Informazione

DIRITTI UMANI VIOLATI, L'ITALIA BESTIA NERA UE

Date: Mon, 21 Jan 2002 23:07:31 -0000
From: "francesco iannuzzelli"
To: dirittiglobali@...

Da Repubblica - 21/1/2002
> http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/rep_nazionale_170606.htm

Strasburgo, 18:25
Diritti umani violati, l'Italia bestia nera Ue

L'Italia si è confermata nel 2001 la nazione che più di tutte ha
violato la Convenzione europea sui diritti umani. La Corte europea
dei Diritti dell'uomo lo scorso anno ha emesso 683 condanne. Più
della metà, cioè 359, riguardano lo Stato italiano, che nel 2000
ricevette 232 condanne. E' quanto e Fra i dieci paesi più
condannati a Strasburgo, dopo l'Italia c'è la Turchia, con 169
sentenze, seguita da Francia (32), Gran Bretagna (19), Polonia
(17), Austria e Grecia con 14 condanne, Germania con 13,
Portogallo con 10 e Svizzera con 6 condanne. (Red)

--------------

Il testo originale del comunicato stampa della Corte Europea dei
Diritti dell'Uomo e' reperibile a questo indirizzo
http://www.echr.coe.int/Eng/Press/jan/Pressconference2112002epress.htm

Per le puntate precedenti vedasi:
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1434
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1500

Segnalazioni e traduzioni di Olga D., da Parigi;
sa francuskog prevela Olga D. u Parisu

Nota: BHL e' Bernard-Henri Levy

=======================================================
SETTIMA PUNTATA: BHL LANCIA STRALI E SENTENZE DAL CIELO
=======================================================

Da PLPL n° 7, dicembre 2001, pagina 11
> http://www.PLPL.org

Quando non si riposa nel palazzo di Marrakech
acquistato da Alain Delon per 12 000 000 franchi
francesi, BHL compone le sue invettive, esperienze
e collere in elicottero. Nel 1996 Bernard-Henry Levy
"fece un apparizione molto notata, posandosi sul
prato nel parco del castello di François Pinault,
in compagnia di Alain Delon", in occasione del
ricevimento tenutosi dopo lo sposalizio del
figlio di Pinault. (Le Nouvel Observateur, 20. 06. 96)

(ndr: BHL è il primo vincitore del Laccio d'oro assegnato da PLPL -
vedasi http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1434)

*-*-*-*

Kada ne odmara u vili u Marakesu koju mu je za 12 miliona francuskih
franaka prodao Alen Delon, Bernar-Anri Levi u helikopteru stavlja na
papir svoja gnusanja, dozivljaje i bes. Godine 1996. "Bio je vrlo
zapazen njegov dolazak na prijem u povodu vencanja Pinoovog sina.
Helikopterom je sleteo na travnjak kraj dvorca Fransoa Pinoa u pratnji
Alena Delona" kako navodi Le Nouvel Observateur u broju od 20. 06. 96.

Citaoci nisu sigurno zaboravili da je PLPL prvo Bernar-Anri Leviju
dodelio Zlatnu uzicu za dodvoravanje.

===================================================================
OTTAVA PUNTATA: "GLI FAREMO PAGARE ANCHE PER LE VITTIME DELLA NATO"
===================================================================

IL VATICINIO DI BHL
(CHE LEGGE PURE NEL FUTURO DEL TPI DELL'AIA)

...E soprattutto, bisogna che sia considerato
responsabile, lui personalmente, non soltanto
per la morte di centinaia di migliaia di Croati,
Bosniaci e Kosovari, nella sporca guerra che lui
ha provocato nel 1991 e che dura ancora, ma anche,
e ormai, per ogni eventuale morte dei Serbi nei
bombardamenti...
L'Occidente andra' fino in fondo nella sua giusta
logica di guerra? Sara' in grado non soltanto
piegare Milosevic, ma anche di distruggerlo?
O sara', al contrario, colto da un improvviso
spavento di fronte alle conseguenze della propria
audacia? (Le Point, le 27/03/99)

* * * * * *

PROROCANSTVO Bernar-Anri Levija:
Platice on i za zrtve Nato-pakta

A kao najbitnije, treba da nam odgovara,
on glavom, ne samo za stotine hiljada
Hrvata, Bosanaca i Kosovaca poginulih
u prljavom ratu koji je on izazvao 1991. i
koji jos traje, nego i za svakog Srbina
koji eventualno bude poginuo u
bombardovanju...
Da li ce Zapad istrajati u svojoj ispravnoj
ratnoj logici? Da li ce umeti ne samo da
slomi Milosevica, nego i da ga unisti?
Ili ce, naprotiv, suocen sa posledicama
sopstvene odvaznosti, uzasnut pokleknuti?
("Le Point", 27/03/99)

27 GENNAIO - GIORNATA DELLA MEMORIA

*** RESISTENZA ***
*** ANTIFASCISTA ***

Uno scatto d'orgoglio, di ribellione, di coerenza, di
giustizia.

Questo s'impone al popolo antifascista triestino nel giorno
della memoria, nel momento in cui tanti - troppi - si
adattano e avallano il clima culturale e politico
revisionista, pretendendo di andare a commemorare le
vittime del nazifascismo nella nostra città fianco a fianco
con chi mai ha rinnegato il fascismo e persegue il
revisionismo storico.

* Nessun silenzio *
Nessun silenzio può giustificare la presenza nel lager di
sterminio triestino dei rappresentanti dell'eredità storica
del nazifascismo.

* Vergogna *
Vergogna per chi legittima la presenza nella Risiera di S.
Sabba dei rappresentanti della continuità storica del
nazifascismo.

* Resistenza *
Resistenza vuol dire memoria, memoria antifascista e
antinazista.


INVITIAMO GLI ANTIFASCISTI A MANIFESTARE IL 27 GENNAIO 2002

*** FUORI DALLA RISIERA ***

PER TESTIMONIARE IL LORO RIFIUTO AL REVISIONISMO STORICO
E ALLA NEGAZIONE DELLA RESPONSABILITA' DEL FASCISMO ITALIANO
NELLA II° GUERRA MONDIALE, NELLE LEGGI RAZZIALI,
NELLA PERSECUZIONE POLITICA E SOCIALE.

*** NESSUNA CONTIGUITA' CON I RAPPRESENTANTI DEL
NEOFASCISMO REVISIONISTA ***

*** NESSUNA RICONCILIAZIONE NAZIONALISTA E PATRIOTTICA ***

*** ORA E SEMPRE RESISTENZA ***



IL POPOLO ANTIFASCISTA DI TRIESTE !

> http://www.diplomatiejudiciaire.com/Tpy/Milosevic17.htm

Entretien avec Jacques Vergès
«Le procès Milosevic est un rituel de diabolisation»

Il n?y a pas de dialogue possible avec ce tribunal, ce
tribunal est fait pour le condamner. Et sa condamnation est
faite pour justifier l?agression. Ces éléments de preuve,
on peut les apporter devant l?opinion.
C?est toute la stratégie des procès de rupture.

> http://www.diplomatiejudiciaire.com/Tpy/Milosevic17.htm

===*===

> http://www.workers.org/ww/2002/milosevic0124.php

'Judge is English, prosecutor is English ...'

Milosevic defies his NATO captors

By John Catalinotto

> http://www.workers.org/ww/2002/milosevic0124.php

===*===

SERBIA ON TRIAL - NATO GUILTY
The Trial Of Slobodan Milosevic
Public Meeting - Friday 1st Feb. 7pm

Featured Speakers:
Christopher Black: Canadian barrister, war crimes
expert and defence lawyer at International war
tribunal in Rwanda. He is also chair of the legal
panel for the International Committee for the Defence
of Slobodan Milosevic (ICDSM)
Misha Gavrilovic: of the British-Serbian Alliance is a
prominent broadcaster and member of the Serbian
Community in Britain. He has had over 800 media
appearances in the past decade relating to the
conflict in Yugoslavia.
The trial of Yugoslav Ex-President Slobodan Milosevic
is about to begin at NATO?s Tribunal in The Hague. For
twelve years, Mr Milosevic has been vilified and
accused of the most heinous acts in order to justify
NATO?s war policiesagainst his home country.

The Tribunal was established by the UN Security
Council, which had no mandate to do so. Its purpose
has been to justify NATO?s first military intervention
in its history and in advance delegitimise its prime
victims, the Serbian nation, by equating them with
Nazis. Mr. Milosevic, who was kidnapped against the
ruling of the Yugoslav Supreme Court, has been denied
his fundamental rights by this tribunal.
The War however has not stopped. NATO has now
unleashed war in Macedonia using its proxy forces of
the KLA terrorists.
Come to the meeting. Hear why Mr Milosevic?s record of
resistance to foreign aggression must be defended.
Hear and discuss key issues suppressed or avoided by
the mainline media in Nato countries like Britain.

Conway Hall - Red Lion Square, London W1 (Holborn)
Organised by the Committee to Defend Slobodan
Milosevic
CDSM, PO Box 19598, London E11 2XB Tel 07786 853565

CI MANCAVA SOLO BERLUSCONI

Il panorama dei media jugoslavi, successivamente ai fatti dell'autunno
2000 - l'assalto al Parlamento, la devastazione dell'ufficio elettorale
e delle sedi dei partiti della sinistra e dei sindacati - si e'
gravemente deteriorato. Timidi tentativi di mantenere in vita un
quotidiano della opposizione di centro-sinistra sono ripetutamente
falliti a causa delle gravi difficolta' economiche: nella Federazione
Jugoslava, oggi, chi non ha una lobby economica straniera alle spalle
non ha voce. Il pluralismo della informazione, prima garantito
dall'equilibrio di fatto tra i media filo-governativi e quelli di
opposizione finanziati in Occidente, e' oggi morto e sepolto, e tutto il
panorama e' occupato dalle destre liberiste o nazionaliste-monarchiche.
Come avvoltoi in attesa di avventarsi sul cadavere, compagnie straniere
si mettono oggi in coda per giovarsi della prossima svendita dei media
statali, in primo luogo le TV. Anche uomini di Berlusconi, insieme a
greci ed altri imprenditori, si sono messi in attesa del via libera
governativo alla svendita di YU-Info, il quarto canale televisivo della
Federazione.
L'unica incognita in tutto questo, come spiega il dispaccio della
Reuters che sotto riportiamo, e' la sopravvivenza stessa della
Federazione minacciata dal referendum secessionista in Montenegro, che
si terra' in primavera sotto l'egida degli USA e della mafia delle
sigarette (collusa con la mafia italiana). (I. Slavo)

> http://www.eKathimerini.com/news/content.asp?id=115184

ANT1 has an eye on Yugoslav TV station

BELGRADE (Reuters) - Yugoslavia's YU-info TV station
yesterday announced that Europe's RTL Group and other leading media
companies had expressed an interest in the government-owned
channel, which is expected to be sold this year.
"Quite a few foreign media have inquired about the station
including RTL, Bloomberg, Greece's Antenna TV, and some of Berlusconi's
people visited me and asked for data," YU-info's director
Zoran Predic told Reuters.
He was referring to Italian Prime Minister Silvio Berlusconi, whose
family controls Italy's largest commercial broadcaster Mediaset. "All
prospective buyers are at the level of inquiries, they visited, looked
around and are now on stand-by to see when the government will
decide to give the go-ahead," Predic said.
He added that the sale of the station was inevitable and would
certainly happen this year.
Yugoslavia's new leaders have been seeking to reform the country's
media sector following the downfall in 2000 of former Yugoslav
president Slobodan Milosevic, who frequently used state media for
propaganda purposes.
If YU-info was sold to a Western company, it would be one of the
first foreign investments in the Yugoslav media sector. YU-info is the
station with the widest Yugoslav coverage but it ranks only
fourth in terms of viewer numbers, Predic said.
The first step toward YU-info's privatization was taken when the
federal government this month decided to separate the channel
from other state media, which had formed a single company.
Yugoslav Information Secretary Slobodan Orlic told Reuters a
new broadcasting law would also need to be passed first before
the sale goes ahead.
"The adoption of the law can be expected in the next three
months and then an ownership transformation of YU-Info could be
launched very shortly after that," Orlic said. Orlic cautioned
however, that the privatization could be delayed until it becomes
clear what will happen with the federation, referring to plans
of the coastal republic of Montenegro to hold a referendum on
independence. "This (the privatization) could be completed relatively
quickly, but it is as much a legal as a political decision," Orlic said.

Il Museo di Storia Militare di Vienna sta ospitando una mostra dal
titolo "L'Austria ed il crollo della Jugoslavia", nella quale sono
esposti alcuni oggetti e materiali evocativi dei peggiori momenti della
propaganda occidentale a favore dello sfascio di quel paese.

La mostra, fortemente curata anche per le visite scolastiche, mira
esplicitamente ad avvalorare la tesi secondo cui non i secessionismi,
bensi' "il tentativo di impedire con le armi il disfacimento dello Stato
unitario" sarebbe alla base dei lutti e delle rovine nonche' del
disfacimento stesso (sic). Al contempo, la mostra non dedica nessuno
spazio, tra l'altro, agli effetti della guerra ecologica attuata dalla
NATO contro la popolazione civile nel 1999, alle conseguenze delle
sanzioni economiche, ai crimini della diplomazia occidentale.

Questa impostazione autoassolutoria e criminalizzante in particolare
verso una parte in conflitto (quella serba) riflette la attitudine
culturale prevalente in Austria e negli altri paesi ocidentali sulla
Jugoslavia, della quale e' segno anche il forte razzismo slavofobo ed
antiserbo evidenziato dal seguente dispaccio ANSA.

(a cura di I. Slavo)

===*===

http://www.ansa.it/balcani/fattidelgiorno/
20020119123973699/20020119123973699.shtml

AUSTRIA: ITALIANI PIU' SIMPATICI, ULTIMI I SERBI; SONDAGGIO

(ANSA) - VIENNA, 19 GEN - Gli italiani sono i piu' simpatici agli
austriaci, seguiti dai tedeschi, mentre i meno simpatici sono serbi,
romeni e bulgari. Lo affermna un sondaggio pubblicato oggi dal
quotidiano di Vienna ''Die presse''. La ricerca, condotta dall'istituto
Fessel-Gfk, secondo il giornale registra un epocale cambiamento nelle
opinioni degli austriaci, che ancora negli anni '60 erano
completamente di altro parere rispetto ai loro vicini meridionali.
Questo cambiamento, afferma Peter Ulram, che ha condotto la
ricerca, e' una conseguenza degli intensi contatti allacciati dalle
popolazioni dei due paesi. ''L'Italia non e' piu' il paese delle vacanze
al mare - ha detto al giornale - bensi' una 'way of life', nella quale
hanno un ruolo molto importante la gastronomia, la musica e
anche la Toscana''. Questi i risultati, pubblicati oggi da 'Die Presse':

Simpatia
Antipatia
Italia 76 8
Germania 75 13
Grecia 52 2
Svizzera 54 7
Ungheria 54 12
Spagna 46 4
Gran bretagna 38 6
Croazia 41 12
Olanda 32 4
Francia 41 15
Slovenia 37 11
Usa 25 7
Turchia 29 12
Belgio 23 9
Rep.Ceca 33 22
Slovacchia 21 16
Polonia 12 11
Russia 12 11
Bosnia 12 13
Bulgaria 8 12
Romania 8 13
Serbia 7 17.

STE 19/01/2002 12:39

===*===

Subject: 78 Tage NATOnalismus in
Jugoslawien - und noch kein bisschen leiser!
Date: Fri, 18 Jan 2002 15:30:37 +0100
From: joesb@...
Organization: JOeSB Aktuell
To: jugocoord@...




Jugoslawien war das einzige Land, das seinen
Weg alleine gehen wollte und sich westlicher
Integration und westlichen Koalitionen nicht
anzuschließen gedachte. Wie üblich wurde es
zum Schurkenstaat gestempelt, bevor modernste
konventionelle Vernichtungsmittel gegen die
BR Jugoslawien zum Einsatz kamen. Bilanz?
An die 3.000 jugoslawischen Zivilisten wurden
durch die Bombardierungen getötet und 248.000
Serben und Nicht-Albaner wurden vertrieben.
Der erste Tag der Bombardierung hat
72.086.625 Euro gekostet. Allein die
Zerstörung der petro-chemischen Industrie in
Pancevo hat 74.687.449 Euro gekostet.
Insgesamt betrugen die Kosten des Krieges in
Jugoslawien 350 Milliarden Dollar. In 78
Kriegstagen zerstörten die USA und die NATO
das Lebenswerk einer ganzen Generation: mehr
als ein Drittel des lndustriepotentials, 100
Brücken, unzählige soziale, medizinische,
Verkehrs-, Informations- und
Bildungseinrichtungen.
Von Reparationszahlungen ist nach wie vor
keine Rede. In den Kriegen der USA und der
NATO werden die neuesten Waffen und andere
Technologien zum Einsatz gebracht. Ihr Wesen
aber ist den vorausgegangenen
Weltordnungskriegen gleich: den Gegner bis
zur Kampf-und Handlungsunfähigkeit zu
schwächen, um über ihn das Diktat ausüben zu
können sowie die Kontrolle über Ressourcen
und Territorien zu erringen.


Die Veranstaltung der JÖSB "1999 - Bilanz
eines Krieges, der nie enden wird" ist eine
Rückblende in wirtschaftlicher, militärischer
und politischer Hinsicht.

WANN? Mittwoch, 23. Januar 2002 um 19 Uhr

WO? Vorstadtzentrum XV, Meiselstraße 46/4 in
1150 Wien

Und nun folgt eine Kritik zur akutellen
Großausstellung "Österreich und der Zerfall
Jugoslawiens" im "Heeresgeschichtlichen
Museum" in Wien.
Wir rufen alle dazu auf, aktiv zu werden und
Protestfaxe an das österreichische
Aussenministerium zu schicken, denn bewusstes
Verschweigen und der damit verbundenen
Falsifikation geschichlicher Tatsachen muss
der Boden unter den Füßen entzogen werden.

Was Du tun kannst:

* Unterstütze den untenstehenden Text und
teile uns dies mit
* Veröffentliche den Text in Deinem
Wirkungsbereich (Betrieb, Schule, Wohngebiet,
Verein etc.)
* Fordere von der österreichischen Regierung
(Bundeskanzleramt Dr. Wolfgang Schüssel,
Ballhausplatz 2, A-1014 WIEN, Mail:
wolfgang.schuessel@... ) sowie vom
Außenministerium (Bundesministerium für
auswärtige Angelegenheiten, Dr. Benita
Ferrero-Waldner, Ballhausplatz 2, A-1014
WIEN, Mail: minister.bmaa@... ) die
falschen oder ungenügenden Texte in der
Ausstellung richtig zu stellen
* Kontaktiere Dir bekannte politische
MandatarInnen und fordere diese zu Protesten
gegen diese Ausstellung auf
* Schreibe LeserInnenbriefe an Zeitungen
* Fordere eine ausführlichere Stellungnahme,
warum bereits widerlegte Propagandalügen
bewusst trotzdem Platz in der Ausstellung
finden

Presseabteilung Außenministerium
Tel.: 01 53 115 - 3262
Fax.: 01 53115 - 213
e-mail.: abti3@...

Diese kritischen Anmerkungen zur neuen
Ausstellung in Wien wurden uns
freundlicherweise von Kurt Köpruner,
Jugoslawienexperte und Erfolgsautor des
Buches: ?Reisen in das Land der Kriege?,zur
Veröffentlichung bereitgestellt.

Ziel der Ausstellung:
?Ziel der Ausstellung ist es, den gesamten
Zeitraum des Zerfalls des jugoslawischen
Gesamtstaates, von der
Unabhängigkeitserklärung Sloweniens bis zum
militärischen Eingreifen der NATO in
Makedonien, unter besonderer Berücksichtigung
des "österreichischen Aspekts" zu behandeln.
[...] Durch die optische Aufbereitung wird
sich der Besucher im Laufe der Ausstellung
der gesamten Problematik des Zerfalls und der
Entstehung der neuen Staaten, mit all ihren
positiven und negativen Begleiterscheinungen
und Folgen, zusehends bewusst werden, ohne
dabei die ?österreichischen Aspekte? aus den
Augen zu verlieren.? (Ausstellungsprospekt,
auch im Internet:
http://www.bmlv.gv.at/hgm/jugoslawien.html)

Zusammenfassende Feststellung: Dieser -
durchaus löblichen - Zielsetzung wird die
Ausstellung in keiner Weise gerecht.

Die ?österreichischen Aspekte? beschränken
sich auf einige nicht eben sehr
aussagekräftige Objekte, wie Grenzbalken oder
Schriftstücke zur Bundesheermobilisierung vom
Juni 1991. Die Einmischungspolitik des
neutralen (!) Österreich in die inneren
Angelegenheiten eines Nachbarstaates,
insbesondere die kriegstreiberischen
Aktivitäten des damaligen Außenministers Dr.
Alois Mock finden keine Erwähnung. Die
geschichtsschreiberische Behandlung ?der
gesamten Problematik? beschränkt sich in der
Ausstellung auf denkbar knapp gehaltene
Tafeltexte. Mit jeweils wenigen Sätzen werden
darauf die ?acht Kapitel? des Zerfalls
Jugoslawiens ?erklärt? - ein zwangsläufig
aussichtsloses Unterfangen, zumal nahezu
jeder dieser Sätze historisch problematisch
ist, zum Teil sogar schlicht falsch. Wer sich
an der Ausstellungskassa nach weiterführender
Lektüre erkundigt, wird freundlich darüber
aufgeklärt, dass es nichts Derartiges gäbe,
aber ?ohnehin alles Vorhandene ausgestellt?
sei. Offenbar setzen die Ausstellungsorganisatoren
beim Besucher ein diffuses
Vorwissen voraus, von dem sie annehmen, das
sie mit ein paar Brocken in Erinnerung rufen
können.Die jugoslawische
Vielvölker-Problematik kommt ebenso wenig zur
Sprache, wie die seit Jahrhunderten währende
kriegerische Einmischung von außen, die in
den neunziger Jahren eine dramatische
Fortsetzung gefunden hat.

Kostproben von Irreführendem und Merkwürdigem
auf Infotafeln, im Ausstellungsprospekt bzw.
im Internet:

Irreführend, falsch (1):
Die Gründe, die zum Zerfall Jugoslawiens
führten sowie die Resultate des Zerfalles
werden so dargestellt:
?Der Versuch, den Zerfall des Gesamtstaates
mittels Waffengewalt zu verhindern, führte
schlussendlich zu dessen endgültigem Zerfall
und forderte in den letzten zehn Jahren rund
300.000 Tote; über 2,5 Millionen Flüchtlinge
verließen das Land.?
(Internet, z. T. auch im
Ausstellungsprospekt.)
[Kommentar: Auch nicht umfassend korrekt,
aber richtiger wäre das Gegenteil: Der
Versuch, den Zerfall des Gesamtstaates
mittels Waffengewalt zu herbeizuführen,
führte ... ]


Fehlerhaftes Verwirrspiel (1):
?Am 3. Juni [1999] hat Belgrad dem G8 Plan
zugestimmt. Wenige Stunden zuvor hatte die
Nato ihre Luftangriffe ausgesetzt, da die
jugoslawische Armee bereits mit dem Rückzug
begonnen hatte.? (Infotafel Kosovo)
[Kommentar: Die Nato bombardierte bis zum
09.06.01, die jugoslawische Armee begann mit
dem Rückzug Zug um Zug mit der Einstellung
des Bombardements.]

Unsinn:
?Bereits während der Verhandlungen von
Rambouillet wurde deutlich, dass Belgrad
nicht bereit war, einem Verbleib der UCK im
Kosovo zuzustimmen.? (Infotafel Kosovo)
[Kommentar: Das wurde wohl schon etwas früher
deutlich.]

Seltsam:
?Bis Anfang Juli [1999] verließen rund 72.000
der 200.000 Serben den Kosovo.? (Infotafel
Kosovo)
[Kommentar: Eine Ausstellung Ende 2001 könnte
auch auf den Zeitraum nach Anfang Juli 1999
eingehen.]

Fehlerhaftes Verwirrspiel (2):
?Ab 1998 begann das gezielte Anwerben von
Soldaten, was die UCK von einer kleinen
Organisation auf eine bis zu 2.000 Mann
starke Armee anwachsen ließ, der sich laufend
weitere anschlossen.
Gemäß dem Demobilisierungsabkommen vom
21.06.99 lieferte die UCK den größten Teil
ihrer Waffen ab und wandelte sich in ein
ziviles Friedenskorps (KPC) um; lediglich 200
von 5.000 Mitglieder durften ihre Waffen
behalten (TMK).? (Infotafel Kosovo)
[Kommentar: Wie stark war sie denn nun, die
UCK? Wer hat denn später in Südserbien und in
Mazedonien attackiert und mit welchen Waffen
geschah dies?]

Irreführend, falsch (2):
?Erst die Vereinigung der bosnischen
paramilitärischen Verbände zu einer
eigenständigen Armee und das zaghafte
Einschreiten der Nato, allerdings erst nach
dem Angriff auf UN-Schutzzonen im Sommer 1995
(Srebrenica) verlangsamte den Vormarsch der
serbischen Verbände." (Infotafel Bosnien -
Herzegowina)
[Kommentar: Da ist so ziemlich jede Aussage
falsch.]

Merkwürdig (1):
?Im Sommer 1995 wurden die serbisch
kontrollierten Gebiete Kroatiens (Krajina,
Ostslawonien, und Baranja) während der
kroatischen Sommeroffensive zurückerobert.
120.000 Serben verließen Kroatien.?
(Infotafel Kroatien)
[Kommentar: Ein merkwürdige Beschreibung
dieser ethnischen Säuberungsaktionen - die
größten Einzelaktionen dieser Art während der
neunziger Jahre -die unter Mitwirkung und
Jubel des Westens ablief.]

Merkwürdig (2):
?Während es im Sommer zu den ersten kleineren
Gefechten kam, eskalierte die Situation im
Winter 1998/99 vollends; Massenvertreibungen
waren die Folge. Da trotz internationaler
Bemühungen keine Lösung erzielt werden
konnte, griffen NATO-Verbände ein und
bombardierten Ziele in Serbien und im
Kosovo.? (Ausstellungsprospekt).
[Kommentar: Die Eroberung von 40 % des Kosovo
im Sommer 1998 durch die UCK, die damals
300.000 Flüchtlinge waren demnach das
Resultat von ?kleineren Gefechten??]

Merkwürdig (3):
?The Serbs have created concentrations camps
within de industrial compounds for a great
number of detained Muslims and Croats. Some
of the largest camps were: Keraterm,
Trnopolje and Omarska.? (Ausstellungsobjekt
Kosovo)
[Kommentar: Die (für die Begründung der
Nato-Luftschläge letztlich entscheidenden)
Bezüge zu Auschwitz und KZ?s wollte man
offenbar nicht ganz aussparen, man vermied es
aber, sich mit den längst widerlegten
Behauptungen die Finger zu verbrennen: Die
entsprechenden Passagen sind einem
englischsprachigen (!) Plakat zu entnehmen.]

Merkwürdig (4):
Die ausgestellten Angriffswaffen und Minen
sind durchwegs jugoslawischer bzw. russischer
Herkunft; soweit Waffen anderer Staaten
ausgestellt sind, werden sie
merkwürdigerweise jeweils als ?Abwehrwaffen?
bezeichnet.


Vieles findet weder in Text noch
Ausstellungsobjekten Erwähnung. Beispiele:

Die Auswirkungen der Nato-Luftschläge auf
zivile Ziele, die Umweltproblematik (Bomben
auf Chemiefabriken, Urangeschoße).

Die trostlose ökonomische Lage aller
ex-jugoslawischen Republiken (ausgenommen
Slowenien) als Folge des Zerfalls
Jugoslawiens; das Fehlen jeder Perspektive
für die dort lebenden Menschen.

Die negativen Auswirkungen auf die
Nachbarstaaten, Rumänien, Bulgarien, Ungarn,
Griechenland.

Die völkerrechtliche Problematik (etwa:
Militäraktion ohne Zustimmung des
UN-Sicherheitsrates, frühzeitige Anerkennung
Kroatiens) und die Haltung, die Österreich
dabei eingenommen hat.

Fazit:
Die Aufarbeitung des fraglos wichtigen Themas
?Österreich und der Zerfall Jugoslawiens?
steht noch aus.




**************************************
Jugoslawisch Österreichische
Solidaritätsbewegung JÖSB
PF 217
A-1040 Wien
Tel&Fax: (+43 1) 924 31 61
joesb@...
http://www.vorstadtzentrum.net/joesb
**************************************

* DUE ESTRATTI dalla stampa macedone, a cura di Zivkica Nedanovska
* AMBASSADOR PARDEW ACCUSED IN MACEDONIA by Umberto Pascali
* MORE LINKS to interesting articles

===*===

1.FONTE: "Dnevnik", Skopje
2.TITOLO: Finche' sono io il premier, le postazioni di sicurezza
non verranno ritirate
3.INDICE: Intervista di Lj. Georgijevski alla Tv di Skopje "Sitel"
4.SITO INTERNET:
http://www.dnevnik.com.mk/default.asp?pBroj=1754&stID=9376
5. NUMERO DI PAGINE: 1.
6.DATA: 19/01/02.

Il premier macedone, Lj. Georgijevski, ha rilasciato una intervista
alla Tv di Skopje "Sitel", nella quale dice che minacce per la
sicurezza e l'integrità della Macedonia sono ancora presenti ed è
necessario che lo Stato si prepari di nuovo a scontri armati con gli
Albanesi. A suo avviso, oltre alle minacce dal paese, se ne possono
aspettare altre che vengono da fuori a causa della situazione politica
ed economica delle regioni vicine con popolazione albanese.
Egli ha dichiarato che è possibile una offensiva con l'ex formazione
militare albanese "ONA", oppure con quella formata nell'anno scorso
("ANA") perche', secondo lui, la Rep. di Macedonia "ha l'impegno
legale di essere pronta a difendere la sua sicurezza" perche' la
successiva battaglia si combatterebbe direttamente a Skopje,
Kumanovo, Tetovo (questa città nel corso di due ore potrebbe essere
massacrata). In conseguenza di tutto ciò, si devono intraprendere
azioni per la pulizia dei caposaldi nemici terroristici nelle
montagne di Skopska Crna Gora, Sar planina, Suva Reka. Per queste
ragioni, adesso, secondo la sua opinione, non è ancora il momento
per il ritiro dalle posizioni delle forze di sicurezza macedoni.
"Se adesso si ritirano queste posizioni, vorrebbe dire che lo
Stato macedone renderebbe possibile ai terroristi di realizzare
la pulizia etnica nelle regioni di Macedoni, Serbi ed altre
nazionalità". Inoltre ha dichiarato che vi sono delle divergenze
nel vertice statale in merito al fatto che lui è molto deciso a
non permettere il ritiro dalle postazioni di sicurezza finchè è
premier macedone. La mancanza dell'unità fra i politici macedoni,
secondo lui, è dovuta anche all'influsso del fattore internazionale
sulla scena politica macedone.

1.FONTE: "Dnevnik", Skopje
2.TITOLO: Dosta ha detto: basta!
3.INDICE: Esito drammatico della crisi macedone nel vertice statale.
4.SITO INTERNET:
http://www.dnevnik.com.mk/default.asp?pBroj=1754&stID=9370
5.NUMERO DI PAGINE: 1.
6.DATA: 19/01/02.

Dosta Dimovska, per 11 anni membro della coalizione VMRO-DPMNE e la
collaboratrice più stretta del premier macedone, Lj.Georgijevski, due
volte vicepremier, una volta ministro degli Interni macedoni, si è
dimessa stasera. Ha dato le dimissioni da tutte le funzioni nel
Governo e nella Coalizione. Ha respinto decisamente la politica del
premier Georgijevski e del ministro degli Interni, Boskovski. Questa
importante funzionaria macedone ha accusato il premier Georgijevski
di averla isolata e svalutata sui media.
Inoltre, dice che negli ultimi sei mesi non c'era la comunicazione
necessaria fra di loro, che dovrebbe essere una cosa normale fra i
collaboratori politici.

===*===

> http://globalresearch.ca/articles/PAS111B.html

Centre for Research on Globalisation

This Time the Macedonians finger the Puppet Masters

"Tell the Truth" strategy shows to be highly contagious.
Ambassador Pardew accused in Macedonia


by Umberto Pascali

EIR Magazine, 14 November 2001

Centre for Research on Globalisation (CRG), globalresearch.ca,
27 November 2001


A new bloody escalation launched by the KLA narco-terrorist gangs in the
north of Macedonia has again forced the country into facing a deadly
assault in the middle of a deafening silence from the rest of the world.
Just after the midnight of November 12, a terrorist gang ambushed with
unbelievable precision an armored vehicle of the Macedonian police.
Three policemen were killed and three seriously injured.

This time however Macedonia reacted, pointing the spotlight directly at
some of the "puppet masters." On November 14, the main Macedonian daily,
{Dnevnik} accused the US "facilitator," Ambassador James Pardew.

------------------------------------------------------------------------

The Victory Strategy that was laid out by Lyndon LaRouche in a
historical statement last September 3 in Reston, VA ("Tell the Truth...
force the enemy to attack were you want and then unmask it") seems to
have been carefully considered. Another important point has apparently
been understood: the barbaric irregular war waged by the KLA is just one
element of a broader war: a psychological war aimed at breaking
Macedonia's moral and psychological ability to resist. As we have seen
so many time in the past, any time the Macedonians have rejected, even
partially, an order coming from NATO, and in particular from the
Anglo-American component of NATO, the KLA has been deployed with such
deadly precision, that few doubts were left in the minds of observers
about the terrorist's ability to use sophisticated intelligence,
allegedly received through satellite communications controlled
by certain NATO components.

Terror's Real Modus Operandi

This time {Dnevnik} spelled out the modus operandi. "The special
American envoy, James Pardew, without any mandate undermined the plan of
the Interior Ministry to secure the site... of one of the mass graves
containing the bodies of Macedonian civilians kidnapped and massacred
few months ago [by the KLA].

"Having unsuccessfully tried to block this plan during talks with the
leaders of the country, Pardew decided to deny any logistical support
[by NATO] for this action." Then the authoritative paper delivered its
"Truth punch.": "Pardew also alerted the [terrorist] 'bosses' of this
area [i.e. the KLA] to organize an adequate welcome for the [Macedonian]
police, Dnevnik has been told by high level governmental sources." On
the basis of its high level sources, the newspaper tracks down, step by
step, the drama that took place over the last days, and the role played
by Ambassador Pardew. From this reconstruction of the event, and from
many sources here in Macedonia, what emerges, on the positive side, is
the courageous and outspoken attitude of the Interior Minister, Ljube
Boskovski, who, not surprisingly, has become the "bete noir" of the main
Anglo-American media, starting with the British Broadcasting Company.
What also emerges is the potential beginning of a differentiation
between Ambassador Pardew and the other "international facilitator," the
French Alain Leroy.

Unexplainable Ambush

The drama started unfolding on November 10th. That day, an important
meeting took place concerning the identified mass graves. That same day,
Macedonia police had stopped a suspicious cars circulating near the
site. The occupants were armed, and turned out to be KLA terrorists;
they were arrested. Among them, there was a terrorist who called himself
"Commander Solana." The idea that a terrorist boss would chose as his
'nomme de guerre', and possibly as role model, the former NATO Secretary
General, and presently top European Official, provoked some ironic
comments here in Macedonia. However, even this minimum sign of defense
of national sovereignty, as we shall see, was not going to be tolerated.
A few hours later, KLA terrorists -- that supposedly had been disarmed
by NATO's Essential Harvest Operation -- ambushed and killed three
policemen, and wounded three others near the village of Trebos, five
kilometers east of Tetovo.

The victims were part of a courageous deployment that had been decided
on two days earlier by Macedonian authorities, to secure the site of a
mass grave, one of the three identified mass graves containing the
massacred body of Macedonian civilians kidnapped by the KLA. That
decision was taken against the wishes and brutal blackmail of
international representatives such as the US "facilitator" Ambassador
James Pardew. The murders were followed by mass kidnapping including
that of the editor of Tetovo KISS TV, a station that had just a few days
before interviewed Prof Nestor Oginar and Dr Stojadin Naumovski who were
visiting their city of origin as leaders of an American Macedonian
delegation. The author of this report also had the honor of being
interviewed by that TV station, the most prominent station in
a virtually besieged Tetovo.

Here in Macedonia, very few doubted from the very first moment that the
chronometrically precise terrorist ambush was part of a broader scheme
by elements of the so-called International Community. The message was
clear: Macedonians do not try to act as if you were a sovereign country.
If you do, you will be punished!

Pardew Crashes The Meeting

The Nov 10th meeting concerning the mass grave included the President
Boris Trajkovski, the Interior Minister, representatives of NATO, OSCE,
European Union, the War Crimes Tribunal in the Hague, the Macedonian
State Prosecutor and other governmental officials. This meeting was also
confirmed in an "open letter to President Trajkovski" written by
Minister Boskovski.

Though not invited, James Pardew broke into the meeting in the
Presidential office, and stated that the plan could not be accepted. He
demanded instead the creation of a "commission of experts" to "analyze"
the problem of the kidnapped victims. In particular, the rage of Pardew
targeted the Interior Minister, with whom the US ambassador refused to
shake hands. However, reportedly, the Macedonian government officials
resisted the enormous pressures. Minister Boskovski insisted that
Macedonia is a sovereign country, and not a protectorate, and thus,
after having carefully and exhaustively informed the many
representatives of the "International Community", it was a right and a
duty of the Macedonian state to secure the site of the mass grave, in
the presence of international observers. In the "open letter" quoted
above, Boskovski in polemics against post festal "ambiguous and untrue
statements made by the Presidential office," reminded President
Trajkovski: "On that Saturday [November 10] you, Mr. President,
gave precise orders to police forces to began the operation of securing
the site. You also stated that you are the president of this country and
as such you carry the responsibility to {tell the truth.}

"You reminded the representatives of the international community
that they are in a country in which governmental institutions
still function and nobody can interfere with those institutions
based on the law. You reminded them that they will one day leave
[Macedonia] and that you are the one that will remain with the
[Macedonian] people and {with the truth}... On the basis of all
these considerations you stated clearly to the representatives of
the international community that your last order is that the
[Macedonian] police be deployed and that you were not going to
accept any [contrary] suggestion."

The Open Letter of Minister Boskovski continues:

"You [Mr. President] gave a very wise answer to European Union
Ambassador Norberg that you rejected the creation of any
Commission on the Kidnapped civilians, because in your experience
such commissions are formed when someone does not want to reach
results..." Boskovski concludes with an emotional appeal not to
listen to pressures from outside, and not to renege the commitment
taken in the November 10th meeting. Indeed, in a nasty computer
game played by many servile international media, the Interior
Minister is being set up as the sacrificial lamb on the altar of
the international hypocrisy. "Please Mr. President, in the name of
the people, in the name of the fallen defendants of the Macedonian
people and in the name of our one and only country, come out in
public and {tell the truth!}"

"They Will Learn The Lesson"

Having seen the terrible pressure, Macedonians live in, especially in
the areas of Tetovo and Kumanovo, having had the privilege to talk to
many citizens who are fighting against fear and intimidation and who
still remain determined to stay in areas that the "international
Community have decided should be cut out of the jurisdiction of the
elected institution of the country, I cannot but agree with the appeal
to "tell the truth." Having seen so many irreplaceable ancient works of
art, especially religious buildings, defaced or totally destroyed,
sometimes with such sophisticated demolition methods that it makes one
think of the elusive puppet masters of the KLA, I cannot but have strong
feelings for people engaged in a moral resistance to intimidation and
genocide.

The picture of the international interference is completed by the report
that appeared in {Dnevnik}which was partially quoted above. The
newspaper reported that the order given originally by President
Trajkovski to deploy to the site of the mass grave, was complemented by
a plan elaborated by the Interior Ministry. "In another meeting, on
Sunday morning [Nov 11], Trajkovski suggested that the police start to
immediately secure the site. The Interior Ministry presented a plan to
the International representatives.
The plan was translated into English, including all necessary
information - the number of policemen, the number and type of vehicles,
and the precise location where the police were to be deployed.

"[The French mediator, and EU representative] ... Leroy said that
he respected the opinion of the President... Leroy said that the
police will have a very precise mission and will refrain from
entering villages. The representative of the European Union
suggested [that] the police be accompanied by the monitors of the
EU, OSCE and by the soldiers of the [German Led NATO] Red Fox
Mission."

All of these suggestions were reportedly accepted by the
governmental officials. However this first little step by
Macedonia toward regaining the country's national sovereignty was
brutally undermined. Explains {Dnevnik}: "But immediately after
the November 11 meeting with Trajkovski, Pardew organized his own
meeting with Leroy and his assistants in which the latest decision
of [Pardew] was presented with this words: 'There will not be any
logistic assistance [for the Macedonians]. We shall leave them
alone to learn a lesson.' The assistants of Pardew were
immediately given orders to alert the 'crisis area' [i.e. the
terrorists controlling the area around the mass grave] with the
suggestion that they prepare the 'welcome' [for the Macedonian
police]...."

Clearly the allegations of {Dnevnik} and the words of Interior Minister
Boskovski, open a case of unprecedented gravity. Though, Ambassador
James Pardew has left the country, a minimum of decency and formal
respect for international and national laws requires that an
investigation be opened both in Macedonia and the US into his behavior
and actions, according to many sources here.

It is almost pleonastic to stress that such breathtaking reports of
connections between high level Western officials and terrorists, reach
the public while the US and Britain are conducting an unprecedented
bombing campaign against Afghanistan with the stated target to "get the
terrorist Osama Bin Laden."

How is this possible? How it is even thinkable that Macedonia still in
the middle of November of 2001 must be hostage to well armed terrorists,
who officially have been disarmed by the NATO Essential Harvest
Operation? How is it possible that Macedonia is being told that it will
not be allowed to fight terrorism until its Parliament has approved the
change of its Constitution imposed at arm point by terrorist gangs
deployed out of NATO controlled Kosovo? How is it possible that the
citizens of Tetovo have to accept as "normal" that every day some of
them can be kidnapped and possibly killed, or tortured and raped, like
in a sort of human sacrifice, while the "international community"
established that those man, women and children have to right to be
protected?

The Bizarre Mission of Ms. Bogue

In this context, I have to mention another one of the very strange
interventions of the international community. The main TV news (MKTV)
reported on November 13th that Janet Bogue, the US Deputy Assistant
Secretary of State for European Affairs, had arrived in Skopje for
meetings with the President and the Prime Minister of Macedonia. It is
unusual that such relatively low-level official is sent to meet the
highest governmental level of a country. To add to this bizarre story,
MKTV news reported that "Janet Bogue stressed that 'they' [the State
Department apparently] are aware that some Albanian groups are spreading
a strong propaganda line aimed at showing that they enjoy the support of
the United States. This is not true and {they have not to be
encouraged...}"

In other words it appears that Ms. Bogue was sent to the President and
Prime Minister of Macedonia to relay the message that any reports of
links between Anglo-American entities and the KLA are "KLA propaganda."
In the moment in which the slogan rapidly spreading all over Macedonia
is "Tell the Truth," such an intervention appears at least suspicious.
We do not know who authorized such a mission and especially who
authorized a low level official to go to the top leadership of a country
under terrorist assault to apparently communicate that certain reports
must be considered false by definition and must {not be encouraged.}
However the MKTV story could have opened a scandal within the scandal.
The "Tell the Truth" strategy instead is showing itself to be the real
winner. --

Copyright, EIR Magazine 2001. For fair use only

The URL of this article is:
http://globalresearch.ca/articles/PAS111B.html

===*===

Interview with Ljubo Boskovski:

http://www.espritdecorps.on.ca/
viewarticle.asp?vod=1&vidformat=cs&article=79

===*===

Boskovski painted as Balkan man in the middle

http://www.herald.ns.ca/stories/2001/12/03/f136.raw.html

Ljubo Boskovski: Trying to bolster police units.

By Scott Taylor ON TARGET
Monday, December 3, 2001 / The Halifax Herald Limited

ITALIA E JUGOSLAVIA: DUE PAESI FRATELLI. VERSO UNA PIU' STRETTA
COLLABORAZIONE TRA LA PIRATERIA AUDIOVISIVA NAPOLETANA E QUELLA
BELGRADESE

CIAMPI IN JUGOSLAVIA: KOSTUNICA CHIEDE PIU' INVESTIMENTI
(ANSA) - BELGRADO, 17 GEN - L'Italia e' per la Jugoslavia un paese
amico da lunga data, e non solo dopo l'avvio del processo democratico a
Belgrado, ma anche nei momenti piu' difficili per il popolo jugoslavo.
Lo ha detto il presidente federale Vojislav Kostunica dopo un primo
incontro con il capo di Stato italiano Carlo Azeglio Ciampi, oggi in
visita a Belgrado. Kostunica ha sottolineato la coincidenza di molte
posizioni fra i due paesi, ed ha in particolare apprezzato il sostegno
italiano al riconoscimento della sovranita' e integrita' territoriale
jugoslava, anche per quanto riguarda i problemi montenegrino e
kosovaro. Il presidente jugoslavo ha avuto parole di apprezzamento per
l'operato dei militari della Kfor in Kosovo, dove essi ''hanno protetto
ed aiutato la minoranza serba e montenegrina''. Kostunica ha poi
parlato del sostegno economico e delle possibilita' di sviluppo nelle
relazioni fra i due paesi, che ha definito gia' ottime, invitando a una
maggiore presenza dell'imprenditoria e del sistema bancario italiani
nell'economia jugoslava. Il presidente non ha mancato di sottolineare i
numerosi incontri avuti con le massime autorita' italiane nel primo
anno del suo mandato, dei quali la visita odierna di Ciampi e' una
riconferma nell'ottica di un rapporto sempre piu' costruttivo tra i due
paesi. Il presidente jugoslavo ha infine apprezzato la cooperazione tra
Belgrado e Roma nel campo culturale, che oggi avra' un suo picco con la
firma di un accordo di collaborazione fra le universita' serbe e
italiane.(ANSA). OT/DMR
17/01/2002 13:03

JUGOSLAVIA: IMPERVERSANO I FALSI,DA COCA COLA A PRESERVATIVI
(ANSA) - BELGRADO, 16 GEN - Bottiglia e logo sono identici
all'originale, il sapore e il mistero sugli ingredienti anche: ma gran
parte della Coca-cola che si vende nei mercati di Belgrado e di altre
citta' serbe e montenegrine e' un surrogato prodotto nel Sangiaccato, e
sta creando non pochi problemi al gigante americano delle bibite
analcoliche. Tramontata almeno in parte l'epoca del contrabbando di
massa, in Jugoslavia imperversano i falsi a tutto campo:particolarmente
colpito e' il settore alimentare - persino l'acqua minerale locale e'
oggetto di imitazioni fatte con il rubinetto di casa, anidride
carbonica ed etichette fotocopiate - ma il fenomeno interessa anche
prodotti come i preservativi di marca, profumi, cosmetici,
abbigliamento, calzature, caffe', addirittura assorbenti igienici. Non
sono ovviamente esenti gli alcolici, per i quali si rischiano
sofisticazioni al metanolo, e un rinomato pate' al quale una vecchia
fabbrica chiusa da oltre 20 anni ha rubato il marchio per riprendere la
produzione, non si sa bene con quali materie prime. Accanto ai nuovi
falsi, prospera come sempre il mercato della pirateria audiovisiva e
dei programmi elettronici, con una aggiunta: repliche perfette o quasi
delle ultime generazioni di play-station e dei giocattoli interattivi.
Come ai tempi del regime dell'ex presidente jugoslavo Slobodan
Milosevic, i copyright cinematografici continuano ad essere ignorati:
ultima infrazione della serie, l'uscita praticamente in concomitanza
con quella del mercato statunitense del film di Harry Potter, appena
sbarcato in Italia ma visibile in lingua originale nei cinema di
Belgrado gia' da diversi giorni. (ANSA). OT
16/01/2002 19:56

(in fondo i dispacci ANSA sull'argomento)

THE POLITICAL CONTROVERSY IN YUGOSLAVIA

News agencies distributed information yesterday that Bosnian Serb
leaders Radovan Karadzic and Ratko Mladic were arrested. The President
of Yugoslavia, Voislav Kostunica, statted this to the Kosovo agency
UPI. The US special services arrested Karadzic and Mladic (these people
are charged of the crimes against the humanity) after the Belgrade
government informed them of their locations; the procedure of
delivering the arrested Serbs to the Hague Tribunal has allegedly been
started.

It was not reported, however, where the arrests had actually taken
place and where they were being kept at present moment. Kostunica
himself rejected the information afterwards, saying that he had made
such a claim and that he had not given an interview to any Kosovo
agency. The White House press-secretary, Ari Fleischer, confirmed that
he did not have any information pertaining to Karadzic and Mladic’s
arrests.

The Russian Echo Moskvy radio station reported that the reason for the
misunderstanding was a mistake of a translator, who wrote that Mladic
and Karadzic had been arrested. As a matter of fact, Kostunica gave an
interview to UPI in which he said that the civil authorities of
Belgrade were cooperating with the Hague Tribunal and that the American
special services were going to arrest those two men.

However, as the Yugoslavian Beta news agency reported, there is no such
UPI agency in Kosovo. The Kommersant newspaper published some very
curious information today. In particular, it was said that “the
information pertaining to Voislav Kostunica's statement to the Kosovo
news agency was delivered to the office of the ITAR-TASS news company
in Rome by the representatives of the leader of the Kosovo Albanians,
Ibragim Rugova, in Italy. The office confirmed their connection with
Mr. Rugova.

The statement made by the Yugoslavian president to the Kosovo news
agency was most likely not only a joke. It was clear from the very
beginning that Kostunica could not deliver the leaders of the Bosnian
Serbs to the Americans, and then he made statements on the subject to
the Albanian agency. Therefore, the “statement” can be referred to as
black propaganda on the part of Ibragim Rugova’s representatives. If it
turns out that the American special services nabbed Rugova Karadzic and
General Mladic, then it will be very difficult for Kostunica to prove
that he did not participate in their capture and did not say anything
to the Kosovo agency.

In addition, it was not the first time when false information regarding
Karadzic and Mladic has been distributed. This is psychological
pressure on Belgrade to try to force the Serbs to deliver the Bosnian
leaders to the Hague. It is also definitely pressure on Mladic and
Karadzic to make them yield to the Hague Tribunal.

There was an attempt in the past to bring down Radovan Karadzic’s
reputation in the eyes of Serb society. There was information
distributed saying that Karadzic was going to testify in court against
Slobodan Milosevic, the ex-president of Yugoslavia.

Sergey Stefanov
PRAVDA.Ru

Translated by Dmitry Sudakov

===*===

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020117203932107273.html

BOSNIA: CATTURA MLADIC E KARAZIC, ROBERTSON SMENTISCE

(ANSA) - TIRANA, 17 GEN - Il segretario generale della Nato, George
Robertson, ha negato questa sera, cosi' come riferito da alcune fonti
giornalistiche, la cattura in Bosnia di Ratko Mladic e Radovan Karazic
ricercati dal tribunale internazionale per i crimini di guerra nella ex
Jugoslavia. Giunto in visita a Tirana come prima tappa di un tour che
lo portera' nei nove paesi che hanno chiesto l' annessione alla Nato,
Robertson ha detto di ''augurarsi che questa cattura avvenga quanto
prima perche' i Balcani saranno davvero liberi e in pace solo quando
Mladic e Karazic saranno catturati davvero''. Parlando della futura,
possibile, annessione dell' Albania nell' Alleanza Atlantica, il
segretario generale ha detto che ''le porte della Nato sono aperte e a
chiuderle potranno essere solo gli albanesi''. Domani Robertson sara'
in visita in Macedonia: ''Laggiu' - ha commentato - e' stato firmato un
accordo di pace che prevede la concessione di alcuni diritti e io
chiedero' alle autorita' di Skopje che questo accordo venga applicato
al piu' presto''. Rispetto alla prospettiva, paventata questa sera
dallo stesso premier macedone, del rischio di una ripresa del conflitto
nella primavera prossima, Robertson ha detto che ''chiunque
intraprendera' azioni violente sara' considerato un criminale''.
(ANSA). BLL/ARS
17/01/2002 20:39

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020114164132102988.html

BOSNIA: CRIMINI GUERRA; I RANGER CERCANO KARADZIC, GIORNALE

(ANSA) - SARAJEVO, 14 GEN - Da un paio di settimane i Ranger, l'unita'
d'elite dell'esercito Usa, sono stati inviati in tre localita' di
montagna nel sudest della Bosnia per catturare Radovan Karadzic, l'ex
leader serbo-bosniaco e principale ricercato per genocidio e crimini di
guerra dalla giustizia internazionale assieme al suo comandante
militare. il generale Ratko Mladic. Lo afferma il quotidiano di Banja
Luka 'Nezavisne novine'. Tre gruppi dei Ranger - scrive il giornale
citando fonti della Forza di stabilizzazione della Nato (Sfor) e delle
istituzioni internazionali in Bosnia - stanno cercando Karadzic sulle
montagne di Romanija e di Zelengora, rispettivamente a est e a sudest
da Sarajevo, e nella zona di confine tra la Bosnia e il
Montenegro. ''Prima di inviare i commando sul campo - aggiunge il
giornale - gli americani hanno raggiunto un accordo con il presidente
montenegrino Milo Djukanovic secondo il quale saranno sbarrati i
confini per non permettere a Karadzic di riparare nel suo paese
d'origine''. Secondo il quotidiano, il supporto logistico agli
americani e' dato dal contingente britannico della Sfor, mentre i
militari francesi, nella cui zona di competenza i Ranger starebbero
operando, sono esclusi dall'operazione per paura di fuga delle
informazioni. Il giornale afferma anche che si fa sempre piu' certo
l'arresto e la consegna all'Tribunale penale internazionale dell'Aja
del generale Mladic da parte delle autorita' jugoslave. ''E' un segreto
di Pulcinella - scrive il quotidiano - che Mladic si sia barricato nel
suo appartamento nella capitale della Jugoslavia e che e' oggetto di
infuocate trattative diplomatiche tra Belgrado e l'Aja''. Negli ultimi
mesi le autorita' di Belgrado hanno a piu' riprese smentito che Mladic
si trovasse sul territorio jugoslavo, nonostante numerosi testimoni
affermino di averlo visto in diversi luoghi pubblici. La stampa
bosniaca riporta regolarmente voci sui presunti nascondigli e movimenti
di Karadzic e Mladic, mentre la Sfor afferma di non conoscere dove si
nascondano i due latitanti, ricercati dalla fine della guerra (1992-
1995). Lo scorso settembre, l'allora comandante della Sfor generale
americano Michael Dodson ha detto, prima di lasciare l'incarico, che i
due ricercati sono rifugiati in Jugoslavia (Serbia e Montenegro) e che
solo occasionalmente vengono in Bosnia. (ANSA) COR*VD
14/01/2002 16:41

RITRATTO DEL SIGNOR SACIRBEGOVIC, PATRIOTA BOSGNACCO

Mister Sacirbegovic, per dimostrare il suo zelo patriottico
musulmano-bosniaco (quindi "bosnjak", bosgnacco), attorno al 1990
cambiava il suo nome ed il suo cognome: diventava Maometto per fede e
Bey per ideologia panislamica ed antislava. Per premio gli veniva dato
l'incarico di Ambasciatore presso l'ONU, come rappresentante dello
statarello dei tre gigli nuovo di zecca. All'epoca (1992-1993) era in
prima fila - a braccetto con la Ruder&Finn Public Global Relations e con
il Partito Radicale italiano - nella campagna disinformativa sugli
"stupri etnici" e sui "lager cetnici", con la quale spopolava a destra e
a sinistra. Dopo avere allegramente realizzato il sogno sanguinoso dello
smembramento del suo paese, Mister Sacirbegovic poteva ulteriormente
consolidare le sue entrature nell'establishment USA sposando una parente
di Mister Hoolbroke. Poi decise di voler fare la bella vita, e si
rovino'. (I. Slavo)

> http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20020107200232096757.html

BOSNIA: MANDATO ARRESTO INTERNAZIONALE PER EX AMBASCIATORE
(ANSA) - SARAJEVO, 07 GEN - Le autorita' bosniache hanno emesso tramite
l'Interpol un mandato d'arresto internazionale contro l'ex ambasciatore
all'Onu ed ex ministro degli esteri Muhamed Sacirbey, accusato di
appropriazione indebita di 2,8 milioni di euro. Lo ha reso noto la
radio di Sarajevo. Sacirbey, che ha la doppia cittadinanza bosniaca e
americana, vive negli Stati Uniti. Le accuse contro Sacirbey sono
relative alle spese e ai fondi pubblici gestiti dalla missione bosniaca
a New York di cui Sacirbey e' stato il capo dal 1992 al 1996 e dal 1998
al 2000 e per cui non ha mai presentato riscontri. Il ministero degli
esteri ha percio' citato Sacirbey per appropriazione indebita di 2,5
milioni di dollari (2,8 milioni di euro) di fondi pubblici, ma i
mandati di comparizione emessi dalla magistratura bosniaca non gli sono
stati mai notificati. Sacirbey, vicino all'ex presidente Alija
Izetbegovic ha vissuto in Bosnia solo dal 1998 al 2000, quando e' stato
ministro degli esteri. Dopo la vittoria alle elezioni dell'Alleanza per
il cambiamento e la sconfitta dell'Ada, il partito di Izetbegovic, il
nuovo governo ha avviato delle ispezioni che hanno evidenziato
l'ammanco. (ANSA). COR*VD
07/01/2002 20:02

OEA PRESS RELEASE:
Metropolitan Christopher issues

OPEN LETTER OF PROTEST

LIBERTYVILLE - 10 January 2002:
Throughout our civilized world, year-end

celebrations mark festal seasons, both
sacred and secular, as a time of joy
and reflection. Orthodox Christianity is
no exception. However, this year
and yet again, the Serbian Orthodox
celebration of Christmas in Kosovo
and Metohija was tragically marred by
"violence and barbarity by Albanian
extremists." With these words, Yugoslav
President Vojislav Kostunica
strongly condemned recent outbreaks of
violence, coupled with a warning that
the situation in the province of Kosovo
and Metohija had not improved since
the November 2001 elections.

On Christmas Eve (according to the
Julian Calendar), Sunday, 6 January 2002,
a Serbian shop owner, Dragoljub Markovic
(age 36, father of 3) was killed
when he tripped a wire stretched across
the back entrance to his shop in
Kosovska Kamenica and set off an
explosive devise. This incident - one of
many in an ongoing series of terrorist
acts against the Serbian and other
non-Albanian populations of Kosovo and
Metohija - despite the presence of
so-called international peacekeeping
forces, triggered protests in the
streets of Kamenica until the man's
funeral on Christmas Day, 7 January
2002. Ironically, the principles of
"peace on earth and good will among
humanity" are clearly forsaken in Kosovo
and Metohija.

Kosovo Serbs have been openly urged to
participate in voter registration
and in past elections in return for
guarantees from UNMIK - the United
Nations Mission in Kosovo. Despite strong
participation in the electoral process, it
seems that little has changed in terms
of basic human rights and indeed, in
the very right to life itself. Organized
crime and discrimination against
non-Albanians is epidemic; 200,000 Serbs
(2/3rds of the prewar Serb
population) have fled; 50,000 Roma, Slav
Moslems, Croat Catholics and others
had to leave; more than 1,000 Serbs have
been killed; over 1,200 abducted
and are still missing. This is ethnic
cleansing of the first order.

Approximately 120,000 Serbs have lost
employment overnight; the Serbian
language is completely banished from
public life; all Serb inscriptions have
been systematically removed; thousands
of Serb books in public libraries
have been burned; Serb cultural
monuments, including 110 churches and
monasteries have been destroyed; and
Albanians greatly pressure Serbs to
sell their property under threats and
extortion. Refusals result in example
torching, killings and grenade attacks.
When will it end?

Kosovo is still ruled by apartheid. We
agree with President Kostunica who
stated: "Kosovo Albanians must decide if
they envisage a serious change of
policy towards peace and stabilization...
or whether they intend to
continue to live within a context of
violence." In the absence of decisive
action by the United Nations and NATO
against terrorism and violence, which
occurs continually in their very
presence, this choice obviously has been
made since it is apparently unopposed.

Therefore - as this directly impedes
upon our American security policies in
our stand against terrorism everywhere
in the world- on behalf of the
Serbian Orthodox Church in the United
States of America and Canada, we
openly call upon the Honorable President
of the United States of America

George W. Bush, and the Honorable
Secretary of State Colin L. Powell, to do
what is vitally necessary in moving the
United Nations and NATO to act
swiftly and decisively against terrorism
in Kosovo and Metohija, restoring
civilized law and order, returning all
the refugees to their homes, and
together working toward peace in the
world.

+Metropolitan Christopher

President

Episcopal Council of the Serbian
Orthodox Church in the United States of
America and Canada

* * * * *

For further information please contact:
Fr. Irinej Dobrijevic, Executive Director
Office of External Affairs
2311 M Street NW, Suite 402
Washington, DC 20037
202-463-8643 (Telephone)
202-463-8645 (Fax)

NARODNA PITALICA

Kako se zove mali Taliban?
Odgovor: Kinderladen

Wie heisst ein kleiner Taliban?
Antwort: Kinderladen

Come si chiama un Taliban da piccolo?
Risposta: Kinderladen (in tedesco: negozio per bambini)

(da BLIC)