Informazione

Rapimento Milosevic e Tribunale dell'Aja

Presentazione di:
"JUGOSLAVIA 2001" - di E. Vigna
Edizioni Citt� Sole

Aggiornamenti Informativi da Belgrado e da L'Aja e
Relazione tecnico giuridica sull'illegittimit� del
Tribunale Penale Internazionale... della NATO

MARTEDI' - 10 Luglio '01 ore 20,30
Alla Libreria dei Ciompi - V. Cenischia 38/ b- Torino

Tribunale R.Clark, Torino
Associazione " SOS Yugoslavia" - Torino
Associazione Solidariet� Internazionalista

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"Jugoslavia 2001" di E.Vigna - Ediz. Citt� Sole - L. 5000

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(a cura di Z. Nedanovska)

1.FONTE: B92-Vesti.
2. TITOLO: Coinvolgimento di membri dell�UNMIK in Kosovo negli affari
con la prostituzione.
3. INDICE: ///
4:SITO INTERNET: http://www.b92.net/
5.NUMERO DI PAGINE: 1.
6.DATA:06.07.2001.-Notizie del 05.07.2001.

La polizia dell�UNMK ha aperto un�inchiesta in relazione alla
collaborazione dei loro appartenenti con i proprietari locali di case
di tolleranza nel contrabbando di prostitute nel Kosovo. Nella
relazione del capo regionale dell�UNMK si raccomanda una inchiesta
dettagliata legata a questo caso, sottolineando che si tratta della
credibilit� della polizia internazionale.
Si accusano due poliziotti americani e uno rumeno di aver aiutato i
proprietari di case di tolleranza in diversi modi.

1. FONTE: B 92-Vesti.
2. TITOLO: L�oleodotto attraverso la Serbia.
3. INDICE: ///
4. SITO INTERNET: http://www.b92.net/
5. NUMERO DI PAGINE: 1.
6.DATA: 05.07.2001.-Notizie del 05.07.2001.

La presidentessa dell�Oleodotto adriatico, Vesna Trnokop, ha confermato
per B 92 che la Croazia, la Romania e la Jugoslavia hanno in progetto
la costruzione dell�oleodotto comune. "Questo � il sistema fra i paesi
per il trasporto di nafta dal porto Costanza nel Mare Nero fino al
porto Omisalj, nell�Adriatico. L�oleodotto passer� attraverso la Serbia
e sar� una parte del progetto per la fornitura all�Europa di nafta a
buon prezzo dal Mare Caspio."
Secondo lei, ogni paese dovr� finanziare la sua parte dell�oleodotto,
per� dalle fonti finanziarie di creditori internazionali. L�inizio
della costruzione e il valore del progetto per ora non sono
noti. "Guadagneremo circa 30 tonnellate di nafta all�anno. Allo stesso
tempo avremo la possibilit� di comprare la nafta a buon mercato" - ha
agginto Vesna Trnokop. Inoltre ha dichiarato che l�Industria
petrolifera crota avr� nel futuro una collaborazione a lungo termine
con la Serbia.
L�"Oleodotto jugoslavo", che dopo lo smembramento della RFJ ha
ribatezzato il nome in "Oleodotto adriatico", � stato costruito nel
1979 per le necessit� delle raffinerie jugoslave.
La causa sulla struttura della propriet�, cio� se all�Oleodotto di Novi
sad "Naftagas" appartenga parte dell�oleodotto, perche� ha partecipato
al finanziamento della costruzione, ancora non � finita.

1.FONTE: B 92 �Vesti.
2. TITOLO: Feriti 7 cittadini di Tetovo.
3.INDICE:///
4. SITO INTERNET: http://www.b92.net/
5.NUMERO DI PAGINE: 1.
6.DATA: 06.07.2001-Notizie del 05.07.2001.

Sono continuati gli scontri giovedi nel pomeriggio fra i terroristi
albanesi e le forze macedoni intorno a Tetovo. In questi scontri sono
rimasti feriti 7 civili e 2 appartenenti delle forze macedoni. Dopo le
18, nello scontro con gli Albanesi, � stato usato anche un aereo
militare e un elicottero delle forze macedoni. Per i terroristi,
l�obiettivo era il posto di polizia vicino allo stadio municipale a
Tetovo. Il Ministero degli Interni ha spedito forze aggiuntive, in
seguito all�informazione che gli estremisti si trovano nel villaggio
Poraj, praticamente un sobborgo di Tetovo. L�obiettivo degli estremisti
� di occupare la posizione migliore prima dell�armistizio.

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(inviamo nuovamente questo messaggio, che a causa di problemi tecnici
del server e' giunto a molti incompleto, scusandoci con chi lo ricevera'
due volte)


[Ripostato da: Corriere della Sera - http://www.corriere.it ]
[http://www.corriere.it/edicola/index.jsp?path=ESTERI&doc=PRE]


05/07/01


ESTERI
"Non ho voluto vedere Milosevic alla sbarra"

Intervista al presidente jugoslavo Kostunica. "Il
Tribunale Onu fa una giustizia parziale"

DAL NOSTRO INVIATO
BELGRADO - E' la prima volta dal giorno
dell'estradizione di Slobodan
Milosevic che il presidente della rivoluzione
democratica jugoslava
Vojislav Kostunica accetta un'intervista. E lo fa
con il settimanale serbo
Vreme e il Corriere della Sera . Il presidente �
nell'ufficio che fu del
detenuto 039 del carcere dell'Aja. Uno studio
sobrio, con la cartina del
Paese appesa alla parete e la bandiera dietro la
scrivania. Il fatto � che
Milosevic preferiva le sale reali del Castello
Bianco, mentre Kostunica �
rimasto nell'approccio alle cose l'orgoglioso
professore di Diritto
indifferente alle lusinghe del regime. Di suo ha
voluto solo alcuni libri,
il piccolo busto di un eroe serbo del primo '900 e
il computer.

Signor presidente, che cosa ha pensato quando ha
visto il suo predecessore
interrogato dai giudici dell'Aja?

"Non ho acceso la televisione".

No?

"Sarebbe stato troppo penoso per me".

Perch�?

"All'Aja c'� ben poco di quanto dovrebbe
caratterizzare un Tribunale. Non
c'� imparzialit�, ma solo l'espressione di una
giustizia selettiva. Quella
Corte non applica alcuna equit� fra casi identici o
simili. E anche il suo
carattere internazionale � discutibile. In pratica,
rappresenta forze e
interessi specifici. E' pi� americana che di una
pluralit� di Paesi".

Non pensa che adesso, con Milosevic in carcere, il
Tribunale possa mettere
sotto accusa anche altri responsabili del sanguinoso
decennio balcanico?

"Credo di no. Il Tribunale ha lavorato troppo a
lungo in una sola
direzione, ed � difficile che si corregga. In s�
contiene moltissime
zavorre, compreso il tentativo di sfuggire alle
proprie responsabilit�. Il
presidente della Corte dell'Aja sostiene che la sua
� un'istituzione
giuridica imparziale e che il procuratore Carla Del
Ponte "� parziale nel
miglior significato del termine". Io proprio non
capisco quale possa essere
questa "parzialit� buona". Assisto alla campagna che
la Del Ponte fa su
giornali e televisioni di tutto il pianeta in modo
assolutamente di parte e
capisco ancora meno. Cos� facendo, la Del Ponte
dimentica, fra l'altro,
quale sia il dovere di un procuratore".

Il processo a Milosevic potr� avere almeno un
effetto positivo? Aiuter� la
Jugoslavia a uscire definitivamente dal recente
passato?

"Conosco questa teoria. Sento molto spesso
sbandierare la necessit� che
questo Paese passi attraverso una catarsi morale per
tutti gli anni di
guerra che ha vissuto. Ma non ci pu� essere alcuna
riappacificazione con il
passato se i responsabili dei bombardamenti Nato
sulla Jugoslavia non ne
saranno a loro volta protagonisti. L'unica catarsi
che vedo realisticamente
materializzarsi � quella senza morale che stiamo gi�
vivendo nelle
dichiarazioni dell'ex comandante della Nato Wesley
Clark, dell'ex
segretario di Stato americano Madeleine Albright e
dell'inviato speciale
statunitense Richard Holbrooke. Tutti e tre hanno
responsabilit� sia dal
punto di vista giuridico, sia da quello morale.
Eppure la catarsi dovrebbe
riguardare soltanto noi. Senza un coinvolgimento di
altri, questa presunta
analisi collettiva delle colpe serbe sarebbe solo
una forzatura ipocrita".

Dunque per lei, come per Milosevic, andrebbe
processata anche la Nato?

"Quando la signora Del Ponte � venuta a Belgrado
all'inizio dell'anno,
abbiamo ascoltato le sue spiegazioni estremamente
farraginose in base alle
quali non ci sarebbero ancora le prove dei crimini
dell'Alleanza atlantica.
Invece le prove ci sono addirittura sui giornali
occidentali a cominciare
dal 24 marzo del 1999, e cio� dal primo giorno di
bombardamenti, fino all'ultimo".

Signor presidente, fosse stato per lei, Milosevic
sarebbe mai finito alla Corte dell'Aja?

"Sarebbe stato meglio processarlo qui. Magari anche
per l'atto d'accusa, in
verit� stereotipato, schematico e vuoto, di cui deve
rispondere al Tribunale dell'Aja. Mi spiego facendo un passo
indietro. La Jugoslavia
era arrivata davvero al dubbio amletico tra "essere e
non essere". Senza il
reinserimento nel contesto mondiale non avremmo
avuto possibilit� di
sopravvivere. Io personalmente e tutti noi come
coalizione democratica,
Dos, avevamo scelto il ritorno al mondo e quando
l'abbiamo deciso sapevamo
che non potevamo farlo gratis. Uno dei pedaggi pi�
pesanti da pagare era
proprio la collaborazione con l'Aja. Ci sarebbero
potute essere modalit�
diverse, per�, meno penose di quella attuata.
Avremmo potuto approvare
leggi specifiche che tenessero conto di quanto poco
il Tribunale sia
guidato dal principio della Giustizia. E avremmo
potuto proteggere al
massimo i diritti e la dignit� dello Stato e dei
singoli individui. In quel
caso, collaborazione avrebbe significato anche
apertura della questione dei
crimini commessi nei confronti dei serbi in Kosovo,
in Bosnia e nelle Krajine".

Ma lei era stato informato dell'estradizione dal
primo ministro serbo Zoran Djindjic?

"Per mesi abbiamo tentato di fondare la
collaborazione con l'Aja su un
terreno di legalit�. E' stata elaborata una legge
specifica che � stata
per� bocciata dal Parlamento. Allora � stato
accettato il surrogato del
decreto. Ma la Corte costituzionale ha bocciato
anche quello. A quel punto
il governo serbo ha deciso di cancellare l'intero
percorso legale e mettere
Milosevic su un elicottero. E' un gorgo giuridico.
Un'illegalit� elevata al
cubo. Io francamente non immaginavo che qualcuno
arrivasse a infischiarsene di qualunque base legale".

Djindjic dice che voi due rappresentate
l'acceleratore e il freno della
nuova Serbia. E che siete indispensabili entrambi.

"Lascerei da parte le metafore meccaniche. La
politica e le differenze tra
noi due sono qualcosa di pi� complesso".

E' vero che l'esercito avrebbe potuto impedire
l'estradizione e che lei �
un difensore del capo di Stato maggiore Nebojsa
Pavkovic, ex responsabile
delle operazioni in Kosovo durante i bombardamenti?

"La storia dell'intervento dei militari ha tutta
l'aria di un giallo di
serie B. E' falso. Dalla rivoluzione del 5 ottobre
l'esercito si � tenuto
in disparte, senza preferenze politiche. So che ci
sono dei tentativi di
provocare uno scontro fra esercito e altre strutture
dello Stato, so anche
che ci saranno pure personaggi non ideali tra i
militari, ma sono convinto
che non si debba macellare il manzo per una sola
bistecca. Solo chi non
vede oltre il proprio naso pu� pensare di
destabilizzare un'istituzione che
garantisce invece la stabilit�".

Nel governo Djindjic c'� chi lavora a una
regolamentazione del Kosovo
ricorrendo provvisoriamente al modello bosniaco:
entit� amministrative
distinte su base etnica sotto il controllo
internazionale. Che ne pensa?

"Che � difficile parlare di modello bosniaco quando
questo modello funziona
cos� male. In ogni caso, in Bosnia almeno esiste un
certo equilibrio tra le
etnie. In Kosovo, invece, grazie alla pulizia etnica
fatta dagli albanesi
con il supporto del mondo, esiste il dominio
assoluto di un'unica etnia.
Duecentocinquantamila tra serbi e non-albanesi hanno
dovuto lasciare la
provincia. Le statistiche sono state deformate
dall'ingresso di cittadini
albanesi che hanno ottenuto documenti kosovari con
dichiarazioni o
documenti falsi. Prima di pensare a una ricetta
bosniaca bisogna sistemare tutto questo".

Che relazioni ha con l'Italia?

"I miei rapporti persona- li con il presidente
Azeglio Ciampi e, fino a
poco tempo fa, con il primo ministro Giuliano Amato
sono a un livello
invidiabile. L'Italia � il Paese che ci aiutato pi�
di qualunque altro e,
particolare importante, senza condizionare mai i
suoi interventi. Non ho
ancora avuto occasione di incontrare il premier
Silvio Berlusconi, ma mi �
assolutamente chiaro che esiste una vera amicizia
fra i nostri popoli e
anche una certa sintonia nella percezione del
mondo".

E le presunte tangenti pagate sull'acquisto italiano
di Telekom Serbia?

"L'eredit� del passato � pesante, eppure sono
convinto che ci siano state
incomprensioni, ma anche incapacit� del governo
serbo di reagire in modo appropriato".

L'estradizione di Milosevic ha aperto una crisi nel
governo della
Federazione jugoslava che per molti rischia di
mettere la parola fine
all'unione tra Serbia e Montenegro.

"Tra ultimatum e tintinnio di monete sono stati dati
duri colpi alla
Jugoslavia. Proprio come successe all'ex Jugoslavia
di Tito quando forze e
ricatti internazionali finirono per avere pi� peso
rispetto agli atti
distruttivi dei potenti di Belgrado, Zagabria,
Sarajevo o Lubiana".

Corriere della Sera/ Vreme
Andrea Nicastro

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GLI SCHELETRI NELL'ARMADIO DELL'UNMIK

> http://www.glas-javnosti.co.yu/danas/srpski/DO01070501.shtml

I Kosovo i terroristi scavano le fosse per portare i resti in Albania
dopo che l'UNMIK ha deciso di permettere ai medici legali Serbi di
partecipare alle ricerche.

"Glas Javnosti", 5/7/2001

Siptari na Kosovu i Metohiji po�eli akciju unistavanja tragova zlo�ina
Iskopane leseve odvoze u Albaniju

Liberalna partija Albanaca upozorava na masovna raskopavanja srpskih
grobnica. Demokratska reformska partija Albanaca trazi da se rasvetli
sudbina 1.300 nestalih Srba

> http://www.glas-javnosti.co.yu/danas/srpski/DO01070501.shtml

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The URL for this article is
http://emperors-clothes.com/milo/point1.htm

-

Reichstag Fire Trial, the Sequel
by Jared Israel [4 July 2001]

"I just saw Milosevic. He told this
criminal Western kangaroo court that he
doesn't recognize them. So I wish there
was a lot more of those guys, like
Milosevic." -- Comment of a refugee from
the U.S.-installed Taliban regime
in Afghanistan, presently residing in
California, after watching President
Slobodan Milosevic tell off the NATO's
"Tribunal" earlier today.

[This is article does not aim to present
a literal transcript of President
Milosevic's confrontation with the Hague
'Tribunal.' A video is currently
viewable at
http://news.bbc.co.uk/olmedia/cta/events01/
world/eur/milosevic_trial/hague_03july.ram ]

How is one to describe it?

The other day, Slobodan Milosevic, who
has a genius for brevity, called it
a 'genocidal circus.' Should the
powers-that-be have allowed this
confrontation to be televised? On the
one hand, a modest man, genuine,
smart, accusing his accusers; on the
other hand, a sugary nightmare of
Empire.

Now that Americans run the world, they
like to wheel out a Brit sometimes
for effect ("they got class, you know")
but it wasn't enough. At least two
times 'Judge' Richard May, 'Chairman' of
the 'Tribunal,' (in the New World
Unreality, one is driven to quotation
marks...) was witnessed by 300
million viewers cutting Slobodan
Milosevic's microphone.

I'll say one thing for May: he's quick
with the cutoff button. When
Milosevic finishes making a complete
fool of him, he'll be much
sought-after as a radio Talk Show host.

To the glib unreality of CNN's standard
coverage, with cameras at first
lingering on Stately Buildings and a
reporter who talked like the guy who
narrated 'Lives of the Rich and Famous,'
was added the faux-judicial
atmosphere of the Tribunal, which looks
like a movie set designed by an ad
agency. What are they selling?

'Chairman' May was the perfect TV
pitchman, delivering memorized lines
with
what someone called "cut glass
politeness". And of course, upper class
British. That sells in the colonies.

"You will be accorded the full rights of
the accused, according to
international law, ' May promised
Slobodan Milosevic plus hundreds of
millions of viewers as if we were fools,
as if in this theme park of a
court room with its designer robes he
was addressing a fellow actor instead
of the man who led his country ten years
resisting Washington's attempt to
destroy it (during which Washington
violated every known international law
plus human decency).

"The full protections of international
law," intoned May. As if Milosevic
had not just been kidnapped and thrown
in a cell, apparently without his
heart pills.

What are the rights of a kidnap victim
under international law?

"These proceedings will be long and
complex and you may wish to reconsider
whether you want to have counsel," cooed
the false May.

The real Slobodan Milosevic answered, "I
consider this tribunal false
tribunal and indictments false
indictments. It is illegal, not being
appointed by UN general assembly so I
have no need to appoint council to
illegal organ."

May frowned. He explained to the three
hundred million that of course this
unwise decision to decline counsel could
be reversed anytime because NATO's
court was entirely fair minded and now
would or would not Mr. Milosevic
care to exercise his inalienable right
to hear the lies fabricated against
him?

"That's your problem," said Milosevic.

May looked pained, meaning, 'Now do you
see why we dropped uranium-encased
bombs on them?'

"What is your plea?"

Answer Milosevic: "This Tribunal aims to
produce false justification for
the war crimes of NATO committed in
Yugoslavia."

"I asked you a question," said May,
reminding the world that: 'Our patience
is not infinite.' As if the world
doesn't know.

"I have given you my answer," replied
Milosevic. "Furthermore, this
so-called Tribunal - - "

May hit the mike-cut button. "The rules
state that if an accused fail to
enter a plea then the trial chamber will
enter a plea of not guilty on his
behalf."

Milosevic replied, speaking in
Serbo-Croatian. "As I have said, the aim
of
this tribunal is to justify the crimes
committed in Yugoslavia. That is why
this a false tribunal, and illegitimate
-"

The translator hesitated a moment. "I am
sorry," she said. "His mike is not
on."

One almost expected a Director to
interrupt, crying: "CUT! CUT! Mr.
Milosevic, if it is not too too much
trouble could I ask you to kindly
stick to your lines? Now let us try
again, shall we? 'NATO Shows The World
It Isn't Just A Bunch Of Nazis With A
Smiling Face,' Take Two!" ***

PARTING THOUGHT

Do you recall that two days ago the
"Telegraph" (and other papers) assured
us that Milosevic's legal strategy would
be to say, "Sure I committed war
crimes, but Western leaders helped me do
it." And remember that I said they
were making the whole thing up? ( See:
http://emperors-clothes.com/analysis/dis.htm
)

Well, next time you read some article
where Milosevic or someone else
opposing Washington is reported saying
or doing something which it would
REALLY help Washington for him or her to
say or do, and you in your
kindness of heart start to think, "There
must be SOME truth to this - they
couldn't just make the whole thing up,"
just recall the difference between
what they told us Milosevic was going to
say and what he in fact said.

Yes, Virginia, they CAN AND DO make the
whole thing up!

- J. I.

***

Further Reading:

1) For pictures of the massive
demonstration in Belgrade the day after
Milsoevic was kidnapped, see "YUGOSLAVIA
RESISTS!" at
http://emperors-clothes.com/petition/j29.htm

2) Concerning the role of Vojislav
Kostunica in Milosevic's kidnapping, see
"THE TREASON OF VOJISLAV KOSTUNICA" at
http://emperors-clothes.com/analysis/treas.htm

3) To read a viewpoint not found in the
media's descriptions of what Mr.
Milosevic has supposedly said, you might
want to read some actual words.
Must-reading: "Milosevich 1989 Speech in
Kosovo" at
http://emperors-clothes.com/articles/jared/milosaid.html

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BERLIN, 7. JULY

Veranstaltung mit J�rgen Els�sser zur Vorstellung der
4. vollst�ndig aktualisierten Ausgabe seines Buches
"Kriegsverbrechen"

Berlin, Theater Galerie "Terzo Mondo", Grolmannstr.
27/28 (N�he Savignyplatz)

Samstag, 7. Juli, 21.00 Uhr

Keine L�ge war zu grotesk, das Schlachten im Kosovo in
Gang zu bringen und am Laufen zu halten: Milosevic als
Hitler, ein KZ in Pristina, Auschwitz auf dem
Amselfeld. Elf Wochen dauerte das Bombardement, dann
hatten Freedom & Democracy gesiegt. Mit der
putschartigen Auslieferung von ex-Pr�sident Milosevic
nach Den Haag sollen die L�gen ratifiziert, soll die
Schuld f�r alles vergangene (und k�nftige)
Blutvergie�en dem gerichtsnotorischen B�sewicht
aufgeb�rdet werden: dem ewigen Serben...

Doch kein Proze� wird vertuschen k�nnen, da� die
heutigen Zust�nde im Kosovo nicht die Schuld
Milosevics, sondern Schr�ders und Scharpings, Clintons
und Solanas sind: Pristina ist judenfrei, die
Volksfremden sind vertrieben, auf den Stra�en w�tet
der Mob, die serbischen �berlebenden zittern in
Ghettos um ihr Leben. Die albanische Guerilla UCK
triumphiert.

Vom ethnisch ges�uberten Kosovo aus haben die
albanischen Terroristen den Krieg in weitere L�nder
getragen: In Mazedonien sollen sie jetzt auf Druck von
Nato und EU an der Regierung beteiligt werden, ein
UCK-Ableger in Griechenland verbreitet erste
Kommandoerkl�rungen. Der deutsche Au�enminister
Fischer hat die passende Devise ausgegeben: „Die
albanische Frage ist offen“.

Gegenargumente zur Nato-Propaganda finden sich en
masse und en detail in J�rgen Els�sser Buch

Kriegsverbrechen

Die t�dlichen L�gen der Bundesregierung und ihre Opfer
im Kosovo-Konflikt.

(konkret Verlag Hamburg, 192 Seiten, 26.80 DM)

„Wenn Joschka Fischer zur�cktreten mu�, dann
hoffentlich deswegen,“ schrieb „Die
Presse“ aus Wien in einer Rezension.

Der Autor stellt die gerade erschienene 4.
aktualisierte Auflage des Buches vor, referiert zur
aktuellen Lage und freut sich auf Diskussionen mit dem
Publikum. Kostas Panastasiou begleitet den Abend,
unter anderem mit Liedern auf der Gitarre.

Der Autor

J�rgen Els�sser, Jahrgang 1957, war bis Juni 1997
leitender Redakteur der Berliner Tageszeitung
„junge Welt“ und ist seit April 1999
Redakteur des Monatsmagazins KONKRET, seit 1957 die
bedeutendste Zeitschrift der parteiunabh�ngigen Linken
in der Bundesrepublik.

Im Kosovo-Krieg popularisierte er den Slogan
„Kein Blut f�r Joschka“ (eine Anspielung
auf den Slogan „Kein Blut f�r �l“, den die
Gr�nen im Golfkrieg 1991 skandiert hatten) und wurde
daraufhin vom SPIEGEL als „Berufszyniker“
mit „altlinken Klischees“ geschm�ht.

Weitere Informationen zu Autor und Buch sowie weitere
Termine: www.juergen-elsaesser.de

---

Folgende Artikeln zu lesen unter:
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1155

-

Lieber auf die Zunge bei�en beim Eigenlob
In Berlin bleiben die Hinweise dezent, dass es deutschen
Einfluss auf Belgrads Entscheidung gab
Von Richard Meng (Berlin)
Frankfurter Rundschau 30.6.2001

Unser Balkan
Alle Lektionen der letzten zehn Jahre kreisen um das eine
Wort - Macht.
(Leitartikel)
Die Welt 30.6.2001
Von Nikolaus Blome

Kriegsverbrecher verurteilen ihre Opfer
von Rainer Rupp, 29.6.01

Tribunal zur Legitimierung von NATO-Kriegsverbrechen
von Rainer Rupp, 28. Juni 2001

IST DIE MILOSEVIC-AUSLIEFERUNG EIN SIEG F�R DAS V�LKERRECHT?
junge Welt sprach mit Hans K�chler
(junge Welt vom 30.06.2001)
Prof. Hans K�chler bezweifelt, da� in Den Haag ein fairer
Proze� zu erwarten ist. Selbst wenn das Tribunal
kompetent w�re, was es nicht ist, k�nnten die Richter
nicht unabh�ngig reagieren. Die Auslieferung von
Milosevic sei "Menschenhandel auf h�chster Ebene".

SLOBODU SLOBODANA! VIDOVDAN 2001 -
KATASTROPHE NICHT NUR F�R SERBIEN
Von Werner Pirker
(junge Welt vom 30.06.2001)
Die Auslieferung ist nach Werner Pirker nicht nur f�r
Serbien sondern auch f�r die b�rgerliche Demokratie ein
Tag der Katastrophe. Dies wird in der westlichen Welt der
parlamentarischen Demokratie nicht so empfunden, weil der
b�rgerlichen Demokratie die Selbstaufl�sung zugunsten
uneingeschr�nkter Kapitalherrschaft immanent ist. Die
internationale Linke hat ebenfalls eine Niederlage
erlitten. Was ihr mehrheitlich ebenfalls nicht bewu�t
ist. Denn: "In ihrer Animosit�t gegen�ber Milosevic
verkennt sie, da� am 28. Juni das Recht auf demokratische
Selbstbestimmung ausgeliefert worden ist. Slobodu
Slobodana! - Freiheit f�r Slobodan! - steht f�r den Ruf
nach der Freiheit der unterworfenen Nationen."

DEUTSCHE KRIEGSGEGNER FORDERN FREIHEIT F�R MILOSEVIC
Presseerkl�rung (02/2001 vom 28.06.2001) des
Internationalen Komitees f�r die Verteidigung von
Slobodan Milosevic -Deutsche Sektion -
Die Deutsche Sektion des Internationalen Komitees f�r die
Verteidigung von Slobodan Milosevic, die an Pr�sident
Kostunica appelliert hatte, sich der Auslieferung zu
widersetzen, stellt durch ihren Sprecher, Klaus Hartmann,
den Pr�sidenten der Weltunion der Freidenker, in einer
Presseerkl�rung fest, da� mit der totalen Perversion
aller Normen des Rechts die n�chsten Kriege der Herren
der Globalisierung vorbereitet werden.

-

Alle zitierte Artikeln zu lesen unter:
> http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/1155

---

ERKLAERUNGEN UEBER DEN NATO-KRIEG IN MAZEDONIEN
UND DIE DEUTSCHE BETEILIGUNG

-----Urspr�ngliche Nachricht-----
Von: Dr. Peter Strutynski [mailto:strutype@...-kassel.de]
Gesendet: Montag, 2. Juli 2001 10:54
Betreff: Mazedonien-Erkl�rung

Liebe Friedensfreundinnen und -freunde,

der Bundesausschuss Friedensratschlag hat bei seinem
gestrigen Treffen �ber die Lage in Mazedonien diskutiert
und nachfolgende Erkl�rung (die auch an die Presse
geschickt wird) verabschiedet. Wir bitten dringend darum,
vor Ort Aktivit�ten zu entwickeln, um die ablehnende
Haltung der Friedensbewegung gegen einen NATO-Einsatz und
gegen eine Beteiligung der Bundeswehr zum Ausdruck zu
bringen. Sollte der Bundestag einberufen werden, um einen
entsprechenden Beschluss fassen zu sollen, rufen wir zu
Mahnwachen und �hnlichen dezentralen Aktionen auf - wo
immer es geht!

Informationen �ber die Lage in Mazedonien (Makedonien)
erhaltet ihr auf der Homepage des Friedensratschlgs:

http://www.uni-kassel.de/fb10/frieden/regionen/Makedonien/
Welcome.html

(Aber auch sonst lohnt sich ein Blick auf die Homepage:

http://www.friedensratschlag.de/
Mit besten Gr��en
Peter Strutynski (Kassel)
Bernd Gu� (Frankfurt a.M.)
L�hr Henken (Hamburg)
B�rbel Schindler-Saefkow (Berlin)

Presseerkl�rung
des Bundesausschusses Friedensratschlag

Nicht noch einmal!
Friedensbewegung gegen Milit�reinsatz in Mazedonien

Die Friedensbewegung in der Bundesrepublik wendet sich
mit aller Entschiedenheit gegen einen vom Bundeskabinett
in Erw�gung gezogenen Milit�reinsatz der Bundeswehr im
Krisengebiet Mazedonien. Der Bundesausschuss
Friedensratschlag*, der am 1. Juli in Kassel
zusammentrat, kritisiert den am 29. Juni von 19
NATO-Staaten beschlossenen "Operationsplan", wonach 3.000
NATO-Soldaten "zum Handeln bereit" sein, d.h. bei einem
auf 30 Tage begrenzten Einsatz Waffen der UCK-K�mpfer
einsammeln sollen. Wenig glaubhaft ist die Mitteilung aus
dem NATO-Hauptquartier, es gehe dabei "um keinen
milit�rischen Einsatz" und "um keine Friedensmission"
("Friedensmission" ist ein beliebter Ausdruck der NATO
f�r Kriegseins�tze). Ginge es tats�chlich um "keinen
Milit�reinsatz" - warum dann Milit�r einsetzen?

Die Bereitschaft der NATO, in Mazedonien milit�risch
einzugreifen, und der Eifer von Bundeskanzler Schr�der
und seines Au�enministers Fischer "dabei sein" zu wollen,
sind verh�ngnisvoll. Seit zwei Jahren beteuert
Bundesau�enminister Fischer, der Kriegseinsatz gegen
Jugoslawien 1999 sei ein "einmaliges" Ereignis gewesen,
das sich "nie wiederholen" d�rfe. Heute wissen wir, dass
solche Beteuerungen nicht allzu viel wert sind. Als
Augenauswischerei haben sich auch alle Versprechungen
herausgestellt, wonach die Beteiligung der Bundeswehr an
Auslandseins�tzen k�nftig an das V�lkerrecht, d.h. an ein
UN-Mandat und an einen eindeutigen politischen Auftrag
der Vereinten Nationen zu binden sei. In Bezug auf
Mazedonien hat es nicht einmal den Versuch gegeben, den
UN-Sicherheitsrat oder die OSZE mit dem Problem zu
befassen. Die NATO-Staaten geben sich selbst ein
"Mandat", usurpieren damit Kompetenzen der UNO und
versto�en gegen das in der Charta der Vereinten Nationen
enthaltene Gewaltverbot.

Die Situation in Mazedonien stellt sich f�r die
Friedensbewegung so dar: In Mazedonien macht seit Februar
2001 eine bewaffnete Formation mit Sprengstoffanschl�gen
und �berf�llen von sich reden, die nicht nur den Namen
UCK, sondern auch viele albanische K�mpfer, Waffen und
Geld aus dem Kosovo bezieht. Politisches Ziel ist die
Sezession mehrheitlich von Albanern bewohnter Gebiete und
ihr Zusammenschluss mit dem - v�lkerrechtlich noch zu
Jugoslawien/Serbien geh�renden - Kosovo mit der Option
auf ein zu gr�ndendes Gro�albanien. Milit�risch zielen
die Terroraktionen der UCK auf eine Eskalation der
Gewaltspirale, an deren Ende das Eingreifen der NATO
zugunsten der "albanischen Seite" stehen soll - ganz nach
dem Muster des Konfliktverlaufs im Kosovo 1998/99.

Diese Strategie verbucht erste Erfolge. Der EU-Gipfel in
Luxemburg am 25. Juni bot seine Vermittlerdienste an,
beschloss aber gleichzeitig, alle Finanzhilfen an die
mazedonische Regierung einzufrieren. Dies war das falsche
Signal. Denn ohne Hilfe f�r das �rmste Land auf dem
Balkan und in Europa wird auch jeder politische
L�sungsversuch torpediert. Seit Wochen ergeht sich die
EU-Politik darin, einerseits die Rechtsposition der
mazedonischen Regierung zu unterst�tzen und die Angriffe
der UCK zu verurteilen, andererseits aber alle
milit�rischen und polizeilichen Gegenma�nahmen der
Regierung in Skopje ebenfalls zu kritisieren. Auch die
Aussage, die EU k�nne nicht einen Staat unterst�tzen,
"der Krieg gegen seine B�rger" f�hre, stellt die
Verh�ltnisse auf den Kopf: Die UCK f�hrt zuallererst
einen Krieg gegen den mazedonischen Staat.

Auch der NATO-Kurs ist im Zwielicht. Da beschloss die
NATO Mitte Juni, f�r eine "freiwillige"
Entwaffnungsaktion der UCK 3.000 Soldaten bereit stellen
zu wollen (der Beschluss wurde am 29. Juni pr�zisiert).
Am 25. Juni jedoch geben NATO-Einheiten im KFOR-Gewande
den UCK-K�mpfern freies Geleit beim Abzug aus ihrer
Hochburg Aracino. Ihre Waffen und Ausr�stungen durften
sie behalten!

In einer solchen Situation einen Bundeswehreinsatz im
Rahmen des NATO-Operationsplans zu beschlie�en, hie�e �l
ins mazedonische Feuer gie�en. Dieses Land braucht keine
Kampftruppen (von denen �brigens niemand wei�, auf
welcher Seite sie stehen w�rden). NATO-Truppen sind hier
vollkommen fehl am Platz.

Die in Kassel zusammen gekommenen Vertreter zahlreicher
Friedensinitiativen und Kampagnen appellieren an den
Bundestag, sich einem "Vorratsbeschluss" oder einer
anderen entsprechenden Entscheidung zugunsten eines
milit�rischen Engagements zu entsagen. Stattdessen soll
unverz�glich der UN-Sicherheitsrat angerufen werden. Was
die NATO tun kann, ist das Schlie�en der immer noch weit
offenen Grenzen zwischen dem von der NATO kontrollierten
Kosovo und Mazedonien, um so der UCK den Nachschub an
Waffen und K�mpfern zu versperren. Von der EU verlangen
wir die Einhaltung der gegebenen Hilfszusagen an
Mazedonien. Von der OSZE sind Ma�nahmen zur �berwachung
eines zu vereinbarenden Waffenstillstandes zu verlangen.

Kassel, Frankfurt a.M. usw., den 2. Juli 2001

* Organisator der regelm��igen Strategiekonferenzen
("Ratschl�ge") der deutschen Friedensbewegung.

Bei R�ckfragen:
P. Strutynski Tel. dienstl. 0561/804-2314; FAX 0561/804-3738
e-mail: strutype@...-kassel.de
Bernd Gu�, Tel. 069/24249950; FAX: 069/24249951
e-mail: Friedens-und-Zukunft@...

---

IALANA

Juristen und Juristinnen gegen atomare, biologische und
chemische Waffen
F�r gewaltfreie Friedensgestaltung
Deutsche Sektion der International Association Of Lawyers
Against Nuclear Arms

Pressemitteilung

Einsatz der Bundeswehr im Rahmen der NATO in Mazedonien?
Es droht ein neuer Verfassungsversto�

Die Bundesregierung erw�gt in diesen Tagen, im Rahmen der
NATO gegebenenfalls auch Soldaten der Bundeswehr in
Mazedonien "zum Zweck der Entwaffnung der albanischen
Rebellen" der UCK einzusetzen. Dagegen werden - vor allem
von Seiten der CDU/CSU-Opposition - bislang allein
Kapazit�ts- und finanzielle Gesichtspunkte vorgetragen.
Nahezu vollst�ndig ausgeblendet wird aber, dass das
Grundgesetz und selbst der NATO-Vertrag einem solchen
Einsatz entgegenstehen.

Ein solcher Einsatz w�re zwar - anders als der
NATO-Luftkrieg gegen Jugoslawien ("Kosovo-Krieg") vom
24.M�rz bis 10.Juni 1999 - kein Versto� gegen das
Gewaltverbot in Art. 2 Ziff. 4 der UN-Charta. Denn es
w�rde sich bei der von der NATO nach den gegenw�rtigen
Planungen vorgesehenen Milit�raktion um eine
"Intervention auf Einladung" handeln, da sie nur auf der
Basis einer vorherigen Zustimmung der Konfliktparteien,
namentlich der mazedonischen Regierung, stattfinden soll.
Eine solche "Intervention auf Einladung" ist nach der
UN-Charta zwar erlaubt, wenn jedoch dieser Milit�reinsatz
ohne ausdr�ckliche Erm�chtigung durch den
UN-Sicherheitsrat stattf�nde, droht aber eine Verletzung
des Grundgesetzes und des NATO-Vertrages.

Nach Art. 87a des Grundgesetzes darf die Bundeswehr nur
eingesetzt werden, soweit das Grundgesetz es ausdr�cklich
zul�sst. Eine solche Zulassung kann sich nach der neueren
Rechtsprechung des Bundesverfassungsgerichts zwar aus
Art. 24 ergeben, wonach sich der Bund einem „System
gegenseitiger kollektiver Sicherheit" einordnen kann. Ein
solches System ist zweifellos die UNO, jedoch nicht die
NATO, die bislang allein ein "System kollektiver
Verteidigung" darstellt. Allerdings hat das
Bundesverfassungsgericht die NATO im "Out of Area-Urteil"
vom 12. Juli 1994 - unseres Erachtens zu Unrecht - als
"System gegenseitiger kollektiver Sicherheit" im Sinne
des Art. 24 II GG qualifiziert. Unabh�ngig davon hat es
dabei die klare Einschr�nkung festgelegt, dass dies nur
dann gilt, wenn der jeweilige Einsatz der Bundeswehr "im
Rahmen und nach den Regeln" eines solchen Systems
erfolgt. Der Rahmen und die Regeln des NATO-Vertrages
lassen eine Selbst-Mandatierung der NATO f�r
Nicht-Verteidigungszwecke bislang nicht zu.

Die NATO ist nach dem NATO-Vertrag (insbesondere seinem
Art.5) eindeutig bislang allein ein Verteidigungs- und
Nothilfeb�ndnis. Weder Art. 5 noch andere Artikel des
NATO-Vertrages sehen andere Formen von Milit�reins�tzen
als zu Zwecken der Verteidigung vor. Deswegen kann sich
die NATO - ohne �nderung des NATO-Vertrages - nicht zum
Mazedonien-Einsatz selbst mandatieren. Politische
Beschl�sse des NATO-Rates - wie der gegenw�rtig von der
PDS vor dem Bundesverfassungsgericht angegriffene vom
April 1999 – haben den NATO-Vertrag rechtlich
insoweit bislang nicht zu �ndern vermocht, was gerade
auch die Bundesregierung selbst vor kurzem durch
Au�enminister Fischer und Verteidigungsminister Scharping
in dem genannten PDS-Verfahren vor dem
Bundesverfassungsgericht noch einmal mit Nachdruck betont
hat.

M�glich ist deshalb allenfalls, auf der Grundlage der
UN-Charta die NATO im Hinblick auf Art. 7 des
NATO-Vertrages nach Art. 42 und 48 der UN-Charta oder als
"regionale Abmachung oder Einrichtung" nach dem VII.
Kapitel der UN-Satzung mit der Durchf�hrung von
Zwangsma�nahmen gem�� Art. 53 UN Charta zu mandatieren.
Dies muss selbstverst�ndlich durch den UN-Sicherheitsrat
geschehen. Das ist der nach dem Grundgesetz und dem
NATO-Vertrag allein zul�ssige Weg, den beabsichtigten
Einsatz in Mazedonien ohne Verfassungsbruch und ohne
Verletzung des NATO-Vertrages durchzuf�hren.

Der Bundesregierung ist die Einhaltung der dargelegten
rechtlichen Schranken auch aus einem weiteren Grund
dringend anzuraten, was sie nach den vorliegenden
Informationen im NATO-Rat offenbar auch durchzusetzen
versucht hat. Ein neuer NATO-Alleingang au�erhalb der UNO
w�rde die UNO - wie beim Kosovo-Krieg - erneut und damit
weiter schw�chen. Das Gebot der Stunde ist gerade, die
Friedenssicherungsfunktion der UNO baldm�glichst
wiederherzustellen. Der Deutsche Bundestag und die
Bundesregierung d�rfen nicht zulassen, dass die Autorit�t
der UNO durch Selbstmandatierungen der NATO weiter
ausgeh�hlt wird, zumal gerade die Koalitionsfraktionen
von SPD und B�ndnis 90/Die Gr�nen seinerzeit im
Zusammenhang mit dem Kosovo-Krieg selbst erkl�rt haben,
das damalige Handeln der NATO ohne UN-Mandat m�sse eine
einmalige Ausnahme bleiben.

gez. Dr. Peter Becker - Vorsitzender -

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NATO GUILTY OF WAR CRIMES BY OWN DEFINITION

TIMOTHY BANCROFT-HINCHEY
According to definitions used by The Hague Tribunal and by the Geneva
Convention on War Crimes, NATO is guilty. Pravda.Ru presents the
evidence
for a case against NATO in a court of law such as the one at The Hague.

Article 3 of the Statute of The Hague International Penal Court states
clearly that one criterion for indictment for war crimes is:

"Attack or bombardment, by whatever means, against undefended cities,
towns, villages, buildings or houses".

NATO's continuous use of civilian targets for military purposes, a
scenario
which this military organization wantonly and callously calls
"collateral
damage", fits this clause exactly and would be the cornerstone of a case
accusing this organisation of being guilty of war crimes.

Another clause of the same Article 3 could also be stipulated:

"Massive destruction of cities, towns or villages or destruction not
justified by military necessity".

Any number of the unprovoked attacks by NATO in Yugoslavia and Iraq in
the
past decade would fit into this category, namely bombing attacks by NATO
on
civilian targets and structures. The bombing of the Chinese Embassy, for
example, was not a "military necessity", by NATO's own definition,
because
it was officially classified by this organisation as a mistake. In which
case, and under Article 3, it was a case of destruction not justified by
military necessity and therefore, by its own definition and using the
Articles from the Court set up by this organisation, NATO is guilty of
war
crimes.

However, the case does not stop here. Article 147 of the Geneva
Convention
on War Crimes, defines the latter as "...deportation or illegal transfer
or
illegal detention of a protected person...or to purposefully deprive a
protected person of his rights of a fair and regular trial..."

What is being done in the case of Mr. Slobodan Milosevic at The Hague,
apart from being a case of piracy, kidnapping and illegal imprisonment,
is
in flagrant violation of the Geneva Convention. Not having been
appointed
by the United Nations General Assembly, the IPC at The Hague is at most
illegal and at least not legal. It is therefore incompetent to try
Slobodan
Milosevic, or anyone else, for alleged crimes.

More ironic still is this case when we discover that by their own
definitions, NATO are guilty of the crimes they accuse others of - in an
organism which has no legal substance whatsoever. How the international
community tolerates such a scandalous state of affairs and apportions to
it
such a degree of seriousness is ridiculous and a shame for any country
which prides itself on saying that it is a state of law.

Timothy BANCROFT-HINCHEY
PRAVDA.Ru
LISBON PORTUGAL

http://english.pravda.ru/main/2001/07/05/9360.html


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MILOSEVIC AU TPI : NON A UN ODIEUX MARCHANDAGE
Face aux �v�nements qui nous interpellent
tous, nous avons cru n�cessaire de vous
proposer � votre consid�ration et signature le
texte joint...

---

MILOSEVIC livr� au TPI pour un milliard de dollars
(Pierre Pi�rart)

---

SERBIA RESISTS! WHAT'S BEEN HAPPENING
REPORT ON LEGAL WORK
PICTURES FROM JUNE 29th RALLY IN BELGRADE
by Jared Israel
also at:
> http://emperors-clothes.com/petition/j29.htm

Alleged Transcript of Conversation Between
Djindjic and Kostunica Just
Prior to Milosevic's Kidnapping
(NEDELJNI TELEGRAF / Jared Israel)
also at:
> http://emperors-clothes.com/docs/partners2.htm

---

THE TIMES

July 4, 2001
New world order beset by old world's flaws
SIMON JENKINS

July 2, 2001
TOP US LAWYER JOINS MILOSEVIC DEFENCE
>From Janine Di Giovanni in Belgrade

---

Djindjic's Sale of Milosevic Makes Clinton's
National Asset Sales Look Amateurish
Serbian Prime Minister Sold Milosevic for 1.8
Billion US Dollars

BY: Mary Mostert, Analyst, Banner of Liberty
July 2, 2001
also at:
> http://www.bannerofliberty.com

---

Canadian Communist Leader Denounces Illegal
Extradition of Milosevic
CPC release on the Milosevic Extradition
July 2, 2001

---

Friday June 29 6:05 PM ET
Greek Leftists Protest Over Milosevic Extradition

---

Socialist Party of Serbia
29.06.2001.
B e l g r a d e
PROCLAMATION

---

Ramsey Clark � ritornato dalla Yugoslavia
(traduzione a cura di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
International Action Center,
29 giugno, 2001

Ramsey Clark Returns from Yugoslavia
International Action Center
June 29, 2001

---

Comunicato del Campo Antimperialista
contro l'estradizione di Milosevic.

No a la extradicci�n de Milosevic!
Abajo la inquisici�n del Tribunal de Haga
contra los opositores de la OTAN!
Campo Antiimperialista, 28 de Junio 2001

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Subject: Globalisation of the Yugoslavia
Date: Wed, 4 Jul 2001 01:32:10 +0200
From: "Andrea Catone"

Globalisation of the Yugoslavia

La Jugoslavia � stata - a partire dalla met� degli anni '80 e in
particolare nell'ultimo decennio - uno dei laboratori pi� martoriati e
insanguinati della "globalizzazione" capitalistica.

Per imporre il proprio dominio economico, politico, culturale, un pugno
di grandi potenze - Stati Uniti e Germania in testa, in accordo e in
competizione ad un tempo per la spartizione del cruciale crocevia
balcanico, affiancate da Francia, Italia e altri partner minori della UE
- ha fatto ricorso

a) al ricatto e allo strangolamento economico: l'embargo ha colpito sin
dal maggio 1992 la RFJ, colpevole prima di tutto di non aderire alla
NATO e di non adottare le ricette del FMI, che imponevano la fine delle
politiche di difesa sociale per i lavoratori e gli strati pi� deboli
della societ� e privatizzazioni selvagge di tutto il settore pubblico.
In seguito, il ricatto economico si � manifestato nel modo pi� spudorato
nella forma del diktat al governo serbo: o la consegna di Milosevic o
niente "aiuti" internazionali;

b) all'aggressione militare diretta. Agosto-settembre 1995: 3000
"missioni" NATO in Bosnia per imporre gli accordi di Dayton, e poi, i 78
giorni di terribili e distruttivi bombardamenti della primavera del '99.
A questa si accompagna un'aggressione militare indiretta attraverso le
milizie dell'UCK, foraggiate e armate da Germania e USA, che hanno
operato dal 1996 in Kosovo - e ora in Serbia del Sud e in Macedonia -
per creare il casus belli, il pretesto per l'intervento delle grandi
potenze (vecchia tattica, ben nota anche all'imperialismo romano
antico);

c) alla disinformazione strategica, alla globalizzazione della menzogna.
Una campagna su scala mondiale pagata a suon di milioni di dollari (se
ne � pubblicamente vantato il direttore della Ruder & Finn, James Harf)
per demonizzare i dirigenti jugoslavi, colpevoli di opporsi ai piani
della NATO e del FMI. E' la "fabbrica del consenso" (analizzata da Noam
Chomsky) per giustificare 50 anni di aggressioni USA e NATO contro i
popoli del mondo. Si veda ad esempio tutta la campagna mondiale sulla
"strage di Racak" del gennaio 1999 in Kosovo, che figura al primo punto
delle imputazioni del tribunale dell'Aja contro Milosevic. Essa si � poi
rivelata il frutto di una montatura, orchestrata dal capo della missione
OSCE William Walker, gi� agente della CIA in Salvador e in Honduras tra
il 1974 e il 1982 (cfr. gli articoli di Tiziana Boari sul Manifesto del
15.4.00 e 6.2.01), per non parlare delle migliaia di "fosse comuni" in
Kosovo annunciate da Clinton e mai trovate dalle truppe della KFOR, o
del piano "Ferro di cavallo" di "pulizia etnica" del Kosovo, inventato
di sana pianta dal governo tedesco (cfr. Serge Halimi e Dominique Vidal,
"Cronaca di una disinformazione", Le monde diplomatique - il manifesto,
marzo 2000, pp. 10-11; o il pi� ampio e recente libro del giornalista
Juergen Elsaesser, Le menzogne della Nato in Kosovo: perch� Milosevic
non � colpevole).

d) all'ingerenza massiccia nella vita interna della Jugoslavia: con un
massiccio investimento di risorse economiche e mezzi tecnologici viene
lautamente finanziata attraverso fondi diretti del dipartimento di Stato
americano e della UE e, indiretti, attraverso le ONG sostenute dal
multimiliardario Soros, la "Opposizione Democratica Serba" (DOS),
sostenitrice di un programma economico neoliberista totalmente basato
sulla dipendenza dai capitali occidentali (cfr. il programma degli
economisti jugoslavi del "G-17") e dalla NATO (cfr. il recente e
dettagliato opuscolo di R. Giusti, A. Hoebel e F. Grimaldi, La NATO in
Jugoslavia: dalla guerra al colpo di Stato, La citt� del Sole, Napoli,
2001);

e) alla costituzione di un tribunale "internazionale", alle dirette
dipendenze degli USA, con uno statuto e una procedura che fanno violenza
a tutta la civilt� giuridica europea e al diritto internazionale. Il
Tribunale, nei fatti, non rispetta diversi principi di legge
assolutamente fondamentali: la separazione dei poteri (esecutivo,
legislativo e giudiziario), parit� fra accusa e difesa, presunzione di
innocenza finch� non si giunge ad una condanna.

Il Tribunale Internazionale per i Crimini di Guerra � stato fondato nel
1993 dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (15 membri dominati
dai grandi poteri e dal veto USA), su insistenza del Senatore Albright.
Il normale canale per creare un Tribunale come questo, come a suo tempo
ha puntualizzato il Segretario Generale delle Nazioni Unite, avrebbe
dovuto essere "attraverso un Trattato Internazionale stabilito ed
approvato dagli Stati Membri che avrebbero permesso al Tribunale di
esercitare in pieno nell'ambito della loro sovranit�" (Rapporto No X
S/25704, sezione 18). Tuttavia, Washington ha imposto un'interpretazione
arbitraria del Cap.VII della Carta delle Nazioni Unite, che consente al
Consiglio di Sicurezza di prendere "misure speciali" per restaurare la
pace in sede internazionale. Pu� essere la creazione di un Tribunale una
"misura speciale"? E' arduo pensarlo! Il Tribunale Internazionale per i
Crimini di Guerra � esso stesso non legale.

Senza precedenti nella storia della legge, il Tribunale ha avuto pieni
poteri di costituire le proprie leggi e i regolamenti - regolamenti che
nei fatti ha modificato frequentemente.
Attraverso una procedura totalmente ridicola, il Presidente pu�
apportare variazioni di sua propria iniziativa o ratificarle via fax ad
altri giudici! (regola 6).

Vi � un'altra norma creativa. Le leggi del Tribunale Internazionale per
i Crimini di Guerra hanno il carattere della retroattivit�, emanate e
confezionate per adattarsi ai fatti, dopo l'evento.

Ancora peggio: il Procuratore (l'Accusa) pu� anche cambiare queste norme
(la Difesa non lo pu� fare). E non esiste un "giudice per le indagini
preliminari" che investighi sulle accuse e le contro-accuse. Il
Procuratore conduce l'inchiesta nel modo che pi� gli aggrada.

La Corte pu� ricusare un avvocato della difesa o semplicemente non
ascoltarlo, se lo ritiene "aggressivo" (regola 46).

Il Procuratore pu�, con il consenso dei giudici, rifiutare di concedere
all'avvocato difensore di consultare libri, documenti, foto e altro
materiale probatorio (regola 66).

Inoltre, la fonte testimoniale e di informazioni pu� essere tenuta
segreta. Questo significa che agenti CIA possono riempire i dossier del
Tribunale con accuse raccolte illegalmente (attraverso intercettazioni
foniche, corruzione, furti) senza averle sottoposte ad alcun tipo di
verifica o di controllo incrociato.

Anche i rappresentanti di altri Stati (partecipanti nel conflitto, ma
alleati degli Stati Uniti) possono sottoporre informazioni confidenziali
senza alcuna formale richiesta in merito.

Un atto di accusa pu� rimanere segreto "nell'interesse della giustizia"
(regola 53), in modo tale che l'accusato non possa difendersi nei modi
normali.

Un sospetto, cio� qualcuno che non � ancora stato imputato, pu� essere
detenuto per novanta giorni prima di essere accusato, un tempo pi� che
sufficiente per estorcergli forzatamente una confessione.

Inoltre, la regola 92 stabilisce che le confessioni saranno ritenute
credibili, a meno che l'accusato possa provare il contrario. Mentre, in
qualsiasi altra parte del mondo, l'accusato � ritenuto innocente fino a
quando non sia provata la sua colpevolezza.

Nessun Tribunale nazionale, negli Stati Uniti o in qualsiasi altra parte
del mondo, potrebbe operare in una tale maniera platealmente illegale o
arbitraria. Ma quando questo serve a condannare i nemici degli Stati
Uniti d'America, allora i principi della legge non valgono pi� di tanto.
In accordo con i padroni del mondo, il diritto appartiene ai pi� forti e
ai pi� ricchi.
[cfr. al proposito Christopher Black e Edward Herman, Il manifesto del
27 e 28 maggio 2000; Raniero la Valle, Liberazione, 4.4.2001; Kosta
Cavoski, http://emperors-clothes.com/articles/cavoski; M. Collon,
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/913).

In tal modo i "globalizzatori" vincenti vogliono esercitare la loro
vendetta su scala globale - da un simbolico e spettacolare patibolo
mondiale - su chi ha provato ad opporsi e a resistere loro sul piano
economico, politico, militare.

La "globalizzazione" della Jugoslavia - il suo inglobamento quale paese
subordinato e ligio agli ordini delle grandi imprese transnazionali e
della NATO - appare in tutta evidenza nei tempi e modi in cui interviene
l'arresto (notte del 31 marzo) e la consegna all'Aja (28 giugno) dell'ex
presidente jugoslavo Slobodan Milosevic da parte di un governo di
"compradores" giunto al potere nell'autunno scorso a suon di milioni di
dollari e marchi, con l'appoggio logistico-militare della NATO e che nel
giro di pochi mesi ha peggiorato enormemente le condizioni di vita della
popolazione, soppresso praticamente la libert� di stampa e di
informazione, sbattuto in prigione centinaia di militanti di sinistra,
scacciato con la violenza e sostituito illegalmente i dirigenti
socialisti delle imprese pubbliche (la maggior parte delle imprese del
paese), per costruire un'oligarchia corrotta e mafiosa, pronta a
svendere il paese, non dissimile nella sostanza - fatte le debite
proporzioni - da quella che ha imperversato per un decennio nella Russia
eltsiniana (cfr. E.Vigna, Jugoslavia 2001, La Citt� del Sole, Napoli,
2001)

L'arresto e la deportazione all'Aja di Milosevic sono avvenuti
puntualmente, con un sincronismo che non lascia adito a dubbi, a seguito
di un aperto e palese, anzi, volutamente ostentato e gridato, ricatto
economico degli USA e degli altri paesi "donatori": era stato il governo
USA a porre la data del 31 marzo come termine ultimo per la concessione
di un "aiuto" di 50 milioni di $ ed � stato ancora il governo USA a
minacciare di boicottare la conferenza dei "donatori" del 29 giugno se
Milosevic non fosse stato consegnato all'Aja, un tribunale del tutto
squalificato moralmente nel momento in cui la sua procuratrice Carla del
Ponte, sorella gemella di Madeleine Albright, tanto inflessibile e
tenace nel perseguire Milosevic, archivia su due piedi (giugno 2000)
l'incriminazione contro i capi di Stato e i militari della NATO per
reati contro l'umanit�, documentati e riconosciuti dagli stessi
esecutori e mandanti: il massacro del convoglio di profughi albanesi a
Djakovica (75 morti e 100 feriti), il bombardamento della televisione
jugoslava con l'uccisione di giornalisti e tecnici che vi lavoravano, il
bombardamento dell'ambasciata cinese, l'impiego massiccio di proiettili
all'uranio, l'uso di bombe a frammentazione, il bombardamento delle
industrie chimiche, e di case, scuole, ospedali, ponti, acquedotti,
centrali elettriche, fabbriche come la Zastava: oltre 5000 morti, la
stragrande maggioranza dei quali civili inermi, vecchi, donne, bambini,
un intero paese distrutto e inquinato letalmente per secoli, con la
moltiplicazione esponenziale di leucemie e tumori.

"Anche per chi condivide il giudizio negativo su Milosevic, quanto �
accaduto � la pi� grave violazione di ogni principio di diritto mai
attuata nel mondo cosiddetto democratico.
E' un ritorno alle barbarie. Gli USA hanno agito come una mafia del
racket: o mi dai l'80% dei tuoi introiti, o ti faccio saltare il
cantiere. Confidiamo che questo sia un punto di svolta, sia
per una popolazione jugoslava ingannata, tradita e massacrata nella
sovranit�, nella dignit�, nella vita, sia per l'opinione pubblica
internazionale che non potr� non rendersi conto, al di l�
delle puntualissime montature su eccidi e fosse comuni, da quale parte
stiano i veri briganti. La crisi istituzionale irrecuperabile, le
condizioni dellemasse, lo scontro Djindjic-Kostunica, la crescente
mobilitazione della popolazione, anche alla luce del complotto USA
contro l'unit� della Macedonia, aprono un capitolo nuovo e
incontrollabile nella tragedia dei Balcani"
[Ramsey Clark, ex-ministro della Giustizia USA, in F. Grimaldi per
Liberazione di sabato, 30 giugno, versione integrale].

Col processo di Milosevic all'Aja da parte di un tribunale
internazionale che � sul libro paga delle principali potenze
imperialiste (lo dichiara apertamente il portavoce NATO Jamie
Shea, quando osserva, a proposito di una possibile incriminaione della
NATO all'Aja: "Non credo che il tribunale vorr� mordere la mano che lo
nutre") i "globalizzatori" intendono celebrare, in concomitanza col
summit di Genova, il trionfo dei vincitori, impuniti e impunibili per i
loro crimini contro l'umanit� - dalle bombe all'embargo, dall'Iraq alla
Palestina ai Balcani, passando per le aree desolate e immiserite
dell'Africa, per il genocidio degli indios, per lo strangolamento
economico attraverso gli "aiuti" dei "donatori", che distruggono
spietatamente vite e culture e storia di chi osa resistere, di chi non
vuole piegare il capo.

Milosevic all'Aja, questo tribunale simbolo di una giustizia
"globalizzata" sotto il bastone USA e NATO, � oggi a tutti gli effetti
un prigioniero politico della NATO.

E' un prigioniero politico al pari di Ocalan, anch'egli accusato di
orrendi delitti dal regime turco sostenuto da Stati Uniti e Israele e
colpevole solo di difendere il suo popolo e i lavoratori kurdi dai
crimini di quel regime, dalla rapina dell'acqua e delle altre risorse
del territorio kurdo.

E' un prigioniero politico come lo � stato per decenni Nelson Mandela,
che si � battuto contro un regime di apartheid a lungo sostenuto dalla
"comunit� internazionale".

E' un prigioniero politico che un tribunale politico vuole condannare
per assolvere i governi della NATO dai loro crimini contro l'umanit�.

Milosevic all'Aja � il primo prigioniero politico dell'era della
"globalizzazione". Deportandolo proprio il giorno della festa nazionale
serba di San Vito, aggiungendo umiliazione ad umiliazione per il popolo
serbo, i potenti del mondo - i poteri forti che hanno massacrato il
paese per spartirsi il controllo di corridoi energetici, vie di
comunicazione, risorse, manodopera sottopagata, addomesticata e
flessibile - vogliono manifestare la loro onnipotenza, vogliono
celebrare i loro fasti, vogliono assolvere se stessi e dichiarare al
mondo che la loro menzogna � l'unica verit�, dimostrare che essi hanno
non solo facolt� impunita di affamare e immiserire i popoli col
meccanismo degli embargo e degli "aiuti" con la conseguente morsa del
debito, non solo di bombardarli senza piet� quando osano dire di no, non
solo di ingerirsi apertamente nelle loro vicende interne pagando a suon
di dollari i loro servi fedeli e genuflessi, ma anche di decretare di
fronte al mondo, spettacolarmente e spudoratamente, che essi sono la
Giustizia e la Verit�. Essi sono la mano che blocca le vie di
comunicazione ed embarga i popoli, essi sono la mano che elargisce
elemosine condizionate, essi, la mano che bombarda, essi la mano che
giudica e condanna. Essi, come Dio e pi� di Dio, come si vantava il
generale americano Wesley Clark, possono togliere o dare la luce al
mondo, essi, i dicitori di verit�, i dispensatori di giustizia...

Col processo Milosevic all'Aja si stringe ancor pi� il cerchio del
totalitarismo della "globalizzazione": nello stesso gruppo di potere si
concentrano non solo i capitali e le armi, ma anche la produzione e
comunicazione della "verit�" e l'amministrazione della giustizia sulla
base di questa "verit�".

Di questo totalitarismo bisogna prendere coscienza, contro di esso
bisogna battersi.

Per questo � importante far cadere sui piedi dei "globalizzatori" la
pietra che essi hanno sollevato - a Genova come all'Aja.

Qui non � in gioco soltanto e principalmente la sorte di un uomo, che
col coraggio e la dignit� sinora dimostrati potrebbe trasformare il
tribunale asservito dell'Aja in una tribuna d'accusa per i crimini della
NATO. Qui � in gioco qualcosa di molto pi� importante, indipendentemente
dalla figura e dal ruolo di Slobodan Milosevic nella storia jugoslava
degli ultimi 10 anni.

Qui � in gioco la libert� dei popoli di tutto il mondo, la possibilit�
di resistere e organizzare resistenza di fronte a un potere che vuol
concentrare in s� tutti i poteri, quello economico, quello politico,
quello militare, quello giudiziario, di fronte a un potere che si
pretende depositario assoluto della Verit�, che vuol togliere ai popoli
oppressi e sfruttati del mondo non solo le risorse, la terra, l'acqua,
l'aria, la vita, ma anche l'anima, anche l'ultima possibilit� di pensare
con la propria testa. Anche in questo la guerra contro la Jugoslavia �
stata una guerra "costituente".

Per questo � di vitale importanza inserire tra gli obiettivi dell'azione
contro la "globalizzazione capitalistica", a Genova e dopo Genova, in un
movimento che sia capace di durare e dare filo da torcere ai signori
della terra e della guerra, la delegittimazione del tribunale dell'Aja.

Per questo va posto l'obiettivo della liberazione dei prigionieri
politici degli USA e della NATO, a partire da Ocalan e Milosevic.


Un ponte per Belgrado in terra di Bari -
Associazione culturale di solidariet� con la popolazione jugoslava

via Abbrescia 97, 70121 BARI - 0805562663 - most.za.beograd@...

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Ivo Andric je u "Sveskama" zabiljezio ovaj dio iz pisma Karla Marx-a
upucenog Kugelman-u:

"Dosad se verovalo da je stvaranje hriscanskih mitova pod rimskim
carstvom bilo moguce samo zato sto nije bilo stamparija. Bas obrnuto.
Dnevna stampa i telegraf koji njene izmisljotine za tren oka raznese
sirom citave zemljine kugle, fabrikuju vise mitova (a burzoaska stoka
veruje u njih i siri ih) za jedan dan nego sto ih se ranije moglo
stvoriti za jedno stolece."

"Finora si e' creduto che la comparsa dei miti cristiani sotto l`impero
romano era stata possibile solo perch� non esistevano le tipografie.
Invece � il contrario. La stampa quotidiana, e il telegrafo che diffonde
le sue bugie in un solo attimo in tutto il pianeta, producono pi� miti
(e la massa bovina borghese ci crede e li diffonde) in un solo giorno di
quanti se ne producessero prima in un secolo intero."

Karl Marx, lettera a Kugelman, citata da Ivo Andric nei "Quaderni"

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