Informazione

Milosevic asks to be released

AFP [ WEDNESDAY, JANUARY 30, 2002 6:15:20 PM ]

THE HAGUE: Former Yugoslav president Slobodan
Milosevic on Wednesday asked the appeals chamber of
the UN war crimes court to be freed as he pledged to
come back for all hearings.

"It would be logical and just to let me go, I will not
flee," Milosevic told presiding judge Claude Jorda.

"I am fully prepared to come to any hearing because
this is not a battle I will miss," he added at the end
of a 15-minute angry monologue.

The court is hearing an appeal by the prosecution,
which wants to overturn the order that Milosevic will
face separate trials for events in Kosovo and for
Bosnia and Croatia.

Jorda gave Milsoevic the floor after he asked the
former president if he would want two trials or just
one.

It is unclear if the judges will only hear arguments
today or issue a ruling right away.



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* Sulla liquidazione delle banche in Jugoslavia (Oskar Kovac)
Za tekst na srpskohrvatskom:
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1525

Introduzione: Ko je Oskar Kovac / Chi e' Oskar Kovac

===*===

Ko je Oskar Kovac

Docent na Ekonomskom fakultetu u Beogradu, uziva
izuzetan ugled i kao vrhunski profesionalac
u oblasi ekonomije i kao politicar, jer je
neostrascen i svim problemima pristupa krajnje
smireno, racionalno i temeljno. Funkcioner je
SPS i bio je, a mislim da je jos uvek, poslanik
ili u republickom ili u saveznom parlamentu.
Nikada nisam cuo niti jednu jedinu ruznu rec
o njemu od strane rivalskih partija, bas zbog
njegove strucnosti, odmerenosti i dobronamernosti.
Zato sam i poslao analizu, koju
je on procitao na konferenciji za novinare, mislim
da je bilo 10. januara 2002. Valjda ne treba ni da
ti napominjem da sa te press konferencije nije
objavljeno ni slovo niti u jednim novinama!
Tekst se moze naci i na zvanicnom sajtu Socijalisticke
Partije Srbije www.sps.org.yu

Mnogi ljudi, u svakodnevnom razgovoru, kazu
da osecaju da je likvidacija cetiri najvece
jugoslovenske banke prevara ali da nemaju
kontra dokaze. Eto, Oskar Kovac se potrudio,
i ne samo da je nasao dokaze, nego novinare
upucuje gde da tragaju (zapadni bankarski
izvori) za novim i jos cvrscim dokazima o
presedanu koji nije vidjen u svetu - da drzavna
uprava unistava vlastito bankarstvo!!!!!!!!!!!!!

Slavisa Stojkovic, Beograd

===*===

Chi è Oskar Kovac

Docente alla Facoltà di Economia a Belgrado,
stimatissimo non soltanto come esperto nella
professione che esercita, ma anche come politico
che dei problemi discute con calma, giudizio e
conoscenza. Dirigente del Partito Socialista (SPS)
era, ma penso che lo sia tuttora, deputato al
Parlamento (quello della Serbia o quello della
Federazione Jugoslava). Che io sappia, nessuno dei
suoi antagonisti politici gli ha mai mancato di
riguardo, appunto per queste sue doti, ed è questa
la ragione per la quale vi segnalo il suo discorso
pronunciato il 10 gennaio ad una conferenza stampa.
E' ovvio che i giornalisti, ma proprio tutti, si
sono ben guardati dal pubblicare fosse anche un
accenno della sua analisi!
La trovate sul www.sps.org.yu

La gente è cosciente del fatto che la liquidazione
delle quattro banche sia un imbroglio, e molti lo
dicono in privato, ma senza prove convincenti.
Oskar Kovac non solo convince con argomenti, ma
indica ai giornalisti le fonti occidentali come
prova tangibile del precedente che i governanti
jugoslavi hanno creato optando per la liquidazione
del sistema bancario del proprio paese!

Slavisa Stojkovic, Belgrado

===*===

SULLA LIQUIDAZIONE DELLE BANCHE IN JUGOSLAVIA

di Oskar Kovac
traduz. italiana a cura di Zivkica Nedanovska

Riteniamo che la decisione del governatore sulla bancarotta
e la decisione degli amministratori relativa alle quattro
maggiori banche nazionali sia una decisiona sbagliata e contraria
agli interessi dei cittadini e dello Stato perchè, senza un proprio
sistema bancario, non esiste un'economia indipendente, sovrana e
nazionale. Visto che queste quattro banche erano la spina dorsale
del sistema bancario jugoslavo, allora è molto chiaro che dopo la
loro scomparsa avremo il sistema bancario nelle mani degli
stranieri, oppure un sistema bancario che non funzionerà, vale
a dire che non potrà funzionare neanche l'economia. Nelle
discussioni condotte dal tre gennaio a questa parte, la questione
è stata politicizzata e molto volgarizzata. Devo dirvi che più
di cento paesi al mondo hanno problemi con il sistema bancario,
con il risanamento delle banche, e che questo è diventato un
fenomeno molto frequente nell'economia mondiale negli ultimi
vent'anni. Ognuno di voi, che voglia saperne di più, può trovare
su Internet il sito della Banca Mondiale. Ci sono più di cento casi
di paesi in cui ci sono stati dei problemi con il risanamento del
sistema bancario. Così, potrete vedere che questo problema viene
affrontato, di volta in volta, da tutti gli Stati e perciò non c'è
niente da meravigliarsi se lo incontriamo noi, dopo dieci anni di
sanzioni. Perche' non pensiate che ci siano Paesi che lo possono
evitare, vi dirò: gli Stati Uniti nelle loro Casse di Risparmio
avevano oltre cento miliardi di dollari di perdite, e lo Stato le
ha risanate. Ovviamente, cento miliardi di dollari per gli Americani
sono un discorso, però per noi è tutt'un altro discorso. Il Giappone
già da parecchi anni si trova in difficoltà economiche molto serie
e lì (nel Giappone) si verifica un cosiddetto ''attivo contaminato'',
ovvero i crediti che non si possono incassare dalle banche ammontano
a oltre 500 miliardi di dollari. Nei paesi dell'America Latina,
questo attivo dubbio, nelle banche che devono essere oggetto del
risanamento, varia fra un quarto e la meta' del prodotto interno
lordo.

Veniamo adesso alla questione della Jugoslavia. Prima di tutto,
la cosidetta questione dei crediti dubbi delle banche si conosce
da noi molto bene già da vent'anni. Ai tempi di Milka Planinc,
per la prima volta, era stata fatta una valutazione delle perdite
potenziali nelle banche. Una seconda volta fu fatta durante il
governo di Ante Markovic. L'esperto mondiale De Huan è venuto a
valutare queste perdite bancarie. Dunque, tutti questi fatti sono
già noti, esistevano molti anni fa. Praticamente, non sono il
risultato nè della gestione dell'economia jugoslava, nè del
sistema bancario jugoslavo negli ultimi dieci anni. Perchè? Perchè
nei bilanci di queste banche citate, la maggior parte è rappresentato
dal cosiddetto sottobilancio di divise straniere. L'ottanta o
perfino il novanta per cento della somma di bilancio in quelle
banche consiste in impegni e crediti in divise straniere, e il
resto sono impegni e crediti in dinari. Gli impegni e i crediti
in divise risalgono al periodo antecedente il 1991. Durante il
periodo delle sanzioni non c'è stato nessun indebitamento della
Jugoslavia verso l'estero. La maggior parte del debito jugoslavo
è stato creato durante la precedente RFS di Jugoslavia, presso la
Banca mondiale ed il FMI, mediante I'indebitamento presso banche
straniere, che hanno poi creato il Club londinese, e presso governi
stranieri che si sono poi messi nel Club parigino. Allora, in quello
Stato, tutti controllavano tutti, nessuno poteva fare alcunche'
senza il consenso degli altri. Vale a dire che non si tratta di
sbagli che sono sfuggiti, ma si tratta della politica cosciente
di uno Stato che riteneva che così dovesse funzionare il suo sviluppo
economico. E dal 1991 non c'e stato nessun aumento di quel debito.
Vuol dire che nessuno, dopo il 1991, ha aumentato il debito di Stato
della RFSJ verso l'estero, anche se la cifra realmente veniva
aumentata. Ma perchè la cifra veniva aumentata? Perchè durante le
sanzioni il tassametro batteva, si conteggiavano gli interessi
di quel debito, gli interessi per il ritardo nel pagamento di quel
debito, diversi interessi di mora e penali. Così, alla fine, secondo
i dati del FMI, resi noti nella dichiarazione comune con il Governo
jugoslavo, quel debito, alla fine del 2000, ammontava a 11miliardi e
46milioni di dollari.
Di quel debito, la parte che doveva essere già stata restituita, e
non era stata restituita, ammontava a 9miliardi e 400milioni di
dollari. Di questa ultima cifra, il debito iniziale è di 5miliardi
e 400milioni di dollari, e la differenza sono gli interessi che
ammontano a 4miliardi di dollari. L'aumento del debito, dal 1991 in
qua, è dovuto agli interessi e non al nuovo indebitamento. Anche se
qualcuno avesse voluto indebitarsi, non ci sarebbe riuscito, visto
che eravamo sotto sanzioni. Questo, per quel che riguarda la maggior
parte del bilancio di queste quattro banche di cui stiamo parlando
oggi. Dunque, tutto il debito è stato creato dallo Stato precedente
e le conseguenze le stiamo vivendo adesso.
Sapete da soli che in questi ultimi dieci anni, rispetto agli
11miliardi e 460milioni di dollari di debito verso l'estero non
del tutto ancora scaduto, secondo le valutazioni del Governo
federale, il danno proveniente dalle sanzioni è stato di
140miliardi di dollari. Seconde le valutazioni di varie istituzioni,
che sono in genere in accordo, il danno dovuto ai bombardamenti
solo sui beni immobili in Serbia ammontava a 37miliardi di dollari.
Per cui è impossibile discutere di una cosa senza avere presente
l'altra. Questo problema, che adesso stiamo affrontando, non si
può risolvere con la chiusura delle banche. Tutti gli altri paesi
che hanno affrontato questo problema del sistema bancario hanno
sempre collegato la situazione economica e quella delle imprese
con la situazione delle banche. Perchè gli impegni delle banche sono,
in questo caso, verso l'estero. Però, le banche non erano gli unici
soggetti che spendevano quei crediti. Le banche intercedevano i
crediti per le ditte. Così, i crediti diventavano prestiti a lunga
scadenza per il finanziamento degli investimenti. I debitori, per
quei crediti, sono le ditte. Le banche non hanno un proprio afflusso
di divise con cui potrebbero restituire il credito. In conseguenza di
cio', già da quindici anni, nessuno al mondo discute di risanamento
finanziario senza discutere, allo stesso tempo, del risanamento dei
debitori di quelle banche. Il punto consiste nel fatto che i
debitori debbono essere resi capaci di rimborsare le banche,
dopodichè le banche possono essere risanate per essere in grado
di adempiere ai loro impegni, sia verso gli altri creditori, nel
Paese, sia verso l'estero. In breve, fino a poco tempo fa, il principio
era questo, e così si comportava la Banca centrale: cioè, i debiti
della Jugoslavia verso l'estero, che durante le sanzioni rimanevano
fermi, assolutamente non si pagavano. Ci sono anche stati dei casi
in cui volevamo pagarne, però ci hanno proibito di farlo. Quei debiti
che erano fermi, venivano mantenuti, col pieno consenso della Banca
centrale, nel capitolo della cosiddetta 'evidenza fuori bilancio'
delle banche d'affari. Neanche le ditte pagavano alle banche perchè
il debito estero tutto intero era fermo. Si riteneva che, quando le
sanzioni fossero state ritirate, quando si fosse ottenuto
l'accordo con il creditore estero su quel debito, su un debito
riprogrammato o rifinanziato, allora le somme riprogrammate o
rifinanziate sarebbero state iscritte nei bilanci delle banche,
ovviamente, con scadenze di pagamento molto più comode. Questo
vuol dire che gli impegni annuali delle banche e dello Stato
sarebbero risultati minori e che, non appena si fosse fatto cio',
la stessa cosa doveva essere fatta con le ditte nazionali che, di
fatto, sono i debitori ultimi. Anche i debitori nazionali avrebbero
ottenuto condizioni più favorevoli nel pagamento del debito, e
probabilmente un debito diminuito, nel caso in cui si fosse
realizzata una qualsiasi forma di annullamento del debito; e
allora, con un nuovo tipo di rapporto fra le ditte e le banche
e delle banche nei confronti del debito estero rifinanziato, ci
si sarebbe potuti avventurare nel problema del risanamento delle
banche. Questa è una procedura normalissima in tutto il mondo ed
era fino a poco tempo fa la posizione della Banca centrale jugoslava.
Del resto, i bilanci delle banche sono noti. I bilanci delle banche
non sono un segreto, si possono chiedere alla Unione delle banche
della Jugoslavia. Almeno da dieci anni, in Jugoslavia esiste la
Legge sulla revisione. o "auditing". Le banche erano le prime
obbligate a revisionare i loro bilanci e, così revisionati, i
bilanci venivano presentati all'Assemblea per l'approvazione. E'
una cosa che si fa già da molti anni. Questi revisori, e, oggi,
tutti i revisori mondiali sono presenti a Belgrado, e hanno
revisionato, a prezzo altissimo, i bilanci delle banche. Per ogni
bilancio di una banca, in media, si facevano pagare fra 130.000 e
200.000 dollari. Dunque, tutto era gia' stato revisionato prima
che si andasse all'assemblea degli azionisti delle banche che
decideva, ogni anno, sull?opportunità, legalità, efficacia della
gestione degli affari da parte delle banche.

Questi fatti sono tutti ben noti. Cosa è cambiato? E' cambiato il
punto di vista della Banca centrale della Jugoslavia. Alla metà
di quest'anno è cambiata la Legge sul risanamento e il fallimento
delle banche e la Legge sulla contabilità, dopodichè la Banca
centrale ha ordinato ai revisori di inserire nei bilanci delle
banche quello che prima si teneva fuori dai bilanci delle banche,
cioè gli impegni verso l'estero, tranne i Club parigino e londinese.
E quando quegli impegni sono stati inseriti nei bilanci delle
banche, allora si sarebbe dovuta avanzare la domanda ''cosa era
successo con le stesse richieste degli stessi crediti nei confronti
dell'economia nazionale?''. Si è constatato che, dopo dieci anni di
sanzioni e bombardamenti, una parte delle ditte non sarebbe stata
in grado di pagare alle banche; allora si è ordinato di presentare
questo fatto come una perdita; e con tutto ciò, si è creata una
situazione che permetteva di mettere quelle banche sotto procedura
di risanamento. E una volta approvata la decisione sul risanamento
venivano fatti i conti, come potrete vedere in ogni decisione presa
da ciascuna delle quattro banche singolarmente. La decisione sul
risanamento è stata presa perchè alla metà di quest'anno la situazione
era tale che il risanamento conveniva più del fallimento.
Nel caso del fallimento, le spese sarebbero risultate maggiori.

Ovviamente, noi riteniamo che un procedimento del genere sia
stato prematuro e sbagliato; perchè ancora non sono messe in atto
nuove condizioni definitive negli impegni della Jugoslavia e delle
banche jugoslave verso l'estero. Dunque, il risanamento del sistema
bancario si doveva fare con i nuovi impegni ridefiniti, e non in base
agli impegni vecchi. Nello stesso tempo, i rapporti debitori-creditori
fra le ditte e le banche si dovevano risolvere in Jugoslavia. Gli
specialisti di cose economiche ricorderanno benissimo che circa due
anni fa, nella Camera dell'economia serba, è stato approvato il
Codice su come risolvere i rapporti debitori-creditori fra le ditte
e le banche. Quella doveva essere una specie di riprogrammazione
nazionale. Su quella base le ditte avrebbero riconosciuto e attuato
regolarmente i propri impegni verso le banche e le banche quelli verso
l'estero. Dunque, la situazione nelle banche si doveva valutare dopo
la riprogrammazione del debito estero, e nello stesso tempo andava
fatta una riprogrammazione nazionale, cioè andavano riordinati i
rapporti con le ditte, e dopo (non senza tali premesse) avrebbe avuto
senso parlare di risanamento del sistema bancario.
Cosa è successo nel frattempo? Nel frattempo abbiamo avuto la promessa
da parte del Club parigino, che ha accettato di annullare il nostro
debito. Però, questa promessa, e il punto di vista del Club parigino,
non sono scritti da nessuna parte. Neanche nell'ultimo incontro della
delegazione jugoslava con il suddetto Club è stata firmata una promessa
di annullamento del nostro debito per un ammontare del 66 %. E questa
pretesa, presupposto che lo stesso farà anche il Club londinese, ha
cosi costituito la base per l'approvazione della decisione della Banca
centrale nel merito di un'apertura di procedura di fallimento di
queste quattro banche. Perche'? Perchè è stato ordinato (a loro
soltanto) di inserire nei loro bilanci un terzo di debito verso il
Club parigino e verso quello londinese?

Vuol dire che devono aumentare gli impegni verso l'estero, anche
se si tratta solo di una promessa e non c' è niente di scritto o
di firmato sulla carta. Dunque, è stato ordinato alle banche di
aumentare in modo artificiale i propri impegni, e nello stesso
tempo non è stato fatto niente perche le ditte confermino i loro
impegni verso le banche. Al contrario, è stato detto: visto che
le ditte, probabilmente, non saranno in grado di pagare neanche
quel terzo, allora dichiariamo che queste quattro banche si trovano
in situazioni ancora maggiormente dubbie e con le perdite maggiori,
visto che gli impegni di un terzo, verso il Club parigino e
londinese, cadranno sulle spalle delle banche ed esse non potranno
incassare dalle ditte. Questo è l'argomento con il quale si
vogliono far cadere le banche in fallimento. Sono stati fatti i
conti che, a questo punto, il fallimento sarebbe costato meno
dell'eventuale risanamento di quelle banche. Ovviamente, c'è
una serie di problemi. Innanzitutto, nei Club parigino e
londinese si trovano molte altre banche della Jugoslavia,
non solo le quattro attuali. E' importante che solo queste
quattro banche abbiano ricevuto l'ordine di inserire nei loro
bilanci un terzo di impegni verso il Club parigino e londinese.
Le altre banche no. Si pone la questione: perchè? Il Club
parigino, di fatto, ha menzionato la promessa, ma i due Paesi
importanti non erano d'accordo e non c'era una soluzione
finale, e il Club londinese non ha ancora deciso; l'ultimo
incontro con il Club londinese non ha dato nessun risultato.
E allora, è possibile effettuare una qualsiasi decisione
amministrativa, come ha fatto la Banca centrale sull'apertura
del procedimento relativo a queste quattro banche, solo sulla
base delle chiacchiere? E' ovvio che c'e' l'intenzione chiara
che esse debbano fare fallimento, visto che solo ad esse è stato
ordinato di inserire un terzo degli impegni nei propri bilanci,
e non anche alle altre banche che hanno impegni verso i Club
suddetti.

Perchè noi sosteniamo le posizioni dei dipendenti del settore
bancario e finanziario? Perchè pensiamo che abbiano ragione se
fanno causa al Tribunale federale, e perchè devono comportarsi
così? Perchè questo è solo l'inizio di guai, di malesseri che si
allargheranno alle ditte e alle altre banche. Quando anche
queste banche faranno fallimento, colui che assumera' i loro
impegni assumerà anche i loro crediti. Vuol dire che le ditte,
invece di essere debitrici alle banche, lo diventeranno a quel
soggetto che adempirà gli impegni delle quattro banche liquidate.
Una sola di quelle banche ha richieste alle ditte, stabilite per
mezzo di tribunale, per un ammontare di 207miliardi di dinari.
Le richieste sono coperte con ipoteca su edifici, attrezzature,
altre proprietà, ecc. Chi può garantire, dunque, alle ditte di
cui parliamo, che il successore giuridico di queste banche non
attiverà tutte quelle ipoteche, pegni, con 207 miliardi di crediti
solo in una banca, e sono quattro, per mandare in fallimento
quelle ditte, vendere le loro proprietà, chiudere le ditte e
licenziare gli operai? Non c'è nessuna garanzia. Per queste
ragioni, a nostro avviso, si tratta di una cosa grossa. Ci
interessiamo di tutti gli operai, di tutte le ditte, non solo dei
dipendenti bancari.
La seconda ragione è la seguente: se qualche banca ritiene che
solo queste quattro banche siano diventate vittime, e che le altre
si sono salvate, si sbaglia di grosso. Ho già detto che il Club
londinese e quello parigino hanno stipulato l'accordo con le altre
banche jugoslave. Quando con il Club londinese, a suo tempo, era
stato stipulato l'accordo, esso conteneva la clausula della
responsabilità solidale. Vi era scritto letteralmente: cross default
clause. Vuol dire, che se una delle banche jugoslave non adempie
al suo impegno verso il Club londinese, quell'impegno lo assumeranno
tutte le altre banche solidalmente.

Quando e' stato rifinanziato il debito verso il Club londinese
nel 1992, tutte le banche jugoslave e la Banca nazionale hanno
firmato un contratto in cui hanno dichiarato che saranno
reciprocamente debitori solidali verso il Club londinese. Inoltre,
molte banche, fra di loro, hanno stipulato un contratto di
responsabilità solidale. Questo cosa vorrebbe dire? Se queste
quattro banche saranno liquidate e non saranno in grado di
pagare i propri impegni verso il Club londinese, quegli impegni
li assumeranno le altre banche. Saranno esse in grado di pagare
un terzo degli impegni verso il Club londinese, se esso non si
'ricorda' di nessun annullamento?! Probabilmente, non saranno in
grado. Cosa vuol dire? Toccherà anche ad esse di essere liquidate?
Nessuno lo puo' dire, però ci sono grandi probabilità che anche
quelle banche, a causa della liquidazione di queste quattro
banche, saranno messe all?ordine del giorno. Vuol dire che saranno
risanate o faranno fallimento.

Questo processo è dovuto anche ad un fattore esterno. Dalla relazione
della Missione del FMI, pubblicata su Internet nell'ottobre dell'anno
scorso, posso citare cose interessanti. Nei colloqui con le autorità
jugoslave, c'erano opinioni diverse sull'argomento se le banche si
devono risanare o liquidare. La Missione del FMI e le banche erano
per la soluzione della liquidazione di queste quattro banche. Vuol
dire che la parte jugoslava ha accettato quella posizione e ben
volentieri l'ha cominciata ad attuare nei fatti. Però, non è chiaro
del tutto chi, in Jugoslavia, faccia questo lavoro. Comunque,
qualcosa è uscito fuori, nei giornali. A chi vorrebbe saperne
di più, dico che si deve informare nei giri del governo, della
Banca centrale, dell'Agenzia per il risanamento delle banche, su
chi sono certi signori George Mulino, David Parker, Bill Thomas,
che, se non mi sbaglio, scrivono al direttore dell?Agenzia per il
risanamento delle banche oppure alla signora Vesna Djinic o Djenic,
il 12 dicembre, cosa si deve fare, passo per passo, con il
risanamento delle banche. Addirittura, si raccomanda un certo
signore Mrvosevic come capo della sicurezza in tutto quel processo.
Si dice che, se non si fa cio', non si può neanche immaginare il
malcontento sociale che si manifesterà.
Sarebbe molto interessante sapere chi sono quei signori cui si
risponde. Si tratta solo di una finzione: il 3 gennaio è stata
decisa la liquidazione delle banche. Ovviamente, già il 12 dicembre
dell'anno scorso è stato approntato uno scenario dettagliato,
precisamente passo passo, perfino il nome di chi saranno gli
amministratori di liquidazione in quelle banche. C'è ancora un
testo (anche questo potrete verificare) nel quale si parla di una
certa signora Djurdjica Ognjenov. Chi è quella signora che già
il 7 dicembre dell'anno scorso ha elaborato la metodologia su come
sia possibile trasferire dal bilancio di quelle banche i depositi
dei cittadini e delle ditte alla Cassa di risparmio postale per
rendere possibile il prelievo? Se non mi sbaglio, allora ancora
veniva fatta la dichiarazione che sul destino delle banche non si
sarebbe potuto riferire entro la fine del marzo di quest'anno, essendo
in corso uno "stand by arrangement".
Il 7 dicembre del 2000, la signora Djurdjica argomenta precisamente
su cosa fare di questa faccenda, e nella sua lettera molto chiaramente
dichiara che la liquidazione riguarda cinque banche. Vorrei che
qualcuno scoprisse chi è quella signora, cosa c'entra con il nostro
Governo, con le nostre autorità e a chi conviene?

Nella stessa deliberazione del governatore ci sono molte omissioni.
Le stesse banche, a mio avviso, faranno causa contro la delibera del
governatore per la scadenza dei 30 giorni. Allora, alla fin fine, la
cosa comincerà ad esaminarsi come si deve in un Paese legale. Sarà
una coincidenza perchè le accuse arriveranno al Tribunale federale,
che ha avvisato con la sua lettera del 19.12.2001 l 'Assemblea
federale che la Banca centrale nei suoi procedimenti amministrativi
viola i regolamenti, ostacola l'attuazione della legittimità,
minaccia l?ordinamento giuridico, danneggia le parti in causa,
rende più difficile e rallenta l'attuazione della politica monetaria
e le altre funzioni della Banca centrale della Jugoslavia. Il
Tribunale federale ha annullato in 19 materie le delibere del
governatore della Banca centrale della Jugoslavia sulla privazione
del permesso di lavoro e l'apertura del procedimento di risanamento
delle banche. Per tutte queste ragioni, il Tribunale federale
raccomanda all'Assemblea federale che la stessa si interessi e
osservi la situazione nella Banca centrale della Jugoslavia, dal
punto di vista della legittimità del suo lavoro. Questo Tribunale,
che è, ovviamente, bene informato sui metodi di lavoro nella Banca
centrale, ha delle chances di ricevere querele da queste banche, e
con una grande conoscenza dell'essenza della materia, di studiarle
e risolverle attentamente.

Prof. Oskar Kovac

(NOTE: Antiwar.com is a conservative website.
Nevertheless it opposes the Western imperialist
interference in the Balkans and publishes many
interesting pieces. One of these is the following
article, which we choose to redistribute although
it contains some ideologic stands and definitions,
e.g. about "communism", which we find inappropriate
and misleading. JUGOINFO)

> http://www.antiwar.com/malic/m-col.html

ANTIWAR, Thursday, January 24, 2002

Balkan Express
by Nebojsa Malic
Antiwar.com

Ten Years in the Twilight Zone

A Brief Overview of a Morbid Experiment

When the French king and the Holy Roman
Emperor signed a peace treaty in
Munster, Westphalia, on October 24, 1648,
they were hardly aware that by
ending Europe's worst war to date they had
also established the foundations
of the modern system of international
relations. The Treaty of Westphalia
introduced and enshrined the principle of
territorial sovereignty, without
which modern nation-states would have been
impossible.

Three and a half centuries later, their
heirs - aspiring to lord over the
creation of a new European superstate -
chose to casually reject this
legacy. On January 15, 1991, the European
Union formally recognized the
declarations of secession by two of
Yugoslavia's federal republics, Slovenia
and Croatia, declaring Yugoslavia no
longer existed.

At best, this was a heavily assisted
suicide of an already dying country; at
worst, an act of incalculable malice.
Whatever it was, it plunged the people
of Yugoslavia into the abyss they've been
in ever since.

EMPIRE RISING

Between the outbreak of the Wars of
Yugoslav Succession [1] and the end (?) of
Macedonia's Apartheid Rebellion, both the
Balkans and the world changed
beyond recognition. The "hour of Europe,"
heralded by Yugoslavia's
enthusiastic executioners, was more like
the proverbial fifteen minutes.

Having shrugged off the unpleasant
distractions of Somalia and Haiti, the
United States rolled into the Balkans in
full force, leveling anything in
its path and rewriting history as it went
along. With massive amounts of
propaganda supplementing brute force, the
United States used the Balkans to
assert its position as the world's
"indispensable nation," the global
Empire incarnate.

The Empire's scions claim to have brought
"peace" to the Balkans, along with
"democracy" and "human rights." All they
really brought were subjugation,
kleptocracy [2] and conquerors' privileges:
sex slavery, drug-running and
widespread organized crime in general.
None of the problems between Yugoslav
peoples has been resolved - with the
possible exception of Croatian and
Albanian distaste for Serbs, largely cured
by mass expulsions and, equally,
mass murder.

COLLATERAL DAMAGE

Last November, Bosnia entered its sixth
year of existence as the Empire's
protectorate divided, impoverished and
despairing. To make matters worse,
the Empire's erstwhile Arab and Afghan
allies, who also helped out during
the war in Bosnia, had just committed mass
murder in New York and
Washington. Soon thereafter, five
Algerians and a Yemeni - who stayed in

Bosnia and were even granted citizenship
by a grateful Muslim regime - had
been arrested at US urging, based on the
CIA's claims they were connected to
Al-Qaeda.

The men had violent criminal records in
Bosnia, but no hard evidence linked
them to terrorism. So the six were
released last week - into the custody of
the US military. At US urging, they were
stripped of their citizenship, then
shipped to the luxury cages in Guantanamo
Bay, Cuba, while their families
and supporters rioted outside the Sarajevo
city jail.

A loyal vassal of the Empire for years,
the Muslim regime in Sarajevo thus
found itself in dire straits. The current
government is still mostly Muslim,
though it includes many of Bosnia's Croat
and Serb Christians. Both facts
prevent it from dealing with the issue of
its predecessor's dalliances with
militant Islam in a forceful manner. On
one hand, Bosnian Muslims still
depend on support and aid of many Middle
Eastern charities. On the other

hand, many of those charities are
suspected fronts for organizations the US
labels "terrorist" - and the US does not
tolerate any debate on this
particular subject right now.

If they crack down on the fundamentalists,
the Muslim authorities risk the
full wrath of the "holy warriors," with
Bosnia's Christians the first likely
target. But if they do nothing, the
fundamentalist influence will grow and
Bosnia might find itself on the US
blacklist as "collateral damage" in the
War on Terrorism.

DIVIDE AND CONQUER

The Empire's "help" is also felt in Serbia
these days. The future of its
union with Montenegro is so obfuscated by
Imperial meddling, many people are
increasingly willing to settle for any
solution, to the benefit of various
politicians with illegitimate aspirations.

As if that were not tragic enough,
Serbia's 18-headed hydra of a government
is busy not only plundering its citizens
through the destruction of banks,
but also destroying the state from the
inside. The Serbian Parliament is
likely to approve the "omnibus" law
proposed by several power-hungry
separatist parties in the ruling
coalition, giving the northern province
of Vojvodina its Communist-era "autonomy."

In practice, this would mean creating a
separate state within Serbia - a
crazy idea if there ever was one. The
repressive statism of Zoran Djindjic
would be replaced by the even more
repressive statism of Nenad Canak and

other self-proclaimed "Vojvodina leaders,"
in comparison with whom Djindjic
appears downright saintly. President
Kostunica's party, far from opposing
this madness, is actually advocating a
proposal to divvy up Serbia into five
sub-states - six, counting the occupied
Kosovo.

LA SERBIE, C'EST MOI!

Djindjic himself is staying out of the
division debate, content that he
would end up ruling all the fiefdoms
anyway. He is also very busy setting up
his own national security council, which
would take control in a "crisis
situation." Given Djindjic's political and
academic credentials in the field
of power-grabbing through provoking
crises, this should be a red flag for
every Serbian patriot - well, that, and
his choice of ambassador in Washington.

Namely, Djindjic's allies in the
government approved the choice of Stojan
Cerovic for Yugoslavia's second Ambassador
to the Empire, after the first -
Milan St. Protic - was recalled late last
year. Cerovic has no diplomatic
credentials, but he does have a history of
maligning the Serbs to his
employers in the US Institute of Peace and
elsewhere. This has been enough
to force many American Serbs to bitterly
denounce Djindjic and his private
diplomacy, but few voices of opposition
were heard in Serbia itself, as usual.

NOT WITHOUT CAVIAR

These are but the most egregious examples
of distilled evil that has
festered in the darkness of the Balkans
under Imperial rule, and the list is
far from complete - nor is there enough
space here for it to be. But this
brief overview would be sadly lacking
without the news that the new governor
of occupied Kosovo is none other than
German diplomat Michael Steiner.
Formerly a deputy governor of Bosnia,
Steiner advised the German Chancellor
for a while, before resigning in a scandal
involving several German officers,
an airplane at the Moscow airport and
caviar that apparently wasn't there.

Word is that Steiner has quite a taste for
caviar, and that he is not known
for diplomacy or tact. So while Kosovo is
awash in murders, theft, slavery
and extremely distasteful politics - not
to mention the whole bit about it
being occupied territory of a nominally
sovereign state - at least its
occupiers and their subjects will now be
treated to some sharp German wit
and lots of caviar.

As a historical footnote, Steiner's
appointment means that for the first
time since World War One, Bosnia and a
part of Serbia will be ruled by an
Austrian and a German, respectively.

LAB RATS

Certainly, the demagogues that came to
lead the successor states of former
Yugoslavia bear a great deal of
culpability for the present sad state of
affairs in the once-promising region.
Their involvement with outside powers,
however, and those powers' incessant
meddling in the Yugoslav crises,
has exacerbated these consequences
exponentially.

The recognition of Slovenia and Croatia
created a precedent for future
"diplomatic aggression," destruction of
countries by recognition of their
seceding parts. Political pressure in
Macedonia, proxy warfare in Croatia,
outright force and occupation in Bosnia
and Kosovo were all meant as
precedents for other parts of the world -
their authors admitted as much, publicly.

Principles, logic, tradition, law and just
about everything else that even
remotely resembles sanity and civilization
were tossed aside for the sake of
a grand experiment in statist imperialism.
How well that has worked one can
see from the examples above. Having
performed the most gruesome procedures
on human beings declared lab rats, the
Empire turned its morbid curiosity to
other places. The experiment continues,
with less haste than before. The
Balkans lab rats are still alive, though
horribly mangled by the experience,
and still inhabit their despoiled cages
hoping for a better tomorrow or a
release from the nightmare of their
existence.

It sounds like a chilling script for a
Twilight Zone episode. Only it's all
too real.
___

NOTES:

[1] Since no one contested the
constitutional right of Yugoslav republics to
secession, but rather their stubborn
insistence on international recognition
of arbitrary Communist borders, the
1991-95 wars were fought over the
division of territory - i.e. succession of
Yugoslavia's property. The
subsequent conflicts in southern Serbia
(Kosovo, Presevo) and Macedonia were
wars of Albanian separatism, and thus
completely unrelated to the Succession
Wars.

[2] By strict definition, any government
is a "kleptocracy" - i.e. it rules
by stealing the property of its citizens
(through "taxes"). Therefore,
statist writers commonly misuse the term
to describe corrupt regimes. A
kleptocracy is not corrupt, it is simply a
state entirely devoted to plunder.

SLOBO POETA



Guardi diritto
stando seduto, forte, un poco reclinato indietro
la scena attorno
che ha perso i connotati del reale

Ti guardo sconcertato e calmo
oltre la fluorescenza dello schermo, stare appeso
al proscenio di una sala al neon di un potere virtuale,
o ad una stanza
che piu' che di galera mi suona di ospedale

Trecentomila filtri
un miliardo di intenzioni
infinite recriminazioni
incomprensioni - pallottole - tumori - distrazioni

e sbagli ritardi stanchezze corruzioni
vigliacchi ed assassini - rimpianti e rimozioni
il ricordo di sorrisi, angoscia.
Attraversare in pochi anni una valanga di emozioni

Guardi diritto
chi usa te come capro d'espiazione del delitto
che ha commesso lui. Angoli bui,
meandri inesplorati della storia

falsa coscienza di chi non usa la memoria.
Tu lo sputi in faccia fiero
a chi ha rinunciato al suo coraggio
e si e' accanito su Sloboda e Primo Maggio

(I. Slavo)

MINISTRO SERBO CONFUSO TRA UN TOPO ED UNO STROZZINO DELLA
BANCA MONDIALE, SI SCUSA DANDO TUTTE LE COLPE A MILOSEVIC

> http://www.ansa.it/balcani/jugoslavia/20020122173732111962.html

JUGOSLAVIA: TOPO AFFEZIONATO A RAPPRESENTANTE BANCA MONDIALE
(ANSA) - BELGRADO, 22 GEN - Grande imbarazzo ma anche grandi
risate oggi al Sava Centar di Belgrado, dove si teneva una
conferenza sui rapporti fra Jugoslavia e Banca mondiale: un topolino
si e' 'affezionato' all'oratore centrale, il rappresentante della
banca Rory O'Sullivan, girandogli intorno sul tavolo per alcuni
minuti, senza perderlo d'occhio. L'incidente ha messo fortemente a
disagio i partecipanti dei governi federale e serbo presenti,
orgogliosi all'inizio di intrattenere l'ospite nell'edificio
piu' moderno e scintillante della capitale, gia' teatro di
importanti congressi, concerti e manifestazioni. ''Quei minuti
per noi sono durati anni - ha rivelato uno dei delegati jugoslavi -
nonostante l'ospite e i suoi colleghi sembrassero piu' divertiti
che preoccupati''. La vicenda e' stata risolta con una battuta di
spirito dal minstro delle finanze serbo Bozidar Djelic: ''Ecco,
signor O'Sullivan, tutto cio' che abbiamo trovato nell'ottobre del
2000 (dopo il rovesciamento del regime di Slobodan Milosevic, ndr)
nelle casse dello stato''.
(ANSA). OT 22/01/2002 17:37

CONSIGLIERE DELLA BANCA MONDIALE VUOLE SBATTERE
PER STRADA ALMENO 800MILA CITTADINI SERBI

Il consigliere della Banca Mondiale Arvo Cuddo ha dichiarato
il 24/1/2002 che la distruzione del sistema delle imprese pubbliche
ed autogestite della Jugoslavia - programmato dalla stessa
Banca Mondiale e zelantemente perseguito dall'attuale classe
dirigente - causera' la disoccupazione per almeno 800mila
cittadini. La cifra dovrebbe pero' essere ancora maggiore se si
considera anche la privatizzazione delle imprese a capitale
misto pubblico-privato.
Per fronteggiare la esplosiva situazione sociale che verra' a
determinarsi - e che non sara' equilibrata nemmeno dal forte
aumento della mortalita' dovuto al drastico abbassamento della
qualita' della vita ed alle malattie legate ai bombardamenti
"umanitari" della NATO - Cuddo chiede che i sindacati collaborino
a mantenere tranquille le acque, co-gestendo la transizione insieme
agli imprenditori ed usando le organizzazioni non-governative e
tutto l'arcipelago di quello che in Italia si chiamerebbe "terzo
settore" come tampone utile a dare una illusione di occupazione
transitoria.
(I. Slavo)

AT LEAST 800,000 SERBS WILL LOSE JOBS, SAYS WORLD BANK ADVISER

BELGRADE, Jan 24 (Tanjug) - World Bank (WB) adviser Arvo Cuddo said
on Thursday about 800,000 people would become unemployed in the
course of the ownership transformation of public and social
companies in Serbia over next few years, and the figure could
be even higher if one also takes into account the privatization
of companies with mixed capital.
The authorities will find themselves in an explosive social
situation over the dismissals of the excess work force and that
is why the reform process must be implemented gradually, Cuddo
told an international conference on the strategy of trade unions
in the reform processes, which is under way in Belgrade.
Cuddo warned that in the process of dismissing the surplus work
force, the Serbian government must take care of their compensation.
Furthermore, it must engage trade unions and other interest groups
and NGOs in the negotiations on job cuts, he said.
Serbia has good starting positions for carrying out reforms, he
said, but if it wishes to implement them successfully, it must
establish good cooperation between trade unions and employers.

BANCA MONDIALE: L'AIUTO E' STATO CONDIZIONATO ALLA
MESSA IN BANCAROTTA DELLE BANCHE LOCALI

Belgrado, 20 gennaio (Beta): Il responsabile della Banca Mondiale per la
Jugoslavia, Christian Portman, ha detto lo scorso 18/1 che l'aiuto della
Banca Mondiale e' stato condizionato alla messa in bancarotta delle
banche jugoslave, e non alla collaborazione della Jugoslavia con il
Tribunale Penale Internazionale per la ex Jugoslavia (ICTY).
In una conferenza stampa a Belgrado Portman ha affermato che la Banca
Mondiale ha concesso 250 milioni di dollari nel 2002 alla condizione che
i governi serbo e jugoslavo "continuino a rispettare la direzione delle
riforme economiche e dello sviluppo come e' stato finora".
La Banca Mondiale ha garantito il prestito a dieci anni, con una
scadenza di pagamento a 20, senza interessi fatta eccezione per un 1,7
per cento di commissione per il servizio, ha detto Portman. Egli ha
sottolineato che la Banca Mondiale e' "molto colpita" per come sono
state realizzate le riforme economiche in Jugoslavia, ed ha spiegato che
"solo adesso inizia la parte principale del programma della Banca
Mondiale, nel senso dell'appoggio al corrente programma di riforme,
dinamico e promettente."

WORLD BANK: AID CONDITIONED WITH BANKRUPTCY OF LOCAL BANKS

BELGRADE, Jan20 (Beta) - The head of the World Bank for Yugoslavia,
Christian Portman,said on Jan. 18 that the World Bank's aid has been
conditioned with the bankruptcy of Yugoslav banks, but not with
Yugoslavia's cooperation with the International Criminal Tribunal for
the Former Yugoslavia (ICTY).
The World Bank granted Yugoslavia US$250 million in 2002, under the
condition that the Yugoslav and Serbian governments "continue to respect
the direction of economic reforms and development as they have so far,"
Portman said at a press conference in Belgrade.
The World Bank granted the loan with a 10-year grace period, a 20-year
payment deadline, and no interest, apart from a 1.7 percent commission
for services, Portman said. He stressed that the World Bank was "very
impressed" with the implementation of economic reforms in Yugoslavia
and pointed out that "only now begins the main part of realizing the
World Bank's program, in the form of support to the dynamic and
promising reform program underway."

PIO XII ESORCIZZO' A DISTANZA HITLER, L'INDEMONIATO

ROMA - Adolf Hitler? Per Pio XII era un
uomo talmente diabolico nei suoi
programmi di dominio e di sterminio da
apparire come posseduto dal demonio.
Per questo, durante la guerra, compì
più di una volta un esorcismo a
distanza del dittatore nazista. Questo
episodio, contenuto nelle
testimonianze per il processo di
beatificazione, è stato rivelato dallo
storico gesuita Peter Gumpel, durante una
tavola rotonda nel Collegio
Capranica di Roma. I relatori hanno reagito
«alla quarantennale campagna di
calunnie e di smemoratezze» nei confronti di
questo Papa, decisivo nell'opera di salvezza
di 700-800 mila ebrei.

(da Il Messaggero online)

Tra un esorcismo e l'altro, Pio XII riceveva
in Vaticano anti funzionari ustascia, e personalmente
lo stesso Poglavnik, Ante Pavelic, altro "uomo della
Provvidenza". Sulla complicita' tra il Vaticano e gli
assassini nazisti si veda ad esempio:
http://www.citinv.it/iniziative/info/ratlines.html

The Independent
From the Balkans to brothels in Soho
by Ian Burrell

> http://news.independent.co.uk/world/europe/story.jsp?story=115557

Sex, drugs and illegal migrants: Sarajevo's
export trade to Britain

A three-part investigation into the traffic
in people and drugs from Eastern
Europe to the UK

By Ian Burrell in Sarajevo
21 January 2002
Internal links

Immigration hit squads to target 500,000
illegal workers

From the Balkans to brothels in Soho

There are wolves, bears and unexploded mines
in the snow-covered elm and
pine forests that divide Bosnia-Herzegovina
from the outside world. Yet the
borders of the young state that has become a
springboard for illegal
immigration to Britain are so porous that
thousands of people are smuggled
through its 432 mostly unmanned crossing
points every month.

The situation is so serious that Tony Blair
has persuaded the Bosnian
government to allow a team of British
immigration officials to try to plug
the gaps being exploited by international
organised crime.

Last week, in a mountain gorge that
separates Bosnia from Montenegro, Steve
Parke, a British immigration officer, and
Ian Johnston, a Merseyside police
officer, were checking lorries, cars and
buses for signs of people headed
illegally for the European Union and
Britain. Mr Johnston, who works for the
United Nations as deputy chief of the
Bosnian border service, said: "The
border is crossable anywhere. All 1,600 kms
[1,000 miles] is passable,
depending on how desperate you are to cross
into the next country."

Mafia gangs in Istanbul and Kosovo are
exploiting the post-war
destabilisation in the former Yugoslavia,
with its weak laws, liberal visa
regimes and widespread corruption, to ferry
Turkish, Iranian, Iraqi,
Albanian and Afghan migrants into Europe for
£5,000 a head.

A report from the International Organisation
for Migration says 120,000
women and child sex workers are trafficked
into the European Union each
year. In Bosnia, 34,000 foreign visitors
have disappeared after flying into
Sarajevo airport during the past two years.
Most have remained for just a
few hours before being taken to the border
by people smugglers.

In his third-floor office in the blue and
white United Nations building
overlooking Sarajevo airport, Graham Leese,
the project head of the
British-led immigration team, is under no
illusions about the scale of the
problem. "For the EU as a whole - and
the UK in particular - the Balkan
route has long been identified as the most
productive route in terms of
illegal migration flows. It's quite easy to
bribe border guards to turn a
blind eye when you are smuggling across a
lorry load of illegal immigrants."

Bosnian organised crime is turning over an
estimated £170m a year and,
according to one member of the British team,
government corruption is a
major problem. "There are big fish here.
They have massive influence and a
lot of them are holding senior positions,"
he said. The view is shared by
Ian Cliff, the British ambassador in
Sarajevo, who said there was "massive"
corruption among government officials
administering the districts and
cantons established in Bosnia after the
Dayton Accord in 1995.

"It is basically a country that has not
built a proper economy since the end
of the war," he said. "People look to office
as a way of supporting
themselves, their families and their
extended families."

He said officials were subjected to bribery
and threats. "Money is used very
directly to influence the political system.
All sorts of pressures are
brought to bear on people through their
families and through threats on
their jobs."

The immigration team, made up of seven
Britons and a Dane, is trying to
establish the newly-formed Bosnian State
Border Service (SBS) along 1,616km
of land border. The SBS now controls 36 of
52 international crossings - the
rest are staffed by poorly paid police -
but hundreds of minor crossings are
unmanned.

The difficulties for the SBS are apparent at
Hum where, 100ft above the
river Drina, a steel bridge spans the
snow-covered gorge dividing
Montenegro, in the Federal Republic of
Yugoslavia, from Srpska, the Serbian
sector of Bosnia.

In a hut on the Bosnian side, Jagos Matovic,
a border guard, said people
arriving with Turkish passports had only to
show they had the equivalent of
£33 for each day of their stay. Most were
waved through by guards who lacked
the technology or training to check the
documents.

Mr Johnston said: "A lot of officers think
that if people are transiting
into Western Europe that's not a problem for
Bosnia. We have to educate them
that it's creating lots of problems and that
Bosnia wants to be part of
Europe." Turkey, Bosnia-Herzegovina and the
Federal Republic of Yugoslavia
want to be part of the EU.

Bosnia is also a transit point for thousands
of Chinese migrants heading
west from the Federal Republic. Mr Leese
said there were 50 new Chinese
arrivals on each flight into Belgrade from
Moscow.

"I asked [the Yugoslav authorities] how many
leave, but they have no
record," he said. "They are probably being
shipped across the northern
border and through the Serbian part of
Bosnia."

Many of the 58 Chinese migrants found dead
at Dover in June 2000 had
travelled via Sarajevo, as had eight mainly
Turkish migrants found dead in a
shipping container in Ireland last month.

The British immigration team is likely to be
called in by the Belgrade
government to tighten border security. A
similar request has been made by
Romania. The group is proving effective at
Sarajevo airport, where
British-bought forgery detection equipment
and new questioning techniques
have disrupted the smugglers.

The new vigilance, together with the
introduction of a visa requirement for
Iranian visitors, reduced "disappearing"
airline passengers to 8,400 last
year, compared with 25,000 in the previous
six months.

But Mile Juric, the SBS chief, said the
trafficking gangs had switched
tactics. He said: "Because of the measures
we have undertaken at the airport
we can sense bigger pressure from Turkish
citizens on the land border crossings."

Once in Bosnia, most migrants head for
Sarajevo, from where couriers will
ferry them onwards. They gather in the
Bascarsija district, where the
architecture recalls Sarajevo's Ottoman
past. In Humska Ulica street a group
of Turks congregated at an international
telephone booth to arrange the next
stage of their journey.

Others head straight to the taxi ranks at
the city's bus station. Vaha Srce,
a taxi driver, said that "all last year" he
had been driving the six-hour
journey to the northern town of Bihac. His
passengers were always Kurdish,
always had the US$200 fare (£140) and often
asked for the same hotel. Bihac
is on the Croatian border, and from there it
is just a short hop to Italy and the EU.

The clampdown on people smuggling is also
made difficult by more than one
million unexploded mines in the border
areas. Mr Leese said: "There is no
way you are going to get immigration
officers walking around here. But the
people who planted the mines are the same
ones who are now taking money to
show illegal immigrants across the border."