdencu zivota"

Cudna promocija na Sirokom Brijegu. Novi "crnokosuljasi" u stroju.

Makedonija : Dramaticno saopstenje sa preksinocne sednice
Izvrsnog veca sobranja SR Makedonije. Ozbiljno naruseni politicki zivot
i bezbedno stanje u Makedoniji. Jednonacionalna siptarska organizacija,
Partija za demokratski prosperitet, poznata po separatistickim
ciljevima, namece se kao pandan i paralelna vlast legalnim drzavnim
organima. U svom delovanju VMRO -DRMNJ upotrebljava teroristicke metode
linca.
Makedonija - poligon siptarskog separatistickog delovanja kosovske
alternative.
Sejanje straha medju Makedoncima i cestitim Siptarima.


Su Ante Markovic
Krajnje je kontroverzna pojava stranke Ante Mrkovica na
politickoj sceni. Premijer se navodno zalaze za depolitizaciju uprave, a
osniva stranku vlade. Nada se kako rece Mileta Gajic, da ce privuci
siroke mase, a u stvari sprovodi takvu politiku da radnici ne mogu da
poele zaradjeno, a poljoprivrednici da naplateproizvedeno i to po
realnoj sceni.

Sa autorom neobicne knjige o Sumaricama : "Zapisi sa stratista".
Petar Lubarda : Ima li stravicnijeg prizora za ljudske oci od
dece na koju pucaju...". Jean Paul Sartre : "Najbolji utisak koji
stranac moze da ponese iz jedne zemlje, to je bo l koju oseti u toj
zemlji".


"Politika", 22. Septembar 1990.

Na zahtev Okruznog javnog tuzilastva Pristine.
OPTUZENA GRUPA BIVSIH FUNKCIONERA KOSOVA

Zbog osnovane sumnje da su izvrsili krivicno delo udruzivanja radi
neprijateljske delatnosti i ugrozavanja teritorijalne celine SR Srbije
pokrenuta je istraga protiv Juzufa Zejnulahua,Seljadina Skeje, Muhameta
Bicaja, Jusufa Karakusija, Leka Vuksanija, Ise Mustafe i Agima Malje.
Pristina, 21.9.l990.
Okruzni sud u Pristini saopstio je danas da je na zahtev Okruznog javnog
tuzilastva doneo resenje o sprovodjenju istrage protiv sestorice bivsih
clanova Izvrsnog veca Kosova i direktora Radio Televizije Pristina
kojima stavlja na teret da su obrazovali grupu sa ciljem da se
protivustavnim putem izmene granice SR Srbije i Kosovo proglasi
republikom.
U saopstenju se navodi da je istraga pokrenuta protiv Jusufa Zejnulahua,
bivseg predsednika Izvrsnog veca Skupstine SAP Kosovo, Seljadina Skeje,
bivseg sekretara za saobracaj i veze, Muhameta Bicaja, bivseg sekretara
za obrazovanje, nauku i kulturu, Jusufa Karakusija, bivseg pokrajinskog
sekretara za unutrasnje poslove, Leka Vuksanija, bivseg pokrajinskog
sekretara za rad, zdravstvo i socijalnu politiku, Ise Mustafe, bivseg
clana Izvrsnog veca Kosova, kao i Agima Mlaje, bivseg direktora
Radio-televizije Pristina.

Pec, 21.9.90.
Zahtev za smenjivanje predsednika Skupstine opstine, Muhameda
Corkadiju, i Izvrsnog veca SO Pec, Aleksandra Grujica.


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-------- Original Message --------
Oggetto: Report from Sofia, Bulgaria
Data: Mon, 6 Nov 2000 17:51:52 -0500
Da: iacenter@...
Rispondi-a: "International" <iacenter@...>
A: "International" <iacenter@...>

Report from Sofia
BULGARIAN ANTI-FASCISTS HOST TRIBUNAL ON NATO WAR CRIMES
Sofia, Bulgaria, Oct. 2 and 3

Two delegations from Yugoslavia traveled to this ancient Balkan capital
in late September. Neither got much international media coverage, but
for different reasons.

On Sept. 27 leaders of the US-backed "Democratic Opposition of
Serbia" met here quietly with representatives of the World Bank, the
International Monetary Fund and NATO officials. They signed a "letter
of intent" pledging that when they came to power they would raise
prices, privatize state industry and dismantle Yugoslavia's free health
care system. That was the price the US and other NATO powers
demanded for the hundreds of millions of dollars they pumped into the
campaign to overturn Yugoslavia's Socialist Party government and for
the promised lifting of Western economic sanctions.

Members of the other group had experienced a different form of
Washington's largesse. They had lost children, parents, spouses and
friends to the hail of NATO bombs and missiles that descended on
Yugoslavia in the spring of 1999. They came to tell an international
tribunal of the price the US and NATO imposed on Yugoslavs for not
accepting the IMF's "economic restructuring" plan.

Yugoslavia and Bulgaria have a lot in common. They are neighbors
closely related by language, culture, history and topography. They both
had socialist revolutions at the end of World War II. And over the past
decade they have both been targets of US-directed wars of
destruction. Against Yugoslavia that war was waged with bombs,
missiles, CIA-backed terrorism and economic sanctions. In Bulgaria it
took the form of IMF dictated "shock therapy" imposed by the same
type of "democrats" the US now backs in Yugoslavia. In 1990 a similar
US-funded movement grabbed power in Bulgaria after a campaign of
"destabilization." Today the average Bulgarian lives on 58 cents a day.

"For the past 10 years, life here has been a catastrophe," says Dr.
Mimi Vitkova, who was Bulgaria's health minister from 1995 to 1997.
"We were never a rich country, but when we had socialism our children
were healthy and well-fed. They all got immunized. Retired people and
the disabled were provided for and got free medicine. Our hospitals
were free.

"Today," she continues, "if a person has no money, they have no right
to be cured. And most people have no money. Our economy was
ruined. We had a lot of industry, but after privatization many plants
shut down. We lost our trade with the Soviet Union, with Africa, Latin
America and, of course, Yugoslavia. Officially unemployment here is 17
percent, but in many parts of the country it is 35 percent or more. At
least 1 million of our most educated people have emigrated abroad.
We were promised if we 'privatized' we would get access to West
European markets, but it never happened. Instead we get are tiny
loans from the International Monetary Fund."

Dr. Vitkova is a member of the Bulgarian Antifascist Union, originally
formed by partisans who fought the Nazis and their collaborators
during World War II. While Bulgaria's monarchy sent troops to aid the
Axis in Yugoslavia and Greece, Bulgarian revolutionaries fought
alongside Yugoslav partisans against Hitler's troops.

"Our organization is made up of people who swore to never allow
fascism to return," Vitkova said of the union. "Bulgaria was one of the
the few countries where all Nazi collaborators were punished. But
today the pro-NATO regime is trying to clean up history, saying that
Bulgaria never had fascism. Our main activities are educational, but
they are not only excursions into the past. We may face the same
forces in the future. Our people will not submit to the economic
dictatorship that now rules our country."

On Sept. 30 and Oct. 1, the Antifascist Union hosted the fifth hearing
of
the East Europe?based International People's Tribunal on NATO War
Crimes in Yugoslavia. Previous hearings had been held in Russia,
Ukraine, Germany and Yugoslavia itself. The tribunal cooperates with
the Commission of inquiry on NATO War Crimes headed by former US
attorney general Ramsey Clark. Judges from Bulgaria, Russia, Ukraine,
Georgia, Poland, Burkina Faso, Germany and the United States heard
wrenching testimony from Yugoslav victims of NATO's bombing
campaign. The hearing was opened by Antifascist Union president
Vladimir Velkanov and tribunal president Mikhail Kuznetzov of Russia.
The US antiwar movement was represented by Bill Doares and Lara
Kretskaya of the International Action Center and the US Commision of
Inquiry.

"NATO took everything from me," Olivera Simic of Novi Pazar told the
judges. She described how her husband had gone with their 2-year-old
son to buy parts for their car on May 31, 1999. That was the day
generals at the Pentagon decided to destroy the center of Novi Pazar.
Simic, pregnant, stayed home. She only heard the explosion that
demolished the city's central department store, killing her husband, son
and nine other people.

Elitza Yovanovic was at home on April 5, 1999, the day the US Air
Force bombed the town of Aleksinac. "Aleksinac was my Hiroshima,"
she says. She was not in the house when the missiles hit, but her aunt
and uncle, her husband's parents and most of her friends died that day.
She tried to dig her aunt out of the rubble but it was too late. Her
mother, a doctor, was wounded and died a few months later.
Yovanovic's 6-year-old daughter survived the bombing but still asks
when her left leg will grow back.

Branko Brudaro recalled how he and his wife had decided to send their
9-year-old daughter to stay with his in-laws in rural Montenegro, far
from any roads or military or industrial targets. They could not escape
the Pentagon reach. On April 13, Brudaro's daughter, his wife's sister
and her daughter were killed by NATO bombs.

Milos Markovic is a journalist in the cultural section of Serbian
television. He was working late the night of April 23 when US missiles
destroyed the TV station. "We stumbled outside through smoke and fire
only to see our colleagues' heads and arms lying on top of cars and in
the streets." Markovic noted that Western correspondents often worked
overnight at Serbian TV facilities but none were there the night the
missile hit.

Stoyanc Petrovic's grandson was killed in the bombing. He himself was
hospitalized with a fractured leg when NATO missiles hit the hospital.
20 patients and medical workers died.

A representative of Iraq told of the 9 years of destruction inflicted on
his country by US-directed war and sanctions, which have taken the
lives of hundreds of thousands of children.

The tribunal also heard testimony about the murder and persecution of
Serbs, Romas, Gorans, Turks and other minorities in Kosovo inthe 13
months of NATO-KFOR occupation. The judges unanimously found the
leaders and military commanders of NATO guilty of war crimes against
the people of Yugoslavia. The final verdict called for the abolition of
NATO as a "criminal organization," an end to the occupation of Kosovo
and for reparations to the Yugoslav people from the NATO powers.
IAC representative Doares closed the tribunal with a denunciation of US-
NATO interference in the Yugoslav elections, which he called a
"continuation of the war." He compared the IMF's destruction of the
Bulgarian economy to the devastation of Yugoslavia by NATO bombs
and missiles and drew applause when he called NATO and the IMF
"two arms of the same monster."

Judges from other East European and former Soviet republics were
familiar with the role of NATO and the IMF. One of them was
Pantaleymun Georgadze, general secretary of the Communist party of
the former Soviet republic of Georgia. He told IAC representatives that
while most Georgians now live on the edge of starvation, the US-
backed Shevardnadze wants turn Georgia into a NATO base. "They
want to make the Caucasus a zone of war like the Balkans," he said.
Georgadze's son, once the republic's minister of security, has been
froced into hiding for opposing the Shevardnadze regime.
Representatives from Ukraine told how the NATO-backed "democratic"
regime in their country has also destroyed their country's industry
while
dragging Ukraine into NATO's "Partnership for Peace." NATO held
maneuvers in Ukraine last summer.

Among the Bulgarians attending the hearing was Blagovesta Doncheva, a
former
schoolteacher who was once an anticommunist "dissident. Now an anti-NATO
activist, she was arrested for protesting Clinton's visit to Bulgaria in
1999.
She was deeply concerned about Western intervention in the Yugoslav
elections. "They did exactly the same thing in 10 years ago in
Bulgaria," Doncheva says. "The Bulgarian 'Union of Democratic Forces'
was flooded with money, cars, trucks, computers from the CIA and the
Soros Foundation. They made big promises, and we believed them.
Then the IMF and World Bank destroyed the very fabric of our society.
Our industry was shut down, our pensions were taken away. Earlier
women could retire at 55 and men at 60; now no one can retire. Our
seniors are eating out of garbage bins, children are dying in the
streets
from drugs and malnutrition. The last 10 years have been the most
awful of my life. For us, stopping NATO and the IMF is a matter of
survival."

International Action Center
39 West 14th Street, Room 206
New York, NY 10011
email: iacenter@...
web: http://www.iacenter.org
CHECK OUT SITE http://www.mumia2000.org
phone: 212 633-6646
fax: 212 633-2889
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Don't Let The War Crimes Tribunal Move Into Belgrade!
by William Spring (11-9-2000)

> http://emperors-clothes.com/articles/malic/wheels.htm

WHEELS OF INJUSTICE: On the War Crimes Tribunal's Invitation to Belgrade
Nebojsa Malic, 12 November 2000

> http://emperors-clothes.com/articles/jared/tolls.htm
plus an errata at
> http://emperors-clothes.com/articles/jared/tolls-r.htm

For Whom the Bell Tolls
by Jared Israel (11-21-2000)

> http://emperors-clothes.com/articles/cavoski/c-1.htm

UNJUST FROM THE START: THE WAR CRIMES TRIBUNAL VS. GENERAL DJORDJE
DJUKIC
By Dr. Kosta Cavoski (posted 11-8-2000)

[Note: Prof. Kosta Cavoski is a distinguished Yugoslav law scholar who
has taught theory of law at the University of Belgrade. This is the
first of a 4 part series by Dr. Cavoski on the International Criminal
Tribunal for the Former Yugoslavia, the ICTY or War Crimes Tribunal. It
is urgent that we understand the day to day work of the Tribunal because
the governing forces in Belgrade have invited it to set up an offices in
Belgrade, and have promised to aid in hunting down supposed war
criminals, many of whom are supposedly on a secret list. Here Prof.
Cavoski describes the capture and destruction of one such 'war criminal'
during the early days of the Tribunal. - Jared Israel]

> http://emperors-clothes.com/articles/cavoski/c-2.htm

Unjust, Part II: The Mistreatment of Col. Aleksa Krsmanovic
By Dr. Kosta Cavoski (posted 11-13-2000)

> http://emperors-clothes.com/articles/cavoski/c-3.htm

Unjust, Part III: The Illegal Basis of the War Crimes Tribunal
By Dr. Kosta Cavoski (posted 11-13-2000)
Professor Cavoski brilliantly analyzes the legal rationale behind the
War Crimes Tribunal.

> http://emperors-clothes.com/articles/cavoski/c-4.htm

Unjust from the Start, Part IV: Learning from the Inquisition
By Dr. Kosta Cavoski (posted 11-13-2000)
Secret witnesses and some defendants who are more equal than
others. Conclusion of Dr. Cavoski's 4 part series.

-------------------------------------------------------------------

Pour la suppression du Tribunal Pénal International de La Haye

Comme les lecteurs de "Balkans-Infos" ont pu le voir dans le dernier
numéro 46, la mise en accusation des leaders de l'OTAN
s'organise à l'échelle internationale.
Parallèlement aux réquisitoires dressés contre eux par d'éminents
juristes, il y a toute une action qui se met sur pied pour
dénoncer la politisation et la partialité du Tribunal pénal
international de La Haye, et pour réclamer sa disparition.
Pour ceux qui sont intéressés à participer à la discussion en langue
anglaise à propos de cette action, voici les adresses
d'e-mail des correspondants de différents pays (Canada, USA, France,
Italie, Indes, etc.) qui envisagent la meilleure façon de
procéder, et qui accueillent toutes les suggestions intéressantes.
"Balkans-Infos" en fait bien sûr partie, mais nous souhaiterions
que la France soit plus présente qu'elle ne l'a été jusqu'à présent dans
ce combat contre l'injustice.
Ceux qui ne parlent que français, peuvent communiquer leurs idées à
Diana Johnstone (qui habite Paris) ou à Louis Dalmas :
Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.
Chris Black : bar@...
Diana Johnstone : 107764.116@...
Michael Mandel : mmandel@...
Ed Herman : hermane@..., emperors1000@...
David Jacobs : david@...
John Laughland JLAUGHLAND@...
John Philpot : jphilpot@...
Tiphaine Dickson : dragonlady25@...
Michel Chossudovsky : chossudovsky@...
Peter Erlinder : perlinder@...
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Daniel Dostanic : dostanic@..., stlouis@...
Siddharth Varadarajan :svaradarajan@...
George C. Thomas :gcthomas@...
Tiziano Raffaelli : raffaelli@...
Uwe Ewald :uweewald@...

Louis Dalmas (8/2000)

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*** YUGOSLAV UN AMBASSADOR ON USE OF DEPLETED URANIUM IN
VIOLATION OF UN CHARTER (GENEVA Sep 14, 2000, Tanjug);
*** FACTS ON CONSEQUENCES OF THE USE OF DEPLETED
URANIUM IN THE NATO AGGRESSION AGAINST
THE FEDERAL REPUBLIC OF YUGOSLAVIA IN 1999
(Ministry of Foreign Affairs
of the Federal Republic of Yugoslavia,
Microsoft Word document)
plus Annexes:
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> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/746

---

> http://www.emperors-clothes.com/news/vincha.htm

AMMUNITION PRODUCED
FROM DEPLETED URANIUM

D. Ristic, R. Benderic and Z. Vejnovic - Institute of
Security, Belgrade
M. Orlic and S. Pavlovic - Institute of Nuclear Sciences
"Vinca", Belgrade

ABSTRACT

During the bombing of military and civilian targets in the Serbian
Republic, NATO forces have used special ammunition produced from
depleted uranium. Beside its great piercing power, it also presented a
certain radioactive hazard for the armed forces, the civilian
inhabitants
and the environment as a whole.

Depleted uranium is a radioactive nuclear waste. Its radioactivity comes

from the decay of uranium-238, uranium-235 and other daughters.
Measured and estimated activity of the round is about 3,4 MBq. Total
emission of alpha and beta particles from the round surface is 1.198
alpha, i.e. 35.914 beta particles per second. In contact with the
rounds,
because of the presence of radioactive radiation, skin changes may occur

(necrosis and ulceration) which can be visibly manifested in something
less than 80 hours.

In this paper mechanical, physical and chemical characteristics of this
ammunition as well as the results of domestic and spectrometric
measurements and dose and affects estimate are given.

---

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/733
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/733

Campaign Against Depleted Uranium (Manchester)
CADU News May 2000 - Issue Number Four

1) NATO fudges on DU in Kosov@
2) NATO report on DU in Kosov@
3) Yugoslav claims more DU rounds were used
4) Gulf War Veterans
5) Vieques Update
6) DU, NATO, UN and the WHO
7) Mariam Appeal Day for the People of Iraq
8) What is DU in YU action?
9) Depleted Uranium Protesters Convicted of Trespass
10) DU Tank Armour Production Part of Major US Department of Energy
Investigation
11) German Greens Begin Anti-DU initiative.
12) DU found in Scrap Yard
13) CADU Petition
14) What is CADU?
15) CADU Website - volunteer wanted
16) CADU International Conference on Depleted Uranium 4 - 5 November
Manchester
17) BAe Systems wins DU contract
18) IMPORTANT - Affiliate to CADU to receive CADU News

---

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/736
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/736

*** DRAFT: NATO (mis)information to the public:
Why we must not trust NATO on DU
by Piotr Bein
(to the International Conference Against Depleted
Uranium Weapons, Manchester, 4-5 November, 2000)

---

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-------- Original Message --------
Oggetto: [JUGO] Bruxelles 1/3/01 Uranio: parlano le vittime
Data: Sat, 27 Jan 2001 20:32:52 +0100
Da: "Michel Collon" <michel.collon@...>

Cari amici,
la “Belgian Coalition for Abolition of Depleted Uranium Weapons”
(Coalizione Belga per l'Abolizione delle Armi all’Uranio Impoverito) vi
invita a dare il vostro contributo, i vostri suggerimenti e, se
possibile, a partecipare ad un grande dibattito internazionale a
Bruxelles, il primo marzo.
Qui di seguito troverete:
1. Annuncio della riunione
2. Calendario dell’attività di tre giorni di nella richiesta a Bruxelles

3. Appello al vostro supporto e suggerimenti
4. Contatti.
5. Piattaforma della coalizione.

Università di Bruxelles, 1° Marzo 2001
URANIO: Parlano le vittime

La NATO e gli eserciti occidentali hanno provato lungamente a nascondere

la verità sull’uranio impoverito e ad isolare le vittime. Ora è tempo di

riunire tutte queste vittime e chiedere giustizia. Nella capitale della
NATO, Bruxelles, un dibattito eccezionale darà la parola a:

BELGIO: Guido FLEURAECKERS, soldato contaminato
Marc DE CEULAER, soldato contaminato e leader del sindacato militare
Marleen TEUGELS, giornalista reporter (Knack)
Frédéric LOORE, giornalista reporter (Journal du Samedi), autore di “La
Guerre invisibile”
Pierre PIERART, professore (Aassociazione dei medici contro la Guerra
Nucleare).

FRANCIA:

Hervé DESPLAT, soldato contaminato, fondatore dell'Associazione Avigolfe

Christine ABDELKRIM-DELANNE: giornalista reporter, autrice de “La Guerre

Sale”

IRAK:

(presi contatti con una vittima ed un esperto)

BOSNIA:
Dr. ILIC

Dr. Bojidar STAVROVIC (Sarajevo)
presi contatti con una vittima

JUGOSLAVIA:

(presi contatti con una vittima ed un esperto)

KOSOVO:

(presi dei contatti)

OLANDA:

XXX, Vittima della catastrofe del 1992 a Amsterdam (Bijlmermeer)

Louis BERTHOLLET

GRAN-BRETAGNA:

è stato invitato ANGUS PARKER (Associazione Nazionale dei Veterani e
delle Famiglie del Golfo)

GRECIA? (preso un contatto con un soldato, rappresentante
dell'associazione che richiede il ritiro delle truppe greche in Kosovo)
ALTRI? aspettiamo risposte

2. Programma completo della tre giorni
Proponiamo a coloro che possono di rimanere alcuni giorni in più a
Bruxelles. Ci sembra molto importante organizzare un'attività di alto
livello nella capitale della Nato, in questo momento. Inoltre possiamo
fornirvi
sistemazione e trasporti in Belgio ed anche contatti con la stampa.
Questo è il nostro programma completo:
La sera di martedì 27 o la mattina di mercoledì 28: arrivo.
Mercoledì 28: interviste, contatti con la stampa, contatti (secondo le
vostre esigenze) con le istituzioni mediche belghe, con esperti ed
attivisti.
Giovedì 1 (9 - 17): simposio accademico a Bruxelles (posto da decidere)
Giovedì 1 sera: Grande dibattito pubblico
Venerdì 2: scambio d'idee non pubblico tra le vittime, le associazioni e

gli attivisti, misure per una cooperazione futura
Venerdì 2 sera o sabato 3: partenza.


3. Come potete aiutarci?
1° formulando suggerimenti per completare (molto presto) questo
programma
2° Partecipando
3° Aiutandoci nelle spese: con la possibilità di alcune piccole
sottoscrizioni per coprire i costi di alcuni viaggi e di alcuni
materiali. Ogni cifra è ben accetta…;

4. Contatti
I rappresentanti della Coalizione sono:
- Marcel Poznansky abolition.ua@... poznanski@...
- Pierre Piérart (Association of Doctors against Nuclear War):
mail: pierre.pierart@...

Michel Collon ista collaborando alla preparazione di questa tre giorni:
michel.collon@...


5. La nostra piattaforma:
Le Armi all’Uranio Impoverito (D.U.) sono state usate durante le guerre
nel Golfo, in Bosnia, in Jugoslavia dagli Americani e dai Britannici o
dalla Nato. Le armi al D.U. sono state testate segretamente da dozzine
di anni durante numerose manovre dell'esercito negli Stati Uniti, in
Gran-Bretagna, in Francia, in Germania, in America Centrale e nel
Pacifico. Più di quaranta paesi le possiedono. Il D.U. sta producendo
radiazioni alfa. Una volta inalato sotto forma di piccole particelle,
si trasforma in un fattore cancerogeno ed il rischio è aggravato dai
differenti tipi di inquinamento (tabacco, scarichi delle auto,
inquinamento industriale…).
Il segretario generale della NATO, George Robertson, supportato dalla
maggior parte delle autorità
nazionali degli Stati membri, sta mantenendo una posizione indifendibile

coprendo i leaders politici e militari. Queste armi, chimiche,
radiologiche indiscriminate stanno inquinando molti posti nel mondo.
Sono soggette alle norme delle leggi sui conflitti armati (Dichiarazione

di St.Petersburg - 1868, L'Aja -
1899, Protocollo di Ginevra - 1925, Dichiarazione del Congresso di
Parigi - 1989, Convenzioni delle Nazioni Unite sull'ambiente - 1976).
Di fronte alle aggressioni, spesso irreparabili, contro la salute delle
popolazioni ed i militari in Kuwait, Irak, Arabia Saudita, Bosnia,
Kosovo, Montenegro e Serbia è sempre più necessario creare una
coalizione per l’abolizione delle armi al D.U.
La “Coalizione per l’Abolizione delle Armi all’Uranio Impoverito”
invitano le associazioni ed I gruppi politici a partecipare ed a
sostenere questa campagna. Prepareremo insieme a voi un programma
d’azione per raggiungere questo obiettivo.

Informazioni:
Pierre Piérart : Tél./fax: +32 2 376 10 93 pierre.pierart@...
Marcel Poznanski: tél 32 2 511 63 10 gsm 32 476 85 56 52
poznanski@...

Editore responsabile: Marc Lemaire, rue de la Ferme 118/4 BXL 1210,
bs603416@... gsm 32 475 80 31 88 Abolition.ua@...



-- Michel Collon

---

Dear friends,
The Belgian Coalition for Abolition of Depleted
Uranium Weapons invites you to give your help, your
suggestions and, if possible, to participate to a
big international debate in Brussels, on the 1st of
March. Please fin below:
1. Announcement of the meeting:
2. Calendar of the three days activities in Brussels

3. Call for your help and suggestions
4. Contacts.
5. Platform of the Coalition



University of Brussels, 1st of March 2001
URANIUM : The victims speak
Nato and the Western armies tried long to hide the
truth about Depleted Uranium and to isolate the
victims. It is now time to bring all these victims
together, and demand justice.
In the very capital of the Nato, Brussels, an
exceptional debate will give the word to :




BELGIUM :
Guido FLEURACKERS, contaminated soldier
Marc DE CEULAER, contaminated soldier and leader of
military trade union
Marleen TEUGELS, investigation journalist (Knack)
(invited)
Frédéric LOORE, investigation journalist (Journal du
Samedi), author of La Guerre invisible Pierre
PIERART, professor (Association of Doctors against
Nuclear War)

FRANCE :
Hervé DESPLAT, contaminated soldier, founder of
Association Avigolfe
Christine ABDELKRIM-DELANNE : investigation
journalist, author of La Sale Guerre propre

IRAK : (Names will follow)

BOSNIA :
Dr Bojidar STAVROVIC (Sarajevo)
Dr ILIC
Contact taken for one victim

YUGOSLAVIA : (Names will follow)

KOSOVO : (Contact taken)

NETHERLANDS :
XXX, victim of the 1992 catastrophe in Amsterdam
(Bijlmermeer)
Louis BERTHOLLET, association of victims of
Bijlmermeer

GREAT-BRITAIN :
(Invited : National Gulf Veterans and Families
Association)

GREECE ? (Contact taken for one soldier,
representative of the association demanding to
cancel the presence of Greek troops in Kosovo)

OTHERS ? We are waiting for other answers.

2. Full program of three days
We propose to those who can to stay a few days more
in Brussels. It seems to us very important to
organize a high level activity in the capital of
Natgo, at this present time. Also We can provide you
accomodation and transport in Belgium, and also
contacts with the press.
This is our full program:
Tuesday 27 evening or Wednesday 28 morning: arrival

Wednesday 28 : interviews, contacts with the press,
contacts (following your wishes) with Belgian
medical institutions, experts and activists.
Thursday 1 (9 - 17) academic symposium in Brussels
(Place will follow)
Thursday evening : Great public debate
Friday 2 : non public exchange of views between
victims, associations and activists, measures for
future cooperation
Friday 2 evening or Saturday 3: departure.

3. How can you help?
1° Making suggestions to complete (very soon) this
program)
2° Participating
3° Helping for the cost: preparing the possibility
of some small donations to cover the costs of some
trips and some material expenses. Which are limited
since every is benevolent but…

4. Contacts
The representatives of the Coalition are:
- Marcel Poznansky
Abolition.ua@...
poznanski@...
- Pierre Piérart (Association of Doctors against
Nuclear War):
mail: pierre.pierart@...

Michel Collon is helping for the preparation of
these three days: michel.collon@...

E-mails can be sent, for the next days, to these
mail-address. Afterwards, a specific secretariat
will come.


5. Our platform:
COALITION FOR ABOLITION OF DEPLETED URANIUM WEAPONS

Depleted Uranium Weapons (D.U.) have been used
during the wars in the Gulf, in Bosnia, in
Yugoslavia by the Americans and the British or by
Nato. D.U. weapons have been tested secretly since
dozens of years in many army manoeuvres in the US,
Great-Britain, France, Germany, Central America and
Pacific. More than forty countries possess them.
D.U. is producing alpha radiations. When inhaled in
the form of small particles, it becomes a factor of
cancer and the risk is aggravated by different
pollutions (tobacco, motor gas, industrial
pollutions…)
The general secretary of the Nato, George
Robertson, supported by most of the national
authorities of the member countries, is maintaining
a complement incoherent position to exonerate the
political and military leaders.
These weapons, chemical, radiological and
non-discriminatory are polluting many places in the
world. They are subject to the rule of law of armed
conflicts (Declarations of St Petersburg 1868, The
Hague 1899, Protocol of Geneva 1925, Declaration of
the Conference in Paris 1989, U.N. Conventions
concerning environment 1976)
In front of aggressions, often irreparable, against
the health of the populations and the soldiers in
Koweït, Irak, Saudi Arabia, Bosnia, Kosovo,
Montenegro and Serbia, it his now most necessary to
form a coalition to demand abolition of the D.U.
weapons.
The "Coalition for Abolition of Depleted Uranium
Weapons" invites associations and political groups
to participate or support this campaign. We are
going to prepare with you a program of action to
achieve that goal.

Informations:
Pierre Piérart pierre.pierart@...
Tél./fax: +32 2 376 10 93
Marcel Poznanski poznanski@... tél 32 2
511 63 10 gsm 32 476 85 56 52

Editeur responsable: Marc Lemaire, rue de la Ferme
118/4 BXL 1210, bs603416@... gsm 32 475 80 31
88 Abolition.ua@...


---

A cura del Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'".
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
solo scopo di segnalazione e commento ("for fair use only").
Archivio:
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ANCHE KOSTUNICA ACCOLTO NEL CLUB


Il nuovo Presidente (aggiungere: democratico) della Repubblica Federale
di Jugoslavia Vojislav Kostunica ha partecipato al summit 2001 di Davos,
dove il Gotha del capitalismo mondiale si riunisce ogni anno per
decidere le sorti del mondo.
Kostunica si e' presentato a Davos pochi giorni dopo l'inserimento del
suo paese all'interno del Fondo Monetario Internazionale - inserimento
ottenuto grazie agli uomini del "G17" (i consiglieri economici della
coalizione DOS), compreso il nuovo Governatore della Banca Centrale
Jugoslava Djinkic -, mentre viene richiesta l'adesione al WTO e mentre
il nuovo governo serbo guidato da Zoran Djindjic, composto da 17
ministri, viene presentato in Parlamento.

Dalla regia ci comunicano che 17 e' un numero massonico, e che la
maggiorparte dei partecipanti al summit di Davos sono massoni. Ma
naturalmente questa e' solo una fortuita coincidenza che in nessun modo
puo' gettare ombre sul carattere democratico della nuova classe
dirigente jugoslava, che ha rotto con il passato regime del dittatore
Slobodan Milosevic e bla, bla, bla... (Italo Slavo - crj@...)


YUGOSLAV PRESIDENT CONFERS WITH UN SECRETARYGENERAL IN DAVOS
DAVOS, Jan 28 (Tanjug) Yugoslav President Vojislav Kostunica
conferred Sunday in Davos with UN SecretaryGeneral Kofi Annan, who
hailed
the attitude of the Yugoslav authorities regarding the crisis in
southern
Serbia and expressed his understanding for their problems.
Pointing out that a legal framework is necessary for
cooperation
between Yugoslavia and the War Crimes Tribunal, Annan said this could
not
be achieved overnight.
The meeting was attended also by the special UN envoy for the
Balkans Carl Bildt, who expressed his concern over the situation in the
buffer zone in southern Serbia, where ethnic Albanian terrorists have
been
intensifying their attacks recently.
Kostunica and UN Development Program official Mark Brown
discussed
the prospects for UNDP participation in Yugoslavia's recovery and
development endeavors.
Kostunica also met Swiss Confederation President Moritz
Leuenberger to discuss bilateral cooperation, taking into account that
Yugoslavia is sponsored by Switzerland in the International Monetary
Fund
and the World Bank.
The meeting between President Kostunica and his Croatian
counterpart Stipe Mesic focused on bilateral relations and on
cooperation
in southeastern Europe aimed at stabilizing the situation in the region.

The same subject will be discussed during the afternoon session
of
presidents of Balkan countries who are attending the 31st World Economic

Forum in Davos.

---

A cura del Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'".
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
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FACTS ON CONSEQUENCES OF THE USE OF DEPLETED
URANIUM IN THE NATO AGGRESSION AGAINST
THE FEDERAL REPUBLIC OF YUGOSLAVIA IN 1999
(Ministry of Foreign Affairs of the Federal Republic of Yugoslavia)

---

YUGOSLAV UN AMBASSADOR ON USE OF DEPLETED URANIUM IN VIOLATION OF UN
CHARTER
GENEVA, Sep 14, (Tanjug). Yugoslav Ambassador to the UN in
Geneva
Branko Brankovic said Thursday that last year's NATO aggression on
Yugoslavia constituted a glaring violation of the fundamental principles

of
the UN Charter, and most strongly condemned the US, whose aircraft
dropped
depleted uranium bombs on inhabited areas.
Brankovic was presenting a Yugoslav government document on the
effects of the use of depleted uranium during the NATO aggression on
Yugoslavia in 1999. The following is the official translation of his
statement:
In the NATO aggression against the Federal Republic of
Yugoslavia
in 1999, called "Humanitarian intervention Guardian Angel", commander
of
French air force in NATO, General Joffret stated: "The air force
received
orders to destroy life in Serbia" (the statement was quoted by Michel
Fontanie, President of ASFED FRANCE Association pour la sauvegarde des
familles et enfants de disparus, in Strasbourg, 27 May 1999).
NATO aggression against the Federal Republic of Yugoslavia,
from
24 March to 10 June 1999, was committed in gross violation of the
fundamental principles of the Charter of the United Nations and
international law in general and represents a crime against peace and
humanity and a crime of genocide.
During the armed NATO aggression against the FR of Yugoslavia,
it
was established beyond doubt that US A10 aircraft fired shells with
depleted uranium (DU). Some 50,000 missiles with DU were fired on some
100
densely populated locations in the Serb province of Kosovo and Metohija.

It
was also established that 3,0005,000 DU shells were fired on 8 locations

outside the Province of which six in the region of Presevo and
Bujanovac
and one in a broader area of Vranje and one in Montenegro. The Yugoslav
authorities undertook a detailed investigation of all locations outside
the
Province and established that contamination is going up to 235,000
Bq/kg,
which is 1,100 times above the permissible level of contamination. The
contaminated areas were marked and other activities are underway to deal

with the consequences.
US Department of Defense refused to release information about
the
locations and quantities of DU used in the territory of the FR of
Yugoslavia. In his letter to P. Sullivan, Executive Director of National

Gulf War Research Center of 19 July 1999, the Director of the Joint
Staff
denied access to this information because "The issues related to the use

of
DU in the Former Republic of Yugoslavia area of operations are under
litigation in the International Court of Justice. Any answers we provide

at
this time may impact the interests of the United States in these
proceedings".
At the request of UN SecretaryGeneral K. Annan, NATO
SecretaryGeneral G. Robertson, in his letter of 7 February 2000,
confirmed
that throughout the territory of the Province of Kosovo and Metohija, in

approximately 100 air strikes, around 31,000 rounds of DU ammunition
were
used (which is equivalent to 10 tons of DU) and attached a map with only

28
locations, saying that "at this moment it is impossible to state
accurately
every location where DU ammunition was used". But it was not said why it

was impossible at this moment, nor when it will be possible, if in July
1999 it was not possible.
Nevertheless, the USA knows best the characteristics of DU
weapons
and the health consequences that DU provokes to the future generations.
On
the basis of many research studies conducted after the Gulf war by US
institutes it was established beyond doubt, that DU contaminates both
environment and affects population on a lasting basis development of
tumours, immune system damage, neurological problems, respiratory
disease,
kidney damage and male and female
reproductive effects, newlyborns with deformities, etc.
The effect of DU is lasting (DU has a halflife of 4.5 billion
years) and its chemical and radiological toxicity cannot be reduced. The

fact that most of DU, in addition to the Province of Kosovo and Metohija

was dropped in the area of Presevo and Bujanovac, with a large Albanian
population, indicates that the goal might be, in addition to destroying
the
Serbs, also an attempt to systematically destroy the coming generations
of
the Albanian population, whose birth rate is among the highest in the
world: according to the data from 1994, growth rate in Serbia is minus 3

%,
in Vojvodina, minus 0.3 %, in central Serbia, and even plus 17.2 in the
Province of Kosovo and Metohija (half the figure in Albania).
The US has tried to justify the use of weapons with DU
ammunition
owing allegedly to their greater effectiveness in antitank warfare. The
fact that 30,00050,000 DU missiles were dropped in the Province of
Kosovo
and Metohija, and only a dozen Yugoslav Army tanks were destroyed,
raises
the issue of the true goals in using such quantities of DU ammunition in

densely populated areas. The most important reason is that DU is made
from
radioactive waste, which is very expensive to store and safeguard. The
US
thus disposes of large quantities of hazardous waste by spilling it over

the territories of other countries. Uncontrolled diposal of this
radioactive waste deliberately causes lasting and dangerous
contamination
of Europe.
The dispersion of DU particles cannot be controlled or
prevented
and may spill over to neighbouring states and regions. In addition to
the
local population, international civilian and security presences, staff
of
humanitarian and nongovernmental organizations in general deployed in
the
Province of Kosovo and Metohija, are also exposed to DU dust, inhaled or

ingested through food and water. Among them, as well as among US
veterans
from the Gulf war, "inexplicable illness" began showing up. Armies and
Governments of NATO countries are aware of the dangers arising from DU
and
some Governments have already undertaken certain measures of protection.

The use of DU weapons represents a grave breach of the basic
principles of international humanitarian law because they cause
unnecessary
suffering and excessive injury, beyond the point used for military
purposes. For its inherent cruelty and immeasurable lethal effects
threatening the current and future generations, in the UN SubCommission
on
the Promotion and Protection of Human Rights, DU weapons rank among the
weapons of mass or indiscriminate destruction (UN SubCommission on the
Promotion and Protection of Human Rights, Resolutions 1996/16 and
1997/36);
also these are precisely the weapons which uses is prohibited by
international law for more than a century including the Geneva
Conventions
and their Additional Protocols of 1997.
Under US pressure, some international organizations tend to minimize
the
effects of DU and conceal serious consequences caused by the use of DU,
while some give up preparing a report warning of DU or withdraw reports
and
published new versions deliberately diminishing the scope of effects of
DU.
In line with this let me quote the statement by Dan Fahey, a former US
Navy
officer "The Pentagon has refused to comply with 1993 congressional
mandate
to study the health effects of inhaled and ingested DU dust. In 1999 the

Pentagon obstructed a United Nations investigation of the use of DU in
Kosovo. The Pentagon is likely to continue impeding investigations of DU

hazards", and remind you that the nine US congressmen (supporting the
rights of US veterans, victims of DU used by the US in the Gulf War)
sent,
on 8 June 2000, a letter to the President of the USA expressing concerns

over the reports that the US Government has blocked an investigation by
the
World Health Organization's experts into the effects of DU on human
health.
In the report of Amnesty International on war rights violations

by
NATO during the operations in Yugoslavia, referring to the studies
indicating "the DU dust poses a significant health risk, if inhaled or
ingested", the Amnesty International expresses concern about
indiscriminate
nature of DU ammunitions and recommended NATO and its member states "to
investigate and cooperate fully with independent investigations of the
possible longterm health and environment risk posed by DU weapons". It
is
therefore necessary for the Yugoslav experts from the Institute for
Nuclear
Science "Vinca", in cooperation with independent experts and those from
international organizations who are not under the influence of the US
(Iraq, India, Russia, China), to examine the terrain and mark
contaminated
sites. In view of the fact that weather and natural laws contribute to
dissemination of uranium in the field, it is necessary that
international
organizations for the protection of human rights, health, environment,
food, etc. undertake urgent action in order to protect the population
and
ensure financial resources to decontaminate the terrain, wherever
possible.

----- Original Message -----
From: "Associazione Peacelink" <infoNOSPAM@...>
To: <huambo53@...>
Sent: Friday, January 26, 2001 12:00 AM
Subject: Campagna contro le modifiche alla legge sulla stampa


>
> Campagna contro la modifica della legge sulla stampa - Associazione
PeaceLink
>
> "Parliamoci chiaro, le nostre leggi sull'ordinamento della professione
giornalistica per tanti aspetti si collegano alla struttura del fascismo
a
cominciare dalla figura del direttore responsabile (io l'ho ricoperta
per
quasi vent'anni) che non esiste in nessun'altra legislazione del mondo.
Una
figura derivata da un ordinamento in cui i direttore responsabile era
nominato da un partito politico autoritario e onnipotente, in
contrapposizione all'editore e mantenuto con privilegi economici, ma
senza
il controllo politico della testata".
>
> Giovanni Spadolini. Citazione tratta dal libro "Come si diventa
giornalista" - Piero Morganti - Ed.Einaudi
>
>
> ============================================================
>
>
> Campagna PeaceLink contro la registrazione delle testate telematiche -
aggiornamento del 25-1-01
>
>
> COMUNICATO STAMPA - DA LEGGERE E DIFFONDERE IL PIU' POSSIBILE
>
>
> Finalmente si scoprono le carte. I lavori parlamentari sulla nuova legge
in merito alla diffamazione a mezzo stampa sono andati avanti, e tra gli
emendamenti sono comparsi i fatidici obblighi di registrazione per i
"periodici telematici".
>
>
> Il percorso della legge finora e' stato questo: la II commissione
giustizia della camera ha approvato un testo definitivo che verra'
votato
dalla camera dei deputati nella sua globalita'. Se questo testo dovesse
passare alla camera con una votazione favorevole verra' discusso in
senato,
continuando l'iter della legge.
>
>
> Ricordiamo la ragione di fondo della nostra campagna: sta per passare una
modifica alla legge sulla stampa senza che l'opinione pubblica ne sia
minimamente informata, dal momento che questa modifica e' nascosta tra
le
righe di un progetto di legge che riguarda il reato di diffamazione a
mezzo
stampa.
>
>
> In particolare, se dovessero essere approvate queste modifiche, l'articolo
16 della legge sulla stampa, che stabilisce le sanzioni per la stampa
clandestina, diventerebbe il seguente:
>
>
> "Chiunque intraprende la pubblicazione di un giornale o altro periodico,
ANCHE SE DIFFUSO A MEZZO DI TRASMISSIONI INFORMATICHE O TELEMATICHE,
senza
che sia stata eseguita la registrazione prescritta dall' art. 5, è
punito
con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a lire
cinquecentomila".
>
>
> Nella categoria di "periodico" potrebbe essere fatto rientrare a pieno
titolo anche qualsiasi sito web aggiornato periodicamente, trasformando
questa legge in un possibile grimaldello legislativo che renderebbe di
fatto
illegale qualsiasi forma di informazione telematica non registrata,
imbavagliando i circuiti informativi e il giornalismo di base che
costituiscono l'unica alternativa onesta alle grandi concentrazioni
editoriali, televisive e mediatiche dei grandi colossi
dell'informazione.
>
>
> Questo iter parlamentare va interrotto in tutti i modi, e quindi
proponiamo una mobilitazione massiccia per far sentire la voce di chi e'
contrario alla registrazione obbligatoria delle testate telematiche.
>
>
> Tutti i documenti della campagna e i testi dell'appello sono disponibili
su
>
>
> http://www.peacelink.it/censura
>
>
> Alleghiamo alcuni stralci dei lavori parlamentari in merito a questa
vicenda. Tutti i documenti sono consultabili all'indirizzo www.camera.it
con
una "ricerca per numero" del progetto di legge 7292.
>
>
> In coda al testo sono allegati gli articoli della legge sulla stampa che
stanno per essere modificati, con le relative modifiche scritte in
maiuscolo.
>
>
> Se la nuova legge sulla stampa non vi piace, ditelo prima che venga
approvata !
>
>
> Inviate un fax ai seguenti numeri:
>
>
> Ministero della giustizia - ufficio stampa - Fax 06.68891493
> Presidenza del Consiglio - Fax 06-67793543
>
> Segnalate l'eventuale invio del fax scrivendo a info@... oppure a
PeaceLink, Casella Postale 2009, 74100 Taranto.
>
> Un fac-simile del testo da inviare puo' essere questo:
>
>
> SONO CONTRARIO ALLE MODIFICHE ALLA LEGGE SULLA STAMPA CONTENUTE NELLA
PROPOSTA DI LEGGE ANEDDA N.7292 IN MERITO ALLA DIFFAMAZIONE A MEZZO
STAMPA.
>
>
> LA REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA DEI GIORNALI E DEI PERIODICI TELEMATICI E'
UNA MINACCIA PER LA LIBERTA' DI ESPRESSIONE GARANTITA DALL'ARTICOLO 21
DELLA
NOSTRA COSTITUZIONE.
>
>
> ADERISCO ALL'APPELLO LANCIATO DALL'ASSOCIAZIONE PEACELINK CONTRO LE
MODIFICHE ALLA LEGGE SULLA STAMPA.
>
>
> DATA E FIRMA
>
>
> --------------------------------------------------------------------------
---------------
>
>
> CAMERA DEI DEPUTATI - XIII LEGISLATURA
> Resoconto della II Commissione permanente
> (Giustizia)
>
>
>
> Giovedì 18 gennaio 2001. - Presidenza del Presidente Anna FINOCCHIARO
FIDELBO. - Interviene il Ministro della Giustizia Piero Fassino e il
sottosegretario di Stato per la Giustizia Marianna Li Calzi.
>
>
> La seduta comincia alle 13.30.
> Diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo di diffusione.
> C. 7292 Anedda, C. 1808 Stefani, C. 3073 Cola, C. 6286 Turroni, C. 6302
Sanza, C. 6363 Pecorella, C. 7014 Pisapia, C. 7419 Volontè e C. 7422
Siniscalchi.
>
>
> (Seguito esame e conclusione).
>
>
> La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato il 21 dicembre
2000.
>
>
> Anna FINOCCHIARO FIDELBO, presidente, dopo aver avvertito che sono stati
presentati emendamenti al testo in esame (vedi allegato 2), ricorda che
il
provvedimento è nuovamente iscritto nel calendario dell'Assemblea a
partire
da martedì 23 gennaio.
>
>
> (omissis)
>
>
> Sebastiano NERI (AN), relatore, (omissis) Rende nota quindi alla
Commissione una serie di rilievi critici avanzati dall'associazione di
editori di siti Internet che paventa la sostanziale inapplicabilità
della
disciplina che ci si appresta ad approvare in relazione alle norme sulla
registrazione e sull'indicazione del responsabile editoriale; tale
regolamentazione rischia infatti di scoraggiare la creazione in Italia
dei
siti Internet cui si riferisce la normativa medesima. Ribadisce in
conclusione di rimettersi alle valutazioni della Commissione su tutti
gli
emendamenti presentati.
>
>
> Il ministro Piero FASSINO, manifestando apprezzamento per le proposte
avanzate nel corso del dibattito, dichiara la disponibilità del Governo
a
ritirare i suoi emendamenti. Sottolinea tuttavia che l'impostazione che
sembra prevalere in Commissione, basata sulla non punibilità nei casi di
rettifica, fermo restando il risarcimento del danno, rischia di trovare
pochi consensi al Senato, con la conseguenza che il provvedimento
difficilmente riuscirebbe ad essere approvato entro la fine della
legislatura.
>
>
> (omissis)
>
>
> -------------------------------
>
>
> ALLEGATO 2
>
>
> Diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo di diffusione. (Anedda C. 7292).
> EMENDAMENTI
>
>
> (omissis)
>
>
> ART. 9.
> Dopo il comma 2 dell'articolo 9, aggiungere i seguenti:
> 2. Il comma 2 dell'articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47, è
sostituito dal seguente:
> I giornali, le pubblicazioni delle agenzie d'informazioni e i periodici di
qualsiasi altro genere, anche se diffusi a mezzo di trasmissioni
informatiche o telematiche, devono recare la indicazione:
> del luogo e della data della pubblicazione;
> del nome e del domicilio dello stampatore o della persona responsabile
della gestione della diffusione nel caso di trasmissioni informatiche o
telematiche;
> del nome del proprietario e del direttore o vice direttore responsabile.
> 3. Al comma 1 dell'articolo 3 della legge 8 febbraio 1948, n. 47 dopo le
parole: «Ogni giornale o altro periodico» sono inserite le seguenti: «,
anche se diffuso a mezzo di trasmissioni informatiche o telematiche».
> 4. Al comma 1 dell'articolo della legge 8 febbraio 1948, n. 47 dopo le
parole «o altro periodico» sono inserite le seguenti: «anche se diffuso
a
mezzo di trasmissioni informatiche o telematiche».
> 5. Al comma 1 dell'articolo 5 della legge 8 febbraio 1948, n. 47 dopo le
parole: «o periodico», sono inserite le seguenti: «anche se diffuso a
mezzo
di trasmissioni informatiche o telematiche».
> 6. Al comma 1 dell'articolo 8 della legge 8 febbraio 1948, n. 47 le
parole: «Il direttore o, comunque, il responsabile è tenuto a fare
inserire
gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell'agenzia di stampa»,
sono
sostituite dalle seguenti: «Il direttore è tenuto a fare inserire
gratuitamente nel quotidiano o nel periodico o nell'agenzia di stampa,
anche
se diffusi a mezzo di trasmissioni informatiche o telematiche».
> 7. Dopo il comma 1 dell'articolo 11 della legge 8 febbraio 1948, n. 47 è
inserito il seguente: «Nel caso di cui al primo comma, quando i reati
sono
commessi con trasmissione informatica o telematica sono civilmente
responsabili in solido con gli autori del reato e fra di loro, l'editore
e
la persona responsabile della gestione della diffusione.
> 8. Al comma 1 dell'articolo 16 della legge 8 febbraio 1948, n. 47 dopo le
parole: «o periodico,» sono inserite le seguenti: «anche se diffuso a
mezzo
di trasmissioni informatiche o telematiche».
> 9. 50.Il Governo.
>
>
> -----------------------
>
>
> COME POTREBBE CAMBIARE LA LEGGE SULLA STAMPA
> (le modifiche che stanno per essere apportate sono indicate con lettere
maiuscole).
>
>
> Disposizioni sulla stampa: legge 8 febbraio 1948, n. 47
>
>
> (omissis)
>
>
> Art. 2 - Indicazioni obbligatorie sugli stampati
>
>
> (omissis)
>
>
> I giornali, le pubblicazioni delle agenzie di informazioni e i periodici
di qualsiasi altro genere, ANCHE SE DIFFUSI A MEZZO DI TRASMISSIONI
INFORMATICHE O TELEMATICHE, devono recare la indicazione:
>
>
> del luogo e della data della pubblicazione;
>
>
> del nome e del domicilio dello stampatore O DELLA PERSONA RESPONSABILE
DELLA GESTIONE DELLA DIFFUSIONE NEL CASO DI TRASMISSIONI INFORMATICHE O
TELEMATICHE;
>
>
> Art. 3 - Direttore responsabile
>
>
> Ogni giornale o altro periodico, ANCHE SE DIFFUSO A MEZZO DI TRASMISSIONI
INFORMATICHE O TELEMATICHE, deve avere un direttore responsabile.
>
>
> (omissis)
>
>
> Art. 4 - Proprietario
>
>
> Per poter pubblicare un giornale o altro periodico, ANCHE SE DIFFUSO A
MEZZO DI TRASMISSIONI INFORMATICHE O TELEMATICHE, il proprietario, se
cittadino italiano residente in Italia, deve possedere gli altri
requisiti
per l'iscrizione nelle liste elettorali politiche.
>
>
> (omissis)
>
>
> Art. 5 - Registrazione
>
>
> Nessun giornale o periodico, ANCHE SE DIFFUSO A MEZZO DI TRASMISSIONI
INFORMATICHE O TELEMATICHE, può essere pubblicato se non sia stato
registrato presso la cancelleria del Tribunale, nella cui circoscrizione
la
pubblicazione deve effettuarsi.
>
>
> (omissis)
>
>
> Art. 8 - Risposte e rettifiche
>
>
> IL DIRETTORE È TENUTO A FARE INSERIRE GRATUITAMENTE NEL QUOTIDIANO O NEL
PERIODICO O NELL'AGENZIA DI STAMPA, ANCHE SE DIFFUSI A MEZZO DI
TRASMISSIONI
INFORMATICHE O TELEMATICHE, le dichiarazioni o le rettifiche dei
soggetti di
cui siano state pubblicate immagini od ai quali siano stati attribuiti
atti
o pensieri o affermazioni da essi ritenuti lesivi della loro dignità o
contrari a verità, purchè le dichiarazioni o le rettifiche non abbiano
contenuto suscettibile di incriminazione penale.
>
>
> (omissis)
>
>
> Art. 11 - Responsabilità civile
>
>
> Per i reati commessi col mezzo della stampa sono civilmente responsabili,
in solido con gli autori del reato e fra di loro, il proprietario della
pubblicazione e l'editore.
>
>
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Diffondiamo la versione italiana di questo articolo di Michel Collon
sull'uranio impoverito, da noi gia' distribuito in lingua francese:

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La “Sindrome Nato”: armi, profitti e bugie
MICHEL COLLON (15.01.2001)

Chi occulta da dieci anni i pericoli dell’uranio impoverito e per quali
interessi ?
Dopo anni di sofferenze, soldati belgi denunciano il loro governo. Ma
perché la Nato occulta la verità da dieci anni? Finalmente, se scoppia
lo scandalo dell’uranio è grazie alla decennale lotta accanita – contro
gli USA, poi in Gran Bretagna e in Francia – da parte delle associazioni
di soldati vittime e di un pugno di scienziati e di militanti
coraggiosi. Tra i quali Christine Abdelkrim-Delanne che ha pubblicato
recentemente “La Sporca Guerra pulita. Storia di quel conflitto”.
26.000 soldati USA soffrono di “malattie sconosciute”
“Sono rimasto ferito il 26 febbraio 1991 da un colpo amico che usava
munizioni all’uranio impoverito – racconta Jerry Wheat (3^ divisione
corazzata USA nel Golfo) – In ottobre, ho avuto dolori addominali
violenti. Ho lasciamo l’esercito. Decisi di suicidarmi poiché non
ricevevo nessuna risposta, né cure. Mi è stato detto che la mia malattia
non era reale, che ce l’avevo nella mente. Il nostro governo dovrebbe
cessare l’utilizzo dell’uranio impoverito. Se non lo fa, che almeno
decida di curare coloro, come me, che ne hanno bisogno. Ricordate!
questa triste eredità degli errori compiuti dal governo non è una
novità. Circa 50 anni fa, dei Veterani sono stati utilizzati come cavie
umane per gli esperimenti nucleari. Poi il governo ha testato l’LSD su
altri. Poi hanno usato il Napalm in Vietnam.” Al ritorno dalla guerra
del Golfo, nel 1991, diversi soldati americani e britannici avvertono
certi disturbi, che poi si rivelano essere cancri, malattie polmonari e
della pelle, lesioni cerebrali. E mostruose malformazioni nei loro
neonati.
“Si notano le stesse patologie nella popolazione irachena; – dichiara il
prof. Selma Al Taha, direttore di un laboratorio genetico – dopo la
guerra, registriamo un aumento importante di malformazioni congenite:
idrocefalie (rigonfiamento abnorme del cervello; ndr), encefaliti,
spina-bifida (chiusura incompleta delle ossa vertebrali, che toglie
protezione al midollo spinale; ndr), ma anche malformazioni mostruose di
braccia e gambe, assenza di cuore e testa.”
Il suo collega Al Askri, specialista in medicina nucleare, sottolinea:
“un forte aumento delle patologie della tiroide e dei tumori. Visitiamo
quotidianamente circa 50 pazienti con il cancro.” Nel sud del paese,
intenso teatro di guerra, si trova il più alto tasso di leucemia
infantile. È assolutamente indispensabile un’indagine scientifica
approfondita e indipendente. Poiché i sintomi della “sindrome della
guerra del Golfo” sono molto diversi tra loro, diverse possibili cause
sono state avanzate nel corso degli anni: uranio impoverito, vaccini
somministrati ai soldati, pesticidi, bombardamento di fabbriche
chimiche… Argomento complesso, la questione meriterebbe una ricerca
scientifica seria e costosa. Gli USA e la Nato negano ogni legame con
l’uranio impoverito e ogni errore da parte loro. E’ ovviamente il loro
rifiuto d’iniziare questa ricerca scientifica che gli ha permesso di
negare la sindrome del Golfo per dieci anni. Tuttavia, l’esercito
americano ha dovuto recentemente riconoscere che 132.749 veterani erano
“inabili al servizio” di cui il 20% colpiti da “malattie sconosciute”.
Ma non riconosce tutti gli studi e in particolare quelli dell’autorevole
dipartimento dei Veterani, o quelli del centro di ricerca delle forze
navali di San Diego, e si ostina a dichiarare che si tratta di “vittime
da stress di guerra”.

Chi non cerca niente, non trova niente
Malgrado l’ostruzionismo sistematico dell’esercito USA, la verità si fa
lentamente strada… il 7 maggio 1991, il professore tedesco Sigwart
Gunther scopre frantumi di proiettile, di forme e pesi bizzarri,
sull’autostrada del deserto iracheno. “Ho visto bambini che giocavano
con quei resti. Ho poi saputo che una ragazzina che ne aveva conservato
era morta di leucemia.” Quattro diversi istituti tedeschi vi misurano
un’enorme radioattività. La polizia sequestra e fa scomparire il
proiettile, ma non può impedire a Gunther di dare l’allarme. Poco
ascoltato, purtroppo. Nel 1992, uno studio dell’Ufficio di valutazione
tecnologica del Congresso USA, constata che, su 148 soldati morti
ufficialmente riconosciuti, 34 sono stati ammazzati da “colpi amici”. E
conclude: “E’ impossibile prevedere il numero dei decessi ulteriori tra
i soldati che portano le schegge d’uranio impoverito nel loro corpo”. È
forse per questo che l’esercito USA avrebbe, dopo la guerra, raccolto in
segreto e confiscato materiali americani e iracheni contaminati? In ogni
caso, a gennaio 1992, sotto la pressione delle associazioni di veterani,
l’Ufficio d’investigazione del Congresso americano inizia un’inchiesta.
E a marzo, il servizio sanitario dell’esercito raccomanda d’identificare
tutti i soldati che portano schegge nel loro corpo “per osservare e
catalogare i segni di tossicità renale cronica e di cancro.” Ma, per
cinque anni, il numero di soldati contaminati non sarà pubblicato.
L’esercito americano è in flagrante delitto di bugie ripetute.
Sistematicamente, l’esercito USA occulta le informazioni allarmanti.
Così, cinque mesi dopo la fine della guerra, un incendio infuria per sei
ore nella base USA di Doha, vicino Kuwait City, distruggendo 4
carrarmati Abrams, 660 obici da 120 mm e 9.720 da 25 mm, tutti caricati
con proiettili all’uranio impoverito. 3.500 soldati sono presenti e si
misura una contaminazione superiore alle norme ammesse. Una nota che
informi del pericolo d’inalare le particelle non è mai stata distribuita
al personale che pulirà l’hangar senza protezioni, bevendo inoltre
l’acqua dal serbatoio lì vicino. Ma alla fine della giornata, ufficiali
incollano delle etichette “radioattività” sui frantumi dei proiettili
raccolti. E due mesi dopo, i gruppi incaricati di decontaminare
indosseranno maschere a gas, guanti e tute di protezione. Inoltre, per
sette anni l’esercito USA rifiuterà di rivelare quanti soldati sono
stati contaminati tra i gruppi incaricati di riparare – senza protezione
– i veicoli da combattimento colpiti dai “colpi amici”. Dal 1992,
Veterani e autorità USA si sono affrontati in una battaglia di cifre.
Fino a marzo ’98, il Pentagono sostiene che la contaminazione da uranio
riguarda solo 35 persone. Ma documenti segreti declassificati permettono
al ricercatore Dan Fahey di obbligare il Pentagono a riconoscere
pubblicamente il proprio “errore”: sarebbero 113, almeno. La
determinazione dei Veterani è stato l’elemento decisivo per ostacolare
la malafede delle autorità americane che, ancora oggi, cercano di
guadagnare tempo e seminare bugie. Ciò che Dan Fahey riassume nel “Chi
non cerca niente, non trova niente”.
Due donne ammirevoli, Sara e Carol, hanno lanciato la resistenza
Sara Flounders è co-fondatrice dell’International Action Center
un’organizzazione presieduta da Ramsey Clark (ex-ministro americano
della Giustizia) che lotta contro tutte le guerre imperialiste degli
Stati Uniti: Vietnam, Grenada, Panama, Nicaragua, Libia, Somalia e
ovviamente la guerra del Golfo. Già nel 1992, Sara Flounders ha raccolto
le testimonianze di un centinaio di soldati e comincia le prime ricerche
sulle relazioni con l’uranio. Nel 1997, nel suo libro “Il metallo del
disonore”, pubblica una delle prime dichiarazioni di Veterani: “Ero
volontario per patriottismo – racconta Carol H. Picou (venerdì scorso,
ospite a “Il raggio verde” di M.Santoro; ndt) – volevo aiutare.
Infermiera militare, ero nel primo ospedale militare che entrava in Iraq
(…) nel deserto iracheno. C’erano proiettili ovunque, e granate, e
bunker distrutti, e la nostra unità medica di 150 persone ha
attraversato tutto ciò senza alcuna protezione. Eravamo sette donne.
Siamo tutte malate. Altri membri dell’unità sono morti. I carrarmati
(iracheni) erano bruciati e i corpi dei carristi carbonizzati, non avevo
mai visto una cosa simile. Ho fermato la mia jeep e ho fatto qualche
foto. Ero sconvolta. Ci siamo detti: “è la strada dell’inferno.” Nessuno
ci aveva avvertito della contaminazione.
“Non potevo più controllare il mio ventre, né lo sfintere”
In Iraq, ho cominciato a notare delle macchie nere sulla pelle.
Avvertivo in me uno strano cambiamento. Non potevo più controllare il
mio ventre, né lo sfintere. Mi fu detto che la disfunzione era meccanica
e che avrei dovuto fare degli esami al rientro. Al mio ritorno, ho
cominciato a porre domande e ho temuto per la mia carriera militare. Un
“Veterano atomico (ndr: è il tragico soprannome dei 250.000 soldati –
cifre americane ufficiali – irradiati durante gli esperimenti nucleari
americani tra il 1942 e il 1963) mi disse che io ero avvelenata
dall’uranio impoverito. Un medico civile ha diagnosticato: encefalopatia
dovuta all’esposizione a una sostanza tossica, anomalie del sistema
immunitario, ecc. L’esercito ha ritenuto, per la mia invalidità, che
“l’incontinenza urinaria e intestinale sia di origine sconosciuta”. Sono
stata licenziata, è stata soppressa, di conseguenza, la mia
assicurazione sanitaria militare. Nel febbraio ’94, un controllo ha
rivelato la presenza di uranio. Sono andata a Washington e ho fatto una
pubblica dichiarazione. Oggi, ho un grave problema alla memoria. Ho
un’encefalopatia di origine tossica, un deterioramento della tiroide, un
degrado muscolare. Soffro d’incontinenza della vescica e degli intestini
e praticamente non posso più usare le mani e i piedi. Il neonato di un
membro della nostra unità è nato senza orecchie, senza occhi e con il
cuore a destra.” Da allora, Carol ha testimoniato in tutto il mondo. Il
suo coraggio, insieme all’azione di Sara Flounders e dell’International
Action Center hanno fatto arretrare il muro del silenzio.
Ancora una storia di quattrini ?
A chi serve il crimine? Chi ha interesse ad usare tonnellate di uranio
impoverito?
In settembre, un colonnello dell’armata jugoslava, incaricato
dell’indagine sui siti bombardati dalla Nato e della protezione dei
militari, mi diceva che esistono dei metalli altrettanto, o forse più
efficaci per forare i mezzi blindati, dell’uranio impoverito. Ma
impiegare quest’ultimo permette di risolvere lo spinoso problema del
trattamento di quelle scorie nucleari (che restano radioattive per
miliardi di anni). L’industria nucleare trasformerebbe dunque certi
paesi – e certi popoli – in pattumiere nucleari. Non essendo esperto,
non posso giudicare i “pregi” dei diversi componenti possibili. Sarebbe
molto importante che ricercatori onesti e indipendenti studiassero
questo aspetto. Quando si scopre l’impiego di armi così criminali, non è
necessario scoprire quali interessi si celano dietro?
La colpa ai vaccini? Alla pillola anti-sonno? O al business?
Diverse ipotesi tentano di spiegare la “sindrome del Golfo e dei
Balcani”… Secondo Pamela Asa, ricercatore in biologia nucleare,
l’esercito USA avrebbe clandestinamente introdotto una sostanza non
autorizzata, lo squalene, nel cocktail di vaccini somministrati ai suoi
soldati. Reazione? All’inizio, l’esercito USA nega che i suoi laboratori
dispongano di squalene. Poi, ammette la sua utilizzazione ma dopo la
guerra. Infine, confessa di averlo sperimentato prima della guerra, ma
rifiuta di aprire gli archivi. Ora, un’inchiesta del Congresso americano
dimostra che il numero di vaccinati è settanta volte superiore alle
cifre ufficiali. I militari sarebbero stati cavie per tests segreti.
Stessa accusa contro l’esercito francese
Le sue compresse di pyridostigmina (prevenzione contro il gas bellico)
sarebbero state imposte ai soldati senza autorizzazione legale, malgrado
i loro pericolosi effetti secondari. Negli USA, questo prodotto non ha
mai ottenuto l’autorizzazione della Food and Drug Administration. Altro
aspetto: il giornale “Canard enchaîné” ha scoperto che “segretamente, lo
stato maggiore francese ha sperimentato una pillola anti-sonno allora
vietata”. 14.000 scatole di Modafinil confezionate sotto falso nome,
rifiutando di dire ai soldati ciò che stavano assumendo (molti
rifiutarono). Ovviamente, tale pillola magica anti-fatica promette
prodigiosi benefici. Ma la legge francese proibisce, pena il carcere,
ogni test praticato senza informare il soggetto sulla natura del
prodotto e dei rischi. L’esercito francese si sarebbe comportato da
fuorilegge per servire grossi interessi finanziari? Il libro di
Abdelkrim esamina inoltre diverse sostanze sospette tra i quali un
pesticida. Cosa concluse? Innanzitutto, che la cospirazione del
silenzio, organizzata dagli USA e dalla Nato, è responsabile di questa
incertezza che acuisce l’angoscia delle vittime. In secondo luogo, che i
sintomi dei soldati occidentali potrebbero derivare da differenti
fattori: uranio, vaccini, medicinali speciali o contaminazioni locali.
Ma, in ciascuno di questi casi, questo libro dimostra che gli eserciti
occidentali hanno utilizzato prodotti pericolosi nascondendone i rischi.
Essi si aggrappano quindi alla teoria dei “malati nella loro mente”,
poiché ogni inchiesta rivelerebbe delle colpe gravissime. Terzo, le
popolazioni dell’Iraq e dei Balcani non hanno assunto quei vaccini o
altri prodotti, perciò è l’uranio che causa quei tumori e quelle
malformazioni mostruose; di conseguenza, bisogna mettere al bando
immediatamente quest’arma criminale.
Sapevano e non hanno detto niente
Quattro mesi prima della guerra del Golfo, lo stato maggiore USA diffuse
le Consegne in caso di incidente nel trasporto di munizioni all’uranio
impoverito. Rivelatrici: “Se gli imballaggi rimangono danneggiati,
devono essere sostituiti prima di riprendere il trasporto. Dev’essere
effettuato un controllo di contaminazione radioattiva. Se sono
contaminati, devono essere decontaminati secondo le metodiche descritte
al capitolo 7…” Si noterà che queste misure rigorose riguardano un
incidente di trasporto, non un’esplosione! C’era quindi un pericolo
grave? Sicuramente, e lo sapevano. Il 22 luglio 1990, il
luogotenente-colonnello Ziehm aveva scritto in un rapporto ufficiale:
“Si è verificata e continua a verificarsi una preoccupazione circa
l’impatto dell’uranio impoverito sull’ambiente. Anche se nessuno dubita
dell’efficacia dell’uranio impoverito sul campo di battaglia, queste
munizioni possono divenire politicamente inaccettabili e suscettibili
d’essere, di conseguenza, ritirate dagli arsenali.” (pg.202). I
dirigenti militari USA, perfettamente a conoscenza dei fatti e per
evitare la protesta, hanno organizzato il complotto del silenzio!
Perché è stato licenziato Asaf Durakovic ?
Quel complotto dura ancora. Asaf Durakovic, professore di medicina
nucleare (venerdì scorso, ospite a “Il raggio verde” di M.Santoro; ndt),
incaricato di esaminare i soldati del 144° New Jersey Transport Corps,
ne aveva inviato 24 alla clinica per Veterani di Boston. Le ricerche
progredivano, mettendo in evidenza tracce di radioattività. Brutalmente,
i suoi dossiers e i suoi campioni di laboratorio vengono distrutti e, a
febbraio ’97, il suo incarico è annullato per “ragioni di bilancio”.
Nello stesso periodo, anche i dottori Burroughs e Slingerlan perdono il
loro incarico per aver domandato del materiale di ricerca migliore.
Durakovic scrisse a Clinton per “denunciare il complotto di cui sono
vittime i Veterani”. Senza risposta.
Ma anche in Europa si organizza la protesta
A Manchester, gennaio ’99, un gruppo di ONG lancia una grande campagna
d’informazione. E certi stati cominciano a preoccuparsi. In agosto, il
ministro finlandese dell’Ambiente organizza un gruppo d’inchiesta nel
Kosovo. La Nato rifiuta di collaborare, ma l’équipe persevera e conclude
che i rischi sono seri. A novembre, il governo italiano emana una nota
molto critica. In Belgio, una serie di articoli di Frédéric Loore fa
scalpore dalle pagine del “Giornale del Sabato”. Il ministro Flahaut
all’inizio tenta di minimizzare, poi deve fare marcia in dietro…
Cari nostri ministri, cosa sapete esattamente ?
Ministro Flahaut, quando direte la veità? A ottobre ’99 e febbraio 2000,
dichiarate “di non essere a conoscenza di rischi di salute per i
militari dopo le operazioni nei Balcani”. Ma il 7 gennaio 2001,
riconoscete che la Nato aveva avvertito dei rischi e che avete fatto
effettuare, con discrezione, dei tests urologici al loro ritorno!
Secondo il sindacalista Marc De Ceulaer, gli avvertimenti della Nato non
sono stati comunicati pubblicamente poiché ne sarebbe seguito un
movimento di protesta contro l’invio di soldati in Bosnia. Tutto ciò
esige un dibattito per stabilire la verità. Delle due cose una: o i
ministri belgi susseguenti non sono stati informati dagli USA sui
pericoli dell’uranio impoverito; e allora il Belgio non dovrebbe forse
uscire da un’organizzazione che minaccia a tal punto la vita umana,
compresa quella dei propri militari? Oppure erano tutti al corrente, e
in questo caso non dovrebbero essere tutti giudicati per complicità?
Parigi e Londra producono a loro volta armi all’uranio. E hanno
soffocato la verità.
Nel 1993, la bambina inglese Kimberley Office muore alla nascita a causa
delle malformazioni congenite gravi. Suo padre, soldato nel Golfo, e sua
madre, sostenuti dalle associazioni di veterani, forzarono finalmente
l’esercito britannico a iniziare uno studio pilota nel 1998. Risultato
ufficiale: niente. Ma le autorità britanniche sono affidabili? Esse
producono questo tipo di armamento dal 1979, hanno impiegato molto tempo
per riconoscerlo e, all’inizio, hanno pubblicamente negato di aver
utilizzato armi all’uranio durante la guerra del Golfo. Le autorità
francesi hanno lungamente negato di produrre o utilizzare quel tipo di
armi. Illegali e condannate dall’ONU in una (prudente) risoluzione del
1996. Ma, nel 1994, la rivista pacifista francese “Damoclés” rivela la
presenza di residui nei poligoni di collaudo delle armi. Nel 1998,
rivela che la Giat Industries produce 60.000 granate da 120 mm
all’uranio. Nello stesso anno, Christine Abdelkrim-Delanne, autrice del
recente libro “La Sporca Guerra pulita”, interroga le autorità francesi.
È stata analizzata la terra e l’acqua nelle zone di collaudo delle armi
all’uranio? Il personale era protetto? Quale sicurezza che nessun
soldato francese sia stato contaminato? Nessuna risposta. Agosto 2000,
il ministro della Difesa, Alain Richard, afferma di nuovo solennemente
che nessun soldato francese è rimasto vittima di munizioni all’uranio
nel Golfo. Ma i soldati si organizzano e la loro associazione Avigolfe
replica pubblicando una lunga lista di soldati malati o deceduti:
Frédéric Bissérieux, morto di tumore a 32 anni; A.N., morto a 43 anni di
cancro diffuso; M.C., morto di linfoma; M.L., morto nel 1992 di un
cancro al polmone… L’inchiesta dimostra che le autorità militari hanno,
come i loro colleghi USA, rifiutato di rispondere alle preoccupazioni
dei soldati, di comunicare loro documenti sanitari completi o di
condurre serie ricerche. Il libro di Abdelkrim smaschera le numerose
bugie e dissimulazioni del ministro Richard e dell’esercito.
Attualmente, certe potenze europee cercano di rigettare la colpa sugli
USA e di approfittarne per promuovere il progetto dell’esercito europeo.
Ma tutti hanno le stesse responsabilità.
L’embargo impedisce di soccorrere la popolazione irachena
La tattica attuale dei media pro-Nato è quella di limitare il dibattito
solo ai soldati occidentali. Ma in Iraq, milioni di persone sono
minacciate poiché una piccolissima particella di uranio inalata basta a
sconvolgere il sistema immunitario. E l’embargo impedisce i soccorsi. Un
crimine dopo tanti altri… “Riporteremo l’Iraq all’età della pietra”,
aveva annunciato il presidente USA George Bush. Sono stati bombardati,
violando le convenzioni internazionali, diversi siti civili: centrali
elettriche, stazioni di pompaggio e depurazione dell’acqua, siti
petroliferi, silos di cereali, magazzini alimentari… Una crudeltà
deliberata. A ottobre ’90, l’Istituto di Washington per il Medio-Oriente
raccomandava di colpire “le stazioni di pompaggio e depurazione delle
acque di Bagdad senza le quali la popolazione urbana dovrà impiegare
molte ore ogni giorno in cerca di acqua e poi depurarla”. Inoltre, sono
stati bombardati, senza preoccuparsi degli effetti sull’ambiente e la
salute, i siti militari si produzione di sostanze chimiche e biologiche,
le centrali nucleari, le fabbriche d’armi, i complessi petrolchimici e i
loro prodotti altamente tossici. La lista di crimini commessi è lunga:
uso delle orribili (e illegali) “bombe a frammentazione” ognuna delle
quali semina centinaia di schegge assassine sulle popolazioni; migliaia
di soldati iracheni sepolti vivi nel deserto; massacro di migliaia di
soldati in fuga sulla “autostrada della morte”… Quindici anni dopo il
Vietnam, l’esercito USA non fu per nulla più “civile”. Ma il crimine
peggiore è sicuramente l’embargo. Ancor oggi, tutto un popolo è privato
dei mezzi di sostentamento e di cura. Questo scandalo deve cessare
immediatamente! È nella popolazione irachena che l’uranio ha fatto il
maggior numero di vittime. Tutta una generazione è in pericolo. Bisogna
soccorrerli d’urgenza finanziando le ricerche e le cure necessarie.
Christine Abdelkrim ha visitato l’Iraq, quell’ “inferno pieno di grida e
sofferenze”, e il suo libro ha il merito di mostrare che l’uranio
impoverito e l’embargo contro l’Iraq sono due aspetti di una stessa
barbara guerra. Condotta da gente per la quale la vita non conta.
Per fare giustizia
Il vecchio ministro Ramsey Clark ha ben definito ciò che bisogna
pretendere: “Le armi all’uranio impoverito rappresentano una minaccia
inaccettabile per la vita, una violazione della legge internazionale e
un attentato alla dignità umana. Per salvaguardare il futuro
dell’umanità, noi esigiamo l’interdizione internazionale incondizionata
della ricerca, la produzione, i collaudi, i trasporti, la detenzione e
l’utilizzazione dell’uranio impoverito a fini militari. Inoltre,
domandiamo che tutte queste armi e tutti i residui radioattivi siano
immediatamente isolati e immagazzinati, che l’uranio impoverito sia
classificato “sostanza radioattiva a rischio”, che le zone contaminate
siano ripulite e che tutti coloro che sono rimasti esposti possano
ricevere cure mediche appropriate.”
E chi deve pagare ? il principio “chi inquina paga” è semplicemente
giusto.
La Nato, le aziende private che hanno prodotto questi armamenti e i
diversi governi che hanno prodotto, utilizzato o lasciato utilizzare
queste armi devono prelevare dai loro bilanci militari quanto serve a
finanziare:
1. ricerche scientifiche serie e indipendenti sugli effetti dell’uranio
impoverito e sui sintomi rilevati;
2. una campagna d’informazione delle popolazioni dell’Iraq, della Bosnia
e della Jugoslavia, oltre ai soldati e le altre persone minacciate;
3. misure d’isolamento immediato delle zone contaminate, di evacuazione
e di trattamento dei residui e degli equipaggiamenti sospetti;
4. cure di qualità e indennizzi per tutte le vittime; popolazioni locali
o soldati occidentali;
5. una commissione d’inchiesta indipendente, costituita da personalità
scientifiche non legate all’industria bellica o all’esercito, per
ricercare i responsabili degli atti commessi in queste guerre e coloro
che hanno soffocato l’informazione sui pericoli dell’uranio.
Inoltre, il governo belga cesserà immediatamente, unilateralmente e
senza condizioni ogni politica d’embargo che aggrava la situazione della
popolazione irachena e impedisce i soccorsi.
Perché la Nato non rispetta nessuna vita…
Di nuovo, la Nato è colta in flagrante delitto. Ma, ha forse mentito
solamente sulle sue armi perverse e la sua “guerra pulita? Oppure anche
sui suoi veri obiettivi? Ricordate: le guerre contro l’Iraq, in Bosnia o
contro la Jugoslavia erano tutte “umanitarie”. Ma oggi, il popolo
iracheno rimane sottomesso ad un embargo impietoso, niente è regolare in
Bosnia trasformata in protettorato occidentale corrotto e invivibile,
mentre in Jugoslavia duemila civili sono stati uccisi dai bombardamenti
della Nato. Quanto al Kosovo, è etnicamente “ripulito” dai suoi
protetti dell’UCK, e trasformato in pattumiera nucleare. Nell’ottobre
scorso, invitai a Bruxelles Snezana Pavlovic, esperto nucleare di
Belgrado, per un grande dibattito sull’uranio. Questo Serbo ci ha detto:
“il nostro governo aveva previsto l’uso di armi all’uranio e organizzato
la protezione dei soldati esposti. In Serbia, i siti contaminati sono
delimitati e proibiti. Ma non nel Kosovo occupato, dove la Nato nega
ogni pericolo. Infatti, soprattutto i civili albanesi, in particolare i
bambini, saranno le vittime dell’uranio”. Della salute degli Albanesi,
la Nato se ne infischia completamente. E oggi, il numero dei tumori
aumenta molto nel Kosovo, come in Bosnia. Per esempio, a Bratunac dove
si sono rifugiati i civili serbi fuggiti dalle zone bombardate dalla
Nato, nel 1995, nelle periferie di Sarajevo, il cimitero è troppo
piccolo, ogni tre giorni qualcuno muore di cancro.
“Facciamo la guerra per vendere” (Bill Clinton)
Questa terrificante ammissione di fallimento porta a domandarsi: quali
erano i loro veri obiettivi? In verità, la guerra della Nato non aveva
alcunché di umanitario, riferiva Bill Clinton (in privato) alla vigilia
della guerra: “Se noi vogliamo delle solide relazioni economiche, che ci
permettano di vendere in tutto il mondo, bisogna che l’Europa sia la
chiave. Di questo si tratta con tutta questa cosa (sic) del Kosovo.” Uno
dei suoi vicini confermava: “Affinché la globalizzazione avanzi,
l’America non deve temere di agire come la superpotenza onnipotente qual
è. La mano invisibile del mercato non funzionerà mai senza un pugno
nascosto. McDonalds non può prosperare senza McDonnell Douglas (fabbrica
dell’aereo F-15; ndr)”. Era dunque una guerra per i superprofitti delle
multinazionali, per spezzare la resistenza di un paese che pretende di
conservare un’economia indipendente. Per coloro che vogliono dominare e
sfruttare il mondo, una vita umana non vale niente. Né quella dei
soldati americani o europei, né quella degli Iracheni, sei Serbi e degli
Albanesi, tutti volontariamente contaminati. Ecco perché Javier Solana,
responsabile ieri della Nato e oggi del futuro esercito europeo, ha
organizzato l’estate scorsa il “segreto difesa” su ogni progetto e
analisi militare europei, provocando la collera, ma invano, della
maggioranza degli europarlamentari, privati così di ogni controllo. Sono
i popoli che devono giudicare se bisogna fare la guerra oppure le
multinazionali e i generali?? Il sig. Solana ha già risposto. Oggi, noi
paghiamo le conseguenze. Bisogna fermare la Nato!

Seguono Informazioni utili per partecipare alle varie iniziative
antimperialiste organizzate nella Francia settentrionale e in Belgio.

Siti utili:
www.lai-aib.org/balkans
WWW.STOPNATO.ORG.UK
www.emperors-clothes.com

Michel Collon sta preparando un film documentario sulla situazione
generale nel Kosovo. Informazioni e reazioni: michel.collon@...

---

Bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'"
Sito WEB : http://digilander.iol.it/lajugoslaviavivra

I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
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BOTTE IN ASCENSORE

- Due aggressori entrati dopo la Morina in ascensore
l'hanno colpita varie volte e poi sono fuggiti -

Nell'ascensore dell'edificio numero 41 della Via Nebojsina due giovani
hanno aggredito e picchiato Bratislava Buba Morina, parlamentare
federale appartenente alla Direzione della JUL [Sinistra Unita
Jugoslava]. Come ha dichiarato Morina alla polizia, gli aggressori
l'hanno aspettata all'entrata dell'edificio e sono entrati dietro di lei
nell'ascensore. Dopo averle rivolto degli insulti, i giovani hanno
incominciato a picchiarla. Quando lei e' caduta, sono usciti
dall'ascensore e sono fuggiti. "La signora Morina deve andare a fare
degli esami radiologici", ha risposto una gentile voce femminile quando
i nostri giornalisti hanno suonato al citofono della sua casa. " Vi
potete immaginare come l'hanno picchiata... Ma lei non puo' parlare con
voi, avrete tutte le risposte dalla Direzione."
Alla Direzione della JUL non abbiamo potuto incontrare Ratko Krsmanovic,
il segretario generale, ma siamo riusciti ad avere un comunicato nel
quale e' scritto che "la Direzione della JUL esprime una durissima
protesta contro il linciaggio pianificato". Il Centro Stampa della JUL,
firmatario di questo comunicato, ribadisce anche che "l'attacco era
organizzato e questo e' confermato dal fatto che gli aggressori erano
mascherati e bande simili a questa svolgono i compiti che vengono loro
assegnati da superiori." Quante e quali percosse abbia in effetti subito
Buba Morina non siamo riusciti a scoprirlo, ma alla nostra domanda sulle
sue condizioni l'autista di Morina ha risposto: "Sta bene, non ha
lividi".
Ricordiamo che la vittima, membro della Direzione, era gia' stata
attaccata dai dimostranti nel 1996-'97 durante la protesta civica,
quando la sua automobile fu fermata in mezzo alla folla a piazza Slavija
e, nel caos generale, lei riusci' a sfuggire al linciaggio da parte di
cittadini arrabbiati.

(Tratto da NOVOSTI, Belgrado, 16/1/2001)

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Bollettino di controinformazione del
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