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www.resistenze.org - pensiero resistente - imperialismo e globalizzazione - 04-08-06 

Washington lancia il militarismo tedesco e giapponese contro il Terzo Mondo

Heinz Dieterich

Il colonialismo che tanto venne utilizzato nei secoli passati da alcuni paesi europei per sottomettere popoli interi e impadronirsi delle loro risorse naturali è scomparso, per poi però generare a poco a poco una nuova variante conosciuta nei nostri giorni come imperialismo.

 
1. Il problema: la triplice impotenza dell’imperialismo occidentale
 
- La relativa impotenza dell’imperialismo occidentale – Stati Uniti, Unione Europea e Giappone – di fronte alle condizioni attuali del sistema mondiale deriva da tre fattori fondamentali. 1. il suo fallimento di fronte alla resistenza in Iraq e di fronte a piccole potenze come Iran e Corea del Nord; 2. l’impossibilità di eliminare le potenze regionali emergenti che co-governeranno il sistema mondiale: Russia-Cina, India e, forse. Il Blocco Regionale di Potere Latinoamericano (BRPL); l’incapacità strutturale di offrire un sistema economico razionale che possa neutralizzare le contraddizioni del sistema capitalista, disattivare i movimenti di massa e frenare la lotta senza quartiere per le materie prime, che è al centro di gravitazione di tutta la politica contemporanea e che lo sarà, di fatto, per tutto il secolo XXI.

 

2. La risposta: centralizzazione e fascistizzazione dell’imperialismo occidentale
 
- Di fronte a tale crisi strutturale, le classi politiche del grande capitale sono arrivate alla conclusione che i loro interessi nello scenario mondiale contemporaneo possono essere garantiti solo a due condizioni: 1. la centralizzazione di tutte le loro forze in una falange imperialista occidentale e 2. la coesione di questa falange attraverso una nuova dottrina imperial-fascista.

 

2.1 La centralizzazione
 
- Il segno distintivo generale della centralizzazione del potere è l’alleanza strategica tra la borghesia atlantica – Stati Uniti e Unione europea – e quella giapponese. In questo processo esistono poli secondari, come la Polonia, dove Washington costruirà un nuovo “scudo nucleare antibalistico”; ma la sua essenza consiste nella riattivazione accelerata del militarismo tedesco e giapponese, vale a dire delle due potenze che, a partire dalla Prima Guerra Mondiale, sono sempre apparse come “leader regionali naturali” di Europa e Asia nella dottrina di politica estera di Washington.

 

2.2 La dottrina
 
- Trasformare Stati di diritto borghese in Stati fascistoidi aggressori richiede la modifica della loro sovrastruttura politica e dottrinale; e in particolare, la trasformazione imperialista della Costituzione e delle dottrine militari nazionali. A tal fine, Washington recluta di nuovo due vecchi complici della “Guerra fredda”, che impose dopo il 1945 a Germania e Giappone per costruire il Secolo Americano: la democrazia cristiana tedesca (CDU) e il Partito Liberal Democratico (PLD) del Giappone. Se nella “Guerra fredda “erano stati sconfitti i movimenti anticoloniali anticapitalisti, al giorno d’oggi si pretende di ripetere l’impresa, distruggendo gli esclusi e il Socialismo del XXI secolo.

 

E i vecchi complici funzionano bene. La democrazia cristiana tedesca, con l’appoggio della socialdemocrazia e di tutti gli altri partiti politici, salvo il nuovo “Partito di Sinistra”, e il conservatorismo giapponese (PLD) – che governa il paese praticamente fin dal 1946 – fanno tutto ciò che è in loro potere per trasformare i propri paesi in terroristi di stato regionali sotto il comando di Washington.

 

La nuova dottrina dei subimperialismi tedesco e giapponese è un’imitazione di quella statunitense (National Security Strategy 54) e ruota intorno al “diritto” di appropriazione delle materie prime mondiali, particolarmente dell’energia, mediante la guerra di aggressione convenzionale e nucleare. Si tratta di una dottrina fascista, all’interno della logica sviluppata a suo tempo dal più eminente giurista dei nazisti, Carl Schmitt, per giustificare la guerra di aggressione di Hitler, anche sulla base della Dottrina Monroe statunitense.

 

3. Il terribile potere della Falange occidentale
 
- In questo modo le tre borghesie decisive del sistema mondiale – la statunitense, la giapponese e la tedesca – riconoscono che il loro sistema globale di sfruttamento e di disuguaglianza potrà essere difeso contro i popoli e gli Stati regionali emergenti solamente se il loro potere economico, demografico, territoriale e militare verrà unificato in una Falange imperialista. E, di fatto, riuniscono all’incirca il 55% del Prodotto Globale Lordo e una popolazione di 510 milioni di abitanti. Nel caso di una nuova guerra mondiale potrebbero mobilitare più di quaranta milioni di soldati. Se si estende questo “asse del male” al resto dell’Unione Europea, il suo potere economico rappresenta intorno al 75% del Prodotto Sociale Mondiale, circa il 90% del sapere e delle installazioni scientifiche moderne e una popolazione intorno ai 900 milioni.

 

Questo blocco imperialista ha dichiarato guerra ad ogni tentativo di cambiare qualitativamente il sistema mondiale a favore degli esclusi. Si tratta di un nemico estremamente potente e brutale; si tratta del principale nemico dell’umanità.

 

4. La trasformazione della dottrina militare delle Forze Armate tedesche
 
- La trasformazione delle Forze Armate tedesche (Bundeswehr, BW) da una forza di difesa territoriale in una guardia pretoriana di intervento mondiale, sta per essere realizzata dal governo tedesco democristiano-socialdemocratico, mediante una ridefinizione totale della vecchia dottrina militare. Con tale ridefinizione si pretende di raggiungere i seguenti obiettivi.

 

4.1 La repressione interna
 
- Il primo obiettivo consiste nel permettere l’uso interno della Bundeswehr mediante il cambiamento della costituzione tedesca e la ridefinizione del “caso di difesa” (Verteidigungsfall). La costituzione tedesca proibisce ogni genere di aggressione e il “caso di difesa” è catalogato come “un’aggressione esterna contro il territorio nazionale”. Nel nuovo e ancora segreto “Libro Bianco” militare, che il governo vuole ratificare entro il 12 luglio, certi attentati vengono considerati “caso di difesa”, allo scopo di poter dichiarare lo stato di emergenza e usare le Forze Armate all’interno del paese (...)

 

4.2 Blood for Oil: sangue in cambio di petrolio
 
- Il secondo obiettivo della nuova dottrina militare consiste nel legalizzare l’uso delle Forze Armate per garantire l’approvvigionamento di energia a prezzo ragionevole e il livello di vita dei tedeschi. Si stabilisce, in poche parole, il diritto di mantenere con le armi l’attuale sistema di sfruttamento del Terzo Mondo.

 

Il democratico cristiano F.J. Jung, Ministro della Difesa, afferma che è parte degli “interessi di sicurezza politica della RFT garantire un approvvigionamento libero e sicuro dell’energia”... “Se terroristi...controllano uno stretto di mare, allora è logico che esista un interesse tedesco a garantire il libero commercio” del petrolio. Egli fa rilevare che soldati tedeschi già collaborano nel Corno d’Africa all’approvvigionamento petrolifero. Se è necessario, con l’aiuto delle Forze Armate, l’approvvigionamento verrà garantito anche “in regioni geograficamente lontane” (...)

 

Attualmente il governo e i partiti politici, ad eccezione del Partito di Sinistra, stanno autorizzando l’uso delle Forze Armate tedesche nel Congo, che è un’altra zona di materiali strategici. In Afghanistan opera già un forte contingente militare tedesco, in base alle motivazioni addotte nel 2004 dall’allora ministro della difesa socialdemocratico Rudolf Scharping: “In 25 anni si esaurirà il gas del Mare del Nord, ma nella regione dell’Afghanistan e del Caucaso c’è di tutto, come pure nello spazio del Mar Caspio”. Ha ragione. Per questo già Hitler diresse le sue divisioni verso quella regione.

 

4.3 Consolidare la minaccia nucleare europea contro il Terzo Mondo
 
- Questo sfrontato espansionismo imperialista dell’elite tedesca coincide con quello dei francesi, degli inglesi, degli italiani e degli spagnoli. Il guru della politica estera di Tony Blair, Robert Cooper, nell’aprile 2002, nel suo famoso saggio “Why we still need empires” (“Perché continuiamo ad aver bisogno di imperi”) ha definito l’UE come un “impero cooperativo” (cooperative empire) che necessita di un “nuovo tipo di imperialismo”, come “quello dell’Impero Romano”. Il ministro britannico della Difesa, John Reid, ha affermato che “di fronte al combinarsi degli effetti del cambiamento climatico globale con la diminuzione delle risorse naturali aumenta la possibilità di conflitti violenti per terre, acqua ed energia”.

 

La Ministra della Difesa francese, Michéle Alliot-Marie, sostiene: “Se l’Europa vuole difendere i suoi valori di umanesimo e democrazia nel mondo dobbiamo...agire e, se necessario, con le armi”. Il suo capo politico, il presidente Chirac, ha avanzato all’Iran la minaccia dell’uso di armi nucleari, “in modo da assicurare i nostri approvvigionamenti strategici”. La democristiana Angela Merkel, ex comunista della RDT e attualmente cancelliere della Germania, non ha trovato nulla di strano in questa dichiarazione, considerandola una “dottrina adeguata ai cambiamenti in corso nel mondo”.

 

Il nemico principale dell’umanità: la grande borghesia di Stati Uniti – Unione Europea – Giappone
 
- L’essenza di questa “dottrina adeguata” è la guerra senza quartiere contro i popoli del mondo, come dimostrano le seguenti voci dell’imperialismo tedesco che sono rappresentative dell’insieme della Falange capitalista.

 

Nel 1996, un alto ufficiale dello Stato Maggiore tedesco scrisse nell’organo ufficiale delle Forze Armate quanto segue: “Durante il XXI secolo i paesi ricchi, che ora vivono in coesistenza pacifica tra loro, dovranno difendere il proprio buon livello di vita contro i popoli degli Stati e delle regioni povere (...) L’umanità si trova di fronte a un secolo di penuria. Per cose che una volta si potevano comperare, si faranno guerre”.

 

Kurt Biedenkopf, ex Segretario Generale del Partito Democratico Cristiano, per molti anni membro del parlamento tedesco e professore di diritto e scienze politiche, è ancora più chiaro: “Come fronteggeremo la richiesta dei popoli della terra di dividere con loro, se non siamo disposti a farlo? (...) Quali pericoli di guerra verranno da tale sviluppo della situazione? (...) Il nostro modo di vivere non può essere esteso a tutti (...) Ciò significa che noi potremo conservare il nostro modo di vita solo se anche in futuro lo riserveremo ad una minoranza privilegiata: le nazioni industriali altamente sviluppate”. [1]

 

Come sconfiggere la Falange imperialista occidentale?
 
- Questa è la logica di Winston Churchill e Adolf Hitler, di Franklin Delano Roosevelt e José Maria Aznar. Sono contenuti condivisi dal capitalismo liberale, da quello democristiano e da quello fascista: bisogna sfruttare e reprimere il mondo intero, per mantenere sotto controllo la “bestia popolare” nazionale. Di qui l’origine della Prima Guerra Mondiale, della Seconda e probabilmente della Terza, con il suo nuovo fascismo.

 

Ci sono tre teatri di operazione in cui deve essere sconfitto il nuovo fascismo: 1. il militare; 2. il politico-difensivo e 3. il politico offensivo-strategico.

 

E’ evidente che la dottrina della guerra irregolare è la prima diga di contenimento della Falange; ma è ugualmente evidente che non esiste una forza di dissuasione reale senza armi nucleari e missili balistici. La sovranità nazionale-regionale non esisterà senza armi strategiche.

 

Evitare la trasformazione di Giappone e Germania in Stati di aggressione bellica è un compito improrogabile per i movimenti sociali, i partiti e gli Stati progressisti di Europa e America Latina. La crescente irradiazione della Rivoluzione Latinoamericana in Europa coincide con l’ascesa delle forze di centro-sinistra in Francia e particolarmente in Germania, e deve essere usata per costruire un’Alleanza transatlantica difensiva contro il nuovo fascismo.

 

Nessuna guerra si vince rimanendo sulla difensiva e, per questo, il compito di difesa strategica deve combinarsi con quello di offensiva strategica: il Socialismo del XXI secolo.

 

Solo così sarà possibile sconfiggere la Falange occidentale che pretende di prolungare la sua opera mondiale di terrore, iniziata nel 1492. Di qui l’importanza vitale per l’umanità intera di cercare di impedire la trasformazione imperial-fascista di Germania e Giappone, sotto la leadership di Washington.

 

Heinz Dieterich
Filosofo tedesco, professore universitario, autore di numerose opere,
residente in Messico,editorialista della rivista internet spagnola Rebelion

 

[1] Le citazioni dall’eccellente saggio di Peter Buerger, “Deutsche Kriege fuer das “nationale” Interesse?”

 

 
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del
Centro di Cultura e Documentazione Popolare


--- CASTELLANO ---

Washington lanza el militarismo alemán y japonés contra el Tercer Mundo


por Heinz Dieterich

El colonialismo que tanto utilizaron en siglos pasados algunos países europeos para someter a pueblos enteros y aprovecharse de sus recursos naturales desapareció pero para genenerar poco a poco una nueva variante conocido en nuestros días como imperialismo...




L'ALLEGRA BRIGATA


From: magnone
Subject: [SP] per non dimenticare: l'allegra brigata "Folgore"
Date: September 13, 2006 9:46:40 AM GMT+02:00
To: forumgenova @...
Cc: scienzaepace @...


La Brigata "Folgore" andrà in Libano per la missione di "Pace"...
con una lunga storia alle spalle!!!

Per capirci la girovaga Brigata Folgore è quella della precedente
missione di "Pace" in Somalia.

I "nostri" soldati vennero sorpresi a torturare un ragazzo somalo con
elettrodi sui genitali ed a stuprare, in gruppo, una donna somala con
l'aiuto di una bomba illuminante cosparsa di marmellata.

Per visionare http://italy.indymedia.org/news/2004/05/543177.php

Edoardo Magnone

PS. L'articolo è stato scritto nel lontano 1999 ma vale la pena
riprenderlo perchè rende l'idea sulla goliardica Brigata Folgore. Da
aggiungere solo che i reati di tortura e violenza carnale furono
dichiarati tutti prescritti, Carmine Fiore e Bruno Loi furono
reintegrati e, naturalmente, promossi.... Saranno già in Libano?


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Da "Umanità Nova" n.26 del 5 settembre 1999

Folgore 1997/1999: Incidenti mortali, scandali e nonnismo.

Sulla "Folgore" si potrebbe scrivere un libro. Per mancanza di spazio
però ci limiteremo a analizzare gli avvenimenti di questo corpo dopo
le clamorose denuncie sulle torture compiute dai parà durante la
missione "umanitaria" in Somalia. Questa cronistoria si commenta da
sola. Da parte nostra segnaliamo solo la complicità del governo di
centro-sinistra che invece di fare piazza pulita continua ad
esprimere solidarietà nei confronti dei vertici militari coinvolti
negli scandali. Vuoi vedere che la "Folgore" è considerata un
"soggetto" pericoloso che, non si sa mai, conviene avere dalla
propria parte? Potrebbe essere questa una chiave di lettura che
spiega perché alla "Folgore" è permesso di fare tutto, o quasi.

5 giugno 1997: un servizio pubblicato da "Panorama" fa scoppiare lo
scandalo delle torture compiute dai parà italiani durante la missione
in Somalia iniziata nel 1993. Le foto e le testimonianze pubblicate
parlano di torture e sevizie in stile sudamericano che confermano
quanto era stato denunciato fin dal 1993 da alcuni settimanali
("Epoca" e "Avvenimenti") ma che era stato insabbiato dalla
magistratura militare. Lo scandalo si allarga a macchia d'olio e la
"Folgore" è sul banco degli imputati. I generali Loi e Fiore, ex
comandati dei parà e della missione sono costretti a dimettersi. Il
governo decide di istituire una commissione di inchiesta, presieduta
da Domenico Gallo.

20 giugno 1997: lo Stato maggiore dell'Esercito comunica "che è allo
studio la sostituzione del generale Cantone" comandante della Folgore
fin dai tempi della missione in Somalia e attualmente in Albania come
comandante di una missione civile-militare. A sostituire Cantone
viene chiamato il colonnello Celentano, che durante la missione in
Somalia aveva comandato il 186mo reggimento della Folgore. A Cantone
rimane però l'incarico in Albania.

23 giugno 1997: dopo essere stato interrogato dal magistrato
inquirente il generale Cantone sostiene la tesi della "torbida
macchinazione" contro la "Folgore".

12 luglio 1997: i genitori di tre giovani parà morti durante dei
lanci effettuano un volantinaggio in occasione del giuramento di un
gruppo di allievi parà dello SMIPAR di Pisa un volantinaggio.
Chiedono giustizia per i loro figli morti fra il 1994 e il 1996 per
una serie di "problemi tecnici legati alla tecnica di lancio con
uscita rapida ideata dal generale Loi" quando comandava la "Folgore".
Per la morte dei parà la procura di Lucca ha rinviato a giudizio 21
militari fra cui lo stesso generale Loi, il generale Staccioli, il
generale Rosa, il generale Jacono. Fra i rinviati anche il direttore
di lancio Marco Giacomini, accusato di nonnismo per aver picchiato e
costretto a fare delle flessioni prima del lancio uno dei giovani morti.

1 agosto 1997: piena stima e sostegno morale alla Brigata Folgore
viene portato da Valdo Spini e dalla Commissione difesa della Camera
durante un incontro con 400 fra ufficiali e sottufficiali parà
svoltosi nella sede del comando della Brigata a Livorno.

9 agosto 1997: la commissione Gallo conclude i suoi lavori assolvendo
i vertici della "Folgore": le torture ci sono state ma sarebbero dei
"casi isolati".

17 agosto 1997: il caso delle torture si riapre per la testimonianza
di un maresciallo del carabinieri paracadutisti che rende pubblico il
suo diario. Il diario costringe la commissione Gallo a riaprire
l'inchiesta.

4 settembre 1997: la magistratura livornese decide di prorogare di
sei mesi le indagini sull'omicidio del maresciallo della "Folgore"
Marco Mandorlini, trovato morto il 13 giugno 1995 sulla scogliera
livornese con colpi portati da un pugnale in uso fra i parà. Durante
la missione in Somalia Mandorlini era stato il capo scorta del
generale Loi.

9 ottobre 1997: il pretore di Lucca decide di unificare i
procedimenti aperti per la morte durante i lanci dei tre parà.

23 marzo 1998: inizia a Lucca il processo per la morte dei tre parà
che vede coinvolti 21 imputati, tutti alti gradi della "Folgore". Il
processo è tutt'ora in corso.

4 aprile 1998: il comandante dello SMIPAR, gen. Nardi, e il suo vice,
gen. Scalera, vengono rimossi dai loro incarichi dopo la denuncia di
tre episodi di nonnismo. La decisione è stata presa dallo Stato
Maggiore dell'Esercito. Il provvedimento è giustificato dal "non
rispetto delle procedure" e "per non aver tempestivamente comunicato
i casi di nonnismo". Fra i casi denunciati una recluta ricoverata in
ospedale per aver avuto una pedata nei testicoli e un'altra costretta
a bere un bicchiere di urina.

9 aprile 1998: un ex-sergente dei parà viene condannato dal tribunale
di Livorno a otto mesi per "violenza aggravata continuata" nei
confronti di una recluta che portata all'esasperazione si era poi
suicidata.

16 aprile 1998: lo Stato maggiore dell'Esercito smentisce l'esistenza
del progetto di sciogliere la "Folgore" trasferendone alcuni reparti
alle Brigate Friuli, Garibaldi e Pozzuolo, pubblicato dal "Borghese".

7 maggio 1998: durante una visita all'Accademia militare di Livorno
il sottosegretario della difesa Brutti dichiara che la "Folgore è
uscita a testa alta dal caso Somalia".

28 maggio 1998: la commissione Gallo conclude il suo supplemento di
indagine. Dopo aver confermato che le torture e le violenze ci sono
state ma sono state episodiche, la commissione ammette che "talvolta
l'azione di comando è risultata inadeguata o addirittura carente". La
commissione ammette anche "l'ostentazione in talune unità di simboli
e slogan nazisti e fascisti". Si tratta di ammissioni molto limitate
che non inficiano un giudizio positivo sull'operato della missione
militare italiana in Somalia.

8 giugno 1998: muore nell'Ospedale di Genova un maresciallo dello
SMIPAR che il giorno prima si era schiantato sul tetto di una casa
durante un lancio di addestramento.

24 giugno 1998: i familiari della vittima rivelano che una lettera
anonima sostiene che il maresciallo Mandorlini è stato ucciso nella
Caserma di Livorno la notte fra il 12 e il 13 giugno 1995 e solo
successivamente trasportato sulla scogliera.

23 luglio 1998: nella campagna pisana viene trovato il corpo del
comandante della 2^ compagnia dello SMIPAR. In serata il comando
della "Folgore" dichiara che il "capitano è morto per presunto
suicidio".

30 luglio 1998: in una audizione di fronte alla Commissione difesa
della Camera, il ministro della difesa Andreatta sostiene che il
comportamento del contingente militare in Somalia è stato carente
nell'azione di comando a livello intermedio "ma non ai vertici".

27 agosto 1998: un carabinieri del GIS, le "teste di cuoio" dell'arma
reclutate fra i carabinieri paracadutisti del "Tuscania" di stanza
nella caserma dei parà di Livorno, si ferisce gravemente durante
un'esercitazione in una fabbrica dismessa di Marina di Pisa.

4 settembre 1998: durante un lancio di addestramento ad Altopascio un
maresciallo dei parà rimane attorcigliato ad un paracadute di un
compagno e muore impiccato. In serata il ministero della difesa
precisa che "non vi è alcuna connessione tra l'incidente e la
cosiddetta tecnica di uscita rapida, tra l'altro non più in uso
nell'esercito".

27 novembre 1998: due parà del reggimento Nembo rimangono gravemente
feriti durante un'esercitazione a Marina di Vecchiano (LU).

11 maggio 1999: un maresciallo del "Col Moschin" viene trovato morto
nel magazzino della caserma degli incursori sita a S. Rossore, alla
foce dell'Arno. Viene aperta un'inchiesta: sembra che la morte sia
dovuta alla caduta provocata da un malore durante un esercizio fatto
"per tenersi in forma".

25 giugno 1999: a poco più di due anni di distanza dallo scoppio
dello scandalo Somalia, la Commissione difesa del Senato assolve
l'operato del contingente italiano considerandolo "fondamentalmente
all'altezza delle nostre tradizioni e delle finalità di pace e
soccorso umanitario della missione Restore Hope". La Commissione
preannuncia una visita alle caserme dei parà di Livorno e Pisa al
fine, come sostengono due esponenti di AN, di "esprimere ai
paracadutisti la solidarietà del Parlamento".

A. V.

___________________________________________________________
Scienzaepace mailing list - scienzaepace@...
ADMIN: http://liste.comodino.org/wws/info/scienzaepace
FAQ: http://clima.casaccia.enea.it/staff/marenco/sp-faq.txt

(francais / italiano / english / deutsch)

german-foreign-policy.com 08/09/2006: Un piccolo, sporco segreto


Il sito german-foreign-policy.com commenta in maniera eccellente il progetto imperialista di squartamento etnico denominato "Grande Medio Oriente". Il progetto è di immediata lettura nella mappa, che sta circolando su internet da alcune settimane, che viene mostrata alla pagina  


e che si può ritrovare, in forma ancor meglio leggibile, direttamente sul sito della Rivista delle Forze Armate degli Stati Uniti d'America:


ad accompagnare un articolo clamorosamente esplicito, dal titolo "Blood Borders. How a better Middle East would look" ("Confini di sangue. Come apparirebbe un Medio Oriente migliore"). L'articolo di "Armed Forces Journal" spiega questo progetto di ingegneria geopolitica e razziale che niente ha da invidiare a quelli che furono i piani nazisti per l'Europa, ne' alla attuale conformazione dei Balcani, area che è stata massacrata, dal 1991 in poi, grazie ad altri, non dissimili micronazionalismi di stretta osservanza NATO.

Sullo stesso argomento segnaliamo anche: 
http://leninology.blogspot.com/2006/08/redrawing-middle-east-map.html

(a cura di IS)


=== FRANCAIS ===

http://www.german-foreign-policy.com/fr/fulltext/55911


Sale secret 08/09/2006

WASHINGTON/BERLIN/PARIS (Compte-rendu de la rédaction) - Des cercles issus de l'armée américaine préconisent une réorganisation ethnique de presque tous les pays du proche et moyen orient. Des pertes de territoires et de nouvelles frontières concerneraient presque tous les pays, dont entre autres la Turquie, la Syrie, le Liban, l'Arabie Saoudite, l'Iran, l'Irak et le Pakistan. Par la dissolution d'états entiers, on veut créer de nouvelles entités assujetties au droit international, qui seraient formés selon la religion et les tribus d'appartenance. Ainsi, serait crée sur les terries d'Irak du nord et de la Turquie orientale d'aujourd'hui un état ayant une superficie triple de celle de la Syrie actuelle, portant le nom de "Kurdistan libre". Le reste de l'Irak serait alors divisé, la capitale Bagdad déposée. L'Iran perdrait de larges parties de sa côte, ainsi que les régions limitrophes du Pakistan, ou serait crée un "Baloutchistan libre". La Mecque et Médine, qui étaient jusqu'alors situées en Arabie Saoudite, deviendraient les capitales d'un état théocratique, qui viendrait s'établir au sud de la frontière jordanienne - avec un doublement du territoire hachémite. La réorganisation ethnique est portée sur plusieurs cartes américaines que l'historien Dr. Pierre Hillard (Paris) publie en France. "La politique allemande joue un rôle majeur dans la propagation des ces idées", affirme-t-il dans un entretien accordé à la rédaction de german-foreign-policy.com, qui publie ces cartes pour la première fois en Allemagne.

La recommandation d'un renversement complet de l'ordre des états actuel est paru dans le journal "Armed Forces Journal" (AFJ, Juin 2006), un périodique de la "Army Publishing Compagny". Cette entreprise publie au moins une dizaine de périodiques militaires (entre autres "Armed Times", "Navy Times"), et fait partie du groupe de médias Gannett (Virginia, USA). Les recettes du groupe, qui édite entre autres le célèbre quotidien "USA Today", ont été en 2005 de 7.6 milliards de dollars, selon ses propres indications.[1]

Expérience

Sous le titre "Redrawing the Middle East Map" ("dessiner une nouvelle carte du moyen orient"), le "Armed Forces Journal" présente à ses lecteurs deux représentations, qui montrent pour le même fond de carte, qui présente d'un côté la situation actuelle ("before"), et d'un autre côté l'image à venir du nouveau proche et moyen orient ("After"). Comme on apprend dans un article accompagnant ces cartes, le monde musulman se trouverait, pour une part par sa propre faute, et pour une autre part du fait de l'héritage colonial dans un tel état de violences et de haines, que seule une action de décalage radical des frontières serait à même de résoudre. Les modifications territoriales doivent suivre des lignes de partages ethniques (du fait du sang et de l'héritage) et religieuses, suivant l'auteur Ralph Peters, un militaire américain pensionné.[2] Peters ne cache pas, qu'il a une expérience d'agent de renseignement.[3] Selon les informations de la rédaction, Peters a été pour la dernière fois en Irak au printemps 2006.

Immérité

Les cartes, publiées sous le nom de Peters, préconisent la destruction de l'Arabie Saoudite actuelle, qui aurait à supporter les plus grandes pertes de territoire. Ceci est justifié par l'état de la monarchie arabe à l'heure actuelle, qui n'a pas seulement enfanté du "régime (parmi) les plus bigots et les plus répressifs" [4] du monde - leur "immense richesse pétrolière" serait totalement "immérité". Pour y instaurer une "justice véritable", selon l'"Armed Forces Journal", les champs pétroliers situés sur la côté sud-ouest de l'Arabie saoudite actuelle devraient être séparés du pays, et donnés au Yémen. Mais il s'agit non seulement de diminuer le contrôle des ressources par le pouvoir saoudien, mais également l'influence religieuse que Riad exerce sur les lieux saints (La Mecque et Médine). C'est pourquoi l'ancienne région d'influence du Prophète Mohammed devrait être administré par un "état saint islamique", qui dispose certes d'un gigantesque territoire, mais qui n'aurait pas d'administration centrale - le gouvernement serait exercé à tour de rôles par plusieurs courants religieux.

Soumis

L'armée américaine offre aux séparatistes kurdes un gain territorial de près de cent pourcent, aux dépens de la Turquie, la Syrie, l'Iran et l'Irak. Ces pays perdraient d'importantes parties de leur territoire au profit de la chimère "Kurdistan libre", dont la création ne saurait être remise à plus tard. "Le Kurdistan libre, de Diyarbakir (turc) jusqu'à Tabriz (iranien) serait l'état le plus soumis à l'occident, entre la Bulgarie et le Japon" peut-on lire au sujet des amputations territoriales prévues sur ces pays membre s de l'ONU dans l'"Armed Forces Journal".

Arracher

Pour arracher le contrôle du golfe persique et des richesses pétrolières s'y trouvant, l'intégralité de la côte du pays reviendrait à un ancien pays faisant jadis partie de l'Irak. De cette façon, les deux anciens ennemis se verraient dépossédés par l'Occident des ressources garantissant leur autonomie, pour les mettre en concurrence l'un avec l'autre. Pendant que l'Irak cesserait d'exister, les provinces centrales resteraient à Téhéran, mais pas les contrées proches des frontières, riches en hydrocarbures. Ceux-ci iraient en partie à l'Afghanistan, et en autre partie à une autre invention fantasmagorique ("Baloutchistan libre").

Nouvelles perspectives

Selon l'opinion de l'historien français Pierre Hillard, l'agression ethniciste des puissances occidentales est favorisée par la politique étrangère allemande. Hillard met en avant la menace continuelle que représentent les organes de terrain allemandes, qui "veulent remodeler le moyen orient" [5], et point e à ce propos les activités de la fondation Bertelsmann. La fondation organise chaque année des forums sur le Moyen-Orient ("discussions de Kronberg"), dans lesquelles il est question d'une "modification complète des institutions politiques, économiques et religieuses" des pays musulmans disposant de ressources naturelles "pour les relier à l'axe euro-atlantique", dit Hillard dans son interview à la rédaction. Comme il est fait état dans les protocoles des "discussions de Kronsberg" de cette année [6], l'"expansion graduelle de la présence européenne dans la région" doit être accompagnée de moyens "persuasifs américains" appropriés. La suggestion combine les activités diplomatiques et subversives ("Droits des minorités") avec des menaces de guerre. Lors de l'un des Forums organisés par la fondation Bertelsmann, il avait été demandé que "les frontières administratives et naturelles perdent rapidement leur importance, pour que de nouvelles perspectives puissent s'ouvrir".[7]

Artificiel

La parcellisation de systèmes nationaux entiers n'est pas inconnue à Bertelsmann. Ainsi, la fondation avait conseillé à la veille de la guerre en Yougoslavie "d'appliquer le critère ethnique" [8] et de mobiliser les groupes ethniques - des minorités définies en fonction de leur sang avec des revendications territoriales. Egalement pour Bertelsmann fut confectionné en 1996 un plan de partage ethnique concernant la Roumanie, la Russie et le nord du Caucase.[9] Similairement à ce qui se passe actuellement dans le "Armed Forces Journal", plusieurs états membres de l'ONU sont menacés de perdre leur territorialité. Pour cela, l'auteur se base sur le tracé prétendument "artificielle" des frontières, et revendique des droits affabulés de communautés de sang.

Fonctionne

L'agression ethniciste remonte à des approches politiques allemandes du temps de Bismarck. Si ses théoriciens postulaient à l'époque que la "fluctuation" continuelle des frontières des états suivaient le déplacement biologique des tribus et des "groupes de peuples", selon le "Armed Forces Journal", les "frontières n'ont jamais été statiques".[10] Du fait de la création de territoires de façon "artificielle", les frontières en viennent "précisément maintenant" à changer leur aspect, écrit l'auteur américain "du Congo au Causase". Sur la nature des moyens à employer, l'auteur est très disert. On pourrait dévoiler "un sale secret provenant de 5000 ans d'Histoire": "la purification ethnique fonctionne".[11]

Les documents cartographiques se trouvent icihttp://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56501?PHPSESSID=ujum4ifg6lbufhthhb22pqme01

Lisez aussi Interview mit Dr. Pierre Hillardhttp://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56503?PHPSESSID=ujum4ifg6lbufhthhb22pqme01

[1] Gannett Co. Company Profile; www.gannett.com/about/company_profile.htm 08.09.2006
[2] Ralph Peters: Blood Borders. How a better Middle East would look; Armed Forces Journal Juni 2006
[3] Real Clear Politics; Author Archive 08.09.2006
[4] Ralph Peters: Blood Borders. How a better Middle East would look; Armed Forces Journal Juni 2006
[6] Europa und der Nahe Osten; 10. Kronberger Gespräche, 14.-15.07.2006
[8] Walter von Goldendach, Hans-Rüdiger Minow: Von Krieg zu Krieg. Die deutsche Außenpolitik und die ethnische Parzellierung Europas, München 1999, S. 206.
[9] Georg Brunner: Gutachten über Nationalitätenprobleme und Minderheitenkonflikte in Osteuropa, Bertelsmann, Reihe Strategien für Europa, Gütersloh 1996
[10] Ralph Peters: Blood Borders. How a better Middle East would look; Armed Forces Journal Juni 2006
[11] Im englischen Original: "Oh, and one other dirty little secret from 5,000 years of history: Ethnic cleansing works."



=== ENGLISH ===

Newsletter 2006/09/08 - A Dirty Little Secret

WASHINGTON/BERLIN/PARIS (Own report) - American military circles are recommending a re-organization of all nations in the Middle East along ethnic lines. Loss of territory and drawing new borders will effect Turkey, Syria, Lebanon, Saudi Arabia, Iraq, Iran and Pakistan among others. Through the complete dissolution of states, new actors will be created in international law, along the lines of ethnic and religious affiliation. According to this plan, a country, by the name of "Free Kurdistan" will be created, three times the size of Syria, from
territory taken from today's northern Iraq and eastern Turkey. The remainder of Iraq will be divided, the capital, Baghdad, smashed. Iran
would lose extensive areas of its coast, as well as, territory bordering on Pakistan, where a "Free Baluchistan" is to be founded. Mekka and Medina, until now located in Saudi Arabia, will be promoted to capitals of an "Islamic Sacred State," that will extend to the
southern borders of Jordan - doubling the surface of the Hashemite territory ("Greater Jordan"). This ethnic re-organization is depicted
on several US maps, that the historian Dr. Pierre Hillard (Paris) has now published in France. In his talk with german-foreign-policy.com
Hillard deems that "German policy plays an important role in propagating these ideas". German-foreign-policy.com publishes, for the first time in Germany, the US cartography...

http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/56024

ON THE SAME SUBJECT, SEE ALSO:

http://www.armedforcesjournal.com/2006/06/1833899

http://leninology.blogspot.com/2006/08/redrawing-middle-east-map.html


=== DEUTSCH ===

Newsletter vom 08.09.2006 - Schmutziges Geheimnis

WASHINGTON/BERLIN/PARIS (Eigener Bericht) - Amerikanische Armeekreise empfehlen eine ethnische Neuordnung fast sämtlicher Staaten des Nahen und Mittleren Ostens. Territorialverluste und neue Grenzziehungen betreffen unter anderem die Türkei, Syrien, den Libanon, Saudi-Arabien, Irak, Iran und Pakistan. Durch Auflösung ganzer Staatenverbände sollen neue Völkerrechtssubjekte entstehen, die nach Stammes- und Religionszugehörigkeit gebildet werden. Demnach entsteht auf dem Boden der heutigen Osttürkei und des Nordirak ein Flächenstaat von der dreifachen Größe Syriens mit dem Namen "Freies Kurdistan". Der Rest-Irak wird geteilt, die Hauptstadt Bagdad zerschlagen. Der Iran verliert weite Teile seiner Küsten sowie die an Pakistan grenzenden Gebiete, wo ein "Freies Baluchistan" gegründet werden soll. Mekka und Medina, bisher in Saudi-Arabien gelegen, steigen zu Hauptstädten eines muslimischen Gotteslandes auf, das an die Südgrenzen Jordaniens stößt - bei Verdoppelung des haschemitischen Territoriums ("Groß-Jordanien"). Die Ethno-Neuordnung ist in mehreren US-Karten festgehalten, die der Historiker Dr. Pierre Hillard (Paris) jetzt in Frankreich veröffentlichte. "Die deutsche Politik spielt bei der Propagierung dieser Ideen eine große Rolle", urteilt Hillard im Gespräch mit dieser Redaktion. german-foreign-policy.com publiziert das US-Kartenwerk erstmals in Deutschland...

http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/56504


ICTY: PER ALCUNI È UN PATIBOLO, PER ALTRI UN COMODO ALBERGO


TPI: KOSOVO, BREVE LICENZA PER EX MEMBRO UCK
(ANSA) - L'AJA, 1 SET - Haradin Bala, ex membro del gruppo
separatista kosovaro Uck, in carcere all'Aja, ha ottenuto dal
Tribunale penale internazionale (Tpi) per la ex Jugoslavia alcuni
giorni di liberta' per recarsi in Kosovo ed assistere a cerimonie in
memoria di un fratello deceduto recentemente. Lo ha reso noto oggi lo
stesso Tpi, precisando che le date in cui lascera' e rientrera' al
centro di detenzione non sono rese note ''per motivi di sicurezza''.
Bala, 48 anni, ha gia' usufruito nell'aprile scorso, di un breve
periodo di liberta', tra il 23 e il 26 aprile per unirsi alla
famiglia in occasione della morte del figlio. In quella occasione i
giudici resero pubblico il periodo in cui avrebbe lasciato il
carcere. L'ex membro dell'Uck sta scontando una condanna a 13 anni di
reclusione per omicidio, torture, trattamenti inumani e crudeli
contro civili serbi e albanesi del Kosovo sospettati di collaborare
con i serbi.(ANSA). RED-VS
01/09/2006 13:32