Informazione

TRIESTE, 8 MAGGIO 2004: DUE GRAVISSIMI EPISODI A UNA SETTIMANA DI
DISTANZA DALL'ENTRATA DELLA SLOVENIA NELLA UE
 

Ieri, 8 maggio, nella giornata (primo sabato di maggio) da alcuni anni
dedicata a Trieste alle "vittime delle foibe" [si noti l'abbondanza di
ricorrenze dedicate al medesimo argomento, ndCNJ], due episodi di una
certa gravità si sono susseguiti a poche ore di distanza.

Nella mattinata, nel corso della cerimonia ufficiale presso la
cosiddetta "foiba" di Basovizza (voragine nella quale, da risultanze
storiche e processuali risulta "infoibata", cioè uccisa sbrigativamente
dai partigiani un'unica persona e cioè Mario Fabian, torturatore e
ratrellatore dell'Ispettorato Speciale di PS, riconosciuto in varie
successive testimonianze ufficiali come uno di quelli che usavano
applicare la macchina di tortura elettrica ai "sospetti" che venivano
interrogati), la federazione grigioverde, cioè l'associazione che
comprende varie altre associazioni d'arma, ha posto un cippo con
l'iscrizione che riportiamo di seguito.

"O TU CHE IGNARO PASSI PER QUESTO CARSO FORTE MA BUONO, FERMATI! SOSTA
SU QUESTA GRANDE TOMBA! E' UN CALVARIO CON IL VERTICE SPROFONDATO NELLE
VISCERE DELLA TERRA. QUI, NELLA PRIMAVERA DEL 1945, FU CONSUMATO UN
ORRENDO OLOCAUSTO A GUERRA FINITA! NELL'ABISSO FUMMO PRECIPITATI A
CENTINAIA, CRIVELLATI DAL PIOMBO E STRAZIATI DALLE ROCCE. NESSUNO CI
POTRA' MAI CONTARE. AVIDITA' DI CONQUISTA, ODIO E VENDETTA CONGIURARONO
E INFIERIRONO CONTRO DI NOI. ESSERE ITALIANI ERA LA NOSTRA COLPA. A
GETTARCI NEL BARATRO FURONO TORME DI INVASORI CALATI NELLA NOSTRA TERRA
SOTTO L'INFLUSSO DI UNA MALEFICA STELLA VERMIGLIA. PER VILTA' GLI
UOMINI NON CI HANNO RESO GIUSTIZIA. CE L'HA RESA DIO ACCOGLIENDO I
NOSTRI SPIRITI, PURIFICATI DA TANTO MARTIRIO. O TU CHE, ORA NON PIU'
IGNARO, SCENDERAI DA QUESTO CARSO, RICORDA E RACCONTA LA NOSTRA
TRAGEDIA."
 
Gravissime affermazioni, non solo per le falsità storiche che avallano
e continuano a diffondere, ma anche per il linguaggio al limite del
razzismo, dove i partigiani che liberarono Trieste (tra i quali v'erano
anche moltissimi triestini - anche di etnia italiana) vengono dipinti
come "torme di invasori calati nella nostra terra sotto l'influsso di
una malefica stella vermiglia). Gravissimo il fatto che alla cerimonia
abbiano presenziato anche i due sindaci di lingua slovena dei comuni di
Sgonico e Monrupino (in provincia di Trieste), nonché il senatore
triestino pure di lingua slovena Milos Budin, diessino come un altro
dei presenti, Dino Fonda, i quali sembrano non avere battuto ciglio per
questa operazione che insulta la Resistenza, il popolo sloveno ed i
rapporti di convivenza tra popoli che vivono su questo confine che, in
teoria, da una settimana in qua avrebbe dovuto essere diventato solo un
pro forma.

Ma poco dopo un incidente ancora più grave è avvenuto oltre confine,
sulla strada che porta a Koper: alcuni attivisti di Azione Giovani
(movimento giovanile del partito di governo Alleanza Nazionale) hanno
organizzato una manifestazione (o, più correttamente un blitz) nel
corso della quale hanno esposto alcuni striscioni con i loro simboli e
con la scritta "L'Europa ha un prezzo: rispetto agli italiani" ed un
altro "Requisito nel nome del popolo italiano". Quattro manifestanti
(originari di Vicenza, dei quali non sono stati forniti i nomi), sono
stati arrestati dalla polizia slovena e trattenuti qualche ora, poi
rilasciati, ma denunciati per istigazione all'odio etnico oltre che per
reati minori.

La notizia è stata passata sotto silenzio dalla stampa, che l'ha
relegata in piccoli articoli o addirittura taciuta nei notiziari RAI.
Se è così che la destra di governo intende iniziare i rapporti di
convivenza con uno stato appena entrato nell'Unione europea, d'ora in
poi potremo aspettarci di tutto.
 
Domenica prossima ci sarà a Trieste il raduno degli alpini (300.000
presenze previste!): la citta' sara' bloccata neanche ci fosse
l'ennesimo G8, ma gia' ci siamo trovati imbandierati dappertutto, stile
gran pavese, più o meno in tutte le strade del centro, di tricolori,
già da dieci giorni. Un vero e proprio profluvio di nazionalismo e di
malinteso senso di italianità, che neanche alla fine della Prima Guerra
Mondiale: altro che "Unione Europea 2004"...


A cura della redazione de La Nuova Alabarda
Trieste, 9/5/2004


NOTA del CNJ: sulle posizioni revansciste, nazionaliste ed irredentiste
di certuni leader DS vedi ad esempio:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3187

Da: ICDSM Italia <icdsm-italia@...>
Data: Dom 9 Mag 2004 15:20:00 Europe/Rome
A: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Oggetto: [icdsm-italia] APPELLO: per una rete di traduttori


APPELLO: per una rete di traduttori


Intellettuali ed artisti di molti paesi, tra i quali il maggiore
drammaturgo inglese vivente, Harold Pinter, ed il piu' grande
scrittore di lingua tedesca contemporaneo, Peter Handke,
hanno recentemente diffuso un testo (vedi:
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/68 )
nel quale esortano ad attivarsi per la liberazione di Milosevic,
per lo scioglimento dell'illegittimo "tribunale" dell'Aia, e per una
vera indagine e condanna dei crimini di guerra commessi in
tutti questi anni contro la Jugoslavia ed i suoi abitanti.

La battaglia per la difesa di Milosevic non va sottovalutata.
Essa ha un valore strategico, e non solo etico, in quanto puo'
avere conseguenze importanti per tutte le altre battaglie
internazionaliste del movimento contro la guerra.

Infatti, con il processo-farsa contro Milosevic, le grandi potenze
imperialiste vogliono creare un precedente. Esse vogliono avere
mano libera in futuro nelle loro decisioni sugli assetti del pianeta;
vogliono avere formalmente riconosciuta la facolta' di stabilire
ad arbitrio quali guerre scatenare, contro chi e con quali mezzi;
esse vogliono garantirsi la impunita' su tutti i propri crimini
di guerra, e si arrogano la facolta' di giudicare e condannare -
anche formalmente, non solo mediaticamente - le loro stesse
vittime... condannandole persino al risarcimento dei danni causati
da loro stesse, con le loro guerre imperialiste!

Dopo Milosevic, potrebbe essere la volta di Saddam; e non
illudiamoci: la "guerra preventiva e permanente" non finisce certo
in Iraq. Ma intanto, i crimini di Pancevo (1999) o di Falluja (2004)
chi li dovrebbe giudicare? Il "tribunale" dell'Aia si e' ostinatamente
rifiutato di aprire qualsivoglia procedimento per tutti quei crimini di
guerra, ben documentati, commessi dalla NATO nella primavera del
1999, in spregio alle richieste formali e nonostante tutta la
documentazione pervenuta.

Certo, chi assiste al "dibattimento" dell'Aia assiste al fallimento
totale dell'impianto accusatorio: Carla Del Ponte non riesce a
dimostrare alcuna imputazione, nonostante siano stati convocati
sinora circa 300 "testimoni". Ma le cancellerie occidentali impongono
che il "processo" continui, e che esso abbia l'esito che e' stato
scritto gia' prima dell'inizio della farsa.
Una farsa gestita da una istituzione illegittima,
e nella quale tutti i diritti e le procedure giuridiche standard sono
quotidianamente calpestati.

Anche se i giornalisti hanno evitato di riportare quanto e' successo
finora nelle aule dell'Aia, "coprendo" il processo-farsa con un velo
di censura di fatto, 33mila pagine di verbali testimoniano quanto
sopra.

Il 22 giugno il "dibattimento" dovra' riprendere, con l'inizio della
fase cosiddetta della "autodifesa", dopo alcune settimane di
interruzione seguite alla fine della fase cosiddetta "dell'accusa".
La nuova fase iniziera' con una lunga dichiarazione di Milosevic, il
quale ha chiesto che poi siano chiamati a testimoniare anche molti
responsabili politici occidentali (*), i quali dovranno rispondere delle
loro stesse scelte e delle conseguenze di queste per la
Jugoslavia e per tutti i suoi cittadini.

Dunque, dobbiamo impedire che la storia tragica e vergognosa di
questi anni in Jugoslavia sia scritta esclusivamente sulla base delle
"sentenze giudiziarie" dettate dai servizi di intelligence della NATO.
Per questo, noi possiamo essere di grande aiuto, in effetti.
Sara' sufficiente far circolare i testi di cio' che e' stato e verra'
detto in quell'aula. Ne' piu' ne' meno.
I giornalisti hanno evitato finora di fare cronaca sul "processo",
perche' non conviene ai loro datori di lavoro: percio' dobbiamo
pensarci noi.

E' necessario costituire subito una rete di persone disponibili
a TRADURRE DALL'INGLESE IN LINGUA ITALIANA. Ogni
giorno le pagine di nuovi verbali saranno decine e decine: si
trattera' di selezionarne una parte e di dividerci il lavoro di
traduzione e diffusione dei testi.

Affinche' tutti sappiano, e nessuno possa dire: "Io non sapevo".


ICDSM-ITALIA

Per contatti, per offrirsi volontari nel lavoro di traduzione:
segreteria: tel/fax +39-06-4828957
email: icdsm-italia@...


(*) NOTA IMPORTANTE
Senza mezzi finanziari, la difesa di Milosevic non ha chances.
Tanto per fare un esempio: anche i viaggi, per l'Aia e ritorno,
dei testimoni convocati da Milosevic, andranno finanziati con
i soldi della difesa.
Inoltre, serviranno soldi per pubblicare i testi relativi al "processo-
farsa", poiche' la diffusione via internet ha una presa limitata,
e con il trascorrere del tempo si disperde e si va perduta.
Si valuta che sia indispensabile raccogliere almeno 10mila euro
al mese per far fronte a tutte le necessita' di assistenza legale,
di documentazione e di comunicazione.
La Sezione Italiana dell'ICDSM, ringraziando tutti quelli che
hanno finora contribuito alla campagna di autofinanziamento
(sono gia' state raccolte alcune migliaia di euro), chiede che lo
sforzo in tal senso prosegua, cosi' come sta proseguendo
in tutte le altre realta' nazionali. Si badi bene:
NON ESISTONO ALTRE FONTI DI FINANZIAMENTO.
Una recente legge passata dal Parlamento serbo - che
in linea di principio avrebbe garantito una parziale copertura
delle spese - e' stata subito "congelata" in seguito alle
minacce occidentali. Una qualsivoglia campagna di finanziamento
su basi volontarie a Belgrado e' praticamente irrealizzabile:
a causa delle scelte estremistiche, in senso neoliberista, del regime
instaurato il 5 ottobre 2000 la situazione sociale e' disastrosa, la
disoccupazione dilaga, i salari sono da fame, chi ha i soldi per
mangiare li tiene ben stretti e non rischia certo la galera (o peggio:
vedi le torture in carcere nella primavera 2003, durante la
cosiddetta "Operazione Sciabola") in attivita' politiche o di
solidarieta' a favore di Milosevic, che viene tuttora demonizzato
dai media locali - oramai tutti in mano a societa' occidentali,
soprattutto tedesche - esattamente come da noi. I nuovi ricchi
votano i partiti filo-occidentali e di destra, e preferiscono che
Milosevic marcisca in carcere, insieme alla loro cattiva coscienza.
A tutti deve essere infine chiaro - se ancora ci fosse bisogno di
ripeterlo - che al di la' delle menzogne giornalistiche
NON ESISTE ALCUN "TESORO NASCOSTO" DI MILOSEVIC,
e che il nostro impegno per la sua difesa e' insostituibile oltreche'
indispensabile.


(A cura del coord. tecnico, sulla base delle decisioni prese nel
corso della ultima riunione interna, a Roma il 18 aprile u.s.)


==========================
ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27
00043 Ciampino (Roma)

segreteria: tel/fax +39-06-4828957
email: icdsm-italia@...

Conto Corrente Postale numero 86557006
intestato ad Adolfo Amoroso, ROMA
causale: DIFESA MILOSEVIC

--- Dans alerte_otan@..., "Roland Marounek" a écrit :


http://www.lefigaro.fr/litteraire/20040415.LIT0019.html

Entretien L'écrivain d'origine autrichienne rompt un silence de dix ans


Peter Handke : «On m'a accusé d'être serbophile comme si j'étais nécrophile=
...»


En exclusivité, Peter Handke parle de sa vie en banlieue et dissipe les rum=
eurs qui le
font passer pour un thuriféraire de Slobodan Milosevic, alors qu'il souhait=
e seulement
faire entendre la voix des Serbes. Au moment où va paraître son nouveau rom=
an (La
Perte de l'image, Gallimard), l'écrivain d'origine autrichienne s'exprime p=
our la
première fois après dix ans de silence.

Propos recueillis par Bernard Morlino
[15 avril 2004]


LE FIGARO LITTERAIRE. - Quand avez-vous décidé de vous installer en France =
?

Peter HANDKE. - Je l'ai fait en 1990, je rôde volontiers en banlieue car j'=
aime ses
forêts, ses voies de chemins de fer et ses paysages changeants. En Ile-de-F=
rance, je
peux beaucoup marcher, et cela m'est vital. Avant de découvrir Clamart puis=
Chaville,
j'avais la banlieue en horreur. Il m'a fallu du temps pour comprendre que l=
es grandes
villes détruisent la seule réalité qui m'intéresse: l'infime quotidien des =
anonymes.

A part cela, en quoi la banlieue vous retient-elle ?

J'aime écouter ce que me racontent les gens sans que j'aie à leur demander =
quoi que
ce soit. A force de les côtoyer, ma présence est devenue familière à beauco=
up, ils ont
confiance en moi car je ne cherche pas à leur arracher des confidences comm=
e le font
les reporters de la télévision qui est une voleuse d'intimité. J'ai ainsi g=
lané
d'innombrables témoignages de Russes, d'Espagnols et d'Italiens qui avaient=
fui
Staline, Franco et Mussolini. Aujourd'hui, ils ont déserté la rue quand ce =
n'est pas la
vie...

Vous n'ignorez pas que la presse vous a reproché de ne pas condamner les ma=
ssacres
de Musulmans par les Serbes, à Srebrenica, en 1995 ?

Elle n'a pas fait son travail, car j'ai condamné, à deux reprises, ces mass=
acres dans
Voyage hivernal vers le Danube, la Save, la Morava et la Drina. Je ne sais =
pas
pourquoi, mais on s'en est pris aux Serbes à travers moi. La vérité, c'est =
que peu de
gens ont lu mon récit. Des esprits mal intentionnés ont dit du mal de mon l=
ivre,
comme l'on verse des gouttes de poison dans l'eau pour la rendre imbuvable.=
Mon
livre est un témoignage sur la vie des Serbes pendant la guerre, toutes opi=
nions
politiques mises à part.

En novembre 1991, vous avez signé une pétition contre l'indépendance de la =

Slovénie. Pourquoi avoir longtemps ensuite gardé le silence avant de défend=
re la
Serbie ?

On ne peut pas dire que j'ai pris position pour la Serbie. En 1996, j'en ai=
ramené
seulement ce que j'avais vu pendant un voyage. Je déteste les reportages da=
ns la
presse car on y injecte une dramatisation superflue. En Serbie, je me suis =
vraiment
contenté d'évoquer le paysage hivernal et les gens qui ont froid, sans me m=
êler de
juger, à la façon d'un magistrat.

Où se situe l'injustice selon vous ?

N'oublions pas que le général Radislav Krstic, ancien chef de corps de la D=
rina, a été
condamné à 46 ans de prison pour le massacre de Srebrenica, alors que lors =
de son
procès, on n'a pas évoqué les villages serbes où des massacres ont été perp=
étrés
auparavant par les Musulmans. Pourquoi ne pas tenir compte des tueries dont=
les
Serbes ont été et sont victimes, alors que l'on cite toujours celles contre=
les Croates
et les Musulmans? Avant que la guerre n'éclate, il y avait de nombreux atte=
ntats
contre les Serbes, au Kosovo, mais qui s'y intéressait? C'était apparemment=
hors
actualité. Des hommes cagoulés entraient dans les bars pour mitrailler les =

consommateurs parmi lesquels il y avait aussi des Albanais.

Certains ont ironisé lorsque vous avez quitté l'église catholique. Que sign=
ifiait ce
geste pour vous ?

En mars 1999, l'évêque d'Amiens justifia le bombardement par l'Otan de la s=
orte:
«Quand il y a un feu, un seau ne suffisant pas, il faut envoyer des Canadai=
r.» J'ai
trouvé incroyable dans la bouche d'un prélat, la comparaison des Canadair! =
Personne
ne broncha. Ensuite, le Pape n'a pas hésité à béatifier un cardinal oustach=
i. Les
Oustachis, vous le savez, étaient membres d'un mouvement nationaliste croat=
e.
Soutenus par Hitler, ils infligèrent un génocide à la minorité serbe. Stepi=
nac fut ainsi
responsable avec les nazis de la mort de centaines de milliers de Juifs, de=
Serbes et
de Gitans. Voilà pourquoi j'ai quitté l'église romaine. Pour mes obsèques, =
je ne veux
pas de prêtre catholique, mais un prêtre orthodoxe.

Les 17 et 18 mars 2004, les Albanais musulmans ont tué des Serbes au Kosovo=
où les
affrontements n'avaient plus été aussi meurtriers depuis la fin de la guerr=
e (28 morts,
900 blessés - dont 60 soldats de la Kfor -, et une trentaine d'églises orth=
odoxes
serbes détruites). A quoi servent les soldats de la Kfor (Force de maintien=
de la paix
de l'Otan) censés apporter l'ordre et la paix ?

La mission de l'Otan est un échec total. La guerre contre la Yougoslavie es=
t un crime
presque parfait. Les responsables sont les gouvernants de l'Ouest, et eux n=
e seront
jamais envoyés devant un tribunal. On a dit que les Serbes pratiquaient l'a=
partheid au
Kosovo aux dépens de deux millions d'Albanais. En vérité, il y avait à pein=
e trois cent
mille Serbes. Quand j'allais au Kosovo, lorsqu'il n'y avait pas encore la g=
uerre de
l'Otan contre la Yougoslavie, les Serbes étaient tenus à l'écart. C'est aus=
si de leur
faute, car beaucoup d'entre eux ont vendu leur territoire. Parler d'aparthe=
id, c'est
vraiment le monde à l'envers.

Dès 1995, vous reprochiez aux médias de représenter les Serbes comme les
méchants et les Musulmans comme des gentils. Et, depuis, il y a eu la secon=
de guerre
d'Irak. L'avenir, selon vous ?

Je ne suis pas un prophète. Aujourd'hui, en Yougoslavie, tous les peuples s=
ont
condamnés à ne traverser que des frontières. Avant, c'était magnifique de p=
arcourir
ce pays. A présent, les Serbes ne peuvent plus entrer au Kosovo. L'Europe u=
nie n'a
plus de frontières et dans l'ex-Yougoslavie, il n'y a que ça...

On dit que vous avez été décoré par Slobodan Milosevic, l'ancien président =
serbe. Est-
ce vrai ?

Pas du tout. Je n'ai vu Milosevic que dans une cage vitrée à la télévision,=
qui montrait
le tribunal de La Haye. Comme tout le monde, on m'a accusé d'être serbophil=
e comme
si j'étais nécrophile! En réalité, une amicale de Serbes de Genève m'a déce=
rné une
décoration au nom de la diaspora, c'est tout, mais je ne me voyais pas voya=
ger pour
recevoir une récompense. Cela a pourtant suffi aux journaux pour dire que M=
ilosevic
m'avait épinglé une médaille sur la poitrine.

Vous n'avez jamais été en tête-à-tête avec lui ?

Non, mais je ne m'y opposerais a priori pas. Milosevic est une figure tragi=
que qui ne
pouvait peut-être pas agir autrement. La guerre est devenue inévitable dès =
que
l'Allemagne, l'Autriche, les Etats-Unis et l'Espagne ont ratifié le démembr=
ement de la
Yougoslavie. On a donné à Milosevic le rôle du tyran au lieu de s'intéresse=
r au
président nationaliste croate Tudjman, antisémite notoire, et au président =
de Bosnie-
Herzégovine, Izetbegovic, pur islamiste. Ce dernier condamne non seulement =
le
monde matérialiste mais s'oppose aussi à la mystique de l'islam incarnée pa=
r les
soufis qui veulent soi-disant cultiver leur âme (pour embrigader les autres=
, bien sûr).

Cela vous choque-t-il que l'on surnomme Slobodan Milosevic «l'Hitler des Ba=
lkans» ?

En réalité, Milosevic est bien plus un autocrate qu'un dictateur. Il appliq=
uait un régime
autoritaire mais si l'on s'approche du pouvoir, on s'aperçoit que les soi-d=
isant
démocraties incarnent, en fait, un totalitarisme mou, hypocrite. Dans les a=
nnées 70, il
y avait un espoir en Autriche avec le chancelier socialiste Bruno Kreisky. =
A son
contact, j'ai compris que près du pouvoir tout devient noir. Il n'y a que d=
es clans, des
petites intrigues. Dès que je m'en suis éloigné, j'ai retrouvé une vie simp=
le et
naturelle. Je ne suis pas du tout comme Gabriel Garcia Marquez, qui est un =
écrivain
très attiré par le pouvoir.

Aurait-on pu éviter la guerre en Yougoslavie ?

Sûrement, si François Mitterrand avait dit non au démembrement de la Yougos=
lavie,
ce pays existerait toujours sous l'ancienne forme de République populaire f=
édérative.
Mais il était tellement attaché à l'amitié franco-allemande qu'il s'est ran=
gé du côté de
l'Allemagne. Mitterrand ne connaissait pas la Yougoslavie, pays pourtant al=
ors plein
d'avenir prometteur. L'Europe unie est composée de peuples qui ne se compre=
nnent
pas, et qui même se détestent profondément entre eux. L'histoire du XVIe si=
ècle
semble toujours dans leurs gènes. Dès que l'économie ne joue plus, la zizan=
ie
s'amplifie et l'on débouche sur la catastrophe nationaliste. Au niveau géop=
olitique, la
Yougoslavie est située dans un espace qui ne peut pas avoir une économie au=
tonome.
C'était presque héroïque, pour Tito, de s'associer à Nasser et Nehru pour c=
réer une
voie de neutralité entre le communisme et le capitalisme.

Le fait que la Carinthie, au sud de l'Autriche, soit le fief de Jörg Haider=
vous empêche-
t-il de retourner dans le pays de votre mère ?

Non, j'y retourne. La Carinthie fut le seul pays, sous le IIIe Reich, à con=
naître une
résistance armée. Pendant trois ans, les fils de bûcherons, de cheminots et=
de
fermiers, se sont réfugiés dans la forêt pour former la seule armée clandes=
tine
installée en terre nazie car l'Autriche faisait alors partie de l'Allemagne=
. Les Slovènes,
le peuple de ma mère, ont rendu respectable la Carinthie car leur minorité =
s'est donc
s'opposée à Hitler. A présent, on oublie les partisans qui ont contribué à =
libérer la
Carinthie, en 1945. A ce moment-là, elle était la gloire de l'Europe centra=
le.

Que pensez-vous de Jörg Haider ?

Le gouverneur Jörg Haider a été élu démocratiquement. On ne peut sanctionne=
r ça
comme un crime, même si c'est dégoûtant. Il distribue au peuple l'argent de=
s impôts
en faisant croire qu'il s'agit du sien. Quand je m'amuse à dire: «Si Haider=
vous fait si
peur vous n'avez qu'à lancer les Canadair de l'Otan sur Vienne!», les gens =
ne savent
plus quoi dire. Lorsque j'ai vu l'un des premiers rassemblements du Parti d=
e la liberté
(FPO) à Salzbourg, les vieux nazis sont descendus dans les rues. Il m'a sem=
blé que
toutes les plaques des égouts se soulevaient pour libérer les excréments. C=
omme a
dit mon compatriote Odon von Horvath: «Il n'y a rien qui donne plus la sens=
ation de
l'éternité que la bêtise.» Il suffit pour ça de regarder le visage de Haide=
r, qui est un
vulgaire frimeur.

Votre nouveau livre La Perte de l'image est-il un roman ou un récit à votre=
manière ?

Disons un roman médiéval inspiré par Perceval et Lancelot de Chrétien de Tr=
oyes, et
aussi par Wolfram von Eschenbach. Il faut beaucoup d'énergie pour rouvrir c=
e chemin,
mettre le monde là où l'on veut, car il existe une géographie des rêves. Je=
trouve
moderne cette voie, sans être moi-même avant-gardiste. Comme personne d'aut=
re
fait ça, je me sens seul dans une voie d'une certaine manière rénovatrice. =
Il ne faut
pas confondre utopie avec sentimentalisme, naturalisme et réalisme. J'utili=
se comme
tremplin ce que je connais pour trouver une autre réalité.

«L'ailier gauche est un enfant perdu.» Cette définition de Montherlant conv=
ient-elle à
l'amateur de football que vous êtes ?

Pourquoi pas, d'autant plus que je jouais ailier gauche. Enfant, j'aimais c=
ourir sur les
terrains en Carinthie, là où l'herbe était plus haute car peu d'actions se =
déroulaient
sur les ailes. Par moments, il me semblait jouer dans la savane. Il n'y ava=
it presque
pas de public sur les gradins des tribunes, surtout pas de filles, et moi, =
je voulais tant
qu'elles me regardent...

--- Fin du message transféré ---

1. ATS : Kosovo: la force internationale favorise la prostitution
Source: <alerte_otan@...>

2. AFP : Amnesty accuse l'Otan et l'Onu d'alimenter la prostitution au
Kosovo
Source: <alerte_otan@...>

3. EU Politix : L'incroyable apathie de l'Europe face à la prostitution
au Kosovo
Source: <alerte_otan@...>

4. Bases Otan et esclavage sexuel (MICHEL COLLON)


=== 1 ===

http://www1.bluewin.ch/infos/index.php/international/20040506:bwf053
 
Kosovo: la force internationale favorise la prostitution 
 
LONDRES - La communauté internationale favorise le développement de la
prostitution au Kosovo, selon Amnesty International (AI). Les membres
des forces de maintien de la paix représentent 20 % de la clientèle des
réseaux de prostitution dans la province. 
 
[ats] - Avec l'arrivée de la communauté internationale au Kosovo en
1999, "on a assisté à un développement sans précédent de l'industrie du
sexe basée sur la traite des femmes et des jeunes filles", affirme
l'organisation de défense des droits de l'homme dans un communiqué.
 
Des femmes et des jeunes filles, qui viennent pour la plupart de
Moldavie, d'Ukraine, de Roumanie ou de Bulgarie, sont vendues comme
esclaves par des réseaux de trafiquants. Elles sont battues, violées et
enfermées par ceux qui les ont achetées.
 
Comme des soldats et policiers de la force internationale font partie
de leurs clients, ces femmes ont souvent trop peur pour s'enfuir et les
autorités ne leur apportent aucune aide, relève AI.
 
Selon l'organisation, les membres de la Mission d'administration
intérimaire des Nations unies (MINUK) ou de la Force internationale de
paix (KFOR) n'ont ni protégé ni respecté les droits des victimes des
réseaux de prostitution. Au contraire, ils "profitent de leurs
fonctions pour les exploiter et ne subissent aucune sanction".
 
De janvier 2002 à juillet 2003, 22 à 27 soldats de la KFOR ont été
soupçonnés d'infractions liées à la traite d'êtres humains, selon les
chiffres de la police de la MINUK fournis à Amnesty. Mais cette unité
n'a pas pu donner d'indication sur d'éventuelles mesures disciplinaires
prises contre ces militaires.
 
Ces soldats "jouissent d'une impunité totale tant que leur immunité
n'est pas explicitement levée par le secrétaire général des Nations
unies", accuse AI.


=== 2 ===

http://actu.voila.fr/Depeche/depeche_citoyen_040506172147.35r6m0sn.html

Amnesty accuse l'Otan et l'Onu d'alimenter la prostitution au Kosovo

06/05 19:21  Les soldats de la force de l'Otan au Kosovo (Kfor) et le
personnel de l'Onu contribuent à alimenter l'essor de la prostitution
dans la province de Serbie à majorité albanaise, affirme Amnesty
International dans un rapport rendu public jeudi.
 
A Pristina, la Mission des Nations unies (Minuk) a qualifié ce rapport
de "dépassé et partial", dans un communiqué diffusé jeudi en fin
d'après-midi.
 
Selon l'organisation de défense des droits de l'Homme, "20%" des
clients des réseaux de prostitution au Kosovo sont des soldats de la
Kfor et des policiers de la Minuk, qui contribuent de la sorte à
fournir "une part substantielle des revenus" de l'industrie du sexe.
 
"Des femmes et des jeunes filles sont vendues comme esclaves. Elles
sont menacées, battues, violées et enfermées par ceux qui les ont
achetées. Comme des soldats et des policiers de la force internationale
font partie de leurs clients, elles ont souvent trop peur pour s'enfuir
et les autorités ne leur apportent aucune aide", déplore notamment
Amnesty.
 
Selon Amnesty, les représentants de la communauté internationale
recourent en "nombre significatif" aux services des femmes et jeunes
filles victimes du trafic d'êtres humains dans cette province de Serbie
à majorité albanaise administrée par l'Onu depuis juin 1999.
 
"Il est scandaleux que ceux qui sont appelés à protéger les femmes et
les jeunes filles profitent de leur position pour abuser d'elles
impunément", a déclaré Mme Sian Jones, une chercheuse d'Amensty
internationale, qui a participé à l'élaboration du rapport, lors d'une
conférence de presse à Pristina.
 
"La Minuk (...) trouve ce rapport hautement partial et considère qu'il
ne s'occupe pas correctement de la réelle et tragique situation des
victimes des traites d'êtres humains dans les Balkans", selon le
communiqué de la Minuk.
 
"Le rapport contient de nombreuses généralisations et ne souligne pas
le point essentiel: les gangs de criminels exploitent des gens
vulnérables, alors que les autorités judiciaires au Kosovo s'occupent
de ce problème et enregistrent des succès", indique le communiqué.
 
Le rapport d'AI contient "des informations dépassées (...) présentées
comment actuelles et laissant l'impression que ce problème qui existait
en 2001 est resté au même niveau en 2004", ajoute le communiqué.
 
Depuis l'arrivée de la force de paix de l'Otan au Kosovo en 1999 et la
mise en place d'une administration intérimaire de l'Onu, la province
s'est transformée "en une destination majeure pour le trafic de femmes
et filles forcées à la prostitution", souligne encore l'organisation.
 
Les femmes viennent en majorité de Moldavie, Roumanie, Bulgarie et
Ukraine, via la Serbie, selon Amnesty. Dans le même temps, un nombre
croissant de femmes et filles font l'objet de trafics dans la province
elle-même ou sont envoyées à l'étranger, notamment en Italie, aux
Pays-Bas et en Grande-Bretagne.
 
Pour contrer ce fléau, Amnesty appelle les autorités du Kosovo,
notamment la Kfor, à établir des mesures visant à mettre un terme au
trafic de femmes et réclame que soient traduits en justice les membres
civils et militaires des forces de maintien de la paix.
 
De janvier 2002 à juillet 2003, de 22 à 27 soldats de la Kfor ont été
soupçonnés de tels actes, selon les chiffres de la Minuk fournis à
Amnesty.
 
Le Kosovo est administré par l'Onu depuis 1999 et l'Otan y est chargé
de la sécurité avec à présent quelque 20.000 soldats.
 
Plus de 17.000 soldats de l'Otan en provenance de 38 pays et 3.500
policiers de l'Onu servent dans la province.


=== 3 ===
 
http://www.eupolitix.com/FR/News/200405/a6826cd1-8e7c-415a-ba6b-
29ddbc1f4537.htm
 
L'incroyable apathie de l'Europe face à la prostitution au Kosovo
 
L’organisation de défense des droits de l’homme Amnesty International
exhorte l’UE à accroître son soutien financier et juridique au profit
de la lutte contre le trafic de femmes au Kosovo.
 
Cet appel fait suite à un rapport publié ce jeudi par l’organisation,
dans lequel elle souligne la situation critique des femmes et jeunes
filles entraînées de force dans la prostitution au Kosovo.
 
« Amnesty International appelle l’UE à agir davantage, financièrement
et juridiquement, pour contribuer à la lutte contre la déplorable
pratique du trafic de femmes et de jeunes filles, qui se déroule juste
aux portes de l’UE », a déclaré Dick Oosting, le patron du siège
européen d’Amnesty International.
 
« Les femmes et les jeunes filles sont entraînées dans un trafic en
dehors du Kosovo, vers les pays européens dont l’Italie, les Pays-Bas
et le Royaume-Uni. Il faut agir davantage au niveau européen dans la
prévention de ce trafic, ainsi que dans la protection des victimes,
dont les droits sont fréquemment délaissés par la loi », a-t-il affirmé.
 
Le protectorat sous l’égide des Nations unies au Kosovo est
stratégiquement important pour l’Union européenne, qui voue sa
prochaine phase d’élargissement aux Balkans.
 
Plus de 36 000 soldats issus des pays européens servent dans les forces
de l’OTAN et de l’ONU dans cette province de la Serbie-Monténégro.
C’est d’ailleurs précisément la présence de cette force internationale
que Amnesty pointe du doigt et qu’elle rend responsable de cette hausse
de l’exploitation des femmes.
 
Le rapporte soutient que 20 % des personnes utilisant les services des
femmes et jeunes filles victimes de ce trafic sont des membres de la
communauté internationale et que certains sont même impliqués dans le
trafic en soi.
 
Selon les résultats d’Amnesty, les femmes sont amenées illégalement au
Kosovo en provenance de la Moldavie, de la Roumanie, de la Bulgarie et
de l’Ukraine, la majorité d’entre elles via la Serbie.
 
De même, un nombre sans cesse croissant de femmes et de jeunes filles
de la région, dont certaines n’ont pas plus de 11 ans, sont exploitées
au Kosovo même avant d’être envoyées clandestinement à l’étranger.
 
Sur la base de témoignages poignants de femmes et de filles piégées
dans ces réseaux criminels, Amnesty révèle qu’elles sont vendues dans
l’industrie du sexe à des prix variant entre 50 et 3500 euros.
 
Amnesty exhorte donc l’UE à venir en aide aux gouvernements des pays
concernés afin de s’attaquer aux racines de ce trafic et de mettre en
œuvre de manière appropriée la législation existante relative à la
protection des droits des victimes.
 
La Commission européenne n’a encore donné aucun avis officiel. Quant à
la mission d’administration intérimaire onusienne au Kosovo (la MINUK),
elle a qualifié le rapport de « hautement déséquilibré » car il «
n’aborde pas adéquatement la situation réelle et tragique » à laquelle
font face les victimes.
 
« La MINUK a pris des mesures importantes contre le trafic et la
prostitution au Kosovo ces quatre dernières années », affirme-t-elle
dans une déclaration.
 
Traduction : Frédéric De Bock


=== 4 ===

Bases Otan et esclavage sexuel

MICHEL COLLON

Amnesty International vient de dénoncer "la responsabilité des troupes
occidentales dans la croissance rapide de l'industrie de l'esclavage
sexuel au Kosovo, un commerce florissant par lequel des centaines de
femmes, la plupart mineures, sont torturées, violées, puis
criminalisées."
Environ 2.000 femmes ont été amenées de Moldavie, Ukraine, Russie,
Roumanie par la maffia locale. Même phénomène en Bosnie occupée par
l'Otan depuis 1995.
Vendues jusqu'à 2.000 Livres, ces femmes sont détenues par leurs
propriétaires dans des conditions d'esclavage : violées à titre
d'intimidation, battues, menacées avec des armes à feu, enchaînées,
enfermées dans le noir, interdites de sortie.
De plus en plus de jeunes filles de la région sont également entraînées
dans ce commerce infâme: 80% ont moins de 18 ans, un tiers moins de 14
ans.
Le personnel international jouit de l'immunité: "Amnesty n'a pu trouver
trace d'aucune procédure intentée par des pays de l'Otan contre leurs
militaires". Selon l'organisation, des soldats US, français, allemands,
italiens sont impliqués dans le racket.
Le moment de rappeler cette analyse de l'expert canadien Chossudovsky :
"Au Kosovo, l'Otan a fait un mariage de raison avec la maffia" (cité
dans notre livre Monopoly, L'Otan à la conquête du monde et notre film
Les Damnés du Kosovo - www.lesdamnesdukosovo.chiffonrouge.org)

Les bases militaires US et Otan sont censées apporter la paix et la
démocratie partout dans le monde. En réalité, elles apportent le
pillage des richesses locales par les multinationales. Ainsi que cette
immonde industrie du sexe. Les nouvelles colonies sont en fait des
économies artificielles qui corrompent ces régions.

Source : Ian Traynor, The Guardian, 7 mai 2004