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Soros e l'Ucraina / 2


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Vedi anche: 

Soros e l'Ucraina

Ecco come funziona la democrazia in Ucraina (di Fort Rus, 8 dic 2014)
Il 2 dicembre 2014 è stato varato il nuovo governo filo-occidentale dell'Ucraina. Come in ogni paese democratico che si rispetti i ministri sono stati votati in blocco e praticamente senza discussioni. Inoltre i ministeri chiave del paese economia,finanza e sanità sono andati a degli stranieri scelti da un privato, il miliardario americano George Soros". - videocommento del giornalista ucraino Anatolij Sharij...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=9jZGVYbM4sw

Soros candidato alla Presidenza della Banca Nazionale d’Ucraina (VdR, 22/12/2014)
http://italian.ruvr.ru/news/2014_12_22/Soros-candidato-alla-Presidenza-della-Banca-Nazionale-d-Ucraina-0906/

E se il futuro capo della Banca Nazionale di Ucraina fosse George Soros in persona? (23/12/2014)

George Soros makes hush-hush trip to Kiev — RT Business 

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http://www.nrcu.gov.ua/en/148/587044/

National Radio Company of Ukraine - January 13, 2015

Ukrainian Parliament Speaker Volodymyr Hroisman meets with George Soros

Ukrainian Parliament Speaker Volodymyr Hroisman met with American business magnate, investor, and philanthropist George Soros in Kyiv on January 12 to discuss the need of reforms in Ukraine with the involvement of experts and civil society activists.The sides also agreed on the importance of the National Council of Reforms as a platform for the discussion of the most important bills in Ukraine, the Ukrainian parliament's press service reported.
Hroisman informed Soros that he had initiated the development of a recovery plan for Ukraine for 2015-2017, which has already been sent to the National Council of Reforms and is now being finalized by the government.This is the document that together with the 2020 Reform Program and the Ukraine-EU Association Agreement should become the basis for systemic reforms in Ukraine, Hroisman said.

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Magnate ricevuto con tutti gli onori. Usa offrono 2 mld dollari
(ANSA) - MOSCA, 14 GEN - Il controverso magnate George Soros ha incontrato a Kiev il presidente ucraino Petro Poroshenko dopo che ieri gli Usa si sono detti pronti a concedere 2 miliardi di dollari alla disastrata repubblica ex sovietica a patto che segua le indicazioni del Fmi. Soros, ritenuto a Mosca un dei burattinai delle cosiddette 'rivoluzioni colorate', ha visto pure deputati della nuova maggioranza filo-occidentale ucraina per discutere di "lotta alla corruzione" e di tutele per gli investitori esteri.

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[N.B. segnaliamo che il seguente articolo di Ennio Remondino, nelle didascalie delle foto ripetutamente scambia/confonde il nome dell'ex presidente filoamericano Juscenko con quello del recentemente deposto presidente filorusso Janukovic... Per il resto, l'articolo è fondamentalmente corretto]



Soros da Padrino a Kiev dopo decenni di trame. Vi sveliamo i segreti 

Soros per Mosca uno dei burattinai delle 'rivoluzioni colorate' a Kiev parla di "lotta alla corruzione" 

di Ennio Remondino – 15 gennaio 2015

Soros personaggio ‘controverso’ dice l’ANSA. Dunque ‘Il controverso magnate George Soros ha incontrato a Kiev il presidente ucraino Petro Poroshenko dopo che gli Usa hanno promesso 2 miliardi di dollari alla disastrata repubblica ex sovietica a patto che segua le indicazioni del Fmi

Oggi

Partiamo da una asettica ANSA che comunque usa un aggettivo audace: ‘Il controverso magnate George Soros ha incontrato a Kiev il presidente ucraino Petro Poroshenko dopo che ieri gli Usa si sono detti pronti a concedere 2 miliardi di dollari alla disastrata repubblica ex sovietica a patto che segua le indicazioni del Fmi. Soros, ritenuto a Mosca uno dei burattinai delle cosiddette ‘rivoluzioni colorate’, ha visto pure deputati della nuova maggioranza filo-occidentale ucraina per discutere di “lotta alla corruzione” e di tutele per gli investitori esteri’. Il ritorno dell’investimento Usa e Soros.
  
Un anno fa

Fu lo stesso miliardario americano, dicembre 2013,a rivelare alla CNN di essere responsabile della fondazione Ucraina che ha contribuito al colpo di Stato contro il presidente Ianukovitch e all’ insediamento di un governo anti Russo. «Molte persone sostengono che lei durante le rivoluzioni del 1989 ha finanziato le attività di gruppi dissidenti della società civile in Europa orientale, in Polonia, nella Repubblica ceca. Lo sta facendo anche in Ucraina?” «Well, I set up a foundation [.] Ho creato una fondazione in Ucraina prima che il paese diventasse indipendente dalla Russia”.
 
Sulla Maidan

Poi la vanità straripa. “Questa fondazione ha continuato a operare sino ad oggi e ha avuto un ruolo importante negli eventi recenti”, ha rivendicato Soros. Del resto la prima interferenza di Soros in Ucraina è datata e risale alla poi fallita “Rivoluzione arancione”. E’ noto che George Soros ha lavorato in collaborazione con l’USAID, la National Endowment for Democracy, l’International Republican Institute, il National Democratic Institute for International Affairs e la Freedom House per sostenere e far scoppiare rivoluzioni non cruente nell’Esteuropa e in Asia centrale ex sovietica.
 
Dieci anni fa

Ora un altro salto all’indietro, più consistente: reportage Tg1 poi su il Manifesto del dicembre 2004. Intervista a Stanko Lazendic per le strade di Novi Sad, in Voivodina, al nord della Serbia, quasi in Ungheria. Stanko aveva allora di 31 anni ma nella vita ne aveva già viste molte, a cominciare dalla galera di Milosevic. Diciassette arresti non sono male per un semplice leader studentesco, se mai Stanko è stato soltanto quello. Stanko quel 2004 non fu presente ai festeggiamenti dell’opposizione filo occidentale ucraina sulla piazza di Kiev che aveva contribuito a organizzare e a far vincere.
 
Shevardnadze e Yanukovic

Stanko Lazendic fu uno degli «Istruttori», uno dei «Trainers», che ha allenato la piazza arancione ad opporsi e a rovesciare il regime. Un po’ per idealità, sostiene Stanko, ma certo anche per soldi, da buon professionista. Socio fondatore della Ong serba «Center of not violent resistence». Accrediti professionali, la caduta dell’ex presidente georgiano Eduard Shevardnadze e allora del premier ucraino filo russo Viktor Yanukovic. I committenti delle prestazioni di destabilizzazione più o meno non violenta, prima di Soros fu la ‘Us Aid’, l’Istituto Internazionale Repubblicano di Bush, eccetera.
 
Istruzioni Cia

Dalla memoria di Stanko esce il nome di almeno un «docente» e le molte sigle di chi pagava i conti di quelle trasferte di «studio». Marzo del 2000, uno dei docenti di Stanko all’Hilton di Budapest, fu Robert Helvi, già colonnello della Cia, operativo a Rangoon e Burma. Helvi gli aveva insegnato la tecnica del Colpo di Stato col Guanto di Velluto. Tra i pagatori, oltre ai già citati, la Freedom House, le tedesche ‘Friedrich Ebert’ e ‘Konrad Adenauer’, la britannica ‘Westminster’. Ad esempio, ricorda Stanko: ‘In Georgia, contro Shevarndnadze, pagava Soros’. Quanto è strano il mondo, non è vero?
 
Ennio Remondino




(Sulla infame chiusura del Memoriale degli Italiani di Auschwitz, rispetto alla quale nessuna istituzione italiana ha proferito verbo, si veda:

MARTEDI' 27 GENNAIO 2015 ORE 9,00 
ACCADEMIA DI BRERA SALA NAPOLEONICA

 CONFERENZA

L’INSEGNAMENTO DELLA MEMORIA
STORIA, ARTE, RAZZISMO, DIRITTI UMANI
 

Il Memoriale Italiano ad Auschwitz rappresenta la deportazione e lo sterminio ed è un baluardo, con i suoi simboli, della Resistenza contro il razzismo. La Conferenza è dedicata allo studio e all’ insegnamento della Memoria, al di fuori delle consuete celebrazioni. La Memoria è il tessuto connettivo da cui si prende spunto per riflessioni a livello scientifico, un’occasione per approfondire le ragioni e le responsabilità del razzismo e dell’antisemitismo, per contrastare ogni forma di revisionismo e di manipolazione della storia, per riaffermare il valore dei diritti umani e per superare l’indicibilità della Shoà con il linguaggio evocativo dell’arte.

Franco Marrocco, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Brera 
Presentazione

Massimo Pieri, Fisico, Matematico bioeconomista, Presidente di COBASE Associazione Tecnico Scientifica di Base (ECOSOC)
Introduzione critica “Da Stalingrado ad Auschwitz”

Sandro Scarrocchia, Docente di Metodologia della Progettazione e di Teoria e storia del restauro, Accademia di Belle Arti di Brera 
“Superare l’indicibilità della Shoà con il linguaggio dell’arte”

Manlio Frigo, Prof. O. di Diritto dell’Unione europea e della
Comunità internazionale, Università Statale di Milano
“La questione giuridica del memoriale e della memoria”

 Valentina Sereni, Architetto, restauro architettonico, Presidente di Gherush92 Committee for Human Rights (ECOSOC)
“Storia della Shoà

Delfina Piu, Docente Scuola Ebraica di Roma, project director Gherush92 Committee for Human Rights (ECOSOC)
“Dalla Shoà ai Diritti Umani”

On.le Serena Pellegrino, Gruppo parlamentare SEL
“Un’interrogazione parlamentare sul Memoriale”

Elisabetta Ruffini, Direttrice Istituto per la Storia della Resistenza 
e dell'Età Contemporanea
 “Il Razzismo e la Resistenza”


  10,50 Coffee break 

Angelo d’Orsi, Prof. O. di Storia del pensiero politico,
Dipartimento di Studi Storici Università di Torino
“Fra  Storia e Memoria”

Felice Besostri, Avvocato, docente di Diritto Pubblico Comparato
già  Senatore della Repubblica
“La discriminazione dei Roma”

Stefano Pizzi, Docente di Pittura, Accademia di Belle Arti di Brera, delegato alle Relazioni Esterne
“Le avventure del revisionismo”

Cesare Ajroldi, Prof. O. di Composizione Architettonica Università di Palermo
“Il Memoriale di Auschwitz e il restauro del moderno”

Chiara Palandri, Docente di Restauro dei manufatti cartacei  
Accademia di Belle Arti di Brera
“Conservazione dei materiali della Donazione Samonà” 

Marco Dezzi Bardeschi, Prof. O. di Restauro Architettonico 
Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e direttore di Ananke 
“Auschwitz: salvare la testimonianza materiale”

Gregorio Carboni Maestri, Dottorando in Progettazione Architettonica
Università di Palermo
“Progetto di integrazione del Memoriale” 

Mauro Manzoni, Dipl. Spec. in Restauro dell’arte contemporanea
“Didattica del Memoriale” 

Stefano Mannacio, Economista project director di COBASE
Associazione Tecnico Scientifica di Base (ECOSOC)

Domande e risposte.  

Concludono
Valentina Sereni, Sandro Scarrocchia, Stefano Mannacio

Presiedono
Massimo Pieri e Sandro Scarrocchia

Comitato Scientifico
Valentina Sereni, Franco Marrocco, Sandro Scarrocchia, Massimo Pieri

Informazioni e adesioni
Cell. +39 
339 6938361

gherush92@...  ; relazioniesterne@...

 

Gherush92, Committee for Human Rights è un'organizzazione che gode dello status di consulente speciale con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC), partecipa ai lavori del UN Human Rights Council e di  diversi programmi e convenzioni internazionali, come World Conference Against Racism (WCAR), ed è un Major Group nei programmi sullo sviluppo sostenibile.

Accademia di Belle Arti di Brera è una delle più antiche accademie italiane, che conserva la tradizione illuminista austriaca, francese e italiana, l’eredità risorgimentale e il dialogo artistico industriale della costruzione della Nazione, il lascito delle drammatiche vicende novecentesche, l’impegno resistenziale e l’appoggio militante allo sviluppo dell’arte contemporanea in tutte le sue espressioni. Dal 2008 sostiene la conservazione integrale del Memoriale italiano di Auschwitz.







[Il presidente russo Putin non è invitato alle celebrazioni per il 70.mo della Liberazione del lager di Auschwitz. Sarà invece presente il presidente tedesco Gauck, che in un libro del 2009 ("Winter im Sommer, Frühling im Herbst") descriveva i soldati dell'Armata Rossa come "puzzolenti di vodka", ladri e stupratori sistematici...

Sul revisionismo/rovescismo storico della UE su Auschwitz e nazismo si veda anche:

Chiuso il Memoriale degli Italiani ad Auschwitz
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8184

Lo Stato italiano in tema di nazismo è neutrale
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8183

Sul nazismo la UE si astiene / Evropska Unija na strani nacizma
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8171

L'Anti-antifascismo di UE e USA
https://it.groups.yahoo.com/neo/groups/crj-mailinglist/conversations/messages/8166

Il premier euro-golpista ucraino Jazenjuk ritiene che l'Unione Sovietica invase la Germania e l'Ucraina

Da: Y&K Trümpy 
Oggetto: Europa immer wie verrückter
Data: 16 gennaio 2015 19:57:45 CET

Europa immer wie verrückter (die NATO konnte nicht in die Krim einmarschieren, und das wird nicht verziehen):
- Auschwitz wurde am 27 Januar 1945 von der Roten-Armee befreit. Wladimir Putin ist aber nicht zu den Feierlichkeiten zum Gedenken des 70. Jahrestages der Befreiung des Vernichtungslagers eingeladen worden!
Und weiter :
- Der ukraunische Ministerpräsident Jazenjuk zum II.WK: „Wir können uns alle sehr gut an den sowjetischen Einmarsch in die Ukraine und nach Deutschland erinnern“.
- Der Deutsche Bundespräsident Gauk zu den Soldaten der Roten Armee, die Deutschland befreiten: „Wesen mit asiatischen Gesichtszügen“, die „nach Wodka gerochen“ sowie „requiriert und geklaut“ hätten. Auch hätten sie „systematisch Frauen vergewaltigt“.
 

http://www.rtdeutsch.com/9601/headline/geschichtsrevisionimus-3-0-auschwitz-gedenken-ohne-die-befreier/

16. Januar, 2015

In einer Zeit, in der Ministerpräsidenten europäischer Staaten revisionistische Geschichtsdeutungen gegen Russland salonfähig machen, ist es nur konsequent, dass zum Gedenken des 70. Jahrestages der Befreiung des Vernichtungslagers Auschwitz der Präsident jenes Landes, das dieses am 27. Januar 1945 befreit hatte, nicht eingeladen ist. Bundespräsident und Kalter Krieger Gauck wird jedoch bei der Veranstaltung teilnehmen und spricht in Erinnerung an Sowjetsoldaten von „Wesen mit asiatischen Gesichtszügen die nach Wodka rochen.“

Mit beißendem Sarkasmus reagierten Nutzer der sozialen Netzwerke auf die faktische Ausladung des Präsidenten der Russischen Föderation, Wladimir Putin, von der bevorstehenden offiziellen Gedenkfeier zum 70. Jahrestag der Befreiung des von deutschen Hitlerfaschisten betriebenen Vernichtungslagers Auschwitz am 27. Januar. Putins Sprecher hatte zuvor erklärt, dass der russische Präsident keine Einladung zur diesjährigen Gedenkveranstaltung erhalten habe.

„Wenn es so weitergeht, steht in zehn Jahren in europäischen Schulbüchern, dass Deutschland und die Ukraine Auschwitz von den Russen befreit hätten“, hieß es unter anderem in den Sozialen Netzwerken. Viele Nutzer verwiesen auch darauf, dass die „Suworow-These“, wonach der Überfall der Hitlerwehrmacht auf die Sowjetunion ein legitimer präventiver Akt gewesen wäre, demnächst in Europa bald zum Konsens werden würde.

Schuldabwehr und Täter-Opfer-Umkehrung sind von jeher Kernpunkte des Geschichtsrevisionismus. Dies illustrierte kürzlich auch der ukrainische Premierminister Arsenij Jazenjuk im deutschen Fernsehen als er wörtlich und unwidersprochen von einer „sowjetischen Invasion in der Ukraine und in Deutschland“ im Zusammenhang mit der Niederschlagung der faschistischen Barbarei durch die Sowjetarmee gesprochen hatte.

Und in einem Europa, in dem rassistische Hetze gegen Muslime, Juden sowie Sinti und Roma mittlerweile wieder salonfähig ist und in dem man keine Scheu mehr davor empfindet, neonazistische Kräfte in der Ukraine zu hofieren, darf natürlich die Erinnerung an deutsche Kriegsverbrechen und den Holocaust an den Juden der „größeren Verantwortung“, die Deutschland nach Meinung der westlichen Eliten wieder in der Welt übernehmen soll, nicht länger im Wege stehen.

Der heutige deutsche Bundespräsident Joachim Gauck hat bereits lange vor seiner Wahl ins Amt der Relativierung der historischen Schuld des Hitlerfaschismus und der deutschen Aggressionspolitik verbal den Weg bereitet.

In seinen Memoiren will Gauck in den Soldaten der Roten Armee, die Deutschland befreiten, „Wesen mit asiatischen Gesichtszügen“ bemerkt haben, die „nach Wodka gerochen“ sowie „requiriert und geklaut“ hätten. Auch hätten sie „systematisch Frauen vergewaltigt“. 2010 warf er die Frage auf, „wie lange wir Deutschen unsere Kultur des Verdrusses noch pflegen wollen“.

„Das Geschehen des deutschen Judenmordes“ werde, so äußerte Gauck vor einigen Jahren, „in eine Einzigartigkeit überhöht“, weil „bestimmte Milieus postreligiöser Gesellschaften“ nach einem „Element des Erschauerns vor dem Unsagbaren“ suchten, und würdigte das Holocaustgedenken auf diese Weise zu einer bloßen Ersatzreligion für areligiös gewordene Gesellschaften herab.

Am 1. September 2014 nutzte er seine Gedenkrede in Gdańsk (Danzig)  zum 75. Jahrestag des deutschen Überfalls auf Polen ebenfalls, um gegen Russland Stimmung zu machen und durch aberwitzige historische Vergleiche deutsche Schuld zu relativieren. Davon fühlten sich prompt auch polnische Nationalisten dazu ermutigt, die Rote Armee der Hitlerwehrmacht gleichzustellen und die Präsenz von Repräsentanten der Russischen Föderation, insbesondere ihres Präsidenten Vladimir Putin, anlässlich des 70. Jahrestages der Befreiung von Auschwitz in Frage zu stellen. Versuche des Präsidenten Bronisław Komorowski, diesen Tendenzen entgegenzutreten, brachten keinen Erfolg.

Mehr als eine Million Todesopfer hatte die Sowjetarmee alleine bei der Befreiung des Deutschen Reiches – die für Gauck in seinen Memoiren  zufolge als „Schreckensnachricht“ gekommen war – und der von den Hitlerfaschisten besetzten Teilen Polens zu verzeichnen. Die Sowjetunion hat im Zuge der Wiederherstellung der territorialen Einheit des geteilten Deutschlands im Jahre 1990 die Anerkennung der Oder-Neiße-Friedensgrenze zur Voraussetzung einer Zustimmung zum 2+4-Vertrag zur Wiederherstellung deutscher Souveränität gemacht. Noch kurz vor dem Umbruch in der damaligen DDR hatten revanchistische Scharfmacher in Westdeutschland die „Grenzen von 1937“ beschworen, die bedeutet hätten, dass Deutschland auch Ansprüche auf die heute zu Polen und zur Russischen Föderation gehörigen früheren Reichsgebiete angemeldet hätte.

In der deutschen Ausgabe des „Schwarzbuch des Kommunismus“ hatte Gauck übrigens geschrieben, dass sich die deutschen Kommunisten mit ihrer Forderung nach Anerkennung der polnischen Westgrenze „unbeliebt gemacht“ hätten.

Das Simon-Wiesenthal-Zentrum hat sich für eine Einladung des russischen Präsidenten Wladimir Putin zum 70. Jahrestag der Befreiung von Auschwitz nach Polen ausgesprochen.

Wenn es jemand verdient, bei der Gedenkfeier zur Befreiung anwesend zu sein, ist es Wladimir Putin”, schrieb Efraim Zuroff, Direktor der israelischen Abteilung des Zentrums in Jerusalem. Die Rote Armee habe Auschwitz am 27. Januar 1945 befreit und dem Massenmord im größten deutschen Vernichtungslager ein Ende gesetzt.”


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http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/59033
Befreiung ohne Befreier
 
16.01.2015
BERLIN/WARSCHAU
 
(Eigener Bericht) - Mit einer faktischen Ausladung verhindern EU-Staaten die Teilnahme des russischen Präsidenten an den Feierlichkeiten zum 70. Jahrestag der Befreiung von Auschwitz. Damit bleibt der höchste Repräsentant desjenigen Landes, dessen Armee dem Massenmord in dem deutschen Vernichtungslager am 27. Januar 1945 ein Ende setzte, von der Gedenkveranstaltung ausgeschlossen. Anwesend sein wird hingegen der Präsident Deutschlands. Joachim Gauck hat schon seine Rede zum 75. Jahrestag des deutschen Überfalls auf Polen genutzt, um massiv gegen Moskau Stimmung zu machen und das Gedenken an die NS-Verbrechen in einen Appell zum Schulterschluss gegen Russland zu transformieren. In seinen Memoiren äußert Gauck über die Soldaten der Roten Armee, die Deutschland befreiten, sie seien Wesen "mit asiatischen Gesichtszügen", die "nach Wodka" gerochen sowie "requiriert und geklaut" hätten. Vor wenigen Jahren hat er darüber hinaus beklagt, "das Geschehen des deutschen Judenmordes" werde "in eine Einzigartigkeit überhöht", weil "bestimmte Milieus postreligiöser Gesellschaften" nach einem "Element des Erschauerns vor dem Unsagbaren" suchten. 2010 wurde er mit der Äußerung zitiert, er "frage" sich, "wie lange wir Deutschen unsere Kultur des Verdrusses noch pflegen wollen".

"Gleich wie die Nazi-Truppen"
Die Feierlichkeiten zum 70. Jahrestag der Befreiung des deutschen Vernichtungslagers Auschwitz sind bereits im vergangenen Jahr Gegenstand politischer Machenschaften geworden. Zum 60. Jahrestag der Befreiung hatte der russische Präsident Wladimir Putin noch selbstverständlich an dem Gedenken teilgenommen: Es war schließlich die sowjetische Armee, die am 27. Januar 1945 - nach schwersten eigenen Kriegsverlusten - Auschwitz erreichte und dem bestialischen Morden der Deutschen dort ein Ende setzte. Im Sommer 2014 kam es zu den ersten öffentlichen Vorstößen in Polen; dort wurde ein Parlamentsabgeordneter mit den Worten zitiert, die Rote Armee sei im Zweiten Weltkrieg "Aggressor gewesen", "gleich wie die Nazi-Truppen", weshalb Russlands Präsident nur zu einem "Bußgang" nach Polen kommen dürfe.[1] Meinte der polnische Präsident Bronisław Komorowski damals noch, Putins Teilnahme am Auschwitz-Gedenken stehe nichts entgegen, so haben sich nun antirussische Kräfte durchgesetzt und den Moskauer Präsidenten auf diplomatischem Wege ausgeladen. Polens Ministerpräsidentin Ewa Kopacz hat sich zudem Berichten zufolge dafür stark gemacht, dass Putin auch an einer Parallel-Gedenkveranstaltung in Prag nicht teilnehmen kann. Damit wird der Präsident des Landes ausgeschlossen, dessen Armee alleine bei der Befreiung des Deutschen Reichs und der deutsch besetzten Teile Polens mehr als eine Million Todesopfer zu beklagen hatte.

Gegen Russland gewendet
Mit Putins faktischer Ausladung schreitet die antirussische Instrumentalisierung der Erinnerung an die deutschen Menschheitsverbrechen voran. Schon am 1. September 2014 hatte Bundespräsident Joachim Gauck seine Gedenkrede in Gdańsk zum 75. Jahrestag des deutschen Überfalls auf Polen genutzt, um gegen Russland Stimmung zu machen. Gauck warf Moskau mit Blick auf den Konflikt um die Ukraine vor, "dem Machtstreben" Vorrang vor der "Wahrung von Stabilität und Frieden" einzuräumen. Die westliche Unterstützung für Umsturz und Bürgerkrieg in der Ukraine gänzlich ausblendend und zudem sämtliche westlichen Kriege von Jugoslawien über den Irak bis Libyen glatt ignorierend, unterstellte Gauck Russland, "internationales Recht [zu] brechen" und "fremdes Territorium [zu] annektieren".[2] Auf die Billigung der deutschen Okkupation von Teilen der Tschechoslowakei durch Großbritannien und Frankreich im Oktober 1938 anspielend, erklärte Gauck, gegen Russland zielend: "Die Geschichte lehrt uns, dass territoriale Zugeständnisse den Appetit von Aggressoren oft nur vergrößern." Das Gedenken an die NS-Verbrechen war damit in einen Appell zum Schulterschluss gegen das einst von Deutschland überfallene Russland gewendet worden.

Eine "Kultur des Verdrusses"
Gauck, der - im Unterschied zu Russlands Präsident Putin - am 27. Januar nach Auschwitz reisen wird, hat sich vor seinem Amtsantritt als Bundespräsident mehrfach öffentlich über sein Bild von der Befreiung Deutschlands 1945 und über seine Ansichten zur Shoah geäußert. Über die Befreiung Deutschlands schrieb er in seinen Lebenserinnerungen, sie sei als "Schreckensnachricht" gekommen; die Soldaten der Roten Armee nannte er Wesen "mit asiatischen Gesichtszügen", die "nach Wodka" gerochen, "requiriert und geklaut" und systematisch Frauen vergewaltigt hätten.[3] 2006 hat Gauck bedauernd behauptet, es gebe "eine Tendenz der Entweltlichung des Holocausts", die darin bestehe, dass "das Geschehen des deutschen Judenmordes in eine Einzigartigkeit überhöht wird, die letztlich dem Verstehen und der Analyse entzogen ist". "Bestimmte Milieus postreligiöser Gesellschaften" suchten beständig "nach der Dimension der Absolutheit, nach dem Element des Erschauerns vor dem Unsagbaren"; dieses könne auch durch "das absolute Böse" ausgelöst werden und sei "paradoxerweise ein psychischer Gewinn".[4] Gauck hat mehrfach geäußert, "die Deutschen" täten gut daran, ihren Umgang mit der Vergangenheit zu ändern: "Ich frage mich, wie lange wir Deutschen unsere Kultur des Verdrusses noch pflegen wollen", teilte er im Herbst 2010 mit.[5] Bereits zuvor hatte er auf die Frage, ob "die Mehrheit der Deutschen" reif sei für eine "Hinwendung zu den eigenen Opfern, die Hinwendung zum Patriotischen", bejahend erklärt: "So sehe ich das."[6]

Grobe Raster
Vor Gaucks Amtsantritt waren in der deutschen Öffentlichkeit durchaus noch kritische Stimmen zu seiner Geschichtsauffassung zu hören. So hieß es etwa mit Blick auf Äußerungen des heutigen Bundespräsidenten in der deutschen Ausgabe des "Schwarzbuch des Kommunismus", er neige "zu groben Rastern".[7] Gauck hatte geschrieben: "Unbeliebt machten sich die Kommunisten auch, als sie ... die Westverschiebung Polens und damit den Verlust der deutschen Ostgebiete guthießen." Und weiter: "Einheimischen wie Vertriebenen galt der Verlust der Heimat als grobes Unrecht, das die Kommunisten noch zementierten, als sie 1950 die Oder-Neiße-Grenze als neue deutsch-polnische Staatsgrenze anerkannten."[8] Gauck hatte sich zudem im Streit um das "Zentrum gegen Vertreibungen" auf die Seite der damaligen BdV-Präsidentin Erika Steinbach geschlagen, die vor allem in Polen wegen revisionistischer Äußerungen scharf kritisiert wurde. Ein "Zentrum gegen Vertreibungen" sei in Berlin ganz gewiss am richtigen Platz, ließ sich Gauck auf einer Website des BdV zitieren: Dorthin passe es, denn in Berlin sei es "am Ort verschiedener 'Topografien des Terrors', dem Ort der Wannseekonferenz und der Stasizentrale, dem einstigen Regierungssitz brauner und roter Despoten".[9]

Jazenjuks "sowjetische Invasion"
Gaucks Auschwitz-Reise und die Ausladung Putins fallen in eine Zeit, in der Berlin, um in Kiew einen prowestlichen Umsturz durchzusetzen, offen mit faschistischen Nachfolgern einstiger NS-Kollaborateure zu kooperieren begonnen hat (german-foreign-policy.com berichtete [10]). Deren antirussische Haltung ist inzwischen in die Kiewer Regierungspositionen eingegangen und findet zunehmend auch Anschluss an die deutsche Debatte, wo sie auf alte, ebenfalls antirussische Ressentiments trifft. Erst kürzlich hat ein Interview mit dem ukrainischen Ministerpräsidenten Arsenij Jazenjuk im deutschen Fernsehen Aufsehen erregt. Jazenjuk behauptete wörtlich: "Wir können uns alle sehr gut an die sowjetische Invasion in der Ukraine und in Deutschland erinnern."[11] Die Äußerung blieb unwidersprochen.

[1] Streit in Polen über Einladung Putins zu Auschwitz-Gedenken 2015. www.tt.com 09.05.2014.
[2] Gedenkfeier zum deutschen Überfall auf Polen 1939. www.bundespraesident.de 01.09.2014.
[3] Joachim Gauck: Winter im Sommer, Frühling im Herbst. München 2009. S. auch Hans-Rüdiger Minow: Der Zug der Erinnerung, die Deutsche Bahn und der Kampf gegen das Vergessen.
[4] Joachim Gauck: Welche Erinnerungen braucht Europa? www.robert-bosch-stiftung.de. S. dazu Der Konsenspräsident.
[5] "Mutige Politiker ziehe ich vor". www.sueddeutsche.de 30.09.2010.
[6] Gauck: Erinnerung an Vertreibung leugnet nicht den Nazi-Terror. www.dradio.de 31.08.2006.
[7] Daniela Dahn: Gespalten statt versöhnt. www.sueddeutsche.de 10.06.2010.
[8] Stéphane Courtois et al.: Das Schwarzbuch des Kommunismus. Unterdrückung, Verbrechen und Terror. München 1998.
[9] www.z-g-v.de.
[10] S. dazu Vom Stigma befreit
[11] www.facebook.com/tagesschau/posts/10152968920374407




INTERESSA A QUALCUNO?

Il decreto per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero dal 1 gennaio 2015 non è stato ancora varato e in Afghanistan il 28 dicembre 2014 è finita la missione Isaf della Nato. Dal 1 gennaio 2015 i militari italiani sono nel paese senza essere autorizzati. E' una prassi  normale per il nostro parlamento, però in ogno decreto missioni è presente questo articolo riportato di seguito che riguarda le disposizioni in materia penale. Io, assolutamente ignorante in tema di diritto, ho letto però che le norme penali non possono essere retroattive. La mia domanda è quindi:
 "In questo momento, prima del varo del decreto, i militari italiani sono coperti giuridicamente per le azioni che fanno in territorio non italiano ?"

Art. 6 
Disposizioni in materia penale 
 
 1. Alle missioni internazionali di cui al presente decreto, nonche' al personale inviato in supporto alle medesime missioni si  applicano le disposizioni di cui all'articolo 5 del decreto-legge  30  dicembre 2008, n. 209, convertito, con modificazioni, dalla legge 24  febbraio 2009, n. 12, e successive  modificazioni,  e  all'articolo  4,  commi 1-sexies e 1-septies, del decreto-legge  4  novembre  2009,  n.  152, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2009, n. 197. 

[Marco P- – dalla lista "ComitatoNoNato" su Googlegroups.com]