Informazione

MOUVEMENT BALKANIQUE POUR L'APPLICATION DES RECETTES EUROPEENNES EN EUROPE


http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-11-10%2007:57:01&log=invites

Mouvement balkanique - Nous offrons nos bons services à Chirac
BALKANS SANS FRONTIERES

PROTESTATION AUPRES DE M. JACQUES CHIRAC, PRESIDENT DE LA REPUBLIQUE
FRANCAISE, CONCERNANT L'USAGE EXCESSIF DE LA FORCE CONTRE LES
MANIFESTANTS A PARIS ET AUTRES VILLES

8 novembre 2005
M. JACQUES CHIRAC
PRESIDENT OF THE FRENCH REPUBLIC
PARIS
FRANCE

Exprimant notre plus profonde préoccupation au sujet des troubles qui
ont lieu actuellement à Paris et dans d'autres villes et villages de
France, déclenchés le 27 octobre 2005, nous nous voyons obligés de
condamner dans les termes les plus forts la violation systématique des
droits de l'homme des manifestants par la police française et
l'appareil d'état, de même que le discours de haine prononcé à
l'encontre des manifestants au sein du Parlement français, qui sont
non seulement totalement inacceptables d'un point de vue
civilisationnel mais aussi en infraction de la Convention Européenne
des Droits de l'Homme ainsi que de nombreuses autres normatives
internationales.
Nous estimons que les Balkans ne peuvent plus fermer leurs yeux devant
la tragique situation en France et rester silencieux face au
piétinement des valeurs fondamentales de l'Europe et de la
civilisation auquel ont été soumises durant de nombreuses années les
minorités de France en raison de la couleur de leur peau, de leur
religion ou de leur origine. Et, si l'on peut déplorer certaines
méthodes utilisées par certains extrémistes, elles ne peuvent et ne
doivent pas être lues en-dehors du contexte général résultant d'une
politique coloniale, vieille de plusieurs siècles, basée sur la
discrimination, l'intolérance et la mythologie nationaliste française,
dans lequel les frustrations concernant le statut en suspens des
minorités opprimées essayant d'échapper à un destin sans espoir dans
les anciennes colonies françaises devaient culminer par les scènes
dérangeantes auxquelles nous assistons maintenant, et qui choquent
l'opinion publique démocratique du monde entier.
Nous appelons les deux parties à montrer la plus grande retenue et à
résoudre leurs différends d'une manière pacifique à la table de
négociations, avec la médiation active de la communauté internationale
et d'experts indépendants. Les problèmes de la France ne sont plus
désormais une question interne, dans la mesure où ils affectent la
sécurité de toute la région et nécessitent une approche plus globale
et plus constructive, fondée sur le respect du droit des peuples à
l'auto-détermination, assortie d'une protection optimale de la
minorité française qui resterait dans les actuelles zones de conflit
et de la protection de ses monuments culturels, à l'exemple de
l'approche utilisée par la communauté internationale pour la question
du Kossovo, basée sur le principe de l'inacceptabilité du retour au
statu quo qui existait avant les troubles pro-démocratiques actuels,
et des modifications de frontière acceptables par toutes les parties.
Nous appelons la France, en tant que l'un des pays les plus actifs
engagés dans la politique, largement couronnée de succès, de
résolution de conflit en ex-Yougoslavie, à commencer sans délai à
appliquer ses propres propositions sur son propre territoire, sous la
direction des nombreuses personnalités politiques, diplomatiques et
intellectuelles expérimentées et reconnues dont la France dispose, et
dont le travail et les idées ont imprimé une marque indélébile sur la
péninsule des Balkans – comme Bernard Kouchner, Bernard Henry-Lévy et
autres.
Les Balkans eux-mêmes sont prêts à offrir leurs bons offices dans le
processus qui doit amener les parties en conflit à la table de
négociations où elles pourront résoudre leur dispute par un dialogue
démocratique, et à aider par leur médiation à trouver une solution
acceptable par les deux parties, qui puisse garantir un futur européen
à tous les peuples qui vivent sur le territoire français.

MOUVEMENT BALKANIQUE POUR L'APPLICATION DES RECETTES EUROPEENNES EN EUROPE

Belgrade
Serbie et Monténégro

BALKANS SANS FRONTIERES

AIDER A FAIRE DU MONDE CE QUE LE MONDE FAIT DES BALKANS
ПОДРШКА НАПОРИМА ДА СЕ ОД СВЕТА НАПРАВИ ОНО ШТО СВЕТ ПРАВИ ОД БАЛКАНА

http://balkanswithoutborders.blogspot.com/

IL VIDEO:
http://www.rainews24.it/ran24/clips/Video\fallujah_Rainews24.wmv
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Inchiesta shock di "Rai News 24": l'agente chimico usato
come arma. Un veterano: "I corpi si scioglievano"

"Fosforo bianco contro i civili"
Così gli Usa hanno preso Falluja

Un documento svela anche un test su un nuovo tipo di Napalm

ARTICOLO:
http://www.repubblica.it/2005/k/sezioni/esteri/iraq71/rainews/rainews.html

ALTRE INFORMAZIONI:
http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=57784

IL VIDEO:
http://www.rainews24.it/ran24/clips/Video\fallujah_Rainews24.wmv

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L'EDITORIALE DI PEACELINK:

http://italy.peacelink.org/editoriale/articles/art_13408.html

L'editoriale contiene immagini non adatte ad un pubblico sensibile e a
minori

Dalle ceneri del Vietnam risorge la tremenda realtà

Siamo andati laggiù per "liberarli" dalle armi chimiche di Saddam.
Quelle non sono mai esistite, ora lo sappiamo. Ci hanno pensato i
"nostri liberatori",a quanto pare, non solo a importarle, ma a
scagliarle contro la popolazione civile...
Della guerra in Vietnam molti registi, ci hanno fatto vedere i loro
film. In ritardo, troppo in ritardo. Dai campi di sterminio nazisti
abbiamo ereditato documentari e processi per crimini di guerra. In
ritardo, sempre troppo in ritardo. L'alibi del "non lo sapevo" ora non
vale più...

Nadia Redoglia

Fonte: Documenti, filmati, foto, dichiarazioni in conferenza stampa
7.11.05 Roma. Servizio Rainews 24 "Fallujah-la strage nascosta".

7 novembre 2005

"Ho sentito io l'ordine di fare attenzione perché veniva usato il
fosforo bianco su Fallujah. Nel gergo militare viene chiamato Willy
Pete. Il fosforo brucia i corpi, addirittura li scioglie". E' questa
la tremenda testimonianza che Jeff Englehart, veterano della guerra in
Iraq, ha reso a Rai News 24. "Ho visto i corpi bruciati di donne e
bambini - ha aggiunto l'ex militare statunitense - il fosforo esplode
e forma una nuvola. Chi si trova nel raggio di 150 metri è spacciato".
.............

L'inchiesta di Rai News 24, "Fallujah: la strage nascosta"dimostra con
dati alla mano,ovvero con testimonianze di militari statunitensi che
hanno combattuto in Iraq, di abitanti di Fallujah, di documenti
filmati e fotografici raccolti nella città irachena durante e dopo i
bombardamenti del novembre 2004, che l'Esercito statunitense ha
utilizzato agenti chimici: il cosiddetto "Fosforo Bianco", una
versione del Napalm, chiamata con il nome MK77. Le immagini dimostrano
il suo impiego contro la popolazione civile, in spregio al divieto
sancito dalle convenzioni O.N.U. del 1980 (non sottoscritte dagli USA)
che proibisce l'uso di queste sostanze incendiarie sui civili. Gli
USA, dal canto loro, nel '97 firmarono invece una convenzione che
vietava l'uso di armi chimiche. Le testimonianze che riportiamo
sollevano atroci dubbi sulla veridicità della convenzione. Salvo che
incendiare corpi con "agenti" chimici piuttosto che "armi"
chimiche...faccia differenza.
Un'altra umiliazione per l'umanità intera, protagonista della fiction
"missione di pace", è venuta a galla. Tutti i cadaveri, prima o dopo
riaffiorano, più o meno decomposti...
Nell'inchiesta di Rai News 24, realizzata da Sigfrido Ranucci e curata
da Maurizio Torrealta, vengono mostrati documenti filmati del
bombardamento al fosforo sui quartieri della città, e quelli molto
drammatici che riprendono gli effetti su militari, su intere famiglie
civili, sui tanti bambini di Fallujah, alcuni dei quali sorpresi nel
sonno (le foto sono veramente terribili.Ma più terribile è che, se
esistono, una foto dimostra solo la tragedia di ciò che già è stato...)

"Avevo raccolto testimonianze sull'uso del fosforo e del Napalm da
alcuni profughi di Fallujah che avrei dovuto incontrare prima di
essere rapita" - ha raccontato la giornalista del Manifesto, Giuliana
Sgrena, a Rai News 24 - "avrei voluto raccontare tutto questo, ma i
miei rapitori non me l'hanno permesso!".
.............

1972. Una manciata di anni fa. Storia che i nostri liceali ora
studiano sui libri, ma molti di noi la ricordano perché vissuta,
altri, molto più drammaticamente, la ricordano perché patita.
Marchiata a fuoco sulla propria pelle. Un'immagine fa il giro del
mondo: Kim Fuk, 9 anni, il corpicino nudo, straziato dal Napalm,
corre, le braccia allargate nel tentativo disperato di fuggire alla
morte. Una morte da napalm, un'infame risposta al perché di una guerra
che nessuno ha vinto. Il napalm fu una "specialità" di quella guerra.
Gli archivi americani hanno vomitato l'effetto di quei micidiali
ordigni. I cameramen militari hanno ripreso tutto, con particolare
attenzione all'effetto slow-motion per meglio documentare
l'operatività delle bombe. Quelle bombe erano lucide, al momento dello
sgancio l'attrito le avvolgeva circondandole di un'aurea blu, subdola,
perché, raggiunto l'obiettivo, scatenavano a terra una tempesta di
fuoco. I piloti sorvolavano a bassa quota boschi, villaggi, guardando
avanti,mentre alle loro spalle tutto bruciava: dai piccoli Kim Fuk
all'ultima delle capanne... Anche la colonna sonora era studiata ad
hoc. Ricordava ai valorosi marines le loro terre californiane. Per
loro, evidentemente, le uniche degne di continuare a esistere: il
Vietnam e il suo popolo che andassero all'inferno: inferno, appunto.

Questi filmati uscirono dagli archivi dopo decenni e, temendo le
reazioni dei pacifisti, ne vennero proiettati solo il 3%. Furono però
sufficienti a scatenare la sensibilità di moltissimi americani. Grazie
anche a loro, le Nazioni Unite nel 1980 sancirono il divieto dell'uso
del gas napalm contro i civili.
Nell'agosto 2003 qualche testata estera cominciò a pubblicare notizie
preoccupanti. The Indipendent - Andrei Buncombe: "...gli USA ammettono
di aver usato il napalm in Iraq..." L'inchiesta era basata su
dichiarazioni di piloti graduati della marina americana. Il Col.
J.Alles, comandante dell'11° Marine Air Group, dichiarò, sempre a
Buncombe "...abbiamo bombardato con il napalm i ponti sul canale
Saddam e sul fiume Tigri, nel sud di Bagdad...purtroppo c'erano delle
persone, li abbiamo visti nei video , erano dei soldati iracheni . Non
è un bel modo di morire. Ma i generali amano il napalm. Ha un effetto
psicologico molto forte..." Il Pentagono negò. Alcuni suoi esponenti
si limitarono a dichiarare che erano operazioni chirurgiche, "a basso
impatto ambientale", eseguite non con il napalm direttamente, ma con
bombe derivate, le cosiddette bombe incendiarie Mark 77. Anche il
"Sidney Morning Herald", il "San Diego Union Tribune" riportano
pesanti testimonianze. John Pike del Global Security Group commenta
"...puoi chiamarlo in un altro modo, ma è sempre napalm. E' stato
riformulato, nel senso che ora utilizzano un differente distillato di
petrolio come base, ma al fondo è sempre quello. Gli USA sono uno dei
pochi paesi che abbiano fatto largo uso di napalm, non ho notizie di
altri che lo facciano..."
Alice Mahon, ex parlamentare laburista, presentò in quell'anno
numerose interpellanze al Ministero della Difesa inglese chiedendo se
fosse vero che gli USA avessero utilizzato armi chimiche. Il Ministero
negò fino al giugno 2005 quando rispose di essere sinceramente
dispiaciuto, che non corrispondeva a verità. Che gli Usa avevano
distrutto nel 2001 il loro arsenale di napalm usato in Vietnam, ma che
dai rapporti dei marines in servizio in Iraq nel 2003, si leggeva che
era stato usato l'MK77. Questa bomba incendiaria, pur non avendo la
stessa composizione del napalm, ha lo stesso effetto distruttivo. Il
Pentagono ha affermato che questi ordigni non vengono generalmente
usati in aree dove sono presenti civili.
La Mahon ha deciso di non ricandidarsi perché si rifiuta di appoggiare
chi si è reso protagonista di crimini di guerra. Quando le viene
chiesto se l'MK77 sia diverso dal napalm, dà una risposta
agghiacciante: "No. Non è per niente diverso. Ha esattamente lo stesso
effetto del napalm, ha solo cambiato nome. Brucia ugualmente i corpi
delle vittime. Addirittura li scioglie. E' una vergogna che gli Stati
Uniti lo usino. E' una vergogna che il nostro Governo li copra"

Riportiamo dunque alcune testimonianze.

Jeff Eglehart (ex marine)

«Ero in Missione a Fallujah. All'interno della ranger zone.Ero a 150
metri da dove si svolgeva l'attacco. Abbiamo ricevuto l'ordine diretto
che qualsiasi individuo che camminava o si muoveva era un obiettivo"
D. "E' vero che avevate ordine di sparare anche a ragazi di dieci anni?"
R. "quando siamo arrivati in Iraq c'era uno standard di combattenti :
dai 18 ai 65 anni , ma quando siamo giunti a Fallujah il target e'
sparito perché effettivamente in città c'erano ragazzi di 10 anni che
usavano il mitra"
D." A suo figlio cosa racconterebbe della battaglia di Fallujah?"
R. ".Che è stato un genocidio, è stato bombardato tutto il
bombardabile. Non è stata una guerra, ma un omicidio di massa" e
ancora "...il fosforo bianco..., quando esplode si disperde come una
nuvola, se colpisce un essere umano lo consuma fino all'osso, ma non
necessariamente brucia i vestiti, perché agisce sulle molecole
acquose. Brucia l'ossigeno e inalandolo, si muore..."
D. "Lei ha visto l'effetto di queste armi?"
R. " Si,ho visto dei corpi bruciati. La differenza tra le altre armi e
il fosforo bianco si vede. Brucia sciogliendo la carne e deformando il
corpo, lo scioglie. Durante i bombardamenti sono stati colpiti sia i
civili che combattenti. Sono stati uccisi donne e bambini. Anche gli
animali. L'effetto di questa nuvola colpisce fino a 150 metri di
diametro e chi è in quel raggio è spacciato"
D. "Alcuni filmati testimoniano violazioni all'interno delle moschee,
di croci dipinte sui muri e sul Corano. Lei sa qualcosa in merito?"
R. "Ho sentito di molti vandalismi da parte di soldati...
D. "E' vero che avete aspettato il risultato delle elezioni , la
conferma della vittoria di Bush, per bombardare Fallujah?
R. "..E' andata esattamente così. Abbiamo avuto direttamente l'ordine
dal Pentagono di non attaccare fino al risultato delle elezioni.
Questo ha fatto innervosire molto i militari
D. "Lei ha partecipato all'attacco nel novembre 2004, quello più
terribile. Sono state usate armi chimiche a Falluja?"
R. "Da parte degli Stati Uniti? Assolutamente si. Sicuramente il
fosforo bianco,probabilmente il napalm, chiamato MK77.
D. "Ne è sicuro?"
R. "Si"
D. "Come fa ad esserne certo?"
R. " Ho sentito per radio l'ordine di fare attenzione perché veniva
usato il fosforo bianco. Nel linguaggio militare viene chiamato Willy
Pete "

Fallujah è ormai una città spettrale, una macchia nera . Un rapporto,
a lungo tenuto segreto, redatto dall'UNAMI,ufficio ONU iracheno, usa
l'aggettivo "scioccante". Le case colpite sono circa 37mila. Gli
americani marchiano con una X rossa le case "ripulite" o
"disinfestate", come scrivono sui loro rapporti. Sui morti non ci sono
ancora cifre ufficiali. il generale dei Marines, J.Sattler il 18
novembre disse " ...posso onestamente dire che non sono a conoscenza
di alcun civile ucciso... "Le immagini girate i giorni seguenti
all'attacco pare lo smentiscano: le vittime furono centinaia. Si
sparava a tutto ciò che si muoveva, compresi i drappi bianchi, simbolo
di resa. Negli ospedali si raccolgono drammatiche testimonianze. Il
dott. M. Hadded accompagnato da una sua equipe è riuscito a entrare in
Fallujah, autorizzato dagli americani. Il suo compito fu quello di
riconoscere e seppellire i morti. Corpi di civili uccisi, massacrati,
consumati fino alle ossa, lembi di pelle staccati dalla carne...Non si
vedevano segni di proiettili. Alcuni volti erano letteralmente fusi,
così come alcune parti del corpo. Solo i vestiti si presentavano
incredibilmente intatti. Fu così che furono riconosciuti i morti
civili. I combattenti indossavano giubbotti da combattimento...
Anche gli animali morti non presentavano apparenti ferite da arma da
fuoco.
Mohamad Tareq Al-Derajl, laureato in biologia, è direttore del centro
studi per i diritti umani, un'organizzazione nata a Fallujah nel 2004.
Mohamad è stato invitato al Parlamento Europeo da alcuni deputati
della sinistra, per raccontare ciò che accadde nella sua città:
"...In un quartiere ci sono stati corpi di persone uccise sicuramente
da armi particolari. Non c'erano proiettili, si sono bruciati solo i
corpi... non i vestiti...è strano! Le ferite erano particolari. Quali
tipi di armi abbiano usato non lo sappiamo esattamente." Alla domanda
"in quale stato avete trovato i morti?" Mohamad ha risposto :"...in
differenti modi, molti sono stati uccisi nel sonno, altri mentre
cucinavano,altri ancora mentre pregavano...Quando siamo entrati a
Fallujah ci hanno detto che i soldati americani avevano dato fuoco a
corpi di iracheni morti per coprire le prove..."
Contrariamente a quanto detto dal dipartimento di Stato americano, il
fosforo non è stato usato in campo aperto per illuminare le truppe
nemiche: per quello sono stati usati i traccianti. La pioggia di fuoco
scaraventata dagli elicotteri americani sulla città di Fallujah
dimostra che l'agente chimico in questione è stato usato in maniera
massiccia e indiscriminata.

Ciò che viene definito omicidio di massa dal marine Jeff Eglehart non
l'abbiamo potuto vedere. Le informazioni che escono da Fallujah,
quelle autentiche, possono costare care a chi le diffonde. I signori
della guerra hanno concesso l'ingresso nella città solo ai giornalisti
embedded. Se questi si attentano a scattare foto "compromettenti"
vengono immediatamente espulsi, come è successo al giornalista
dell'NBC che ha ripreso un marine mentre sparava a un combattente
ferito e disarmato nella moschea.. Oppure, come racconta Paola
Gasparoli (Un ponte per..), il giornalista americano M. Manning che,
dopo aver girato alcune riprese a Fallujah, uscì dall'Iraq, andò in
Giordania, e da qui negli Stati Uniti. Depositò il materiale in una
camera d'albergo. Rientrando si trovò la porta forzata e scoprì che
gli era stato trafugato tutto il filmato su Fallujah. Due giornalisti
di Al Arabya sono stati arrestati dalla polizia irachena lo scorso
marzo. Il loro materiale è stato sequestrato. Il collaboratore di
"Diario" Enzo Baldoni ha perso la vita, proprio a Fallujah. Cominciamo
a intravedere il probabile perché. Giuliana Sgrena del Manifesto stava
realizzando un'inchiesta sui profughi della città e conosciamo tutti
la sua storia. Riportiamo alcune sue frasi
"...avevo ascoltato racconti da parte degli abitanti sull'utilizzo di
armi particolari,tipo napalm,a Baghdad durante la battaglia
dell'aeroporto, nell'aprile del 2003, e poi avevo raccolto, poco prima
di andare a intervistare i profughi della città, testimonianze da
altri abitanti di Fallujah sull'uso di armi al fosforo bianco. In
particolare dalle donne che avevano cercato di rientrare nelle loro
case e avevano trovato delle polveri particolari disperse su tutta la
casa. Gli stessi americani avevano detto loro di pulire la casa con
detergenti,perché quelle polveri erano molto pericolose. Infatti loro
avevano avuto degli effetti sul loro corpo, sanguinamenti, cose molto
strane.Io avrei voluto intervistare queste persone, ma purtroppo i
miei rapitori, che si dicevano appartenere alla resistenza di
Fallujah, mi hanno impedito di raccontare quello che avevo saputo..."

E' estremamente difficile in questi casi, per chi scrive, astenersi da
commenti personali. Noi abbiamo il dovere di informare nel rispetto,
sacro, di chi ha il diritto di conoscere la verità. Siano questi a
valutarla e dunque assumere posizione secondo la propria coscienza.
Proprio per questo ci siamo limitati a riportare, senza commenti,
alcuni brani e alcune foto dell'inchiesta eccezionale realizzata
dall'inviato Sigfrido Ranucci. Grazie al direttore Morrione di
Rainews24 e ai suoi collaboratori riusciamo almeno a seguire la guerra
in diretta, quella vera. Quella che ci nascosero decenni fa e che ci
viene a quanto pare, ancora nascosta. La guerra sanguinaria e
misteriosa, la guerra spacciata per missione di pace, la guerra contro
i terroristi che Bush definisce "qualcuno che uccide gente innocente"
( lo ricorda anche Cindy Sheehan in un' intervista resa a T.
Engelhardt, riportata su "la domenica della non violenza" n.43), la
guerra che gli americani hanno condotto a Fallujah, rimettendo a nuovo
le loro maledette bombe al napalm! Quella guerra che fino ad ora,
millantata per "reality show", si sta invece rivelando la peggior
pagina della storia tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo.

Nadia Redoglia

Note:
vedi il filmato
http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchiesta/default_02112005.asp

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De :Réseau JRCF [mailto:reseau.jrcf @ wanadoo.fr]
Envoyé : vendredi 28 octobre 2005 02:04
À : Réseau JRCF
Objet : SAMEDI 12 NOVEMBRE : GRAND RASSEMBLEMENT EUROPEEN DE
SOLIDARITE AVEC CUBA SOCIALISTE


A diffuser largement et rapidement


Un GRAND RASSEMBLEMENT EUROPEEN DE SOLIDARITE AVEC CUBA SOCIALISTE
aura lieu le SAMEDI 12 NOVEMBRE A SAINT DENIS (au Complexe sportif
Nelson Mandela : 6 rue Francis de Pressensé, RER B station La Plaine
Stade de France).

Au programme : l'intervention de nombreuses personnalités européennes
et cubaines, la projection de vidéos d'interviews réalisées à Cuba, la
participation d'artistes cubains, le tout agrémenté de musique et de
boissons cubaines.

Parlez-en autour de vous, et soyez nombreuses et nombreux à venir
soutenir la Révolution cubaine en général, et les cinq cubains
injustement emprisonnés aux Etats-Unis en particulier.

Ce rassemblement est organisé par la Coordination nationale pour la
défense de la Révolution cubaine et la libération des cinq Cubains
emprisonnés aux Etats-Unis, à l'appel de :

l'ARAC, le Cercle Bolivarien de Paris, le Collectif Alba France, le
Collectif pour Cuba de Grenoble, le Comité Honecker, le Comité
Solidarité Cuba Nord Pas de Calais, Cuba si France, Cuba Linda,
l'Espace Che Guevara, France Amérique Latine, les JRCF, Les amis de
Cuba, France Cuba, Moncada 26 juillet, le Pôle de Renaissance
Communiste en France, Racines cubaines, l'Union des Révolutionnaires
Communistes de France)


Alexis Lacroix

Responsable du réseau JRCF


Pour nous contacter, écrivez à reseau.jrcf @ wanadoo.fr

---

SE RENDRE SUR PLACE:

Complexe sportif Nelson Mandela
6 Rue Francis de Pressensé
93200 Saint-Denis

Par les transports en commun

RER ligne B
(gare La Plaine - Stade de France®)
10 mn du centre de Paris

RER ligne D
(gares Saint-Denis et Stade de France® Saint-Denis)
10 mn du centre de Paris

Métro ligne 13
(stations Porte de Paris, Basilique de Saint-Denis ou Saint-Denis
Université)
20 mn du centre de Paris

Liaisons routières

20 mn du centre de Paris
Routes nationales N°: 1, 14, 186, 214
Autoroutes A1 et A86
Boulevard périphérique: sortie porte de la Chapelle

---

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D'ALEMA: UNA GARANZIA


1)

Italia/Luttwak: "per gli Usa D'Alema fu più affidabile di Berlusconi"

''Nel 1999 il governo di Massimo D'Alema ha combattuto nel Kosovo ed
e' rimasto lealmente al fianco degli americani dal principio fino alla
fine della guerra. Nel 2003 il governo di Silvio Berlusconi non ha
partecipato all'intervento in Iraq. Questa e' l'unica vera differenza
che Washington ha notato fra il centrosinistra ed il centrodestra, sul
piano della strategia militare''. Lo afferma a ''La Stampa'' Edward
Luttwak, Senior fellow del Center for Strategical and International
Studies.

E, riguardo le affermazioni del presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi, secondo cui il capo della Casa Bianca, George Bush,
avrebbe lasciato intendere di non volere il ritorno del centrosinistra
a Palazzo Chigi, Luttwak afferma ancora: ''In generale, per principio,
il governo americano non dichiarerebbe mai di non poter lavorare con
l'opposizione di un Paese democratico, quando andasse al potere
vincendo regolari elezioni''.

''Non lo facciamo -aggiunge l'esperto statunitense- neanche quando gli
oppositori sono i nostri peggiori nemici. Nel caso dell'Italia, poi,
gli Stati Uniti hanno gia' lavorato col centrosinistra, e si sono
trovati meglio che con gli altri governi ostentatamente filoamericani''.

FONTE: http://www.contropiano.org/doc_europa&russia.asp
02.11.05 - Italia/Luttwak: " per gli Usa D'Alema fu più affidabile di
Berlusconi "

NOTA: per una rassegna dettagliata dei crimini commessi nel corso dei
bombardamenti sulla Jugoslavia, ordinati contro la Costituzione e
contro il diritto internazionale da Massimo D'Alema - al quale la
magistratura italiana ha sinora garantito l'impunità - vedi:
https://www.cnj.it/24MARZO99/criminale.htm

2)

A.N.P.I.(ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA)

Con riferimento alle dichiarazioni dell'On. Massimo D'Alema rilasciate
per un libro di Bruno Vespa e anticipate da Panorama, secondo le quali
l'uccisione di Mussolini, avvenuta il 28 aprile 1945 a Giulino
Mezzegra ad opera di un comandante partigiano inviato dal Corpo
Volontari della Libertà, rappresenterebbe "uno di quegli episodi che
possono accadere nella ferocia della guerra civile, ma che non
possiamo considerare accettabili" e che sarebbe stato meglio
sottoporlo a un giudizio come quello di Norimberga, ove furono
processati alcuni dei massimi esponenti nazisti, la Presidenza
nazionale e la Segreteria nazionale dell'Associazione Nazionale
Partigiani d'Italia (A.N.P.I.) esprimono un fermo e motivato dissenso.

L'esecuzione di Mussolini fu un atto di giustizia deliberato ed
eseguito nel corso, se pure alla fine, della guerra di Liberazione
nazionale dagli organi che erano, anche formalmente e
istituzionalmente, i legittimi rappresentanti del Governo italiano
nell'Italia occupata, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia
(C.L.N.A.I.) e il Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà
(C.V.L.), organi dotati di tutti i poteri inerenti allo stato di guerra.

Quell'atto di giustizia era stato motivato per le gravissime
responsabilità, dalla soppressione violenta di ogni libertà, agli
eccidi e stragi di cittadini italiani che a Mussolini, più che a
chiunque altro, erano riferibili come capo del primo fascismo e del
secondo fascismo, quello particolarmente sanguinario di Salò.

L'esecuzione del capo del fascismo era reclamata da tutti gli Italiani
in espiazione delle enormi sofferenze che le sue decisioni e la sua
politica avevano causato al nostro popolo.

E anche di questo sentimento gli organismi responsabili della
Resistenza si fecero interpreti.

Diversa la situazione della Germania, nella quale non vi fu una
Resistenza armata e i capi del nazismo furono catturati dagli Alleati
che organizzarono il processo di Norimberga.

L'osservazione dell'On. D'Alema in merito non tiene conto della realtà
storica.

Roma, 4 novembre 2005

FONTE: Sezioni ANPI Milano: Barona – Giambellino – Lorenteggio – Porta
Genova
per contatti: anpibarona @...