Informazione

Traduzione di [JUGOINFO] Tribunale complice (1)
a cura di Alessandra

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GLI "ERRORI INVOLONTARI" DELLA NATO SECONDO LA SIGNORA
DEL PONTE

Alejandro Teitelbaum
Avvocato, Rappresentante permanente a Ginevra
dell?Associazione Americana di Giuristi
Lyon, 6 giugno 2000

Venerdì 2 giugno 2000 il Procuratore del Tribunale
penale internazionale per l'ex-Jugoslavia, Signora
Carla Del Ponte, ha dichiarato davanti al Consiglio di
Sicurezza che aveva ricevuto molte querele da fonti
differenti accompagnate da una abbondante
documentazione con dichiarazioni che crimini di guerra
sarebbero stati commessi dal personale e dai dirigenti
della NATO durante la campagna aerea contro la
Repubblica di Jugoslavia.
La signora Del Ponte ha aggiunto che, dopo un accurato
esame della documentazione, è arrivata alla ferma
convinzione che se pur la NATO aveva commesso qualche
errore, non aveva invece attaccato deliberatamente
obiettivi civili o militari proibiti durante la
campagna aerea. (UN NEWSERVICE, 2 giugno 2000,
www.un.org).

L'Ufficio del procuratore del Tribunale penale
internazionale per l'ex-Jugoslavia ha ricevuto in
effetti molte querele contro i leaders della NATO, fra
le quali, il 7 maggio 1999, quella dell'Associazione
Americana di Giuristi e quella di un gruppo di
professori canadesi.
Alcuni dei firmatari della denuncia hanno tenuto delle
riunioni, prima con il precedente Procuratore, Signora
Louise Arbour, e poi con la Signora Del Ponte. Oltre a
denunciare l'attacco sferrato dalla NATO come in se
stesso una violazione della Carta delle Nazioni Unite,
la querela faceva notare tra gli altri i seguenti
argomenti legali:

1) la strategia adottata dalla NATO, consistente in
attacchi che partivano da basi molto lontane
(missili) o da aerei che volavano a 5000 metri
d'altezza, non hanno permesso di prendere le
"Precauzioni nell'attacco" previste dall'articolo 57
del Protocollo I delle Convenzioni di Ginevra e
violano la "Regola fondamentale" dell'articolo 48
dello stesso Protocollo: in ogni momento fare la
distinzione fra la popolazione civile e i combattenti
così come tra i beni di carattere civile e gli
obiettivi militari e, di conseguenza, non dirigere le
operazioni che contro degli obiettivi militari.

Sebbene i danni proibiti dalle Convenzioni di Ginevra
fossero prevedibili, è stato deciso (CIOE' C'E' STATA
DELIBERAZIONE E DECISIONE) di fare uso di questa
strategia. C'è stata dunque responsabilità penale
perché c'è dolo eventuale: l'autore dei fatti sa che i
danni proibiti possono prodursi (rappresentazione del
risultato), e nonostante questo agisce.

2) L'attacco generale sferrato DELIBERATAMENTE contro
le infrastrutture civili e particolarmente contro le
centrali elettriche, le fonti e le condotte di acqua
potabile, viola l'articolo 54, al. 2 del Protocollo I:
divieto di mettere fuori uso i beni indispensabili
alla sopravvivenza della popolazione civile.
Questa strategia di attacco a distanza e di
distruzione massiccia di obiettivi civili NON E' STATA
"DEGLI ERRORI" O UN SEMPLICE CASO.

In un documentario sulla guerra contro la Jugoslavia
trasmesso dalla catena di TV franco tedesca ARTE il
25/11/99, un generale dell'esercito degli Stati Uniti
che faceva parte, per sua ammissione, dei
responsabili di scegliere gli obiettivi da bombardare,
diceva che questi obiettivi sono stati scelti in
funzione di considerazioni politiche piuttosto che
militari: si trattava, diceva, piuttosto che di
annichilire le forze armate nemiche, di indebolire il
governo nemico, rendendo insopportabile la vita alla
popolazione civile. Questa non è una opinione
personale del generale: è la dottrina militare
ufficiale in vigore da molti anni nelle forze armate
degli Stati Uniti, e messa già in atto durante
l'invasione di Panama e durante la guerra del Golfo.
Questa dottrina viola manifestatamente la lettera e lo
spirito delle Convenzioni di Ginevra.
Nello stesso documentario, il Ministro degli Affari
Esteri tedesco Joshka Fischer, afferma che le
decisioni sugli obiettivi da attaccare erano prese a
Washington. Questo non esenta dalle responsabilità i
membri della NATO diversi dagli Stati Uniti, perché,
secondo il "manuale NATO", parte 1, punti 5 e 7, nella
NATO le decisioni sono prese con il consenso nel
Consiglio dell'organizzazione. Se non ci sono state
opposizioni alle decisioni prese a Washington, questo
equivale al consenso e, di conseguenza, c'è
condivisione delle responsabilità.

3) Ci sono stati anche attacchi DELIBERATI contro
civili, in condizioni particolarmente odiose: per
esempio il secondo bombardamento di un ponte sul quale
c'erano civili che stavano soccorrendo delle vittime,
anche esse civili, del primo bombardamento.

4) L'utilizzo di bombe a dispersione (cluster bombs),
fatte per distruggere obiettivi "deboli" (e quindi a
causare la morte senza distinzione del più gran numero
possibile di persone), di PROIETTILI ALL'URANIO
IMPOVERITO (che causa danni estesi e durevoli), e i
bombardamenti di fabbriche chimiche, che provocano la
dispersione di prodotti tossici nell'ambiente (danni
estesi e eventualmente durevoli), violano le
disposizioni dell?articolo 35, al. 2 del Protocollo I:
DIVIETO DI USARE PROIETTILI E MATERIALI, COME ANCHE
METODI DI GUERRA, TALI DA CAUSARE MALI SUPERFLUI;
e, dalla riga 3 dello stesso articolo: DIVIETO DI
USARE METODI E MEZZI DI GUERRA CONCEPITI PER CAUSARE,
O CHE CI SI PUO' ATTENDERE CHE CAUSERANNO, DANNI
ESTESI, DUREVOLI E GRAVI ALL'AMBIENTE NATURALE;
dall'articolo 36: nuove armi che sono o potrebbero
essere vietate dal Protocollo o da qualsiasi altra
regola di diritto internazionale (le piccole bombe che
si trovano all'interno delle bombe a dispersione e che
restano al suolo senza esplodere hanno lo stesso
effetto che le mine antiuomo, vietate dalla
Convenzione di Ottawa del 1997, in vigore dal 1 marzo
1999) e violano anche le disposizioni dell'articolo 55
dello stesso Protocollo I: "La guerra sarà condotta
avendo cura di proteggere l'ambiente naturale da danni
estesi, durevoli e gravi".

Queste azioni accuratamente pianificate e messe in
opera dalla NATO in Jugoslavia sono state ammesse dai
responsabili, sono state l'oggetto di innumerevoli
testimonianze e sono state qualificate come crimini di
guerra dai numerosi giuristi e da personalità come
Ramsey Clark, ex Procuratore della Corte Suprema degli
Stati Uniti.

Il Signot Luc Hafner, colonnello di giustizia militare
e Presidente del Tribunale Militare della Divisione I
della Svizzera, in un articolo nel quotidiano svizzero
Le Temps, il 31 maggio 1999, stima che la strategia
generale utilizzata dalla NATO con gli attacchi aerei
contro la Jugoslavia viola le Convenzioni di Ginevra e
che ci sarebbero i termini per istruire un processo
per crimini di guerra contro i suoi dirigenti.

Una informazione dell'agenzia spagnola EFE, a Londra,
del 13 luglio 1999, pubblica le dichiarazioni
dell'ex-comandante in capo delle forze armate
dell'ONU in Bosnia, il Generale britannico Michael
Rose, riportate dalla BBC: "Durante 11 settimane fu
lanciata la campagna aerea più intensa della storia
bellica e noi avemmo delle truppe di stanza che
vedevano migliaia di persone che venivano assassinate
brutalmente e più di un milione di persone cacciate
dalle loro case"...
"Essa (la NATO) avrebbe dovuto condurre una guerra
umanitaria" segnala. Aggiunge che spingendo il limite
di altezza del volo a più di 15000 piedi (4575 metri)
e non garantendo che gli obiettivi che attaccavano
erano militari, i paesi coinvolti nell'operazione
"rischiavano di violare i protocolli dell'Aja e di
Ginevra che impegnano a salvaguardare la vita dei
civili".

Questi fatti sono stati messi a repertorio in
documenti ufficiali dell'ONU. Così il Relatore
speciale sull'ex-Jugoslavia, Signor Jiri Dientsbier,
nel suo rapporto all'Assemblea Generale
[A/54/396-S/1999/1000(24/9/99)] fa menzione di
violazioni alle leggi di guerra nei paragrafi 91
(impiego di munizioni all'uranio impoverito, di bombe
a dispersione), 94 e 103 (distruzioni e danni così
come morte di civili causati dai colpi aerei della
NATO), 102 (danni causati all'ambiente).

Nell'allegato A/54/396/Add.1-S/1999/1000/Add.
1(3/11/99). Dientsbier descrive le violazioni dei
diritti dell'uomo che sono ancora commessi in Kosovo
(par. 26, 27 et 28) e. aggiunge che "è tragico che
questo avvenga attualmente in presenza della MINUK,
della KFOR e dell'OSCE".

NEL PARAGRAFO 29 DI QUESTO ALLEGATO, IL RELATORE
SPECIALE CONSTATA LA PASSIVITA' DEL TRIBUNALE PENALE
INTERNAZIONALE PER L'EX-JUGOSLAVIA DI FRONTE A QUESTE
VIOLAZIONI.
In queste violazioni c'è anche una responsabilità
della NATO, come occupante che ha il controllo
effettivo del territorio, e in virtù dell'articolo 2
della IV Convenzione di Ginevra, del "Military
Technical Agreement", Annesso A.1, del 9 giugno1999 e
del paragrafo 9 della risoluzione 1244 (1999) del
Consiglio di Sicurezza

I leaders della NATO sono anche responsabili dei
crimini commessi dall'Esercito di liberazione del
Kosovo (KLA) trasformato in "forza civile" (TMK) che
agisce sotto la tutela della KFOR, se si applica la
giurisprudenza dello stesso Tribunale per la
ex-Jugoslavia: vedere "TADIC", sentenza del 15/7/99,
par. 133, citando la Corte Internazionale di
Giustizia: ?..."Iran was held internationally
responsible for failing to prevent the attack on the
United States diplomatic premises"... anche se gli
studenti iraniani hanno agito in un primo tempo
autonomamente. E? sufficiente fare il parallelo tra le
autorità iraniane e la KFOR e fra gli studenti e il
KLA. Nella sentenza ?BLASKIC? del 3/3/2000, il
Tribunale ha ritenuto come fondamento di
responsabilità la negligenza del condannato
nell?espletamento del proprio dovere. Questa nozione è
applicabile ai cosiddetti ?errori? della NATO durante
i bombardamenti e ai crimini commessi attualmente in
Kosovo, che si trova sotto il controllo della KFOR.



Ma il procuratore del Tribunale ha scelto
semplicemente di ignorare i crimini commessi in Kosovo
dopo la sua occupazione da parte delle forze della
NATO. Durante i 78 giorni di bombardamenti contro la
Jugoslavia sono stati commessi in modo reiterato dei
crimini di guerra, così come sono definiti dalle
Convenzioni di Ginevra del 1949, i loro Protocolli
facoltativi del 1977 e le Convenzione dell?Aja del
1889 e 1907 e il suo regolamento allegato.
Sono crimini di guerra perché sono infrazioni gravi
commesse INTENZIONALMENTE (art. 85, par. 5 del
protocollo I) e i responsabili devono essere puniti
(arts. 146 e 147 della IV Convenzione di Ginevra).

Ma il Procuratore Signora Del Ponte li qualifica con
una incredibile leggerezza, seguendo alla lettera la
versione della NATO, come degli ?errori non
deliberati? che, a suo avviso, non meritano nemmeno
l?apertura di un?indagine. Crimini di guerra di una
tale gravità che potrebbero anche essere qualificati
crimini contro l?umanità (art. 6, al. C dello Statuto
del Tribunale militare internazionale di Norimberga e
art. 5 dello Statuto del Tribunale per
l?ex-Jugoslavia).
Sebbene l?iniziativa dell?accusa appartenga
esclusivamente al Procuratore, resta da sapere se i
giudici del Tribunale per l?ex-Jugoslavia, mettendo in
discussione la reputazione personale come giuristi e
intaccando quel poco di credibilità che resta al
Tribunale, vogliano avallare con loro silenzio e la
loro passività il disprezzo della Signora Dal Ponte
per i fatti, il diritto applicabile, la giurisprudenza
dello stesso Tribunale e il suo venir meno ai doveri
inerenti alla sua funzione di Procuratore.
La posta è grande e la responsabilità del Tribunale è
storica. La passività del Tribunale faciliterà il
lavoro, intrapreso dalle grandi potenze, di
demolizione della laboriosa costruzione da più di un
secolo del diritto internazionale umanitario e
spalancherà le porte alla legge della jungla su scala
internazionale.
----------------
Alejandro Teitelbaum
Avvocato, Rappresentante permanente a Ginevra
dell?Associazione Americana di Giuristi
Lyon, 6 giugno 2000

---

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Dalla lista interna di discussione del Coordinamento Nazionale "La
Jugoslavia Vivra'":

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Ciao a tutti!

Con il piccolo ritardo, causa lavoro, vi do un primo resoconto del
nostro viaggio in Jugoslavia, durante le feste di fine anno, con Mara di
Mir 2000 di Cremona. Mi scuso di eventuali errori, che saranno più del
solito vista la lunghezza del testo.
Abbiamo consegnato gli aiuti che Mara ha portato alle "sue" famiglie di
Jagodina e parlato con una di loro - situazione disastrosa, ovviamente.
Abbiamo preso contatti con una piccola associazione locale che aiuta i
bambini malati di sclerosi multipla, distrofia e malattie simili, che ci
ha consegnato una videocassetta e fatto vedere delle foto - stanno per
fare un centro dove questi bambini saranno ospitati. Ci manderanno la
lista di medicine e altro che serve - cercano qualcuno che faccia
qualcosa anche per loro…
Siamo stati ospiti a Kragujevac il giorno della consegna di soldi e
regali alle famiglie con i bambini adottati a distanza, quindi ci siamo
visti anche con Enrico, Rino e altri di Torino, e ovviamente con Rajka,
Ruzica e Sreten. Situazione, dicono, sempre peggio. Minacce e
intimidazioni. Ho letto velocemente (e praticamente di nascosto) la loro
denuncia delle irregolarità nei preparativi per le elezioni sindacali
mancate. Spero che i compagni di Torino abbiano delle fotocopie di
questo e alcuni altri documenti promessimi dalla Rajka - fatemi sapere,
per favore!
Abbiamo consegnato le medicine al Reparto pediatrico dell'Istituto
Oncologico di Belgrado, proseguendo il Progetto di solidarietà iniziato
dal Comitato contro la guerra di Sesto S.G. 15 mesi fa.
Abbiamo avuto due incontri più strettamente politici, uno con SKJ e uno
con il Partito del lavoro, piuttosto strano. Non siamo riusciti a
passare da quelli del NKPJ, perché mancava il tempo, ma qualcosa abbiamo
saputo dagli altri, e poi, se non sbaglio, alcuni altri compagni sono
sempre in collegamento con loro.

* * *

Venerdì, 5 gennaio, a Belgrado, abbiamo incontrato il segretario
generale del SKJ - Lega dei comunisti jugoslavi in Serbia, Stevan
Mirkovic. Appena riesco, vi mando più cose, intanto faccio una prima
scelta dal materiale che mi ha dato e quello che mi ha detto in
un'"intervista" di mezz'oretta.
SKJ pubblica un giornale informativo, "Stvarnost" = "Realtà", che non
sto adesso a descrivere, anche se è molto carino, ve lo porterò alla
prossima riunione. Comunque, alcuni "slogan": "Il rinnovo degli spazi e
valori della SFRJ", "il potere della classe operaia", e anche "Smrt
fasizmu - radost Jugoslovenima": morte al fascismo - gioia agli
Jugoslavi.
La cosa più importante di cui abbiamo parlato e di cui parla uno dei due
numeri del giornale è, ovviamente, KORAK, la coalizione
comunista-operaia, come la definiscono. SKJ ne è uno dei principali
esponenti.

Quindi:

"partendo dal indispensabile bisogno di difendere gli interessi della
classe operaia, dei contadini e di tutti i creatori dei valori esposti
allo sfruttamento del capitale, e esprimendo la volontà dei propri
membri e organi in questo momento storico, i delegati dei partiti operai
e comunisti, il giorno 3.11.2000 a Belgrado, hanno accettato

UN ACCORDO DI COALIZIONE DEI PARTITI COMUNISTI E OPERAI
DI PRESENTARSI UNITI ALLE ELEZIONI IN SERBIA"

Seguono gli otto articoli dell'Accordo:
1 - gli obiettivi alle elezioni della Coalizione
2 - i rapporti fra i membri della stessa
3 - la lista
4 - comunicazioni con la pubblica opinione
5 - il "quartiere generale" per le elezioni
6 - i mezzi materiali
7 - il corpo del coordinamento
8 - accettazione dell'Accordo

I firmatari dell'Accordo sono i seguenti partiti:

1. Comunisti jugoslavi (Jugoslovenski komunisti)
2. Lega dei comunisti jugoslavi (Savez komunista Jugoslavije)
3. Lega dei comunisti jugoslavi in Serbia (Savez komunista Jugoslavije u
Srbiji)
4. Classe operaia jugoslava (Jugoslovenska radnicka klasa)
5. Lega dei comunisti jugoslavi - Partito comunista della Serbia (Savez
komunista Jugoslavije - Komunisticka partija Srbije)
6. Centro Tito (Centar Tito)
7. Partito operaio jugoslavo (Radnicka stranka Jugoslavije)
8. Lega degli operai della Jugoslavia (Savez radnika Jugoslavije)
9. Partito comunista jugoslavo (Komunisticka partija Jugoslavije)
10. Partito socialista popolare jugoslavo (Socijalisticka narodna
stranka Jugoslavije)
11. Movimento operaio (Radnicki pokret)
12. Lega degli operai della Serbia (Savez radnika Srbije)

E' previsto per la primavera il Congresso in cui tutti questi partiti
dovrebbero unirsi in uno. Sono piccoli partiti nati qua e là durante gli
anni '80 o '90, che pensano che uniti saranno più forti e potranno fare
di più.

Spero di potervi dare anche altre notizie, se non per la lista, almeno
per la prossima riunione.

Saluti a tutti,

Ivana
del Comitato contro la guerra di Sesto S. Giovanni


* * *

Da "Stvarnost":


L'articolo 238 della Costituzione della SFRJ, del 1974:
Nessuno ha diritto di ammettere o firmare la capitolazione, né di
accettare o ammettere l'occupazione della SFRJ o una sua parte. Nessuno
ha diritto di ostacolare i cittadini della SFRJ nella lotta contro il
nemico che ha attaccato il paese. Atti del genere sono
anticostituzionali e vanno puniti come "tradimento del paese".
Il tradimento del paese è il crimine più grave verso il popolo e va
punito come gravissimo reato penale.

* * *

CERCASI!!!

JOSIP BROZ TITO

Per il fondato sospetto che ha commesso i seguenti "atti criminali":

per 50 anni ha severamente vietato
GUERRA, PROFUGHI, FAME, POVERTÀ, SCIOVINISMO

ha dato a tutti il diritto a
EDUCAZIONE E CURE GRATUITE, PENSIONI SICURE

il DINARO nei suoi tempi era moneta
e non UNITÀ DI INFLAZIONE

teneva nelle prigioni
GLI SCIOVINISTI DI TUTTI I COLORI, DI CUI ALCUNI SONO ORA AL POTERE

- - -
I simpatizzanti di Josip Broz vanno considerati pericolosi perché armati
di ARGOMENTI!!!


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Su Racak nessuna prova - e la fonte è tedesca!!!!!

RETROSPETTIVA SULLA STRAGE MEDIATICA DI RACAK,
la provocazione congiunta di UCK ed OSCE per far salire la tensione
alle stelle in Kosmet alla vigilia dei bombardamenti della NATO

>
> Con preghiera di diffusione
>
> Ulteriori informazioni alle URL:
> http://www.berliner-geschichtswerkstatt.de
> http://www.zwangsarbeit-forschung.de
>
> ---
>
>
> Ministero Federale delle Finanze
>
> L'Incaricato del Cancelliere Federale per la
>
> Divisione V B 2Fondazione Memoria, Responsabilità e
> Futuro
>
> Gruppo di lavoro interministeriale
>
> Agosto 2000
>
> Scheda informativa relativa alle prestazioni di indennizzo per ex
> lavoratori forzati
>
> IFondazione "Memoria, Responsabilità e Futuro":
>
> Durante il regime nazionalsocialista e la Seconda Guerra Mondiale,
> circa 8 milioni di lavoratori forzati vennero impiegati, a condizioni
> prevalentemente inumane, sul territorio del Reich e nelle zone
> occupate dalla Germania. In molti casi, i perseguitati vennero
> derubati dei loro beni. Con la Fondazione "Memoria, Responsabilità e
> Futuro", delle imprese tedesche e la Repubblica Federale di Germania
> intendono sottolineare la loro responsabilità storica e morale per
> questi avvenimenti nonché completare i regimi di risarcimento già
> esistenti. La Fondazione intende fornire un aiuto agli ex lavoratori
> forzati e ad altre vittime del nazionalsocialismo in maniera
> non-burocratica e soprattutto rapida.
>
> Una parte della Fondazione sarà dedicata a compiti riguardanti il
> futuro miranti a mantenere viva la memoria dell'Olocausto e delle
> ulteriori ingiustizie perpetrate dal nazionalsocialismo e dovrà
> contribuire, favorendo l'informazione e l'incontro, ad evitare la
> nascita di nuovi sistemi totalitari.
>
> Il 6 luglio 2000, il Bundestag Tedesco ha approvato la legge per
> l'istituzione della Fondazione "Memoria, Responsabilità e Futuro",
> anche il Bundesrat ha espresso, il 14 luglio 2000, il suo assenso. La
> legge sulla Fondazione entrerà probabilmente in vigore nel mese di
> agosto 2000. Successivamente, potranno essere presentate le richieste
> per i benefici previsti dalla legge medesima presso le rispettive
> organizzazioni partner.
>
> IIPrestazioni:
>
> La legge prevede soprattutto il versamento di prestazioni ai
> richiedenti
>
> -che sono stati prigionieri in un campo di concentramento ai sensi del
> § 42, comma 2 della legge federale sugli indennizzi o in un altro
> centro di detenzione fuori dal territorio dell'odierna Repubblica
> d'Austria ovvero in un ghetto a condizioni similari e che sono stati
> costretti al lavoro forzato (§ 11, comma 1, punto 1)
>
> -che sono stati deportati dal loro Paese natale nel territorio del
> Reich entro i confini del 1937 o in una zona occupata dal Reich per
> essere impiegati a scopo lavorativo in un impresa commerciale o nel
> settore pubblico e che sono stati detenuti a condizioni diverse da
> quelle su menzionate o sottoposti a condizioni simili alla detenzione
> ovvero a condizioni di vita comparabili per la loro particolare
> durezza. Questa regolamentazione non vale per le persone che possono
> percepire prestazioni del fondo austriaco per la riconciliazione visto
> che il lavoro forzato è stato prestato principalmente sul territorio
> dell'odierna Repubblica d'Austria (§ 11, comma 1, punto 2).
>
> La legge contiene una clausola di apertura che permette alle
> organizzazioni partner, cui ne è affidata l'esecuzione, di concedere
> aiuti anche ad altre vittime delle ingiustizie nazionalsocialiste,
> soprattutto a lavoratori forzati impiegati nell'agricoltura. Le
> organizzazioni partner decidono, sotto la propria responsabilità, in
> merito all'uso della clausola di apertura.
>
> L'essere stato prigioniero di guerra non implica un diritto alle
> prestazioni.
>
> La legge prevede anche prestazioni a richiedenti che, a seguito della
> persecuzione razzista, hanno subito danni patrimoniali ai sensi delle
> leggi sui risarcimenti causati principalmente e direttamente da
> imprese tedesche e che, non soddisfacendo i presupposti di residenza
> della legge federale sugli indennizzi, non hanno potuto percepire le
> relative prestazioni (§ 11, comma 1, punto 3).
>
> La legge prevede inoltre, in una procedura separata, la compensazione
> di ulteriori danni patrimoniali derivanti dalle ingiustizie commesse
> dal nazionalsocialismo. In caso di danni assicurativi, è necessario
> rivolgersi alla Commissione Internazionale per i Risarcimenti alle
> Vittime dell'Olocausto (ICHEIC), per danni patrimoniali di altro
> genere all'Organizzazione Internazionale per la Migrazione (IOM).
>
> La legge prevede, altresì, prestazioni volte a compensare altri danni
> inferti a persone nel contesto delle ingiustizie nazionalsocialiste,
> soprattutto in casi di esperimenti medici o di morte ovvero in casi di
> gravi danni alla salute cagionati a bambini tenuti in ricoveri per
> figli di lavoratori forzati (§ 9, comma 3).
>
> Si può prendere visione del testo della legge al sito internet:
> www.bundesfinanzministerium.de.
>
> IIIModalità di richiesta:
>
> La legge prevede la valutazione delle richieste ed il pagamento delle
> prestazioni da parte delle organizzazioni partner:
>
> I richiedenti in Polonia, nella Repubblica Ceca, nel Belarus,
> nell'Ucraina e nella Federazione Russa devono rivolgersi alle
> rispettive fondazioni per la riconciliazione ovvero al Fondo
> tedesco-ceco per il futuro.
>
> I richiedenti ebrei in Israele, negli Stati Uniti e in tutti i Paesi
> in cui non esistono fondazioni per la riconciliazione devono
> rivolgersi alla Conference on Jewish Material Claims against Germany.
>
> I richiedenti residenti in Estonia devono rivolgersi alla sede
> distaccata di Tallinn, ancora da istituire, della fondazione per la
> riconciliazione del Belarus.
>
> I richiedenti residenti in Lettonia devono rivolgersi alla sede
> distaccata di Riga, ancora da istituire, della fondazione per la
> riconciliazione russa.
>
> I richiedenti residenti in Lituania devono rivolgersi alla sede
> distaccata di Vilnius, ancora da istituire, della fondazione per la
> riconciliazione russa.
>
> I richiedenti residenti nella Repubblica di Moldova devono rivolgersi
> alla fondazione di Kiev.
>
> Per i richiedenti che in data 16 febbraio 1999 risiedevano in una
> repubblica della ex Unione Sovietica diversa da quelle già menzionate
> è responsabile l'organizzazione partner competente per il territorio
> dove abitavano al momento della deportazione (§ 9, comma 2).
>
> Tutti gli altri richiedenti devono rivolgersi alla IOM. Se la IOM ha
> una succursale nel relativo Paese di residenza, le domande devono
> venir inoltrate presso tale sede.
>
> Il termine per inoltrare le richieste decorre dal momento dell'entrata
> in vigore della legge e ammonta di norma a 8 mesi. Le domande
> indirizzate alla IOM hanno, invece, una scadenza di 12 mesi. Le
> richieste devono venir presentate entro i predetti termini. Viene
> garantito che le domande rivolte entro tali scadenze agli indirizzi
> riportati al capitolo IV ed alle sedi distaccate delle fondazioni per
> la riconciliazione nei Paesi Baltici vengano considerate come
> rispettanti i termini anche se l'organizzazione in questione non
> dovesse essere responsabile per il relativo caso.
>
> Come indirizzo provvisorio, la Fondazione ha istituito un ufficio
> presso l'Ente Federale per la regolamentazione delle questioni
> patrimoniali sospese a Berlino, Mauerstr. 39-40, 10117 Berlino.
>
> Il Ministero Federale delle Finanze e l'Incaricato del Cancelliere
> Federale non accettano richieste.
>
> Le prestazioni ai sensi della legge sulla Fondazione, ad eccezione di
> danni patrimoniali, devono venir richieste dall'avente diritto stesso
> ed espressamente come tali. Qualora il beneficiario sia deceduto dopo
> il 15 febbraio 1999 o nel caso in cui vengano fatti valere danni
> patrimoniali, il coniuge sopravvissuto o i figli ancora in vita hanno
> diritto alle prestazioni in parti uguali. Le prestazioni possono, se
> il beneficiario non ha come superstiti né coniugi né figli, venire
> richieste in parti uguali anche dai nipoti o, qualora non siano
> sopravvissuti dei nipoti, dai fratelli. Se neanche i fratelli
> presentano richiesta, possono farlo gli eredi indicati nel testamento
> (§ 13, comma 1).
>
> La procedura di richiesta è gratuita. Le organizzazioni partner non
> possono esigere alcuna commissione o diritti di sorta. Non sussiste
> l'obbligo di farsi rappresentare da un avvocato. Il Governo Federale
> non ha incaricato o autorizzato alcun intermediario professionista.
> Eventuali spese non vengono rimborsate.
>
> Il richiedente deve dimostrare tramite apposita documentazione di
> avere diritto alle prestazioni. Le organizzazioni partner devono
> consultare la documentazione inoltrata. Pertanto, le richieste di
> documenti vanno indirizzate, in primo luogo, all'organizzazione
> partner responsabile. Ciò vale anche se i documenti disponibili non
> sono sufficienti e se si è in grado di comprovare la persecuzione
> subita solo altrimenti, per esempio nominando dei testimoni.
> L'organizzazione partner competente, rivolgendosi per esempio al
> Servizio Internazionale di Ricerche (ISD) o ad altri archivi tramite
> procedure abbreviate, riceverà informazioni molto più celermente di
> quanto non sia possibile fare con richieste personali in lingua
> straniera.
>
> Questa scheda ha esclusivamente lo scopo di fornire informazioni sui
> criteri di massima per poter beneficiare delle prestazioni e sulle
> modalità di richiesta.
>
> Il Governo Federale, la Fondazione e le sue organizzazioni partner
> provvederanno affinché entro due mesi dall'entrata in vigore della
> legge (a partire dal mese di agosto del 2000) i presupposti per poter
> beneficiare delle prestazioni nonché i periodi utili per presentare le
> richieste vengano resi noti in modo adeguato.
>
> IVIndirizzi:
>
> Stiftung "Erinnerung, Verantwortung und Zukunft"
>
> c/o Bundesamt zur Regelung offener Vermögensfragen
>
> Mauerstr. 39-40
>
> 10117 Berlino
>
> :+49-30-22310-0
>
> Fax:+49-30-22310-260
>
> e-Mail:post@...
>
> Internet:www.barov.bund.de
>
> International Organization for Migration
>
> P.O. Box 71
>
> CH - 1211 Ginevra 19
>
> :hotline +41-22-717-9230
>
> Fax:+41-22-798-6150
>
> e-mail:compensation@...
>
> Internet:www.compensation-for-forced-labour.org
>
> Per richiedenti residenti in Germania:
>
> IOM Ufficio regionale Germania
>
> Inselstr. 12
>
> 10179 Berlino
>
> :030-278 778-15
>
> Fax:030-278 778-99
>
> e-mail:berlin@...
>
> Conference on Jewish Material Claims Against Germany
>
> Per richiedenti residenti in Europa:
>
> Sophienstr. 44
>
> D - 60487 Francoforte sul Meno
>
> (: +49-69-17 08 86 - 47
>
> Fax: +49-69-17 08 86 - 49
>
> e-mail: slavelabor@...
>
> Per richiedenti residenti in Israele:
>
> 18, Gruzenberg Street
>
> Tel Aviv 65251
>
> Israele
>
> :00972-3-5179247
>
> Fax:00972-3-5100906
>
> e-mail:uriahy@...
>
> Per richiedenti residenti in America e nei restanti continenti:
>
> 15, East 26th Street
>
> New York, NY 10010
>
> USA
>
> :001-212-696 49 44
>
> Fax:001-212-679 21 26
>
> e-mail:info@....
>
> Internationaler Suchdienst
>
> Große Allee 5-9
>
> 34454 Bad Arolsen
>
> :+49-5691-6037
>
> Fax:+49-5691-5525
>
> The International Commission On
>
> Holocaust Era Insurance Claims
>
> 1300 L Street, NY, Suite 1150
>
> Washington, DC 20005
>
> Fax:001-202-289-4101
>
> Documento aggiornato all'agosto 2000 (modifiche possono venir
> apportate in qualsiasi momento).

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Bollettino di controinformazione del
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>
>
> LES "ERREURS INVOLONTAIRES" DE L'OTAN SELON MME CARLA DEL PONTE
>
> Vendredi 2 juin 2000 la Procureur du Tribunal pénal international pour
> l'ex-Yougoslavia, Mme Carla del Ponte a déclaré devant le Conseil de
> Sécurité
> qu'elle avait reçu plusieurs plaintes de différentes sources accompagnées
> d'une abondante documentation avec des allégations que des crimes de guerre
> auraient été commis par le personnel et les dirigeants de l'OTAN pendant la
> campagne aérienne contre la République de Yougoslavie.
> Mme del Ponte a ajouté que, après un examen soigneux de la documentation,
> elle est arrivée à la ferme conviction que si l'OTAN avait commis quelques
> erreurs, elle n'avait par contre attaqué de façon délibérée objectifs civils
> ou militaires prohibés pendant la campagne aérienne. (UN NEWSERVICE, 2 juin
> 2000, www.un.org).
>
> Le Bureau du Procureur du Tribunal pénal international pour l'ex-Yougoslavia
> a reçu en effet plusieurs plaintes contre les leaders de l'OTAN, parmi
> elles,
> le 7 mai 1999 celle de l'Association Américaine de Juristes et d'un groupe
> de
> professeurs canadiens. Quelques-uns des signataires de la plainte ont eu
> des
> réunions, d'abord avec l'ancien Procureur, Mme Louise Arbour et après avec
> Mme del Ponte.
>
> Outre qu'elle dénonçait l'attaque lancée par l'OTAN comme constituant en soi
> une violation de la Charte des Nations Unies, la plainte faisait valoir
> entre
> autres les arguments légaux suivants :
>
> 1) La stratégie adoptée par l'OTAN, consistant en attaquer à partir de bases
> très éloignées (missiles) ou d'avions volant à 5000 mètres d'altitude, n'ont
> pas permis de prendre les "Précautions dans l'attaque" prévues à l'article
> 57
> du Protocole I aux Conventions de Genève
> et violent la "Règle fondamentale" de l'article 48 de ce même Protocole : en
> tout temps faire la distinction entre la population civile et les
> combattants
> ainsi qu'entre les biens de caractère civil et les objectifs militaires et,
> par conséquent, ne diriger leurs opérations que contre des objectifs
> militaires. Bien que les dommages interdits par les Conventions de Genève
> étaient prévisibles, il a été décidé (C'EST À DIRE IL A EU DÉLIBÉRATION ET
> DÉCISION) de faire usage de cette stratégie. Il y a eu donc responsabilité
> pénale puisqu'il y a dol éventuel : l'auteur des faits sait que les dommages
> interdits peuvent se produire (représentation du résultat), et néanmoins il
> agit.
>
> 2) L'attaque générale lancée DÉLIBÉRÉMENT contre l'infrastructure civile et
> particulièrement contre des centrales électriques, les sources et les
> conduites d'eau potable
> viole l'article 54, al. 2 du Protocole I : Interdiction de mettre hors
> d'usage des biens indispensables à la survie de la population civile.
>
> Cette stratégie d'attaque à distance et de destruction massive d'objectifs
> civils N'A PAS ÉTÉ DES ERREURS OU DU SIMPLE HASARD.
>
> Dans un documentaire sur la guerre contre la Yougoslavie émis par la chaîne
> de TV franco allemande ARTE le 25/11/99, un général de l'armée des
> Etats-Unis, faisant partie selon lui des responsables chargés de choisir les
> objectifs à bombarder, disait que ces objectifs ont été choisis en fonction
> des considérations politiques plutôt que militaires : il s'agit, disait-il,
> plutôt que d'annihiler les forces armées ennemies, d'affaiblir le
> gouvernement ennemi, rendant insupportable la vie à la population civile.
> Cela n'était pas un avis personnel du général : c'est la doctrine militaire
> officielle en vigueur depuis plusieurs années dans les forces armées des
> Etats-Unis, et mise déjà en exécution dans l'invasion du Panama et pendant
> la
> guerre du Golfe. Cette doctrine est manifestement violatoire de la lettre
> et
> l'esprit des Conventions de Genève.
> Dans le même documentaire, le Ministre d'affaires étrangères de l'Allemagne,
> Joshka Fischer, affirma que les décisions sur les objectifs à attaquer
> étaient prises à Washington. Cela n'exempte pas de responsabilité des
> membres de l'OTAN autres que les Etats-Unis, puisque, selon le "NATO
> handbook", part 1, points 5 et 7, à l'OTAN les décisions sont prises par
> consensus au Conseil de l'organisation. S'il n'y a pas eu d'opposition aux
> décisions prises à Washington cela équivaut au consensus et, en conséquence,
> il y a partage des responsabilités.
>
> 3) Il y a eu aussi des attaques DÉLIBERÉS contre civils dans des conditions
> particulièrement odieuses : par exemple le deuxième bombardement d'un pont
> sur lequel il y avait des civils en train de secourir à des victimes, eux
> aussi civils, du premier bombardement.
>
> 4) L'utilisation des bombes à dispersion (cluster bombs), censées détruire
> des objectifs "mous" (et donc causer la mort sans discrimination du plus
> grand nombre possible de personnes), DE PROJECTILES À URANIUM APPAUVRI (qui
> causent des dommages étendus et durables) et le bombardement d'usines
> chimiques, qui entraîne la dispersion des produits toxiques dans
> l'environnement (dommages étendus et éventuellement durables), VIOLENT LES
> DISPOSITIONS DE L'ARTICLE 35, AL. 2 DU PROTOCOLE I : INTERDICTION D'EMPLOYER
> DES PROJECTILES ET DES MATIÈRES, AINSI QUE DES MÉTHODES DE GUERRE DE NATURE
> À
> CAUSER DES MAUX SUPERFLUS, ET DE L'ALINÉA 3 DU MÊME ARTICLE : INTERDICTION
> D'EMPLOYER DES MÉTHODES ET DES MOYENS DE GUERRE QUI SONT CONÇUS POUR CAUSER,
> OU DONT ON PEUT ATTENDRE QU'ILS CAUSERONT, DES DOMMAGES ÉTENDUS, DURABLES ET
> GRAVES À L'ENVIRONNEMENT NATUREL ; de l'article 36 : armes nouvelles qui
> sont
> ou pourraient être interdites par le Protocole ou par toute autre règle de
> droit international (les petites bombes qui se trouvent à l'intérieur des
> bombes à dispersion et qui restent au sol sans exploser ont le même effet
> que
> les mines antipersonnel, interdites par la Convention d'Ottawa de 1997, en
> vigueur depuis le 1er. Mars 1999) et violent aussi les dispositions de
> l'art.
> 55 du même Protocole I : "La guerre sera conduite en veillant à protéger
> l'environnement naturel contre des dommages étendus, durables et graves".
>
> Ces agissements soigneusement planifiés et mises en oeuvre par l'OTAN en
> Yougoslavie ont été reconnus par les responsables, ont été l'objet
> d'innombrables témoignages et ont été qualifiées de crimes de guerre par de
> nombreux juristes et par des personnalités comme Ramsay Clark, ancien
> Procureur de la Cour Suprême des Etats-Unis.
>
> Monsieur Luc Hafner, colonel de justice militaire et Président du Tribunal
> Militaire de Division I de Suisse, dans un article publié dans le quotidien
> suisse Le Temps, le 31 mai 1999, estima que la stratégie générale utilisée
> par l'OTAN lors des attaques aériennes contre la Yougoslavie viole les
> Conventions de Genève et qu'il y aurait lieu d'instruire un procès pour
> crimes de guerre contre ses dirigeants.
>
> Une information de l'agence espagnole EFE, à Londres, du 13 juillet 1999,
> rapporte les déclarations de l'ex-commandant en chef des forces armées de
> l'ONU en Bosnie, le Général britannique Michael Rose, formulées par la BBC :
> "Pendant onze semaines, fut lancée la campagne aérienne la plus intense de
> l'histoire bellique et nous eûmes des troupes stationnées qui voyaient des
> milliers de personnes être assassinées brutalement et plus d'un million
> expulsées de leur domicile"...
> "Elle (l'OTAN) aurait dû mener une guerre humanitaire", signala. Il ajouta
> qu'en poussant la limite de la hauteur de vol à plus de 15 000 pieds (4575
> m.) et à "ne pas garantir que les objectifs qu'ils attaquaient étaient
> militaires », les pays impliqués dans l'opération "se risquaient à violer
> les
> protocoles de La Haye et de Genève qui engagent à sauvegarder la vie des
> civils."
>
> Ces faits ont été répertoriés dans des documents officiels de l'ONU. Ainsi
> le
> Rapporteur spécial sur l'ex Yougoslavie, M. Jiri Dientsbier dans son rapport
> à l'Assemblé Générale [A/54/396-S/1999/1000(24/9/99)] mentionne des
> violations aux lois de la guerre dans les paragraphes 91 (emploi de
> munitions
> à uranium appauvri, de bombes à dispersion), 94 et 103 (destructions et
> dommages ainsi que mort de civils causées par les frappes aériennes de
> l'OTAN), 102 (dommages causés à l'environnement).
>
> Dans son additif A/54/396/Add.1-S/1999/1000/Add. 1(3/11/99) M. Dientsbier
> décrit les violations des droits de l'homme qui sont encore commises au
> Kosovo (par. 26, 27 et 28) et dans le par. 34 il ajoute qu'"il est tragique
> que cela se produise actuellement en présence de la MINUK, de la KFOR et de
> l'OSCE".
> AU PARAGRAPHE 29 DE CET ADDITIF, LE RAPPORTEUR SPÉCIAL CONSTATE LA PASSIVITÉ
> DU TRIBUNAL PÉNAL INTERNATIONAL POUR L'EX YOUGOSLAVIE DEVANT CES VIOLATIONS.
> Dans ces violations il y a aussi une responsabilité de l'OTAN, comme
> occupant qui a le contrôle effectif du territoire, et en vertu de l'article
> 2
> de la IV Convention de Genève, du "Military Technical Agreement", Annexe
> A.1,
> du 9 juin 1999 et du paragraphe 9 de la résolution 1244 (1999) du Conseil
> de
> Sécurité.
>
> Les leaders de l'OTAN sont aussi responsables des crimes commis par l'Armée
> de libération de Kosovo (ALK) transformée en "force civile" (TMK) et
> agissant
> sous la tutelle de la KFOR, si on applique la jurisprudence du même Tribunal
> pour l'ex Yougoslavie: voir "TADIC", sentence du 15/7/99, par. 133: citant
> la
> Cour Internationale de Justice: ..."Iran was held internationally
> responsible
> for failing to prevent the attack on the United States diplomatic
> premises"...même si les etudiants iraniens ont agi d'abord de façon
> autonome.
> Il suffit de faire le parallèle entre les autorités iraniennes et la KFOR et
> entre les étudiants iraniens et l'ALK.
> Dans la sentence "BLASKIC" du 3/3/00, le Tribunal a retenu comme fondement
> de
> responsabilité la négligence du condamné dans l'accomplissement des ses
> devoirs.
> Cette notion est applicable aux soi-disants "erreurs" de l'OTAN pendant les
> bombardements et aux crimes commis actuellement au Kosovo, qui se trouve
> sous
> le contrôle de la KFOR.
>
> Mais la Procureur du Tribunal à choisi tout simplement d'ignorer les crimes
> commis en Kosovo depuis son occupation par les forces de l'OTAN.
>
> Pendant les 78 jours de bombardements contre la Yougoslavie ont été commis
> de façon reiterée des crimes de guerre, tels que définis par les Conventions
> de Genève de 1949, leurs Protocoles facultatifs de 1977 et les Conventions
> de
> la Haye de 1889 et 1907 et son Règlement annexe.
> Sont crimes de guerre parce que sont infractions graves commis
> INTENTIONNELLEMENT (art. 85, par. 5 du Protocole I) et les responsables
> doivent être punis (arts. 146 et 147 de la IV Convention de Genève).
> Mais la Procureur Mme del Ponte les califie avec une incroyable légèreté,
> suivant à la lettre la version de l'OTAN, comme des "erreurs non déliberés"
> qu'à son avis ne méritent même pas l'ouverture d'une enquête.
>
> Des crimes de guerre d'une telle gravité qui pourraient aussi être
> qualifiées
> de crimes contre l'humanité (art. 6, al. C du Statut du Tribunal militaire
> international de Nuremberg et art. 5 du Statut du Tribunal pour l'ex
> Yougoslavie).
>
> Bien que l'initiative de l'accusation appartienne exclusivement à la
> Procureur, reste à savoir si les juges du Tribunal pour l'ex Yougoslavie,
> mettant en question sa réputation personnelle comme juristes et entamant le
> peu de crédibilité qui reste au Tribunal, vont avaliser avec son silence et
> sa passivité le mépris de Mme del Ponte pour les faits, le droit
> applicable,
> la jurisprudence du même Tribunal et son manque aux devoirs inhérents à sa
> fonction de Procureur.
>
> L'enjeu est de taille et la responsabilité des membres du Tribunal est
> historique. La passivité du TIPY facilitera la tâche entamée par les grandes
> puissances de démolition de plus d'un siècle de laborieuse construction du
> droit international humanitaire et ouvrira grandes les portes à la loi de la
> jungle à échelle internationale.
> ----------------
>
> Alejandro Teitelbaum
> Avocat
> Représentant permanent à Genève de l'Association Américaine de Juristes.
> Lyon, 6 juin 2000

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ECCO IL TESTO!


Essendo entrati in allarme per i titoli apparsi sui nostri giornali, che
nelle scorse settimane hanno azzardato inquietanti ipotesi sul nuovo
testo dell'Inno nazionale della Federazione Russa, abbiamo incaricato il
nostro agente segreto a Mosca - nome in codice Njika - di sottrarlo al
nemico e tradurcelo in italiano.
Con grande sgomento non abbiamo trovato nessun accenno ne' a Stalin, ne'
allo Zar! Eppure "Repubblica" ed il "Corriere" ci avevano garantito...
La cosa e' sospetta. Evidentemente il nemico e' cosi' perfido da
nascondere le sue smanie espansionistico-nazional-komuniste sotto un
velo di convenzionale patriottismo da inno nazionale medio.
Ma la nostra guerra santa contro l'orso russo non finisce certo qui.


Russia – nostro venerato Stato!
Russia – nostro amato Paese!
Potente volonta’, grande gloria
La tua eredita’ è per i secoli (lett. per tutti i tempi).

Ritornello:
Viva la (lett. Gloria a te,) nostra libera Patria –
Unione secolare di popoli fratelli,
Saggezza popolare trasmessa (lett. data) dagli antenati,
Viva (lett. Gloria a te), o Paese! Siamo orgogliosi di te!

Dai mari del Sud al confine polare
Si sono lanciati i nostri boschi e campi.
Unica tu sei al mondo! Solo tu sei tale!
Terra natia protetta da Dio.

Ritornello.

Vastita’ immensa (lett. ampia) per sogni e vita,
Gli anni ci dischiudono il futuro.
Ci infonde forza la nostra fedelta’ alla Patria.
Cosi’ è stato, cosi’ è e cosi’ sara’ sempre!

Ritornello.

(testo di Sergej Michalkov, 2000)


PS. ottimo lavoro Njika. Adesso riguardati, che con le temperature
vicine a meno 15 gradi ed il tasso di poverta' passato dal 2 al 50 per
cento nel giro di dieci anni questo inverno avete ben altro a cui
pensare.


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RAMSEY CLARK A ROMA

Venerdi alle ore 15 presso la Sala Rossa del Senato (a Palazzo Madama)
si terra' la conferenza stampa di Ramsey Clark, che la sezione italiana
dell'omonimo Tribunale e' riuscita ad avere a Roma di ritorno dall'Iraq.
Purtroppo e' obbligatorio l'invito, nonche' giacca e cravatta. Per
informazioni rivolgersi ai responsabili della sezione italiana del
"Tribunale Clark".

---

INCONTRI SUL DU A CURA DEL
COMITATO SCIENZIATE/I CONTRO LA GUERRA

-

Venerdì 19 gennaio 2001, alle ore 19, presso L'ASSOCIAZIONE "LIBERO
PENSIERO-Giordano Bruno", in via dei Serpenti 34, Roma, Presentazione
pubblica del DOCUMENTO SCIENTIFICO del
"Comitato Scienziate e scienziati contro la guerra"

ALCUNE TESI E FATTI SULL'URANIO IMPOVERITO (DU),
SUL SUO USO NEI BALCANI, SULLE CONSEGUENZE
SULLA SALUTE DI MILITARI E POPOLAZIONE.

Illustrano il documento:
Mauro Cristaldi
biologo, Università "La Sapienza", coautore del documento
Franco Marenco
fisico, Comitato Scienziate e scienziati contro la guerra

Introduce:
Claudio Del Bello

-

Libreria ODRADEK, Via dei Banchi Vecchi, 57
Mercoledì 24 febbraio ore 20,30
Presentazione del documento:

"ALCUNE TESI E FATTI SULLíURANIO IMPOVERITO (DU),
SUL SUO USO NEI BALCANI, SULLE CONSEGUENZE
SULLA SALUTE DI MILITARI E POPOLAZIONE"

del Comitato scienziate e scienziati contro la guerra
(elaborato sulla base dei documenti pubblicati nel libro "Contro le
nuove
guerre" Odradek ed.)

Ne discutono:

Mauro Cristaldi, Claudio Del Bello,
Alberto Di Fazio, Carlo Pona
(esponenti del Comitato scienziate e scienziati contro la guerra)
Elettra Deiana, Roberto Musacchio
(Rifondazione comunista)

Promuovono Odradek edizioni e Dipartimento internazionale Prc di Roma

L'uranio che viene da lontano
Iraq 1991 - Balcani 1999: il costo delle guerre

-

"URANIO IMPOVERITO:
DISASTRI E MENZOGNE"
Le bugie della NATO - Costi ambientali e sociali


ASSEMBLEA PUBBLICA

Sabato 20 gennaio 2001
ore 18.00
Centro sociale Corto Circuito
via Filippo Serafini 57


Intervengono:

GIOVANNI RUSSO SPENA, deputato di PRC

FALCO ACCAME, responsabile militare di PRC

LUCA NENCINI, biofisico dell'ENEA

---

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DOCUMENTI IN VARIE LINGUE

--- ENGLISH ---

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/699
> http://antiwar.com/orig/jatras6.html

Stella L. Jatras:
The Media's War Against the Serbs
ANTIWAR, January 15, 2001

> http://www.whatreallyhappened.com/RANCHO/LIE/HK/SATAN.html

Norma von Ragenfeld-Feldman:
THE WAR IN FORMER YUGOSLAVIA AND THE AMERICAN NEWS MEDIA

> http://www.4cbiz.net/kosta/autori/brock.peter/partizan.press.html

Peter Brock:
The Partisan Press

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/701

Marek Glogoczowski:
- SERVANTS OF TWO MASTERS CORPORATION, a discussion with
Benjamin Works
- National American Terrorist Organization and its
"Clenched Fist" metastasis at Belgrade

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/706

ALBRIGHT SPEAKS
1. to Dutch daily NRC, 13 Jan. interview
2. to National Endowment for Democracy [fwd]

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/707

PUBLIC STATEMENT FROM THE PRESS CONFERENCE HELD IN
PODGORICA 28.12.2000
The Attitude of the Present Montenegrin Regime towards the Orthodox
Metropolitanate of Montenegro and the Littoral in the Light of Modern
European Laws Regarding Relations between the State and the Church
(Press Service of the
Montenegrin Orthodox Youth Organizations)

> http://www.tenc.net

Further reading on NATO's use of weapons of terror:

In 'NATO Willfully Triggered Environmental Catastrophe In Pancevo,
Yugoslavia' at http://emperors-clothes.com/articles/chuss/willful.htm
Prof.
Michel Chossudovsky proves that NATO deliberately caused a
catastrophic
environmental disaster when it bombed chemical and petroleum
facilities in
Pancevo, Yugoslavia, during the 1999 air war.
For other articles by Prof. Chossudovsky, please go the
http://emperors-clothes.com/artbyauth.html#C

The distinguished journalist Felicity Arbuthnot has written tirelessly
about
the effects of Depleted Uranium on human beings in Iraq and
Yugoslavia. The
following articles are posted on Emperor's Clothes:
* ''It Turns Out Depleted Uranium Is Bad For NATO Troops In Kosovo
[What
About Everyone Else?]'' at
http://emperors-clothes.com/articles/arbuth/port.htm

* ''Allies 'told in 1991 of uranium cancer risks''' at
http://emperors-clothes.com/news/told.htm

* 'Allies Deliberately Poisoned Iraq Public Water Supply in Gulf War' at

http://emperors-clothes.com/news/allies.htm

> http://www.lai-aib.org

NEW on the site of the
Anti-Imperialist League of Belgium:

NATO in Croatia
Boris Raseta
24-11-2000

As late as spring of this year, the commander of the Croatian
air force
general Josip Culetic mentioned the possibility of the NATO base

presently stationed ! in the Italian townlet of Aviano being
relocated to
Udbina. The move - the general argued - would do Croatia good,
further
strengthening its strategic ties to the western military
alliance and,
probably, resulting in a substantial material gain for Croatia
as well.

NATO Willfully Triggered An Environmental Catastrophe In
Yugoslavia
Michel Chossudovsky
18-06-2000

In this report, Michel Chossudovsky provides conclusive
documentary
and photographic evidence that contrary to the statements of
various
international observers, the environmental catastrophe at the
Pancevo
petrochemical plant was neither the result of 'collateral
damage' (that
is, an accident of war) nor a case of criminal negligence (that
is,
resulting from criminal disregard of consequences). Rather, the
evidence is compelling. NATO willfully blew up with meticulous
accuracy containers of! toxic chemicals with the intention of
creating an
ecological nightmare.

The Truth about Depleted Uranium : Worse than a scandal
Robert Fisk
08-01-2001

'JUST FOURTEEN months ago, on a bleak, frosty afternoon, I
stopped
my car beside an old Ottoman bridge in southern Kosovo. It was
here,
scarcely half a year earlier, that Nato jets had bombed a convoy
of
Albanian refugees, ripping scores of them to pieces in the
surrounding
fields. Their jets, I knew, had been firing depleted uranium
rounds. And
now, on the very spot east of Djakovica where a bomb had torn
apart an
entire refugee family in a tractor, five Italian Kfor soldiers
had built a
little checkpoint. ...'

WHAT IS DEPLETED URANIUM?READ METAL OF DISHONOR
TO SEE WHAT IS BEHIND THE HEADLINES
International Action Center
09-01-2001

In April 1999, the International Action Center published the
second
edition of a book of essays and lectures on depleted uranium.
Its title
is Metal of Dishonor: Depleted Uranium.

Theses-proposals of the CPG concerning the consequences of the
criminal war against Yugoslavia
Communist Party of Greece
10-01-2001

Press Conference given by the G. Secretary of the CC of the
Communist Party of Greece (CPG) A. Papariga, Held at Zapeio
Convention Centre, Athens, on 10th January, 2001

--- FRANCAIS ---

Nouveau sur le site de la LAI
Ligue Anti-Impérialiste - http://www.lai-aib.org

Et maintenant, chers électeurs, on
va vous licencier!
Michel Collon
28-12-2000

Enquête sur les élections en Serbie :
Comment expliquer la défaite de
Milosevic? Le nouveau premier
ministre Djindjic fermera-t-il beaucoup
d’usines? Et Bush changera-t-il la
politique US? Nous avons pris la
température à Belgrade et
Washington

Le 'syndrome des Balkans' examiné
mardi par l'OTAN
07-01-2001

L'Union européenne et l'OTAN vont se
pencher en début de semaine sur les
cas de maladies et de morts
suspectes liées aux opérations de
l'OTAN dans l'ex-Yougoslavie où les
Américains ont utilisé des munitions à
uranium appauvri dont la nocivité
paraît désormais établie.

Agression contre la Yougoslavie,
acte II
Matthias Küntzel
23-12-2000

Le 24 novembre se réunissait à
Zagreb, sous présidence française, un
sommet des responsables des quinze
et de leurs homologues des pays
balkaniques. Les enjeux de l’“ aide ”
dont il est beaucoup question relèvent
plus de la géopolitique que de la
générosité dictée par le remords des
bombardements. Les dirigeants
allemands entendent bien jouer un
rôle particulier dans les Balkans

Le rôle de l'Allemagne fédérale dans la préparation
de la guerre du Kosovo
Matthias Küntzel
16-04-2000

Expertise présentée lors de la deuxième session du Tribunal
européen sur la
guerre de 1 OTAN contre la Yougoslavie, le 16 avril 2000 à
Hambourg (Allemagne)

Le 'Syndrome de l’Otan' : armes, profits et mensonges
Michel Collon
15-01-2001

Qui cache depuis dix ans les dangers de l’uranium appauvri et
pour quels intérêts?
Après des années de souffrances, des soldats belges déposent
plainte contre leur
gouvernement. Mais pourquoi l’Otan cache-t-elle la vérité depuis
dix ans? Si le
scandale de l’uranium éclate enfin, c’est grâce à la lutte
acharnée menée depuis dix
ans - aux USA, puis en Grande-Bretagne et en France - par des
associations de
soldats victimes et par une poignée de scientifiques et de
militants courageux. Dont
Christine Abdelkrim-Delanne qui vient de publier La Sale Guerre
propre . Historique
de ce combat.

COALITION POUR L' ABOLITION DES ARMES A URANIUM
APPAUVRI
15-01-2001

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--- DEUTSCH ---

Anmerkungen:
Rainer Rupp ist Mitarbeiter der
JUNGE WELT - http://www.jungewelt.de
Wir bedanken uns mit W. Schulz, der die
meisten Dokumente an uns weiterlieferte

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/711

"Was verbirgt sich hinter ”ethnisch-politischen”
Konflikten?" (von George Pumphrey)
Vortrag in einer Arbeitsgruppe des Friedensratschlages in
Kassel, am 2.12.2000 und bei der Friko Berlin am 7.1.2001

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/702

Abgereicherte Glaubwürdigkeit der NATO
(von Rainer Rupp, 16/1/01)

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/704

Rainer Rupp:
Kouchners Kosovo Show zu Ende (15/1/01)
Kosovo-albanische Kinder spielen auf Giftmüll der NATO (15/1/01)
Sparsam mit der Wahrheit (11/1/01)

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/703

Wider die Serbophobie - Verheimlichte Fakten der Kriege in
Jugoslawien. Am Anfang war ein US-Gesetz
(Von Franz-Karl Hitze, aus Neues Deutschland vom 03.01.2001)

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/710

Rainer Rupp:
DU-Munition - Kein Skandal sondern ein Verbrechen (9/1/01)
Balkan Syndrom - Experten beschuldigen NATO wegen
Vernachlässigung der Fürsorgepflicht für eigene Soldaten
(8/1/01)

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/709

Bedrohung eines Unschuldslammes.
CIA-Bericht - Globale Trends 2015
(Von Rainer Rupp, 4/1/01)

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/705

Krieg nach Gefühl
SPÄTES GESTÄNDNIS ZUR BOMBARDIERUNG JUGOSLAWIENS
Manipulationen der NATO und strategische Meisterleistung
der UÇK (Von Dieter S. Lutz, "FreiTag" 15/12/00)

> http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/708

Rainer Rupp:
Abzugspläne in der Schublade?
Berater des künftigen US-Präsidenten wollen amerikanische
Truppen auf dem Balkan reduzieren (4/1/01)
Europäische Sorgen wegen Verseuchung der Friedenshüter
durch DU-Munition – Für Bundeswehr kein Problem (31/12/00)
Für Albright ist Nachfolger Powell nicht
interventionistisch genug (21/12/00)

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LA JUGOSLAVIA NELLA NATO


Il Ministro degli Esteri della RFJ Goran Svilanovic, gia' noto per avere
invitato il Tribunale dell'Aia ad aprire una sede a Belgrado e per avere
chiesto la ammissione ex-novo del suo paese all'ONU rompendo con tutta
la tradizione diplomatica della Jugoslavia, ha effettuato una visita di
cortesia al quartier generale della NATO. Svilanovic ha affermato che in
Kosovo - dopo la pulizia etnica a danno delle minoranze non albanesi ed
albanesi non secessioniste - la RFJ e la NATO possono finalmente
lavorare insieme; in cambio, il criminale di guerra Robertson ha offerto
alla RFJ la partecipazione alla Partnership for Peace, primo passo per
l'inserimento nella Alleanza.

Dopo la visita al quartiere generale della NATO ci attendiamo che
Svilanovic, per ringraziare del sostegno politico ed elettorale offerto
alla nuova classe dirigente di destra in Jugoslavia, si presenti anche
alla redazione del "Manifesto".

(Italo Slavo; grazie a Carlo per la segnalazione)


> http://www.nato.int/docu/update/2001/0103/u01e.htm
>
>
>
> Visit of Yugoslav official to NATO HQ
>
> A Yugoslav minister visited NATO
> for the first time since the defeat of
> Slobodan Milosevic's regime in
> democratic elections and its ouster
> in popular demonstrations last
> autumn. Goran Svilanovic, foreign
> minister since Yugoslavia's democratic transition,
> visited NATO HQ on 10 January and met with Lord
> Robertson and NATO Ambassadors.
>
> At a joint press conference, Lord Robertson welcomed
> the democratic changes in Yugoslavia and described
> the day as "important and historic". He stressed that
> NATO's 1999 air campaign had not been directed
> against the people of Yugoslavia, whom he
> congratulated for seizing a "historic opportunity to grab
> back their future".
>
> Foreign Minister Svilanovic said:
> "Peace and stability is the long
> time goal, not only for our
> government, but for all
> governments in the region," and
> promised to work to resolve all
> outstanding issues. These include the security situation
> in the ground security zone bordering Kosovo,
> confidence building measures, war crimes and
> integration into European institutions.
>
> Concerning the ground security zone in southern
> Serbia, Foreign Minister Svilanovic said that: "We
> believe that the starting point is that we are not an
> enemy army any more." Lord Robertson echoed
> these sentiments, describing the security situation
> there as a matter of "common concern" and repeating
> his call for restraint from all sides in this area.
>
> The two men agreed to open dialogue on all matters
> of common concern, including depleted uranium.
>
> Foreign Minister Svilanovic said that at present the
> Yugoslav government had no position on a
> participation in the Partnership for Peace programme.
> Meanwhile, Lord Robertson hoped that Bosnia and
> Herzegovina and the Federal Republic of Yugoslavia,
> the two European countries which were not members
> of the Partnership for Peace programme and the
> Euro-Atlantic Partnership Council (EAPC), will
> eventually join.
>

---

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VIVA LA BUGIA SE E' PER LA DEMOCRAZIA


LtCdr. Garneau, SFOR: "at no time did NATO use depleted uranium
munitions during air-strikes in Bosnia"
.... detto il 15 dicembre 1997 in conferenza stampa!

(Ringraziamo Carlo per la segnalazione)


> http://www.nato.int/sfor/trans/1997/t971215a.htm
>
>
>
> SFOR
> Transcript
> 15 Dec. 1997
>
>
>
> Transcript: Joint Press Conference
>
> 15 December 1997, 1130 Hours
> Coalition Press Information Centre
> Tito Barracks
>
>
>
> Simon Haselock, OHR: Good morning everybody. I see
> that we're not on film today, so today's not an important
> day. I haven't got very much to say, other than, as you know,
> today the BiH Parliaments are meeting, both Houses: one at
> 11, which started already, and one at 1400. The main issue
> is of course the passing of the three laws which were
> signed up to by the Presidency in Bonn. Those are the laws
> on passports, citizenship, and the Council of Ministers.
> You'll also be aware in terms of deadlines, the 15th, i.e.
> today, was the first Bonn deadline. So, we hope the
> Parliament will approve these laws in a fashion that was
> expected at Bonn.
>
> Thank you very much.
>
> LtCdr. Garneau, SFOR: Good morning everyone. I have
> two items for you today. The first one is the weekly wrap
> up of weapon storage site inspections and monitoring. In
> the course of last week, a total of 77 weapon storage sites
> were inspected and no discrepancies were found.
>
> SFOR troops also monitored 204 training and movement
> activities, in which 13 were aborted by the factions without
> prior announcement to SFOR. Sanctions are being
> considered.
>
> A total of 127 demining activities on both sides were
> monitored and deemed effective.
>
> My second point is in reference to a newspaper article this
> morning in the Oslobodjenje, a story which was also
> carried in Belgrade and Zagreb media, referring to the use
> of depleted uranium by NATO troops. First, let me say that
> this is not an SFOR issue; however, NATO has stated quite
> categorically that at no time did NATO use depleted
> uranium munitions during air-strikes in Bosnia. Depleted
> uranium is a hardened substance used to penetrate armor
> plating. As a matter of policy, we do not discuss our
> military capability and the types of ammunition we carry.
> Furthermore, SFOR also confirms that no SFOR troops are
> subject to any health precautions associated with depleted
> uranium waste. As far as we're concerned, this whole issue
> is fabrication.
>
> That is all I have.
>
> Alex Ivanko, UNMIBH: Just one point; I'm pleased to
> announce the inauguration of the Federation Police
> Academy today. The inauguration ceremony is currently
> ongoing and it started at 11 o'clock.
>
> That's all I have.
>
> Luke Zahner, OSCE: Just a brief point from the OSCE
> this morning; today at 1500 hours, the OSCE's
> Democratization Branch is kicking off its tolerance
> information campaign with a press conference and event at
> the Teacher's School, Obala Kulina Bana 3. The press are
> invited to attend, and Ambassador Frowick will be making
> a statement and will be available to answer questions. Also
> speaking will be local leaders who are participating in this
> initiative. Thank you.
>
> Kris Janowski, UNHCR: No points from UNHCR.
>
> Simon Haselock, OHR: Questions please?
>
> Wunderbar. Thank you very much.
>

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