Informazione

SITO ISLAMISTA DIFFONDE RIVENDICAZIONI DI AL QAEDA - MA E' OSPITATO SU
DI UN SERVER DI DALLAS, U.S.A.

Source: http://www.uruknet.info

http://joevialls.altermedia.info/wecontrolamerica/oilscam.html

In an effort to serve American national security, JackBlood.com has
traced the address of the alleged Islamic website, since the Department
of Homeland Security and the FBI are too busy tracking down 12-year-old
music downloaders, strip-searching 80-year-old grandmothers at
airports, gathering private information dossiers on law-abiding
citizens, and giving away amnesty visas to illegal aliens.
Statements posted on an ‘Islamist website,’ by individuals with alleged
ties to Al-Qaeda leader and former CIA protégé Osama bin Laden, claimed
responsibility for the kidnapping of Paul M. Johnson, a U.S. contractor
in Saudi Arabia.
One of the statements said: "Our fighters of the Fallujah Brigade in
the Arabian peninsula have kidnapped an American, a Christian, Paul M.
Johnson Jr. born in 1955 and working as an aeronautics engineer," said
the statement signed "Al-Qaeda in the Arabian peninsula" and published
on the Islamist website http://www.ansarnet.ws
The “Al-Qaeda group” claiming responsibility for the kidnapping posted
a passport size photo of Johnson and a Lockheed-Martin business card on
the website. According to their statements, he will be treated “the
same the way U.S. troops have treated Iraqi prisoners.”    
JackBlood.com conducted a domain name search for the website
www.ansarnet.ws and the following results pointed out to an address in
Dallas, Texas.
 
Address lookup
canonical name
ansarnet.ws.

aliases

addresses
67.19.32.132
 
Domain Whois record
 
Queried whois.worldsite.ws with "ansarnet.ws"...

Welcome to the .WS Whois Server

Domain Name: ANSARNET.WS

Registrant: Registered through Go Daddy Software, Inc. (GoDaddy.com)

Domain created on 2004-05-31 05:37:51
Domain last updated on 2004-05-31 05:37:51

Name servers:

ns2.micfo.com ......................
ns1.micfo.com ......................

Network Whois record
 
Queried whois.arin.net with "67.19.32.132"...
 
OrgName:    ThePlanet.com Internet Services, Inc.
OrgID:         TPCM
Address:      1333 North Stemmons Freeway
Address:      Suite 110
City:            Dallas
StateProv:   TX
PostalCode: 75207
Country:      US

ReferralServer: rwhois://rwhois.theplanet.com:4321

NetRange:   67.18.0.0 - 67.19.127.255
CIDR:       67.18.0.0/16, 67.19.0.0/17
NetName:    NETBLK-THEPLANET-BLK-11
NetHandle:  NET-67-18-0-0-1
Parent:     NET-67-0-0-0-0
NetType:    Direct Allocation
NameServer: NS1.THEPLANET.COM
NameServer: NS2.THEPLANET.COM
Comment:   
RegDate:    2004-03-15
Updated:    2004-05-10

TechHandle: PP46-ARIN
TechName:   Pathos, Peter
TechPhone:  +1-214-782-7800
TechEmail:  abuse@...

OrgAbuseHandle: ABUSE271-ARIN
OrgAbuseName:   Abuse
OrgAbusePhone:  +1-214-782-7802
OrgAbuseEmail:  abuse@...

OrgNOCHandle: TECHN33-ARIN
OrgNOCName:   Technical Support
OrgNOCPhone:  +1-214-782-7800
OrgNOCEmail:  admins@...

OrgTechHandle: TECHN33-ARIN
OrgTechName:   Technical Support
OrgTechPhone:  +1-214-782-7800
OrgTechEmail:  admins@...

# ARIN WHOIS database, last updated 2004-06-13 19:10
# Enter ? for additional hints on searching ARIN's WHOIS database.

This information was obtained at this URL:
 
http://centralops.net/co/DomainDossier.aspx
 
Clearly then, all the FBI hads to do to free the "Al-Qaeda hostage held
in Saudi Arabia" is drive on down to Dallas, Texas, and release him
from the back room of Suite 110. How hard is that?  

ARRIVANO I NOSTRI

"Gli Stati Uniti sono impegnati nell'abolizione della tortura in tutto
il mondo. Noi ci poniamo alla testa di questa lotta attraverso
l'esempio. Faccio appello a tutti i governi affinche' si uniscano agli
Stati Uniti e alla comunita' degli stati di diritto per vietare,
perseguire e punire tutti gli atti di tortura, e per impedire altre
punizioni crudeli e abnormi"

George W. Bush

The Washington Post, 27 giugno 2003
(citato su: Le Monde Diplomatique, versione italiana,
supplemento a Il Manifesto, 15 giugno 2004)

http://www.radiocittaperta.it

Dopo otto anni, Radio Città Aperta e Contropiano, organizzano una nuova
edizione del Meeting Internazionale per la pace e la solidarietà tra i
popoli. Il tema di questa edizione sarà “La Resistenza globale” ed è
prevista per il 24, 25 e 26 giugno prossimi a Roma. Per tre giorni
nell’area dell’ex Bocciodromo di Testaccio (vecchio mattatoio) in via
Monte Testaccio 23, ci saranno incontri con ospiti italiani ed
internazionali, concerti, presentazione di libri, stands, possibilità
di cenare nel clima suggestivo e “trasgressivo” del quartiere romano di
Testaccio. Abbiamo scelto il tema della “Resistenza globale” perché
riteniamo decisivo cercare di comprendere le dinamiche e le forze
soggettive che a livello mondiale animano la resistenza contro la
guerra, lo sfruttamento e al tempo stesso difendono il diritto
all’autodeterminazione dei popoli, la dignità e la giustizia sociale.
Di seguito il programma dei tre giorni del Meeting Internazionale.

Giovedì 24 giugno

Alle ore 19.00 inizieremo con la presentazione del libro di Paolo
Ciofi“Lavoro senza rappresentanza”.  Partecipano Franco Ottaviano,
Domenico Provengano, Paolo Ciofi….

Alle 20.30 seguirà il dibattito organizzato dalla redazione di
“NuestraAmerica” su: “America Latina: resistenza e indipendenza tra
egemonia statunitense ed ambizioni dell’Europa”. A questo dibattito
parteciperanno Alessandra Riccio (Vice direttrice di “Latinoamerica”);
Maria De Los Angeles Flores Prida (ambasciatrice di Cuba); Francisco
Dominguez (Centro Studi sull’America Latina/Università di Londra); Ada
Martinez (Venezuela, circolo bolivariano di Roma); Maria Grazia Orsati
(NuestraAmerica).

Alle 22.30 è previsto il concerto dei Red Stripe e del gruppo reggae
inglese Pama International, per la prima volta in Italia e con data
unica a Roma.

Venerdi 25 giugno,

Sempre alle 19.00 presenteremo “l’urticante” libro di Fulvio Grimaldi
“Mondocane. Serbi e bassotti, Saddam e Bertinotti”. Partecipano Gianni
Minà, Luciano Pettinari, Fulvio Grimaldi.

Alle 20.30 ci sarà un interessante dibattito su “R/Esistenze di classe.
Precari e lavoratori alla riconquista di reddito, diritto e dignità” E’
prevista la partecipazione del movimento degli “Intermittentes” di
Cannes (Francia), Pietro Antonini (coord.di base autoferrotramvieri),
Antonio Amoroso (Alitalia), Riccardo Germani (Rete per il reddito/May
Day di Milano), Giorgio Cremaschi (FIOM), Pierpaolo Leonardi (CUB)..

Alle 22.30 ci sarà il concerto degli Area 51 e degli inglesi Skindred
(metalreggae) anche loro con data unica a Roma in occasione del Meeting.

Sabato 26 giugno

Alle 19.00, presenteremo il recente libro di Joaquin Arriola e Luciano
Vasapollo “La dolce maschera dell’Europa” in cui gli autori demoliscono
il mito acritico di una Europa “progressista, democratica e pacifista”.
Partecipano: Vladimiro Giacchè, Joaquin Arriola, Luciano Vasapollo.

 Alle 20.30 ci sarà il dibattito su “La Resistenza globale”. In
questaoccasione presenteremo e discuteremo l’ultimo quaderno di
Contropiano “Target. Iraq, competizione globale e autodeterminazione”.
A questo incontro parteciperanno Jaime Ballesteros e Georges Labica,
co-presidenti della Conferenza internazionale sulla resistenza in Iraq
tenutasi a Parigi nel maggio scorso, Mauro Casadio della Rete dei
comunisti che ha curato il quaderno di Contropiano, Mauro Bulgarelli,
Fosco Giannini, Jacopo Venier, esponenti delle realtà di movimento.

Alle 22.30 ci sarà il concerto degli Yogo e dei “Radici nel cemento” il
gruppo reggae romano che si è imposto sulla scena musicale.

Il programma del Meeting cerca di essere all’altezza delle aspettative
maturate in questi ultimi anni di intensa discussione e mobilitazione
sui temi della guerra, della solidarietà internazionalista e del
conflitto sociale che hanno trovato spazio e attenzione sistematica
sulle pagine di Contropiano ma anche della aspettativa culturale e
musicale che vedono in Radio Città Aperta un punto di riferimento ormai
consolidato e in crescita. Ricominciamo questaavventura del Meeting
Internazionale che per dodici anni a Roma si è caratterizzato come un
evento unico di cui molti avevano lamentato la mancanza. Eccovi
accontentati, vi aspettiamo a Roma il 24-25-26 giugno

http://www.ilmanifesto.it/
il manifesto - 17 Giugno 2004

Albania pattumiera d'Italia

La donazione italiana allo sviluppo
Una discarica a Tirana e un mega-inceneritore vicino Durazzo. E' quanto
prevede un accordo tra governo italiano e quello di Fatos Nano per
smaltire i nostri rifiuti. Le proteste di ambientalisti, intellettuali
e stampa albanese. E l'ambasciatore italiano minaccia: se non
accettate, non entrerete in Europa
TONINO PERNA

Nel più assoluto silenzio stampa, da un paio di settimane il governo
italiano sta lavorando per esportare un po' di rifiuti in territorio
albanese. E' noto che in Campania non si sa dove mettere i rifiuti e la
Lombardia - dopo le proteste della Lega - non è più disposta a
trattarne. In Calabria non si trova un sito per l'inceneritore
(eufemisticamente chiamato «termovalorizzatore») dopo che la gente
della piana di Gioia Tauro è scesa in piazza - con decine di sindaci e
rappresentanti delle associazioni ambientaliste - per impedire il
raddoppio del termovalorizzatore di Rosario. Ed ancora: a Pettogallico,
alla periferia di Reggio Calabria, da tre mesi va avanti un braccio di
ferro tra la giunta regionale calabrese e migliaia di cittadini - in
prima fila le donne del posto - che non ne vogliono sapere della scelta
di localizzare la discarica della città, sulle sponde di un torrente
che accoglie uno degli agrumeti più belli della provincia. Così, nel
silenzio, qualcuno ha pensato a trovare una soluzione. Se non riusciamo
a trovare in casa chi si vuole prendere i nostri rifiuti proviamoci con
i vicini. A partire dai più deboli.

Alla fine di maggio viene siglato un accordo tra la cooperazione
italiana e il governo albanese per l'implementazione di due iniziative.
Il primo intervento riguarda un dono del governo italiano di 400.000
euro per il miglioramento/ampliamento della discarica di Sharra (vicino
a Tirana). Si tratta di un vecchio sito, che già nel periodo di Enver
Hoxha era destinato a discarica per la capitale. Ma, dalla caduta del
regime ad oggi Tirana ha triplicato la sua popolazione e, soprattutto,
si sono moltiplicati i consumi e le merci usa e getta, e la vecchia
discarica non ce la fa più. Non solo: i rifiuti, di qualunque genere,
vengono buttati in discarica senza tener conto delle infiltrazioni
delle falde acquifere e dei danni conseguenti. Con questo nuovo
progetto, almeno sulla carta, si dovrebbero rendere impermeabili i
terreni e ridurre i danni ambientali. Ma, quanto verrebbe ampliata la
discarica e per quali rifiuti (qualità e provenienza) non è dato sapere.

Il secondo intervento riguarda Kashar, un'area a nord di Durazzo, dove
è prevista la costruzione di un termovalorizzatore della portata di
1000 tn al giorno. L'investimento di 6 milioni di euro viene effettuato
con un prestito a tasso agevolato da parte dell'Italia. Beneficiaria
un'impresa italiana che, per l'occasione, ha costituito a Tirana la
sede sociale di un'impresa, l'Albaniabeg Ambient. Approfondendo i
termini dell'accordo si scopre che i rifiuti che il termovalorizzatore
di Kashar utilizzerà provengono per il 40% dall'Italia, e l'accordo
dura per 25 anni. La cosa più interessante, oserei dire geniale, è che
questi «rifiuti» saranno importati dall'Italia come «materie prime per
combustione», evitando sia le tasse doganali che vengono pagate in
questi casi dal paese esportatore, sia l'allarme della pubblica
opinione.

Tutto sembrava filare liscio e nessuno si aspettava le proteste che
stanno scuotendo l'Albania in questi giorni. Diversi intellettuali,
tecnici e opinionisti sono intervenuti sulla stampa albanese ponendo
pesanti interrogativi su tutta la vicenda. Le associazioni
ambientaliste sono scese in piazza insieme a semplici cittadini
allarmati dalle notizie apprese e preoccupati per la vicinanza dei siti
a centri abitati. In particolare, l'area scelta per il
termovalorizzatore a nord di Durazzo è una delle poche aree a vocazione
turistica che non sia stata devastata dalla speculazione edilizia di
questi anni. I contadini del luogo sono scesi nelle strade a protestare
insieme agli operatori turistici. Ma è stato soprattutto il quotidiano
Shekulli, uno dei più importanti giornali albanesi, che ha attaccato
questo accordo in modo pesante e diretto, rompendo una tradizionale
alleanza con il governo socialista di Fatos Nano.

Secondo alcune indiscrezioni il proprietario di Shekulli è uno dei
maggiori imprenditori albanesi che è interessato al business dei
rifiuti e il monopolio di un'impresa italiana sull'operazione non è
stata molto gradita. Le accuse mosse da Shekulli sembrano sospette, ma
sicuramente un tecnico stimato come il professor Sazan Guri e altri
intellettuali intervenuti sulla questione non hanno interessi
individuali da difendere. Guri, docente all'Università di Tirana, si
domanda come mai si costruisce un impianto per bruciare il doppio di
quello che l'Albania ha bisogno e allo stesso tempo si va ad un
drastico ampliamento della discarica di Sharra. Dove sta il trucco?
Perché non costruire un piccolo impianto commisurato ai bisogni del
paese? si domanda uno dei responsabili del Ppna, la più importante
associazione ambientalista albanese.

Di fronte a queste critiche all'accordo tra governo albanese e
cooperazione italiana, scende in campo il nostro ambasciatore Jannucci.
Con un lungo comunicato Jannucci attacca pesantemente la stampa
albanese - in particolare Shekulli - ed esterna il suo pensiero «unico»
in forma mirabile. «Per entrare in Europa - scrive - non basta non aver
più bisogno dei visti, significa accettare la libera concorrenza e lo
standard del pensiero europeo. Se gli albanesi vogliono entrare in
Europa devono pensare come gli europei». E poi prosegue: «Tutto questo
non fa che influenzare negativamente i negoziati per l'integrazione
nella Ue, perché con questi atteggiamenti si dà ragione a chi pensa che
l'Albania non è ancora pronta e matura per entrare nella grande
famiglia europea». Infine, il nostro propone come rimedio di
organizzare una pubblicità/progresso (come si fa nei paesi civili) e
suggerisce lo slogan: «Chi disinforma tiene anche te lontano
dall'Europa . Digli di non farlo!».