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Aggiornamenti da Ucraina e Donbass / 2: Le elezioni e il dopo

1) LINKS  E BREVI
- Elezioni in Ucraina
- Elezioni in Donbass
- Analisi
2) Donbass al voto sotto le cannonate (Fabrizio Poggi, 1.11.2014)
3) Brevi sui risultati nel Donbass
4) In massa al voto, il Donbass sempre più lontano da Kiev (Marco Santopadre, 4.11.2014)
5) Ukraine communists comment on elections in Donetsk and Lugansk (Greg Butterfield on November 7, 2014)
6) On elections in Donetsk and Lugansk (Statement by Union Borotba)


=== 1: LINKS E BREVI ===

fonte: pagina facebook "Fronte Sud", 17 settembre 2014

Zakharchenko: nel Donbass non si terranno le elezioni di Kiev

Le autorità della Repubblica di Donetsk hanno riferito che non permetteranno alle istituzioni ucraine l'organizzazione e lo svolgimento delle prime elezioni locali nella regione del Donbass il 7 dicembre. Lo ha affermato oggi all'agenzia "Interfax" il Primo Ministro della Repubblica di Donetsk, Alexander Zakharchenko.
"Abbiamo il nostro Consiglio Supremo e ci accingiamo a decidere da soli come e quando condurre le nostre elezioni. Nessuna elezione organizzata da Kiev verrà presa in considerazione" - ha detto Zakharchenko.
Il Premier della DNR ha aggiunto che non prenderà parte alle riunioni del gruppo di contatto sull'Ucraina, che si prevedono nel prossimo futuro.
http://novorossia.su/ru/node/6714


--- UCRAINA:

Radikalisierung im Parlament (Parlamentswahl in der Ukraine am 26. Oktober)  (GFP, 10.10.2014) 
Vor der Parlamentswahl in der prowestlich gewendeten Ukraine warnen Experten vor einer "Radikalisierung" der nächsten Werchowna Rada. Ursache ist nicht, dass faschistische Parteien laut Umfragen mit bis zu 20 Prozent der Stimmen rechnen können. Vielmehr liege eine zentrale Gefahr darin, dass auf den Wahllisten mehrerer Parteien, insbesondere der "Volksfront" von Ministerpräsident Arsenij Jazenjuk, bekannte Milizenführer kandidierten, urteilen Beobachter: Sie sollten die "patriotische Wählerschaft" an ihre jeweiligen Parteien binden, drohten jedoch zugleich die Arbeit im Parlament zu "radikalisieren". Jazenjuks "Volksfront" hat eigens einen "Militärrat" gegründet, um Milizionäre in die Parteistrukturen einzubinden. Zu ihnen gehört Andrij Bilezkij, der Anführer des faschistischen Bataillons Asow und schon seit Jahren Chef einer weiteren neonazistischen Organisation. Jazenjuks "Volksfront" hat weitere prominente Figuren mit faschistischem Hintergrund in ihre Reihen integriert - auch auf den ersten Plätzen ihrer Kandidatenliste für die Parlamentswahl. Dass sich das politische Establishment der Ukraine immer weiter für die äußerste Rechte öffnet, ist auch ein Resultat der deutschen Politik…

Il leader del Partito Comunista di Ucraina rivolge un appello agli elettori (17 Ottobre 2014 - di Petro Simonenko | da www.kpu.ua)
Petro Simonenko, leader del Partito Comunista di Ucraina, si è rivolto ai cittadini del suo paese in vista delle elezioni parlamentari del 26 ottobre…
http://www.marx21.it/comunisti-oggi/in-europa/24644-il-leader-del-partito-comunista-di-ucraina-rivolge-un-appello-agli-elettori.html

Nationalist Upsurge (Ukrainian election campaign – 2014/10/24)
The election campaign, ending this week in today's pro-Western Ukraine, is characterized by extremist nationalism. According to opinion polls, the party of the politician, who had promoted himself using videos of his violations of the human rights of alleged pro-Russian separatists, is set to become second in Sunday's elections. Considering the civil war's nationalist upsurge, other parties have begun accepting militiamen into their ranks. The commander of the fascist Asov Battalion, for example, is a member of the "military council" of Prime Minister Arseniy Jazenjuk's party. Last week, Asov Battalion militia members participated in the violent attacks on the Ukrainian parliament. During the election campaign, it was alleged that Kiev's troops had used internationally banned cluster munitions in the Donetsk region. New social cuts are anticipated - regardless of the winner of the elections - to pay for the essential supplies of Russian gas. Berlin and the EU, whose hegemonic sphere Ukraine joined this year, are refusing to give Kiev additional material assistance. Aside from these issues, the former Polish foreign minister, Radoslaw Sikorski, admitted that he had completely invented the serious allegations he made against the Russian president. German media have widely reported on these allegations…
http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/58793

Conferenza stampa dei banderisti italiani Voerzio & Co. a Sloviansk (25/10/2014)

Ucraina, elezioni di guerra (Marco Santopadre, 25 Ottobre 2014)

Iulia Timoshenko: "La Crimea è dell'Ucraina. E Putin deve essere fermato con la forza" (26/10/2014)

Strano andamento delle percentuali di voto
Andrej Zolotarev, politologo e direttore del Centro "Terzo Settore" ha denunciato nella notte, durante una conferenza stampa presso l'agenzia GolosUA che ha monitorato lo svolgimento delle elezioni, l'esponenziale crescita della percentuale del voto: alle 19 e alle 20, gli elettori superavano di poco il 40%. Dopo le 20, secondo i dati forniti dalla stessa Commissione elettorale centrale, la percentuale ha di colpo superato il 50%: una manipolazione tesa a legittimare le elezioni-farsa a livello internazionale
Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 27/10/2014 - https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/715751545172769

Right-wing nationalist parties dominate Ukrainian parliamentary elections (By Andrea Peters / WSWS, 27 October 2014)

Petro Simonenko: “Le elezioni in Ucraina non sono democratiche e legittime”
27 Ottobre 2014 – da www.kpu.ua – Traduzione dal russo di Mauro Gemma
http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/24674-petro-simonenko-le-elezioni-in-ucraina-non-sono-democratiche-e-legittime.html

Ucraina: Poroshenko già traballa, astensione alle stelle (Marco Santopadre, 27 Ottobre 2014)

Right Sector Leader Yarosh Becomes Member of Ukraine’s Parliament: Election Commission (RIA Novosti 27/10/2014)
http://en.ria.ru/world/20141027/194677905/Right-Sector-Leader-Yarosh-Becomes-Member-of-Ukraines-Parliament.html

La farsa elettorale in Ucraina (28 Ottobre 2014 – di Flavio Pettinari per Marx21.it)
http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/24681-la-farsa-elettorale-in-ucraina.html

Die europäische Wahl der Ukraine (GFP, 28.10.2014)
Aus der Parlamentswahl in der prowestlich gewendeten Ukraine gehen ultranationalistische Kräfte gestärkt hervor. Während offen faschistische Parteien schwächer als erwartet abschnitten, sind diejenigen Parteien erfolgreich gewesen, die mit der Einbindung populärer Milizionäre aus faschistischen Bataillonen um Wählerstimmen geworben haben: die "Volksfront" von Ministerpräsident Arsenij Jazenjuk, die Personal des Bataillon Asow eingebunden hat, und die "Selbsthilfe" des Lwiwer Bürgermeisters Andrij Sadowij, die dem Führer des Bataillons Donbass zum Einzug in die Werchowna Rada verhalf. Während Berlin den Ablauf der Wahl lobt, haben kritische Beobachter bereits im Wahlkampf geurteilt, der Urnengang könne "nur bedingt als frei" eingestuft werden: "Die radikalisierten und zum Teil bewaffneten Teile der ukrainischen Gesellschaft gehen gewaltsam gegen Vertreter anderer Meinungen vor", heißt es in einem Bericht. Der Autor spricht ausdrücklich von einem "Klima der Angst" in der Ukraine…

US, EU hail election staged by ultra-right regime in Ukraine (By Niles Williamson / WSWS, 28 October 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/10/28/ukra-o28.html

Elezioni ucraine: la silenziosa protesta (Sergei Kirichuk | liva.com.ua, 30/10/2014)
http://www.resistenze.org/sito/te/po/uc/poucem04-015293.htm


--- DONBASS:

Ucraina: Mosca riconoscerà voto ribelli del 2 novembre. A breve elezioni parlamentari e presidenziali (ANSA, 28 ottobre 2014)
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2014/10/28/ucraina-mosca-riconoscera-voto-ribelli-del-2-novembre_46131107-57df-481a-9ede-c443ba88d030.html

Donbass al voto sotto le cannonate (di Fabrizio Poggi, su Il Manifesto del 1.11.2014)

Nelle proclamate Repubbliche del Donbass sono iniziate le votazioni (2/11/2014)

Le immagini delle code ai seggi del Donbass

Un giro con Graham Phillips dentro un seggio di Donetsk
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=Vpi4ZpcEYO0

Lunghe code per votare a Lugansk 
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=OFUPRZ9KpbE#t=15

Incumbent Donbass leaders Zakharchenko and Plotnitsky win elections - final results (RT, November 02-03, 2014)

Ucraina: Gentiloni, Italia non riconosce esito 'elezioni' Donetsk e Lugansk (ADNKronos 3/11/2014)

Pandora TV News 3 novembre 2014 – Elezioni in Donbass: in massa al voto

IL PUNTO di Giulietto Chiesa: Elezioni in Donbass
3/nov/2014 – Comunque le si voglia valutare, le elezioni nel Donbass registrano uno strepitoso successo dei ribelli al potere centrale di Kiev. Le immagini mostrano lunghe file e seggi affollati fino all'inverosimile, peccato che nessun mezzo d'informazione italiano le stia mostrando…

Ghennady Zyuganov (PCFR): “Le elezioni nelle repubbliche di Donetsk e Lugansk sono una vittoria della vera democrazia” (3 Novembre 2014)
http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/24704-ghennady-zyuganov-le-elezioni-nelle-repubbliche-di-donetsk-e-lugansk-sono-una-vittoria-della-vera-democrazia.html

Il Partito Comunista della Federazione Russa riconosce le elezioni nella Repubblica Popolare di Donetsk (3 Novembre 2014)
http://www.marx21.it/internazionale/area-ex-urss/24700-il-partito-comunista-della-federazione-russa-riconosce-le-elezioni-nella-repubblica-popolare-di-donetsk.html

Dichiarazione del Ministero degli Esteri della Russia sulle elezioni del 2 novembre nelle Regioni di Donezk e Lugansk (3/11/2014)

Che cosa sappiamo delle elezioni nel Donbass? (Tatiana Santi, 6/11/2014)
…Ci siamo rivolti perciò a chi ha visto con i propri occhi lo svolgersi dei fatti, Alessandro Bertoldi, Osservatore internazionale presso la Repubblica popolare di Donetsk…
http://italian.ruvr.ru/2014_11_06/Che-cosa-sappiamo-delle-elezioni-nel-Donbass-7620/


--- ANALISI:

After fraudulent Ukraine elections, Donbass republics brace for new attack (By Greg Butterfield / WW, on October 29, 2014)
http://www.workers.org/articles/2014/10/29/fraudulent-ukraine-elections-donbass-republics-brace-new-attack/

’Ucraina è più nera. Poroshenko, azzoppato, cerca alleati a destra (Marco Santopadre, 31 Ottobre 2014)
http://contropiano.org/internazionale/item/27232-l-ucraina-e-piu-nera-poroshenko-azzoppato-cerca-alleati-a-destra

US, Europe issue new threats after elections in Ukraine’s separatist regions (By Andrea Peters / WSWS, 4 November 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/11/04/ukra-n04.html

L’Ucraina svolta ancora più verso destra, nazi sempre più al potere (di Franco Fracassi – 4 novembre 2014)
http://popoffquotidiano.it/2014/11/04/lucraina-svolta-ancora-piu-verso-destra-nazi-sempre-piu-al-potere/

Die Eigendynamik des Umsturzes (Der Ukraine-Konflikt nach den Wahlen in Donezk und Luhansk – GFP, 6.11.2014) 
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58985

Il rompicapo ucraino nella competizione globale (di Marco Santopadre, 10 Novembre 2014)


=== 2 ===


Donbass al voto sotto le cannonate

di  Fabrizio Poggi, su Il Manifesto del 1.11.2014

Ucraina. Oggi le elezioni nelle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk. La Ue: nuove sanzioni a Mosca se le riconoscerà. Ma secondo il ministro degli Esteri russo Lavrov le urne legittimeranno la leadership delle due repubbliche


Pare spre­carsi in que­sti giorni l’attributo sto­rico. Sto­rica è stata defi­nita la gior­nata di ieri dalla lea­der­ship ucraina, per l’entrata in vigore dell’Accordo di asso­cia­zione alla Ue, anche se il suo con­te­nuto prin­ci­pale, la zona di libero scam­bio tra Ucraina e Ue, è rin­viata al 2016. Sto­rico il 1 novem­bre, per il pas­sag­gio di con­se­gne tra la bri­tan­nica Cathe­rine Ash­ton e l’italiana Fede­rica Moghe­rini all’Alto segre­ta­riato dell’Unione Euro­pea per gli affari esteri, con un’agenda di prio­rità quali la rego­la­zione della crisi ucraina e il soste­gno al dia­logo tra Ucraina e Russia.

Sto­rica la gior­nata di oggi nel Don­bass dove, salvo «inter­fe­renze esterne» si ten­gono le ele­zioni nelle Repub­bli­che popo­lari di Done­tsk e di Lugansk e la cui data, scrive Kom­mer­sant, basan­dosi su una fonte, sem­bra, vicina addi­rit­tura agli ambienti pre­si­den­ziali ucraini, era pre­vi­sta negli accordi di Minsk del 5 set­tem­bre scorso, a dif­fe­renza di quella del 7 dicem­bre su cui ora insi­ste Kiev.

La cam­pa­gna elet­to­rale è pro­se­guita anche ieri, senza il cano­nico «giorno di silen­zio»: le can­no­nate gover­na­tive lo hanno escluso. A parere del Mini­stro degli Esteri russo Ser­gej Lavrov, il voto del 2 novem­bre costi­tuirà una legit­ti­ma­zione della lea­der­ship delle due repub­bli­che, così come i refe­ren­dum del mag­gio scorso ave­vano san­cito la volontà delle popo­la­zioni del Don­bass di sepa­rare i pro­pri destini dalle forze gol­pi­ste di Kiev. Il lea­der della Cri­mea Ser­gej Akse­nov ha sot­to­li­neato il «legit­timo diritto delle Repub­bli­che popo­lari all’autodeterminazione».

Diverso, ovvia­mente, il parere di Poro­shenko e della Ue: Moghe­rini, nel con­gra­tu­larsi tele­fo­ni­ca­mente con lui per «la demo­cra­ti­cità delle ele­zioni» alla Rada, ha escluso che gli accordi di Minsk pre­ve­des­sero ele­zioni nel Don­bass e la Com­mis­sione euro­pea minac­cia di ina­sprire le san­zioni, se Mosca le rico­no­scerà. Washing­ton insi­ste sulla data del 7 dicem­bre, secondo lo sta­tus spe­ciale del ter­ri­to­rio pre­vi­sto negli accordi di Minsk; pres­so­ché iden­tica la posi­zione dell’Osce. Il Segre­ta­rio gene­rale dell’Onu Ban Ki-moon ha espresso «pre­oc­cu­pa­zione» per le ele­zioni in Novo­ros­sija.
Secondo osser­va­tori russi, il pro­to­collo di Minsk non indica una data pre­cisa per le ele­zioni e dice solo che è neces­sa­rio «garan­tire lo svol­gi­mento di ele­zioni locali in con­for­mità con la legge sullo sta­tus spe­ciale». «Su que­sto punto comin­ciano le diver­genze» scrive il Pc russo; «Il 16 set­tem­bre la Rada adottò la legge «sui poteri spe­ciali delle auto­rità locali e le misure di ripri­stino in una serie di zone del Don­bass», in cui si fis­sava la data del 7 dicem­bre. Ma i rap­pre­sen­tanti delle Repub­bli­che popo­lari rifiu­ta­rono di rico­no­scere un atto alla cui reda­zione non ave­vano preso parte.

Suc­ces­si­va­mente hanno defi­nito quella legge «giu­ri­di­ca­mente incon­si­stente»: l’articolo 1 sta­bi­li­sce infatti che la Rada fis­serà l’elenco delle regioni dotate di sta­tus spe­ciale; ma ciò non è stato fatto e quindi la legge è giu­ri­di­ca­mente nulla».

E comun­que, a parere del vice diret­tore dell’istituto per i Paesi della Csi, Igor Shi­sh­kin, le ele­zioni nel Don­bass, indi­pen­den­te­mente dal fatto che si ten­gano il 2 novem­bre o il 7 dicem­bre, non saranno rico­no­sciute dall’Occidente, per il sem­plice fatto che que­sto sta die­tro al golpe di Majdan.

D’altra parte, c’è chi giu­dica non con­se­guente la posi­zione del Crem­lino rispetto alla Novo­ros­sija: sul sito legato al Pc russo «Stampa libera», il diret­tore del Cen­tro di ricer­che di cul­tura poli­tica, Ser­gej Vasil­tsov, scrive che «i nostri poli­tici non sanno fino in fondo cosa vogliano»: è il caso anche delle recenti ele­zioni alla Rada suprema, che alcuni espo­nenti qua­li­fi­cano dap­prima “sleali e cini­che” e poi lo spea­ker della Duma si dichiara pronto alla col­la­bo­ra­zione con la Rada. Se in un primo tempo si può pen­sare a un piano inge­gnoso, poi ci si rende conto dell’assenza di qual­siasi piano».

Comun­que, i son­daggi per l’elezione del Con­si­glio popo­lare e del capo della Repub­blica di Done­tsk indi­cano un 39% di inten­zioni di voto per «Repub­blica di Done­tsk»; 31,6% per «Don­bass libero«, con­tro un 29% di inde­cisi. Per la carica pre­si­den­ziale, in testa l’attuale pre­mier Alek­sandr Zakhar­cenko con il 51% delle inten­zioni di voto. In un paese in cui la pen­sione media (che non si vede da alcuni mesi) non arriva ai 60 euro e il sala­rio supera di poco i 200 e in cui al 31 otto­bre l’Onu ha cal­co­lato 4.035 morti e 9.336 feriti, gli elet­tori si atten­dono dal nuovo par­la­mento «la pace e la solu­zione dei pro­blemi quo­ti­diani». Vari par­titi russi, tra cui Pc, Ldpr, Rus­sia giu­sta e Patria (la dele­ga­zione di quest’ultimo, ieri l’altro è stata presa a fuci­late prima di giun­gere a Done­tsk) hanno annun­ciato l’invio di osser­va­tori al voto.

«Dopo tutto, è gra­zie a Lenin che il nostro paese ha rice­vuto molte regioni. Guar­date la carta dell’Ucraina – dove si trova il Don­bass, per esem­pio? I bol­sce­vi­chi hanno donato all’Ucraina quasi la metà del ter­ri­to­rio» dice il segre­ta­rio del Pc ucraino Petr Simonenko.

Pochi dubbi che pro­prio il Don­bass sem­bri rispon­dere a quelle carat­te­ri­sti­che di «nazione» – una comu­nità sta­bile di gente, for­ma­tasi sto­ri­ca­mente sulla base della comu­nanza di lin­gua, ter­ri­to­rio, vita eco­no­mica e strut­tura psi­chica — che già nel 1913 nient’altri che Sta­lin indi­cava come deter­mi­nanti per pro­cla­mare il diritto all’autonomia regio­nale, soprat­tutto in pre­senza di un potere cen­trale uscito da un golpe.


=== 3 ===

fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 2/11/2014
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/718811271533463

<< La testata online GLAGOL titola, commentando le elezioni di oggi nel Donbass, che "L'affluenza alle urne nella Rep. Popolare d Lugansk fa invidia a molte repubbliche riconosciute". 
Alle ore 20.00 (di Mosca) avevano votato 628.238 mila cittadini, pari al 61,74%, dati elevati anche considerando la situazione di guerra nell'intera regione del Donbass. I dati sono forniti da Sergej Kozjakov, capo della Commissione Elettorale Centrale della RPL. Tra i profughi fuggiti in Russia, l'affluenza oscilla dal 67 al 70 %. Alla cara di Presidente della Repubblica, ricordiamo che sono candidati l'attuale capo di stato I. Plotnickij, il capo dela Federazione Sindacale Akimov, l'attuale Ministro della Salute Larisa Ajrapetjan e l'imprenditore V. Penner. Tre invece le liste, per i 50 seggi del Consiglio Popolare. >>

http://glagol.su/2014/11/02/yavke-na-vyiboryi-v-lnr-mogut-pozavidovat-mnogie-priznannyie-respubliki/

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http://italian.irib.ir/notizie/politica5/item/172182

2 Novembre 2014 

Ucraina: exit poll, trionfo capo separatisti Zakharcenko a Donetsk 

DONETSK - Il premier dell'autoproclamata repubblica popolare di Donetsk, Alexandr Zakharcenko, è stato eletto presidente con l'81,37% dei voti secondo un exit poll i cui risultati sono stati resi noti dal presidente della commissione elettorale, Roman Liaghin, citato dalla tv filo-Cremlino Russia Today.
Sul voto le autorità di Kiev hanno aperto un'inchiesta per "azioni miranti a cambiare l'ordine costituzionale e a prendere il potere". Lo ha annunciato su Facebook Markian Lubkivski, un alto dirigente dei servizi segreti ucraini (Sbu). Già ieri il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale ucraino Volodimir Poliovi aveva annunciato l'apertura in un prossimo futuro di un'inchiesta contro gli organizzatori del voto separatista per "azioni mirate a prendere il potere con la forza organizzate da un gruppo di persone" in base "al comma 3 dell'articolo 109 del codice penale ucraino". Kiev denuncia anche che "continua un intenso spostamento di mezzi militari e truppe dal territorio russo" nel sud-est ucraino controllato dai separatisti. Lo riferisce il portavoce del Consiglio di sicurezza ucraino, Andrii Lisenko, citato dall'agenzia Unian.


=== 4 ===


In massa al voto, il Donbass sempre più lontano da Kiev

di Marco Santopadre 
Martedì, 04 Novembre 2014

Kiev ha provato a boicottare le elezioni di domenica nelle Repubbliche Popolari in diversi modi: bombardando qua e là le città, sparando contro alcune delegazioni di osservatori internazionali arrivati a monitorare il voto, sigillando ogni strada di accesso al Donbass ribelle, scatenando i propri hacher contro il sistema elettronico di conteggio dei voti.

Ma alla fine l’affluenza alle urne è stata alta, più alta delle aspettative, dopo i partecipati referendum indipendentisti di maggio un ennesimo atto di separazione dalle sorti di un’Ucraina governata da un regime nazionalista e russofobo. Assai più alta rispetto a quel misero 52% registrato esattamente una settimana prima per le elezioni legislative dalle quali era emersa una Rada ancora più a destra e dominata dagli oligarchi, sebbene sotto l’ombrello formale dell’Unione Europea. Lo ha spiegato al regime maidanista - e forse pure a Mosca - Roman Lja­ghin, Pre­si­dente della Com­mis­sione elettorale centrale di Done­tsk quando ha detto: «Kiev deve met­tersi l’animo in pace: il Don­bass non fa più parte dell’Ucraina.

Mettendo insieme i dati delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk si supera il 60% di affluenza alle urne, con lunghe file di elettori che attendevano il loro turno già al mattino presto. Un risultato che – considerando l’assedio militare che dura ormai da molti mesi, le migliaia di morti e le distruzioni – smentisce coloro che continuano a parlare di uno scarso sostegno della popolazione delle zone ribelli nei confronti della scelta ‘separatista’. A decine di migliaia hanno votato anche dalle regioni di confine della Russia - Rostov sul Don, Voro­nezh e Belgorod - dove sono quasi un milione gli ucraini rifugiati dopo esser scappati dai bombardamenti, dai combattimenti e dai pogrom antirussi dell’esercito e delle formazioni fasciste di Kiev, e anche dall’estero.

Il regime di Kiev ha reagito stizzito all’alta partecipazione popolare al voto organizzato da quelli che il governo Yatseniuk continua a chiamare ‘terroristi’ ed ha addirittura avvisato che dichiarerà “persone non grate” le centinaia di osservatori internazionali arrivati in Donbass da Roma (tutti forzisti, nessuna traccia dei partiti di sinistra italiani), Praga, Berlino, Mosca, Atene, Belgrado, Washington, Vienna e Sofia, che hanno parlato tutti di elezioni trasparenti e democratiche. Non si sono registrati incidenti particolari, tranne la scoperta e la neutralizzazione di due commandos di sabotatori armati e pronti ad attaccare i seggi in due cittadine, Marinovka e Yelenovka. 
Nonostante questo l’Unione Europea, gli Stati Uniti e una lunga sfilza di istituzioni internazionali hanno tuonato contro le elezioni di domenica, tacciate di farsa, di provocazione, di attentato alla pace e all’unità dell’Ucraina e definite “illegali e illegittime”. Non si sono discostati dal coro, naturalmente, né Renata Mogherini né il suo successore alla Farnesina Paolo Gentiloni. 
Da parte sua invece il governo di Mosca – che ieri ha spedito nel Donbass un nuovo convoglio di camion carichi di aiuti umanitari per la popolazione assediata – ha riconosciuto la validità delle elezioni separate di domenica, dopo aver accettato l’esito di quelle organizzate in Ucraina dai nazionalisti sotto l’egida di Ue e Nato, e si è detta delusa dalla reazione scomposta dell'Occidente.

Il risultato emerso dalle urne era quello atteso e la vittoria se la sono aggiudicata gli attuali lea­der delle due Repub­bli­che, Alek­sandr Zakhar­cenko e Igor Plot­ni­tskij. Il primo ha ottenuto circa 765mila voti (oltre l’80%), con­tro i circa 112mila del vice Pre­si­dente del par­la­mento della Novo­ros­sija (l’unione delle due repubbliche) Aleksandr Kof­man e i 93mila del deputato del Soviet Supremo Jurij Sivokonenko. A Lugansk Plot­ni­tskij ha preso 445mila voti (il 64%) sbaragliando due sfidanti che si sono fermati rispettivamente al 10 e al 7,2%. 
Dal punto di vista politico dopo l’esclusione “tecnica” dei partiti ereditati dal panorama politico ucraino - compresi i comunisti che avrebbero compiuto alcuni errori nella presentazione delle loro candidature - ad affermarsi nelle due repubbliche sono state liste collegate con i due leader vincitori. Quindi «Repub­blica di Done­tsk» capeg­giata da Zakhar­cenko e «Pace a Lugansk» guidata da Plot­ni­tskij hanno stravinto sbaragliando gli avversari. Il 38enne responsabile della difesa di Donetsk prima della sua scelta alla guida della Repubblica Popolare di Donetsk e il 50enne ex ministro della Difesa della Repubblica di Lugansk hanno guidato coalizioni eterogenee, improntate al nazionalismo, in molti casi all'antifascismo e ad una certa ‘nostalgia’ nei confronti dell’Unione Sovietica, con la presenza anche di ampi settori di sinistra. Esclusi dal voto invece Pavel Gubarev e il suo movimento ‘Nuova Russia’, collegati invece con movimenti nazionalisti russi decisamente più reazionari.

Chiuse le operazioni di voto i militari e gli estremisti di destra inquadrati nei battaglioni punitivi hanno subito intensificato i bombardamenti su Donetsk e su altre località del Donbass, dove si teme l’inizio imminente di una massiccia offensiva governativa. Stamattina numerosi sono stati i colpi di mortaio e di cannone sparati contro l’aeroporto della maggiore città ribelle. Inizio modulo

Ieri il presidente ucraino Petro Poroshenko aveva d’altronde annunciato che Kiev intende rivedere l'accordo di pace siglato a Minsk a inizio settembre e mai rispettato. 


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Ukraine communists comment on elections in Donetsk and Lugansk

By Greg Butterfield on November 7, 2014 

On Nov. 2, against the backdrop of the U.S. and NATO’s provocative “Iron Sword” war games in nearby Lithuania, residents of the Donetsk and Lugansk People’s Republics (DNR and LC) went to the polls for the first elections since declaring independence from Ukraine. 

Donetsk Prime Minister Alexander Zakharchenko won 75 percent of the vote, while in Lugansk, Prime Minister Igor Plotnitsky won with 63 percent. Both incumbents’ parties won strong majorities in the Supreme Soviet. Washington, the European Union and the Organization for Security and Cooperation in Europe all joined Ukraine’s far-right regime in denouncing the vote as “illegitimate.”

Workers World is publishing a statement issued by the revolutionary Marxist organization Union Borotba (Struggle), analyzing this important development. WW contributing editor Greg Butterfield translated the statement.

On the elections in the Donetsk and Lugansk People’s Republics

Despite continued shelling in areas of Donbass by Kiev’s armies, there was mass participation by residents of the Donetsk and Lugansk People’s Republics in the Nov. 2 elections. All TV channels broadcast footage of the long lines at polling stations in the DNR and LC.

The activity of Donbass residents at the polls shows that, despite all the hardships of the civil war, they have remained faithful to the choice made in the May 11 referendum [for independence from Ukraine].

Despite the war and internal turmoil, despite the fact that transformations in the interests of the people have not really begun, the people’s republics remain much more attractive to the people of Donbass than the state of Ukraine, which is under the full control of the new neoliberal bureaucrats and far-right politicians.

Voter turnout in the DNR and LC contrasts vividly with the de facto boycott of the Oct. 26 elections to the Verkhovna Rada [parliament] of Ukraine by residents of the southeast regions remaining under the rule of the nationalist regime in Kiev. The power of the nationalists in Odessa and Kharkov, Dnepropetrovsk, Kherson and Nikolayev is based on fear and terror. The power of the militias and civilian institutions of the DNR and LC, by contrast, has the support of the population.

However, despite the high voter turnout, the elections in the DNR and LC revealed serious shortcomings in the political system of people’s republics. These deficiencies are caused first of all by the continuation of the war, despite the formal truce.

Some of the militia commanders objected to holding the electoral campaign under these conditions, since significant areas of the republics are under Kiev’s control, and the militia fighters — the most active part of the population — would not be able to fully take part in the elections.

As a result, the campaign did not become a public debate on the development of the people’s republics. Several political parties and individual leaders of the militia were not included on the ballot. Especially troubling was the exclusion of the Communist Party of the DNR from the race.

The elections show that the original democratic, anti-fascist and anti-oligarchic direction of the uprising in Donbass is under threat. There are major forces, and not only within the DNR and LC, that do not want the people’s republics to become an example of revolutionary anti-capitalist development and grassroots democracy. In the republics there are forces that are trying to replace the anti-oligarchic and anti-fascist tendencies of the popular uprising with archaic ideas, thus directing the energy of the masses onto a track that is safe for the old elites.

The winners of the elections will have to justify the trust which the citizens of the DNR and LC gave them in the Nov. 2 election. This means, first of all, to waste no time implementing the promised nationalizations and building of a people’s economy. Not in words but in deeds, the oligarchs and their henchmen must be removed from the decision-making process. On this depends the fate of the people’s republics, which the people showed their support for on May 11 and again on Nov. 2.

The Nov. 2 election showed that the people of Donbass believe that “another world is possible,” so all is not lost.


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On elections in Donetsk and Lugansk

By Greg Butterfield on November 16, 2014 

On Nov. 2, against the backdrop of the U.S. and NATO’s provocative “Iron Sword” war games in nearby Lithuania, residents of the Donetsk and Lugansk People’s Republics (DNR and LC) went to the polls for the first elections since declaring independence from Ukraine.

Donetsk Prime Minister Alexander Zakharchenko won 75 percent of the vote, while in Lugansk, Prime Minister Igor Plotnitsky won with 63 percent. Both incumbents’ parties won strong majorities in the Supreme Soviet. Washington, the European Union and the Organization for Security and Cooperation in Europe all joined Ukraine’s far-right regime in denouncing the vote as “illegitimate.”

Workers World is publishing a statement issued by the revolutionary Marxist organization Union Borotba (Struggle), analyzing this important development. WW contributing editor Greg Butterfield translated the statement.

Despite continued shelling in areas of Donbass by Kiev’s armies, there was mass participation by residents of the Donetsk and Lugansk People’s Republics in the Nov. 2 elections. All TV channels broadcast footage of the long lines at polling stations in the DNR and LC.

The activity of Donbass residents at the polls shows that, despite all the hardships of the civil war, they have remained faithful to the choice made in the May 11 referendum [for independence from Ukraine].

Despite the war and internal turmoil, despite the fact that transformations in the interests of the people have not really begun, the people’s republics remain much more attractive to the people of Donbass than the state of Ukraine, which is under the full control of the new neoliberal bureaucrats and far-right politicians.

Voter turnout in the DNR and LC contrasts vividly with the de facto boycott of the Oct. 26 elections to the Verkhovna Rada [parliament] of Ukraine by residents of the southeast regions remaining under the rule of the nationalist regime in Kiev. The power of the nationalists in Odessa and Kharkov, Dnepropetrovsk, Kherson and Nikolayev is based on fear and terror. The power of the militias and civilian institutions of the DNR and LC, by contrast, has the support of the population.

However, despite the high voter turnout, the elections in the DNR and LC revealed serious shortcomings in the political system of people’s republics. These deficiencies are caused first of all by the continuation of the war, despite the formal truce.

Some of the militia commanders objected to holding the electoral campaign under these conditions, since significant areas of the republics are under Kiev’s control, and the militia fighters — the most active part of the population — would not be able to fully take part in the elections.

As a result, the campaign did not become a public debate on the development of the people’s republics. Several political parties and individual leaders of the militia were not included on the ballot. Especially troubling was the exclusion of the Communist Party of the DNR from the race.

The elections show that the original democratic, anti-fascist and anti-oligarchic direction of the uprising in Donbass is under threat. There are major forces, and not only within the DNR and LC, that do not want the people’s republics to become an example of revolutionary anti-capitalist development and grassroots democracy. In the republics there are forces that are trying to replace the anti-oligarchic and anti-fascist tendencies of the popular uprising with archaic ideas, thus directing the energy of the masses onto a track that is safe for the old elites.

The winners of the elections will have to justify the trust which the citizens of the DNR and LC gave them in the Nov. 2 election. This means, first of all, to waste no time implementing the promised nationalizations and building of a people’s economy. Not in words but in deeds, the oligarchs and their henchmen must be removed from the decision-making process. On this depends the fate of the people’s republics, which the people showed their support for on May 11 and again on Nov. 2.

The Nov. 2 election showed that the people of Donbass believe that “another world is possible,” so all is not lost.





La prossima guerra di Libia

1) ENI in Libia. Chi finanzia? (di Marco Palombo, 19/11/2014)
2) L'Italia si prepara ad un intervento militare in Libia? Ce lo chiederà l'Europa! (di Sergio Cararo, 26/11/2014)
3) Sacrosanto ministro Gentiloni (di Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci, 27.11.2014)


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http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=2814

Eni in Libia. Chi finanzia?

19 NOVEMBRE 2014

In Libia in questo momento ci sono due governi. A Tobruk ha sede l' esecutivo, uscito dalle “elezioni” del 25 giugno 2014, (ha votato il 18% degli aventi diritto), sostenuto da Francia, Arabia saudita ed Egitto e, generalmente, riconosciuto all' estero come “il governo legittimo”. Ma a Tripoli c’è un altro esecutivo che controlla tutta la Tripolitania, frutto di una alleanza tra islamisti radicali del cartello “Alba libica”, islamisti moderati e le milizie di Misurata. Questo esecutivo è sostenuto da Qatar e Turchia; e l' Italia è l' unico paese occidentale ad avere ancora la sua ambasciata aperta a Tripoli. Gli interessi italiani, cioè le attività dell' Eni, sono localizzate in questa parte di Libia e, paradossalmente, nel 2014, anno in cui è esplosa la guerra tra i due “governi”, la produzione petrolifera libica è risalita da 2/300 mila barili di petrolio al giorno a 900 mila barili, avvicinandosi alle quantità che erano estratte prima della guerra del 2011.

La posizione italiana è indubbiamente delicata e i due grandi quotidiani della borghesia, “Sole24ore” e “Corriere della Sera”, hanno assunto sulla questione posizioni molto divergenti.

Alberto Negri sul Sole24ore, il 7 novembre, dopo aver descritto la situazione, sostiene che: “…Questo è un momento favorevole per cogliere alcune opportunità – ristabilire l' influenza italiana in almeno una parte della Libia- ma è pure una situazione carica di rischi. Qualunque posizione che appoggi Tobruk danneggia la nostra presenza in Tripolitania. Se però ci sbilanciamo troppo su Tripoli rischiamo di perdere la copertura internazionale

Ma molto più preoccupato è un editoriale sul Corriere della Sera del 12 novembre, dove Franco Venturini si domanda: “E se un giorno ci svegliassimo con i tagliagole dell' Isis davanti alla porta di casa?” e descrivendo la situazione della Libia con tinte molto più forti di Negri, continua: “ E intanto gruppi legati all'Isis stabiliscono alleanze con settori dell' arco islamista “Alba libica”, si infiltrano in Ansa al Sharia per poi prenderne il posto come hanno imparato a fare in Siria,.. sono probabilmente all' origine delle notizie di decapitazioni che giungono dalla Cirenaica, preparano, insomma, una offensiva strisciante che porti a un Califfato mediterraneo.” Così descritto il quadro, Venturini prospetta, comunque, una via di uscita: ”La Libia, anche oggi, vive delle esportazioni di petrolio e di gas. E' quella la cassa attorno alla quale ci si massacra e anche l'Isis di certo non la trascura. Un embargo energetico della comunità internazionale potrebbe costringere le milizie alla ragione, per sopravvivere”. Nelle righe successive ammetteva quindi che il sacrificio maggiore sarebbe stato per l' Eni e l' Italia, ma concludeva che comunque potrebbe bastare la sola minaccia di embargo per risolvere la situazione, senza dover passare a mettere in pratica il boicottaggio.

Se è vero quanto ci raccontano Negri e Venturini, non è fantapolitica ipotizzare che l' Eni, per continuare la sua attività, debba avere rapporti, e forse finanziare, le milizie armate incrementando così la guerra civile libica e il terrorismo islamico più feroce; quello – per capirci –  che oggi in Cirenaica taglia le teste e uccide le poche donne che osano fare attività politica. Tutto questo mentre l’Italia manda quattro Tornado (sono cacciabombardieri capaci di portare 9 tonnellate di proiettili, missili e altre munizioni, altro che “ricognitori”) in Kuwait. Per operazioni in Iraq contro l'isis. Per combattere il terrorismo islamico.

Ma, l’ENI chi finanzia?

Marco Palombo




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L'Italia si prepara ad un intervento militare in Libia? Ce lo chiederà l'Europa!

di Sergio Cararo
Mercoledì, 26 Novembre 2014


L'Italia sarebbe in prima linea per un eventuale intervento militare in Libia. A confermarlo è oggi il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, intervistato da Repubblica, ha detto che in Libia l'Italia interverrebbe sicuramente in una missione di peacekeeping, ma “rigorosamente sotto l'egida dell'Onu”. “La Libia”, ha precisato Gentiloni, “rappresenta per noi un interesse vitale per la sua vicinanza, il dramma dei profughi, il rifornimento energetico… Non a caso manteniamo aperta a Tripoli la nostra ambasciata che fornisce un supporto logistico insostituibile alla mediazione dell’Onu”. Nella regione mediorientale sottolinea il ministro degli esteri “Non potremo più delegare gli americani, peraltro strategicamente meno interessati di noi alle sorti del Medio Oriente”.

Che i paesi della Nato – e soprattutto l'Italia e altri paesi europei – stiano preparando un intervento militare in Libia, era nell'aria da tempo. Il New York Times dell'11 novembre riporta che il professore Vandewalle, studioso statunitense noto anche in Italia per libro di storia della Libia, ha di recente proposto che l’Unione europea invii una forza militare in quel paese con il compito di proteggere le istituzioni legali uscite dalle elezioni del 25 giugno scorso, le infrastrutture e la produzione di petrolio così da rafforzare il governo e accendere una speranza di stabilità. Interessante e inquietante la motivazione secondo cui dovrebbero essere la Ue e non l'Onu a intervenire militarmente in Libia, Vandewalle indica infatti l’Unione Europea perché nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la Russia certamente si opporrebbe. “I paesi dell’Ue potrebbero decidere di intervenire anche senza mandato, ma sempre sotto il crisma della legalità internazionale qualora percepissero l’urgente necessità di proteggere la popolazione libica e si inducessero perciò a esercitarne la relativa responsabilità.”

L'ultima newsletter di Affari Internazionali (molto vicina agli ambienti Nato) riferisce inoltre che la mediazione avviata dalle Nazioni Unite in Libia, basata sul riconoscimento delle istituzioni uscite dalle elezioni, è stata affondata dalla sentenza della Corte Suprema libica che le ha invalidate il 6 novembre scorso. Quindi non ci sarebbero alternative ad un “intervento stabilizzatore” degli stati occidentali. Il prof. Vandewalle sembra, tra l'altro, aver previsto ogni aspetto e ogni possibile contestazione a tale scenario, spiegando che “Se l’Unione Europea beneficiasse di una solidarietà di politica estera il modo di intervenire, anche senza un mandato dell’Onu, potrebbe essere quello di raccogliere la richiesta delle istituzioni libiche che hanno vinto le elezioni”.

A questo clima di crescente eccitazione interventista in Libia, non sembrano affatto estranei i doppi colloqui tra l'Italia di Renzi e l'Egitto di Al Sisi, prima al Cairo mesi fa e in questi giorni a Roma. La convergenza di interessi tra Roma e il Cairo per sostenere il “governo libico di Tobruk” (filo egiziano e filo occidentale) contro la fazione jihadista che controlla il resto del paese, potrebbe rientrare nella più vasta escalation contro l'Isis sulla quale l'Egitto conta molto. Anche nella visita di questi giorni in Italia, Al Sisi ha insistito che la lotta contro i Fratelli Musulmani e i gruppi jihadisti nel Sinai e la “stabilizzazione della Libia” sono parte integrante della campagna contro l'Isis. Su questo Egitto e Italia hanno un interesse strategico convergente e obiettivo. Non certo casualmente, Al Sisi dopo la visita in Italia è andato in Francia, altra potenza europea con enormi responsabilità e interessi su quanto è accaduto in Libia.

Come noto e come ribadito anche dal ministro degli esteri italiano Gentiloni, la posta in gioco sulla sponda sud del Mediterraneo è sempre grossa. In Libia infatti, nonostante il caos e gli scontri, la produzione petrolifera – quella che interessa le multinazionali e gli Stati imperialisti – è tornata a crescere, con alti e bassi vorticosi ovviamente, ma è tornata a crescere. L' Aspo, associazione per lo studio del picco petrolifero, ha confermato l’ aumento della produzione libica nel 2014. Dopo il colpo di stato contro Gheddafi e la guerra civile nel 2011, c'era stato un crollo, nel 2013 la produzione era ritornata ad un milione di barili il giorno, c'era stato un nuovo crollo nel primo trimestre del 2014, scendendo a 200.000 barili/giornalieri, risalito poi gradualmente  fino a 900 mila b/g  proprio nei mesi del 2014 in cui lo scontro tra le due principali fazioni si radicalizzava. E' la conferma che la destabilizzazione e la disgregazione degli Stati produttori o esportatori di materie prime – sistematicamente perseguita dagli Stati Uniti e dall'Unione Europea – porta sì alla dissoluzione degli Stati più deboli ma assicura il flusso delle risorse, facilitando la “contrattazione” con soggetti più divisi, deboli e con meno potere negoziale di uno Stato.

Ha un bel dire Roberto Aliboni, consigliere dell'Istituto Affari Internazionali, che un intervento militare sarebbe sconsigliato e sarebbe meglio privilegiare il terreno diplomatico. Le forze e gli interessi che spingono per un intervento militare europeo ed italiano di “stabilizzazione” della Libia, sembrano avere più carte da giocare. Prepariamoci al peggio. Ce lo chiede l'Europa.


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Sacrosanto ministro Gentiloni

di Tommaso Di Francesco e Manlio Dinucci
su Il Manifesto del 27.11.2014

«L’Italia sta attrez­zan­dosi per fron­teg­giare la guerra che le si pre­senta alle porte?»: Gad Ler­ner è andato a chie­derlo al nuovo mini­stro degli esteri, Paolo Gen­ti­loni, «for­ma­tosi nella cul­tura del paci­fi­smo e del disarmo, oggi rimessa dram­ma­ti­ca­mente in discus­sione dall’incendio che divampa lungo tutta la sponda sud del nostro mare, a comin­ciare dalla vici­nis­sima Libia».

Nell’intervista (la Repub­blica, 26 novem­bre), che il mini­stero degli esteri riporta nel suo sito dan­dole carat­tere uffi­ciale, Gen­ti­loni riba­di­sce che, di fronte all’attuale crisi libica, «certo non rim­pian­giamo la caduta di Ghed­dafi: abbat­terlo era una causa sacro­santa». Spiega quindi che, poi­ché «la Libia rap­pre­senta per noi un inte­resse vitale per la sua vici­nanza, il dramma dei pro­fu­ghi, il rifor­ni­mento ener­ge­tico», il governo sta lavo­rando, manco a dirlo, per «un inter­vento di pea­ce­kee­ping, che vedrebbe l‘Italia impe­gnata in prima fila». E alla domanda di Ler­ner se «biso­gna rive­dere la stra­te­gia del disim­pe­gno occi­den­tale nella lotta con­tro l’Isis», risponde: «È un impe­gno che ricade natu­ral­mente anche sull’Italia, con i suoi otto­mila km di coste, ma tutta l’Europa è chia­mata a farsi carico di affron­tare que­sta minac­cia». E aggiunge che «abbiamo col­ti­vato l’illusione di un mondo futuro tran­quillo e paci­fi­cato, ma ora sap­piamo di non poter più dele­gare le nostre respon­sa­bi­lità agli ame­ri­cani, stra­te­gi­ca­mente meno inte­res­sati di noi alle sorti del Medio Oriente».

Que­sta in sin­tesi l’intervista che, se non fosse per la dram­ma­ti­cità dell’argomento, rischia di appa­rire come un tea­trino comico.

Paolo Gen­ti­loni (Pd), for­ma­tosi secondo Ler­ner nella «cul­tura del paci­fi­smo e del disarmo» — come si sa, in Ita­lia tutti sono stati da gio­vani con­tro la guerra, (per­fino Benito Mus­so­lini) — è però ora espo­nente di quello schie­ra­mento poli­tico bipar­ti­san che, strac­ciato l’articolo 11 della nostra Costi­tu­zione (e l’allora trat­tato di ami­ci­zia italo-libico), ha messo a dispo­si­zione nel 2011 le basi e le forze aeree e navali dell’Italia per la guerra Usa/Nato alla Libia. In sette mesi i cac­cia­bom­bar­dieri, decol­lando per la mag­gior parte dall’Italia, effet­tua­vano 30mila mis­sioni, di cui 10mila di attacco, con impiego di oltre 40mila bombe e missili.

Veni­vano allo stesso tempo infil­trate in Libia forze spe­ciali, tra cui migliaia di com­man­dos qata­riani e occi­den­tali. Veni­vano finan­ziati e armati i set­tori tri­bali ostili al governo di Tri­poli e anche gruppi isla­mici fino a pochi mesi prima defi­niti terroristi.

Tra que­sti, i primi nuclei del futuro Isis, frutto diretto della «sacra­sonta», per Gen­ti­loni, cac­ciata di Ghed­dafi — che, dopo aver con­tri­buito a rove­sciare il Colon­nello libico, sono pas­sati in Siria per rove­sciare Assad.

Una domanda: ma se è sacro­santo l’abbattimento di Ghed­dafi per­ché non dovrebbe essere altret­tanto «sacro­santo» l’Isis che è stato il pre­ve­di­bile effetto col­la­te­rale di quella guerra voluta a tutti i costi dalla Nato?

Qui in Libia, a Ben­gasi l’11 set­tem­bre 2012, le mili­zie jiha­di­ste si sono ribel­late agli alleati e istrut­tori Usa assal­tando il con­so­lato ame­ri­cano e ucci­dendo l’ambasciatore Chris Ste­vens. Uno smacco per gli Usa. Si dimise il capo della Cia Petraeus e uscì di scena il segre­ta­rio di Stato Hil­lary Clin­ton (è la spina nel fianco della sua can­di­da­tura presidenziale).

E in Siria, nel 2013, è nato l’Isis che ha rice­vuto finan­zia­menti, armi e vie di tran­sito dai più stretti alleati degli Usa (Ara­bia Sau­dita, Qatar, Kuwait, Tur­chia, Gior­da­nia) in un piano coor­di­nato da Washing­ton (in barba al «disim­pe­gno occi­den­tale» di cui parla Ler­ner), lan­ciando poi l’offensiva in Iraq.

Ma a quanto pare per l’Italia è come se que­sto disa­stro non fosse mai acca­duto. È la stessa Ita­lia che ha con­tri­buito ad appic­care «l’incendio» di cui parla Ler­ner, sca­tu­rito dalla demo­li­zione dello Stato libico e dal ten­ta­tivo, non riu­scito, di demo­lire quello siriano in base agli inte­ressi stra­te­gici degli Usa e delle mag­giori potenze euro­pee, pro­vo­cando cen­ti­naia di migliaia di vit­time (per la mag­gior parte civili) e milioni di profughi.

La bat­tuta non-sense di Gen­ti­loni che gli Usa sono «stra­te­gi­ca­mente meno inte­res­sati di noi alle sorti del Medio Oriente» è un penoso ten­ta­tivo di nascon­dere la realtà.

Il lan­cio in Libia di una ope­ra­zione di «pea­ce­kee­ping» (ossia di guerra, visto il caos mili­tare libico), con l’Italia in prima fila, rien­tra nei piani di Washing­ton che, non volendo impe­gnare truppe Usa in una ope­ra­zione ter­re­stre in Nor­da­frica (che nella stra­te­gia Usa è con­si­de­rato un tutt’uno col Medio Oriente), cerca alleati dispo­ni­bili a farlo e a pagarne costi e rischi.

Già nel giu­gno 2013, nell’incontro col pre­mier Letta al G8, il pre­si­dente Obama chiese «una mano all’Italia per risol­vere le ten­sioni in Libia». E Letta, da sco­laro modello, portò il com­pito già fatto: «Un piano ita­liano per la Libia». 

Quello che il pre­mier Renzi ha copiato e ora ripro­pone per bocca del sacro­santo Gen­ti­loni, pro­mosso a mini­stro degli esteri anche per i meriti acqui­siti quale pre­si­dente della sezione Italia-Stati Uniti dell’Unione Interparlamentare.




Zingari

1) “Bambino rapito dagli zingari”. Una storia di ordinario razzismo e disinformazione (Mario Di Vito, Contropiano)
2) Alla "Zanzara", trasmissione di Radio 24, invitano a «termovalorizzare i rom» e allo «sterminio completo degli zingari, donne, uomini e bambini» (di Stefano Pasta, Famiglia Cristiana)


Vedi anche:
Matteo Salvini (Lega Nord) basa la campagna elettorale sull'odio contro i rom
Si presenta al campo con una berlina nera superlusso. Vistosi circondato, fa accelerare rischiando di assassinare alcuni contestatori


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Succede tre-quattro volte l'anno, da secoli. Nel 2008 a Ponticelli è stata l'occasione per scatenare un pogrom:
https://www.cnj.it/AMICIZIA/rom.htm#pogrom08

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http://contropiano.org/articoli/item/27655

“Bambino rapito dagli zingari”. Una storia di ordinario razzismo e disinformazione

Mario Di Vito, 21 Novembre 2014

Non era vero niente. Eppure ci hanno creduto tutti. I giornali – anche quelli più “prestigiosi”, uno su tutti il Messaggero – hanno rilanciato la notizia e sui social network la vicenda ha scatenato la solita ondata di indignazione mista a razzismo e qualunquismo che tanto va di moda, soprattutto negli ultimi mesi.

La storia è quella accaduta qualche giorno fa in via di Tor Tre Teste, a Roma, nei pressi del Casilino 900, uno dei più grandi campi rom d'Europa: due zingari avrebbero provato a rapire un bambino e poi, dopo le urla e l’allarme fatto scattare dalla madre, sarebbero stati bloccati durante la fuga e arrestati dalla polizia. 

Un argomento perfetto per i «due minuti d'odio» che Facebook regala ogni giorno ai suoi utenti pronti a condividere qualsiasi link. D'altra parte, se la notizia non era vera, almeno era verosimile: lo sanno tutti che “gli zingari rubano i bambini”. E' una verità acclarata per l'italiano medio, che poi però si lamenta quando altrove lo ritraggono seduto a tavola davanti a un piatto di maccheroni, con i baffi, la coppola, il mandolino se va bene o la lupara a canne mozze in spalla. 

Comunque, dopo il lancio in grande stile della notizia degli zingari che rubano i bambini, tra titoloni di stampa e indignazione generale, ecco che arriva la smentita della questura: l'uomo che ha tentato di rapire il bimbo era suo padre. Lui e la madre sono in lite da tempo e si contendono il piccolo. Insomma, una storia di cronaca che anche in una giornata completamente priva di notizie avrebbe faticato a trovare uno spazio decente in pagina. Però, anche senza certezze, basta aggiungere una parolina magica per fare della non notizia una bella apertura, per spararla online e guadagnare vagonate di clic – e di introiti pubblicitari – e di commenti. Basta aggiungere la parola «rom» nel titolo e il gioco è fatto. Fa niente che le indagini fossero in corso e che nessuna fonte ufficiale avesse anche solo accennato all'eventualità del tentato rapimento da parte dei temutissimi zingari. 

Era già successo a fine settembre, quando Alex Giarrizzo, il padre di Borgaro Torinese che aveva denunciato un tentato rapimento del figlio di tre anni da parte degli ‘zingari’ alla fine aveva dovuto ammettere che si era inventato tutto.

La sociologia da salotto, quella che tanto va di moda nei talk show pomeridiani, ha tirato fuori dal dimenticatoio un refrain da Uomo Qualunque: la «guerra tra poveri». Ovvero, il momento in cui quelli col passaporto italiano – che non ce la fanno più ad arrivare alla fine del mese, che sono vessati da un regime fiscale troppo pesante, che non trovano la casa popolare e non riescono a mandare il figlio all'asilo nido – entrano in conflitto con quelli che hanno un passaporto extracomunitario, che rubano per arrivare alla fine del mese, non pagano le tasse e, in cambio, una classe politica corrotta e perbenista concede loro la casa popolare e il posto garantito all'asilo nido per il figlio. E pure champagne e caviale. Basterebbe guardare i dati – ma, si sa, leggere costa fatica – per rendersi conto che così non è, che questa realtà esiste solo sui manifesti elettorali della Lega Nord e della galassia neofascista: l'Italia è il paese europeo che sta in fondo alla classifica per numero di rifugiati politici sul suo territorio. E' per questo che nessuno, al di là delle Alpi, ci dà retta quando parliamo di invasione di extracomunitari. Ci prendono per scemi, o per furbetti, o per fantasiosi sparacazzate.

Troppo difficile andare a guardare cos'è davvero «Mare Nostrum», il Dublino II, le nostre tremende leggi sull'immigrazione. Molto meglio mettere «rom» nel titolo e guadagnare valanghe di accessi unici al sito del proprio giornale, fa niente per le conseguenze sociali di un comportamento del genere.

Nei giorni dell'ira e dell'indignazione a Tor Sapienza, quando l'odio si riaffaccia e chi vuole acquisire credito politico soffiando sul fuoco non si fa scrupolo a farlo, la stampa si riscopre complice di un sistema perverso che, in parte, ha contribuito a creare. Per il giornalista inglese John Foot, un paese la cui stampa usa ancora in maniera disinvolta la parola «vu cumprà», non può essere preso sul serio, è un paese razzista. Altro che guerra tra poveri, questa è una guerra tra poveri e poveri stronzi.


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http://www.famigliacristiana.it/articolo/alla-zanzara-fare-dei-rom-cibo-per-maiali.aspx

ZANZARA SHOCK: «FARE DEI ROM CIBO PER MAIALI»


21/11/2014  Alla trasmissione di Radio 24 si dà spazio alle tesi che invitano a «termovalorizzare i rom» e allo «sterminio completo degli zingari, donne, uomini e bambini» e citano le intuizioni in materia di Adolf Hitler. Esagerato? Ma no, secondo il conduttore Cruciani «uno può dire quello che vuole».



di Stefano Pasta


Sintonizzandosi sulla trasmissione di punta della radio di Confindustria, si possono ascoltare inviti allo sterminio dei rom, con tanto di citazioni dell’illustre predecessore Adolf Hitler.

Il sindaco leghista di Concamarise, Cristiano Zuliani, commentando l’invito della Presidente del Parlamento Boldrini a «valorizzare i rom», scrive su Facebook: «La ga rason... i rom i va termovalorizzati...». Per l’autore si tratta «di un profilo ironico», per i conduttori della Zanzara un’occasione da non farsi sfuggire. Ieri, 20 novembre, Cruciani e Parenzo l’hanno subito chiamato e, tra i racconti della gesta del nonno in camicia nera, hanno dato ampio risalto alle sue tesi.

Del resto, alla trasmissione di Radio 24 le sparate scorrette vanno alla grande. Solo l’altro ieri Cruciani definiva «noiose» le parole della presidente della Camera Laura Boldrini contro il sessismo e la violenza sulle donne, precisando che bisogna «smetterla con questi discorsi», «evviva le donne nude in pubblicità», concludeva il conduttore della Zanzara. «Diciamolo: un bel c…. di donna fa vendere il prodotto» (naturalmente, non volendo usare il linguaggio di Cruciani facciamo fatica a citarne anche solo una frase, perché nella sua trasmissione il turpiloquio è elevato a sistema).

Il peggio però era andato in onda mercoledì 12 dicembre, quando i due noti giornalisti hanno ospitato le tesi genocidarie sui rom, nella sostanziale indifferenza generale. Tal Giorgio da Genova telefona al conduttore Cruciani, che conosce il contenuto del suo intervento e assapora lo scoop, iniziando ad auspicare «lo sterminio completo degli zingari, donne, uomini e bambini». Alla domanda interessata del giornalista «se veramente vuol fare dei rom mangime per gli animali», risponde come si organizzerebbe: «Un campo di concentramento, un autocompattatore, da una parte entrano zingari, dall’altra esce mangime per maiali».

In realtà, Cruciani non ha fatto alcuno scoop, l’idea non è così originale. E infatti, nei suoi cinque minuti di gloria concessagli da Radio 24, Giorgio da Genova spiega l’illustre riferimento teorico: «Il Mein Kampf se non sbaglio, dice: un animale se lo addestri cambia, uno zingaro non cambia». Adolf Hitler dixit, insomma.

L'OSPITE CITA IL MEIN KAMPF DI HITLER. MA PER CRUCIANI "OGNUNO PUÒ DIRE QUELLO CHE VUOLE"

Bastava interrompere il collegamento telefonico – anzi, non dargli proprio spazio, dato che il contenuto era ben noto – e invece, a questo punto, va in onda uno scambio di battute tra i due conduttori con un’abile e furba modalità di prendere le distanze, continuando a far parlare il tal Giorgio e fregandosi le mani per l’audience presumibilmente in crescita.

Nel gioco delle parti tra i due giornalisti, Parenzo interpreta quella dello “scandalizzato”, mentre il collega fa “il paladino della libertà d’espressione”. Solo presunta libertà d’espressione, essendo più nel campo dell’apologia di genocidio e dell’incitamento pubblico all’odio razziale. Spiega Cruciani: «Uno può dire quello che vuole».

È una tesi che fa più male dei riferimenti al Mein Kampf di Hitler e che dimostra come l’Italia non abbia fatto ancora i conti con quella pagina della sua storia in cui, durante il regime fascista, famiglie rom e sinti subivano il rastrellamento – l’ospite di Cruciani e Parenzo direbbe «completo: donne, uomini e bambini» – e l’internamento in campi di concentramentoin località italiane (Boiano, Prignano, Gonars, Agnone, Pedasdefogu...) rimosse dalla nostra memoria nazionale.

Da qui erano inviati ad Auschwitz e nei lager nazisti, dove venivano mandati al lavoro forzato, poi gasati e passati nei forni crematori. Rita Prigmore, sinta tedesca sopravvissuta agli esperimenti nazisti del dottor Mengele ad Auschwitz, ha raccontato come morì bambina sua sorella gemella Rolanda: «I medici le avevano fatto delle iniezioni di inchiostro negli occhi per tentare di cambiarle colore».

Furono tra 500 mila e il milione i rom e sinti uccisi dal piano genocidario nazifascista, proprio secondo le tesi ospitate da Radio 24 e rilanciate da Cruciani con rivendicazione vanitosa e compiaciuta del “politicamente scorretto”.

Il tutto veniva trasmesso da Milano, nelle stesse ore in cui i fiumi della città esondavano e, ancora una volta, i rom erano tra coloro che pagavano il conto più salato. Il Lambro straripava e travolgeva tutti gli averi di alcune famiglie che avevano costruito le loro baracche sul greto del fiume. Ma la radio di Confindustria non se ne accorgeva, faceva più notizia (e audience) discettare di come trasformare i rom in cibo per animali.

Davvero si “può dire quel che si vuole”? Se così fosse, ha ancora un senso che nel giornalismo si parli di deontologia professionale? E ancora, l’Ordine dei giornalisti non ha nulla da dire?Merita ricordare che i responsabili dell’emittente ruandese “Radio Mille Colline”, che durante il genocidio del 1994 incitavano ad andare fino in fondo con lo sterminio, sono stati condannati dal Tribunale speciale internazionale per il Ruanda a una decina d’anni di carcere. In Italia è reato incitare all’odio e propagandare xenofobia e razzismo?

Sul genocidio di rom e sinti: www.romsintimemory.it



(italiano / more languages)

Aggiornamenti da Ucraina e Donbass / 1: Collegamenti e iniziative


0) INIZIATIVE pubbliche e di controinformazione
1) DOCUMENTI
2) ANALISI E OPINIONI
3) AGGIORNAMENTI da metà settembre a fine novembre 2014


=== 0 ===


--- INIZIATIVE PUBBLICHE:

SIENA, 28 Novembre 2014
alle ore 16:00 nell'aula H - 2° piano Fieravecchia

IL DONBASS RESISTE!

Interverrà un componente della Carovana Antifascista

Proiezioni di immagini, video, e interviste inedite sulla guerra civile che sta distruggendo l'Ucraina

DAS - NO PASARAN

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ROMA, 2 Dicembre 2014 
alle ore 19:00 in piazza Santa Maria in Trastevere

ONORE AI MARTIRI DI ODESSA

Sette mesi ci separano dal massacro che i nazionalisti ucraini hanno compiuto nella Casa dei Sindacati di Odessa. Martedì sera, a Trastevere, onoreremo quei martiri.


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MILANO, 6 Dicembre 2014
dalle ore 14:00 in Piazza dei Mercanti

PER LA PACE IN UCRAINA E NEL DONBASS - CONTRO IL NAZISMO
PER L'INFORMAZIONE CORRETTA E LA VERITA'
МИЛАН PIAZZA MERCANTI 6 ДЕКАБРЯ 2014: 14-19 ЧАСОВ ПРОТЕСТА 
ЗА МИР В УКРАИНЕ И ДОНБАССА В БОРЬБЕ ПРОТИВ ФАШИЗМА

Evento facebook: https://www.facebook.com/events/331534220361177/


--- INIZIATIVE DI CONTROINFORMAZIONE:

Da "Volti del Donbass" a "The Vineyard of Saker – Italia" (24 novembre 2014)


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Dossier su Nato-Ucraina-Russia sul sito del CESPI


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Mappa interattiva degli scontri in Donbass


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*** AGGIORNAMENTI CONTINUI ALLE PAGINE FB: 
https://www.facebook.com/southfrontital
https://www.facebook.com/groups/cdgdgdc/ ***


=== 1: DOCUMENTI ===

« Bataillon Azov » : une milice néo-nazie, des brigades internationales fascistes financés par l'oligarque israélo-ukrainien I.Kolomoisky
TRAD.: Battaglione Azov: una milizia neo-nazista, delle brigate internazionali fasciste finanziate dall'oligarca israelo-ucraino I. Kolomoisky (PM | solidarite-internationale-pcf.over-blog.net - 17/09/2014)

Something very, very interesting has happened in Novorussia (The Vineyard of the Saker, 29/10/2014)
Two senior Novorussian commanders, Igor Bezler and Alexei Mozgovoi have attempted to communicate with those Ukrainians who are on the other side…
TRAD.: Qualcosa di molto, molto interessante è accaduto in Novorossija (The Vineyard of the Saker, 29 ottobre 2014)
Due dei suoi comandanti, Igor' Bezler e Alexej Mozgovoj, parlano per la prima volta, attraverso la mediazione di tre troupe televisive, con alcuni dei loro corrispettivi nell’esercito regolare ucraino. La parte sconvolgente di questi colloqui è l’intesa profonda, sia da parte della Novorossija sia da parte dell’esercito ucraino, su quanto la politica attuale dei nazisti e degli oligarchi abbia rovinato il paese…
VIDEO: Intervista a Bezler: pubblicata il 21 ottobre 2014
http://youtu.be/uVN2wkuL88w (lunghezza: 2 ore e 17 minuti)
VIDEO: Prima videoconferenza di Mozgovoj: pubblicata il 22 ottobre 2014
http://youtu.be/WYy5Y9MQozA (lunghezza: 1 ora e 20 minuti)
VIDEO: Seconda videoconferenza di Mozgovoj: pubblicata il 28 ottobre 2014
http://youtu.be/tC7YGe0SmqQ (lunghezza: 1 ora e 51 minuti)

Invasioni russe (di Enrico Santi, giovedì 6 novembre 2014)
«La psicosi dello spietato invasore russo che vuole occupare l'Europa riesce a raggiungere picchi inaspettati…»

Nazi NATO, Atrocities Committed in Eastern Ukraine, But No War Crimes Tribunals? Why? (By Eric Zuesse - Global Research, November 10, 2014)

MH17. Il reportage censurato dalla BBC (Pandora TV, 19/11/2014)

L'Ustica ucraina fu un errore di chi voleva abbattere Putin? (Giulietto Chiesa, 21/11/2014)

Qualcosa di nuovo sul volo della Malaysia Airlines (17/11/2014)
L’agenzia Reuters ha condotto una video-inchiesta, molto dettagliata quanto ignorata dal maintsream mediatico, sull’abbattimento del MH-17 Malaysia Airlines…

L’avion MH17 de Malaysia Airlines abattu par des avions militaires ukrainiens (Par Prof Michel Chossudovsky, Mondialisation.ca, 20 novembre 2014)
http://www.mondialisation.ca/lavion-mh17-de-malaysia-airlines-abattu-par-des-avions-militaires-ukrainiens/5415052

La foto del battaglione Azov in posa con le bandiere della NATO e delle SS:
(dalla pagina vkontakte di un membro del battaglione, Oleg Pyenya:
Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista"



=== 2: ANALISI E OPINIONI ===

Crise ukrainienne : Poutine, OTAN, Europe, qui sont les vrais responsables ? (Par Alexis Feertchak, sur Le Figaro du 13/08/2014)

Le ragioni del successo della controffensiva di Novorossija (Reseau International 2 settembre 2014)

Cos’è la "Novorossija"? (di Alain Benajam, Reseau Voltaire 11/9/2014)

La responsabilité de l’Occident dans la crise en Ukraine (« HORIZONS ET DÉBATS », 14E ANNÉE, N° 22, 15 SEPTEMBRE 2014)

True Heroes Behind Kiev Ceasefire (23.09.2014 Author: William Engdahl)
TRAD: I veri eroi del cessate il fuoco di Kiev (F. William Engdahl - New Eastern Outlook - 23/09/2014)

Ri-bruciare Stalingrado? La Russia, le sanzioni e le reazioni sproporzionate (di Igor Pellicciari, 23/09/2014)
Alla base delle misure prese da Unione Europea e Stati Uniti contro Mosca c'è un grave errore di valutazione. Un errore che si poteva evitare studiando la storia del popolo russo invece di concentrarsi sull'analisi psicologica di Putin…

The Truth About That 'Russian' Submarine Near Stockholm (By Katrin Scheib, Oct. 20 2014)

Ucraina: economia a picco, il paese consegnato alla Troika (di Marco Santopadre, 22 Ottobre 2014)

Partito Comunista Operaio Russo (RCWP): FAQ riguardanti gli eventi in Crimea e in Ucraina (23/10/2014)

An Interview with "The Saker". The Ukraine, As We Know It, Is Gone Forever (by MIKE WHITNEY, OCTOBER 14, 2014)
TRAD.: Intervista con "The Saker": L'Ucraina, così come la conoscevamo, se ne è andata per sempre (di Mike Whitney * | counterpunch.org - 14/10/2014)
"The Saker" (il falchettoè un ex analista militare nato in Europa da una famiglia di profughi russi. Ora vive in Florida, dove cura il blog "The Vineyard of The Saker" (La vigna del falchetto) ed è un assiduo collaboratore di "Russia Insider". Il comitato internazionale che collabora al blog del "Falchetto" comprende, oltre ai membri originari, altri membri francesi, tedeschi, russi, serbi e dell'Oceania e presto includerà un nuovo membro latino-americano…

Bandera va a Varsavia. I nazionalisti ucraini vogliono annettersi territori polacchi (di Svetlana Homzikova, Voice of Sevastopol – Pravda; 2/11/2014)

La vittoria del banderismo ridurrà l’Ucraina al solo banderastan (Oleg Bondarenko, Fort Russ 29 ottobre 2014)
https://aurorasito.wordpress.com/2014/10/30/la-vittoria-del-banderismo-ridurra-lucraina-al-solo-banderastan/

Eine Monroe-Doktrin für Osteuropa (GFP, 4.11.2014)
Die NATO soll ihren Hegemonialanspruch auf Osteuropa und den Südkaukasus mit einer neuen "Monroe-Doktrin" reklamieren. Diese Forderung stellt eine führende deutsche Tageszeitung zur Diskussion. Demnach lägen Länder wie etwa die Ukraine, Moldawien und Georgien "in einer gefährlichen Grauzone". Man müsse ihnen unabhängig von der Frage einer NATO-Mitgliedschaft einen Status verleihen, der alle "Versuche einer außenstehenden Macht", ihre "Souveränität … zu untergraben", zu einer Aggression "gegen die westliche Allianz" erkläre und für diesen Fall Maßnahmen "knapp" unterhalb der NATO-Beistandsklausel vorsehe. Autor des Meinungsbeitrags ist ein US-Journalist, der Ansichten außenpolitischer Hardliner in den Vereinigten Staaten vertritt und in deutschen Medien schon mehrfach Raum zur Darstellung seiner Positionen erhalten hat. Seine Beiträge stärken die Position deutscher Hardliner, die ihrerseits ein aggressives Vorgehen gegen Russland fordern und sich damit gegen die aktuelle Regierungspolitik wenden. Außenminister Steinmeier hat gestern zum wiederholten Mal erklärt, es sei "wichtig, dass wir damit beginnen, über die Kriterien für Sanktionserleichterungen zu diskutieren". Das habe er "auch im EU-Außenministerrat angeregt"…
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58983

Die Eigendynamik des Umsturzes (Der Ukraine-Konflikt nach den Wahlen in Donezk und Luhansk – GFP, 6.11.2014) 
Nach den Wahlen in der Ostukraine entflammt die Diskussion über die Russland-Sanktionen der EU erneut. Während Teile des Polit-Establishments auch in Berlin sich für ihre Verschärfung aussprechen, plädieren andere dafür, neue Strafmaßnahmen nur gegen die Aufständischen in der Ostukraine zu verhängen und die Sanktionen gegen Russland in absehbarer Zeit zu "überprüfen". Hintergrund ist die militärische Niederlage der Kiewer Truppen Anfang September, die eine Fortführung des Bürgerkriegs zur Zeit nicht angeraten erscheinen lässt: Die Truppen der Aufständischen standen vor der Eroberung der kompletten Küste von der russischen Grenze bis zur Krim. Zudem befindet sich die Ukraine ökonomisch am Rande des Zusammenbruchs; die Erdgasversorgung des Landes ist unmittelbar vor Beginn des bitter kalten ukrainischen Winters weitgehend von Russland abhängig. Um das Abgleiten ins Chaos und einen Kontrollverlust über das soeben erst in die deutsch-europäische Hegemonialsphäre übergegangenen Landes zu verhindern, vermeidet die Berliner Regierungspolitik - vorläufig - erneute Provokationen gegen Moskau. Allerdings verstärken nationalistische Kreise in der Ukraine, die Berlin und Brüssel auf dem Majdan gefördert haben, um den prowestlichen Umsturz durchzusetzen, ihren Druck auf Kiew - mit dem klaren Ziel, den Bürgerkrieg wieder aufzunehmen.
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58985

Putin risponde alla minaccia di McCain (Sottotitoli Italiani - 8/nov/2014)

"Se l'Occidente vuole essere onesto, deve ammettere di aver commesso un errore in Ucraina", Henry Kissinger (10/11/2014)

Ukraine has ignored the far right for too long – it must wake up to the danger (Volodymyr Ishchenko - theguardian.com, Thursday 13 November 2014)
The indifference of officials and mainstream opinion to the election of far-right MPs is hugely worrying…

A Napoli il comando della forza di pronto intervento Nato anti-Russia (Antonio Mazzeo, 15 novembre 2014)

Le manovre della NATO ai confini della Russia (17 Novembre 2014 – da www.avante.pt | Traduzione di Marx21.it)
L'Alleanza Atlantica sta attuando “giochi di guerra” alle frontiere della Russia, che considera le manovre una minaccia alla sicurezza in Europa e un contributo al degrado della situazione in Ucraina, dove la guerra prosegue…
http://www.marx21.it/internazionale/pace-e-guerra/24761-le-manovre-della-nato-ai-confini-della-russia.html

Quanto ci costano le sanzioni alla Russia (di Renzo Rosati - ilVelino/AGV NEWS 18 novembre 2014)
L'Italia si troverà a fine anno con un miliardo di mancate esportazioni…
http://www.ilvelino.it/it/article/2014/11/18/quanto-ci-costano-le-sanzioni-alla-russia/8f29fafc-82ce-49d1-8287-47bb1ba068fc/

Come ti spiego l'economia ucraina in un solo minuto (Pepe Escobar - 18 novembre 2014 - russia-insider.com)
Pepe Escobar decifra con pochi dati - essenziali e drammatici - la catastrofe dell'economia ucraina, in cui si rispecchia il disastro della politica europea…
http://megachip.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=112374&typeb=0

I bambini dimenticati del Donbass (T. Santi intervista Ennio Bordato, 20/11/2014)
http://italian.ruvr.ru/2014_11_20/I-bambini-dimenticati-del-Donbass-8021/

Distortion and dishonesty: Ukrainian films at the Cottbus Film Festival (By Stefan Steinberg / WSWS, 20 November 2014)

Petro Simonenko: “Ucraina unita e Ucraina Sovietica sono concetti identici” (20 Novembre 2014)
http://www.marx21.it/comunisti-oggi/in-europa/24782-petro-simonenko-ucraina-unita-e-ucraina-sovietica-sono-concetti-identici.html

L'AMMISSIONE (di Giulietto Chiesa, 20/11/2014)
Come mai Kolomoyskyi conosce così tante cose circa l'abbattimento del Boeing? L'Ustica ucraina fu un errore di chi voleva abbattere Putin? 

LAVROV: L'OBIETTIVO DELLE SANZIONI - IL CAMBIO DI REGIME IN RUSSIA (23/11/2014)

Quelli che non condannano il nazismo (di Giulietto Chiesa, 24 novembre 2014)
All'ONU la Russia propone una condanna del nazismo. Ucraina, USA e Canada votano contro. L'Italia si astiene, assieme all'Europa. Capire dove si sta andando …

Anti-fascist rebellion in Ukraine and Donbass
From the talk given by Greg Butterfield at the 2014 Workers World Party National Conference in New York City


=== 3: AGGIORNAMENTI ===

da metà settembre a fine novembre 2014

*** AGGIORNAMENTI CONTINUI ALLE PAGINE FB: 
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https://www.facebook.com/groups/cdgdgdc/ ***


Le sanzioni come atto di violenza (Midnight Rider, 15 settembre 2014)

L’occhio strabico dei media italiani sull’Ucraina (Michele Marsonet, 16 settembre 2014)

Nel battaglione Azov parla inglese… Neonazisti stranieri, mercenari o soldati mandati direttamente dai paesi NATO?
Батальон «Азов» снял на видео собственное поражение 16.09.2014

Ucraina: ratificato l’accordo di associazione con l’UE. “Momento glorioso per la democrazia” dice Schulz (16/09/2014)
http://it.euronews.com/2014/09/16/ucraina-ratificato-l-accordo-di-associazione-con-l-ue-momento-glorioso-per-la-democrazia-dice-schulz/
VIDEO: http://it.euronews.com/2014/09/16/ucraina-ratificato-l-accordo-di-associazione-con-l-ue-momento-glorioso-per-la-democrazia-dice-schulz/

Parla presidente ucraino, Gue abbandona l’Aula e vota contro l’accordo di associazione 

Barbara Spinelli sull’accordo di associazione UE-Ucraina (16 Settembre 2014)

Deputato Vitaly Zhuravsky, pestato dai nazisti di Kiev per aver difeso il Donbass (16/9/2014)

Ukrainian president delivers bellicose speech to the US Congress (By Niles Williamson / WSWS, 19 September 2014)

Kiev tutta Ue-Nato chiede armi Usa e bacchetta l'Italia (Ennio Remondino, 19 settembre 2014)
Dopo l’Accordo di Associazione con il mercato europeo, Kiev a Washington chiede 'armi e non coperte' e sul gas russo bacchetta l'allarmismo della stampa italiana. Mentre il premier Yatseniuk, minaccia di epurare un milione di persone 'filo russe' da certe professioni. Accadde con gli ebrei…

Poland announces formation of joint military unit with Ukraine and Lithuania (By Niles Williamson / WSWS, 20 September 2014)

Terzo carico di aiuti russi a Donetsk (20 settembre 2014)
200 i camion. Nessuna ispezione da dogana e Croce Rossa

La colonna degli aiuti umanitari russi è arrivata in prossimità di Donezk (20 settembre 2014)

Un nastro di San Giorgio ha causato uno scandalo ad un ricevimento dell'Ambasciatore americano (20 settembre 2014)

Ucraina, il default avvicina la vittoria di Putin (Mauro Bottarelli, 22/9/2014)

Walesa [Premio Nobel per la Pace]: "La Polonia ha bisogno dell'atomica contro la Russia" (24/9/2014)

Ucraina, dieci morti in bombardamenti a Donetsk. Esplosione vicino a una scuola (di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 ottobre 2014)
VIDEO. Secondo le autorità locali sei vittime si trovavano su un taxi collettivo mentre un proiettile di artiglieria è caduto a tre metri da un cortile scolastico. L'attacco proprio nel primo giorno di lezioni 

Donetsk, strage in una scuola. Alcune prigioniere raccontano le torture (Marco Santopadre, 1 Ottobre 2014)

In Ucraina orientale bomba sulla scuola, a Kiev baby soldati (Ennio Remondino, 1 Ottobre 2014)

A brief encounter with the Kiev junta’s border guards (By Greg Butterfield / WW, on October 2, 2014)

Crimini della giunta Ucraina. Una madre parla del figlio torturato e ucciso - Ita Sub (Fronte Sud, 3/ott/2014)

Drôle de silence autour du crash du vol MH 17 (octobre 3rd, 2014 | by Mickael - Fondateur de News360x)
http://news360x.fr/drole-silence-autour-du-crash-du-vol-mh-17/

Nuove stragi a Donetsk, l’Europa regala droni al regime di Kiev (di Marco Santopadre, 7 Ottobre 2014)

Ukraine: Donetsk homes BURN amid intense shelling (RuptlyTV, 7/ott/2014)

Crises en Syrie et en Ukraine : la Serbie criminalise le départ des volontaires à la guerre (B92, 8 octobre 2014)

FOTO: Combattimenti nei pressi dell'aeroporto di Donetsk. Testimonianza diretta dal Donbass di Eliseo Bertolasi (9/10/2014)

Mariupol in ostaggio degli invasori della giunta (fonte: pagina FB "Fronte Sud", 9/10/2014)
Nel video: uno dei punitori dei nazi-battaglioni ucraini, ubriaco, ferma le auto, intimidisce i passeggeri sparando in aria con il mitra e poi li deruba…
http://novorossia.su/ru/node/7775
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=25rspDXx-CY

Due Battaglioni e due squadroni del MUP (Polizia ucraina) fuggiti da zone di combattimento in DONBASS (RusVesna, 10/10/2014)

Ukrainian Defense Minister resigns, Poroshenko to announce another candidate (RT, October 12, 2014)

Attentato contro l’ex "Governatore del popolo" di Donetsk (Voce della Russia, 13 ottobre 2014)
http://italian.ruvr.ru/news/2014_10_13/Attentato-contro-l-ex-Governatore-del-popolo-di-Donetsk-6536/

A Leopoli i nazisti celebrano il 72° anniversario della creazione dei battaglioni collaborazionisti di Bandera:
200 citizens of Lvov held the march in memory of supporters of Bandera (NNA, October 13, 2014)
Нацисты прошлись маршем по Львову (13 октября 2014)

Il battaglione punitivo "Kiev-2" ha disertato la zona delle operazioni militari contro il popolo della Novorossiya
VV MVDU Kiev-2 Battalion Deserted from Zone of Operations in Novorossiya (13/10/2014)
http://02varvara.wordpress.com/2014/10/13/vv-mvdu-kiev-2-battalion-deserted-from-zone-of-operations-in-novorossiya/

Fonte: pagina FB "Fronte Sud", 13/10/2014
CENTINAIA DI SOLDATI DELLA NAZGUARDIA PROTESTANO A KIEV 
Alcune centinaia di soldati della Guardia Nazionale ucraina stanno protestando fuori dall'ufficio dell'amministrazione presidenziale a Kiev, chiedendo la smobilitazione. Dicono di rifiutarsi di fare rientro alle loro caserme fuori della capitale… 
100s of Ukraine soldiers protest in front of presidential administration (RT, October 13, 2014)
http://rt.com/news/195596-kiev-soldiers-president-ukraine/
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=6atEyAtD7Hw

Kiev, i nazisti assaltano il Parlamento in nome di Stepan Bandera (di Marco Santopadre, 14 Ottobre 2014)
http://contropiano.org/internazionale/item/26912-kiev-i-nazisti-assaltano-il-parlamento-in-nome-di-stepan-bandera

Nationalist Protest Turns Violent in Kiev (By NICK SHCHETKO - Oct. 14, 2014)
Protesters Clash with Police Amid Growing Discontent Over Slow Pace of Government Reforms
http://online.wsj.com/articles/nationalist-protest-turns-violent-in-kiev-1413298866

A Kiev estrema destra davanti alla Rada per la consacrazione dei neonazi di Bandera (Fabrizio Poggi, Il Manifesto 15.10.2014)
http://ilmanifesto.info/a-kiev-estrema-destra-davanti-alla-rada-per-la-consacrazione-dei-neonazi-di-bandera/

Croatia to Treat Ukraine’s Wounded National Guards: Ukrainian Embassy (RIA Novosti 19/10/2014)
http://en.ria.ru/world/20141019/194274191/Croatia-to-Treat-Ukraines-Wounded-National-Guards-Ukrainian.html

Fortissima esplosione a Donetsk, avvertita fino a 50 chilometri di distanza
Донецк 20.10.2014 Предположительно нанесён удар ТРК Точка у в район площадки
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=qT4RhTig_oM

PTV News 22 ottobre 2014 – La UE paga il gas di Kiev
L’UE e l’FMI pagheranno il debito da 3 miliardi e mezzo di euro che Kiev deve a Mosca. Va sul conto dei contribuenti europei il gas di Kiev, per evitare che l’Ucraina sottragga il gas destinato all’Europa…
http://www.pandoratv.it/?p=2094
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=gGs6lLQkzqc

Sweden mounts military operation to find alleged Russian submarine (By Jordan Shilton / WSWS, 22 October 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/10/22/swed-o22.html

Луганск. Бахмутка. Уничтоженная колонна техники. 27.10.2014
[nazista italiano eliminato nel Donbass? Se ne parla dal minuto 2.00 di questo video]
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=qjBdqlV5ckE

Partito il convoglio russo per il Donbass con migliaia di tonnellate di aiuti umanitari (29/10/2014)
http://comunicati.russia.it/partito-il-convoglio-russo-per-il-donbass-con-migliaia-di-tonnellate-di-aiuti-umanitari.html

After fraudulent Ukraine elections, Donbass republics brace for new attack (By Greg Butterfield / WW, on October 29, 2014)
http://www.workers.org/articles/2014/10/29/fraudulent-ukraine-elections-donbass-republics-brace-new-attack/

Ukraine’s recession continues to deepen (By David Levine / WSWS, 30 October 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/10/30/ukec-o30.html

Allerta Nato, intercettati 26 aerei da guerra russi nello spazio aereo europeo (di F. Q. | 29 ottobre 2014)
I velivoli hanno volato nelle ultime 48 ore su Mar Baltico, Mar Nero, Mare del Nord e Oceano Atlantico…
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/29/allerta-nato-intercettati-26-aerei-guerra-russi-nello-spazio-aereo-europeo/1179605/
Le inaudite menzogne della propaganda filo-occidentale sugli aerei russi intercettati. Ecco come stanno veramente le cose (31 ottobre 2014)
http://www.pressnewsweb.it/2014/10/le-inaudite-menzogne-della-propaganda.html?m=1

’Ucraina è più nera. Poroshenko, azzoppato, cerca alleati a destra (Marco Santopadre, 31 Ottobre 2014)
http://contropiano.org/internazionale/item/27232-l-ucraina-e-piu-nera-poroshenko-azzoppato-cerca-alleati-a-destra

Russia e Ucraina hanno firmato l'accordo sul gas (31/10/2014)
http://comunicati.russia.it/russia-e-ucraina-hanno-firmato-l-accordo-sul-gas.html

АМЕРИКАНЦЫ ПРИСТУПИЛИ К ПЕРЕКОВКЕ УКРАИНСКИХ КАРАТЕЛЕЙ НА ДИВЕРСАНТОВ (31 Октябрь 2014)
http://antifashist.com/item/amerikancy-pristupili-k-perekovke-ukrainskih-karatelej-na-diversantov.html
TRAD.: American instructors prepairing clandestine groups for Russian-speaking territories (Antifascist.com, October 31, 2014)
http://fortruss.blogspot.no/2014/10/american-instructors-prepairing.html

Una chiesa andata in fiamme, un convento, un cimitero colpiti vicino all'aeroporto di Donetsk (Sunday Morning TV, 2/11/2014)
http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=500:una-chiesa-andata-in-fiamme-un-convento-un-cimitero-colpiti-vicino-all-aeroporto-di-donetsk&catid=2:non-categorizzato
Sunday Morning TV: Shelling a Church, Graveyard, Civilians with Incendiary Munitions on Friday (Russia Insider, 2/nov/2014)
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=pnHlS2UcaMg

Bandera va a Varsavia (Svetlana Homzikova, Voice of Sevastopol – Pravda, 2/11/2014)
I nazionalisti ucraini vogliono annettersi territori polacchi…
https://aurorasito.wordpress.com/2014/11/02/bandera-va-a-varsavia/

La Russia ha stanziato 36 milioni di dollari per aiutare i rifugiati ucraini (3/11/2014)
http://comunicati.russia.it/la-russia-ha-stanziato-36-milioni-di-dollari-per-aiutare-i-rifugiati-ucraini.html

Il Ministero delle Emergenze della Russia sta preparando un nuovo convoglio di aiuti umanitari per il Donbass (4/11/2014)
http://comunicati.russia.it/il-ministero-delle-emergenze-della-russia-sta-preparando-un-nuovo-convoglio-di-aiuti-umanitari-per-il-donbass.html

US, Europe issue new threats after elections in Ukraine’s separatist regions (By Andrea Peters / WSWS, 4 November 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/11/04/ukra-n04.html

Cittadinanza ucraina ai miliziani patrioti. Polonia è ‘all’armi’ (Ennio Remondino, 4/11/2013)
Kiev da la cittadinanza agli stranieri che combattono sotto la sua bandiera anche se con ben altri simboli
http://www.remocontro.it/2014/11/03/cittadinanza-ucraina-miliziani-patrioti-polonia-allarmi/

PTV News 4 novembre 2014 – Pronti a invadere la Russia / La sconfitta di Kiev / L’Europa paga il conto
http://www.pandoratv.it/?p=2190
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=kQWneaudY9A

L’Ucraina svolta ancora più verso destra, nazi sempre più al potere (di Franco Fracassi – 4 novembre 2014)
http://popoffquotidiano.it/2014/11/04/lucraina-svolta-ancora-piu-verso-destra-nazi-sempre-piu-al-potere/

PTV News – 5 novembre 2014 – MH17: gli olandesi si svegliano / L’Europa paga per Kiev / Poroshenko in crisi manda l’esercito / Lady Pesc tra Palestina e Israele
http://www.pandoratv.it/?p=2197
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=2Q8hypbU1jU

Esercito ucraino combatte con tank radioattivi provenienti da Chernobyl (di Maurizio Vezzosi, 5 novembre 2014)
La testimonianza di un soldato ucraino e la verifica fatta con strumenti appositi su di un carro armato abbandonato dalla Guardia nazionale (foto e video)
http://popoffquotidiano.it/2014/11/05/esercito-ucraino-combatte-con-tank-radioattivi-provenienti-da-chernobyl/

Due bambini sono stati uccisi nel bombardamento di Donetsk (5/11/2014)
http://italian.ruvr.ru/news/2014_11_05/Due-bambini-sono-stati-uccisi-nel-bombardamento-di-Donetsk-2371/

Ucrania prepara bloqueo a la región de Donbás (6 noviembre 2014)
Con la excusa de que los territorios de Donestk y Lugansk no pagan a Ucrania los suministros de gas y electricidad, el presidente Poroshenko apuesta por "medidas de presión económica"…
http://www.telesurtv.net/news/Ucrania-prepara-bloqueo-a-la-region-de-Donbas-20141106-0002.html

I bambini, feriti nel bombardamento a Donezk, sono stati salvati (6/11/2014)
Il 5 novembre a Donezk sono morti due adolescenti, quattro i feriti. Giocavano a calcio nel cortile della scuola quando sono scoppiate due bombe ..
http://comunicati.russia.it/i-bambini-feriti-nel-bombardamento-a-donezk-sono-stati-salvati.html

Ucraina, colpita una scuola a Donetsk: due persone uccise e quattro ferite. Amnesty International: indagare subito (6 novembre 2014)
http://www.amnesty.it/Ucraina-colpita-scuola-a-Donetsk-due-persone-uccise-e-quattro-ferite-indagare-subito

Shocking attack: Teens killed & injured in Donetsk school shelling (RT, 5/nov/2014)
Artillery fire has come down on the grounds of a school in the eastern Ukrainian city of Donetsk, killing at least two and injuring four teens. RT's Roman Kosarev is there. The report contains some disturbing images…
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=sMpl1CULOUE

PTV News 6 novembre 2014 – Amnesty contro Kiev per la strage di bambini

L'OSCE conferma responsabilità esercito ucraino in bombardamento scuola di Donetsk (8/11/2014)
http://italian.ruvr.ru/news/2014_11_08/LOSCE-conferma-responsabilita-esercito-ucraino-in-bombardamento-scuola-di-Donetsk-7798/

Aeroporto di Donezk, esercito della Repubblica popolare del Donezk: liquidato un terrorista ceceno (8/11/2014)

Kirovsk: Gli ucraini hanno distrutto la casa e hanno ucciso la famiglia del uomo… (November 5th 2014)
Fonte: pagina FG "Crimini di guerra del "governo" di Kiev https://www.facebook.com/groups/cdgdgdc/
<< Attenzione! Il video è veramente forte... Vi prego di valutare bene. Non è adatto alle persone sensibili e ai minorenni. L'uomo(il nonno) che ha perso la moglie e la nipotina, non riesce inizialmente neanche rendersi conscio di quello che è accaduto. Quando portano via i corpi l'uomo dimenandosi, corre dietro il corpo della moglie non riuscendo ancora di rendersi conto bene di quello ch'è successo. non capendo bene cosa ch'e' successo... Alla fine del video allungando la mano con la catenina con la croce tolta dal collo della moglie uccisa maledice Poroshenko e giura di vendicarsi. "Adesso viene il mio figlio e vedrete. Ricordate la storia della battaglia di Stalingrado? C'erano due cecchini. Iraaa!(alla moglie) Mi senti?! Mi vendico! Mi vendico! Per te e per Svetka(la nipotina di 10 anni)!" >>
Kirovsk: I'll avenge for my granddaughter and wife! Кировск: Я отомщу за внучку и жену! (ENG SUB)

Ucraina, si combatte. Kiev pronta all’offensiva contro il Donbass? (Redazione Contropiano, 9 Novembre 2014)

Russia: esercitazione Nato in Estonia è contro di noi (Redazione Contropiano, 11 Novembre 2014)
Kiev escalates war in eastern Ukraine (By Christoph Dreier / WSWS, 12 November 2014)

Violent clashes erupt at Poland Independence Day rally (By Dorota Niemitz / WSWS, 13 November 2014)

Nella Repubblica popolare di Lugansk è stata eliminata la nota terrorista internazionale inglese (13/11/2014)

Ucraina: Mosca accusa, Kiev ha ammassato truppe lungo il confine (AGI, 13 NOV 2014)

La Nato minaccia Mosca: "difenderemo l’Ucraina". Rischio escalation (Marco Santopadre, 14 Novembre 2014)

Kiev regional police head accused of neo-Nazi ties (By SAM SOKOL, Jerusalem Post 11/12/2014)
[Vadim Troyan, il nuovo capo della polizia regionale di Kiev nominato dal gerarca Arsen Avakov, è un neonazista dichiarato, appartenente alla formazione "Patrioti d'Ucraina"…]

UN NUOVO CONVOGLIO UMANITARIO INVIATO NEL DONBASS (14/11/2014)
Questo convoglio sarà il settimo inviato dalla Russia per la popolazione del sud-orientale dell'Ucraina. I primi camion con aiuti umanitari hanno attraversato il confine russo-ucraino il 22 agosto scorso…

Russian strategic bombers to patrol off US coastlines (By Alex Lantier / WSWS, 14 November 2014)

Poco prima dello schianto del volo MH17 presso Donetsk (Mikhail Leontev, 1 TV - 14/11/2014)

Lettera di denuncia all'UNESCO per le violazioni dei diritti dei giornalisti di Rossija Segodnja (14/11/2014)
La lettera dell'agenzia russa di stampa internazionale Rossiya Segodnyacontiene una serie di fatti palesi di violazioni dei diritti, della libertà di espressione e del diritto inalienabile alla vita, subiti dai propri giornalisti in Ucraina e in UE…

A Pervomajsk (prov. di Lugansk) colpito l'ospedale di maternità - 15.11.2014

Poroshenko: Così vinceremo la guerra! (15/11/2014)

L’Occidente accusa la Russia di ingerenza in Ucrania ma occulta i trasferimenti di armi della NATO (16/11/2014)

Antifascisti slovacchi contestano sonoramente Poroshenko a Bratislava urlandogli "Fascista!" (16/11/2014)

Crisi diplomatica tra Russia e Polonia: espulsi diplomatici di Varsavia (La Stampa, 17/11/2014)
È la “rappresaglia” dopo una simile decisione delle autorità polacche. Alla base degli scontri uno scandalo di spionaggio tra i due Paesi…
Fonte: pagina FB "Premio Goebbels per la disinformazione", 17/11/2014
"Guerra diplomatica tra Russia e Polonia. Come ben sappiamo, Varsavia è stata tra i principali sponsor europei del golpe di EuroMaidan ed è, assieme alle Repubbliche baltiche, uno dei più servili cavalli di Troia degli Usa nel continente. È una nazione completamente accecata dall'anticomunismo e dalla russofobia. Nei giorni scorsi la Polonia aveva espulso dei diplomatici russi e la risposta di Mosca non si è fatta attendere…"

Mistaken identity: French plane entered Swedish air space – not Russian as reported (RT, November 17, 2014)

Il Punto di Giulietto Chiesa – Lo Zar e l’Anatra zoppa (17/11/2014)
"Lo Zar Putin ha invaso l'Ucraina" e l'Occidente va dietro all'Anatra zoppa Obama. La stampa italiana grida al lupo al lupo, ma le foto dell'invasione sono un flop…

PTV News 17 Novembre 2014 – Il mistero dell’MH17 e del caccia militare / Chiesta a UE indagine internazionale su massacro Odessa 

17.11.2014 Situazione in Ucraina. Crisi Ucraina (SOUTH FRONT)
1) L'esibizione "Odessa & Donbass. Tragedia dell'Ucraina" in Irlanda / 2) La Repubblica Ceca non sprecherа soldi per l'Ucraina / 3) L'Ucraina vuole la guerra contro la Russia / 4) la NATO preferisce ignorare gli sforzi russi per stabilizzare la situazione in Ucraina

17-18.11.2014 Situazione in Ucraina. Guerra in Ucraina (SOUTH FRONT - 18/nov/2014)
1) Manifestanti greci si scontrano con la polizia vicino l’ambasciata USA 2) Donetsk sotto attacco 3) UE comincia a capire la situazione in Ucraina 4) Adrey Kelin contro le notizie false

Commento del Dipartimento stampa e informazione del Ministero degli Esteri della Russia in relazione alla dichiarazione dell'Ambasciatore di Australia a Mosca P. Majler sulle cause della cessazione di forniture di uranio australiano alla Russia (18/11/2014)

Il MID della Russia ha annunciato l'esplusione di diplomatici polacchi (18/11/2014)

18.11.2014 Situazione in Ucraina. Crisi Ucraina (SOUTH FRONT, 18/nov/2014)
1) Kiev ha invitato Mosca a tenere “colloqui seri” / 2) Il governo della RPD sta valutando l’attuazione di un sistema bi-valuta / 3) Russia e China tentano di formare un sistema di sicurezza collettivo nell’area dell’Asia e del Pacifico / 4) I marinai russi stanno continuando l’addestramento nella Mistral

18-19.11.2014 Situazione in Ucraina. Guerra in Ucraina (SOUTH FRONT, 19/nov/2014)
1) L’esercito ucraino bombarda Donetsk / 2) La RPD sta pianificando di ripristinare il servizio ferroviario dalla Crimea / 3) Putin: “Gli USA vogliono sottomettere la Russia, ma nessuno ci è riuscito e mai ci riuscirà” / 4) il Blocco d’Opposizione chiede a Poroshenko di cancellare le decisioni anti-costituzionali

Сергей Лавров: Киев готовит вторжение на территорию ДНР и ЛНР
Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 19/11/2014 – https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/727076194040304