Informazione
(ANSA) - PRISTINA, 3 OTT - Da domani sara' un generale italiano a
comandare la Kfor, la forza di pace a guida Nato in Kosovo. Il generale
Fabio Mini, 60 anni di Foggia, rilevera' l'incarico dal generale
francese Marcel Valentin. Con l'insediamento di Mini, per la prima
volta ci sara' in modo contemporaneo in tre regioni dei Balcani un
comando militare italiano. Dallo scorso 5 agosto il generale Franco
Giannini comanda in Albania il ''quartiere generale Nato Tirana''
(Nhqt) dal quale dipendono circa 1.000 uomini, per il 90 per cento
italiani. La loro presenza, costituita con l'avvio della missione Kfor
in Kosovo nel giugno del 1999, serve a garantire sicurezza e viabilita'
lungo le strade che collegano Durazzo a Kosovo e Macedonia. Inizilamente
la missione si chiamava ''Commz West'', ma ora ha assunto la nuova
denominazione di ''Nhqt'' comportando anche un ampliamento delle
funzioni. ''Il generale Giannini e' ufficialmente il rappresentante
anziano della Nato in Albania - spiega all'Ansa il capitano Fabio
Iannello, portavoce del comando - e tra i suoi compiti adesso c'e' anche
quello di offrire consulenza alle forze armate albanesi''. L'attivita'
tipicamente militare si sta ormai lentamente coniugando con quella piu'
prettamente diplomatica. A Tirana e' presente dal 1997 anche la
Delegazione italiana esperti (Die) al comando del generale Luigi Cantone
che si occupa dei progetti di assistenza e cooperazione del governo
italiano destinati all'esercito albanese. Anche a Skopje a capo del
quartiere generale della Nato (Nhqs) dallo scorso 17 settembre c'e' un
ufficiale italiano: e' il generale Gaetano Cigna, dal quale dipendono
oltre 1.000 uomini (200 dei quali italiani). Tra questi sono compresi i
circa 700 soldati che partecipano alla ''Task force fox'' (Tff)
presenti in Macedonia dal settembre dell'anno scorso. La loro funzione,
inizialmente destinata a sovrintendere il disarmo della guerriglia
albanese, e' adesso quella di garantire la sicurezza degli osservatori
internazionali che verificano l'applicazione del piano di pace firmato
il 13 agosto del 2001 tra albanesi e macedoni. Il terzo bastione del
comando italiano dei Balcani diventa cosi' il Kosovo dove domani si
insedia il generale Fabio Mini. Restera' alla guida della Kfor per un
anno comandando 32.400 uomini suddivisi in cinque brigate regionali
rispettivamente a comando italiano, statunitense, francese, britannico
e tedesco. Il contingente italiano e' uno dei piu' numerosi e conta
attualmente 4.500 uomini di base nel Kosovo occidentale. Alla
cerimonia di insediamento del generale Mini e' prevista tra l'altro la
presenza del ministero della Difesa Antonio Martino. Con una lunga
esperienza all'estero, il generale Mini e' stato anche comandante di
brigata nella missione ''Vespri siciliani'' che venne impiegata contro
il crimine organizzato in Sicilia.(ANSA).
BLL 03/10/2002 17:42
http://www.ansa.it/balcani/italia/20021003174232344390.html
La protezione civile sotto torchio
Missione Arcobaleno, riparte l'inchiesta sulle ruberie di Valona.
Inquisiti
Barberi, dirigenti Ds e dei pompieri
ANTONIO ROLLI
BARI
Il 1999 fu l'anno della guerra delle «bombe buone» sulla ex Jugoslavia.
E
gli italiani, quasi all'unisono, rullando la grancassa dei proclami
umanitari, con la missione Arcobaleno si sentivano partecipi di questa
guerra «buona», così speciale da non sembrare guerra. Poi, però, a
rompere l'idillio ci pensò la magistratura barese. Massimo D'Alema, e
non fu il solo, all'epoca dei fatti lo definì «uno scandalo inventato»,
«manovre di politica da bassa cucina», una vergognosa campagna
denigratoria studiata a tavolino con lo scopo di mettere in cattiva luce
il
governo da lui presieduto. Ma il fango che sporcò la missione
Arcobaleno
aveva solidi elementi di prova, basati sulle deposizioni di vari
testimoni
raccolte e verificate dal pm Michele Emiliano, della Direzione
distrettuale antimafia di Bari, il quale nel giro di pochi mesi fece
arrestare
i responsabili della protezione civile in missione a Valona ed indagare
l'allora sottosegretario Franco Barberi, con l'accusa di abuso
d'ufficio,
concussione, associazione per delinquere e attentato agli organi
costituzionali. In vista della scadenza delle indagini, fissata a
novembre, la
procura ha inviato una ventina di avvisi a comparire a gran parte degli
indagati nell'inchiesta sulla missione umanitaria. Tra questi, lo stesso
Barberi, il deputato Ds Giovanni Lolli, l'ex parlamentare Ds Quarto
Trabacchini, alcuni funzionari dell'epoca della protezione civile e
diversi
imprenditori di Milano, Pavia, Biella, Lecce e Caserta (indagati per
corruzione e turbativa d'asta). Da ieri pomeriggio alcuni indagati sono
sottoposti ad interrogatori presso la Digos della questura di Bari, tra
loro
l'ex coordinatore nazionale della Cgil-funzione pubblica dei Vigili del
fuoco, Fabrizio Cola, che viene sentito per la prima volta. La sua
deposizione è considerata molto importante.
L'inchiesta riguarda presunte irregolarità sia nella gestione della
missione
Arcobaleno sia nelle gare di appalto per le forniture delle 500 mila
divise
dei Vigili del fuoco e del personale della protezione civile. Un ruolo
fondamentale lo avrebbe avuto la Cesar, organizzazione no profit alla
quale aderivano diverse aziende interessate a fornire l'equipaggiamento
dei volontari, con contratti di svariati miliardi di vecchie lire. La
Cesar,
secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe fatto da trait d'union
tra la
protezione civile e la Goretex, l'azienda americana produttrice di capi
d'abbigliamento in materiale antivento molto resistente. Attorno al
«businnes divise» si sarebbe dunque creato un centro di interessi e
molte
società che miravano a dividere la torta dei finanziamenti messi a
disposizione dallo stato per gli aiuti umanitari del `99. E proprio
riguardo
a questi fatti, risulta indagato per corruzione anche Alberto D'Errico,
ispettore generale dei Vigili del fuoco (in pratica numero due del
corpo).
A Quarto Trabacchini e a Giovanni Lolli, invece, il pubblico ministero
Michele Emiliano contesta il fatto di aver rivelato ad alcuni indagati
che
erano in corso indagini anche attraverso intercettazioni telefoniche.
Tuttavia, l'aspetto più rilevante di tutta l'inchiesta, ancora oggi,
risulta
essere il rapporto tra i responsabili della missione Arcobaleno e gli
uomini del boss Rami Isufi. Un rapporto che, secondo l'accusa, ha
permesso la sparizione di consistenti quantitativi di aiuti dal
Villaggio
delle regioni già prima del fatidico 10 luglio, il giorno del «grande
saccheggio», quando gli italiani lasciarono il campo di Valona e la
mafia
albanese portò via quanto restava. Dagli sviluppi dell'inchiesta
emergerebbe che a Valona, in quei giorni, le «sparizioni» di viveri,
derrate
alimentari e quant'altro, fossero state addirittura «concordate» tra i
responsabili della protezione civile e gli uomini delle cosche albanesi.
Secondo le poche notizie trapelate dalla procura, è proprio su questo
aspetto che si sono concentrate le ultime indagini investigative che
avrebbero portato, peraltro, all'iscrizione di nuove ipotesi di reato,
facendo rivivere di nuova linfa l'intera vicenda.
---
MISSIONE ARCOBALENO: PROCURA BARI INVIA INVITI A
COMPARIRE
(ANSA) - BARI, 24 SET - Una ventina di inviti a comparire sono stati
inviati dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari a
gran
parte degli indagati nelle indagini sulla missione Arcobaleno, missione
umanitaria compiuta dalla protezione civile in Kosovo. Il pm
inquirente,
Michele Emiliano, ha invitato gli indagati a sottoporsi ad interrogatori
che cominceranno il 5 ottobre prossimo presso gli uffici della Digos
della questura di Bari. A quanto si e' potuto sapere, nel voluminoso
invito
a comparire vengono notificati agli indagati tutti i capi d'
imputazione.
L'inchiesta sulla Missione Arcobaleno fa riferimento all' operazione
umanitaria voluta nel '99 dal governo D' Alema in Albania per sostenere
i kosovari in fuga dalla loro terra bombardata dalla Nato per scacciare
le
truppe serbe dell' allora leader serbo Slobodan Milosevic. L' indagine
riguarda presunte irregolarita' sia nella gestione della missione
Arcobaleno sia nelle forniture delle divise dei vigili del fuoco e del
personale della Protezione civile attraverso la societa' 'no profit'
Cesar
che, secondo l' accusa, avrebbe fatto capo a uomini della Protezione
civile.
Alla societa' Cesar aderivano - secondo l' accusa - diverse aziende che
volevano fornire (e alcune ci riuscirono) le divise aggiudicandosi
appalti
per svariati miliardi di vecchie lire. Nel registro degli indagati sono
iscritti, tra gli altri, i nomi dell' allora sottosegretario della
Protezione
civile (ed ex direttore dell' Agenzia), Franco Barberi, del deputato Ds
Giovanni Lolli, dell' ex parlamentare Ds Quarto Trabacchini, di diversi
funzionari dell' epoca della Protezione civile, e di alcuni
imprenditori.
Lolli e Trabacchini - che all' epoca dei fatti non erano parlamentari
-
secondo il pm avrebbero rivelato ad alcuni indagati che erano in corso
indagini anche attraverso intercettazioni telefoniche. Essi, invece,
respingono le accuse e forniscono una diversa ricostruzione dei fatti.
A
Barberi, invece, l' accusa contesta i reati di abuso d' ufficio,
concussione,
associazione per delinquere e attentato agli organi costituzionali. Per
quest' ultimo reato viene formulata l' ipotesi meno grave del rischio
di
turbativa, per aver compiuto presunte pressioni sul governo per
'manovrare' le nomine dei cinque componenti della commissione
nazionale della Protezione civile. E' sottoposto a indagini anche l' ex
coordinatore nazionale della Cgil Funzione Pubblica Vigili del fuoco,
Fabrizio Cola (indagato anche per attentato agli organi
costituzionali) e
un dirigente generale dei Vigili del fuoco, Alberto D' Errico, che fino
a
poco tempo fa era distaccato alla Protezione civile (sotto inchiesta per
corruzione). Secondo le indagini, i disordini che caratterizzarono le
prime
fasi dell' indagine sono ormai sullo sfondo di un' inchiesta che
coinvolge
aziende e imprenditori di Milano, Pavia, Biella, Lecce e Caserta
(indagati per corruzione e turbativa d'asta). A quanto si e' potuto
sapere,
gli interrogatori fissati da Emiliano - che secondo notizie non
confermate ufficialmente riguarderebbero anche nuove ipotesi di reato -
preludono alla notifica dell' avvio di conclusione delle indagini che
scadranno improrogabilmente nel novembre 2002. Sono invece scaduti
da circa un anno i termini per indagare sulle posizioni di coloro che
furono arrestati il 20 gennaio 2000 (e scarcerati dopo tre mesi):
Massimo
Simonelli, capo della missione Arcobaleno in Albania, Luciano Tenaglia,
responsabile del campo profughi di Valona, Silvia Lucatelli, dipendente
della Protezione civile, e il contabile del Villaggio, Alessandro
Mobono.
KLP 24/09/2002 16:52
http://www.ansa.it/balcani/albania/20020924165232336628.html
MISSIONE ARCOBALENO: BARBERI INTERROGATO IN
QUESTURA BARI
(ANSA) - BARI, 7 OTT - ''Rispondero' a tutte le domande del
magistrato''. Lo ha detto ai giornalisti Franco Barberi, ex
sottosegretario
della Protezione civile ed ex direttore dell' Agenzia, prima di varcare
il
portone d' ingresso della questura di Bari dove sta ora rispondendo
alle
domande del sostituto procuratore del Tribunale di Bari Michele
Emiliano. Barberi, che e' accompagnato da uno dei suoi due legali,
aveva
con se' una borsa piena di documenti e non ha voluto rilasciare altre
dichiarazioni. Se, come ha annunciato, rispondera' alle domande del pm
Emiliano non e' escluso che l' interrogatorio prosegua domani. L' ex
sottosegretario e' stato convocato negli uffici della Digos come
indagato
nell' ambito delle indagini della procura di Bari relative alla
gestione
della missione Arcobaleno, l'operazione compiuta dal governo italiano
nel '99 in Albania per i kosovari in fuga dalla loro terra durante la
guerra
Nato contro la Serbia. Barberi e' pero' indagato anche per le presunte
irregolarita' nelle forniture delle divise dei vigili del fuoco e del
personale della Protezione civile. A carico di Barberi la procura
ipotizza i
reati di associazione per delinquere, concussione, abuso d' ufficio e
attentato agli organi costituzionali. Per quest' ultimo reato viene
formulata anche l' ipotesi meno grave del rischio di turbativa, per
aver
compiuto presunte pressioni sul governo per 'manovrare' le nomine dei
cinque componenti della commissione nazionale della Protezione civile.
Barberi e' uno dei 13 indagati (complessivamente gli indagati sono 28)
a
cui il pm Emiliano ha fatto notificare inviti a comparire per l'
interrogatorio. Primo ad essere convocato e' stato Fabrizio Cola,
coordinatore nazionale della Cgil Funzione pubblica dei Vigili del
Fuoco, indagato anche per attentato agli organi costituzionali.
Convocato
a Bari il 4 ottobre scorso, l' indagato si e' avvalso della facolta' di
non
rispondere. (ANSA). KLP 07/10/2002 15:48
http://www.ansa.it/balcani/albania/20021007154832347208.html
World Socialist Web Site www.wsws.org
WSWS : News & Analysis : Europe : The Balkans
Serbia holds presidential elections two years after Milosevic's fall
By Tony Robson and Paul Bond
23 September 2002
Presidential elections are currently taking place in Serbia. Voters will
go to the polls on Sunday, September 29-almost two years to the day
since the downfall of the regime of Slobodan Milosevic. The
Democratic Opposition of Serbia (DOS), which came to power with
Western backing, still maintains the title even though it is the party
of
government.
The electoral defeat of Milosevic and the accompanying street protests
calling for his resignation were presented as a popular democratic
rebellion. However, there is a mass of evidence that what took place
was in reality a political coup orchestrated and funded by the Western
powers.
The World Socialist Web Site cautioned at the time, "One can safely
predict that the euphoric hoopla surrounding recent events in
Yugoslavia will be rather short-lived. Proclaimed by the Western
political and media establishment as the `October 5th Revolution', the
crumbling of the Milosevic regime in Yugoslavia represented nothing
of the sort.... Hundreds of thousands of people were involved in the
movement against Milosevic, but from the standpoint of its leadership
and political perspective the campaign waged by the Democratic
Opposition of Serbia (DOS) could readily be labelled `made in
America'. The downfall of Milosevic's right-wing nationalist regime
was inspired, funded and organised by the very imperialist powers that
little more than a year ago were systematically bombing the Serbian
people. Their aim was then, and remains now, the assertion of the
absolute control over the Balkans, through the elimination of what they
consider to be a political impediment to their commercial and strategic
aims."
Two years on, a far more sober atmosphere dominates Serbia. The
"October 5th Revolution" failed to celebrate its first anniversary. The
much hyped pop concert in Belgrade-supposedly fronted by
Madonna-failed to materialise. The event was to have been funded by
Bogoljub Karic, a nouveau riche businessman from the Milosevic era.
The government was forced to deny that its decision to cancel the
official celebrations was influenced by a desire to avoid attention
being
drawn to its unfulfilled promises.
The anniversary coincided with a strike wave that spread throughout
Serbia. This began with the coal-miners and extended to other workers
in the energy sector, telecommunications, health and education. The
focus of this movement was opposition to legislation introduced by the
DOS government imposing a pay freeze in the public sector. However,
the terms of a standby loan negotiated between the International
Monetary Fund and the new government meant tight budgetary control.
The miners in Kolubura-who were hailed when they were in the
forefront of the protests that called for Milosevic's resignation-were
now denounced by the DOS. Prime Minister Zoran Djindjic described
the strike as "blackmail".
The DOS coalition was unable to stay together longer than a year. The
alliance was cobbled together at the last minute under pressure from the
NATO powers. Now, however, Yugoslav President Vojislav Kostunica
has parted company with his former ally, Prime Minister Zoran
Djindjic. Kostunica is contesting the elections as the candidate for the
Democratic Party of Serbia (DSS), while Djindjic and the Democratic
Party (DS) have endorsed Deputy Prime Minister Miroljub Labus as
their man.
The United States and the European Union play a determining role in
all aspects of domestic policy, exercising control through the G-17
Plus-an economic think tank financed by the US government that draws
it leading personnel from former International Monetary Fund (IMF)
and World Bank employees. The G-17 Plus drafted the economic
programme of the DOS before it came to power. Its members hold
positions of influence within the cabinet and have played a central role
in introducing legislation allowing for price liberalisation,
privatisation, cuts in welfare programmes and the diminution of
workers' rights.
The main G-17 Plus representatives in the cabinet are Deputy Prime
Minister Labus, governor of the National Bank of Yugoslavia, Mladan
Dinkic, and Finance Minister Bozidar Djelic. In May 2001 they were
co-authors of a "Letter of Intent" to the IMF, assuring the latter that
they were committed to the liquidation and privatisation of 28 insolvent
banks. What this meant became apparent earlier this year when four of
the largest banks in Yugoslavia were closed with the loss of nearly
10,000 jobs.
Bozidar Djelic has also been responsible for the overhaul of the tax
system. In a statement dated September 10, the finance minister
announced that in the "second wave of the tax reform" corporate tax
would be reduced from 20 percent to 14 percent.
This next phase would build on existing measures to clamp down on the
grey economy and close the loopholes allowing for tax evasion. The
main purpose of this is to create a legal framework to ensure the
transparent administration of funds on behalf of foreign investors.
Djelic's statement went on to say that around 60 million euros would
have been repaid to foreign creditors-including the European
Investment Bank, the World Bank and the Paris Club-by September 15.
The change in the tax system is linked to the privatisation programme
of the DOS government. In June 2001 a new law was passed allowing
for the privatisation of the "socially-owned property" that forms the
sole remaining legacy of the Tito-era federation. So far, 22 small and
medium-sized companies have been sold by auction, 14 minority stakes
have been sold on the stock market, five companies have been sold by
private tender and 26 companies are in the process of being
restructured. This process is to accelerate, with the government
committed to the auction sale of 1,000 companies and the private tender
of 50 by the end of the year.
In order to offer the transnational corporations optimum conditions for
profit making, the government has introduced legislation divesting
workers of certain rights. The labour law introduced last December
ended collective bargaining as well as the rights to establish works
councils and participate in management. Most importantly, from the
point of view of privatisation the new law "does not regulate the means
by which the labour relationship must be concluded". In order to make
these companies attractive to foreign capital there must be the
possibility of scaling back labour costs by cutting the number of jobs,
which until now had not been possible.
For the international supporters of the DOS this has been cause for
celebration. The International War and Peace Reporting web site wrote,
"Foreign investors were not ready to enter the Serbian market as long as
they were prevented from sacking a single employee-even those who
had been given permanent leave."
The new government has mustered the courage to lay off 15,000
workers from the Kragujevac-based Zastava car factory. Some 10,000
were made redundant as a result of the National Bank of Yugoslavia's
decision to liquidate four of the country's biggest banks."
An estimated 200,000 workers have lost their jobs in Serbia this year,
bringing the total up to over a million out of a population of eight
million.
The three-year standby agreement with the IMF, loans from the World
Bank and the writing off of 51 percent of Yugoslavia's debts to Britain
came with very specific requirements from the donors. Apart from the
restructuring of the economy and the legal establishment, donors have
demanded an end to the regulation of prices.
In a progress report on "One Year After Serbia's Democratic
Transition", published at the end of January, the government crowed
that over 70 percent of prices had been regulated when it came to
power, whereas now "only prices of a few items, such as bread and
basic utilities, are controlled". The outcome of this can be seen from a
survey in June's Konjunkturni barometar of the Belgrade Economic
Institute. In the first five months of 2002, inflation had risen by 3.9
percent, and the cost of living by 2.9 percent. Total retail price
increases
had been driven up by the 13.3 percent rise in the cost of agricultural
products over that period. Following IMF demands, the government
introduced a major rise in energy prices in July. On average, household
bills went up 50 percent.
The social misery produced by the government's economic policy is
revealed by two examples. The authorities have recently moved to halt
the availability of anti-stress drugs without a doctor's prescription,
following an August 29 report by the health authorities on the quantity
of anti-stress drugs being consumed by the populace. In 2001, Serbs
consumed 41 million tablets of Bensedin, 63 million tablets of
Bromazepam and 40 million tablets of Diazepam.
A more malignant expression of the social crisis is recorded in the
suicide rate. In the capital Belgrade, a city of around 2.5 million,
there
were 900 suicides last year. In Nis, with a population of 350,000, local
police estimate there is a suicide every five days.
In face of this social misery, the ruling coalition has resorted to
forestalling parliamentary elections and thwarting an inquiry into
corruption.
The DSS withdrew its ministers from the government last August
following the high-profile murder of Momir Gavrilovic, a senior
Serbian state security official. Directly prior to the killing, the
police
officer had visited President Kostunica to disclose information
pertaining to links between Prime Minister Djindjic and Balkan mafia
boss Stanko Subotic. To date no one has been arrested and charged with
the killing.
Kostunica pushed for an official inquiry into reports that had appeared
in Britain's Observer and Financial Times linking top politicians in
Yugoslavia with the Balkan mafia. A parliamentary vote for the
establishment of an enquiry was defeated by the narrowest of
margins-100 to 98-in December 2001. The critical role in blocking the
motion was played by the 11 MPs from the small party Nova Serbja
(New Serbia) as the result of a trade-off between the prime minister
and the party's leader, Velimir Illic. The latter had originally added
his
voice to those calling for an investigation, but changed his stance
after
he was given the go-ahead to build a large cigarette factory in the
municipality where he is mayor.
Since then, the momentum for early parliamentary elections has
gathered. In an effort to avert this, in July a parliamentary committee
under Djnidjic's control stripped the DSS of its assembly seats on the
pretext that the deputies had failed to attend sessions regularly
enough.
In one move, the largest single party in the parliament was expelled.
The constitutional court subsequently overturned the decision, calling
it
a violation of the law on the election of deputies.
Kostunica is opportunistically putting some distance between himself
and the DOS in an attempt to capitalise on the growing discontent. He
is seeking to divert the growing social grievances and opposition to the
subjugation of the country by the Western powers into the dead end of
Serb nationalism.
However, he signed up to the economic programme drafted by the
G-17 Plus. And, after originally claiming that he would not cooperate
with the war crimes tribunal against Milosevic in The Hague,
Kostunica has said he is in favour of introducing domestic legislation
that would enable government collaboration with the tribunal to
proceed "constitutionally".
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UN AVVENTURIERO STATUNITENSE?
Arriva oggi la notizia certa della firma di un pre-accordo tra i
rappresentanti del gruppo "Zastava Automobili" di Kragujevac e
quelli di una societa' statunitense guidata da un tale di nome Malcom
Bricklin. Costui e' noto nel mondo automobilistico statunitense solo
per avere importato la giapponese Subaru nel 1968 e per avere
avviato una serie di altre operazioni assai improbabili, presto
dimostratesi fallimentari - si provi ad esempio a fare una ricerca
internet su "Zastava" e "Bricklin", ed appariranno una serie di
commenti sarcastici sulle macchine Yugo e sulla figura di questo
imprenditore, che gia' alla fine dello scorso aprile aveva dichiarato
di essere in trattative con la Zastava.
La notizia viene oggi da fonti ufficiali serbe, le quali usano toni
trionfalistici che travalicano di molto il senso del ridicolo, e tingono
l'operazione di un amaro sapore tragicomico. Nel pieno delle
elezioni presidenziali in Serbia, l'annuncio della prossima ripresa in
grande stile della produzione a Kragujevac dovrebbe forse servire a
spostare i consensi verso il candidato filogovernativo Labus. In
realta', questo accordo annunciato ieri 11/10/2002 in pompa magna
dal Ministro dell'Economia e delle Privatizzazioni Vlahovic
rappresenta una ennesima terribile umiliazione per Kragujevac e per
i suoi lavoratori. Ricordiamo che la Zastava Automobili di
Kragujevac rappresentava il piu' grande complesso metalmeccanico
dei Balcani prima della devastazione dovuta ai criminali
bombardamenti da parte della Alleanza Atlantica, nella primavera
del 1999. Gli sforzi eroici dei lavoratori e delle loro famiglie
avevano consentito la ripresa della produzione dopo pochi mesi, ma
con l'avvento del nuovo regime filooccidentale ed ultraliberista,
nell'ottobre 2000, la produzione e' stata completamente bloccata.
Sui micidiali effetti per l'ambiente causati dai bombardamenti della
NATO sulla Zastava si veda, in fondo a questo messaggio, il
contributo della sindacalista R. Milosavljevic.
(a cura di I. Slavo)
ALLEGATI:
1a. Zastava Automobili signed pre-agreement with US partner
Nucarco (www.serbia.sr.gov.yu)
1b. STRATE@KO PARTNERSTVO "ZASTAVE" I "NUKARKA"
(Politika)
1c. Yugo Redux (last April's story on Malcom Bricklin's wish to
reintroduce Zastava cars in the US market, from www.forbes.com)
2a. Ruzica Milosavljevic: Transport opasnog otrova iz "ZASTAVE"
(Artel)
2b. Ruzica Milosavljevic: Der Transport des gefaehrlichen Giftes aus
der Firma "ZASTAVA"
=== 1a ===
http://www.serbia.sr.gov.yu/cgi-bin/printpage.cgi?filename=/news/2002-10/11/326268.html
Zastava Automobili signed pre-agreement with US partner Nucarco
October 11, 2002
Belgrade, Oct. 11, 2002 - Serbian Minister of Economy
and Privatisation Aleksandar Vlahovic said today that
representatives of Kragujevac-based Zastava
Automobili Group signed a pre-agreement with US
company Nucarco which envisages establishing of the
joint venture Zastava Motor Works ZMW, representing a
significant step toward successful restructuring of Zastava
Automobili Group.
The pre-agreement signed on Oct. 4, 2002, which is valid as from
today, envisages signing of the final agreement not later than March
1, 2003, when the new company ZMW would start functioning.
New Jersey-based Nucarco brought the Yugo to the US market in
the 1980s, but also Subaru, Alpha Romeo, Ferrari and Fiat.
Nucarco would own 80 percent, whereas Zastava Automobili would
have the 20 percent stake in the new ZMW. Production of old
models as well as new ones is expected to reach annual level of
220,000 cars in five years' time. Nucarco will invest $150 million over
the next three years, whereas Zastava Automobili will provide real
estates and technologies for current models Skala, Yugo, and
Florida. The joint venture would put at least 75 percent of the
vehicles on the markets of the United States, the European Union
and developing countries. Vehicles will be manufactured according
to standards Euro 3 and Euro 4.
"From the very beginning the joint venture ZMW will employ at
least 4,500 of workers, the number of current employees in Zastava
Automobili, but this number will grow gradually to 9,000 over the five
years," Vlahovic said. Zastava Automobili workers have not yet been
consulted on this business, though no problems are expected since
the signed agreement will fully implement plans on restructuring of
Zastava.
After one year, production would grow to 5,000 vehicles per month,
after the second year monthly production is expected to increase to
the level of 7,500 vehicles, while after three years from now it is
expected that the company would reach the level of 10,000 vehicles
per month.
According to the pre-agreement, obligation of the US partner is to
provide the investment and maintain their stake in the company as
well as to prevent bankruptcy over the next five years. Zastava on its
side will provide real estates, main and additional buildings,
know-how, machines and equipment. The government freed the
joint venture from paying the income tax in the next ten years.
The restructuring process in Zastava commenced in mid-April last
year. The condition the Serbian government inherited was
discouraging. The whole Zastava Group had over 30,000 employees
out of which 17,000 were redundant workforce.
The Serbian government, during the restructuring procedure, cut the
number of enterprises in the Zastava group from 47 to 20, reduced
the number of employees to 14,500, and initiated crediting former
employees who started their own private businesses. In September,
Zastava reached the level of 60 percent vehicles sold in Serbia, up
from ten percent before the restructuring process commenced. Also,
Zastava began installing Peugeot's engines in their cars.
=== 1b ===
"Politika" (Beograd), 12/10/2002
http://www.politika.co.yu/
STRATE©KO PARTNERSTVO "ZASTAVE" I "NUKARKA"
Novi "jugo-amerika"
Malkom Briklin ula¾e 150 miliona dolara i postaje veæinski vlasnik
novog akcionarskog dru¹tva
Grupa Zastava vozila sklopila je sa korporacijom "Nukarko" iz Nju
D¾ersija, èiji je osnivaè Malkom Briklin svojevremeno zaslu¾an za
prodor "juga" na amerièko tr¾i¹te, predugovor o formiranju
akcionarskog dru¹tva "Zastava Motor Works" (ZMW).
Ovaj dokument kojim je predviðeno da, kroz zajednièko ulaganje sa
strate¹kim partnerom iz Amerike, za tri godine proizvodnja
kragujevaèkih automobila namenjenih, pre svega, inostranom
tr¾i¹tu naraste na 220.000 godi¹nje, potpisan je 4. oktobra i od juèe
je va¾eæi. U narednih ¹est meseci, a najkasnije do 1. marta iduæe
godine, trebalo bi da se posao kruni¹e i parafiranjem ugovora.
Obelodanjujuæi ovu vest na juèera¹njoj konferenciji za novinare u
vladi Srbije, Aleksandar Vlahoviæ, republièki ministar za privredu
i privatizaciju, naglasio je da æe trogodi¹nje ulaganje najmanje 150
miliona dolara investicionog i obrtnog kapitala, na koje se strate¹ki
partner obavezao predugovorom, omoguæiti kragujevaèkom
proizvoðaèu da poveæa i modernizuje proizvodne kapacitete i
svoje modele - stare unapreðene i nove - plasira ¹irom sveta.
Naime, kako je predviðeno predugovorom, "Nukarko" æe zarad
ulaganja 150 miliona dolara postati veæinski vlasnik (80 odsto
akcija) ZMW ad Kragujevac, dok æe ulog u imovini Grupe
Zastava vozila obezbediti 20-procentno vlasni¹tvo.
Sem investicije od minimum 150 miliona dolara, èiji æe se iznos
precizno utvrditi u narednih ¹est meseci, amerièki partner se
obavezao da podigne tehnolo¹ke standarde na nivo EURO 3 i
EURO 4., neophodne da bi se automobili iz Kragujevca mogli
izvoziti i da unapredi postojeæe brendove i podstakne razvoj
novog brenda (robne marke) koji æe, po Vlahoviæevim,
reèima biti sinonim za vrednost, kvalitet i pouzdanost. Pri tome na
kraju prve godine proizvodnja zajednièkog preduzeæa bi trebalo da
dostigne 5.000, na kraju druge 7.500, dok bi treæu zavr¹ili sa 10.000
automobila meseèno, odnosno 220.000 za godinu dana.
"Nukarko" je preuzeo obavezu da 75 odsto proizvedenih vozila izveze
u SAD, EU i tr¾i¹ta zemalja u razvoju, pre svega latinoamerièkih sa
èijim distributerima, nezavisno od ovog predugovora, postoji
ugovoreni plasman 2000 automobila meseèno.
Zastava Kragujevac: prekinuta vi¹emeseèna neizvesnost
Kao veæinski partner "Nukarko" æe u startu zaposliti 4.500, odnosno
sve sada¹nje radnike "Zastava automobila" da bi u godini pune
iskori¹æenosti kapaciteta ZMW zapo¹ljavao 9.000 ljudi. Uz to u
narednih pet godina, kako je ugovoreno, amerièka korporacija æe
morati da zadr¾i udeo u zajednièkom akcionarskom dru¹tvu, kao i
da ne dozvoli njegov bankrot ili steèaj, sem u dogovoru sa
"Zastavom".
Ulog Grupe Zastava vozila neæe biti novèani. Na ime 20 odsto
vlasni¹tva u novoosnovano preduzeæe domicilni partner æe
investirati nou-hau "Zastava automobila" za proizvodnju vozila
"skala", "jugo" i "florida", kao i njihove pikap verzije, zatim
zemlji¹te na kome se nalaze proizvodni kapaciteti, zgrade i
prateæe objekte, opremu i ma¹ine i intelektualnu svojinu.
Nakon potpisivanja predugovora u narednih ¹est meseci amerièki
partner æe saèiniti tehnièko-tehnolo¹ki projekat, kojim æe se detaljno
definisati nivo investicija, razraditi poslovni planovi, istra¾iti
tr¾i¹ta i organizovati marketing nove firme, uspostaviti distribucione
kanale, sa èvrstim ugovorima i zapoèeti proces homologizacije novog
vozila.
Zadatak "Zastave" je, kako je objasnio Vlahoviæ, da vrednuje i izdvoji
imovinu koja æe pripasti zajednièkoj firmi i da uz pomoæ dr¾ave
restrukturi¹e obaveze, da dugove, koji neæe uæi u novoosnovano
preduzeæe, prenese na holding.
Naime, kako je objasnio Vlahoviæ, osnivanjem ove srpsko-amerièke
firme ni jedan biv¹i kreditor, pre svega italijanski "Fijat" kome
"Zastava"
najvi¹e i duguje (oko 75 miliona maraka) neæe biti o¹teæen. Ovom
starom strate¹kom partneru je, po ministrovim reèima, nuðeno da
preuzme kompaniju za dug ali on to nije bio spreman. Stoga u
narednom periodu i predstoje razgovori sa biv¹im kreditorima o
razre¹avanju starih dugovanja.
Novo partnerstvo sa amerièkom korporacijom, pre privatizacije,
Vlahoviæ je objasnio nepovoljnim op¹tim stanjem u svetskoj
automobilskoj industriji i èinjenicom da voðeni razgovori sa
potencijalnim strate¹kim partnerima koji bi u ovom trenutku u¹li
u proces privatizacije, nisu oti¹li dalje od interesovanja, odnosno
nisu rezultirali spremno¹æu na konkretne korake.
Deset godina bez poreza
"Zastavin" amerièki partner æe, kao i svi veliki investitori, po
usvajanju predlo¾enih poreskih izmena, u narednih deset godina biti
osloboðen plaæanja poreza na dobit korporacije. Utoliko pre ¹to æe
njegovo ulaganje vi¹estruko prema¹iti minimalno 10 miliona evra, na
osnovu èega ulagaè stièe pravo na ovu olak¹icu.
Ovaj konkretni aran¾man, izmeðu ostalog, po reèima Aleksandra
Vlahoviæa, bio je povod da se nadle¾na ministarstva za privredu
i finansije odluèe na znaèajnije stimulanse u poreskoj politici. To je
za stranog investitora bio dodatni podsticaj, kao ¹to je za njega
atraktivno i formiranje slobodne zone u jugoistoènoj Evropi i ugovor
o slobodnoj trgovini sa Rusima.
Pripreme za nova ulaganja
Posle propu¹tene ¹anse da se kao zemlja kandidujemo za zajednièko
ulaganje "Pe¾oa" i "Tojote" koji su za svoju destinaciju izabrali
Èe¹ku, u izgledu je - 2004. godine nova grinfild investicija
automobilske industrije.
Stoga su jo¹ proletos poèele pripreme, kako bismo za dve godine
mogli ravnopravno da konkuri¹emo, najavio je Vlahoviæ, ne ¾eleæi da
otkrije o èijim je planovima za investiranje reè.
Vesna Jelièiæ
=== 1c ===
http://www.forbes.com/2002/04/23/0423yugo.html
Autos
Yugo Redux
Doug Donovan, 04.23.02, 5:30 PM ET
NEW YORK - A decade has passed since the Yugo was last
imported to the United States.
The much-ridiculed discount automobile was discontinued in the
U.S. in 1992, but has forever remained an American icon of all
things cheap.
Now, the Yugo is back.
Malcolm Bricklin, the American entrepreneur who first imported
the Yugo to the U.S. in 1985, says that he has signed a deal with
Zastava Motor Works in Serbia to introduce the former Yugo
manufacturer's latest product, tentatively dubbed the ZMW.
We are going to set up 12
distributors across the United
States," said Bricklin, 63, who
also introduced Subaru to the
U.S. in 1968. Bricklin said he
expects to import the first
ZMWs in 12 months and was
confident his new company,
to be called Zastava Motor
Works USA, could sell
60,000 cars in its first year.
He said the cars will come in four different models: a two-door,
a four-door, a convertible and a pickup truck. Engines,
according to Bricklin, will come from a major European
carmaker, such as Volkswagen, Fiat or PSA (the maker of
Peugeots and Citroens). Prices will range from $5,000 to
$10,000, making them the cheapest cars on the market today,
according to the National Automobile Dealers Association in
McLean, Va.
But that doesn't mean buyers don't have other choices. The
lowest-priced cars currently sold in the U.S. are Daewoo Motor's
Lanos ($9,694), Hyundai Motor's Accent ($9,494), Kia Motors'
America's Rio ($9,590) and Toyota Motor's Echo ($10,480).
General Motors' Chevrolet Cavalier also falls into that range, with
a base price of $14,400 and an available $3,000 rebate.
Bricklin said the cars will resemble the Volkswagen Rabbit; will have
air bags, to address safety concerns; and the current Zastava cars
meet both European emissions and safety standards.
The Zastava Motor Works factory was partially
destroyed in 1999 during NATO air strikes against
Slobodan Milosevic's regime, but was able to
continue to make cars that it sold in the former
Yugoslavia. Bricklin says the factory has been rebuilt and
the company will be able to supply the U.S. market within
a year.
The only question is: Does the market need a car that cheap?
"Coming into the market at that price doesn't necessarily mean
there is no competition," said Paul Taylor, chief economist at the
National Automobile Dealers Association (NADA). "[Bricklin] would
encounter a very strong used market offering extended warranties."
Christopher Cedergren, an analyst at the automotive consulting firm
Nextrend of Thousand Oaks, Calif., said the automotive market has
moved away from low-priced vehicles. "Consumers want products
that evoke passion and emotion, and are willing to extend
themselves to get it," Cedergren said.
"This will be the first time in the last decade that someone could go
out and buy a new car with a new car warranty for half the price of
the lowest-priced car out there," Bricklin said.
According to the NADA, the average price for a new car is $26,670,
while used cars sell for an average of $13,542.
Bricklin said he did not have to put up any money to secure the deal
with Zastava Motor Works and that he would set up headquarters in
New York City.
There is no doubt Bricklin is capable of creating the distribution
network required to sell the cars in the U.S. He and his former
partner set up Subaru of America's distribution network in 1968.
Bricklin left the company in 1971, nearly 20 years before Fuji
Heavy Industries acquired it.
More than 120,000 Yugos sold in the U.S. before he sold out in
1988 for more than $15 million. Bricklin is also well-known for
introducing some rather high-profile flops. He designed and
financed production of the Bricklin SV-1, a gull-winged car--much
like the DeLorean. In 1975, Bricklin Vehicle Corporation, the
company that was manufacturing the SV-1, went bankrupt. Bricklin
founded the Electric Bicycle Co. in 1995; two years later it also
went bankrupt.
"Last time we did this, Yugoslavia was imploding, but now it's
stabilizing," Bricklin said. "I'm willing to step out there and try
things that other people aren't willing to do."
=== 2a ===
ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum: 28. septembar 2002
Ruzica Milosavljevic: Transport opasnog otrova iz
"ZASTAVE"
Beograd, 27. septembar 2002. godine
infograf@...
Opasan otpad sa ostacima piralena iz pogona Lakirnice
"ZASTAVE AUTOMOBILI", specijalnom ?eleznickom
kompozicijom 26. avgusta otpremljen je u Svajcarsku i
Nemacku gde ce biti unisten.
Kragujevac se tako delimicno oslobodio potencijalne
opasnosti za ?ivotnu okolinu, zbog cega vec tri godine
predstavlja crnu tacku na ekoloskoj mapi Srbije.Problem
sa opasnim otpadom nastao je 1999. godine tokom NATO
bombardovanja proizvodnih pogona "ZASTAVE AUTOMOBILI".
Jedan razorni projektil pogodio je skladiste u kome je
bilo smesteno 3000 litara piralena, koji je zatim iscurio
u tehnoloske jame pogona Lakirnice i pomesao se sa vodom
koja se u njima nalazila. Tom prilikom kontaminirano i
oko 500 kvadratnih metara poda. Deo piralena preko
kanalizacije otekao je u gradsku reku Lepenicu i ostale
vodotokove.
U bombardovanju je pogoden i komandni centar Lakirnice.
Ostecena su dva trafoa u kojima se piralen nalazio kao
sredstvo za hladenje, kao i transformatori u "ZASTAVA
ENERGETICI".
Prisustvo piralena u vodi i zemlji u velikim kolicinima,
uz saznanje da se radi o vrlo opasnom otrovu skoro
neunistivom, sa kancerogenim svojstvima sa pravom je
uznemirila gradane Kragujevca i Srbije.
Svesni da "ZASTAVA" i Jugoslavija nemaju mogucnosti da
rese problem piralena, preko naseg ministarstva za
ekologiju zatra?ena je pomoc medunarodne zajednice.
Po zavrsetku rata 1999. godine u "ZASTAVI" su boravili
predstavnici Ujedinjenih nacija zadu?eni za ekologiju.
Tada je dogovorena saradnja na izradi projekata i
obezbedenju neophodnih sredstava za realizaciju istih.
Strucnjaci "ZASTAVA AUTOMOBILI", kragujevackog prirodno
matematickog i masinskog fakulteta uradili su pet
projekata za resenje problema piralena i to: Ciscenje
tehnoloskih jama, podizanje poda i otprema opasnog otpada
iz pogona Lakirnice, saniranje zemljista oko
transformatora u "ZASTAVA ENERGETICI" i ispitivanje i
ciscenje reke Lepenice.
Sredinom prosle godine obavljeno je izvlacenje vode
kontaminirane piralenom iz tehnoloskih jama pogona
Lakirnice, njeno preciscavanje u posebno izgradenim
postrojenjima i ispustanje u reku Lepenicu.
U ovoj godini obavljeno je podizanje poda pogona
Lakirnice koji je do dubine od 25 centimetara bio
kontaminiran piralenom.
Posle podizanja kontaminiranog materijala obavljeno je
betoniranje poda.Nosilac posla bila je nemacka firma ABB,
a realizacija je poverena radnicima "ZASTAVA AUTOMOBILI".
I konacno ovih dana 250 tona opasnog otpada sa ostacima
piralena, zapokovano je u 20 kontejnera i otpremljeno u
Svajcarsku i Nemacku ciju ce recikla?u obaviti strucnjaci
ovih zemalja.
U Svajcarsku je otpremljeno 19 kontejnera dok je jedan
kontejner sa dva ostecena trafoa isporucen nemackoj firmi
ABB iz Dortmunda.
Uz sve to, vrlo je bitno da su zdravstvene analize, pre i
posle dekontaminacije betonskog poda i "prikupljanja" oko
6000 litara vode "oplemenjene" piralenom, pokazale da kod
radnika koji su radili na ovim poslovima, nema
zdravstvenih promena.
Naravno pravo stanje uticija na zdravlje radnika ce se
pokazati posle odredene vremenske distance.
Realizacija ova tri projekta kostala je 350.000 evra a
sredstva su obezbedile Ujednjene nacije.
Odlaskom opasnog otrova sa kancerogenim svojstvima nije
stavljena konacno tacka na dosije piralen. Piralenski
problem ostaje u "ZASTAVA ENERGETICI" u cije se pogone,
takode, za vreme bombardovanja izlio piralen, ali i u
Lepenici koja svih ovih godina "cuva" ko zna koji
procenat ovog opasnog otrova. Za realizaciju ova dva
pojekta potrebno je obezbediti 300.000 evra, ali je
medunarodna zajednica njihovu realizaciju uslovila tacnim
analizama, koliko je zagadenost lokalnih reka Lepenice i
?draljice, i sta je tacno dospelo u vodotokove odakle se
inace navodnjavaju baste nizvodno od grada. Tacnost
analiza dosta ote?ava i cinjenica da su nakon
bombardovanja u velikim poplavama koje su zahvatile
Kragujevac, bili popavljeni i pogoni "ZASTAVE". Vodena
bujica nekontrolisano je nosila ovaj opasan otrov u
lokalne reke, i ostale vodotokove natapajuci hektare
poljoprivrednog zemljista.
Strucnjaci su od samog pocetka insistirali da je
ispitivanje zatrovanosti reka i zemljista prioritetan
zadatak, imajuci u vidu da je piralen najopasniji kada
dospe u lanac ishrane. Na?alost ovaj projekat jos nije
dobio zeleno svetlo za njegovu realizaciju, a
stanovnistvo ovih prostora vec nekoliko godina ?ive u
strahu da se na njihovim trpezama nalaze ?ivotne
namirnice "obogacene" ovim opasnim otrovom.Na kraju kada
se sklope sve piralenske kockice, mozaik postaje lavirint
u kome niko ne bi mogao da nade prave odgovore na
pitanja, koliko je prisustvo ovog otrova stvarno ugrozilo
?ivotnu sredinu i ?ivote nasih sugradana.
Ako je za utehu, bar 250 tona ovog otrova je zauvek
napustilo "ZASTAVU" i Kragujevac.
=== 2b ===
ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum: 28. septembar 2002
Ruzica Milosavljevic: Der Transport des
gefaehrlichen Giftes aus der Firma "ZASTAVA"
Belgrad, 27 September 2002
infograf@...
Das gefaehrliche Gift mit den Resten von
Polychlorbifenil (PCB) ist aus dem
Lackirerei-Betrieb der Firma "ZASTAVA AUTOMOBILI"
mit der speziellen Eisenbahn, am 26.August nach
Schweiz und Deutschland abtransportiert worden, wo
das vernichtet wird.
Kragujevac hat sich, teilweise, von dieser
potenziellen Gefahr fuer die Umwelt befreit. Schon
drei Jahre stellt die Stadt den Schwarzpunkt an
der oekologische Landkarte Serbiens dar. Das
Problem mit dem gefaehrlichen Ausschuss ist im
Jahr 1999, waehrend des Nato-Bombardments der
Produktionsbetrieben von "ZASTAVA AUTOMOBILI",
entstanden. Ein zersetzendes Projektil hat den
Lager getroffen, wo 3000 l des PCB-s untergebracht
worden war, der dann in die technologische Gruben
des Lackirerei-Betriebes ausgeflossen ist und dann
sich mit dem dort befindlichem Wasser vermischt
hat. Dabei wurde auch ca 500 m2 des Bodens
kontaminiert. Ein Teil des PCB-s ist durch die
Kanalisation in den Fluss Lepenica und in die
andere Wasserlaeufe gelangt. Waehrend des
Bombardments ist auch das Steuerzentrum der
Lackirerei getroffen. Zwei Trafos, in denen sich
PCB als Kuehlungsmittel befand, als auch die
Trafos in "ZASTAVA ENERGETIKA" (Zastava Kraftwerk)
wurden beschaedigt. Die Bevoelkerung in Kragujevac
und Serbien ist , mit dem Recht, beunruhigt, wegen
der grossen Anwesenheit des PCB-s im Wasser und in
der Erde. Man weiss, dass es um sehr
gefaehrliches, fast unvernichtbares Gift mit den
kanzerogenen Eigenschaften geht.
Bezueglich darauf, dass "ZASTAVA" und Jugoslawien
keine Moeglichkeit haben, das Problem des PCB-s zu
loesen, hat man ueber unseres
Oekologie-Ministerium die Hilfe von der
Internationalen Gemeinschaft verlangt.
Nach der Kriegsbeendigung, im Jahr 1999,
verweilten in "ZASTAVA" Vertreter der Vereinigten
Nationen, die fuer die Oekologie zustaendig sind.
Dann wurde die Zusamenarbeit hinsichtlich der
Erarbeitung der Projekte und die Sicherstellung
der notwendigen Mittel fuer ihre Realisierung
vereinbart. Die Experte aus der Firma "ZASTAVA
AUTOMOBILI", kragujevaker
Naturwissenschften/Mathematik-Fakultaet und
Maschinenbau-Fakultaet haben fuenf Projekte fuer
die Loesung des PCB-Problems gemacht: die
Reinigung der technologischen Gruben, Erhebung des
Bodens und der Versand des gefaehrlichen
Ausschusses aus den Lackirerei-Betrieben, sanieren
des Grundes ringsum den Trafos in "ZASTAVA
ENERGETIKA" und die Ueberpruefung und Reinigung
des Flusses Lepenica.
Mitte des vorhergehendes Jahres hat man aus den
technologischen Gruben der Lackirerei-Betrieben
das mit PCB kontaminierte Wasser ausgezogen, man
hat das Wasser gereinigt und durch separat
gebauten Anlagen das in den Fluss Lepenica
abgelassen.
In letzten Jahr hat man den Boden in den
Lakirerei-Betrieben, der bis zur 25 cm Tiefe mit
dem PCB kontaminiert war, gehoben. Nach der
Beseitigung des kontaminierten Materials hat man
den Boden betoniert. Der Traeger der Geschaefte
war die deutsche Firma ABB und die Realisierung
der Geschaefte wurde an die Arbeiter der Firma
"ZASTAVA AUTOMOBILI" anvertraut.
Schliesslich ist in letzten Tagen 250 t des
gefaehrlichen Ausschusses mit den PCB-Resten in 20
Containers verpackt und nach Schweiz und
Deutschland versandt worden, wo die Experte das
Recycling durchfuehren werden.
Nach Schweiz ist 19 Containers versandt worden,
waehrend ein Container mit zwei beschaedigten
Trafos nach Deutschland in die Firma ABB aus
Dortmund geliefert worden ist.
Vor und nach der Dekontaminierung des Beton-Bodens
und nach der "Ansammelung" von ca.6000 l des mit
dem PCB "veredeltem" Wassers haben die
Gesundheitsanalysen gezeigt, dass es bei den
Arbeitern, die an diesen Geschaeften taetig waren,
keine Gesundheitsaenderungen entstanden sind. Den
echten Gesundheits-Zustand wird man erst nach
gewisser Zeit bewerten koennen.
Die Realisierung von diesen drei Projekten kostete
350.000 Euro. Vereinigte Nationen haben die Mittel
dafuer versorgt.
Mit dem Abtransport des gefaehrlichen Giftes, das
kanzerogene Eigenschaften hat, hat man keinen
Punkt an das PCB-Dossier gestellt. PCB-Problem
bleibt in der Firma "ZASTAVA ENERGETIKA" in deren
Betrieben, waehrend des Bombardments auch PCB
ausgeflossen ist. Das Problemm besteht auch im
Fluss Lepenica, der all diese Jahre dieses
gefaehrliche Gift in sich "behuetet". Man weiss
ueberhaupt nicht um wie grosses Prozent geht es.
Fuer die Realisierung diese zwei Projekte braucht
man 300.000 Euro. Die Internationale Gemeinschaft
braucht fuer ihre Realisierung praeziese Analysen,
wie gross die Verunreinigung der Flussen Lepenica
und Zdraljica ist und was genau in den
Wasserlaeufe aus denen man die Gaerten
flussabwaerts bewaessert, angelangt ist. Die
Tatsache, dass nach dem Bombardment, groesse
Ueberschwemungen auch die Betriebe der Fabrik
"ZASTAVA" in Kragujevac betroffen haben, erschwert
die Genauigkeit der Analysen. Der Wasserschwall
hat unkontroliert das Gift in die naeheliegende
Fluesse und Wasserlaeufe mitgebracht, viele
Hektare des landwirtschaftlichen Grundstuecken
einweichend.
Experte haben von der Anfang an darauf bestanden,
dass die Ueberpruefungen der Verunreinigung der
Fluesse und des Bodens die Prioritaet haben, weil
der PCB am gefaehrlichsten ist, als er in die
Ernaeherungskette gelingt. Dieses Projekt hat,
leider, immer noch nicht das gruene Licht fuer die
Realisierung erhalten. Die Bevoelkerung in diesem
Gebiet lebt schon einige Jahre in der Angst, dass
sie am Tisch die Nahrungsmittel hat, das mit
diesem gefaehrlichen Gift "angereichert" ist.
Wenn man all diese PCB-Wuerfeln zusammensetzt,
dann wird das Mosaik das Labyrinth in dem niemand
die richtige Antworte an die Fragen finden koenne,
in welchem Masse die Anwesenheit dieses Giftes
tatsaechlich die Umwelt und Leben unserer
Mitbuerger gefaehrdet hat.
Wenn das der Trost ist, hat bis jetzt wenigstens
250 t dieses Giftes fuer immer "ZASTAVA" und
Kragujevac verlassen.
ricevuta dal leader dei fondamentalisti bosniaco-musulmani, Alija
Izetbegovic, a Sarajevo nel 1995 fece la conoscenza di Bin Laden
in persona?...
---
DER SPIEGEL (Germany), Saturday, September 21, 2002 KOSOVO
The Cruelest Cleansings
The UN police get tougher with Albanian war criminals in Kosovo. New
unrest possible, because for many these criminals are still heroes
A strange grave lies in the midst of a large meadow in the village of
Crni Luk. There are no names on the four gravestones, and the
inhabitants of village of 3,000 react with distrust to questions about
the dead. "This is where we buried the charred remains of the Krasniqi
clan," says a young Albanian man and adds immediately with a wave of
his hand: "But I do not know more than that."
Twenty-four Albanians were shot, among them 13 children, and their
houses were burned down. But the victims are not buried in the heroes'
cemetery at the end of the village, where under a sea of Albanian
flags rest its former inhabitants killed in clashes with the Serbs.
They are not buried there because, according to protected testimony by
eyewitnesses, the Krasniqis were apparently executed by their
compatriots only after the arrival of KFOR international peacekeeping
forces in the Yugoslav province of Kosovo.
The four Krasniqi brothers were considered "loyalists to the Serbian
regime" and worked in Serbian companies; one of them was even as a
journalist for the Serbian language newspaper "Jedinstvo". Under the
Milosevic regime they enjoyed privileges; afterwards, this was their
death sentence.
The extermination of this family, like other Albanian crimes, could
have been quickly hushed up. For since the United Nations made the
Kosovo their protectorate in July 1999, they had proceeded against
presumed war criminals from the numbers of the Kosovo Albanians only
with velvet gloves. But now, more than three years after the NATO
takeover, the international community finally dares to also confront
its recent allies. Its investigators have even arrested some leaders
of the former Kosovo Liberation Army (KLA) who are suspected of
committing murder.
"Everyone in Kosovo knows but none dares to speak about it," says the
former prime minister of the exiled Kosovars and current chairman of
the New Party for Kosovo, Bujar Bukoshi. "After the war the cruelest
cleansings took place among the Albanians. Under the pretext that they
were 'Serbian collaborators', the leaders of the KLA liquidated their
political opponents; old blood feuds were settled, and Albanian
civilians were executed by the Albanians themselves."
The number of the victims is estimated to be more than a thousand. The
perpetrators or instigators were usually former senior KLA leaders;
after the war they were integrated nearly without exception into the
KLA successor organization, the civilian Kosovo Protection Corps.
Allegedly a former KLA commander and two of his fellow soldiers,
according to their indictment, instigated a war criminal to kill the
former KLA commander Ekrem Rexha known as "Drini". This moderate
Albanian had announced the publication of a book on war crimes in
Kosovo, including those committed by the KLA. A few hours after
Drini's death KLA deputies visited his widow in order to get "the
computer with records on the announced book". However the
international police responsible for postwar crimes was faster.
Also awaiting trial since not long ago are once legendary KLA
commanders Sami Lushtaki and Rustem Mustafa ("Remi"). The latter is
accused, along with three other KLA officers, of having raped Albanian
women and killed at least five civilians in private prison camps
during and after the war.
Daut Haradinaj, the notorious brother of the former KLA commander
Ramush Haradinaj (who in the meanwhile became head of the third
largest political party, the Alliance for the Future of Kosovo), is
accused with five other members of the Kosovo Liberation Army of the
murder of four members of the Liberal Party (LDK) of Kosovo president
Ibrahim Rugova.
After arresting an influential KLA commander near the town of Dragas,
the police stated that at the same time bomb attacks in the region
stopped.
Recently another senior KLA member from Prizren was brought before the
investigating judge. He is accused not only of having committed
criminal activities but also of being the top agent of the Albanian
secret service. The hard disk of his computer in the meanwhile has
become a treasure trove of information on war crimes, extortion and
Albanian secret service plans.
"We are slowly moving forward," says German Christian Lindmeier, a
spokesman for the UN administration in Kosovo (UNMIK). Unnoticed by
the public the Hague tribunal has also opened an office in Pristina.
Rumors according to which the list of the Hague investigators, in
addition to Serb war criminals, also includes three former KLA leaders
and now influential politicians - Hashim Thaci, Agim Cheku and Ramush
Haradinaj - have been neither confirmed nor denied by the spokesmen of
the tribunal. According to Hague tribunal chief prosecutor Carla del
Ponte, in any case indictments against some Kosovo Albanians will be
filed before the end of the year.
Shortly before the end of the war Thaci was sentenced in absentia by a
Serbian court in Pristina to ten years' imprisonment. Belgrade
presented the chief prosecutor in The Hague with a disk with 27,000
pages on the alleged war crimes committed by the top KLA triumvirate.
The extradition of at least one of the former KLA leaders would be
welcome for many Serbs to explain the Serbian war crimes in the Kosovo
as defense of the state and population.
"We know a lot," says UNMIK spokesman Lindmeier, "but our problem is
witnesses. They have a gun pointed at their head. Many withdraw their
original statements after threats by their former KLA fellow
fighters".
The heroic elite which ended up in jail is guarded by about twenty
prison wardens from Germany flown in by plane to do the job. Albanian
guards received death threats if they attempted to prevent escape
attempts.
For many Albanians the imprisoned KLA leaders are still war heroes.
Every Friday demonstrators lay flowers in front of the prison in
Pristina. They accuse UNMIK of developing "Milosevic tendencies". The
chairman of the journalist federation, Milan Zeka, has even called on
his colleagues to fight against the "police dictatorship" of UNMIK
chief Michael Steiner. The German, they say, is insulting a whole
generation of Albanians.
But this will not discourage Steiner from further arrests and
extradition of Albanians to the Hague tribunal despite rumors in
Kosovo of a huge revolt by the Albanians. He will carry out every
warrant for arrest of the Hague tribunal: "During my mandate we will
adhere to law and order in Kosovo."
RENATE FLOTTAU
---
http://www.spiegel.de/spiegel/0,1518,215990,00.html
21. September 2002 KOSOVO
Grausamste Säuberungen
Die Uno-Polizei geht verschärft gegen albanische Kriegsverbrecher vor.
Weil
diese Männer für viele noch immer Helden sind, drohen Unruhen.
Es ist eine merkwürdige Grabstätte, die inmitten der großen Wiese im
Dorf
Crni Luk liegt. Die vier Grabsteine tragen keine Namen, und die
Einwohner
des 3000-Seelen-Dorfes reagieren misstrauisch bei Fragen nach den
Toten.
"Hier haben wir die verkohlten Überreste des Krasniqi-Clans begraben",
sagt
ein junger Albaner und fügt sofort mit abwehrender Geste an: "Aber
mehr weiß
ich nicht."
Die 24 Albaner, darunter 13 Kinder, wurden erschossen, ihre Häuser
niedergebrannt. Doch die Opfer sind nicht auf dem Heldenfriedhof am
Ortsende
begraben, wo unter einem Meer albanischer Flaggen die im Kampf gegen
die
Serben gefallenen Dorfbewohner ruhen. Denn die Krasniqis wurden
vermutlich
von den eigenen Landsleuten hingerichtet, geheimen Zeugenaussagen
zufolge
sogar erst nach dem Einzug der internationalen Friedenstruppe Kfor in
die
jugoslawische Provinz Kosovo.
Die vier Brüder galten als "Loyalisten gegenüber dem serbischen
Regime" und
arbeiteten in serbischen Betrieben, einer von ihnen sogar als
Journalist bei
der serbischsprachigen Zeitung "Jedinstvo". Unter dem Milosevic-Regime
genossen sie Privilegien, danach war dies ihr Todesurteil.
Der Mord an der Familie könnte, wie andere albanische Verbrechen auch,
bald
gesühnt werden. Seit die Vereinten Nationen das Kosovo im Juli 1999 zu
ihrem
Protektorat gemacht haben, waren sie gegen mutmaßliche
Kriegsverbrecher aus
den Reihen der Kosovo-Albaner nur mit Samthandschuhen vorgegangen.
Doch
jetzt, mehr als drei Jahre nach dem Nato-Einmarsch, traut sich die
internationale Gemeinschaft endlich auch an die Verbündeten von damals
heran. Ihre Ermittler verhafteten sogar Führer der ehemaligen
Kosovo-Befreiungsarmee (UÇK) unter Mordverdacht.
"Jeder im Kosovo weiß es, doch keiner wagt darüber zu sprechen", sagt
der
einstige Premier der Exil-Kosovaren und heutige Vorsitzende der "Neuen
Partei Kosovo" Bujar Bukoshi: "Nach dem Krieg fanden grausamste
Säuberungen
unter den Albanern statt. Unter dem Vorwand, es handele sich um
,serbische
Kollaborateure', liquidierten Führer der UÇK ihre politischen Gegner,
wurden
alte Blutfehden bereinigt und albanische Zivilisten von Albanern
hingerichtet."
Die Zahl der Opfer wird auf mehr als 1000 geschätzt. Die Täter oder
Anstifter sind meist ehemalige hohe UÇK-Führer - nach dem Krieg wurden
sie
fast ausnahmslos ins zivile Kosovo-Schutzkorps TMK integriert, der
UÇK-Nachfolgeorganisation.
So sollen ein ehemaliger UÇK-Kommandeur und zwei seiner Mitkämpfer
laut
Anklage einen Killer angeheuert haben, um den früheren UÇK-Kommandeur
Ekrem
Rexha, genannt "Drini", zu töten. Der gemäßigte Albaner hatte die
Veröffentlichung eines Buches über Kriegsverbrechen angekündigt, auch
jene
der UÇK. Wenige Stunden nach Drinis Tod besuchten UÇK-Abgesandte die
Witwe,
um den "Computer mit den Buchaufzeichnungen" zu holen. Doch die für
Nachkriegsverbrechen zuständige internationale Polizei war schneller.
Auf ihren Prozess warten seit kurzem zwei einst legendäre
UÇK-Kommandeure:
Sami Lushtaki und Rustem Mustafa ("Remi"). Letzterem wird vorgeworfen,
gemeinsam mit drei weiteren UÇK-Offizieren in privaten Folterlagern
während
und nach dem Krieg albanische Frauen vergewaltigt und mindestens fünf
Zivilisten getötet zu haben.
Daut Haradinaj, berüchtigter Bruder des ehemaligen UÇK-Kommandeurs
Ramush
Haradinaj (inzwischen Chef der drittstärksten Partei "Allianz für die
Zukunft Kosovos"), ist gemeinsam mit fünf anderen Angehörigen des
Kosovo-Schutzkorps wegen der Ermordung von vier Mitgliedern der
liberalen
Partei LDK des Kosovo-Präsidenten Rugova angeklagt.
Nachdem sie bei Dragas einen einflussreichen UÇK-Kommandeur verhaftet
hatte,
stellte die Polizei fest, dass damit in der Region auch die
Bombenattentate
aufhörten.
Kürzlich wurde ein weiterer hoher UÇK-Mann aus Prizren dem Haftrichter
vorgeführt. Ihm werden nicht nur kriminelle Machenschaften
vorgeworfen, er
war auch Spitzenagent des albanischen Geheimdienstes. Die Festplatte
seines
Computers ist mittlerweile für die Ermittler eine Fundgrube mit
Hinweisen
auf Kriegsverbrechen, Erpressungen und albanische Geheimdienstpläne
geworden.
"Wir arbeiten uns langsam vor", sagt der Deutsche Christian Lindmeier,
ein
Sprecher der Uno-Verwaltung im Kosovo (Unmik). Unbemerkt von der
Öffentlichkeit hat auch das Haager Tribunal in Pristina ein Büro
eröffnet.
Gerüchte, wonach neben serbischen Kriegsverbrechern auch die drei
ehemaligen
UÇK-Führer und mittlerweile einflussreichen Politiker Hashim Thaçi,
Agim
Çeku und Ramush Haradinaj auf der Liste der Haager Ermittler stehen,
werden
von den Sprechern des Tribunals weder bestätigt noch dementiert. Gegen
einige Kosovo-Albaner, so die Haager Staatsanwältin Carla Del Ponte,
werde
jedenfalls noch vor Jahresende Anklage erhoben.
Thaçi wurde kurz vor Kriegsende von einem serbischen Gericht in
Pristina in
Abwesenheit zu zehn Jahren Haft verurteilt. Belgrad überreichte der
Haager
Chefanklägerin eine Diskette mit 27 000 Seiten über angebliche
Kriegsverbrechen des UÇK-Spitzen-Trios. Die Auslieferung eines
Ex-UÇK-Führers wäre vielen Serben willkommener Anlass, die serbischen
Kriegsverbrechen im Kosovo als Verteidigung von Vaterland und Volk zu
kaschieren.
Wir wissen viel, sagt Unmik-Sprecher Lindmeier, "doch unser Problem
sind die
Zeugen. Denen sitzt die Knarre im Nacken. Viele widerrufen ihre
ursprünglichen Aussagen angesichts der Drohungen ihrer einstigen
UÇK-Kampfgefährten".
Bewacht wird die gefallene Heldenelite von zwei Dutzend aus
Deutschland
eingeflogenen Gefängniswärtern. Albanischen Aufsehern war mit Mord
gedroht
worden, falls sie eine Befreiungsaktion verhindern würden.
Für viele Albaner sind die einsitzenden UÇK-Fürsten noch immer
Kriegshelden.
Jeden Freitag legen Demonstranten vor dem Gefängnis in Pristina Blumen
nieder. Die Unmik beschuldigen sie, "Milosevic-Tendenzen" zu
entwickeln. Der
Vorsitzende der Journalistenföderation, Milain Zeka, forderte seine
Kollegen
sogar auf, gegen die "Polizeidiktatur" von Unmik-Chef Michael Steiner
zu
kämpfen. Der Deutsche beleidige eine ganze Generation von Albanern.
Doch Steiner will sich nicht von weiteren Verhaftungen oder gar einer
Auslieferung von Albanern an das Haager Tribunal abhalten lassen, auch
wenn
im Kosovo schon von einer albanischen Großrevolte geraunt wird. Er
werde
jeden Haftbefehl des Haager Tribunals vollstrecken: "Während meines
Mandats
werden wir uns im Kosovo an Recht und Ordnung halten."
RENATE FLOTTAU
Nessun organo di informazione occidentale riporta la notizia delle
nuove manifestazioni studentesche a Belgrado. Centinaia di studenti
universitari hanno ad esempio preso parte ad una manifestazione contro
i nuovi aumenti delle tasse di iscrizione, che per alcune facolta'
arrivano ai 700 euro, cifra equivalente a molte volte lo stipendio
medio mensile in Serbia. Il governo della destra ultraliberista,
guidato da Zoran Djindjic, promette ulteriori tagli e balzelli.
STUDENTEN PROTESTIEREN IN BELGRAD
BELGRAD. Mehrere hundert Studenten der Belgrader Universität haben
gegen die Bildungspolitik der prowestlichen Regierung Djindjics
protestiert. Die Semesterbeiträge belaufen sich in den einzelnen
Fachbereichen bis auf 700 Euro, was für die Lebensverhältnisse der
Studenten in Belgrad sehr viel Geld ist. Die prowestliche Regierung
Djindjic hat weitere "Sparmassnahmen" angekündigt. INET-NEWS
Balkan-Telegramm, 8.Oktober 2002 - http://www.amselfeld.com
---
English version:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/494
En francais:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/567
(prima parte)
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/565
(seconda parte)
---
Belgrado, 2 ottobre 2000 - (Tanjug) -
Il Presidente della R.F.J. Slobodan Milosevic lunedì 2 ottobre
2000 si è rivolto alla nazione attraverso la radiotelevisione
serba.
---
Cari concittadini,
nell'attesa del secondo turno delle elezioni colgo l'occasione
per esporvi la mia opinione sulla situazione politica ed
elettorale nel nostro Paese, e in special modo in Serbia.
Come voi sapete, da dieci anni sono in corso manovre per porre
tutta la penisola balcanica sotto il controllo di alcune potenze
occidentali. Buona parte di questo lavoro è stato compiuto
mediante l?insediamento di governi fantoccio in alcuni paesi,
trasformati in paesi a sovranità limitata, cioè privati a tutti
gli effetti di sovranità.
A causa della resistenza opposta dal nostro Paese a una tale
sorte, siamo stati sottoposti a tutte le forme di pressione alle
quali un popolo può essere sottoposto nel mondo contemporaneo.
Queste pressioni sono andate via via crescendo in quantità ed
intensità. Tutta l'esperienza accumulata dalle grandi potenze nel
corso della seconda metà del XX secolo nell'arte di rovesciare
governi, provocare disordini, fomentare guerre civili, screditare
o liquidare coloro che lottano per la libertà nazionale, ridurre
le nazioni e gli stati sull'orlo della miseria - tutto ciò è
stato applicato contro il nostro Paese e il nostro popolo.
Tutto quello che è stato organizzato attorno a queste elezioni fa
parte quindi della persecuzione organizzata contro il nostro
Paese e il nostro popolo, perchè il nostro Paese e il nostro
popolo costituiscono una barriera contro lo stabilirsi di un
dominio totale nella penisola balcanica.
Da molto tempo è presente in mezzo a noi un raggruppamento che,
con il pretesto di orientare i partiti politici di opposizione,
rappresenta gli interessi di quei governi che sono stati
protagonisti delle pressioni contro la Jugoslavia e specialmente
contro la Serbia. Questa lobby si è presentata a queste elezioni
sotto il nome di Opposizione Democratica Serba (D.O.S.). Il suo
vero capo non è il suo candidato alla presidenza. Da molti anni
il suo capo è il presidente del Partito Democratico,
collaboratore dell'allenza militare che ha scatenato la guerra
contro il nostro Paese. Egli non ha neanche potuto nascondere la
sua collaborazione con quelsta alleanza. Nei fatti, tutto il
nostro popolo è al corrente del suo appello alla NATO perchè
continuasse a bombardare la Serbia per tutto il tempo necessario
a spezzarne la resistenza. Il cartello che si è così organizzato
per le elezioni rappresenta gli eserciti e i governi che hanno
appena condotto la guerra contro la Jugoslavia. Rappresentando
quegli interessi, ha lanciato alla opinione pubblica il messaggio
che, con loro al potere, la Jugoslavia sarebbe uscita da ogni
pericolo di guerra e di violenza, sarebbe riavviata la prosperità
economica, il tenore di vita sarebbe migliorato visibilmente e
rapidamente, la Jugoslavia sarebbe reintegrata nelle istituzioni
internazionali, e via dicendo.
Cari concittadini, è mio dovere mettervi pubblicamente in guardia
e per tempo sulla falsità di queste promesse e sul fatto che la
situazione è ben diversa. E? proprio la nostra politica che
garantisce la pace, mentre la loro provoca conflitti incessanti e
violenza e vi dirò perchè.
Con l?instaurazione di un governo appoggiato o direttamente
insediato dalla comunità dei paesi riuniti nella NATO, la
Jugoslavia diventerebbe inevitabilmente un Paese il cui
territorio verrebbe rapidamente smembrato.
Queste non sono soltanto le intenzioni della NATO. Queste sono le
promesse pre-elettorali della Opposizione Democratica Serba. Noi
l'abbiamo ascoltato dalla bocca dei suoi stessi rappresentanti:
- il Sangiaccato otterrebbe l'autonomia che un membro della
coalizione, leader di un'organizzazione separatista musulmana,
Suleiman Ugljanin, reclama da dieci anni- e che significherebbe,
nei fatti, la separazione definitiva del Sangiaccato dalla
Serbia.
- Le loro promesse comprendono anche l'ottenimento da parte della
Vojvodina di un'autonomia che non soltanto la separerebbe dalla
Serbia e dalla Jugoslavia, ma la trasformerebbe nei fatti in
parte integrante della vicina Ungheria.
- Nello stesso modo, altre regioni sarebbero separate dalla
Serbia, e anche alcune zone di frontiera. La loro annessione da
parte degli Stati confinanti costituisce da lungo tempo un
imperativo per questi paesi, che continuano ad incitare le loro
minoranze presenti in Jugoslavia a contribuire all'integrazione
di queste parti del nostro Paese negli Stati vicini.
- Nel quadro di questa politica di smembramento della Jugoslavia,
il Kosovo sarebbe la prima vittima. Il suo status attuale sarebbe
dichiarato legale e definitivo. Questa sarebbe la prima parte del
suo territorio cui la Serbia dovrebbe dire addio, senza poter
neanche sperare che questa parte della sua terra le possa mai
essere restituita.
- Il resto del territorio che continuerà a chiamarsi Serbia
verrebbe occupato da forze militari internazionali, USA o
comunque straniere, che tratteranno il nostro territorio come
loro zona di esercitazioni militari e loro proprietà, da
controllare secondo gli interessi della potenza che disloca il
proprio esercito di occupazione. Abbiamo visto casi di controllo
simili, e le loro conseguenze, negli scorsi decenni, e
specialmente negli ultimi dieci anni in molti paesi nel mondo e
ultimamente purtroppo anche in Europa, per esempio nel Kosovo,
nella Repubblica Serba di Bosnia, in Macedonia, per restare
intorno a noi. Il popolo della Serbia subirebbe la stessa sorte
dei Kurdi, con la prospettiva di essere sterminato ben più
rapidamente dei Kurdi, essendo meno numeroso e muovendosi su un
territorio assai più ristretto del loro.
- Quanto al Montenegro, il suo destino sarebbe lasciato nelle
mani della mafia le cui regole del gioco i cittadini dovrebbero
conoscere: ogni infrazione alla disciplina e soprattutto ogni
opposizione agli interessi mafiosi è punita con la morte, senza
alcun diritto di appello.
Vi ho descritto il destino della Jugoslavia in caso di
accettazione dell?opzione NATO per il nostro paese, con l'intento
di mettervi in guardia che oltre e più della perdita territoriale
e all?umiliazione del popolo, noi ci troveremo tutti a vivere in
un clima di continue violenze. I nuovi proprietari degli antichi
territori dello Stato di Jugoslavia e gli occupanti del restante
territorio serbo terrorizzerebbero, come è nella natura delle
cose, le popolazioni dei territori che andrebbero ad occupare.
Nello stesso tempo, il popolo serbo stesso si batterebbe
continuamente per ristabilire uno Stato serbo nel quale potersi
riunire.
Queste potenze non vogliono la pace e la prosperità nei Balcani.
Esse vogliono che questa sia una zona di conflitti permanenti e
di guerre che servano da alibi a far perdurare la loro presenza.
Un governo fantoccio è una garanzia certa di violenze, forse
anche di molti anni di guerra. Di tutto salvo che di pace. Solo
il nostro governo indipendente può garantire la pace.
Non solo questo. Tutti i paesi che si sono trovati in condizioni
di sovranità limitata e con governi sotto l'influenza di potenze
straniere si sono rapidamente impoveriti in misura tale da
distruggere ogni speranza di relazioni sociali più giuste e
umane. La divisione radicale tra una maggioranza povera e una
minoranza ricca: questo è il quadro che l?Europa orientale ci
presenta da diversi anni ormai, come tutti possono constatare. La
stessa cosa accadrebbe anche a noi. Anche noi, una volta
sottoposti al comando e al controllo di quelli che dominerebbero
il paese, avremo in breve un'immensa maggioranza di gente nella
più estrema povertà, con una prospettiva di uscirne molto, molto
incerta e lontana. La minoranza ricca sarebbe composta da
un?elite di profittatori del mercato nero, cui sarà concesso di
arricchirsi solo a patto di sottostare ciecamente al potere di
chi deciderebbe del destino del nostro Paese.
La proprietà sociale e pubblica sarebbe rapidamente privatizzata,
ma i nuovi padroni, come l?esperienza dei paesi vicini dimostra,
sarebbero di regola stranieri. Tra le rare eccezioni figureranno
coloro che avranno acquistato il loro diritto di proprietà con la
loro obbedienza e sottomissione, cosa che porterà alla scomparsa
di ogni più elementare dignità, nazionale e umana.
In queste circostanze, le principali ricchezze della nazione
diverrebbero proprietà straniera, e coloro che le già
amministravano normalmente continuerebbero a farlo nella nuova
situazione ma come impiegati di società straniere nel loro paese.
L'umiliazione nazionale, la frammentazione dello Stato e la
povertà sociale condurrebbero necessariamente a ogni tipo di
patologia sociale, di cui il crimine sarà il primo. Questa non è
una supposizione: è l'esperienza vissuta da tutti i Paesi che
hanno preso il cammino che noi cerchiamo di evitare a tutti i
costi. I centri del crimine non sono più nell'Europa occidentale,
si sono spostati verso l'Europa dell'Est da una decina d'anni. Il
nostro popolo ha già dovuto mal sopportare l'incidenza criminale
attuale, perchè noi abbiamo vissuto a lungo, dalla Seconda guerra
mondiale agli anno '90, in una società che non conosceva quasi
per niente il crimine. La criminalità a grande scala, che non
potrebbe essere evitata nel tipo di società che diverrebbe la
nostra in caso di perdita della nostra sovranità e di una parte
del nostro territorio, sarebbe tanto pericolosa per la società e
i cittadini e per il nostro piccolo popolo, che non vi è
abituato, quanto può esserlo la guerra.
Uno degli obiettivi e compiti essenziali di un governo fantoccio,
non importa in quale Paese, compreso il nostro se noi dovessimo
avere un tale governo, è la perdita di identità nazionale. I
Paesi sotto potere straniero si separano velocemente dalla loro
storia, dal loro passato, dalle loro tradizioni, dal loro stile
di vita, e spesso anche dal loro idioma letterario. Ciò sarà
invisibile all'inizio, ma una selezione molto efficacie e senza
pietà dell'identità nazionale la ridurrà a qualche pietanza
locale, qualche canzone e danza folcloristica, ed al nome di
qualche eroe nazionale utilizzato come marca di cosmetici o di
prodotti alimentari. Nel XX secolo, una delle più evidenti
conseguenze dell'usurpazione dei territori nazionali da parte
delle grandi potenze è l'annichilimento dell'identità di popolo
di questi paesi.
L'esperienza delle altre nazioni mostra che le persone possono
difficilmente sopportare la velocità alla quale esse devono
cominciare a servirsi di una lingua straniera come fosse la loro,
ad identificarsi in figure storiche straniere dimenticando le
loro, ad avere più familiarità con la letteratura dei loro
occupanti che con la loro, a glorificare la Storia degli altri
sminuendo la loro, ad assomigliare agli altri e non a sè stessi.
La perdita dell'identità nazionale è la più grande sconfitta che
una nazione possa conoscere, ed essa è inevitabile nella forma
moderna di colonialismo. Inoltre, questa nuova forma di
colonozzazione mette fuori norma, per sua stessa natura, ogni
possibilità di libertà di parola e di decisione, e soprattutto
ogni forma di creatività. Quando un Paese non è libero, esso
rifiuta ai popoli che vivono nel suo seno il diritto di esprimere
liberamente le proprie opinioni, perchè queste opinioni rischiano
di trovarsi in conflitto con l'assenza di libertà. E' per questo
che la tortura del pensiero è la forma più essenziale ed
efficacie in un paese che ha perduto la libertà. Quanto ad
esercitare il proprio libero arbitrio, è naturalmente fuori di
discussione. La libertà di decisione non è permessa che
illusoriamente. Essa è accordata solo ai lacchè dei dominatori
stranieri, perchè la loro sedicente lobertà serve agli occupanti
per proclamare di avere instaurato la Democrazia, nel nome della
quale avevano preso possesso del Paese di un altro popolo.
Io vorrei sottolinearlo particolarmente all'attenzione dei
giovani, intellettuali o sapienti: è di regola che i Paesi
privati di sovrantà nazionale siano privati del diritto al lavoro
creativo, e specialmene al lavoro creativo in campo scientifico.
Sono i centri di potere e le grandi potenze che finanziano il
lavoro scientifico, controllano i suoi risultati e decidono della
loro applicazione. Negli Stati dipendenti, i laboratori di
ricerca e gli istituti scientifici non sono indipendenti ma
operano in qualità di branche controllate da un centro. Le loro
realizzazioni devono restare entro dei limiti che non rischino di
introdurre nei Paesi e nei popoli occupati un seme di ribellione
o di emancipazione.
Al momento in cui vi parlo, siccome l'Opposizione Democratica
Serba non è sicura di raggiungere i risultati che le sono
necessari, i leader del DOS stanno accettando, con il denaro
introdotto nel paese, di far ricattare e logorare i cittadini, di
organizzare degli scioperi, di creare un clima di insicurezza e
di violenza, con l'intento di arrestare la produzione, ogni
lavoro e ogni attività. Tutto ciò ha lo scopo evidente di
arrestare la vita in Serbia, e di affermare che essa riprenderà
con successo e benessere solo quando sarà organizzata da coloro
che tra noi rappresentano le intenzioni, i piani e gli interessi
degli occupanti.
Il nostro Paese è uno Stato sovrano. Ha le sue leggi, la sua
Costituzione e le sue istituzioni. La Serbia ha il dovere e il
diritto all'autodifesa dall'invasione che è stata preparata
contro di essa attraverso diverse forme di sovversione. E i
cittadini devono sapere che partecipando ad una sovversione il
cui obiettivo è la dominazione straniera o l'occupazione del loro
Paese, essi
portano la responsabilità storica di privare il loro Paese del diritto
all'esistenza, così come la responsabilità di perdere il controllo
sulla
propria esistenza. Abandonando il loro Paese in mano ad altri, a degli
stranieri, essi stanno per mettere nelle mani dello straniero la loro
vita, la
vita dei loro figli e di molte altre persone.
Io ho ritenuto mio dovere mettere in guardia i cittadini della nostra
patria
sulle conseguenze di queste attività, finanziate e sostenute dai
governi
dei
paesi NATO. I cittadini possono credermi, ma non ne sono obbligati. Mi
auguro
soltanto che non si ricredano quando sarà troppo tardi, che non si
avvedano di
questa realtà quando sarà difficile correggere gli errori fatti
per ingenuità, o per errore o indifferenza, perchè quegli errori
avranno prodotto situazioni difficili e forse impossibili da
raddrizzare, e certamente non avranno mai una riparazione.
Nel dire queste cose non ho motivazioni di carattere personale.
Sono stato eletto due volte presidente della Serbia e una volta
presidente della Jugoslavia. Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo
questi dieci anni, che non attaccano la Serbia perchè c?è
Milosevic, ma attaccano Milosevic per attaccare la Serbia. La mia
coscienza al riguardo è assolutamente tranquilla. Ma non lo
sarebbe del tutto se io non dicessi al mio popolo, dopo tutti
questi anni trascorsi alla sua guida, quella che io penso sarà la
sua sorte, sia che il suo destino gli sia imposto da altri, sia
che ciò significhi dire al popolo che questo destino se lo sta
scegliendo con le sue stesse mani. L'errore di giudizio che
consiste nello scegliere ciò che è stato scelto da altri è il più
pericoloso degli errori di giudizio, e questa è essenzialmente la
ragione della mia decisione di rivolgermi pubblicamente ai
cittadini della Jugoslavia.
Vi ringrazio.
Presidente Slobodan Milosevic
Yugoslav Committee for the defense of Slobodan Milosevic
ICDSM International Committee to Defend Slobodan Milosevic
1. APPEAL: Donate and help the voice of freedom to be heard!
2. STOP THE MURDEROUS NATO MACHINE AT THE HAGUE
3. Valkanov on the Wladimiroff case (25/09/02)
=== 1 ===
A P P E A L
Protect the life of Slobodan Milosevic!
Donate and help the voice of freedom to be heard!
Do you know that:
· Yesterday afternoon President Milosevic was forced to wait one
and a half hour to be transported from the "tribunal" to his prison
cell. It was the afternoon between the examination of Stipe Mesic,
President of Croatia, by the "prosecution" and the cross examination
of the same "witness" by President Milosevic.
· A day before that, Richard May, the "judge" announced that
the "trial chamber" can return on Thursday to earlier practice of
whole day long hearings. This was after the same "trial chamber" weeks
ago publicly admitted existence of serious health and life risks for
President Milosevic and declared that tempo of the "trial" will be
slowed down and President Milosevic will have more days for rest.
· At the same day, Geoffrey Nice, the "prosecutor" in charge,
tried to explain the problems "prosecution" has in bringing
appropriate "witnesses" to the "court", which caused lack of the
schedule of "witnesses" to come. In his explanation, he complained
because the "reserved witnesses" (who could 'fill the gaps' without
previous announcement) were not allowed.
· Today, the "judge" Richard May served as a counsel to Stipe
Mesic, in Tito's time imprisoned for Ustashi propaganda, the guy who
triumphantly shouted in Croatian Parliament: "I fulfilled my mission -
there is no more Yugoslavia!". By all means (cutting and "translating"
President Milosevic, shortening the time for cross examination,
allowing Mesic cynical and unlimited comments) May tried (without
success) to save his "client" from total disaster.
· President Milosevic, with malignant hypertension and heart
damages, still has no specialists' medical care.
· Death of six prisoners (all of them were Serbs) was caused by
the "tribunal" - in three cases it was due to lack of medical
assistance or due to improper medical care.
· With more than 100.000 pages of materials concerning Croatia
and Bosnia submitted to him by the "court" and more than seven months
of every day "trial" behind him and more than year and a half ahead,
President Milosevic still has no conditions to prepare his defense, in
cynical violation of the 'equality of arms' principle.
· Assistance in preparing facts and proofs for President
Milosevic to confront tons of materials prepared by thousand of
employees of the "tribunal" and by Western secret services is done by
group of volunteers in Freedom Association in Belgrade and in ICDSM.
Our funds and pockets are empty. After eight months since the Hague
process begun, there is almost no possibilities to collect money from
patriots in the impoverished country and with government which
produces only obstacles for our work.
But you certainly know that:
· President Slobodan Milosevic, undisputable leader of the
unconquered nation and the NATO war prisoner, is in unique and
extremely important position for all fighters for freedom and peace in
the World, to confront the Empire and its war machinery - NATO, with
truth and strong arguments.
· Only a part of the citizens of Yugoslavia are able to follow
every day TV transmissions from The Hague. As a result, unification of
the patriotic opposition is becoming a key factor on Serbian political
scene, despite the hard repression and all kinds of manipulations by
the current colonial regime in Belgrade.
Therefore, we dramatically appeal:
· Use all means to protest the killing conditions at the NATO-
Nazi dungeon in Scheweningen and in NATO martial court at The Hague.
Life of President Milosevic has to be saved! The only proper way to
avoid the threat is his release!
· Donate for our common struggle! Form your own foundations in
your countries, organize fund-raising campaigns! Keep part of
collected money to broaden actions and campaigns. Now President
Milosevic has only one assistant at The Hague. Without your help he
can stay even without that!
************
Here's how you can help...
************
* You can contribute by credit card. Soon we will have an ICDSM secure
server so you can contribute directly on the Internet.
For now, you can contribute by credit card in two ways: *
You can Contribute by Credit Card over the Telephone by calling:
ICDSM office, USA: +1 617 916-1705
SLOBODA (Freedom) Association office, Belgrade: +381 63 8 591 569
You can Contribute using PayPal at:
https://www.paypal.com/xclick/business=icdsm%40aol.com
PayPal accepts VISA and MasterCard
You can Contribute by mail to:
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831 Beacon St., #295
Newton Centre, MA 02459 (USA)
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You can Contribute by wire transfer to Sloboda Association
Intermediary:
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Zurich, Switzerland
Swift Code: UBSWCHZH
Account with:
/ 756 - CHF
/ 840 - USD
/ 978 - EUR
Komercijalna Banka AD
Sv. Save 14, 11000 Belgrade, FR Yugoslavia
Swift Code: KOBBYUBG
Beneficiary:
Account No. 5428-1246-16154-6
SLOBODA
Rajiceva 16, 11000 Belgrade, FR Yugoslavia
- OR -
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=== 2 ===
STOP THE MURDEROUS NATO MACHINE AT THE HAGUE
Belgrade, September 24, 2002
In their common press conference the Chairman of the International
Committee to Defend Slobodan Milosevic professor Velko Valkanov and
the Chairman of the Yugoslav National Committee "Sloboda" Mr. Bogoljub
Bjelica sent an appeal to international public to react powerfully in
order to stop the mechanism for destruction of human lives and health
in The Hague dungeon.
They underlined that it is duty of the Yugoslav authorities as well as
of international organizations to prevent the evil machinery which
systematically undermines the health of the prisoners, up to most
tragic consequences.
Reminding about the exhausting treatment of President Milosevic
combined with the negligence about his heart problems by the
NATO "tribunal", Valkanov and Bjelica also presented the
INFORMATION ON MURDERS AND
BRUTAL ARRESTS OF SERB PATRIOTS BY NATO HAGUE "JUDICIARY"
February 1996, near Sarajevo - General Djordje Djukic was
arrested and taken to The Hague. He was released only a month before
his death caused by pancreas cancer.
June 1997, near Erdut - Former Mayor of Vukovar was
arrested after he left a meeting with Jacques Klein, despite security
guarantees granted by Mr. Klein. According to the "Tribunal"'s report,
he committed suicide in his prison cell at The Hague near the end of
1998.
July 10, 1997, Prijedor - Manager of Prijedor hospital dr
Milan Kovacevic was brutally arrested. He died from a heart attack
after a year spent in The Hague prison, because of the lack of medical
care and belatedly medical assistance.
End of August 1999, Vienna - Col. General Momir Talic,
Chief of the Republika Srpska Army Headquarters, was arrested, despite
his immunity as a participant of an OSCE Expert Seminar and guest of
the Military Academy in Vienna. He has been released recently from the
Hague prison for the reason of his serious illness (the lung cancer
which escalated due to the lack of medical care).
On July 10, 1997, Sima Drljaca, retired Chief of Prijedor
police, was killed in an "arrest attempt" by the British commandos
from SFOR, on the shores of Gradina lake. Mr. Drljaca was killed in
the presence of his juvenile son.
On January 09, 1998, on the road between Ustipraca and
Srbinje, in another "arrest attempt", Dragan Gagovic was brutally
killed by shot in the head by SFOR soldiers, who stated that they shot
in self-defense. All this happened before the eyes of four kids.
On April 12, 2002, in protest against the treason of the
Belgrade puppet regime, which adopted an unconstitutional law
on "cooperation" with the NATO tribunal, Vlajko Stojiljkovic, MP and
former Serbian Minister of Interior, committed a suicide on the stairs
of the Yugoslav Parliament building.
=== 3 ===
Data: 25/09/2002 00:05
Da: Vladimir Krsljanin
Oggetto: Valkanov: No Pardon for The Hague Tribunal!
Concerning the "Wladimiroff" case, an outrageous example of the NATO
tribunal arrogance and partiality, founder and co-chairman of the
International Committee to Defend Slobodan Milosevic, well known
Bulgarian jurist and politician, former presidential candidate, long
time MP and president of the Bulgarian Antifascist Union, professor
Velko Valkanov have sent the attached letter to the "president of the
trial chamber", British missed politician, "judge" Richard May.
I apologize to all friends for the length of the attachment. I am
sending it as a facsimile, since it is a document which demands legal
respond, if there is any moral at The Hague.
To download the attachment "Valkanov on the Wladimiroff case"
(25/09/02) please click here:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/Valkanov%80%A0%
A6%A0bmp.doc
===*===
To join or help this struggle, visit:
http://www.sps.org.yu/ (official SPS website)
http://www.belgrade-forum.org/ (forum for the world of equals)
http://www.icdsm.org/ (the international committee to defend Slobodan
Milosevic)
http://www.jutarnje.co.yu/ ('morning news' the only Serbian newspaper
advocating liberation)
www.icdsm.org
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Slobodan Milosevic's Cross-Examination of
Croatian President Stjepan Mesic: PART I
Because the transcript of the cross-examination is 150 pages long we
have broken it into 12 easy to read segments. If you wish to read the
whole thing at once go to: http://www.icdsm.org/more/mesic.htm
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Page 10614
1 Wednesday, 2 October 2002
2 [Open session]
3 [The accused entered court]
4 [The witness entered court]
5 --- Upon commencing at 9.10 a.m.
6 JUDGE MAY: Yes, Mr. Milosevic.
7 WITNESS: STJEPAN MESIC [Resumed]
8 [Witness answered through interpreter]
9 Cross-examined by Mr. Milosevic:
10 Q. [Interpretation] How long a prison sentence did you serve in
11 Gradisce?
12 A. One year.
13 Q. You were there together with Petar Sale and another person in the
14 same cell; right?
15 A. Yes, in the same penitentiary, but we were not in the same room.
16 Q. And you know, later, that the state security service recorded
your
17 activities with the third person that you were with?
18 A. I don't know anything about that.
19 Q. Is it correct -- I mean, I imagine that you do know that at that
20 time you were monitored, taken care of, I don't know how to put it,
by
21 Milanko Orescanin, an operations officer of the state security
service?
22 A. This is the first time I hear that name.
23 Q. He worked at the state security service in Slavonski Brod?
24 A. This is the first time I hear that name, and in Slavonski Brod, I
25 was there only a few times in my life.
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1 Q. Well, he had very detailed information about your activities
2 concerning that person. Tell me: Do you know anything about that?
3 Because there is evidence that after the HDZ victory, you were the
person
4 who gave instructions to have that operations officer killed, the
man from
5 Slavonski Brod, and he was liquidated on the 15th of August, 1991, a
6 religious holiday, Sunday.
7 Q. This is the first I ever hear of it. I never held any executive
8 positions and I had no influence whatsoever on anyone's liberty or
life.
9 Q. But there are persons, there are witnesses, Mr. Mesic, who
10 according to your instructions kidnapped that person, Mijokovic,
Milan
11 from Slavonski Brod and Jokic, Ivan from Slavonski Brod?
12 A. You're probably the one who is socialising with them. I have no
13 idea.
14 Q. Also according to your instructions, Momo Devrnja, a Serb from
15 Orahovac, a forwarder was liquidated, a man who had a conflict with
you.
16 I imagine you remember that?
17 A. Just as much influence as I had on Lincoln's assassination.
18 That's about it.
19 Q. On the 24th of December, Muselinovic, Miodrag with his wife
Milici
20 and neighbour Desanka Radonjic [phoen] was the chief of SUP in
Orahovac
21 and he was killed according to your instructions.
22 A. The same answer as for the previous one.
23 THE INTERPRETER: Could the accused please repeat the question.
24 The speed is impossible to follow.
25 JUDGE MAY: We'll have to pause. The interpreters can't keep up
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1 this pace. Now, you both speak the same language; therefore, it
would be
2 better if there was a pause between the question and answer. And also
3 after the answer. Mr. Milosevic, will you bear that in mind.
4 MR. MILOSEVIC: [Interpretation]
5 Q. According to your instructions, Serb villages Pusina, Kokocak,
6 Kraskovici [phoen], Brekoracani [phoen], Gornja Pistana, Slatinski
7 Drenovac were destroyed; is that correct or is that not correct?
8 A. That has nothing to do with actual facts. I found out about the
9 torching of these villages and I protested. I launched by protest
with
10 President Tudjman.
11 Q. With who?
12 A. With President Tudjman, and you had also socialised with him.
13 Q. You were involved in the Hefner affair in 1967, the one that had
14 to do with the selling of white slaves, and also you remember that
Tito
15 referred to an affair that you were involved in that had to do with
buying
16 machinery for the textile industry in Leskovac.
17 A. No. This is just a figment of someone's imagination.
18 Q. Is it correct that you were the main organiser of the affair that
19 had to do with military records, abolishing the security records
that were
20 kept? Need I remind you of why you did that?
21 A. This is no affair. This has to do with the following: The
22 National Defence authorities kept records about young men who were
23 supposed to go and do their military service. As president of the
24 municipality, I got information that Croats were not being
sufficiently
25 active in the army, that they did not enroll in military schools.
They
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1 did not take up commissions and they did not go to military schools
in
2 general. I was surprised by the fact that it was only Serbs who were
3 applying. I realised that there was one particular item in
4 questionnaires, that is to say, item 32, and this was something that
was
5 filled by the officials of the Secretariats of National Defence and I
6 asked to see what was written there. Since a person involved
protested
7 because it said that his father -- his name is Slavko Sulovnjak. He
was
8 in the army. And in that questionnaire, it said that his father was
an
9 Ustasha from 1941 and that he was tried as a war criminal. However,
his
10 father had been a partisan. His father had retired as an non-
commissioned
11 officer of the Yugoslav People's Army. I asked for this to be looked
12 into. They did look into it and they established that for over 90
per
13 cent of Croatian young men, it said that they were children of
enemies,
14 and that therefore they could not attend such schools. Serb
children did
15 have passing grades, though, so to speak. That is what I know about
item
16 32.
17 Q. That's what the Croatian authorities wrote. It was not the Serb
18 authorities.
19 A. It was Serbs who were employed in the National Defence
20 authorities, and I can even give you names if you're really
interested.
21 Q. Are you trying to say that Croats were not employed in Croatia in
22 National Defence authorities?
23 A. It is only when I came to Orahovac as president of the
24 municipality, the first Croat became head of the Secretariat for
National
25 Defence.
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1 Q. All right. Is it correct that while you were in prison, and this
2 Petar Sale, by the way, is a well-known chauvinist from Sibenik; is
that
3 right? While you were in prison, the officials of the state security
4 service of Croatia tried to employ your services for the rest of your
5 prison term?
6 A. Again this is a figment of your imagination. I did have a prison
7 sentence of two years and two months. This was the first-instance
court
8 that made that ruling. However, the Supreme Court reduced the
sentence to
9 one year and I served one year. I don't really see why anybody would
try
10 to enlist my services. This is again pure fantasy.
11 JUDGE MAY: Mr. Mesic, remind us again: When was this prison
12 sentence? What years.
13 THE WITNESS: [Interpretation] From 1975, from May 1975 until May
14 1976.
15 MR. MILOSEVIC: [Interpretation]
16 Q. Is it correct that after that you worked for the state security
17 service of Croatia in the sector for internal enemies at that?
18 JUDGE MAY: Just a moment, Mr. Milosevic.
19 The next question is: What was the sentence imposed for?
20 THE WITNESS: [Interpretation] For participation in the Croatian
21 Spring. I was president of a municipality and I took part in the
Croatian
22 Spring, as it was called. I can also give you a list of all the
crimes
23 that I was accused of, if the Trial Chamber is interested in that.
24 JUDGE MAY: Yes, Mr. Milosevic.
25 MR. MILOSEVIC: [Interpretation]
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1 Q. When was this Croatian Spring?
2 A. One of the crimes was that I said: Let the devil get warm by our
3 Croatian fire but let him not extinguish the fire. At that time, a
4 topical question throughout Yugoslavia was the struggle for
constitutional
5 amendments. I said for all of those who wish to see democracy, there
is
6 place in the train leading to democracy. Every person who tries to
7 sidetrack that train by putting his foot in front of it can only
remain
8 without that foot. That's what I said.
9 I also said that the Croats tread their path to the Adriatic Sea
10 with their own sabres and all the rest followed in their footsteps.
These
11 are the crimes for which I was sentenced to two years, two months in
12 prison.
13 Q. Is it true that you worked then for the state security service of
14 Croatia in the department for internal enemies and that after that
you
15 started working for the state security service of the Yugoslav army?
16 A. The truth is that I asked for a passport. For 15 years I did not
17 have a passport. I asked for a passport to be issued to me as a free
18 citizen. I was refused a passport, and I lodged a complaint because
of
19 that. And I did that every year, a few times every year, as a
matter of
20 fact. That is more or less all the contact I had with the police.
All
21 the rest just pertains to the realm of fantasy.
22 Q. All right. You did not work for the state security service of
23 Croatia, you did not work for the counter-intelligence service of
the
24 army, I assume. And it is assumed that your relationship with
Spegelj
25 dates back to those days, that is to say, some other period of
time. Do
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1 you know that Franjo Tudjman replaced Spegelj as well because it was
his
2 suspicion that he was an agent of the KOS and that is why he fled
across
3 the border with the assistance of Josip Manolic, former head of the
4 Croatian police, with a false passport issued in a false name?
5 A. This is pure fantasy and that can be proved by the following: In
6 order to get a job after prison, I applied at 150 different posts.
7 JUDGE MAY: Let the witness finish. Yes. Let him finish.
8 THE ACCUSED: [Interpretation] My question was different, and it
9 had to do with Spegelj.
10 JUDGE MAY: Let the witness finish and give his explanation.
11 A. What is the logic? Why would I work for the state security
12 service and I could not find a job? And I applied at 150 different
13 places, and I did not get a job anywhere. What is the logic of
that? And
14 for 15 years I did not have a passport.
15 As for Spegelj, the situation was well known. At a meeting of the
16 Croatian political leadership, Spegelj presented a plan, which is
referred
17 to in Croatia as the Spegelj Plan. He proposed that warehouses be
seized
18 from the Yugoslav People's Army, where weapons were, depots with the
19 weapons of the Yugoslav People's Army, and not to touch military
barracks
20 but to take weapons. Since in these depots there were several
hundreds or
21 perhaps thousands of tanks, Spegelj said: If we take these weapons,
for
22 each tank we have people who are trained, who were in the army, and
if
23 Milosevic wants to move against Croatia, we have the resources to
meet
24 him. In this way, we are going to avoid a war, because the Yugoslav
army
25 is in disarray. However, if we go on waiting, the Yugoslav army will
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1 consolidate itself, it's going to become a Serb army, and Milosevic
is
2 going for try to conquer Croatian territories with it. Tudjman
disagreed
3 with that. I was the only one who voted in favour of that proposal,
and
4 that is why General Spegelj left his post.
5 MR. MILOSEVIC: [Interpretation]
6 Q. I see that you really have this hang-up about Milosevic. You
7 mentioned me in every other sentence you uttered yesterday. On the
basis
8 of what you said just now, Mr. Mesic, is that to show that you were
more
9 radical than Tudjman in your viewpoints that had to do with the war,
more
10 radical than Tudjman?
11 A. I'm really pleased that this question was put to me, because I
12 responded in one case how war can be averted; to take weapons from
the
13 hands of the army and to avoid the war. Because Croatia would have
14 something to meet Milosevic with if he were to attack. So this is a
case
15 about which I think I was right until the present day, and I think
that
16 General Spegelj was right too. Many lives would have been saved,
both of
17 Serbs and Croats, had it been that way.
18 Q. Mr. Mesic, is it clear to you, in connection with these
19 accusations levelled against Milosevic, and Milosevic's purported
command
20 over the army, what you said just now, that I really had -- had I
actually
21 had the possibility of commanding the army, Yugoslavia would not
have
22 fallen apart, there would not have been a civil war. Regrettably, I
did
23 not have that possibility, so what happened, happened. But please
answer
24 the following: You spoke about motives a few minutes ago. Motive
for a
25 cooperation with the state security service. Could your motive not
have
Page 10622
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French and English transcripts.
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1 been to reduce your prison sentence from two years to one year? You
said
2 it yourself. Just like now, the motive for cooperation here is to
avoid
3 punishment and responsibility that is your due, since you are a
person --
4 JUDGE MAY: Mr. Milosevic, you know you have to ask questions here
5 and not make speeches. The witness has said that he did not cooperate
6 with the state security service, so there seems little point going on
7 about it. Your next question.
8 THE ACCUSED: [Interpretation] Very well.
9 MR. MILOSEVIC: [Interpretation]
10 Q. Now that we're on the subject, that we're discussing such
11 questions: On the 24th of April -- on the 26th of April, 1994, you
stated
12 for Feral Tribune: There were quite a few murders in the case of
which
13 the perpetrators, though known, are not in prison yet. People know
who
14 killed Reihl-Kir and Saban Krivokuca, the Zec family. The murders
of the
15 Zec family said themselves that they raped the woman and her 12-
year-old
16 daughter and killed them. One of them is employed by the Ministry of
17 Defence. You know it's not easy to sit at the same table with a
person
18 whose bodyguard took a 12-year-old child, followed a bullet into
his head
19 and then threw him into the garbage. It is my understanding that it
has
20 become clear to the Croat people as well that things have happened
that
21 are leading us to an abyss. So that is your own statement, isn't
it? I
22 have quoted you correctly, I believe. My question is: The changes in
23 Croatia - you are now president of Croatia - is this fact --
24 JUDGE MAY: Let us first of all deal with the quotation which you
25 have attributed to the witness.
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1 Mr. Mesic, that is a quotation from a paper in April 1994. Is the
2 quotation correct, and is there anything you want to say about it
before
3 we move on to another subject?
4 THE WITNESS: [Interpretation] Correct. I always struggled for the
5 rule of law, and I did assert that crimes had been committed, and
the rule
6 of law had to prevail. I am struggling for the rule of law now as
well.
7 I'm struggling for ascertaining individual guilt and responsibility,
8 because in that case, collective responsibility will be halted.
9 MR. MILOSEVIC: [Interpretation]
10 Q. All right. My question was: The changes in Croatia which have
11 taken place, and you have been elected president, has that led to
this
12 clearing up and settling of accounts with the killers that you
yourself
13 said were known, that their names were known, the people who did the
14 killings were known? Now, you, as head of the Croatian state now,
have
15 you succeeded in clearing all this up and bringing these people to
16 justice?
17 A. The people that you are talking about in this particular case are
18 undergoing trial in Croatia at the moment.
19 Q. You mean all the victims that you mentioned, or just some of
them?
20 A. The ones that we learnt about have been taken to trial, but none
21 of the cases have been completed, no files have been closed, and
22 investigations are under way and the perpetrators will be
prosecuted.
23 Q. Do you yourself feel responsible for what took place and for the
24 crimes that were committed while you yourself occupied the highest
posts
25 and offices in Croatia after Tudjman, that is to say, up until 1994?
* Continued at: http://www.icdsm.org/more/mesic-2.htm
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***** Urgent Message from Sloboda (Freedom) Association and the
International Committee to Defend Slobodan Milosevic!
The Freedom Association in Belgrade and the ICDSM, based outside
Yugoslavia, are the two organizations formed at the request of
Slobodan Milosevic to aid in his defense.
Up until now our main work has been threefold. We have publicized the
truth about The Hague's phony trial. We have organized research to
help President Milosevic expose NATO's lies. And we have initiated
legal action in the Dutch and European Courts.
Now our job has increased. The defense phase of the "trial" starts in
May 2003. No longer will Mr. Milosevic be limited to cross-examining
Hague witnesses. The prosecution will be forced further onto the
defensive as victims of NATO's aggression and experts from Yugoslavia
and the NATO countries tell what really happened and expose media
lies. Moreover, Mr. Milosevic will call leaders, from East and West,
some friendly and some hostile to the truth.
The controlled mass media will undoubtedly try to suppress this
testimony as they have tried to suppress Mr. Milosevic's cross-
examinations. Nevertheless this phase of the "trial" will be the
biggest international forum ever to expose NATO's use of racism,
violence and lies to attack Yugoslavia.
We urgently need the help of all people who care about what is
happening in The Hague. Right now, Nico Steijnen , the Dutch lawyer in
the ICDSM, is waging legal battles in the Dutch courts and before the
European Court, about which more news soon. These efforts urgently
require financial support. We now maintain a small staff of Yugoslav
lawyers in Holland, assisting and advising Mr. Milosevic full-time. We
need to expand our Dutch facilities, perhaps bringing in a non-
Yugoslav attorney full-time. Definitely we must guarantee that we have
an office and office manager available at all times, to compile and
process evidence and for meetings with witnesses and lawyers and as a
base for organizing press conferences.
All this costs money. And for this, we rely on those who want Mr.
Milosevic to have the best possible support for attacking NATO's lies.
************
Here's how you can help...
************
* You may contribute by credit card. By the end of September we will
have an ICDSM secure server so you can contribute directly on the
Internet.
For now, you can contribute by credit card in two ways: *
You can Contribute by Credit Card over the Telephone by calling:
ICDSM office, USA: 1 617 916-1705
SLOBODA (Freedom) Association office, Belgrade: 381 63 279 819
You can Contribute using PayPal at:
https://www.paypal.com/xclick/business=icdsm%40aol.com
PayPal accepts VISA and MasterCard
You can Contribute by mail to:
ICDSM
831 Beacon St., #295
Newton Centre, MA 02459 (USA)
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You can Contribute by wire transfer to Sloboda Association
Intermediary:
UBS AG
Zurich, Switzerland
Swift Code: UBSWCHZH
Account with:
/ 756 - CHF
/ 840 - USD
/ 978 - EUR
Kmercijalna Banka AD
SV. Save 14, 11000 Belgrade, FR Yugoslavia
Swift Code: KOBBYUBG
Beneficiary: Account No. 5428-1246-16154-6
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Thank you!
http://www.icdsm.org
MENZOGNE DI GUERRA
Bugie e vittime della Nato nel conflitto del Kosovo in un libro di
Elsaesser
Tonino Bucci
<<E' chiaramente lo spettro di Auschwitz, dei campi di sterminio nazisti
- cio' che non sarebbe dovuto apparire mai piu' nel mondo - che
attraverso le immagini e le parole che le accompagnano, s'intende
evocare: i "nazionalisti serbi" sono come i nazisti, Milosevic e' come
Hitler>>. Come questo meccanismo di identificazione sia stato applicato
sistematicamente da giornali, radio e televisioni dei paesi della Nato,
ben prima dello scatenarsi dei bombardamenti sulla Jugoslavia, e'
documentato nel volume di Juergen Elsaesser, Menzogne di guerra. Le bugie
della Nato e le loro vittime nel conflitto per il Kosovo, in uscita per
le edizioni La Citta' del Sole (pp. 190, euro 11,00) e presentato
giovedi' a Roma su iniziativa del coordinamento nazionale per la
Jugoslavia, insieme all'autore stesso.
<<Negli stessi giorni in cui all'Aja - scrive Andrea Catone nella
prefazione al volume - cominciava in pompa magna e mondovisione il
processo del secolo contro l'ex presidente della Repubblica Federale di
Jugoslavia Slobodan Milosevic... appariva sui giornali la notizia che il
Pentagono aveva elaborato "un piano di disinformazione rivolto a Paesi
amici e nemici">>.
E' lo stesso quotidiano cattolico "l'Avvenire" a riportare in Italia la
notizia di una <<guerra di bugie del Pentagono>>, di un <<Ufficio di
influenza strategica creato dal Pentagono dopo l'11 settembre>> in vista
di <<un'offensiva su scala mondiale per cercare di presentare la politica
Usa in una luce positiva nei confronti di amici e avversari>>.
Distorsioni, manipolazioni di cifre, montature fotografiche, mettono in
moto <<l'enorme mole di menzogne prodotte a proposito della Jugoslavia>>,
che ancora oggi continua <<a circolare pressoche' impunemente sul mercato
mediatico, per sostenere e supportare l'operazione orchestrata dai
governi dei paesi Nato>>.
Era stato gia' un giornalista belga, Michel Collon, (nel volume Poker
Menteur, Epo) a smascherare l'agenzia americana Ruder&Finn, attiva
nell'inventare l'immagine di una nuova Auschwitz, di un nuovo genocidio
in piena Europa alle soglie del XXI secolo. <<La nazificazione dei serbi,
il paragone tra Milosevic e Hitler - ha spiegato Juergen Elsaesser alla
presentazione del suo libro - e' stata particolarmente efficace in
Germania. Per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale ci si e'
potuto riscattare partecipando a una coalizione antinazista>>.
Non possono essere sottaciute le responsabilita' di paesi come
<<Germania, Austria e Vaticano che all'inizio degli anni '90 sono
stati i piu' attivi nel favorire la disintegrazione della Jugoslavia,
riconoscendo per primi l'indipendenza di Croazia e Slovenia, mentre
altri paesi, tra cui gli stessi Stati Uniti, propendevano per il
mantenimento della Federazione.
E' stato sufficiente che sloveni e croati affermassero "non siamo
jugoslavi" per appoggiare la loro secessione. Questo processo si spiega
con calcoli economici: le due repubbliche, piu' ricche, hanno preferito
l'indipendenza per non dividere le risorse con il resto piu' povero della
Jugoslavia. Croazia e Slovenia hanno fatto valere la posizione
geografica: la prima favorita dall'industria turustica sulle proprie
coste, la seconda dalla vicinanza ai mercati occidentali. E' la stessa
politica egoista e antisociale di Umberto Bossi quando distingue la
ricca Padania dal resto dell'Italia>>.
E', quindi, la politica estera europea ad aver fomentato instabilita' e
secessioni interne alla Jugoslavia, ad aver creato le condizioni per un
intervento "umanitario". Anche le strategie economiche internazionali,
imposte dagli Stati piu' forti, hanno indotto il governo jugoslavo a
privatizzare settori un tempo sotto il controllo statale. Sono stati
colpiti i salari, e' cresciuto il debito con l'estero ed inasprito il
contrasto tra regioni ricche e regioni povere.
Elsaesser ripercorre - corredato da atti ufficiali del governo americano,
dell'Onu, di giornali occidentali, di Nato, Osce e Unhcr - i passaggi
essenziali nella campagna massmediatica per imporre all'opinione
pubblica occidentale l'equazione tra nazismo e governo jugoslavo. I
primi antefatti di questa costruzione che aprira' il passaggio alla
guerra giusta, necessaria e "umanitaria" vengono fatti risalire al
conflitto bosniaco, da Srebenica (1995) fino a Racak (1999) e
all'imbroglio delle trattative di Rambouillet. Come approdo della
mobilitazione di giornali e agenzie c'e' l'invenzione di una nuova
Auschwitz, in nome della quale la Nato ha giustificato la propria
aggressione, 600 missioni aeree al giorno, pallottole all'uranio, bombe
sulle industrie chimiche di Pancevo e sulla Zastava, distruzione di
ponti e centrali elettriche, di acquedotti e reti fognarie, di scuole,
ospedali, ospizi, asili, stazioni.
Infine, su altri due aspetti si sofferma Elsaesser. Il primo e'
l'invenzione da parte del ministro tedesco socialdemocratico della
difesa Scharping, pochi giorni dopo lo scoppio della guerra, di un
ipotetico piano serbo - chiamato "ferro di cavallo" - per scacciare
l'intera popolazione albanese dal Kosovo. Un espediente per mostrare
all'opinione pubblica che l'aumento dei profughi non era dovuto alla
guerra, ma a progetti di pulizia etnica. L'altro aspetto e' la
<<riservatezza>> dell'esercito tedesco <<nei confronti dell'Uck>>.
<<Un anno dopo gli attacchi aerei della Nato contro la Jugoslavia -
cosi' la testimonianza di poliziotti tedeschi - in Kosovo e' fiorente
la criminalita' organizzata. Ex combattenti dell'Uck fanno traffico di
droghe e uomini ed estorcono tangenti. L'Onu sembra impotente e blocca
le sue stesse indagini>>. <<Il Kosovo odierno - sintetizza Elsaesser -
incarna l'immagine fascista di un paese "puro". Tutte le minoranze non
albanesi sono state cacciate via. La Croce rossa internazionale denuncia
una cifra di 200mila persone costrette ad abbandonare il paese: tra loro
ci sono serbi, ma anche altre minoranze, turchi, ebrei, rom. Per quanto
in passato la situazione in Kosovo, sotto il governo Milosevic, non
quadrasse del tutto, e' evidente che la guerra ha portato ad un
peggioramento. Nonostante tutto esisteva una societa' multiculturale,
tutte le minoranze avevano diritti di cittadinanza e parlavano la
propria lingua. E' la guerra che ha scatenato la pulizia etnica>>.
Appello (fai girare!)
Le portaerei e le basi USA in Qatar sono in allerta e Tel Aviv è in
pericolo.
Il Presidente Bush ha dichiarato che: "...da troppi anni Israele è un
pericolo per la pace e si è messo fuori dalla comunità internazionale.
E' necessario bombardare subito Tel Aviv perché:
- Israele si è sempre opposto alle ispezioni dell'ONU.
- Non ha mai firmato il Trattato di non-proliferazione nucleare.
- Possiede 300 testate nucleari conservate nella base sotterranea di
Dimona nel deserto del Negev (il tecnico nucleare Mordechai Vanunu che
lo ha denunciato è stato rapito a Roma da un commando israeliano e
imprigionato in isolamento da 15 anni per rivelazione di segreti
militari).
- Nel 67 ha invaso l'Egitto e la Giordania , il Libano nell'82, la
Palestina nel 2001
- Nel 68 ha rubato 200 tonnellate di Uranio dalla nave Jumblatt nel
Mediterraneo.
- Nel 73 ha dirottato aerei della Meaddle East Airlaines per catturare
i dirigenti di AlFatah
- Nel 76 ha abbattuto l'aereo militare italiano Argo 16 (l'articolo 5
del Trattato Nato impone che tutta la Nato è automaticamente in guerra
contro uno Stato che aggredisce un suo membro)
- Nell'82 ha bombardato la centrale nucleare di Bagdad
- Nell'83 ha bombardato il quartier generale palestinese di Tunisi
- Il capo di Israele, Ariel Sharon, è un criminale di guerra che ha
ordinato le stragi di Sabra e Chatila sottraendosi poi al processo di
Bruxelles per i crimini contro l'umanità
- Nonostante sia l'unico stato fondato su dichiarazione dell'ONU (del
'47) non ha mai rispettato le delibere dell'ONU (le delibere 242 e 338
gli impongono da 35 anni di abbandonare la Cisgiordania occupata)
- Israele applica al suo interno, contro il 19% della sua popolazione
di origine araba, leggi razziali praticamente uguali a quelle emesse
da Mussolini nel '38 contro gli ebrei
- Violando qualsiasi regola internazionale Israele uccide i dirigenti
dell'ANP, imprigiona le loro famiglie e distrugge le case dei
Palestinesi; invade militarmente i quartieri palestinesi, ruba le case
arabe falsificando il catasto, arma i coloni che aggrediscono gli
arabi..."
Il Presidente Bush ha intimato un ultimatum all'ONU: "...dovete
approvare il nostro bombardamento di Tel Aviv. Gli Stati Uniti, in
nome della pace internazionale e dei Diritti Umani, hanno deciso di
dare una lezione militare a Israele per imporgli di adeguarsi alle
regole di convivenza fra Stati..."
Di fronte a queste dichiarazioni l'Unione Europea e Kofi Hannan si
oppongono al bombardamento di Tel Aviv perché ritengono che: "...si
possano ancora trovare spiragli di trattative negoziali, mentre la
guerra scatenerebbe solo reazioni antioccidentali in tutto il mondo
ebraico, anche in quella componente democratica che si oppone ai
crimini di Israele"
Finora gli USA hanno solo l'appoggio della Gran Bretagna e dell'Irak.
Berlusconi ha dichiarato che "siamo a fianco degli USA e difendiamo
l'ONU in nome dell'Unione Europea" (nessuno ha capito cosa
significasse, tranne l'Onorevole Cirami che ha proposto una legge per
finanziare i debiti di Mediaset).
Manifestiamo la nostra opposizione al bombardamento di uno stato
pacifico e democratico che, nonostante qualche piccola marachella, non
produce nemmeno una goccia di petrolio.
Diffondiamo questa E-mail e ricordiamoci che abbiamo una testa fatta
anche per pensare
(ricevuto via email)
mailinglist/files/aikor_milo25_9_02.txt
DEN HAAG: DER WEG-SCHAUPROZESS GEHT WEITER
Von Klaus Hartmann
(Vizepräsident des Internationalen Komitees für die Verteidigung von
Slobodan Milosevic)
[ 1 ]
ZU PROTOKOLL
MILOSEVIC NIMMT MARKOVIC INS KREUZVERHÖR
Aus: KONKRET 9/02
[ 2 ]
PUTSCH IN BELGRAD
Moritz Hunzinger, Einflußagent der Rüstungsindustrie, hat sich nicht
nur einen deutschen Verteidigungsminister gehalten, sondern auch den
serbischen Ministerpräsidenten aufgebaut
Von Jürgen Elsässer.
Aus: KONKRET 9/02
[ 3 ]
DISZIPLINARBESCHWERDE GEGEN EINEN "FREUND DES GERICHTS"
- Erklärung des Rechtsanwalts Nico Steijnen im Namen von Slododan
Milosevic und Kommentar zum Hintergrund der Beschwerde -
(18. 09. 02)
[ 4 ]
SPENDENAUFRUF
FREEDOM ASSOCIATION
YUGOSLAV COMMITEE FOR THE DEFENSE OF SLOBODAN MILOSEVIC
(07.09.2002)
[ 5 ]
Alle Artikeln unter:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/aikor_milo25_9_02.tx=
t
zu lesen.