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Data: Mon, 4 Feb 2013 16:07:45 +0100
Da: Ufficio Stampa Anpi Nazionale <ufficiostampa@...>
Rispondi-A:Ufficio Stampa Anpi Nazionale <ufficiostampa@...>
Oggetto: Urgente - dalla Segreteria Nazionale ANPI: petizione stragi nazifasciste online
vi informiamo che da oggi è possibile firmare anche online la petizione dell'ANPI con cui chiediamo verità e giustizia per le vittime delle stragi nazifasciste. Lo si può fare sul nostro sito nazionale:
http://www.anpi.it/una-grande-campagna-dellanpi-per-fare-giustizia-e-verita-sulle-stragi-nazifasciste/
cliccando su "Firma la petizione online"
Vogliamo giustizia e verità sulle stragi nazifasciste: firma la petizione dell'Anpi
Sabato 9 febbraio 2013
ore 17.00
Parma - cinema "Astra" (piazzale Volta)
- conferenza-dibattito dello storico Davide Conti, della Fondazione Basso, sui crimini del fascismo in Jugoslavia
- spettacolo teatrale "Drug Gojko" (Compagno Gojko), monologo dell'attore Pietro Benedetti che racconta la vicenda di Nello Marignoli militare italiano sul fronte greco-albanese e poi, l'indomani dell'8 settembre '43, combattente con la Resistenza jugoslava
evento Facebook: http://www.facebook.com/events/396392367111360/
Testi teatrali di PIETRO BENEDETTI
Consulenza letteraria di ANTONELLO RICCI
Musiche di BEVANO QUARTET E FIORE BENIGNI
Foto di DANIELE VITA
Sabato 9 febbraio 2013, ore 16.00
presentazione del libro di Bruno Maran
- Fatti e misfatti del Regio esercito ai confini orientali -
“per difendere la memoria di chi ha combattuto, di chi ha sofferto”
intervengono
Giovanni Petrina - vicesindaco e assessore Comune di Cadoneghe
Maurizio Angelini - segretario regionale ANPI Veneto
l'autore Bruno Maran - fotografo e saggista
Vuol essere un modo semplice di entrare, con l’approccio più accessibile possibile, nei fatti. Con la voglia di uscirne con le idee più chiare e con l’interesse a continuare l’approfondimento, nonostante gli inevitabili errori o imprecisioni che un lavoro propedeutico contiene.
A poco servono i Giorni del Ricordo, monopolio di odi mai sopiti, di gruppi decisi a non voler dimenticare solo per giustificare la loro esistenza, di ricordi usati più per attaccare che per giustificare.
Non sono certo le calunnie e le falsità, le pietre su cui fondare il senso del Ricordo, che invece deve basarsi sulla Verità anche se scomoda.
Il tempo deve lenire il dolore, non rinfocolare continuamente il passato.
ANPI - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Comitato ANPI Provinciale di Torino
Ente Morale dal 1945
Presidio Antifascista per la Pace, la Democrazia e la verità storica
Invitiamo tutti cittadini, le associazioni e i soggetti politici che condividano i valori della Resistenza e della Costituzione
Esposizione mostra "Fascismo, foibe, esodo"
Musica, vin brulè, the caldo
Difendiamo la memoria contro tutti i neofascismi
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Da: "Curzio Bettio"Data: 04 febbraio 2013 16.13.17 GMT+01.00Oggetto: Curzio invia articolo su bombardamento israeliano sulla SiriaEcco un articolo che illustra bene, sempre a mio parere, l'attuale situazione politico-militare in Siria e una possibile spiegazione dell'attacco aereo di Israele su postazioni siriane, avvenuto la settimana scorsa. Cordialissimi saluti. Curzio
L’attacco aereo israeliano contro la Siria: il disperato tentativo di salvare dal fallimento la guerra “sotto copertura USA-NATO”.
Quando i Sionisti e gli “Jihadisti” si prendono per mano.
di Tony Cartalucci ; Global Research News
(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
Global Research, 31 gennaio 2013
Il 29 gennaio 2013, Israele ha scatenato attacchi aerei contro la Siria, in flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale, e in diretta violazione della sovranità della Siria, sulla base di “sospetti” trasferimenti di armi chimiche.
The Guardian in un suo articolo dal titolo “Israel carries out air strike on Syria,” “Israele compie un raid aereo sulla Siria”, afferma:
“Gli aerei da guerra israeliani hanno attaccato un obiettivo vicino al confine siriano-libanese dopo diversi giorni di avvertimenti sempre più intensi lanciati da funzionari del governo di Israele contro la Siria, a causa di un presunto ammassamento di armi.”
Inoltre, il documento continua:
“Israele ha messo in guardia pubblicamente che ci sarebbe stata un’azione militare per impedire che le armi chimiche del regime siriano cadano nelle mani di Hezbollah in Libano o in quelle di “jihadisti globali”, che combattono all’interno della Siria.
Il servizio di spionaggio militare israeliano afferma di stare controllando ventiquattro ore su ventiquattro la zona via satellite per possibili convogli che trasportano armi.”
In realtà questi “jihaidisti globali” sono di fatto armati e finanziati dagli Stati Uniti, dall’Arabia Saudita e da Israele almeno a partire dal 2007 (by the US, Saudi Arabia, and Israel since at least as early as 2007.)
Inoltre, a tutti gli effetti, sono costoro i diretti beneficiari dell’attuale aggressione da parte di Israele.
I “sospetti” di Israele su “trasferimenti di armi”, ovviamente, restano da confermare, perché lo scopo dell’attacco non era quello di impedire il trasferimento di “armi chimiche” agli Hezbollah in Libano, ma di provocare un conflitto più ampio volto non alla difesa di Israele, ma al salvataggio delle forze terroriste delegate dell’Occidente, che si dibattono in difficoltà all’interno della Siria nel tentativo di sovvertire e rovesciare la nazione siriana.
Il silenzio delle Nazioni Unite è assordante.
Mentre la Turchia ospita apertamente basi di terroristi stranieri, (arming and funding them) armati e finanziati dall’Occidente, dall’Arabia e dal Qatar, pronta cassa, (Saudi, and Qatari cash ) per condurre incursioni nella vicina Siria, qualsiasi attacco siriano sul territorio turco avrebbe come conseguenza immediata la mobilitazione delle Nazioni Unite.
Al contrario, alla Turchia è consentito, per anni, di condurre attacchi aerei (to conduct air strikes) e perfino invasioni di terra del confinante Iraq, seppure parziali (partial ground invasions), per attaccare gruppi di Curdi accusati di minacciare la sicurezza della Turchia.
È chiaro che questo doppio metro di giudizio è da tempo applicato anche in favore di Israele.
Israele, insieme a Stati Uniti & Arabia Saudita, fra gli sponsor più importanti di Al Qaeda.
Va ricordato che nel lontano 2007, veniva ammesso da funzionari degli Stati Uniti, dell’Arabia Saudita e del Libano che erano proprio gli Stati Uniti, Israele e l’Arabia Saudita ad intenzionalmente armare, finanziare, e organizzare questi “jihadisti globali” direttamente vincolati ad Al Qaeda, allo scopo esplicito di rovesciare i governi di Siria ed Iran.
Questo veniva ribadito dal giornalista vincitore del Premio Pulitzer Seymour Hersh nel suo articolo sul New Yorker, “The Redirection,” in cui affermava:
“Per indebolire l’Iran, che è prevalentemente sciita, l’amministrazione Bush ha deciso, in buona sostanza, di riconfigurare le sue priorità in Medio Oriente.
In Libano, l’amministrazione ha collaborato con il governo dell’Arabia Saudita, che è sunnita, in operazioni clandestine che hanno lo scopo di indebolire Hezbollah, l’organizzazione sciita sostenuta dall’Iran.
Inoltre, gli Stati Uniti hanno preso parte ad operazioni segrete dirette contro l’Iran e il suo alleato Siria. Un prodotto collaterale di queste attività è stato il rafforzamento di gruppi estremisti sunniti che sposano una visione militante dell’Islam e sono ostili agli Stati Uniti d’America e sodali con Al Qaeda.”
Di Israele, è specificamente indicato:
“Il cambiamento di politica ha indotto l’Arabia Saudita e Israele in un nuovo abbraccio strategico, soprattutto perché entrambi i paesi vedono l’Iran come una minaccia alla loro esistenza. I due paesi sono stati impegnati in colloqui diretti, e i Sauditi, che credono che una maggiore stabilità in Israele e in Palestina possa rendere l’Iran meno influente nella regione, sono i più convinti nel portare avanti i negoziati arabo-israeliani.”
Per giunta, funzionari sauditi sottolineavano come il loro paese avesse la necessità di esercitare un’attenta azione di equilibrio in modo da non rendere evidente il suo ruolo nel sostenere le ambizioni USA-Israele in tutta la regione:
“I Sauditi affermavano che, secondo il punto di vista del loro paese, ci si assumeva un rischio politico nell’imbarcare gli Stati Uniti nella sfida contro l’Iran: Bandar è già visto nel mondo arabo come troppo vicino all’amministrazione Bush.”
[ N.d.tr.: Bandar bin Sultan è un membro della famiglia reale saudita ed è stato ambasciatore dell’Arabia Saudita negli Stati Uniti dal 1983 al 2005. Nel 2005, è stato nominato Segretario Generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale. Il 19 luglio 2012 ha assunto l’incarico di Direttore generale dell’Agenzia di intelligence dell’Arabia Saudita per volontà diretta del re Abdullah.]
Un ex diplomatico mi interpellava così: “Abbiamo due incubi, che l’Iran acquisisca la bomba atomica e che gli Stati Uniti attacchino l’Iran. Preferisco che siano gli Israeliani a bombardare gli Iraniani, e noi allora potremo condannare gli Israeliani. Se lo fanno gli Stati Uniti d’America, la colpa sarà nostra!”
Può interessare ai lettori sapere che, mentre la Francia invade e occupa vaste aree del Mali in Africa, accusando il Qatar di finanziare e armare gruppi terroristici nella regione collegati ad Al Qaeda (accusing the Qataris of funding and arming Al Qaeda-linked terrorist groups), la Francia, gli Stati Uniti e Israele stanno lavorando in tandem con il Qatar, finanziando e armando questi stessi gruppi in Siria.
In effetti, il centro studi statunitense, la Brookings Institution, ha un suo “Doha Center” con sede proprio in Qatar, mentre il Brookings “Saban Center” di Haim Saban, un cittadino israelo-statunitense, organizza incontri, e molti componenti del suo consiglio di amministrazione sono
anche residenti a Doha, Qatar.
.
Doha è anche servita da sede territoriale per la creazione (as the venue for the creation) della più recente “Coalizione siriana” dell’Occidente, guidata da Moaz al-Khatib, un sostenitore senza alcun imbarazzo di Al Qaeda (an unabashed supporter of Al Qaeda).
Tutti questi sono particolari che dimostrano gli accordi complottistici documentati da Seymour Hersh nel 2007.
Il Wall Street Journal, sempre nel 2007, riferiva sui piani dell’amministrazione degli Stati Uniti di Bush per creare un sodalizio con i Fratelli Musulmani della Siria, e sottolineava come il gruppo fosse l’ideologico ispiratore delle organizzazioni terroristiche collegate con la stessa Al Qaeda. Nell’articolo intitolato “To Check Syria, U.S. Explores Bond With Muslim Brothers” – “Per controllare la Siria, gli Stati Uniti vanno alla ricerca di un collegamento con i Fratelli Musulmani” si legge:
“In un pomeriggio umido di fine maggio, circa 100 sostenitori del più grande gruppo di oppositori siriani in esilio, il Fronte di Salvezza Nazionale, si sono riuniti davanti all’ambasciata di Damasco per protestare contro il governo del presidente siriano Bashar Assad. I partecipanti hanno gridato slogan anti-Assad e innalzato striscioni con su scritto: “Cambiamo il regime adesso!”.
Il Fronte di Salvezza Nazionale riunisce democratici liberali, Curdi, marxisti ed ex funzionari siriani, nel tentativo di trasformare il regime dispotico del presidente Assad.
Ma la protesta di Washington è anche servita da connessione fra una coppia di attori, la peggioassortita - il governo degli Stati Uniti e la Fratellanza Musulmana.”
L’articolo inoltre segnalava:
“Negli ultimi mesi, anche diplomatici e politici statunitensi hanno incontrato legislatori e parlamentari di fazioni collegate con la Fratellanza Musulmana in Giordania, Egitto ed Iraq per ascoltare le loro opinioni sull’attuazione di riforme democratiche in Medio Oriente, come asserito dai funzionari degli Stati Uniti.
Il mese scorso, un’unità del servizio segreto del Dipartimento di Stato ha organizzato una conferenza di esperti sul Medio Oriente per esaminare i pro e i contro di un impegno con la Fratellanza, in particolare in Egitto e in Siria.”
Il documento descrive i legami ideologici e operativi tra la Fratellanza e Al Qaeda:
“Oggi, le relazioni fra la Fratellanza e gli attivisti islamisti, con Al Qaeda in particolare, sono fonte di molte discussioni.
Osama bin Laden e altri leader di Al Qaeda citano le opere dell’ideologo della Fratellanza, Sayyid Qutb (accusato di apostasia e giustiziato in Egitto il 29 agosto 1966 tramite impiccagione), come fonte di ispirazione per la loro crociata contro l’Occidente e i dittatori arabi. Membri del braccio armato della Fratellanza egiziana e siriana hanno continuato ad assumere ruoli di primo piano nel movimento di Mr. bin Laden.”
Eppure, nonostante tutto questo, gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e il Qatar, insieme ad Israele e alla Turchia, stanno apertamente tramando con costoro; per anni hanno continuato ad armare e finanziare questi gruppi terroristici di estremisti decisamente settari, in tutto il mondo arabo, dalla Libia all’Egitto, e ora in Siria e ai suoi confini.
I timori di Israele che questi terroristi arrivino ad impossessarsi di “armi chimiche” sono assurdi. Costoro già se ne erano impossessati nel 2011 in Libia (in Libya in 2011 ) con la complicità degli Stati Uniti, della NATO, della Gran Bretagna, dell’Arabia Saudita, del Qatar e perfino di Israele.
Di fatto, i medesimi terroristi libici sono alla testa dei gruppi di miliziani stranieri (are spearheading the foreign militant groups) che si stanno riversando all’interno della Siria, attraverso il confine turco-siriano.
Quello che l’attacco di Israele può davvero significare
In buona sostanza, la spiegazione di Israele sul perché ha colpito la vicina Siria è debole come non mai, per il timore che armamenti possano cadere nelle mani di terroristi, considerando i suoi documentati rapporti allacciati da lungo tempo con questi “jihaidisti globali” nel finanziarli ed armarli.
Anche i timori di Israele su Hezbollah sono parimenti infondati - Hezbollah, o i Siriani, o gli Iraniani fossero stati interessati a piazzare armi chimiche in Libano, lo avrebbero già fatto, e certamente lo avrebbero fatto utilizzando altri mezzi ben diversi da convogli in piena vista semplicemente “attraversanti il confine”.
Hezbollah. ha già dimostrato di essere in grado di sconfiggere l’aggressore Israele con armi convenzionali, come dimostrato durante l’estate del 2006.
In realtà, la pressione esercitata sulle frontiere della Siria sia da Israele che dal suo partner, la Turchia del primo ministro Recep Tayyip Erdogan, al nord, fa parte di un piano documentato per allentare la pressione sulle milizie che operano all’interno della Siria, armate e finanziate dall’Occidente, da Israele, dall’Arabia Saudita-Qatar.
Il sopracitato centro studi di politica estera degli Stati Uniti, finanziato da Fortune 500 (vedi pagina 19) [Fortune 500-funded (page 19)], la Brookings Institution - che aveva nel suo programma progetti per un cambiamento di regime in Libia, così come in Siria e nell’Iran, (in Libya as well as both Syria and Iran) – ha ribadito questo in modo specifico nel suo rapporto intitolato “Assessing Options for Regime Change. - Valutazione delle opzioni per un cambio di regime.”
[N.d.tr.: Fortune 500 è una lista annuale compilata e pubblicata dalla rivista Fortune che classifica le 500 maggiori imprese societarie statunitensi misurate sulla base del loro fatturato.]
Nell’immagine: Medio Oriente; marzo 2012; Memo # 21 della Brookings Institution “Assessing Options for Regime Change (.pdf), - Valutazione delle opzioni per un cambio di regime”.
“La Siria è intrappolata sull’orlo di un precipizio che si sta sgretolando, e comunque avvenga il crollo, questo comporterà rischi significativi per gli Stati Uniti e per il popolo siriano.
Il brutale regime di Bashar al-Assad sta impiegando le sue forze militari lealiste e criminali settari per schiacciare l’opposizione e riaffermare la sua tirannia.
Anche se Bashar cadesse, la Siria non potrebbe dirsi fuori dei guai: esiste un’alternativa sempre più probabile all’attuale regime, vale a dire una sanguinosa guerra civile del tutto simile ai conflitti a cui noi abbiamo assistito in Libano, Bosnia, Congo, e più di recente in Iraq.
Gli orrori di un tale conflitto potrebbero perfino eccedere la brutale riaffermazione del controllo di Assad, ed espandersi a macchia d’olio ai paesi vicini della Siria – Turchia, Iraq, Giordania, Libano, ed Israele – con risultati disastrosi per loro e per gli interessi usamericani nel Medio Oriente.
Tuttavia, la rivolta in Siria, che ora sta entrando nel suo secondo anno di attività, offre anche alcune rilevanti opportunità, che potrebbero derivare dalla caduta del regime di Bashar al-Assad, la cui famiglia ha governato il paese con pugno di ferro per oltre quarant’anni.
La Siria è il più vecchio e il più importante alleato dell’Iran nel mondo arabo, e il regime iraniano ha puntato doppio su Assad, fornendogli aiuto finanziario e sostegno militare per puntellare il suo regime. L’uscita di scena di Assad potrebbe assestare un duro colpo a Teheran, isolando ulteriormente l’Iran in un’epoca in cui questo paese può vantare pochi amici nella regione e nel mondo.
Per giunta, Damasco è risoluto nel suo atteggiamento ostile nei confronti di Israele, ed inoltre il regime di Assad sta appoggiando da tanto tempo gruppi terroristici, come Hezbollah ed Hamas, e in qualche occasione ha aiutato i terroristi di al-Qaeda ed elementi dell’ex regime in Iraq.
Quindi, il collasso del regime potrebbe procurare significativi vantaggi agli Stati Uniti e ai loro alleati nella regione.
Comunque, spodestare effettivamente Assad non sarà facile. Sebbene l’amministrazione Obama per mesi abbia lanciato appelli perché Assad se ne vada, ogni opzione politica per la sua rimozione si è incrinata, e qualcuno potrebbe anche rendere la situazione ancora peggiore, ad esempio proponendo una ricetta all’inazione.
Tuttavia, fare nulla significa stare a guardare mentre Assad massacra il suo popolo, e la Siria sprofonda nella guerra civile, con il rischio della dissoluzione dello Stato.
Già la violenza è incredibile: dal marzo 2012, nel tentativo di far crollare il regime, almeno 8.000 Siriani sono stati uccisi e migliaia sono stati arrestati e torturati. Nello stesso tempo, la Siria si sta disgregando. L’opposizione siriana rimane divisa e l’Esercito Libero Siriano è più una sigla, che una formazione armata significativa e coesa.
Al-Qaeda sta sollecitando combattenti a gettarsi nella mischia siriana, e sono in aumento uccisioni settarie e atrocità. Dovesse la violenza aumentare di intensità, i paesi vicini della Siria potrebbero accrescere la loro ingerenza, l’instabilità potrebbe espandersi, e paesi come l’Iraq e il Libano già di per sé fragili potrebbero vedersi ulteriormente indeboliti.
Allora, per la protezione degli interessi degli Stati Uniti, Assad non può prevalere.
Ma dal crollo della Siria, dalla sua rovina a causa della guerra civile, potrebbe derivarne un bene come un male.
Per questo, la politica degli Stati Uniti deve muoversi con grande equilibrio, cercando di rimuovere Assad, ma in maniera tale che la Siria rimanga uno Stato integro, in grado di controllare i propri confini e di assicurare l’ordine interno.
Alla fine, in buona sostanza, la rimozione di Assad potrebbe dimostrarsi non tanto realizzabile.”
In questo documento non si fa segreto che l’umanitaria “responsabilità di fornire protezione” per salvare la Siria non è altro che un pretesto per un cambio di regime a lungo pianificato.
Brookings indica come gli sforzi israeliani nel sud della Siria, in combinazione con il dispiegamento da parte della Turchia di grandi quantità di armamenti e truppe lungo il confine a nord, potrebbero contribuire efficacemente a un cambiamento di regime violento in Siria:
“Inoltre, i servizi di intelligence di Israele hanno una forte conoscenza della Siria, così come delle attività all’interno del regime siriano che potrebbero essere utilizzate per sovvertire le basi del potere del regime ed esercitare pressioni per la rimozione di Assad.
Israele potrebbe posizionare forze sopra o vicino le alture del Golan e, in tal modo, potrebbe distrarre forze del regime dall’opera di soppressione dell’opposizione. Questa dislocazione di forze potrebbe suscitare nel regime di Assad timori di un conflitto su più fronti, particolarmente se la Turchia è disposta a fare lo stesso sul suo confine, e se l’opposizione siriana viene alimentata con forniture costanti di armi e di addestramento. Una tale mobilitazione potrebbe forse convincere gli alti gradi militari della Siria a cacciare Assad, con l’obiettivo di salvare se stessi.
I sostenitori di questa strategia reputano che questa pressione addizionale potrebbe far pendere la bilancia contro Assad all’interno della Siria, se altre forze venissero schierate tutte nella stessa direzione in modo opportuno.” - page 6, Assessing Options for Regime Change, Brookings Institution - pagina 6, della “Valutazione delle opzioni per un cambio di regime”, Brookings Institution.
Naturalmente, gli attacchi aerei all’interno della Siria vanno oltre “il posizionamento di forze”, e indicano forse il grado di esasperazione in Occidente, dove sembra abbiano eletto il loro capo canaglia, Israele, per un “intervento” sempre più accentuato con riferimento a un attacco all’Iran, proprio come si era progettato (just as they had planned in regards to attacking Iran) - e documentato da Brookings in un rapporto dal titolo “Which Path to Persia? - Quale percorso verso la Persia?”
Per quanto riguarda l’Iran, in questa relazione di Brookings si afferma specificamente:
“Sembra che Israele abbia già accuratamente pianificato e compiuto esercitazioni per un attacco di questa portata, e la sua forza aerea probabilmente è già dislocata il più vicino possibile all’Iran.
In quanto tale, Israele potrebbe essere in grado di lanciare l’attacco nel giro di settimane o addirittura di giorni, e questo dipende dalle condizioni meteo e di intelligence le più opportune.
In più, dal momento che Israele avrebbe pochissime necessità (o interessi) di garantirsi un appoggio regionale in questa operazione, Gerusalemme probabilmente si dimostra meno disposta ad attendere una provocazione iraniana prima di attaccare.
In breve, Israele potrebbe passare all’azione molto velocemente per dare esecuzione a questa opzione, se entrambe le dirigenze di Israele e degli Stati Uniti si decidessero che ciò avvenga.
Tuttavia, come osservato in precedenza, gli stessi attacchi aerei costituiscono in realtà solo l’inizio di questa politica. D’altra parte, gli Iraniani andrebbero senza dubbio a ricostruire i loro siti nucleari. Probabilmente il loro desiderio sarebbe quello di restituire pan per focaccia ad Israele, e anche potrebbero rivalersi contro gli Stati Uniti, (che potrebbero creare un pretesto per attacchi aerei statunitensi o addirittura un’invasione).”- pagina91, Which Path to Persia?, Brookings Institution.
E da queste affermazioni possiamo intuire e dedurre cosa ci sia nel retroscena, dietro l’attitudine guerrafondaia, altrimenti irrazionale, (otherwise irrational belligerent posture) di Israele nel corso della sua breve storia, così come nel suo più recente atto di aggressione non provocata contro la Siria.
Il ruolo di Israele è quello di recitare la parte del “cattivo”.
Come testa di ponte nella regione per gli interessi del capitale finanziario dell’Occidente, Israele introduce sempre un “piede nella porta” in ognuno dei molti conflitti desiderati fortemente dall’Occidente.
Bombardando la Siria, Israele spera di provocare un conflitto più ampio - un intervento che l’Occidente ha voluto e progettato fin dal momento in cui nel 2011 ha iniziato a soffiare sul fuoco di un conflitto violento in Siria.
Per la Siria e i suoi alleati – l’obiettivo ora deve essere quello di scoraggiare ulteriori aggressioni israeliane e di evitare a tutti i costi l’allargamento del conflitto. Se le forze terroristiche che agiscono per procura della NATO sono così deboli come sembra - incapaci di conquiste sul terreno sia tattiche che strategiche, e in fase di disgregazione a causa dei loro disperati attacchi, è solo una questione di tempo l’arresto subitaneo della campagna della NATO.
Come accennato prima, un tale insuccesso da parte della NATO sarà l’inizio della fine dell’aggressione, e degli interessi occidentali che l’hanno sfruttata come strumento per acquisire egemonia geopolitica.
Per questo è possibile che Israele si impegni in azioni sempre più estreme e disperate per provocare la Siria e l’Iran, visto che i suoi governanti rappresentano direttamente gli interessi del capitalismo straniero delle imprese e della finanza, non gli interessi migliori per il popolo di Israele, (tra cui la pace e perfino la sua sopravvivenza).
Per il popolo di Israele, questo deve rendersi conto che i suoi dirigenti in effetti non lo rappresentano, e nemmeno operano in favore dei suoi interessi, e che gli attuali governanti di Israele sono capaci, anzi entusiasti, di spendere le vite e le fortune dei loro cittadini al servizio degli interessi stranieri delle corporation e della finanza e dell’egemonia globale.
Articoli di riferimento:
Israeli Intelligence: US Israeli led “Covert Wars” on Iran and Syria
Dall’intelligence di Israele: gli Stati Uniti ed Israele hanno condotto “conflitti segreti” contro l’Iran e la Siria.
I conflitti segreti degli Stati Uniti ed Israele esercitano ulteriori pressioni su Iran e Siria, 29 novembre 2011.
Le guerre nascoste che gli Stati Uniti, la NATO, i membri della Lega araba e Israele stanno conducendo contro l’Iran, la Siria ed Hezbollah stanno assumendo ritmi vertiginosi…
US-NATO-Israeli Agenda: Syria to be Subdivided into “Three Weaker States”
L’agenda USA-NATO-Israele: la Siria deve essere smembrata in “tre Stati più deboli”
L’esperto mediologico egiziano Tawfik Okasha, proprietario del canale televisivo dell’opposizione egiziana al-Fara'een, ha accusato il sistema dei media di complicità con i Fratelli Musulmani nel propinare menzogne al popolo egiziano sulla crisi siriana. Egli fa appello a tutti i Siriani liberi…
SAVE SYRIA: Demand An End to US-NATO Supported Sectarian Terrorists
Salviamo la Siria: pretendiamo la fine dell’appoggio ai terroristi settari da parte degli USA-NATO
Cronistoria 1991: Paul Wolfowitz, allora sottosegretario alla Difesa, rivela al generale Wesley Clark dell’Esercito degli Stati Uniti che gli Stati Uniti si sono dati 5-10 anni per “ripulire quei vecchi regimi clienti dell’Unione Sovietica, Siria, Iran, Iraq, prima che la prossima superpotenza arrivi a sfidare ...
NATO Terrorists in Syria Attack Kurdish Minority
I terroristi NATO in Siria aggrediscono la minoranza curda
I media occidentali e i rappresentanti dei governi occidentali, dagli Stati Uniti all’Unione europea nel suo complesso, ancora insistono sul fatto che il bagno di sangue settario in atto in Siria, alimentato dalle armi e dal denaro degli Stati Uniti, della Gran Bretagna, e dall’Unione europea sia una cosiddetta rivolta “pro-democrazia”. Perché …
di Felicity Arbuthnot* | da www.rebelion.org
*Felicity Arbuthnot è una giornalista, profonda conoscitrice della situazione in Iraq. Ha collaborato a numerosi documentari sulle conseguenze della guerra scatenata da Bush, alcuni dei quali insigniti di premi internazionali.
Pensiamo che l'assedio di Leningrado sia stato il più terribile della storia del mondo, una “politica della fame per motivi razziali”, descritta come “parte integrante della politica nazista in Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale”. L'assedio di 872 giorni di durata cominciò l'8 settembre 1941 e venne finalmente spezzato il 27 gennaio 1944. E' stato descritto come “uno degli assedi più lunghi e distruttivi della storia e con il numero di gran lunga più alto di vittime”. Alcuni storici lo definiscono un genocidio. A causa delle difficoltà incontrate nella conservazione dei registri, la quantità esatta delle morti risultanti dalle privazioni causate dal blocco non è certa, e le cifre vanno da 632.000 a 1,5 milioni di persone.
La Siria è sottoposta a sanzioni da parte dell'UE dal 2011, sempre più vessatorie, con il risultato che da maggio 2011, quando vennero imposte restrizioni al presidente Assad, a tutti gli alti funzionari del governo e ai massimi dirigenti dell'apparato di sicurezza e delle forze armate, è quasi impossibile qualsiasi transazione finanziaria. La lista delle restrizioni è sconcertante (1). Nel febbraio 2012 sono stati congelati gli attivi di singoli individui e quelli della Banca Centrale della Siria.
Sono stati proibiti anche i voli commerciali di aerei siriani nell'UE, e il commercio dell'oro, dei metalli preziosi e dei diamanti, di qualsiasi cosa possa essere trasformata in denaro, senza il quale né le persone né i paesi possono comprare le cose essenziali.
Nel luglio del 2012 Syrian Arab Airlines e l'Organizzazione per il Marketing del Cotone di Siria si sono aggiunte alle vittime dell'UE.
Gli USA, naturalmente, erano significativamente in vantaggio, con la Legge di Responsabilizzazione della Siria e la Legge di Sovranità Libanese (2) promulgate il 12 dicembre 2003, l'anno della completa distruzione dell'Iraq diretta dagli USA. Pertanto, il poderoso assedio personale degli USA contro 21 milioni di persone inizia il suo decimo anno.
Lo scorso agosto, come in precedenza nel caso dell'Iraq, l'impossibilità di commerciare ha significato che, come sempre, l'UE con il suo Premio Nobel della Pace e le politiche del presidente degli Stati Uniti insignito del medesimo premio, abbia colpito le persone più vulnerabili in Siria.
Molte compagnie farmaceutiche hanno chiuso provocando una grave scarsità di medicine per gli infermi cronici e le vittime dell'insurrezione, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (3). Prima dell'insurrezione appoggiata da USA, Regno Unito, UE e NATO, la Siria produceva il 90% dei farmaci di cui necessitava.
Così, “... la produzione è stata colpita dai combattimenti, dalla mancanza di materie prime, dall'impatto delle sanzioni e dai maggiori costi del combustibile”. Inoltre, quasi tutti gli impianti farmaceutici erano ubicati in aree di intensi combattimenti, le province di Aleppo, Homs e Damasco, e hanno sofferto “danni sostanziali”. Il risultato è la “scarsezza critica di medicine”, secondo il portavoce dell'OMS Tarik Jasarevic.
“Si ha necessità urgente delle medicine per la tubercolosi, l'epatite, l'ipertensione, il diabete e il cancro, come pure dell'emodialisi per i malati renali”.
I centri sanitari hanno chiuso a causa delle violenze, i danni, o perché sono caduti sotto il controllo dei combattenti spalleggiati dall'Occidente.
“Le installazioni sanitarie che hanno cessato di funzionare si trovano nelle aree più colpite, in cui la necessità urgente di interventi medici e chirurgici è più considerevole”, ha detto Jasarevic.
Il ministero della Salute siriano ha informato che “ha perduto” - rubate o distrutte – duecento ambulanze in alcune settimane tra giugno e l'inizio di agosto del 2012.
Alle banche manca il denaro e la raccolta del grano nel 2012 probabilmente è rovinata per la mancanza di manodopera, secondo le agenzie dell'ONU. Nel dicembre 2012, l'Iran ha inviato della farina in Siria, alleggerendo temporaneamente la crisi del pane. E in Occidente vengono censurate vergognosamente le informazioni sull'enorme assedio a cui è sottoposto anche l'Iran.
Mentre l'Iran inviava farina alla Siria, il ministero della Salute dell'Iran prendeva contatto con l'India con una lista di medicine negate che potrebbero salvare vite nel caso di pazienti in situazioni critiche. Le forniture vitali negate comprendono: “medicine per il cancro al polmone e alla mammella; per tumori cerebrali; per infermità cardiache; per infezioni postoperatorie di trapianto del rene, cuore e pancreas; per meningiti in malati di HIV; per artriti; per bronchiti e problemi respiratori dei neonati e l'epilessia” (4).
E di nuovo entrano in gioco gli artifici: “Sebbene il commercio di medicinali sia esentato dalle sanzioni internazionali imposte dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU e dalle sanzioni unilaterali annunciate dagli USA e dall'UE, le banche occidentali si rifiutano di fare le operazioni”.
Attaccare i malati è azione degna di dementi criminali. Sicuramente non è ancora stata coniata un'espressione per descrivere gli attacchi ai neonati, eccetto quella di Madeleine Albright quando ha fatto riferimento alla morte di mezzo milione di bambini a causa delle sanzioni contro l'Iraq: “...pensiamo che il prezzo valga la pena”. Non è stato un lapsus linguae, ma evidentemente aveva a che vedere con il Nuovo Ordine Mondiale.
La lista parziale delle medicine che non si possono ottenere in Iran dovrebbe essere collocata sul muro della vergogna a Washington e in tutte le capitali dell'UE che hanno ricevuto il Premio Nobel:
“Le medicine negate includono la chemioterapia; medicinali per prevenire infezioni del rene, cuore e pancreas e nel trattamento dell'AIDS. Trattamenti del cancro al colon, cancro del polmone; tumori cancerosi del cervello; medicinali di chemioterapia per il cancro del polmone, delle ovaie e dei testicoli; trattamento del linfoma di Hodgkin”.
E anche: “trattamento del cancro della mammella; una serie di medicinali per la chemioterapia; per patologie del cuore che mettano in pericolo la vita; trattamenti specifici per la meningite; medicine per problemi respiratori dei neonati; trattamenti per attacchi epilettici; trattamento di ampio spettro per infermità cardiache”.
Inoltre:
“Nitroglicerina per angina e infermità dell'arteria coronarica; trattamento per la setticemia e per la meningite batterica; medicine per ridurre il rischio di parto prematuro; trattamenti per bronchite acuta, pneumonia, infezioni delle ossa, infezioni ginecologiche e del tratto urinario”.
Si trova nella lista anche la Nimodipina, che riduce il rischio dopo le emorragie cerebrali. Che fortuna ha avuto la signora Clinton a non essere colpita dal suo coagulo cerebrale in Iran!
Lo scorso mese di ottobre, il Capo della Fondazione per le Infermità Speciali in Iran, Fatemeh Hashemi, ha dichiarato che sei milioni di pazienti corrono potenzialmente rischi per la mancanza delle medicine sanzionate (5). Un olocausto annunciato e accettato praticamente in silenzio dall'assassina “comunità internazionale”.
Anche Mehrnaz Shahabi (6) riassume questa Era del Blocco:
“L'Iran produceva il 97% delle medicine di cui aveva bisogno...La moneta svalutata significa che le materie prime importate per la produzione ora sono molto più care. In molti casi, la materia non si può neppure pagare, in particolare a causa delle sanzioni bancarie, dal momento che la Società di Telecomunicazioni Finanziarie Interbancarie Mondiali (SWIFT), attuando le sanzioni dell'UE, ha impedito l'utilizzo dei suoi servizi di comunicazione elettronica alle istituzioni finanziarie iraniane e alle transazioni dell'Iran”.
Perciò, come in Siria, le medicine fabbricate nel paese sono quasi inesistenti.
In aggiunta: “le medicine più avanzate per salvare vite non si possono fabbricare in modo generico. Si tratta delle medicine per infermità cardiache, problemi polmonari, infermità renali e dialisi, sclerosi multipla, talassemia, emofilia e molti tipi di cancro”.
I cancri in Iran sono aumentati e si predice uno “tsunami di cancri” nel 2015. Poiché l'Iran confina con l'Iraq, e respira la stessa aria, sarebbe ragionevole ritenere che, nel momento in cui si punisce l'Iran per la sua industria nucleare, gli USA e il Regno Unito abbiano una certa responsabilità nell'enorme tragedia sanitaria causata dalle armi all'uranio impoverito impiegate in Iraq.
“Tutte le operazioni chirurgiche di migliaia di pazienti emofilici sono state cancellate a causa della scarsità di coagulanti. Un ragazzo di 15 anni è morto alla fine di ottobre per la mancanza di coagulanti. Il responsabile della Società di Emofilia dell'Iran ha dichiarato: “E' un'evidente presa in ostaggio delle persone più vulnerabili da parte dei paesi che proclamano il loro interessamento per i diritti umani. Anche solo pochi giorni di ritardo possono comportare gravi conseguenze, come emorragie e invalidità”.
Mentre si stava celebrando l'anno nuovo in tutta Europa e nel “Paese della Libertà”, l'Arcivescovo dell'Alta Mesopotamia, Jacques Benand Hindo, inviava un appello urgente alla Presidenza dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO).
Egli ha dichiarato che in una situazione che “presto potrebbe diventare catastrofica”, si stavano chiudendo i canali delle forniture e che “tutta l'attività economica sembra paralizzata, con la conseguenza dell'esaurimento dei beni vitali e di un grande aumento dei prezzi. La mancanza di combustibile impedisce il riscaldamento delle case e porta alla chiusura totale di tutte le attività agricole, proprio quando sta iniziando la stagione della semina. I depositi di grano sono stati saccheggiati ed è stato venduto frumento a commercianti turchi che lo hanno portato in Turchia, sotto lo sguardo di funzionari della dogana turca”.
Come non pensare che la Turchia, alleata della NATO, rappresenti l'equivalente del bombardamento con bengala della raccolta di grano iraniano?
Oltre al grano saccheggiato, l'Arcivescovo ha denunciato la scomparsa graduale di altri prodotti essenziali che comprendono, come in Iraq, il latte per i bambini.
L'Arcivescovo Hindo ha anche lanciato un appello al primo ministro dell'Iraq, Nuri al-Maliki: “Per favore aiutateci con la maggiore rapidità possibile, inviando 600 serbatoi di combustibile, 300 serbatoi di benzina e alcune tonnellate di farina. Le prime vittime sono i bambini. Tutta l'ingiustizia si sente nel corpo, nell'anima e nei bambini”. E' causata dalla punizione draconiana, assassina, illegale e collettiva nei confronti di un popolo e, una volta ancora, ricade sui quelli che devono ancora nascere, gli appena nati e quelli che solo gattonano.
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, Leningrado (oggi San Pietroburgo) fu insignita del titolo di Città Eroica per l'incrollabile valore collettivo, la resistenza e l'inventiva di fronte alle atrocità naziste.
Senza dubbio il mondo deve insignire del titolo di Paese Eroico quelli che dimostrano il medesimo valore contro le nazioni che ripetono le stesse atrocità.
Note
1. http://www.sanctionswiki.org/Syria
2. http://www.bis.doc.gov/licensing/syriaimplementationmay14_04.htm
3. http://www.reuters.com/article/2012/08/07/syria-crisis-health-idUSL6E8J74NZ20120807
4. http://www.indianexpress.com/news/shackled-by-sanctions-iran-sends-india-sos-for-lifesaving-drugs/1054837/
5. http://www.dailystar.com.lb/News/Middle-East/2012/Oct-21/192191-sanctions-affecting-6-million-patients-in-iran-report.ashx#axzz2HZnCUyUS
6. http://www.deliberation.info/sanctions-aganst-iran-a-form-of-genocide
L'originale in
BARI, MERCOLEDÌ 6 FEBBRAIO
Palazzo Ateneo, Facoltà di Lettere
Aula IV, ore 11.00
La questione delle foibe
INTERVENGONO:
Student* In Lotta
Marco Delle Rose, CNR, autore di “Revisione storiografica e uso politico della questione delle foibe” (*)
Andrea Catone (associazione MarxXXI)
***
Aula V, ore 16.30
I crimini fascisti nei Balcani
proiezione del documentario “Fascist Legacy” (Regia Ken Kirby, BBC, 1989
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ore 21:30, presso l’Archivio ’68, in via Orsini 44 a Firenze
Dibattito con lo storico SANDI VOLK
Nel 2007 la questione foibe viene usata con la dichiarazione "xenofoba e razzista" del Presidente della Repubblica Napolitano per affermare un indirizzo strategico che si coniuga con "la patria Italiana". Si vuol far passare l'idea che in Italia non esiste più la contrapposizione fra fascismo e antifascismo e che esiste un'Italia omogenea pronta ad essere legittimata come paese imperialista. La presenza dell'Italia negli scenari di guerra consoliderà questa impostazione.
La storiografia non prezzolata si pone in una posizione diversa sulla nascita e sugli avvenimenti riguardanti le foibe rispetto all'interpretazione fascista, revisionista e imperialista. Così anche noi ci poniamo in una posizione diversa rispetto al "giorno del ricordo" dimostrando che in Italia la partita fra i costruttori di un regime autoritario e chi gli si oppone è ancora aperta e trasformeremo quel giorno in una mobilitazione contro il "giorno della menzogna".
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Saopćenje za javnost
Hina,
Dnevne novine,
Elektronski mediji,
U subotu, 27.10.2012. godine u Zagrebu, održan je Kordinacioni odbor komunističkih i radničkih partija država sa prostora nekadašnje Jugoslavije čiji je dvogodišnji koordinator trenutno Socijalistička radnička partija Hrvatske.
Teme zasjedanja bile su Društveno-ekonomske prilike, konstelacija političkih snaga i pozicija ljevice, a posebno položaj spomenutih partija u pojedinim zemljama, te neka organizaciona pitanja i pitanja daljnjega rada odbora.
Utvrđeno je da je teško ekonomsko i socijalno stanje identično u svim nastalim državama, jer se i proces restauracije kapitalizma, sprovodio po istom scenariju: eliminiranje radničke klase kao vodeće snage društva i njeno obespravljenje, a inaguracija nove tajkunske klase, koja se vazalski stavlja u funkciju svjetskog kapitalističkog poretka, uzurpacija i pljačka društvene imovine, upropaštavanje velikih poslovnih sistema, preuzimanje najvrijednijih industrijskih pogona, banaka i domaćeg tržišta u ruke moćnih korporacija banaka i trgovačkih lanaca iz razvijenog kapitalističkog centra, a čije su posljedice dezartikulacija i dezindustrijalizacija domaćih privreda, dramatičan pad proizvodnje, zaposlenosti i konkurentnosti, sveopće osiromašenje najvećeg dijela naroda i dužničko ropstvo. Privreda ovih prostora koja je nekada međusobno razmjenjivala 50% društvenoga proizvoda, sada je potpuno dezintegrirana i potisnuta od krupnog stranog kapitala.
Izlaz je u socijalizaciji proizvodnje, autentičnim strategijama razvoja na razini svake države i međusobno ekonomsko povezivanje i zajednički nastup na europskim i svjetskim tržištima, nasuprot sadašnjoj neoliberalnoj kolonizaciji i prepuštanja nacionalnog razvoja drugima.
Političku konstelaciju snaga prema ocijeni okupljenih partija čine tobože demokratske stranke, koje artikuliraju interese kapitala i koje se međusobno mijenjaju na vlasti, naravno uz redovnu upotrebu aureola rigidnog nacionalizma, a bez istinskih lijevih snaga, koje su dosada potpuno marginalizirane, ali sada u ubrzanom organiziranju i obnovi.
Partije će nastaviti razmijenjivati svoja iskustva, a slijedeći skup održat će se već u proljeće slijedeće godine.
Zagreb, 29.10.2012. godine U ime kordinacije SRP Hrvatske
predsjednik Ivan Plješa
SOCIJALISTIČKA RADNIČKA PARTIJ
HRVATSKE
Pavla Hatza 16
10000 Zagreb
95 GODINA VELIKE OKTOBARSKE SOCIJALISTIČKE REVOLUCIJE
U susret Velikoj oktobarskoj socijаlističkoj revoluciji, Novа komunističkа pаrtijа Jugoslаvije (NKPJ) i Sаvez komunističke omlаdine Jugoslаvije (SKOJ) održаli su 06. novembrа Svečаnu аkаdemiju u Beogrаdu u prostorijаmа Pаrtije u sаli Novi svet. Nа Akаdemiji je rečeno dа nаšа Pаrtijа kаo jedinа аutentičnа mаrksističko-lenjinističkа snаgа nа nаšim prostorimа poput drugih pаrtijа Međunаrodnog komunističkog pokretа, progresivnih ljudi čitаve plаnete obeležаvа s ponosom ovаj znаčаjаn jubilej, čime ukаzujemo u prvom redu nа аktuelnost i sаvremeni znаčаj tekovinа Crvenog oktobrа. U prigodnom progrаmu pročitаni su referаti o hronologiji zbivаnjа tokom 07. novembrа 1917. u Petrogrаdu (Lenjingrаdu), recitovаne su pesme koje slаve ovаj znаčаjаn prаznik i dostignućа proletаrijаtа čitаvog svetа, а Prvi sekretаr SKOJ-а i izvršni sekretаr Pаrtije drug Aleksаndаr Bаnjаnаc pročitаo je zvanični referаt NKPJ, kаo i rezoluciju Međunаrodnog komunističkog pokretа povodom 95. godišnjice Oktobаrske revolucije. Nа krаju Svečаne аkаdemije Generаlni sekretаr NKPJ drug Bаtrić Mijović uzeo je reč i ukаzаo nа znаčаj Oktobrа, o situаciji u kojoj se nаlаzi nаše društvo dаnаs, o problemimа orgаnizovаne borbe rаdničke klаse i svih izdаjа koje su interesi proletаrijаtа kod nаs doživeli otkаko je instаlirаnа vаrvаrskа kаpitаlističkа vlаst po kontrаrevoluciji u SFRJ, o stаnju u kom se nаlаzi nаšа pаrtijа i svim pritiscimа vlаsti nа jedinu аutentičnu komunističku/mаrksističko-lenjinističku pаrtiju u nаšoj zemlji, kаo i potrebаmа zа što skorijim zbijаnjem redovа i orgаnizаcionim iskorаcimа koji su nаčinjeni u prethodnom periodu. Posebno je drug Generаlni sekretа izrаzio pohvаle upućene skojevcimа i nаjаktuelnijim dogаđаnjimа vezаnim zа rаd nаše orgаnizаcije. Skup je otpočeo i zаvršen intonirаnjem Internаcionаle i Sovjetske himne.
ZVАNIČNI REFERАT NOVE KOMUNISTIČKE PАRTIJE JUGOSLАVIJE POVODOM 95. GODIŠNJICE VELIKE OKTOBАRSKE SOCIJАLISTIČKE REVOLUCIJE
„Mi smo zаpočeli ovаj zаdаtаk. Ali tаčno kаd, zа koliko vremenа, proletаrijаt koje zemlje će zаvršiti ovаj zаdаtаk nije nаjvаžnije pitаnje. Nаjvаžnije je dа smo mi probili led, put je otvoren, put je zаcrtаn.“ V.I. Lenjin
Kаdа su 25. oktobrа (07. novembrа po novom kаlendаru) 1917. godine boljševici uspeli dа zаuzmu Zimski dvorаc u Petrogrаdu, tаdаšnje sedište Prelаzne vlаde Rusije, u svetskoj štаmpi, kаo ni kod nаs, ovа vest nije ni približno onаko jаko odjeknulа kаo što će ovаj dogаđаj odjekivаti u istoriji ljudske civilizаcije. Oktobаrskа revolucijа nije bilа nаprosto prevrаt ili ustаnаk, onа je bilа vesnik i polаznа tаčkа jedne nove istorijske epohe. To je bilа revolucijа u punom smislu, i to prvа socijаlističkа revolucijа kojom po prvi put u istoriji vlаst osvаjа nаjvećа i nаjpotlаčenijа društvenа klаsа, u ovom slučаju proletаrijаt. Time je Oktobаrskа revolucijа bilа i prvа istinski demokrаtskа revolucijа, posle koje većinа dolаzi nа vlаst, а vlаst se uprаvljа interesimа većine. Onа je nаjаvа novog svetа, nаjаvа togа dа nаde i ideali „mаlog čovekа“ o njegovom prаvu nа život dostojаn življenjа nisu iluzije, а dа njegovа neposrednа vlаst, vlаst njegove klаse nije utopijа. U tome leži аktuelnost i relevаntnost Oktobаrske revolucije, kojа će ostаti stаlni oslonаc čovečаnstvu sve dok postoji eksploаtаcijа tuđeg rаdа, potlаčeni i tlаčitelji, oni kojimа se vlаdа i oni koji njimа vlаdaju, dok god postoji eksploatаcijа jedne ili više držаvа nаd jednom ili više držаvа ili društаvа.
Iаko je ovo bilа nаjmirnijа revolucijа u istoriji čovečаnstvа, dаleko od togа dа je sve bilo idilično i ideаlno pre, tokom i po istorijskom momentu koji s prаvom možemo smаtrаti nаjkrupnijim dogаđаjem ne sаmo u burnom 20. veku punom gigаntskih iskorаkа i nаpredovаnjа (аli i nаzаdovаnjа) koje je ljudskа civilizаcijа ostvаrilа, već i mnogo više, jednim od nаjkrupnijih i nаjvаžnijih istorijskih dogаđаjа uopšte. Pucnjimа s krstаrice Aurorа koji su odjeknuli u 21:45 te večeri 25. oktobrа 1917. u Petrogrаdu, i time nаjаvili juriš nа Zimski dvorаc, prethodili su burni i mukotrpni procesi i dogаđаji, kаkvа je bilа i Februаrskа revolucijа u Rusiji koje se odigrаlа iste 1917. godine i kojom je fаktički ukinut cаrizаm koji se krvаvo obrаčunаvаo s borbom rаdnog nаrodа Rusije kojа je kontinuirаno trаjаlа, а još od 1903. godine pod vođstvom Boljševičke pаrtije Lenjinа. Nedugo po Februаrskoj revoluciji Vlаdimir Ilič Lenjin se vrаćа u zemlju iz izgnаnstvа, piše Aprilske teze kojimа zаhtevа predаvаnje „sve vlаsti sovjetimа“ i „zemlje seljаcimа“ čime trаsirа put dogаđаjimа koji više nisu mogli čekаti i nisu se smeli izbeći. Po Oktobаrskoj revoluciji u Rusiji otpočinje krvаvi Grаđаnski rаt u kom su snаge odаne stаrom režimu i predstаvnici eksploаtаtorske klаse Rusije u potpunosti i bogаto podržаni, opremаni i nа rаzne druge nаčine potpomognuti nаjvećim imperijаlističkim silаmа tog vremenа, poput SAD-а, Engleske, Frаncuske i Jаpаnа, а uz direktno učešće u vojnim operаcijаmа Nemаčke, Jаpаnа i još nekih držаvа, pokrenuli oružаnu pobunu protiv mlаde sovjetske vlаsti u kojoj su nа krаju bili pregаženi. Time su ujedno bili ostvаreni svi uslovi zа rаđаnje prve u istoriji držаve rаdnikа i seljаkа - Sаvezа Sovjetskih Socijаlističkih Republikа (SSSR), što će se nаpokon i desiti 1922. godine. Osnivаnje SSSR-а koji je bio motor progresа čovečаnstvа, bаstion neposrednih demokrаtskih društvenih odnosа, hleb hrаnitelj revolucijа i revolucionаrа čitаve plаnete, zemljа kojа je podnelа nаjveću žrtvu i odigrаlа ključnu ulogu u pobedi nаd fаšizmom u Drugom svetskom rаtu, istinski pomаgаč i zаštitnik potlаčenih nаrodа u borbi zа nаcionаlno i klаsno oslobođenje i emаncipаciju, prvа zemljа u kojoj su žene dobile prаvo glаsа i potpunu rodnu rаvnoprаvnost, prvа zemljа u kojoj je rаdnom nаrodu bilo zаkonom regulisаno i gаrаntovаno osmočаsovno rаdno vreme, nаjvećа nаučnа silа u kojoj su nаukа, obrаzovаnje i znаnje imаli kultni stаtus, u mnogim oblаstimа nаjjаčа industrijskа i ekonomskа silа svetа, i još mnogo, mnogo togа, jedаn je od nаjvаžnijih i nаjpotpunijih zаdаtаkа koje je ostvаrilа Velikа oktobаrskа socijаlističkа revolucijа.
Oktobаrskа revolucijа imа višestruk istorijski znаčаj i nikаko se ne može vezаti sаmo zа istoriju Rusije, već s prаvom kаžemo dа pripаdа proletаrijаtu čitаvog svetа. Onа je duboko uzdrmаlа čitаv kаpitаlistički poredаk koji se još tаd nаlаzio u svojoj poslednjoj fаzi – imperijаlizmu. Prаvа i zаhtevi rаdnikа, kаo i uopšte glаs progresivnih ljudi inspirisаnih osvаjаnjem vlаsti od strаne proletаrijаtа u tаdа zаostаloj Rusiji, odjekivаli su i u nаjrаzvijenijim kаpitаlističkim zemljаmа tog dobа. Prаvа kojа i dаnаs rаdnici uživаju u mnogim zemljаmа direktаn su plod ustupаkа koje je eksploаtаtorskа klаsа morаlа dа izvrši prisiljenа strаhom od širenjа proleterskih revolucijа širom svetа. Oktobаrskа revolucijа je do temeljа uzdrmаlа stаri svet koji se od tog šokа nikаdа više neće u celosti oporаviti. To je nаjočiglednije bilo u slučаju аnti-kolonijаlističkih pokretа koji su u istom trenutku buknuli inspirisаni i okurаženi Oktobrom u Rusiji, koji će od tаdа početi dа zаdаju smrtne udаrce kolonijаlizmu. Imperаtiv borbe zа mir i međunаrodnа solidаrnost među progresivnim ljudimа celog svetа dobijаju novi i nikаdа snаžniji vetаr u leđа. Oktobаrskа revolucijа je inspirisаlа mnoge nаučnike, umetnike, stvаraoce iz rаzličitih oblаsti koji su pod utiskom nove nаde koje je Oktobаr doneo čovečаnstvu stvаrаli аvаngаrdnа delа i dostignućа u oblаstimа svog rаdа.
Ipаk glаvnа tekovinа Crvenog oktobrа nа međunаrodnom plаnu je reаlizаcijа istorijskih ciljevа rаdničke klаse, koji ostаju neispunjeni tokom borbe Prve i Druge internаcionаle, herojske Pаriske komune i drugih pokušаjа orgаnizovаne borbe rаdnog nаrodа koji nisu do krаjа reаlizovаli ciljeve koje su nаjpreciznije Mаrks i Engels zаcrtаli u Komunističkom mаnifestu. Trećа, komunističkа internаcionаlа, nаpokon mаterijаlizuje „bаuk komunizmа koji kruži Evropom i svetom“. Neposredno po izbijаnju Oktobаrske revolucije nаstаju komunističke pаrtije širom svetа. Jаčа međunаrodnа solidаrnost proleterа svih zemаljа među kojimа se ostvаruje do tаdа neviđeno jedinstvo formаlizovаno u vidu Treće internаcionаle kojа je plod reаkcije nа izdаju interesа proletаrijаtа od strаne Druge internаcionаle čiji su istаknuti borci i pаrtije mаhom potonuli u socijаl-šovinizmu, аli i još više kаo plod reаkcije nа dominаciju kаpitаlizmа i krupnog kаpitаlа koji je prevаzišаo nаcionаlne grаnice i okvire i postаo internаcionаlni. Uspesi Crvenog oktobrа snаžno su odjeknuli i među nаrodimа Bаlkаnа i rаdnim nаrodom nаše zemlje kojа se nаlаzilа u dubokoj zаostаlosti. Vrlo brzo, već u аprilu 1919. godine u Beogrаdu je održаn kongres ujedinjenjа socijаldemokrаtskih pаrtijа s prostorа Krаljevine Jugoslаvije i osnovаnа je Socijаlističkа rаdničkа pаrtijа Jugoslаvije (komunistа) – SRPJ(k), kojа će nа svom Drugom kongresu iduće 1920. godine promeniti ime u Komunističkа pаrtijа Jugoslаvije. Odmаh po ujedinjenju, t.j. osnivаnju pаrtije donetа je odlukа dа se pristupi Trećoj internаcionаli čime je jаsno formаlizovаnа orijentаcijа kа Crvenom oktobru što je podrаzumevаlo zаhteve zа revolucionаrnom trаnsformаcijom društvenog uređenjа u nаšoj zemlji, t.j. uvođenje diktаture proletаrijаtа, nаj demokrаtskijeg vidа društvenog ustrojstvа, vlаdаvine rаdnih ljudi, ogromne većine u društvu.
Sećаnje nа Oktobаrsku revoluciju dаnаs ne bi trebаlo dа budi setne emocije i nostаlgiju. Aktuelnost Oktobrа je očiglednijа i verovаtno vаžnijа nego pre pobede kontrаrevolucije kojа se dogodilа u nаšoj zemlji. Kontrаrevolucijom otpočinje totаlno posrnuće nаšeg društvа u svim oblаstimа životа, što je rezultаt uvođenja retrogrаdnog, vаrvаrskog kаpitаlističkog sistemа, koji je uzrokovаo krаjnju bedu i siromаštvo zа ogromnu većinu stаnovnikа. Podsetimo sаmo dа su se prvi dekreti usvojeni neposredno po Oktobаrskoj revoluciji odnosili nа konfiskаciju rаčunа privаtnih bаnаkа, nаcionаlizаciju svih bаnаkа, otpis strаnog dugа, prepuštаnje uprаvljаnjа fаbrikаmа rаdničkim sovjetimа, fаktički sаmim rаdnicimа, znаčаjno podizаnje nаdnicа i uvođenje osmočаsovnog rаdnog vremenа pet dаnа u nedelji, dodele zemlje seljаcimа, ogromne crkvene imovine i bogаtstvа nаrodu... Zаr ovi zаhtevi ne zvuče аktuelno i kаo jedino moguće rešenje i nužnost zа izlаz iz bede u kojoj se mi nаlаzimo dаnаs? Povаmpireni kаpitаlizаm je pored svih strаhotа i strаdаnjа koje je doneo nаrodu strаhotа sаm po sebi i sаm zа sebe. To je sistem večite krize i smene krizа. Sаdаšnjа krizа je sаmo jednа u nizu krizа sistemа kojа pokаzuje jаsno dа nigde gde vlаdа kаpitаlističko vаrvаrstvo nemа boljitkа, nemа lepših vremenа nа vidiku, nemа jаsnog rešenjа i idejа koje će u okviru kаpitаlističkog sistemа i svih njegovih vаrijаtetа, аnаhronih ili super postmodernih ostаvariti bolje uslove životа grаđаnimа. Ni Oktobаrsku revoluciju, ni nаšu revoluciju koju je izneo nа svojim plećimа rаdni nаrod tokom Drugog svetskog rаtа, niti neku novu revoluciju, pored orgаnizovаne i disciplinovаne komunističke pаrtije, nije porodilo ništа drugo do protivrečnosti koje su se već nаlаzile u sаmom kаpitаlističkom sistemu. Krizа kаpitаlizmа je otud i svetionik koji bаcа svetlost kа novim rešenjimа zа mučnu sаdаšnjicu i besperspektivnost. Pretvorimo besperspektivnost koje je nаrodu doneo sistem u besperspektivnost ceo sistem! Pretvorimo skoncentrisаnа i centrаlizovаnа sredstvа zа proizvodnju kojа se nаlаze u rukаmа privаtnih vlаsnikа u socijаlizovаnu plаnsku proizvodnju ostvаrenjem socijаlističke vlаsti kojа rаdi u isključivom interesu proizvođаčа društvenog blаgа – rаdnog nаrodа.
Zа tаj cilj je neophodno boriti se, bаš kаo što su to činili Lenjin i boljševici 1917. godine pored svih mukа, progаnjаnjа i zаtvаrаnjа. Moć dobro orgаnizovаnog i borbenog rаdnog nаrodа, koji veruje u sebe zаhvаljujući vlаstitoj klаsnoj, kojа će ujedno postаti i revolucionаrnа osvešćenost, je jаčа od svаke krize, bede i tlаčenjа. Svаko od nаs može i morа dа učini po nešto kаko bismo dočekаli novi Oktobаr, Socijаlistički oktobаr. Jedino socijаlizаm koji je zаsnovаn nа naučnom socijаlizmu, mаrksizmu-lenjinizmu, može ostvаriti uslove zа društveni rаzvitаk koji je u interesu rаdnih ljudi. Sаmo komunisti koji su jezgro revolucionаrnog proletаrijаtа i komunističke pаrtije mogu ostvаriti ove ciljeve usled nаučnog kаrаkterа i shvаtаnjа zаkonitosti društvenih procesа koji jаsno pokаzuju dа nemа progresа, nemа budućnosti u kojoj imа eksploаtаcije i bede. Bedа i progres nikаdа nisu išli rаme uz rаme, а nemа izlаskа iz bede dok god je eksploаtаcije ogromne društvene mаnjine nаd ogromnom društvenom većinom. Čovečаnstvo zаslužuje i zrelo je zа novi Oktobаr. Rаdničkа klаsа, posebno mlаdi ljudi zаslužuju budućnost kаkve se kаpitаlisti/imperijаlisti nаjviše plаše – socijаlističku/komunističku budućnost. Preduslov zа nju je novi Crveni oktobаr zа koji se borbа nаstаvljа. Zаto drugаrice i drugovi nаpred, zа novi Oktobаr, zа nove pobede!
Nekа je večnа slаvа Velikoj oktobаrskoj socijаlističkoj revoluciji!
Dа živi borbа rаdnog nаrodа koji će trijumfovаti i u XXI veku kаo što je i u Oktobru sedаmnаeste!
Zа budućnost socijаlizmа/komunizmа!
SAOPĆENJE ZA JAVNOST
U subotu 15. prosinca 2012. godine u Zagrebu, održana je Izborno – izvještajna Skupština Socijalističke radničke partije Hrvatske ( SRP ) na kojoj su izabrana nova tijela partije i donesene smjernice za rad u narednom mandatnom razdoblju.
Za novog predsjednika SRP-a izabran je dipl. ing,Vladimir Kapuralin iz Pule, za zamjenika Vlado Bušić iz Požege i za političkog tajnika Franjo Golenko iz Samobora.
Kao što stoji u smjernicama, SRP pun smisao svoga djelovanja vidi u eksplicitnoj borbi protiv kapitalizma a za socijalizam 21. stoljeća i profilira se kao partija komunista i svih istinskih boraca za socijalizam, što će sve biti potvrđeno u izmjenama i dopunama Programa i Statuta SRP-a u proljeće 2013. godine.
U Zagrebu 17. prosinac 2013. godine
Dosadašnji predsjednik SRP-a
Ivan Plješa v.r.
Upućeno:
- HINA,
- Jutarnji list
- Večernji list
- Novi List
- Slobodna Dalmacija
- Novosti
- Glas Istre
- portali
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Oggetto: Il senso della vittoria sovietica a Stalingrado 2 febbraio 1943
Data: 29 gennaio 2013 15.41.02 GMT+01.00
70o Anniversario della vittoria sovietica di Stalingrado, 2 febbraio 1943
Il significato della vittoria sovietica di Stalingrado
di Annie Lacroix-Riz, professore emerito, Università Parigi 7
da: “Histoire” histoire@...
23 gennaio 2013
Documento diffuso da Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia
(Traduzione ed elaborazione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
Cari amici,
L’importanza storica e civile della battaglia e della vittoria sovietica a Stalingrado mi induce ad invitarvi
alla partecipazione alla cerimonia organizzata per sabato 2 febbraio nei pressi della stazione metropolitana Stalingrado di Parigi: vedi invito allegato.
alla riflessione sul significato di Stalingrado, che ho analizzato in un mio documento scritto per la rivista “La nouvelle presse”, anche questo in allegato.
Colgo l’occasione per annunciare la prossima pubblicazione di un eccellente libro di Geoffrey Roberts , di cui sollecito la traduzione (vedere l’articolo “Geoffrey Roberts, Stalin’s Wars, From World War to Cold War, 1939-1953 – le guerre di Stalin, dalla guerra mondiale alla guerra fredda, 1939-1953: un caso editoriale” 2007, sul sito www.historiographie.info), presso le edizioni Delga (io scriverò la prefazione).
Questa opera figura nella breve bibliografia che propongo in nota al documento che segue, congiuntamente ad un altro lavoro di Roberts, “Stalin’s general: the life of Georgy Zhukov – Il generale di Stalin: la vita di Georgy Zhukov”. Londra, Icon Books, 2012.
Cari saluti, e i migliori auguri per il 2013.
Annie Lacroix-Riz
Onore e gratitudine eterna dal popolo francese agli eroici combattenti di Stalingrado
Il generale de Gaulle e i Francesi hanno riconosciuto il ruolo fondamentale dell’Unione Sovietica nella vittoria sull’hitlerismo.
Laddove, dalla scuola ai mezzi di comunicazione, per non parlare delle dichiarazioni del “Parlamento europeo”, la propaganda attuale non perde occasione di amalgamare l’Unione Sovietica al Terzo Reich, i veri democratici serbano nel loro cuore i combattenti di Stalingrado, Kursk e Leningrado, che, a costo di sacrifici inauditi, hanno stroncato la macchina da guerra nazista e hanno permesso la controffensiva generale dell’Armata Rossa e la presa di Berlino, mentre in Occidente finalmente si apriva il secondo fronte contro la Bestia immonda hitleriana.
Durante la Seconda guerra mondiale, l’imperativo della Storia ha condotto alla “bella e buona alleanza” tra l’URSS e la Francia combattente, basata sulla cooperazione tra popoli liberi, uguali e fraterni, cooperazione sempre di attualità a livello europeo e mondiale.
Il generale de Gaulle ne dava illustrazione al suo arrivo a Mosca, il 20 giugno 1966, in risposta al presidente Podgorny, ed evocava la grande Russia che aveva visto nel 1944: “ tutta protesa nello spirito guerriero che aveva garantito la sua vittoria e, in una misura determinante anche quella della Francia e dei suoi alleati”, quindi al ricevimento al Cremlino, sottolineando il sentimento di solidarietà e di gratitudine dei Francesi, egli ritornava sul “ruolo capitale svolto dall’Unione Sovietica, decisivo per la vittoria”, che, ribadiva il 30 giugno, aveva permesso all’URSS di adire “ai più alti livelli di potenza e di gloria”.
In questa occasione veniva sottoscritta una dichiarazione bilaterale che forniva un notevole impulso ad una cooperazione multiforme.
Qualunque cosa si pensi dell’URSS e della sua storia – e dal nostro punto di vista si impone la raccomandazione di escludere nei numerosi dibattiti ogni forma di intolleranza e di ridicolizzazione - nessuno può negare che la battaglia di Stalingrado si inquadri nella Storia allo stesso livello di quella di Maratona, dove le giovani democrazie greche hanno bloccato l’Impero persiano, o di quella di Valmy, dove l’esercito popolare della Rivoluzione francese respingeva gli invasori dell’Europa contro-rivoluzionaria.
Il 2 febbraio 2008, a Parigi, abbiamo commemorato il 65° anniversario della vittoria di Stalingrado, quando il vertice dell’ignominia veniva raggiunto dai governi filo-fascisti dei Paesi Baltici che, sotto l’egida dell’Unione europea, innalzavano monumenti alla gloria delle SS.
La nostra solidarietà andava alla risposta potente e legittima che si è manifestata in Russia e nei paesi della Comunità degli Stati Indipendenti nel difendere l’onore e l’eroismo dei combattenti che hanno sacrificato la loro vita per la libertà.
Nel momento in cui l’Unione europea, arrogantemente pilotata da Berlino, schiaccia i popoli, la loro sovranità nazionale e le loro conquiste sociali, nel momento in cui i dirigenti del sindacato padronale francese Medef esigono pubblicamente un “cambio di direzione” per liquidare meglio le conquiste nello stato sociale, nel momento in cui i popoli si contrappongono sempre più alle guerre imperialiste e contro la dittatura dei mercati finanziari e del loro braccio armato, la NATO, che minaccia la Russia e gli Stati della Federazione russa CSI con la messa in campo di un sistema missilistico degli Stati Uniti, nel momento in cui la criminalizzazione del comunismo nell’Europa dell’Est solleva una caccia alle streghe liberticida e prepara la vendetta postuma del fascismo,
i firmatari di questo appello, rappresentanti di sensibilità politiche distinte, esortano il popolo di Francia:
a proseguire la lotta degli eroi di Stalingrado e della Resistenza antifascista e patriottica nella difesa dell’indipendenza nazionale, della democrazia e delle conquiste sociali, per impedire ad un nuovo Reich euro-atlantico di distruggere le libertà e di assumere l’eredità di Hitler sotto le vesti straccione di una pseudo democrazia;
a combattere tutte le forme di razzismo e xenofobia di Stato;
a condannare l’anticomunismo, a non farsi confondere dalle argomentazioni contraddittorie e capziose sui risultati del primo esperimento socialista nella storia, prima di tutto utilizzate come arma ideologica dall’oligarchia capitalista per eliminare l’insieme delle conquiste democratiche del nostro popolo e di tutti i popoli;
ad esigere che il servizio pubblico radio-televisivo francese dedichi trasmissioni e programmi sull’Armata Rossa e sull’anno 1943 splendido delle sue vittorie a Stalingrado, Kursk, al lancio dell’offensiva finale su Berlino, alla cooperazione del generale de Gaulle con l’URSS con la più preziosa delle sue manifestazioni, la formazione del reggimento Normandie-Niemen (*), e alla partecipazione sovietica alla lotta partigiana guidata dal minatore ucraino Vasil Porik (**), dal 1942 al 1944, nelle miniere e nei quartieri operai del Nord-Pas-de-Calais , lotte che hanno visto il loro inizio con il Grande Sciopero Patriottico del maggio-giugno 1941.
Nel rispetto delle loro convinzioni, le personalità firmatarie lanciano la manifestazione del 2 febbraio 2013, Piazza della Battaglia di Stalingrado, a Parigi.
Si tratta di un’esigenza proiettata verso il futuro quella di celebrare il 70° anniversario della vittoria di Stalingrado, nell’unione di tutte le forze patriottiche, repubblicane ed antifasciste, per esprimere gratitudine eterna ai combattenti dell’Armata Rossa in questa città martire in cui si è giocato il destino dell’umanità.
Per moltiplicare le iniziative su questo tema in altre località, nella settimana che precede questo anniversario, i firmatari della presente dichiarazione lanciano un appello ai lavoratori, alle donne e agli uomini, ai giovani difensori della pace, del progresso e dell’indipendenza nazionale, a tutti coloro che sono risoluti a contribuire alla sconfitta del fascismo, del razzismo, della xenofobia di Stato e dell’imperialismo, di mobilitarsi perché questo appello echeggi alto nella capitale della Francia, e abbia la massima risonanza il Raduno nazionale con la presenza di delegazioni estere, che avverrà sabato, 2 febbraio 2013, alle ore 15 presso Piazza della Battaglia di Stalingrado (stazione métro Stalingrad), con dichiarazioni e deposizione di fiori al monumento degli eroi di Stalingrado.
Coordinatore : Pierre Pranchère, ex partigiano resistente, deputato ad honorem, 2 Puy Salmont 19800 Saint-Priest-de-Gimel, e-mail: Pierre.pranchere@... – tel : 05 55 21 35 55
Per dare la vostra adesione, sottoscrivete a Jany Sanfelieu (jany.sanfelieu@...), indicando: nome – cognome / condizione sociale / indirizzo/ e-mail – tel.
[Note del traduttore:
(*)
Lo Yakovlev Yak-9 era un caccia monomotore ad ala bassa progettato e sviluppato in Unione Sovietica negli anni quaranta. Impiegato dall’Aeronautica militare dell’Unione Sovietica, venne utilizzato in azioni belliche nella Seconda guerra mondiale, a partire dalla seconda metà del 1943.
I piloti che lo pilotarono considerarono le sue prestazioni al livello di quelle del Messerschmitt Bf 109G e del Focke-Wulf Fw 190A-3/A-4, da poco introdotti sul fronte orientale.
Fu il caccia sovietico costruito in maggior quantità nella storia. Ne vennero prodotti 16 769 esemplari (14 579 durante la guerra).
Restò in produzione dal 1942 al 1948. Era in grado di superare in combattimento il Messerschmitt Bf 109G, con il quale si scontrò nei cieli di Stalingrado e di fronteggiare ad armi pari i Focke-Wulf Fw 190 dei modelli più recenti.
Fu anche il primo aereo sovietico a riportare una vittoria contro gli aerei a reazione Messerschmitt Me 262.
I primi Yak-9 entrarono in azione nella Battaglia di Stalingrado, nell’ottobre del 1942, dando subito filo da torcere ai caccia tedeschi. In seguito i caccia sovietici, spesso chiamati gli “Spitfire sovietici” per il loro tipo di motore raffreddato a liquido e le eccellenti prestazioni a quote medio-basse, si fecero valere sempre di più, ottenendo una complessiva superiorità aerea negli ultimi due anni della guerra.
Il loro ruolo comprendeva anche l’attacco anticarro, il bombardamento tattico, la scorta strategica e tattica ai bombardieri. Nell’ultimo anno di guerra entrò in linea lo Yak-9U, capace, sotto i 7 000 metri, di surclassare qualunque caccia tedesco.
Il reggimento Normandie-Niemen, formato da volontari francesi che combatterono nel fronte russo, ottenne con tutti i tipi di caccia Yakovlev, ma soprattutto con gli Yak-9, 273 vittorie aeree (un risultato impressionante per un singolo gruppo che equivalse le gesta delle “Tigri volanti” in Cina).
(**)
Porik, Vasilii Vasil’evich
Nato il 17 febbraio 1920, nel villaggio di Solomirke, ora villaggio di Porik, Khmel’nik Raion, Vinnitsa Oblast, è morto fucilato il 22 luglio 1944, ad Arras, ed è sepolto nella città di Hénin-Lietard, Francia.
Membro del Partito comunista e tenente nell’esercito sovietico (1941), partecipa attivamente al movimento di resistenza in Francia nella Seconda guerra mondiale. Eroe dell’Unione Sovietica.
Nel luglio del 1941 la sua unità di fanteria veniva circondata da truppe germaniche, e Porik, fatto prigioniero, veniva inviato a lavorare nelle miniere di carbone in Francia.
Dopo la fuga dal campo di concentramento di Beaumont, organizzava una formazione partigiana, che dal luglio 1943 combatteva contro le forze di occupazione fasciste nel nord della Francia.
Nel 1944, Porik divenne membro del Comitato Centrale dei prigionieri sovietici.
Ferito in combattimento, venne catturato e incarcerato nella città di Arras nella prigione di San Nicasio, dalla quale evadeva con una rocambolesca fuga, per poi continuare la lotta partigiana con altri prigionieri sovietici. Porik divenne vittima di un’imboscata da parte delle SS; resistette alle torture non denunciando i suoi compagni di lotta, e, a soli 24 anni, venne fucilato.]
b) Il significato della vittoria sovietica di Stalingrado
di Annie Lacroix-Riz, professore emerito, Università Parigi 7
La capitolazione dell’esercito di von Paulus a Stalingrado, il 2 febbraio 1943, per l’opinione pubblica mondiale segnava una svolta militare decisiva, comunque conseguenza di eventi precedenti. Questa vittoria trova la sua origine nella preparazione dell’URSS ad affrontare la guerra scatenata dalla Germania giudicata come inevitabile: l’ultimo addetto militare francese nell’URSS, il generale Palasse stimava i preparativi dei Sovietici nel loro giusto valore.
Contro il suo ministero (della Guerra), ostinato nello sbarrare la strada ad una alleanza franco-sovietica e ad una triplice alleanza (Mosca, Parigi, Londra), che avrebbero costretto il Reich ad una guerra su due fronti, questo attento osservatore dell’economia di guerra sovietica, dell’Armata Rossa e dello stato d’animo della popolazione, affermava nel 1938 che l’Unione Sovietica, dotata di una “incrollabile fiducia nella sua forza difensiva” avrebbe inflitto una severa sconfitta a qualsiasi aggressore.
Le battute d’arresto giapponesi durante gli scontri al confine URSS-Cina-Corea nel 1938-1939 (nei quali il generale Žukov si metteva già in evidenza) confermarono Palasse nella sua opinione: così si spiegava perché Tokyo prudentemente firmasse a Mosca, il 13 aprile 1941, un “patto di neutralità” che risparmiava all’URSS di impegnarsi in un conflitto su due fronti.
[N.d.tr.: Nel 1938 Žukov fu spedito in Estremo Oriente, al comando del Primo Gruppo d’Armate Sovietiche in Mongolia per organizzare e comandare la guerra di frontiera contro i Giapponesi, impegnati nella zona con l’Armata Kwantung.
Dopo un periodo di scontri di frontiera combattuti senza che venisse dichiarata la guerra, le scaramucce si estesero in un conflitto vero e proprio, con l’impiego da parte dei Giapponesi di circa 80.000 uomini, 180 carri armati e 450 aerei.
Punto di svolta del conflitto fu la Battaglia di Khalkhin Gol.
Žukov, dopo aver ottenuto rinforzi, il 15 agosto 1939 passò all’offensiva, ordinando quello che a prima vista sembrò un convenzionale attacco frontale. Invece di lanciare tutte le sue forze all’assalto, tenne di riserva due brigate di carri armati, che successivamente riuscirono ad accerchiare le forze nemiche avanzando ai lati dello scontro principale. L’intera Sesta Armata giapponese, circondata e senza più rifornimenti, catturati anch’essi dalle forze corazzate sovietiche, si vide costretta ad arrendersi dopo pochi giorni.
Per questa operazione Žukov ottenne il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.
Questa battaglia rimase poco conosciuta al di fuori dell’Unione Sovietica, visto che il 1 settembre seguente iniziava in Europa la Seconda guerra mondiale. Anche l’uso innovativo dei carri armati non venne studiato in Occidente, lasciando il campo libero alla “Guerra Lampo” tedesca, utilizzata con il massimo dell’effetto sorpresa contro Polonia e Francia.]
Dopo l’attacco tedesco del 22 giugno 1941, il primo punto di svolta militare della guerra fu la fine immediata della Blitzkrieg (Guerra Lampo).
Il generale Paul Doyen, delegato di Vichy presso la Commissione di armistizio, illustrava questa situazione anche al maresciallo Pétain, il 16 luglio 1941: “Se il Terzo Reich sta conseguendo in Russia un certo successo strategico, tuttavia la piega presa dalle operazioni non corrisponde all’idea che si erano fatta i dirigenti di questa strategia. Costoro non si aspettavano una resistenza tanto accanita da parte del soldato russo, un fanatismo pieno di passione della popolazione, una guerriglia nelle retrovie così sfibrante, le gravissime perdite, la terra bruciata più completa davanti all’invasore, e le notevoli difficoltà di approvvigionamento di vettovaglie e nelle comunicazioni. Senza prendersi pensiero per i raccolti e il cibo di domani, i Russi incendiano le loro coltivazioni con i lanciafiamme, fanno saltare in aria i loro villaggi, distruggono il materiale rotabile, sabotano le loro strutture industriali.”
Questo generale del regime di Vichy valutava la guerra germanica così seriamente compromessa da raccomandare quel giorno la transizione della Francia dal “protettore” tedesco (ancora ritenuto necessario) al protettore americano, e a questo riguardo scriveva: “qualunque cosa accada, il mondo nei prossimi decenni si sottometterà alla volontà degli Stati Uniti.”
Il Vaticano, la migliore agenzia di spionaggio del mondo, all’inizio di settembre 1941 si allarmava per le difficoltà “dei Germanici” e delle conseguenze per cui “ Stalin verrebbe chiamato per organizzare la pace in concerto con Churchill e Roosevelt.”
La seconda svolta militare della guerra avvenne con l’arresto della Wehrmacht davanti a Mosca, nel novembre-dicembre 1941, che consacrava la capacità politica e militare dell’URSS, simboleggiata da Stalin e Zhukov.
Gli Stati Uniti non erano ancora ufficialmente entrati in guerra. Il Reich, nella sua corsa travolgente verso l’Est europeo, conduceva contro l’Unione Sovietica una guerra criminale di sterminio, ma l’Armata Rossa si dimostrava in grado di far fallire le offensive della Wehrmacht, in particolare quelle dell’estate del 1942 che avevano come obiettivo la conquista del petrolio caucasico.
Gli storici militari seri, soprattutto anglo-americani, mai tradotti e quindi ignorati in Francia, attualmente stanno lavorando più che mai su ciò che ha portato alla vittoria sovietica, alla fine dello scontro iniziato nel luglio 1942 “tra due eserciti di più di un milione di uomini.”
Contro la Wehrmacht, l’Armata Rossa ha vinto questa “battaglia accanita”, seguita momento per momento dai popoli dell’Europa occupata e del mondo, che “ha superato in violenza tutti gli scontri della Prima guerra mondiale, casa per casa, nei borghi, negli scantinati, fra le rovine”.
Questa vittoria, ha scritto lo storico britannico John Erickson, “ha posizionato l’URSS fra le potenze mondiali”, come “la vittoria di Poltava nel 1709 [contro la Svezia] aveva trasformato la Russia in una potenza europea.”
La vittoria sovietica a Stalingrado, terza svolta militare sovietica, veniva sentita dai popoli come il cambio di direzione della guerra, in modo tanto palese che la propaganda nazista non riusciva più a nascondere.
L’avvenimento imponeva direttamente soprattutto la questione del dopoguerra, che gli Stati Uniti arricchiti dal conflitto già predisponevano contro l’URSS, le cui perdite furono enormi, fino all’8 maggio 1945.
Le statistiche generali sui morti della Seconda guerra mondiale dimostrano il contributo dell’Unione Sovietica allo sforzo militare globale e le sue immense sofferenze patite a causa di questa guerra di logoramento: dai 26 ai 28 milioni di morti Sovietici, più della metà civili,(le cifre non cessano di essere rivalutate) sui circa 50 milioni di caduti complessivi.
Ci sono stati meno di 300.000 morti Statunitensi, tutti militari, sui fronti giapponesi ed europei.
Non è fare insulto alla storia sottolineare che gli Stati Uniti, ricchi e potenti, gestori incontrastati del dopoguerra, hanno potuto sconfiggere la Germania e conquistare la pace solo perché l’URSS aveva inflitto una sconfitta travolgente alla Wehrmacht.
Non è stato il “Generale Inverno” che ha sconfitto l’esercito della Germania, inverno che non aveva impedito al Reichswehr nel 1917-1918 di riuscire vittorioso nell’Est europeo.
La Francia ha confermato la sua russofobia, ossessiva dal 1917, ( che le è valsa fra l’altro la disfatta del maggio-giugno 1940), omettendo di onorare la Russia in occasione del 60° anniversario dello sbarco in Normandia del 6 giugno 1944.
Il tema del salvataggio dell’“Europa” unicamente da parte degli Stati Uniti si è imposto nel corso degli anni di celebrazioni dedicate allo sbarco.
I più vecchi fra di noi sanno, anche quando non sono storici, che Stalingrado ha fornito ai popoli la speranza di sfuggire alla barbarie nazista.
A partire da questa vittoria, “la speranza ha cambiato di campo, la battaglia ha ripreso coraggio”.
È solo a causa dell’ossessivo martellamento ideologico, che le generazioni più giovani ignorano tutto ciò.
Bibliografia :
John Erickson, 2 vol., The Road to Stalingrad: Stalin’s War with Germany; The Road to Berlin: Stalin’ War with Germany – La marcia verso Stalingrado: la guerra di Stalin contro la Germania; La marcia verso Berlino: la guerra di Stalin contro la Germania; prima edizione 1983, Londra; ristampa, New Haven & London, Yale University Press, 1999.
Geoffrey Roberts, Stalin’s Wars: From World War to Cold War, 1939-1953. – Le guerre di Stalin: dalla guerra mondiale alla guerra fredda, 1939-1953; New Haven & London,Yale University Press, 2006;
Stalin’s general: the life of Georgy Zhukov – Il generale di Stalin: la vita di Georgy Zhukov , London, Icon Books, 2012
David Glantz e Jonathan M. House, Armageddon in Stalingrad: September-November 1942 (The Stalingrad Trilogy, vol. 2, Modern War Studies, Lawrence, Kansas, University Press of Kansas, 2009.
Alexander Werth, La Russie en guerre, Paris, Stock, 1964.
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Albania: la rinascita nazionalista
Oggetto: GIORNATA DELLA MEMORIA 2013 A NIGUARDA (MILANO) - 6 VIDEO
Data: 27 gennaio 2013 11.40.01 GMT+01.00
INTERVENTI DI DIJANA PAVLOVIC, FRANCO BOMPREZZI, MARCO MORI, EMANUELE FIANO, ONORIO ROSATI E RENATO SARTI:
Sabato 26 gennaio 2013 presso il circolo “Francesco Rigoldi” di via Hermada 8 a Niguarda, quartiere della Zona 9 di Milano, iniziativa in occasione della “Giornata della Memoria”, per non dimenticare la Deportazione e lo sterminio pianificato nei lager nazifascisti.
Proiezioni di audiovisivi ed interventi di Dijana Pavlovic (attrice, Comunità Rom), Franco Bomprezzi (portavoce Ledha), Marco Mori (ARCI Gay di Milano), Emanuele Fiano (Comunità Ebraica di Milano), Renato Sarti (attore, Teatro della Cooperativa di Niguarda) ed Onorio Rosati (Sindacato CGIL).
SUI ROM MORTI DURANTE LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Se io testimonio oggi che la "soluzione finale" per i rom era stata progettata da Hitler fin dal 1933 (cf: "MEIN KAMPF") e questo piano mostruoso è stato attuato con un genocidio di 7.500.000 di noi, allora io avrò assolto al mio dovere affinchè dopo 100 anni o addirittura 50 anni tutta questa pagina della storia rom non sia definitivamente cancellata. Si tratta di un "olocausto" regolarmente dimenticato... o volontariamente occultato e la sua valutazione merita alcune spiegazioni.
Prima della guerra c'erano circa 25 milioni di rom dispersi attraverso l'Europa, di cui soltanto 10 milioni si riconoscevano ufficialmente come rom. Dunque la maggioranza degli studiosi dei rom, amici come nemici, sono d'accordo per stimare una ecatombe del 75% che corrisponde ad un genocidio di circa 7.500.000 di individui.
Si è lontani dalle 500.000 vittime - cifra spesso usata per quantificare il genocidio rom nel suo insieme. Io, come anziano prigioniero dei campi di sterminio nazisti, sono stato invitato a testimoniare nel processo intentato contro il negazionista francese Robert Faurisson.
Gli archivi messi a mia disposizione, provenienti da Germania, Polonia, Cecoslavacchia, Bulgaria, ecc., permettono di ritenere che i 500.000 rom morti nei diversi campi di concentramento si riferiscono agli individui di ogni sesso e di ogni età che sono serviti per gli esperimenti etnici e biologici dei tecnici e dei medici criminali nazisti.
Simon Wiesenthal, il cacciatore di nazisti ben conosciuto, indica la cifra di 2 milioni per l'olocausto del rom nei campi e nelle prigioni. Ma tutti gli altri? Le testimonianze delle popolazioni europee sotto il nazismo abbondano nel descrivere esecuzioni di massa: nei campi, nelle foreste, nelle strade, ecc.. E, come dimenticare, tutti i rom morti nelle armate regolari o fra i partigiani? E i giovani rom arruolati a forza nelle SS o nella Wermacht, evasi, ripresi e fucilati.
UN NOMADISMO FORZATO
...di guerra in guerra... Racconti rom dal Kosovo all'Italia
Edizioni Archeoares, 2011
Bejzak scrive che in Kosovo "per secoli prima della guerra, la popolazione rom ha vissuto una vita sedentaria svolgendo lavori onesti... Con la guerra del 1999, le nostre case ed i nostri terreni sono stati bombardati, bruciati e derubati ed i rom sono stati costretti a fuggire attraverso il mare Adriatico verso altri paesi europei... Oggi nell'ex Jugoslavia sono stati creati nuovi stati ed i rom storici rimasti lì non hanno avuto nessun riconoscimento... Nonostante varie distinte ricerche etnografiche sui rom, c'è una mancanza di ricerca della verità sull'origine del nomadismo forzato [sic] del popolo rom e di conseguenza sono nati molti pregiudizi e discriminazioni" (p.17).
Le parole di Adem, Bedria e dei loro figli sono state raccolte da Kristin Jenkins, studiosa della problematica dei rom del Kosovo, con vero e proprio sgomento: quella stessa sensazione che molti di noi hanno dovuto sperimentare in questi anni incontrando la verità della tragedia jugoslava. Una verità a tutti gli effetti elusa, mistificata tra fiumi di parole "a effetto" che dicono di solito il contrario di quello che sarebbe necessario dire e sapere. Sul Kosovo, ad esempio: il nostro telespettatore è abituato ad imputare allo Stato jugoslavo, plurinazionale e improntato ai valori socialisti di giustizia sociale ed eguaglianza nazionale (fino al suo scioglimento avvenuto il 4 febbraio 2003), quei crimini di prevaricazione e "pulizia etnica" che sono stati invece commessi dalla parte antagonistica, cioè il secessionismo pan-albanese e l'imperialismo della NATO.
Il libro è anche un viaggio nella storia recente del popolo Rom. Vi incontriamo rom partigiani, attivi combattenti contro il nazifascismo oppure vittime del genocidio praticato nei lager gestiti dagli ustascia; vi incontriamo attivisti del movimento per i diritti nazionali rom, sorto in Kosovo a partire dal 1968; vi incontriamo rom comunisti, impegnati a frequentare scuole di formazione politica nella Jugoslavia degli anni Settanta, e donne rom impegnate ad emanciparsi dalle tradizioni arcaiche della cultura di provenienza. Vi incontriamo rom giovani e anziani, donne e uomini tutti insieme bloccati in coda in una autocolonna lunga 30 chilometri che il 17 giugno 1999, a passo d'uomo, li conduce fuori dalla loro terra, e poi in agosto a Bar (Montenegro), sotto un grande albero nei pressi del porto ad attendere per un mese la nave che li deve portare in esilio. Vi incontriamo rom che nolenti o volenti vengono registrati come "albanesi" dalla burocrazia - perché è "politicamente corretto" e così, forse, si riesce a far valere qualche diritto umano elementare.
Nel libro, oltre a leggere, vediamo Bejkaz in fotografia, partecipare ad una manifestazione ad Aviano nella primavera 1999, per protesta contro le "bombe imperialiste" e la politica della NATO di strumentalizzazione della questione "etnica" nella sua terra. Sempre in fotografia vediamo la casa di famiglia di Adem nei giorni felici (pp.19 e 60) e devastata (a p.50 e in copertina) da NATO e UCK tra di loro alleati. E vediamo Adem in visita da suoi connazionali e presso i luoghi-simbolo della tragica storia Rom: ad esempio a Kragujevac, nel parco delle Sumarice. (3)
(2) Il Giorno della Memoria (27 Gennaio) è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano che ha in tal modo aderito alla proposta internazionale. Il testo dell'articolo 1 della legge così definisce le finalità del Giorno della Memoria: « La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. » (Legge 20 luglio 2000, n. 211, Istituzione del "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 177 del 31 luglio 2000, dal sito web Parlamento Italiano. Riportato il 12 aprile 2007.)
E' il caso di rammentare il significato del termine GENOCIDIO: ogni atto commesso con l'intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso.