Informazione

(english / italiano)

Uranio depleto / Depleted uranium



1. ICBUW (Coalizione Internazionale per la messa al bando dell'Uranio
Impoverito): terza conferenza annuale a Hiroshima, Giappone, dal 3 al
6 agosto 2006

ICBUW (=International Coalition to Ban Uranium Weapons): 3rd Annual
Conference this week in Hiroshima, Japan.
2. Il silenzio sui morti per bombe all'Uranio (07/04/2006)

3. SINDROME DI QUIRRA: altri due militari malati dopo aver prestato
servizio di leva nel poligono della morte e a La Maddalena (27/5/2006)

4. URANIO IMPOVERITO IN INDIA: SI STA SPARGENDO NEL MONDO (KARL W B
SCHWARZ - con molti link utili)
5. LINKS (italiano / english)


==== 1 ===

ICBUW (Coalizione Internazionale per la messa al bando dell'Uranio
Impoverito)
ha organizzato la sua terza conferenza annuale a Hiroshima, Giappone,
dal
3 al 6 agosto 2006.

Circa 40 invitati dall'estero, incluse vittime, veterani, scienziati e
giornalisti, e almeno 150 persone dal Giappone si incontreranno in
Hiroshima. Il nostro obiettivo e' quello di evidenziare la natura
urgente
e globale del pericolo posto dall'uso di armi all'Uranio Impoverito, e
unire le nostre voci per chiedere delle misure immediate per aiutare le
vittime e abolire le armi all'Uranio Impoverito.

Il programma finale della conferenza e' allegato qui di seguito.
Dal 3 Agosto un resoconto aggiornato in inglese sulla conferenza verra'
pubblicato sul sito http://www.nodu-hiroshima.org/en/
che vi invitiamo a visitare in modo da contribuire all'avanzamento di
questa campagna.

Nobuo Kazashi (Direttore del comitato organizzatore - ICBUW Hiroshima)
Haruko Moritaki (Direttore esecutivo comitato organizzatore - ICBUW
Hiroshima)
Katsumi Furitsu (membro del direttivo ICBUW)

Per contatti:
NO DU Hiroshima Project email: info@...
CADU email: office@...

*******

Terza Conferenza Internazionale ICBUW
Hiroshima, 3-6 Agosto 2006

Chiediamo a gran voce, insieme alle vittime, l'abolizione delle armi
all'Uranio Impoverito


== 3 Agosto ==

Sessione Plenaria (Hiroshima International Conference Center)

9:30-12:00 Apertura
"Lo sviluppo della campagne internazionale: da Berlaar a Hiroshima: da
Hiroshima a tutto il mondo"

ICBUW fu fondato nell'ottobre 2003. Durante questa sessione verranno
presentate le attivita' svolte finora e si chiariranno gli obiettivi
e il
significato della campagna per un trattato che metta effettivamente al
bando le armi all'Uranio Impoverito. Questa sessione introdurra' anche i
temi che verranno affrontati durante la Conferenza di Hiroshima come
conseguenza dei progressi ottenuti in Belgio verso l'approvazione
nazionale di una legge di messa al bando delle armi all'Uranio
Impoverito.

Moderatori: Haruko Moritaki, Francesco Iannuzzelli

Relatori di ICBUW:
(1) Tara Thornton & Doug Weir, ICBUW: da Berlaar a Hiroshima
(2) Manfred Mohr: Armi all'Uranio Impoverito: problematiche e aspetti
politici
e legali
(3) Ria Verjauw: La situazione in Belgio per quanto riguarda la
messa al
bando delle armi all'uranio
(4) Nobuo Kazashi: L'obiettivo della conferenza di Hiroshima: le armi
all'Uranio Impoverito come il "nucleare ombra"

Discorsi introduttivi
Introduzione, Furitsu Katsumi
Rosalie Bertell, Uranio Impoverito e la Sindrome del Golfo

Discorso di benvenuto da parte di Tadatoshi Akiba (Sindaco di Hiroshima)

13:00-15:40 Sessione 1 - Il danno: Iraq

Durante la Guerra del Golfo del 1991, le forze armate della coalizione
guidata
dagli Stati Uniti spararono piu' di 300 tonnellate di Uranio Impoverito
nell'Iraq meridionale, dove in seguito si e' riscontrato un drammatico
aumento di tumori, leucemie e difetti congeniti.
Durante la piu' recente guerra contro l'Iraq, si stima che armi
all'Uranio
Impoverito siano state usate in quantita' maggiori rispetto al 1991, per
di piu' in aree urbane. Si prevede quindi un impatto ancor piu' grave
sulla popolazione. Ascolteremo i rapporti presentati da alcuni dottori e
scienziati iracheni che da molti anni osservano gli effetti dell'Uranio
Impoverito e della contaminazione ambientale.

Moderatori: Mitsuo Okamoto, Nobuo Kazashi
Relatori:
(1) Jawad Al-Ali, Studio epidemiologico nell'Iraq meridionale
(2) Souad Al-Azzawi, Una panoramica sulla contaminazione radioattiva da
Uranio
Impoverito in Iraq
(3) Khajak Vartanian, Studio sull'inquinamento radioattivo da Uranio
Impoverito a Bassora
(4) Takashi Morizumi: Fotografie


16:00-18:45 Session 2 - Il danno: USA

Molte vittime dell'Uranio Impoverito vivono negli Stati Uniti.
Alcuni sono soldati che hanno prestato servizio nella Guerra del Golfo o
nella
recente guerra contro l'Iraq, mentre altri hanno vissuto vicino a
poligoni
di tiro o fabbriche di produzione di armi all'Uranio Impoverito.
Veterani e attivisti presenteranno il danno provocato dall'Uranio
Impoverito all'interno degli Stati Uniti cosi' come i depistaggi e le
menzogne contenute nei rapporti ufficiali del governo statunitense e
delle
forze armate.

Moderatori: Tara Thornton, Steve Leeper
Relatori:
(1) Dennis Kyne (veterano della Guerra del Golfo)
(2) Harbert Reed (veterano della guerra contro l'Iraq)
(3) Naomi Toyoda: Fotografie
(4) Gretel Munroe, Vari aspetti del problema dell'Uranio Impoverito
negli
Stati Uniti
(5) Damacio Lopez, La violazione del diritto all'assistenza medica (in
riferimento ai problemi in prossimita' dei poligoni di tiro)


== 4 Agosto ==

Sessione Plenaria

9:00-11:45  Sessione 3 - Aspetti scientifici

L'Uranio Impoverito e' radiologicamente e chimicamente tossico.
Presentazioni di diverse discipline scientifiche ci aiuteranno a
comprendere gli effetti sull'ambiente e sulla salute umana da parte
delle
micro-particelle di Uranio Impoverito. Le basi scientifiche per la
richiesta della messa al bando verranno discusse e si affronteranno
anche
le problematiche relative all'analisi ambientali e biologiche
delll'Uranio
Impoverito, aspetto fondamentale per la campagna internazionale.

Moderatori: Katsumi Furitsu, Doug Weir
Relatori:
(1) Keith Baverstock, L'Uranio Impoverito e' pericoloso per la salute
pubblica?
(2) Heike Schroeder, Analisi dell'aberrazione cromosomica nei linfociti
periferici di veterani della Guerra del Golfo e nei Balcani: i risultati
di una ricerca impegnativa
(3) Maria A. Gatti, Stefano Montanari, Inquinamento bellico e
nanopatologie umani e animali
(4) Thomas Fasy, Analisi dell'esposizione a Uranio Impoverito


13:00-15:45 Sessione 4 - Il danno: Europa

In Europa l'Uranio Impoverito viene sospettato di essere la causa sia
della Sindrome del Golfo che della Sindrome dei Balcani.
Aumenti significativi in malattie gravi e tumori sono stati riscontrati
tra i residenti nei Balcani che hanno subito i bombardamenti cosi' come
tra i veterani che hanno prestato servizio in quelle zone.
In Italia, le responsabilita' dei militari e del governo sono state
denunciate
sia nei tribunali che in Parlamento. Il governo ha sempre risposto
che "le
armi all'Uranio Impoverito sono perfettamente sicure". In questa
sessione
getteremo luce sulla realta' europea, un aspetto poco noto in Giappone.

Moderatori: Ria Verjauw, Francesco Iannuzelli
Relatori:
(1) Ray Bristow (Inghilterra: veterano della Guerra del Golfo)
(2) Stefania Divertito (Italia: giornalista)
(3) Filippo Montaperto (Italia: veterano),
Uranio Impoverito: Le armi che uccidono...nel passato, nel presente e
nel
futuro.
(4) Hiroshima Home TV, Documentario sui danni dell'Uranio Impoverito
nella
Ex-Jugoslavia
(5) Stop! Depleted Uranium Campaign, Rapporto sugli effetti dell'Uranio
Impoverito in Jugoslavia


16:15-19:00 Sessione 5 - La Campagna Internazionale
Regione Asiatica (Corea, Giappone, Australia)

Verranno presentate numerose iniziative sull'Uranio Impoverito e le
attivita' della campagna internazionale. Il problema delle armi
all'Uranio
Impoverito in Asia e' direttamente correlato al problema delle basi
militari
statunitensi. In Corea, Giappone e Australia, dove gli Stati Uniti sono
presenti con numerose basi, l'Uranio Impoverito rappresenta un problema
estremamente attuale. Anche la nostra responsabilita' nelle guerre in
cui
queste armi vengono utilizzate e' un aspetto da prendere in
considerazione.

Moderatori: Alyn Ware, Toshiyuki Tanaka
Relatori
(1) Si Woo, Lee (Corea del Sud):
3 milioni di munizioni all'Uranio Impoverito sono immagazzinate in
Corea e
ad Okinawa
(2) NO DU Citizens' Network (Giappone):
Rapporti tra la campagna e il Ministero degli Esteri
(3) Haruko Moritaki, NO DU Hiroshima Project (Giappone):
Viaggio in Iraq alla ricerca dei danni dell'Uranio Impoverito
(4) David Bradbury (Regista di "Blowin' in the Wind", Australia)


== 5 Agosto ==

10:00-12:00
Sessione Speciale
Incontro con alcuni Hibakusha (sopravvissuti alla bomba atomica)

Poco prima dell'inizio della guerra in Iraq, alcuni medici iracheni
visitarono
il Giappone, e Hiroshima in particolare, per parlare sul danno provocato
dalle armi all'Uranio Impoverito. Questi incontri nacquero dal fatto che
secondo gli iracheni i problemi riscontrati avevano una natura
radiologica, e ad Hiroshima avrebbero trovato comprensione e supporto.
Questa sessione si occupa dell'interazione e della solidarieta' tra gli
Hibakusha della bomba atomica e gli Hibakusha dell'Uranio Impoverito,
uniti da un problema di "esposizione interna".

Moderatore: Yoshie Funahashi
Relatori: Keijiro Matsushima, Rikito Watanabe, Hiroshi MARUYA,
Akihiro
Takahashi, e altri


13:30-15:30 Sessione 6 - Verso la messa al bando

Dopo aver visto i problemi e gli approcci in diversi paesi verso le armi
all'Uranio Impoverito, prenderemo in considerazione quali misure
concrete
si possonon realizzare in vista di un trattato che metta al bando
definitivamente queste armi. Rafforzeremo anche la nostra rete di
attivisti ed esperti presentando un visione chiara della campagna
internazionale.

Moderatori: Nobuo Kazashi, Tara Thornton, Manfred Mohr
Relatori: ICBUW, UWBAN, e altri


13:30-15:30 Sessione 7 - Discussione scientifica tra medici ed esperti

Gli scienziati non hanno ancora esplorato tutti i possibili effetti
dell'Uranio Impoverito sulla salute, sull'ambiente e sull'ecosistema.
Molti aspetti scientifici rimangono tuttora controversi.
Affronteremo insieme queste domande per aprire nuovi percorsi di
ricerca e
anche per discutere di come condividere e utilizzare i risultati
scientifici all'interno della campagna di ICBUW.

Moderatori: Katsumi Furitsu, Keith Baverstock
Relatori: Katsuma Yagasaki, Eisuke Matsui, e altri


16:00-18:00 Sessione 8 - Il sostegno alle vittime

Il sostegno alle vittime e l'avanzamento della campagna in solidarieta'
con coloro che soffrono gli effetti dell'Uranio Impoverito sono aspetti
fondamentali per la campagna.
Ascolteremo le relazioni di alcune ONG che hanno lavorato per fornire
supporto
medico al popolo iracheno (medicine e apparecchiature mediche, training,
ecc) e discuteremo quali ulteriori passi affrontare per sostenere le
vittime nei paesi colpiti. Parleremo anche del progetto sostenuto da
ICBUW
per uno studio epidemiologico, gia' iniziato insieme a medici
iracheni in
Bassora in cooperazione con IPPNW-Germania, e del "Progetto Denti di
Bambini Iracheni", lanciato da medici statunitensi, britannici e
iracheni.
Discuteremo anche di come sostenere le richieste dei veterani di cure
mediche e di risarcimenti dal governo.

Moderatori: Maki Sato, Gretel Munroe
Relatori: Jawad Al-Ali, Thomas Fasy, Toshi Inoshita & Maki Sato (JIM-
NET),
Nahoko Takato (Iraq Hope Net)


== 6 Agosto ==

7-30 - 8.30: Cerimonia presso il Peace Memorial di Hiroshima

13:30-15:30 Sessione di chiusura

Appello finale di ICBUW

Partecipanti:
Nassrine Azimi, Direttore della sezione Asia- Pacifico di UNITAR
(Dipartimento
delle Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca), Shuntaro Hida
(medico, coautore de "La paura della radiazione interna"), "Peace
Boat" e
altri

19:00 Cerimonia conclusiva
Lanterne sul fiume di Hiroshima in memoria delle vittime della armi
atomiche


[Tradotto dall'inglese da Francesco Iannuzzelli per PeaceLink;
per contatti su quanto si svolge a Hiroshima in questi giorni,
scrivere a
francesco @ peacelink.org]


--- ENGLISH ---

> ICBUW (=International Coalition to Ban Uranium Weapons) is to hold
> its
> 3rd Annual Conference next week in Hiroshima, Japan.
>
> About 40 people from abroad, including victims, veterans as well as
> scientists and journalists, and at least about 150 people from
> around Japan
> will gather in Hiroshima; our goal is to bring into light the
> urgent, global
> nature of the danger posed by DU weapons and to unite our voices in
> order to
> demand for immediate measures to help the victims and the abolition
> of DU
> weapons.
>
> For your reference, the finalized program of the conference is
> pasted below.
>
> Starting from August 3rd, report in moving picture will be uploaded
> onto the
> conference homepage.
>
> Please visit : http://www.nodu-hiroshima.org/en/index.html to share
> in this
> significant attempt to advance the anti-DU campaign.
>
> Nobuo Kazashi (Director, ICBUW Hiroshima Conference
> Organizing
> Committee)
> Haruko Moritaki (Executive Director, the same as above)
> Katsumi Furitsu (ICBUW board member)
>
> Contacts:
> NO DU Hiroshima Project email: info@...
> CADU email: office@...
>
> *******
>
> The 3rd ICBUW International Conference
> --Hiroshima, August 3-6, 2006---
>
> Raising Our Voices with the Victims
> for the Abolition of DU Weapons
>
>
> August 3: The 1st day
> Plenary Session (Hiroshima International Conference Center)
>
> 9:30~12:00 Opening Session
> "Advancement of the International Campaign:
> From Berlaar to Hiroshima: From Hiroshima to the World"
>
> Purpose:
> ICBUW was launched in October 2003. This opening session will
> present its
> activities to date, and will clarify the intent and meaning of its
> campaign
> for a treaty that effectively bans DU weapons. This session will
> also set
> forth the issues that should be explored at the Hiroshima
> Conference in
> light of the effort in Belgium to achieve passage of a law in the
> national
> Parliament banning DU weapons.
>
> Facilitators: Haruko Moritaki, Francesco Iannuzzelli
>
> Introduction of ICBUW
> Presenters:
> (1) Tara Thornton & Doug Weir, ICBUW: From Berlaar to Hiroshima
> (2) Manfred Mohr, DU Weapons: Legal and Political Settings,
> Challenges and
> Potentials
> (3) Ria Verjauw, The Belgian Political Landscape regarding the Ban on
> Uranium Weapons
> (4) Nobuo Kazashi, The Missions of the ICBUW Hiroshima Conference:
> DU Weapons as the "Nuclear Shadow"
>
> Keynote Speech
> Introduction, Furitsu Katsumi
> Rosalie Bertell, DU and Gulf War Syndrome
>
> Questions & Answers
>
> Welcome Speech by Tadatoshi Akiba (Mayor of Hiroshima City)
>
> 12:00~13:00 Lunch
>
> 13:00~15:40 Session 1 - Damage Panel-1/ Iraq
>
> Purpose:
> During the Gulf War, the US-led coalition forces fired over 300
> tons of
> depleted uranium weapons in southern Iraq, where a subsequent
> dramatic rise
> in cancer, leukemia and birth defects has been reported. In the
> Iraq War,
> it is estimated that DU weapons exceeding the tonnage used in the
> Gulf War
> have been used, some in urban areas. We can expect the human cost
> to be even
> more severe. We will listen to reports from Iraqi doctors and
> scientists who
> have for many years directly observed the effects of depleted
> uranium and a
> contaminated environment on human bodies.
>
> Facilitators: Mitsuo Okamoto, Nobuo Kazashi
> Presenters:
> (1) Jawad Al-Ali, Epidemiological Study in the South of Iraq
> (2) Souad Al-Azzawi, DU Radioactive Contamination in Iraq: An Overview
> (3) Khajak Vartanian, Study of Radiation Pollution by DU for Basrah
> Environment
> (4) Takashi Morizumi: Photo Presentation
>
> Short Break/Questions & Answers
>
> 15:40~16:00 Break
>
> 16:00~18:45 Session 2 - Damage Panel-2 /USA
>
> Purpose:
> Many victims of depleted uranium weapons live in the United States.
> Some are
> soldiers who served in the Gulf War or the Iraq War, while others
> living
> near weapons factories or firing ranges. Veterans and citizen
> activists will
> bring to light the DU damage caused inside the US as well as the
> deceptions
> contained in the official views of the US government and the forces
> with
> regard to the DU problem.
>
> Facilitators: Tara Thornton, Steve Leeper
> Presenters:
> (1) Dennis Kyne (A Gulf War veteran)
> (2) Harbert Reed (an Iraq War veteran)
> (3) Naomi Toyoda: Photo Presentation
> (4) Gretel Munroe, Different Aspects of the DU Problem in the U.S.
> (5) Damacio Lopez, Rights to Medical Care Violated (Problems near
> firing
> ranges)
>
> Short break/Questions & Answers
>
> 19:15~ Reception [ Four Seasons, Wel City Hiroshima]
>
> August 4: The 2nd day
> Plenary Session (Hiroshima International Conference Center)
>
> 9:00~11:45 Session 3 - Science Panel-1
>
> Purpose:
> DU is radiologically and chemically toxic. Presentations based on
> various
> scientific disciplines will help us discuss the hazardous
> environmental and
> health effects of the DU-micro-particles generated through the use of
> uranium weapons. The scientific grounds for demanding an urgent ban on
> uranium weapons will be articulated, and we will also examine the
> issues of
> the present scientific debates on the health and environmental
> assessment of
> DU, which are also of crucial importance for the anti-DU campaign.
>
> Facilitators: Katsumi Furitsu, Doug Weir
> Presenters:
> (1) Keith Baverstock, Is DU Damaging to Public Health?
> (2) Heike Schroeder, Chromosome Aberration Analysis in Peripheral
> Lymphocytes of Gulf War and Balkans War Veterans: Results of a
> Challenge
> Assay
> (3) Maria A. Gatti, Stefano Montanari, War Pollution and Human/Animal
> Nanopathology
> (4) Thomas Fasy, Assessing Exposure to Depleted Uranium
>
> Short Break/Questions & Answers.
> Discussants:
> Sadao Ichikawa, Shoji Sawada, Hiroaki Koide
>
> 11:45~13:00 Lunch break
>
> 13:00~15:45 Session 4 - Damage Panel-3 /Europe
>
> Purpose:
> In Europe, DU is the suspected cause for both the "Gulf War
> syndrome," and
> the "Balkan syndrome." Noticeable increases in serious diseases like
> cancer have been reported among residents who experienced the
> attacks in the
> Balkans as well as among veterans who served in the area. In Italy,
> the
> responsibility of the military and the government are being pursued
> especially intensely through the courts and in Parliament. The
> government
> has always insisted that "DU weapons are perfectly safe." This
> session
> will shed light on the reality of DU damage in Europe, an aspect
> that is
> little known in Japan.
>
> Faciliatators: Ria Verjauw, Francesco Iannuzelli
> Presenters:
> (1) Ray Bristow (England: a Gulf War veteran)
> (2) Stefania Divertito (Italy: a journalist)
> (3) Filippo Montaperto (Italy: a veteran),
> DU: The Weapon that Kills...in the Past, Present
> and Future.
> (4) Hiroshima Home TV, Documentary on the DU Damage in Former
> Yugoslavia
>
> (5) Stop! Depleted Uranium Campaign, Report on the DU Effects in
> Yugoslavia
>
>
> Short Break/Questions & Answers
>
> 15:45~16:15 Break
>
> 16:15~19:00 Session 5 - Campaign-1
> /Asia Pacific Region: Korea, Japan, Australia
>
> Purpose:
> Various activities concerning the DU problem and the international
> campaign
> in the region will be reported. The problem of DU weapons
> throughout the
> Asia and Pacific Region is directly related to the problem of American
> bases. In Korea, Japan, and Australia, which have numerous US bases
> and
> practice areas, DU weapons are an immediate problem. Our
> responsibility for
> the wars in which these weapons are used is also a pressing issue.
>
> Facilitators: Alyn Ware (tentative), Toshiyuki Tanaka
> Presenters
> (1) Si woo, Lee (South Korea):
> Korea and Okinawa Store 3,000,000 of DU Munitions
> (2) NO DU Citizens' Network (Japan):
> Campaigns Negotiating with the Ministry of Foreign Affairs
> (3) Haruko Moritaki, NO DU Hiroshima Project (Japan):
> Visiting Iraq to Find out the DU Damage
> (4) David Bradbury (Director of "Blowin' in the Wind, Australia)
>
> Short Break/Questions & Answers
>
> 19:30~ Dinner [at "Pronto"]
>
> August 5: The 3rd day
> Workshops (Hiroshima City Plaza)
>
> 10:00~12:00
> Special Session / Interaction with Hibakusha (A-bomb survivors): A
> Focus on
> Internal Radiation
>
> Purpose:
> Just prior to the start of the Iraq War, Iraqi doctors came to
> Japan, and to
> Hiroshima in particular, to talk about the damage being done by DU
> weapons.
> These visits came about because the Iraqi people believe the DU
> problem is
> basically a radiation problem, and they expected the people of
> Hiroshima to
> understand. This session will focus on interaction and solidarity
> among
> A-bomb hibakusha and DU hibakusha, linked by a focus on "internal
> exposure."
>
> Facilitator: Yoshie Funahashi
> Participants:
> Keijiro Matsushima, Rikito Watanabe,
> Hiroshi MARUYA, Akihiro Takahashi, and others
>
> 12:00~13:30 Lunch
>
> 13:30~15:30 Session 6 - Campaign Workshop-2
> /Toward an Effective Ban
>
> Purpose:
> Exploring approaches and problems in various countries related to DU
> weapons, we will consider concrete policies and measures to guide
> us toward
> a treaty that totally bans such weapons. We will also strengthen
> our network
> of activists and scholars by setting forth a clear vision for our
> international campaign.
>
> Facilitators: Nobuo Kazashi, Tara Thornton, Manfred Mohr
> Presenters: ICBUW, UWBAN, and others
>
> 13:30~15:30 Session 7 - Science Panel-2
> (Hiroshima City Plaza, Gallery B)
> /Discussion among Scientists and Doctors (in English only)
>
> Purpose:
> Scientists have not yet fully explored the effects of uranium
> weapons on the
> human health, environment and ecosystem. Many scientific issues remain
> controversial. We will exchange ideas for further research to
> answer these
> scientific questions. We will also discuss how to share and utilize
> the
> findings of scientists in support of the ICBUW campaign.
>
> Facilitators: Katsumi Furitsu, Keith Baverstock
> Discussants: Katsuma Yagasaki, Eisuke Matsui, and others
>
> 15:30~16:00 Break
>
> 16:00~18:00 Session 8 - Campaign Workshop-3
> /Victim Support
>
> Purpose:
> Supporting DU victims and advancing the anti-DU movement in
> solidarity with
> those who are suffering are critical for our campaign. We will have
> reports
> from NGOs that have been working to provide medical support to
> Iraqi people
> (medicine and medical equipment, training courses for medical
> doctors and
> paramedical staff, etc.), and discuss further steps we can take to
> support
> DU victims in affected countries. We will discuss ICBUW support for
> the
> epidemiological study initiated by the Iraqi doctors in Basra in
> cooperation
> with IPPNW-Germany, and support for the "The Iraqi Children's Tooth
> Project", launched as a joint project of the doctors from the US,
> UK and
> Iraq. We will also discuss ways of supporting veterans who have been
> demanding medical care and compensation from their governments.
>
> Facilitators: Maki Sato, Gretel Munroe
> Presenters: Jawad Al-Ali, Thomas Fasy, Toshi Inoshita & Maki Sato
> (JIM-NET),
> Nahoko Takato (Iraq Hope Net)
>
> 18:30~ Get-Together: Exchange between ICBUW members and Japanese
> groups
> (at "Roan")
>
> August 6: the 4th Day
> [7:30~ 8:30- Hiroshima Peace Memorial Ceremony]
>
> 13:30~ 15:30 Closing Session
> [Memorial Hall, Hiroshima Peace Memorial Museum]
> Adoption of ICBUW Hiroshima Appeal
>
> Participants:
> ·Nassrine Azimi, Director, Hiroshima Office for Asia Pacific of
> UNITAR (UN Istitute for Training and Research)
> ·Shuntaro Hida (doctor, co-author of "Fear of Internal Radiation"
> ), "Peace Boat" and others
>
> 19:00~
> Lantern Floating at the River (Available for anybody)
>
> 20:00~
> Farewell Party (at "Yohshoku Kobo," Wel City Hiroshima)
>


=== 2 ===
http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=9906

Il silenzio sui morti per bombe all'Uranio

di Massimo Finis su "Il Gazzettino"

su stessa fonte del 07/04/2006

Centocinquantotto militari italiani che hanno operato in Bosnia e in
Kosovo si sono ammalati di tumore (alla tiroide, ai testicoli, linfoma
di Hogkin) e di questi ventotto sono morti. È quanto risulta dalla
relazione annuale che il ministero della Difesa trasmette al Parlamento.
È la cosiddetta «sindrome dei Balcani» che va attribuita all'uso a
tappeto che gli americani hanno fatto, in quelle zone, del «depleted
uranium», vale a dire dell'«uranio impoverito» (secondo la stessa
ammissione del Pentagono 11 mila proiettili di questo tipo, che hanno la
capacità di forare come burro i blindati, sono stati usati in Bosnia e
in Kosovo). Dalla «sindrome dei Balcani» sono stati colpiti ovviamente,
oltre che i mil itari italiani, anche quelli di altri contingenti,
soprattutto americani che erano presenti sul terreno con forze massicce.
Il Pentagono ha sempre negato che i tumori da cui sono stati colpiti i
militari che hanno operato nei Balcani dipendono da contatti diretti con
l'«uranio impoverito») ma li ha attribuiti al «battle fatigue», allo
stress da battaglia, fatto di essere in un ambiente estraneo e ostil e.
Spiegazione risibil e perché nelle guerre dove l'uso dell'uranio
impoverito non era ancora conosciuto, come quella del Vietnam, i soldati
venivano colpiti da malattie nervose, depressione e nevrosi, ma non da
tumori. Questa versione del Pentagono era stata avallata anche, in un
primo tempo, dalla Commissione d'inchiesta istituita dal nostro
ministero della Difesa (che vi era stata o costretto dalle richieste di
risarcimento avanzate dai mil itari ammalati o se deceduti, dai loro
famigliari), presieduta dal professor Mandelli che arrivò a concludere
che il numero dei casi di tumore fra questi mil itari rientrava nella
media nazionale. Tesi ancora più risibile e, se posso dirlo, vergognosa,
perché la media nazionale riguarda l'intera popolazione, e quindi anche
gli uomini maturi e gli anziani fra cui il tumore miete il maggior
numero di vittime, non ragazzi ventenni e trentenni, nel pieno della
loro giovinezza, forti e sani per definizione, sottoposti
preventivamente a medici. Tanto che una successiva commissione
d'inchiesta, presieduta da Falco Accame, di fronte all'impressionante
allungarsi della lista dei decessi, ha dovuto fare qualche ammissione,
sia pur con la formula tartufesca, che avrebbe fatto arrossire Ponzio
Pilato, che «non si può affermare con certezza assoluta che i tumori di
cui si sono ammalati i soldati siano dovuti a contatti diretti con
l'uranio impoverito, ma non lo si può neanche escludere». Che l'uranio
impoverito sia all'origine di queste patologie è invece certo, perché
tali patologie si sono manifestate solo quando sono stati usati questi
proiettil i, come nella prima guerra del Golfo. Nel 1990 o nel
cosiddetto intervento di «peace keeping» in Somalia. Nel 1993, e non in
altre occasioni in cui pur i mil itari erano sottoposti allo stress del
«battle fatigue» (come risulta da studi degli americani che, per primi,
si sono occupati di questa faccenda. Ma la questione che pongo qui è
anche, se non soprattutto, un'altra. Se nelle zone contaminate
dall'uranio impoverito si sono ammalati tanti militari, che pur usavano
tutta una serie di precauzioni per non venire a contatto diretto con
l'uranio impoverito e che si sono fermati pochi mesi nelle zone
contaminate, quante sono le vittime di tumori, in Bosnia e in Kosovo,
fra i civil i che di nulla erano stati avvertiti - in particolare fra i
bambini che sono soliti toccar tutto - e che in quelle aree ci vivono
stabilmente? E quante sono le vittime civil i in Afghanistan che gli
americani hanno letteralmente spianato a suon di bombe, disseminando

il terreno non di undicimil a proiettili all'uranio impoverito, ma di

tonnellate e tonnellate di questo micidiale materiale? Che è un'arma
chimica e, come tale, vietata dalla Convenzione di Ginevra. Ecco un bel
quesito per il Tribunale internazionale dell'Aja che giudica sui
«crimini di guerra», ora che Slobodan Milosevic, che armi chimiche non
le ha mai usate, si è sottratto, morendo al momento opportuno, al suo
giudizio, Ma, naturalmente, è un «wishfull thinking». I tribunali dei
vincitori non giudicheranno se stessi.



=== 3 ===

SINDROME DI QUIRRA: altri due militari malati dopo aver prestato
servizio di leva nel poligono della morte e a La Maddalena.

Da fonte autorevole abbiamo conferma di due nuovi casi, segnalati da
tempo a Gettiamo le Basi, di militari di leva arruolati in Marina
colpiti da leucemia dopo aver prestato servizio nel Poligono
Interforze Salto di Quirra e a La Maddalena.
I due ragazzi, E. P. e S. L., sono in cura e sono sardi. Nel rispetto
della loro scelta del silenzio e dell’anonimato, si evita di fornire
dati che possano identificarli.
Inquieta constatare che nel luglio 2003 la stessa patologia ha ucciso
M. M., anche lui sardo, anche lui arruolato in Marina, in servizio
nel poligono della morte nello stesso arco di tempo: maggio/novembre
1999. Strane "coincidenze" che richiamano quelle analoghe
verificatesi nel poligono di Capo Frasca: Maurizio Serra e Gianni
Faedda colpiti entrambi da tumore cerebrale dopo aver prestato
servizio di leva quasi nello stesso periodo.
I dati raccolti da Gettiamo le Basi, approssimativi per forte
difetto, sui militari in servizio nel poligono Salto di Quirra
colpiti da tumori emolinfatici salgono a quota 15. Quindici militari,
in prevalenza ragazzi in servizio di leva, colpiti dalle stesse
patologie correlate alle radiazioni ionizzanti ed eletromagnetiche
che falcidiano i militari inviati nei teatri di guerra e le
popolazioni aggredite. Le stesse patologie che stanno sterminando gli
abitanti della piccola frazione di Quirra: 150 abitanti, 20 persone
colpite da tumori al sistema emolinfatico. I dati della strage in
corso sono noti dal 2001. La risposta finora è stata un susseguirsi
di “indagini” compiacenti da due soldi finalizzate a NON TROVARE e
acquietare l’opinione pubblica, “indagini” che hanno individuato
fantasiosi agenti patogeni e indicato cervellotiche piste di
ulteriori ricerche infinite per sviare i sospetti/certezze dalla
struttura militare, l’unica fonte di radiazioni ionizzanti ed
elettromagnetiche presente nel territorio.
Si ribadisce l’esigenza indilazionabile di una immediata sospensione
di tutte le attività dei poligoni, almeno fino quando non siano stati
individuati ed eliminati gli agenti killer. Lo impone il buon senso e
lo impone la normativa internazionale che obbliga gli Stati
all'osservanza del principio di precauzione (Protocollo di Rio).
E' improcrastinabile un'indagine seria e accurata, un'indagine
controllata dal basso, un'attenta verifica del disastro sanitario e
ambientale come preliminare ad un'azione di radicale bonifica.
Conosciamo bene la portata della richiesta. Fonti autorevoli e non
sospette forniscono cifre precise e stime complessive: il costo di
un'indagine adeguata, limitata alla sola zona a terra del poligono
Quirra-Perdasdefogu, è paragonabile a quello di due manovre
finanziarie. Per i costi successivi della bonifica si hanno le
valutazioni del CNR riferite alla zona a mare prossima alla costa del
poligono di Capo Teulada: "costi astronomici".
Il governo italiano può reperire i fondi necessari abbandonando le
costose e immorali "missioni" di guerre coloniali in corso, può e
deve investire subito le risorse adeguate per porre fine allo scempio
della nostra terra e delle nostre vite.

Comitato sardo Gettiamo le Basi
27 maggio 2006.

=== 4 ===
>>>> Date: Tue, 27 Jun 2006 13:55:49 +0200 (CEST)
>>>> From: fr_abbe <fr_abbe @ yahoo.it>
>>>> Subject: [debate] URANIO IMPOVERITO IN INDIA: SI STA SPARGENDO
>>>> NEL MONDO
>>>>
>> URANIO IMPOVERITO IN INDIA: SI STA SPARGENDO NEL MONDO
>> DI KARL W B SCHWARZ
>>
>> Quello che segue mi è stato mandato da un membro della
>> mailing list, e l’autore dell’articolo qui sotto mi (e
>> vi) ha autorizzato a diffonderlo in lungo e in largo.
>> In India stanno cercando di documentare l’estensione
>> dell’inquinamento da uranio impoverito (UI) che
>> proveniva dall’Afghanistan e che si è riversato sul
>> popolo indiano. Stanno seguendo lo stesso percorso che
>> seguiamo noi qui negli Stati Uniti, innanzitutto per
>> dimostrarlo, e poi per riuscire ad interromperlo e
>> ottenere cure mediche per gli abbandonati e gli
>> emarginati.
>>
>> Questo recente Accordo Urgente tra Bush e l’India
>> potrebbe essere una mossa preventiva per interrompere
>> gli sforzi in India che vertono a dimostrare che
>> l’urano impoverito (UI) ha colpito anche questo paese.
>>
>> [Cfr. India and U.S.A. work toward nuclear fuel agreement
>> http://en.wikinews.org/wiki/
>> India_and_U.S.A._work_toward_nuclear_fuel_agreement
>> , ndt.]
>>
>> Stiamo ancora aspettando di vedere se qualcuno dei
>> paesi in Europa si rende conto del fatto che sono
>> stati “bersagliati” anche loro con l’UI, dal momento
>> che l’UI trovato ad Aldermaston deve essere passato
>> attraverso di loro per essere arrivato nel Regno
>> Unito.
>> [Cfr. DAI CAMPI DI BATTAGLIA IN MEDIO ORIENTE: TROVATE
>> TRACCE DI URANIO IMPOVERITO NELL’ATMOSFERA IN
>> INGHILTERRA
>> http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?
>> name=News&file=article&sid=1888
>> , ndt.]
>>
>> Questo è l’articolo dall’India e alla fine aggiungerò
>> commenti e ulteriori informazioni. È interessante
>> vedere in che modo persone di altri paesi vedono gli
>> Stati Uniti e l’uso cabalistico di Bush-Cheney delle
>> armi all’UI.
>>
>> Inizio dell’articolo:
>>
>> CI UCCIDONO PER SPORT
>>
>> DI ARUN SHRIVASTAVA CMC
>>
>> L’uranio impoverito è un giocattolo mortale nelle mani
>> delle discendenze reggenti. Una particella di UI
>> ingerita o inalata può causare uno o più delle oltre
>> 90 patologie seriamente debilitanti, fatali o
>> termporaneamente non fatali. [1] [vedi la lista di 91
>> patologie, Annesso 1] L’emivita dell’UI è di 4,5
>> miliardi di anni, e può distruggere gli esseri viventi
>> e l’ambiente; fatto ancora più importante, può
>> distruggere vite perfettamente sane. [2]
>>
>> L’uranio impoverito è stato usato almeno nelle ultime
>> quattro guerre da parte degli Stati Uniti e dei loro
>> alleati: nella prima guerra del Golfo, in Bosnia e in
>> Kosovo nei Balcani, in Afghanistan e nella seconda
>> guerra del Golfo. Le ultime due di queste quattro
>> guerre, tutte illegali, sono avvenute nel 2001
>> (Afghanistan) e nel 2003 (Iraq). Gli effetti della
>> contaminazione si manifestano nel giro di qualche ora
>> fino a cinque anni dopo , .
>>
>> Le prove indicano chiaramente che l’uranio impoverito
>> è trasportato dal vento in tutto il mondo. [3] I suoi
>> effetti sulla salute stanno affiorando in paesi
>> lontani. Prima ad essere colpiti erano i veterani del
>> golfo e i civili locali; ora, fra tutti i posti, pure
>> gli Stati Uniti stanno mostrando un aumento di sei
>> volte superiore anche solo nei casi di cancro al
>> polmone. [4]
>>
>> La proporzione che sta emergendo
>>
>> La popolazione degli USA era di 298.298.906 il 14
>> marzo 2006, praticamente 298 milioni. [5] I 172.000
>> casi di cancro al polmone registrati a gennaio e
>> febbraio del 2006 equivalgono a 34 casi su 10.000
>> persone uomini, donne e bambini rispetto alla
>> tendenza normale precedente di 5,8 casi all’anno ogni
>> 10.000 persone, il che implica che in breve tempo si
>> sono aggiunti 28,2 casi registrati ogni 10.000
>> persone. Sicuramente non può essere ricollegato ad un
>> numero maggiore di statunitensi che fumano sigarette e
>> sicuramente non è dovuto a “altri fattori
>> inspiegabili” quali mutamenti nello stile di vita, che
>> cambiano nel giro di decenni, non in qualche anno. Il
>> motivo più plausibile è che l’aria che respiriamo sia
>> contaminata con uranio impoverito e che in tutto il
>> mondo stia uccidendo persone sane.
>>
>> Se nella popolazione degli Stati Uniti d’America si
>> riscontra un aumento tanto esplosivo di cancro al
>> polmone, che cosa implica questo per il resto del
>> mondo? La popolazione mondiale quello stesso giorno
>> era di 6.503.376.192. Assumendo la stessa proporzione
>> degli Stati Uniti, cioè 28,2 casi aggiuntivi ogni
>> 10.000 persone, il mondo vedrà, o sta già affrontando
>> 18,34 milioni di casi di cancro incurabile all’anno, o
>> 1,52 casi al mese. Lo sa?
>>
>> Tabacco e Cancro al Polmone
>>
>> “Nel 20esimo secolo, nel mondo circa 100 milioni di
>> persone sono morte per malattie associate all’uso di
>> tabacco (cancro, malattia polmonare cronica, malattie
>> cardiovascolari e ictus)”, secondo un resoconto
>> dell’OMS. [6] Questo significa circa un milione di
>> morti all’anno, anche se è comprensibile che ci
>> fossero meno casi nel 20esimo secolo rispetto a dopo,
>> quando la cifra ha raggiunto quasi 1,5 milioni. Nel
>> 2001 ci sono stati 1,5 milioni di morti per cancro al
>> polmone nel mondo, o 125.000 al mese. [7]
>>
>> Ora, se i dati statunitensi parlano di 172.000 nuovi
>> casi nel gennaio - febbraio 2006, una media di 86.000
>> casi al mese, deve essere successo qualcosa di
>> terribile. I cancri indotti da radiazione nucleare
>> sono peculiari: con delle strutture adeguate ed un
>> protocollo di esame corretto, gli assassini non
>> possono nascondersi. Con cautela tutte le 91 malattie
>> indotte dalla radiazione identificate da Leuren,
>> possono essere ricondotte all’avvelenamento da
>> radiazione impoverita.
>>
>> La cartina parla da sola
>>
>> La contaminazione peggiore avviene chiaramente intorno
>> al teatro di guerra, ma la zona all’interno del raggio
>> di 1000 miglia potrebbe trovarsi di fronte ad una
>> grave contaminazione da uranio impoverito. [1]
>>
>> Un raggio di 1000 miglia significa un’area totale di
>> 3,14 milioni di miglia quadrate. I due cerchi nella
>> cartina rappresentano un’area di 6,28 miglia quadrate
>> e, escluso diciamo un 20% dell’area sovrapposta, la
>> zona netta contaminata è di oltre 5 milioni di miglia
>> quadrate. L’area totale terrestre delle zone emerse è
>> di circa 57,3 milioni di miglia quadrate, il che
>> significa che circa l’8% delle zone emerse totali
>> della terra in questo momento è gravemente
>> contaminata. E non sto prendendo in considerazione i
>> teatri di guerra di Bosnia e Kosovo, che hanno
>> gravemente colpito i Balcani e le truppe della NATO.
>> [8]
>>
>> (Il mio commento: mi chiedo se gli israeliani si
>> rendono conto che la politica desiderata dal loro
>> governo, e cioè che gli Stati Uniti attacchino i paesi
>> arabi, ha inquinato anche la loro nazione con l’UI? E
>> poi si può disegnare lo stesso tipo di cerchi intorno
>> alle zone bersaglio statunitensi, alle zone per le
>> esercitazioni e alle basi militari nelle quali i
>> cittadini statunitensi sono stati esposti. Inoltre, il
>> vento che ha soffiato dall’Iraq al Regno Unito ha
>> portato la contaminazione da UI su gran parte
>> dell’Europa, ndr. -KS)
>>
>> Facendo riferimento alla cartina, e posizionando la
>> capitale dell’Afghanistan, Kabul al centro, la zona
>> colpita dall’uranio impoverito comprende il Pakistan,
>> l’intero nordovest dell’India, alcune parti del Nepal,
>> della Cina, regioni principali delle Repubbliche
>> dell’Asia Centrale, l’Iran, e i paesi del Golfo,
>> compresi Dubai e Abu Dhabi, due importanti centri
>> finanziari e commerciali. Se consideriamo come centro
>> Baghdad, le regioni colpite comprendono l’intera Asia
>> Occidentale, parti dell’Egitto, parti della Grecia,
>> Cipro, le regioni intorno al Mar Caspio e le isole nel
>> Mediterraneo orientale.
>>
>> Va notato che l’Iran ed alcuni stati litorali del Mar
>> Caspio sono stati colpiti due volte (vedi l’area
>> sovrapposta dei due cerchi) nel giro di due anni: nel
>> 2001 e ancora nel 2003. Quindi gli effetti peggiori
>> ricadrebbero sull’Iran, qualche paese del Golfo e
>> qualche stato dell’Asia Centrale.
>>
>> Popolazione colpita
>>
>> La popolazione totale stimata all’interno dei due
>> cerchi era di circa 857 milioni (Cfr. tavola) nel
>> luglio 2005. Se negli Stati Uniti c’è stato un
>> importante aumento di sei volte superiore alla normale
>> incidenza del solo cancro al polmone, quale sarà il
>> destino di questi oltre 857 milioni di persone nelle
>> zone centrali? Washington dista esattamente 6193,94
>> miglia dalla radioattiva Baghdad; e anche Kabul,
>> altamente radioattiva è solo poco più distante, circa
>> 6922,93 miglia. [9]
>>
>> Le capitali di 19 paesi si trovano all’interno del
>> raggio di 1000 miglia e includono Nuova Delhi (621
>> miglia), Islamabad (232), Bishkek (651), Beirut (515),
>> Cairo (806), Ankara (785), Gerusalemme (546), Damasco
>> (468), Quwait City (347), Nikosia (643), Teheran
>> (429), Abu Dabi (856), Aman (503), Riyadh (615),
>> Ashqabat (645) eccetera. E gli statunitensi stanno
>> ammalandosi di cancro al polmone a migliaia?
>>
>> Paesi come India, Pakistan, Nepal, Afghanistan, Iraq,
>> e alcuni stati dell’Asia Centrale non hanno neanche
>> strutture adeguate e affidabili per la diagnosi del
>> cancro, per capire se la malattia è dovuta all’uranio
>> impoverito o all’aver maneggiato senza precauzioni
>> pesticidi tossici nelle aziende agricole.
>>
>> I governi continueranno ad ingannare
>>
>> Ci sono alcuni studi che confermano chiaramente una
>> correlazione tra cancro ed esposizione ad un decotto
>> di pesticidi utilizzati sui terreni agricoli in India
>> e in alcune di queste regioni (specialmente nel
>> Punjab) l’incidenza del cancro (del sangue, del
>> sistema linfatico, dell’esofago, osseo, del collo
>> dell’utero ecc.) varia dalle 5,12 alle 10,3 persone
>> ogni 10.000. Negli stessi Stati Uniti, l’analisi
>> svolta dal Centre for Disease Control and Prevention
>> (CDC) [Centro per il controllo e la prevenzione della
>> malattia], dei dati sui residui dei pesticidi condotta
>> su 9282 persone su tutto il territorio nazionale, ha
>> rivelato che fra coloro ai quali sono stati analizzati
>> campioni di sangue e di urine, il 100% presentava
>> residui di pesticidi. [10] Adesso questo è un fenomeno
>> globale ed ha causato senza dubbio gravi problemi di
>> salute (disturbi immunitari, nascita di bambini
>> sottopeso, e molte altre malattie degenerative). Ma
>> manca un impulso.
>>
>> “Ci possiamo aspettare di vedere cancri multipli in
>> un’unica persona. Questi cancri multipli non correlati
>> fra loro presenti nello stesso individuo sono stati
>> riportati in Yugoslavia e in Iraq in famiglie che non
>> avevano mai avuto una storia di cancro. Non si è mai
>> verificato nei precedenti studi sul cancro”, “un nuovo
>> fenomeno”, dice Leuren Moret. Ma la debolezza nella
>> gestione dei dati, nelle tecniche investigative e
>> nella formazione di personale medico e paramedico
>> verrà impugnata dai governi nei paesi colpiti,
>> corrotti dall’amministrazione USA e dagli interessi
>> delle corporation e cullati dalla ninnananna dei media
>> mainstream, per convincere la popolazione che
>> l’avvelenamento da UI è uno dei tanti rischi
>> ambientali benigni con i quali dobbiamo vivere, come è
>> stato fatto da analisti con “materia grigia
>> impoverita” in quattro studi appoggiati (direttamente
>> o indirettamente) dal governo USA. [11, 12, 13, 14]
>>
>> Conseguenze a lungo termine
>>
>> Ancora vivo nella nostra memoria è l’esempio di
>> Chernobyl. Gli scienziati dicono che Chernobyl non è
>> stata un’esplosione nucleare; è stato solo un alto,
>> caldissimo fuoco nel combustibile nucleare. Comunque
>> il fallout radioattivo di Chernobyl ha contaminato per
>> molto tempo terreni e bestiame in tutta Europa e in
>> Scandinavia, e la radiazione si può ancora tracciare
>> nella terra e in alcuni esseri viventi. Le regioni
>> intorno a Chernobyl dovrebbero rimanere inabitate per
>> un tempo stimato che va dai tre ai seicento anni! [15]
>> L’uranio impoverito è orribile; caratteristica comune
>> ai maniaci omicidi che controllano l’amministrazione
>> USA.
>>
>> Ora, proiettiamo questo fatto scientifico su un solo
>> paese, l’India. È stata colpita l’intera regione
>> nordoccidentale, compreso l’Himalaya. Tutti i fiumi
>> perenni che scorrono dall’Himalaya nelle pianure del
>> Gange (il Gange e lo Yamuna con centinaia di
>> affluenti) e nel Pakistan (i cinque fiumi: Indus,
>> Satluj, Jhelum, Ravi e Chenab), contamineranno la più
>> vasta e antica zona agricola alimentare del mondo.
>> Questa regione ha un’alta popolazione di bestiame che
>> contribuisce al fabbisogno agricolo, di combustibile e
>> di cibo e di India e Pakistan che a causa della
>> contaminazione moriranno o dovranno essere distrutti.
>>
>> La regione nordoccidentale è anche la regione che
>> economicamente sta crescendo più velocemente, e si
>> prevede che raggiunga l’Europa nel 2020. La migrazione
>> da regioni orientali con una crescita più lenta ha
>> gonfiato la popolazione transitoria nell’India
>> occidentale, e stiamo parlando di migrazione
>> stagionale di milioni di lavoratori in soprappiù senza
>> azienda agricola/terra, quasi 5 milioni vivono nella
>> sola Delhi cercando in qualche modo di sopravvivere.
>> Povere, fisicamente deboli a causa di un’alimentazione
>> inadeguata, senza accesso ad appropriate strutture
>> mediche, queste persone saranno colpite gravemente.
>> Quando contraggono una delle 90 strane malattie
>> indotte dalle radiazioni, non sanno neanche che cosa
>> li ha distrutti, che cosa ha distrutto le loro
>> famiglie, e che cosa a volte li ha uccisi. Sto
>> parlando di numeri nell’ordine dei milioni, ogni mese,
>> nelle regioni identificate.
>>
>> Distruzione delle civiltà più antiche del mondo
>>
>> Tornando alle due regioni come insieme, non bisogna
>> dimenticare che questa zona ha dato al mondo tutte le
>> religioni moderne: induismo, buddismo, giainismo,
>> ebraismo, cristianesimo, islam, Sikhism, the Baha'i
>> faith, e centinaia di fedi. Persone da tutto il mondo
>> confluiscono in queste regioni per portare omaggio ai
>> loro messia e i loro dei, tranne il papa, chiaramente.
>>
>>
>> E nonostante tutte queste strane cose, queste regioni
>> hanno sostenuto la vita, hanno creato ricchezza, e
>> sostenuto gran parte della popolazione finché sono
>> arrivati i coloni europei all’inizio del XVIII secolo
>> che, anno dopo anno, hanno distrutto la sostenibilità
>> di questa regione, saccheggiato il popolo e le sue
>> risorse naturali. E quando il loro impero è caduto,
>> hanno passato il controllo su queste regioni agli USA.
>> E cos’ha fatto il governo statunitense? Ha distrutto
>> non solo alcune delle maggiori civiltà che il mondo
>> abbia mai conosciuto, ma stanno distruggendo il loro
>> popolo.
>>
>> La dottoressa Rosalie Bertell dice, “I veterani e i
>> civili (in queste guerre) SONO STATI esposti all’UI; e
>> questo UI inalato rappresenta un rischio gravemente
>> aumentato di danno al sistema immunitario e di cancri
>> letali”. “Quelli immediatamente sottovento muoiono (o
>> moriranno) velocemente, nel giro di ore o giorni.
>> Quelli più lontani ci metteranno di più” [15] Il resto
>> del mondo potrà soffrire di una morte prematura con
>> dolori inimmaginabili.
>>
>> Cosa possono fare le persone?
>>
>> Non c’è tempo per stringere le mani di qualcuno. Le
>> persone di questo villaggio globale devono unire le
>> forze in una non-cooperazione pacifica e non violenta
>> coi governi che mentono e uccidono. Formiamo tutti dei
>> piccoli comitati locali e chiediamo ai nostri governi
>> di liberarsi dell’UI. Mobilitazioni per aiutare i
>> veterani e i civili che stanno soffrendo senza
>> differenze di razza, classe sociale, credo o
>> religione. Diciamo a qualsiasi persona in qualche modo
>> connessa col governo, alla società civile, alla
>> polizia e ai membri delle forze armate che ci sono
>> dentro tutti fino al collo. E per finire informatevi,
>> educate la vostra famiglia e il vicinato; leggete le
>> centinaia di documenti autorevoli scritti dagli
>> scienziati. C’è motivo di aver paura se siamo tutti
>> condannati a morte per un crimine che nessuno di noi
>> ha commesso? Se continuiamo a cooperare con questi
>> maniaci omicidi, questo li renderà più arroganti. Il
>> potere è nelle vostre mani.
>>
>> Arun Shrivastava è consulente aziendale di fama
>> riconosciuta. Si può contattare all’indirizzo:
>> arun1951@...
>>
>> Referenze [articolo continua sotto!!!]
>>
>> [1] Depleted Uranium: The Trojan Horse of Nuclear War,
>> LEUREN MORET / World Affairs The Journal of
>> International Issues; 1July, 2004.
>> http://www.mindfully.org/Nucs/2004/DU-Trojan-Horse1jul04.htm
>>
>> [2] "Blowing in the wind", produced by xxxx, a must
>> see documentary
>> [3] Documenti della Dr. Rosali Bertell: (i) Depleted
>> Uranium as a Weapon of War, August 1999 and (ii)
>> Update on Depleted Uranium and Gulf War Syndrome,
>> Parts 1 to 3; Human Studies; 1 January 2005
>> [4] "This is not just a little spike on the charts and
>> much worse is coming," says Karl WB Schwarz,
>> www.rense.com/general69soar.htm
>> [5] http://www.census.gov/main/www/popclock.html
>> [6]
>> http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2003/pr27/en/
>>
>> [7] Khuri FR, Herbst RS, Fossella FV; Emerging therapy
>> in non-small call lung cancer; Ann Oncol; 12:739-44;
>> 2001.
>> [8] (i) "Military Toxics Project: Information Sheet
>> June 2003; (ii) Heads roll at Veterans Administration:
>> Mushrooming depleted uranium (DU) scandal blamed"; Bob
>> Nichols; Project Censored Award Winner;
>> www.sfbayview.com/012605/headsroll012605.shtml
>> (iii) Cfr. anche "It Turns out Depleted Uranium Is Bad
>> for NATO Troops in Kosovo; [What About Everyone
>> Else?]"; di Felicity Arbuthnot; 26 October, 2000.
>> [9] http://www.wcrl.ars.usda.gov/cec/java/capitals.htm
>>
>> [10] Analisi di residui di pesticidi nei campioni di
>> sangue dai villaggi nel Punjab; CSE/PML/PR-21/2005;
>> condotta dal Centre for Science and Environment in
>> collaborazione con il Pollution Monitoring Laboratory,
>> New Delhi; 2005. Questo documento si riferisce al
>> rapporto CDC.
>> I seguenti 4 articoli dal nr 11 al nr 14, perlomeno
>> sottovalutano i problemi dell’UI o peggio sono
>> fuorvianti. Quindi siete avvertiti.
>> [11] Toxicological Profile for Uranium. Washington,
>> DC: ATSDR, US Public Health Service, US Department of
>> Health & Human Services, September 1999.
>> [12] Harley N, Foulkes E., Hilbourne L, Anthony R,
>> Hudson A., A Review of the Scientific Literature As It
>> Pertains to Gulf War Illnesses, Volume 7: Depleted
>> Uranium, RAND Corporation, National Defense Research
>> Institute, Santa Monica, CA, 1999.
>> [13] Institute of Medicine, National Academy of
>> Science. Committee on Health Effects Associated with
>> Exposures During the Gulf War, Gulf War and Health,
>> Volume 1. Depleted Uranium, Sarin, Pyridostigmine
>> Bromide, Vaccines, 2000.
>> [14] Office Of The Special Assistant To The Deputy
>> Secretary Of Defense For Gulf War Illnesses.
>> Environmental Exposure Report: Depleted Uranium,
>> December 13, 2000.
>> [15] Nuclear Bunker Buster Bombs against Iran: This
>> Way Lies Madness; Stephen M. Osborn, 14 March,
>> GlobalResearch.ca
>> http://www.globalresearch.ca/index.php?
>> context=viewArticle&code=OSB20060314&articleId=2093
>>
>>
>> Annesso 1
>>
>> Patologie generali conosciute causate
>> dall’interiorizzazione di particelle di uranio
>> impoverito; lista stilata da Leuren Moret in seguito
>> aD interviste con i veterani della Guerra del Golfo e
>> le loro famiglie (lista parziale)
>>
>> 1. parti anormali e difetti alla nascita
>> 2. metabolismo anormale del seme: contiene amine e
>> ammonium alkaline;
>> Sintomi acuti autoimmunitari (scompenso polmonare,
>> epatico, renale); leucemia mileoide acuta (letale nel
>> giro di giorni o settimane)
>> 3. depressione acuta del sistema immunitario
>> 4. scompenso respiratorio acuto
>> 5. asma
>> 6. deficienze autoimmunitarie
>> 7. Sindrome dei Balcani sangue nelle feci e nelle
>> urine
>> 8. perdita del controllo delle funzioni corporee
>> 9. cancro osseo
>> 10. danno cerebrale
>> 11. tumori cerebrali
>> 12. Sindrome del seme urente
>> 13. sensazioni ustionanti
>> 14. perdita di calico nel corpo
>> 14. segni o sintomi cardiovascolari
>> 15. sensibilità chimiche
>> 16. Sindrome da Affaticamento Cronico
>> 17. disturbi cronici renali ed epatici
>> 18. leucemia mileoide cronica
>> 19. infezioni respiratorie croniche
>> 20. cancro del colon
>> 21. confusione
>> 22. diarrea
>> 23. problemi di digestione
>> 24. vertigini
>> 25. Sindrome di Epstein Barr
>> 26. incremento dei fluidi
>> 27. fibromialgia
>> 28. segni/sintomi gastrointestinali
>> 29. affaticamento generale
>> 30. alterazioni genetiche
>> 31. carcinoma ghiandolare
>> 32. Sindrome della Guerra del Golfo
>> 33. cefalea (grave)
>> 34. patologie/attacchi cardiaci
>> 35. pressione sanguigna alta
>> 36. minzione molto frequente
>> 37. linfoma di Hodgkin
>> 38. deficienza immunitaria
>> 39. infezioni
>> 40. insomnia
>> 41. movimenti involontari
>> 42. dolori alle articolazioni/muscoli/gambe
>> 43. insufficienza/danno renale
>> 44. leucemia
>> 45. carcinoma del fegato
>> 46. perdita di sensibilità alle dita
>> 47. Morbo di Lou Gehrig ALS
>> 48. bassa saturazione dell’ossigeno nel sangue (HbO2
>> bassa)
>> 49. basso volume polomonare
>> 50. danno polmonare
>> 51. cancro al polmone
>> 52. cancro linfatico
>> 53. linfoma
>> 54. melanoma
>> 55. perdita della memoria
>> 56. gusto/sapore metallico
>> 57. agenti fermentanti nel microplasma/infezioni
>> sconosciute
>> 58. violenti sbalzi dell’uomore
>> 59. omicidio/suicidio
>> 60. cancri multipli
>> 61. mieloma multiplo
>> 62. mieloma
>> 63. dolore muscolare
>> 64. danno nervoso
>> 65. malattia degenerativa neuromuscolare
>> 66. linfoma non-Hodgkin
>> 67. altri tumori maligni
>> 68. carcinoma del pancreas
>> 69. morbo di Parkinsons
>> 70. grande e piccolo male
>> 71. rash cutanei
>> 72. disfunzione reattiva delle vie aeree
>> 73. QI ridotto
>> 74. disturbi respiratori
>> 75. fiato corto
>> 76. patologia del seno frontale
>> 77. cancro della pelle
>> 78. danno della pelle: ghiandole sudoripare che
>> contengono particelle di UI
>> 79. infezioni della pelle
>> 80. macchie cutanee
>> 81. perdita dell’olfatto
>> 82. disturbi del sonno
>> 83. irrigidimento delle dita
>> 84. sgretolamento dei denti
>> 85. cancro della tiroide
>> 86. malattia tiroidea
>> 87. incapacità di camminare
>> 88. febbri insolite/sudori notturni
>> 89. insolita perdita di capelli
>> 90. problemi della vista
>> 91. perdita di peso
>> (Fine dell’articolo)
>>
>> La nostra affiliata per la disinfestazione da UI di
>> recente ha analizzato alcune persone in Bahrain e in
>> effetti sono state esposte all’UI. Non sono stati in
>> grado di costituire un gruppo abbastanza ampio per
>> ottenere una proiezione della percentuale della
>> popolazione del Bahrain che è positiva all’UI, ma sarà
>> comunque abbastanza alta. Inoltre è un’esposizione
>> all’UI che non sarebbe dovuta mai avvenire. Il Bahrain
>> rientra nella cartina sopra, e nella tabella si può
>> vedere quante persone sono potenzialmente affette
>> anche solo in quell’unico paese.
>>
>> Nel campione di popolazione analizzato, circa l’80% è
>> risultato positivo all’UI.
>>
>> Le implicazioni sono molto superiori però, se si
>> considera l’Aldermaston Report (cfr. TROVATE TRACCE DI
>> URANIO IMPOVERITO NELL’ATMOSFERA IN INGHILTERRA
>> http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?
>> name=News&file=article&sid=1888
>> , ndt.) che ha individuato tracce di UI addirittura
>> nel Regno Unito dopo i bombardamenti in Afghanistan
>> nel 2001 e in Iraq nel 2003. La questione del Desert
>> Storm non è mai finita perché durante i 12 anni di
>> sanzioni e di No-Fly Zone, sia l’amministrazione
>> Clinton Gore che quella Bush Cheney hanno continuato a
>> bombardare con armi all’UI, addirittura colpendo
>> obiettivi non militari, come centrali per il
>> trattamento dell’acqua, discariche, ecc. per
>> “bombardare l’Iraq e farlo tornare all’età della
>> pietra”, per citare il sionista neocon Edward Luttwak.
>>
>> La lista sopra di effetti negativi sulla salute a
>> causa dell’esposizione all’UI può essere riprodotta
>> praticamente dovunque negli Stati Uniti, intervistando
>> veterani di qualsiasi gruppo dell’esercito o della
>> marina statunitensi, e facendo le appropriate analisi
>> mediche. Questi sono gli stessi tipi di test che la
>> Veteran Administration (VA) non vuole eseguire, non
>> informando accuratamente il paziente veterano sulle
>> sue reali condizioni di salute. Perché? Perché
>> diventerebbe una prova schiacciante contro il governo
>> degli Stati Uniti.
>>
>> Se il governo USA lo ammettesse e cominciasse a
>> fornire le cure adeguate ammetterebbe di aver commesso
>> crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
>>
>> Un singolo atomo di UI può sconvolgere la salute di un
>> corpo umano ed è ancora peggio se questa persona è
>> stata esposta in particolare allo Stronzio 90, U-236,
>> Plutonio 239 o Nettunio 239 che decade in Plutonio.
>> Sono tutte particelle create dall’uomo e vengono
>> prodotte solo attraverso di reazioni nucleari
>> all’interno di centrali nucleari. Ognuno di questi
>> isotopi è conosciuto per essere estremamente mortale e
>> dannoso per la salute di chiunque vi entri in
>> contatto.
>>
>> Esperti medici e scientifici sanno da anni che il
>> radon è pericoloso per la salute, si concentra nelle
>> fondamenta degli edifici e causa cancro del polmone e
>> altri tipi di tumori maligni. Il governo USA però non
>> dice nemmeno che il radon non sia dannoso.
>>
>> Ma allora cos’è il radon?
>>
>> http://www.epa.gov/RadonPubs/physic.html
>>
>> 2. Cos’è il radon?
>>
>> Il radon-222 è un gas radioattivo rilasciato durante
>> il decadimento naturale di torio e uranio, che sono
>> elementi comuni e naturali che si trovano in dosi
>> variabili nelle rocce e nel suolo. Inodore, invisibile
>> e insapore, il radon non viene percepito dai sensi
>> umani.
>>
>> Il radon-222 decade in elementi radioattivi, due dei
>> quali (il polonio-218 e il polonio-214) emettono
>> particelle alfa che sono altamente efficaci nel
>> danneggiare i tessuti polmonari. Questi prodotti del
>> decadimento del radon alfa-emettenti sono implicati in
>> una relazione causale con cancri del polmone negli
>> esseri umani.
>>
>> Il radon si crea durante il lento decadimento
>> dell’uranio che si trova normalmente nell’ambiente. È
>> un gas mortale senza odore né colore.
>>
>> http://www.epa.gov/radon/
>>
>> “Sappiamo che il radon è cancerogeno. Questa ricerca
>> conferma che l’inalazione di bassi livelli di radon
>> può portare al cancro del polmone”.
>>
>> Ora, se è mortale come gas in cantina, quanto più
>> pericoloso e mortale sarà, se il decadimento accade
>> nel corpo umano?
>>
>> Come rivelato nella ventunesima edizione di Uranio
>> Impoverito, l’uranio è un metallo nella classe degli
>> actinidi che riesce a legarsi ad altri elementi
>> creando ibridi, fluoridi, cloridi, idruri, ossidi,
>> uranati, una forma solubile in acqua conosciuta come
>> uranile e organometalli. Si sa anche che ha
>> un’affinità per i fosfati e nel corpo umano può
>> emettere particelle alfa che possono rompere entrambe
>> le catene del DNA perché va per cosí dire "a colpo
>> sicuro" all’interno del corpo umano.
>>
>> Sono rimasto sbalordito ed infuriato quando a
>> Landstuhl, in Germania, i medici e gli infermieri
>> hanno confermato che stavano trovando dei soldati
>> positivi all’UI e che gli era stato ordinato di non
>> fare nessuna registrazione scritta, di prendere
>> campioni di sangue, di congelarli e che il Pentagono
>> li avrebbe analizzati fra due o tre anni. Questa
>> signori non è altro che negligenza criminale, tanto
>> per chiamarla col suo nome…
>>
>> Bisognerebbe fermarsi a riflettere che i leader del
>> paese della libertà e la casa dei prodi in realtà sono
>> semplicemente un gruppo di codardi e criminali di
>> guerra, che rifiutano di affrontare le conseguenze
>> delle loro stesse azioni.
>>
>> I nostri soldati sono tra le persone nelle condizioni
>> fisicamente migliori di tutto il pianeta quando
>> cominciano il loro servizio, ma tornano a casa malati
>> cronici. Questo è un dato di fatto ed è qualcosa che
>> il governo USA non vuole si sappia. Preferirebbero
>> ignorare il problema, ma diciamo che troppo è troppo
>> nel negare il problema fino alla morte, sia in senso
>> figurato che letterale.
>>
>> Ci stiamo muovendo per usare un arsenale di metodi di
>> disintossicazione, medicina interna e nanotecnologia e
>> una nuova generazione di apparecchi medici per il
>> corpo umano.
>>
>> In un certo modo, sarà un tipo diverso di guerra, ma
>> questa sarà per salvare coloro che sono stati
>> trascurati ed abbandonati dal loro stesso governo.
>>
>> La prossima volta che vedete uno degli idioti di D.C.
>> che sorride di fronte alle telecamere insieme alle
>> truppe, ricordatevi tutti che siete appena venuti a
>> sapere dell’UI. Non sono dei grandi leader; sono
>> persone dure e disumane in tutti i sensi. Sono
>> criminali di guerra colpevoli di genocidio e
>> dovrebbero essere visti e trattati come tali.
>>
>> L’UI, lo stronzio 90, U-236, il plutonio 239 e il
>> nettunio 239 che decade in plutonio causano il genere
>> di anormalità elencate sopra, e alcune altre, che non
>> sono presenti nella lista. Anche il vaccino
>> antiantrace causa un inizio precoce di amiloidosi in
>> percentuali largamente superiori rispetto alla
>> popolazione adulta normale, e questo può causare il
>> melanoma, una forma mortale di cancro.
>>
>> Loro (democratici, repubblicani, industria della
>> difesa) stanno distruggendo le vite e la salute di
>> decine di milioni di persone e quindi non sono in
>> grado di governare questa repubblica. L’unica cosa che
>> si meritano è un tribunale, una giuria e che si faccia
>> giustizia per le loro azioni.
>>
>> Cordiali saluti,
>>
>> Karl
>>
>> Karl W B Schwarz (kwbschwarz2@...)
>> Fonte: http://www.rense.com/
>> Link: http://www.rense.com/general70/deple.htm
>> 20.03.2006
>>
>> Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da
>> OLIMPIA BERTOLDINI
>>
>> VEDI ANCHE:
>> TRAPOCK PEACE CENTER
>> http://www.traprockpeace.org/depleted_uranium.html
>> DEPLETED URANIUM TURNS TO POISON GAS
>> http://www.globalresearch.ca/index.php?
>> context=viewArticle&code=NIC20050529&articleId=82
>>
>> HORROR OF US DEPLETED URANIUM IN IRAQ THREATENS WORLD
>> http://www.rense.com/general64/du.htm
>> DEPLETED URANIUM - A KILLER DISASTER
>> http://rense.com/general33/depl.htm

Fonte: Scienzaepace mailing list - scienzaepace @...
ADMIN: http://liste.comodino.org/wws/info/scienzaepace
FAQ: http://clima.casaccia.enea.it/staff/marenco/sp-faq.txt


=== 5. LINKS ===
POISON DUST - A new look at U.S. radioactive weapons

Un nuovo documentario sugli effetti dell'uranio impoverito sui
soldati tornati dall'Iraq:

http://www.informationguerrilla.org/rd.php/www.iacenter.org/poison-
dust.htm

---

La ricerca imbavagliata sulle nanoparticelle inquinanti

Intervista al dott. Montanari, tra la sindrome dei Balcani,
inceneritori e Torri Gemelle: "Gli inceneritori non eliminano i
rifiuti, li rendono anzi mille volte più tossici - dice Montanari -
solo che sono invisibili e, con l'effetto aerosol della combustione,
le particelle prodotte dalle alte temperature si diffondono nell'aria
e finiscono nel corpo umano. Soprattutto perché si inalano e si
posano sui prodotti alimentari che mangiamo ogni giorno"...

http://www.informationguerrilla.org/rd.php/www.peacereporter.net/
dettaglio_articolo.php?idc=0&idart=5481

---

Confident U.S. generals commit war crimes
Uranium as a force multiplier
(Bob Nichols)

...The American expeditionary forces purposefully used a long lasting
genocidal weapon, uranium gas, in Iraq to decimate the Iraqi
civilization. The Americans are still using this genocidal weapon
more than 15 years later. It’s estimated that more than a million
Iraqis died during the past 15 years from wars and sanctions. There
were only about 24.4 million Iraqis to start with in 1991. The
extermination minded American senior politicians and military leaders
are nothing if not determined, ruthless and relentless...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=23562&s2=28
Depleted Uranium Stories Breaking Through Media (David Swanson)

Bob Nichols, an investigative reporter for the San Francisco Bay
View, tells me that U.S. Airforce Lt. Col. Roger Helbig often
threatens media outlets to intimidate them into not covering stories
about depleted uranium and radiation. Today, Nichols says, he's been
unsuccessfully threatening Rob McConnell, host of http://www.xzone-
radio.com ...which at 11 p.m. ET this evening and for the following
three hours will be covering the story...

http://www.uruknet.info/?s1=1&p=23218&s2=11

The perfect monster kills quietly
(Nulwee)

When anyone makes nuclear energy or nuclear weapons, a massive amount
of radioactive waste is created. In the U.S., Depleted Uranium is
harnessed by the government as a component for bombs, shells and
automatic weapons bullets. Nuclear waste remains radioactive for
billions of years, contaminating ground, wa<br/><br/>(Message over 64 KB, truncated)

LETTERA APERTA

Chiediamo se c' é qualcuno, tra i deputati e i senatori del nostro
governo, tra i membri dei partiti della sinistra, che ricorda l'
arresto di Slobodan Milosevic che non aveva aggredito alcun popolo,
che non aveva bombardato nessun bambino innocente, nè distrutto il
suo o altri Paesi.
E chiediamo anche se questo qualcuno ricorda con quale zelante metodo
sbrigativo e antidemocratico la signora Carla del Ponte ne ha
organizzato la infame cattura col versamento in dollari ai
"cacciatori di taglie".

Allora, se così deve andare questo sporco mondo, chiediamo alla
signora Del Ponte o a chi per essa, di arrestare il signor Ehud
Olmert per genocidio gratuito, per criminalità, per il mancato
rispetto di ogni principio di civiltà e di umanità.
Noi, già partigiani contro il nazifascismo, chiediamo l'arresto
immediato di Olmert e il rispetto dei popoli palestinese e libanese
nonchè il risarcimento ai colpiti dei danni provocati.

Roma, 31 luglio 2006

Miriam Pellegrini Ferri
Spartaco Ferri
G.A.MA.DI.
La VOCE (mensile)

hanno aderito finora:

Franco Costanzi
Maria Fierro
Mario Albanesi
Andrea Martocchia

(per aderire: gamadilavoce @... )


--- na srpskohrvatskom ---

Grupa Ateisti Materijalisti Dijalekticari G.A.MA.DI.
u novom broju svog glasnika "La Voce" objavljuje poziv na akciju
protiv krvnika Palestinskog i Libanskog naroda:

<< Ima li iko od poslanika ili senatora u vladi,
Ima li iko od partija na levici da se seti
hapsenja Slobodana Milosevica,
drzavnika koji niti je ikada napao neki narod,
niti bombardovao neduznu decu i razarao druge,
pa ni svoju drzavu ? Takodje pitamo,
Ima li iko da se seti sa kakvom je munjevitom revnoscu,
grubo gazeci sve vazece demokratske procedure,
gospodja Karla del Ponte sprovela u delo to sramno
hapsenje i kako su "lovci na ucene" isplaceni u dolarima.

Pa posto je to nacin, u ovom poganom svetskom poretku,
trazimo od gospodje Karle del Ponte, ili kog drugog
na njenom mestu, da smesta uhapsi g.dina Ehuda Olmerta,
zbog genocida,
zbog zlocina nad covecnoscu,
zbog bezdusnog gazenja vrednosti svekolike ljudske civilizacije.

Mi, bivsi borci antifasistickog NOB-a,
trazimo danas da Olmert bude smesta uhapsen.
Trazimo postovanje za narod Palestine i Libana !
Takodje trazimo materijalno obestecenje
za sve koji su pretpeli stetu. >>

Rim, Italija - 31. jula, 2006.

(prevod: Olga J.)

EPPURE POSSIAMO CANTARE


che il piede straniero è sul cuore di altri
i morti sono in piazze e strade lontane
si ammucchiano tra macerie riarse
i lamenti d'agnello dei fanciulli giungono flebili
e l'urlo nero delle madri non rompe il cristallo
della distanza
i salici non hanno fronde per cetre appese a voto
il vento si è chetato

sono questi i tempi dell'incoscienza
stupida e stupefatta
scorrono le immagini delle mattanze
come quelle della cocacola di schumacher
e vasco rossi

tutto si confonde in un sogno insensato
le cifre dei morti vengono scandite
insieme alle finte commozioni dei potenti

ci dispiace ci dispiace tanto
per le vittime innocenti

oh uomini che danzate fra macelli
e macellati i vostri figli tremano
al pensiero della vendetta da scontare
Sentono l'angoscia che sale dai cadaveri
si accucciano sotto il peso della maledizione

Da millenni di padre in figlio
si tramanda il fratricidio
per il solco maledetto
su cui fondare una Roma

che libertà cercate fra l'odore del sangue
e le rovine? quale riscatto sazierà
le vostre mani nude
che scavano la terra in cerca della morte?
come siete sordi a questa colpa collettiva?

sul confine contate i morti da entrambi le parti
chiudete le palpebre agli occhi fissi
dei vostri piccoli innocenti
o vi incrudelite dietro la
vostra stella di morte
corazzati nelle vostre divise
stupidamente fieri nelle vostre armi vincenti
per ora

la danza macabra corre come
in un nuovo medioevo
e i vostri padroni
brindano insieme alla morte

a voi le vesti del lutto
per loro le tutte le gioie della terra
a voi lacrime e fame
per loro tutte le primizie della terra

oh schiavi coperti di sangue
la terra per cui lottate
la perenne cima da conquistare
è arsa ormai per il troppo sangue
putrefatta dai cadaveri
darà solo frutti marciti

oh schiavi questa è
l'ora della diserzione
che ogni esercito si sciolga
volga le armi contro
i propri generali

scannate i rispettivi padroni
che non ne resti il seme per Dio
che in suo nome vi sterminate
in una guerra che nessuno
può vincere

strappate le divise
e vadano a fuoco
che l'incendio purificatore redima
la vostra ignominia

oh uomini diventate uomini
o che siate maledetti
che la rovina vi travolga
che nessuno resti a piangervi

vittoria


L'avamposto degli Incompatibili
http://www.controappunto.org

Die erste Auflage des Buches

„Die Zerstörung Jugoslawiens: Slobodan Milosevic antwortet seinen
Anklägern“

ist ausverkauft. In einer Woche wird die zweite Auflage erscheinen,
die um den letzten Brief von Slobodan Milosevic und einen offenen
Brief von Jaques Verges und Patrick Barriot an Carla Del Ponte und
die Ärzte des Tribunals erweitert wurde.

Das Buch hat 293 Seiten ,kostet nach wie vor 10 € und kann über den
Zambon Verlag & Vertrieb,
Leipziger Str. 24, D-60487 Frankfurt/Main, Zambon @ zambon.net,
www.zambon-verlag.de
Tel: (069) 779223, Fax: (069) 773054 bezogen werden. Rezension und
Weiterempfehlung äußerst erwünscht.


--- ricordiamo che è in distribuzione il libro:

IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA

IL J’ACCUSE DI SLOBODAN MILOSEVIC
DI FRONTE AL “TRIBUNALE AD HOC” DELL’AIA

Zambon Editore (Frankfurt, 2005)
240 pagine, 10 euro
ISBN 88-87826-33-1

vedi:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204
https://www.cnj.it/documentazione/autodifesa04.htm


---

THE DEFENSE SPEAKS
for History and the Future

Opening Defense Statement at the Hague by President of Yugoslavia
Slobodan Milosevic

With an introduction by Ramsey Clark

List Price $19.95, But at Leftbooks.com Only $15.00
IAC, 2006, 120pp, Index, Appendices, Chronology, softcover
http://www.leftbooks.com/cgi-local/SoftCart.exe/online-store/scstore/
p-biac2006ds.html?E+scstore

---

Slobodan Milosevic

Ma Vérité

Editeur : "Vérité et justice"

http://www.b-i-infos.com/#slobo

AL QAÏDA EST UNE FABRICATION DES ETATS-UNIS



Interrogé par l’agence Ria-Novosti, un porte-parole du Hezbollah a
déclaré : « L’enregistrement des déclarations d’Ayman al-Zawahiri
diffusé par la chaîne de télévision Al-Jazeera était un faux fabriqué
par les services de renseignement états-uniens et israéliens ». Il a
souligné que le Hezbollah n’a jamais entretenu et n’entretiendra
jamais de liens avec Al Qaïda étant donné que sur tous les plans,
surtout religieux et idéologique, il se distingue de cette
organisation. « Le Hezbollah défend les intérêts du Liban et du monde
arabe tout entier alors qu’Al Qaïda fait le jeu de l’administration
états-unienne et que ses actions ne font que porter préjudice à
l’islam et à tous les musulmans », a-t-il conclu.

Source : http://www.voltairenet.org/article142501.html , http://
fr.rian.ru/world/20060728/51950737.html

riceviamo e volentieri segnaliamo:
---------

La donna del catalogo
e altri racconti jugoslavi

a cura di Ljiljana Banjanin

di Autori Vari

Edizioni Trauben per Maja Editore

Antologia di racconti
105 pagine
Euro: 12,00
ISBN: 88-87013-77-2

“ Bisogna disporre di un punto immobile, per giudicare una cosa. Il porto è il punto di riferimento per quelli che sono su una nave; ma, dove si può trovare il porto…?


Recensione a cura di Piera Rossotti Pogliano

Lo "scisma" del generale Tito, la conseguente accusa di "deviazionismo" e l'espulsione della Jugoslavia dal Cominform ha come effetto positivo la libertà, per gli scrittori, dal giogo del Realismo socialista: così, gli scrittori jugoslavi della metà del secolo scorso, liberi dall'obbligo di farsi "ingegneri di anime", possono proseguire le loro sperimentazioni trovando una "via jugoslava" capace di condurre al progressivo superamento del Modernismo e all'approdo sulle variegate spiagge del Postmodernismo.
La raccolta curata da Ljiljana Banjanin presenta nove racconti di scrittori jugoslavi contemporanei che ben documentano questo passaggio, dal più noto Danilo Kis (1935-1989), alla scrittura femminista di Milica Micic Dimovska (n. 1947), a Vladimir Pistalo (n. 1960), pur attraverso scelte moderate, come dichiara la stessa curatrice della raccolta, evitando quindi la prosa sperimentale, l'esoterismo, la prosa documentaria di guerra.
I racconti qui proposti sono un valido esempio di ricerca di tecniche narrative e di scrittura che riflette su se stessa e sul suo processo creativo, ma sono anche - al di là degli aspetti formali - interessanti per il piacere che vi si ritrova di raccontare la vita e i suoi percorsi non lineari. Per questo, sono racconti godibili, che vanno al di là di tutti gli "ismi" possibili per arrivare al cuore dei lettori. Come, del resto, deve fare la buona scrittura letteraria, il cui scopo non è quello di offrire argomenti di speculazione ai critici, ma di coinvolgere chi ama leggere.
Questa raccolta ci riesce.
La raccolta è stata curata da Ljiljana Banjanin, lettrice di lingua serbo-croata all'Università di Torino.


Il libro si può ricevere facendo richiesta alla : info@...  pagamento contrassegno




IL NONVIOLENTO ABILE E ARRUOLATO


Speriamo che finisca questa moda delle forze politiche di dirsi nonviolente.
Comincio' il Partito radicale e i suoi leader finirono in divisa dell'esercito croato.
Continuarono i Verdi e finirono nel governo che bombardava la  Jugoslavia.
Poi si aggiunse anche il Prc che fini' a votare per la guerra afgana.
Speriamo che finisca questa moda delle forze politiche di dirsi nonviolente.

Claudia Cernigoi - Trieste

Fonte: LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO
Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per  la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E,  01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac@...
Numero 1371 del 29 luglio 2006



From:   icdsm-italia
Subject: [icdsm-italia] J. Widell on previous attempts to kill Milosevic
Date: July 28, 2006 11:51:17 AM GMT+02:00
To:   icdsm-italia @ yahoogroups.com


J. Widell on previous attempts to kill Milosevic

[L'articolo che segue ripercorre i tentativi di assassinare Milosevic precedenti a quello, riuscito, degli aguzzini dell'Aia.
Come rivelato dall'ex agente dell'MI6 Tomlison, già nel 1992 i servizi segreti britannici avevano elaborato dei piani per togliere di mezzo Milosevic, per esempio con un finto incidente automobilistico del tipo di quello in cui ha trovato la morte Diana Spencer; in seguito, l'abitazione di Milosevic a Belgrado è stata bombardata dalla NATO (aprile 1999). 
Oggi che Milosevic ha perso la vita in un carcere "superprotetto e supersorvegliato", i responsabili di questo assassinio (che sia per avvelenamento o per omissione di soccorso fa poca differenza) non sono sottoposti ad alcuna indagine ed il lurido lavoro del "Tribunale dell'Aia" ai danni della Jugoslavia e della verità storica può proseguire indisturbato. (A cura di ICDSM-Italia)]


 


So here’s to you Mr Tomlinson

July 15th, 2006

 

Did NATO try to kill Milosevic? “Yeah, right,” you might say, and ask who killed the Kennedy’s when after all it was you and me. But wait a minute. If somebody had asked the same question on April 22, 1999, the reaction would have been quite different. Only a fool could have denied that NAT O did try to kill him then. In case you have forgotten, April 22, 1999 was when NATO sent a missile in Milosevic’s bedroom. The time was 3.10 a.m. As it turned out, Milosevic was not in his bedroom at that time.

 

The truly amazing thing is how fast we forget. And in case you have forgotten, NATO was bombing Belgrade at that time. In 1999, NATO was doing all kinds of nasty things which it dismissed as collateral damage, like the bombing of the Chinese Embassy. According to Human Rights Watch, NATO killed 500 civilians in its air war against Yugoslavia. Others have put the figure at 2500.

 

When the Canadian participation in the US-led attack on Iraq was being discussed, the Canadian Minister of Justice Irwin Cotler told the Canadian Parliament that the attack on Iraq had not been authorized by the Security Council, unlike the Kosovo war. Actually what he said was that the ”preponderance of members of the Security Council” supported a resolution authorizing an intervention in Kosovo but it was torpedoed by the Russian veto. According to Cotler, the resolution was deemed to have legitimacy anyway because the “preponderance of members of the Security Council” supported it (Commons Debates, April 3, 2003 at 5126). That was absolutely (almost) right, except that there was no resolution for the Security Council to pass and therefore nothing for the Russians to veto. The reason there was no proposal was the much-touted ”certainty” of the Western powers that Russia would veto such a resolution so there was no point in preparing a proposal. But how could the preponderance of members of the Security Council support something that did not exist? How could something that did not exist have legitimacy? NATO was acting on its own. That’s how fast we forget. Maybe the point was that the Russians are bad, and that is something we have never been allowed to forget.

 

NATO might have dismissed the missile attack in Milosevic’s bedroom as a harmless prank it thought Milosevic might enjoy. In fact, NATO did explain that the attack was nothing personal. But NATO cannot deny that it thought of killing Milosevic, and had it known where Milosevic was on April 22, 1999, it would certainly have killed him then and there.
But was NATO really acting on a whim? Killing Milosevic seems to have been a long-term priority in some circles. The year before the bombing started, in 1998, the ex-MI6 agent Richard Tomlinson wrote a letter to John Wadham, head of the civil rights organisation Liberty and also Tomlinson’s solicitor. In his letter he stated that MI6, the British Intelligence Service, planned the assassination of Milosevic as early as 1992. Here is the letter: 

Dear Sir,
I would like to bring to your attention a proposal by MI6 to assassinate President Milosevic of Serbia. My motive in doing this is to draw to your attention the casual and cavalier attitude that many MI6 officers have to British and international law. The officer who wrote this proposal clearly could (and in my view, should) be charged with conspiracy to murder. He will no doubt escape unpunished, like many other MI6 officers who routinely break the law. This lack of legal accountability of MI6 officers needs to be addressed urgently.
From March 1992 until September 1993 I worked in the East European controllerate of MI6 under the staff designation of UKA/7. My role was to carry out natural cover operations (undercover as a businessman or journalist etc) in eastern Europe. The Balkan war was in its early stages at this time, and so my responsibilities were increasingly directed to this arena.
My work thus involved frequent contact with the officer responsible for developing and targeting operations in the Balkans. At the time, this was Nicholas Fishwick, who worked under the staff designation of P4/OPS. We would frequently meet in his office on the 11th floor of Century House to discuss proposed and ongoing operations that I was involved in and, indeed, many other operations which I was not myself involved in.
During one such meeting in the summer of 1992 Nick Fishwick casually mentioned that he was working on a proposal to assassinate President Milosevic of Serbia. I laughed, and dismissed his claim as an idle boast as I (naively) thought that MI6 would never contemplate such an operation. Fishwick insisted that it was true, and appeared somewhat offended that I did not believe him. However, I still presumed that he was just pulling my leg, and thought nothing more of the incident
A few days later, I called in again to Fishwick’s office. After a few moments of conversation, he triumphantly pulled out a document from a file on his desk, tossed it over to me, and suggested I read it. To my astonishment, it was indeed a proposal to assassinate President Milosevic of Serbia.
The minute was approximately 2 pages long, and had a yellow minute card attached to it which signified that it was an accountable document rather than a draft proposal. It was entitled “The need to assassinate President Milosevic of Serbia”. In the distribution list in the margin were P4 (Head of Balkan operations, then Maurice Kendwrick-Piercey), SBO1/T (Security officer responsible for eastern European operations, then John Ridd), C/CEE (Controller of east European operations, then Richard Fletcher or possibly Andrew Fulton), MODA/SO (The SAS liaison officer attached to MI6, then Major Glynne Evans), and H/SECT (the private secretary to Sir Colin McColl, then Alan Petty).
The first page of the document was a political “justification” to assassinate President Milosevic. Fishwick’s justification was basically that there was evidence that Milosevic was providing arms and support to President Radovan Karadzic in the breakaway republic of Bosnian Serbia.
The remainder of the document proposed three methods to assassinate Milosevic. The first method was to train and equip a Serbian paramilitary opposition group to assassinate Milosevic in Serbia. Fishwick argued that this method would have the advantage of deniability, but the disadvantage that control of the operation would be low and the chances of success unpredictable. The second method was to use the Increment (a small cell of the SAS and SBS which is especially selected and trained to carry out operations exclusively for MI5/MI6) to infiltrate Serbia and attack Milosevic either with a bomb or sniper ambush. Fishwick argued that this would plan would be the most reliable, but would be undeniable if it went wrong. Fishwick’s third proposal was to kill Milosevic in a staged car crash, possibly during one of his visits to the ICFY (International Conference on the Former Yugoslavia) in Geneva, Switzerland. Fishwick even provided a suggestion about how this could be done, such as by disorientating Milosevic’s chauffeur using a blinding strobe light as the cavalcade passed through one of Geneva’s motorway tunnels.
There was no doubt in my mind when I read Fishwick’s proposal that he was entirely serious about pursuing his plan. Fishwick was an ambitious and serious officer, who would not frivolise his career by making such a proposal in jest or merely to impress me. However, I heard no more about the progress of this proposal, and did not expect to, as I was not on its distribution list.
I ask you to investigate this matter fully. I believe that legal action should be taken against Fishwick, to show other MI6 officers that they should not assume that they can murder and carry out other illegal acts with impunity.

Truth is stranger than fiction. The amazing thing is that Richard Tomlinson is a real person. Nobody has even tried to deny that. The British Foreign Secretary Robin Cook did not deny Tomlinson’s existence either. Instead, he said Tomlinson had an “irrational, deep-seated sense of grievance” against his former employer.

 

Tomlinson may have had a grievance but ironically, judging by the government’s reaction, Tomlinson knew what he was talking about. After being dismissed without warning in 1995, Tomlinson started writing a book. He was arrested in 1997, after showing a synopsis of his book to an Australian publisher. He was convicted for breaking the Official Secrets Act.
After his release, he fled Britain. He said that MI6 used false pretences to persuade the French intelligence service to arrest and beat him in Paris in August 1998. He was detained for 38 hours, and his computer equipment was illegally taken from him. The equipment was not returned until six months later. After being released, Tomlinson decided to leave France for his native New Zealand, but “a few days after my arrival, MI6 persuaded the New Zealand Intelligence Service to again detain and search me in Auckland. More computer equipment was confiscated from me, and again was not returned until six months later.”

 

Tomlinson then decided to move to Australia, but was denied a visa by the authorities. He claims this was again due to intervention by MI6. As a New Zealand citizen, he would normally not require a visa for Australia. Tomlinson then moved to Switzerland. In 2001 he published his book The Big Breach that exposed MI6 to contemporary operations and included claims that MI6 had planned to assassinate former Serb leader Slobodan Milosevic in 1992.

 

Tomlinson’s revelations were connected to the inquiry into the deaths of Princess Diana and Dodi al Fayed in 1997. He suggested that their car crash was staged in imitation of the MI6 plans to have Milosevic killed in a car accident. The following is an excerpt from a sworn and testified statement that he made on May 12, 1999 to the enquiry into the deaths of the Princess of Wales, Dodi al Fayed, and Henri Paul:

[I]n 1992, as the civil war in the former Yugoslavia became increasingly topical, I started to work primarily on operations in Serbia. During this time, I became acquainted with Dr Nicholas Bernard Frank FISHWICK, born 1958, the MI6 officer who at the time was in charge of planning Balkan operations. During one meeting with DR Fishwick, he casually showed to me a three-page document that on closer inspection turned out to be an outline plan to assassinate the Serbian leader President Slobodan Milosevic. The plan was fully typed, and attached to a yellow “minute board”, signifying that this was a formal and accountable document. It will therefore still be in existence. Fishwick had annotated that the document be circulated to the following senior MI6 officers: Maurice KENDWRICK-PIERCEY, then head of Balkan operations, John RIDDE, then the security officer for Balkan operations, the SAS liaison officer to MI6 (designation MODA/SO, but I have forgotten his name), the head of the Eastern European Controllerate (then Richard FLETCHER) and finally Alan PETTY, the personal secretary to the then Chief of MI6, Colin Mc COLL.

As we know, Milosevic died in the United Nations detention unit in The Hague in March 2006. His death did not follow any of the plans discussed by Tomlinson, although an attempt had been made on his life in the missile attack in 1999 (which would suggest that the attempt was inspired by the proposal that he should be killed by a bomb). However, there were originally three different plans, so would it have been impossible to add one or two more? 
But Milosevic died in the UN detention center in The Hague. Was MI6 active in the tribunal? William Spring (CANA, London, UK) suggested it was. He addressed the following letter to Judge Richard May, who was at the time the presiding judge in the Milosevic trial:

It is vital to get to the truth about the 1999 NATO war on Yugoslavia.
It may be that as a lawyer you don’t have any regard for the truth, by which I mean you don’t regard its pursuit as a priority.
But as a contemporary historian, and as a concerned citizen, worried at the waste of UK taxpayers’ money spent funding your illicit judicial forum, I do.
My point is you have disqualified yourself by prejudice and bias from any further conduct of this case.
I have made a formal complaint to the Lord Chancellor about your conduct of the trial.
I refer as well to the failure of The Tribunal to provide medical facilities for the prisoner, nor access to family, nor access to lawyers, nor access to potential witnesses, such as myself, nor access to advisers, nor access to telephones and fax machines, nor access to the Internet, nor even access to a computer.
You give him inedible meals and you deny him exercise.
You are engaged in torture.
You sneer at the prisoner - you generally seek to demean him, you inflict indignities and gratuitous humiliation upon him.
I believe you and the other UK officials at the Court, including Steven Kay, the MI6 agent drafted in so the prosecution can also take over the defence, all of you have systematically conspired to deny the prisoner a fair trial, both on account of the numerous rulings you have made against him, and those you have not, particularly in respect to the conditions of his unlawful detention. [...]”

That may sound far-fetched, but Spring did manage to pinpoint some developments which proved fatal later, like the failure to provide medical facilities to Milosevic. He called the treatment of Milosevic torture, which was again heard after his death. Whatever the truth in this matter, the British overrepresentation in the Milosevic trial defied all laws of probability. After Judge May died of brain cancer in July 2004, his replacement, Iain Bonomy, came from Scotland.

 

All this crazy talk does not come from people who hate the tribunal. Michael P. Scharf served as Attorney Adviser for U.N. Affairs at the State Department during the Administrations of President Bush (the elder) and President Clinton. He should know something about the ICTY as well. He wrote in 1999 (”Indicted For War Crimes, Then What?” Washington Post, Oct. 3, 1999):

From the beginning, the Security Council’s motives in creating the tribunal were questionable. During the negotiations to establish the court–talks in which I participated on behalf of the U.S. government–it became clear that several of the Security Council’s permanent members considered the tribunal a potential impediment to a negotiated peace settlement. Russia, in particular, worked behind the scenes to try to ensure that the tribunal would be no more than a Potemkin court.
The United States’s motives were also less than pure. America’s chief Balkans negotiator at the time, Richard Holbrooke, has acknowledged that the tribunal was widely perceived within the government as little more than a public relations device and as a potentially useful policy tool. The thinking in Washington was that even if only low-level perpetrators in the Balkans were tried, the tribunal’s existence and its indictments would deflect criticism that the major powers did not do enough to halt the bloodshed there. Indictments also would serve to isolate offending leaders diplomatically, strengthen the hand of their domestic rivals and fortify the international political will to employ economic sanctions or use force. Indeed, while the United States and Britain initially thought an indictment of Milosevic might interfere with the prospects of peace, it later became a useful tool in their efforts to demonize the Serbian leader and maintain public support for NATO’s bombing campaign against Serbia, which was still underway when the indictment was handed down.

According to Scharf, the tribunal was used as a propaganda tool against Milosevic. That had been so “from the beginning”. Scharf did not say that anybody wanted to kill him, at least not in the tribunal, but at the time Scharf wrote that, Milosevic had already been indicted.
Five years later, at the time Milosevic was scheduled to begin his defense, Scharf returned to the same theme (”Making A Spectacle of Himself,” Michael P. Scharf, Washington Post, Aug. 29, 2004): 

In creating the Yugoslavia tribunal statute, the U.N. Security Council set three objectives: first, to educate the Serbian people, who were long misled by Milosevic’s propaganda, about the acts of aggression, war crimes and crimes against humanity committed by his regime; second, to facilitate national reconciliation by pinning prime responsibility on Milosevic and other top leaders and disclosing the ways in which the Milosevic regime had induced ordinary Serbs to commit atrocities; and third, to promote political catharsis while enabling Serbia’s newly elected leaders to distance themselves from the repressive policies of the past. [Trial Judge Richard] May’s decision to allow Milosevic to represent himself has seriously undercut these aims.         
Scharf wrote that part of the second objective of the tribunal was to pin prime responsibility on Milosevic. Scharf also repeated his claim that the tribunal had Milosevic in its sights when it was created in 1993. Since the ICTY was not built in a day, the plans must have gone further back than that, and that is where things get murky. The MI6 plan to kill Milosevic dated from 1992.

 

Scharf was not saying that the original plan was to transfer Milosevic to The Hague, although pinning the blame on him might have implied that. However, after Milosevic had been transferred to The Hague, former assistant Secretary of State John Shattuck wrote that the plan to get him in The Hague went back to the 1995 Dayton agreement. He wrote that if the 1995 Dayton agreement “prolonged Milosevic’s rule ... it also sealed his fate.” By signing the Dayton agreement, Milosevic reputedly recognized the tribunal. When he was arrested in 2001, “the trap that had been set in 1995 at last slammed shut,” wrote Shattuck. It has been observed that if the allegations of Milosevic’s war crimes in Bosnia and Croatia had been true, he would have been indicted in 1995. A lot more bloodshed was needed before Milosevic could be indicted. How much was Milosevic’s own life worth after that?

 

The strange thing is that Richard Tomlinson was held for questioning after Princess Diana died, even if the connection between her death and the 1992 plans to assassinate Milosevic was tangential at best. Milosevic himself died under the Western authorities’ watchful eye nine years later. Where are the arrests now?


 

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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic 
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia" 
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)

Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:

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ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci  27 -- 00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-7915200 -- email: icdsm-italia @ libero.it
  *** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad 
  Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:


http://www.unponteper.it/emergenzalibano/article.php?sid=21

attivati: Lettera al GR1

Pubblicato 27 07 2006 da libano Pagina Stampabile Invia questo
Articolo ad un* Amic*

L'informazione è un elemento centrale di ogni conflitto. Siamo
sfortunatamente abituati a leggere ed ascoltare notizia faziose e di
parte che non aiutano a capire le complessità che ci troviamo di
fronte e tanto meno a capire le sofferenze inflitte alla popolazione
civile tutta.

Oggi è il turno del TG 1 di Radio Rai rispetto all'ennesima giornata
di bombardamenti e guerra che sta distruggendo il Libano.

Vi invitiamo a leggere la lettera invitata al direttore di Radio RAI
e a chiedere un'informazione corretta e non 'militarizzata'.

Mandate mail: grr@...

Telefonate alla redazione esteri: 06/33172703


Al direttore del GR1 Roma, 27 Luglio 2006

Caro direttore,

nel giornale radio GR1 delle 6.00 di questa mattina davate questa
notizia:

“Ieri è stata intanto una pesantissima giornata sul terreno: gli
hezbollah hanno lanciato oltre un centinaio di razzi sulla Galilela
mentre 9 soldati israeliani sono morti nei combattimenti nel sud del
Libano, dove le milizie sciite stanno opponendo una feroce
resistenza. L'offensiva, secondo i comandi militari dello Stato
ebraico, durerà ancora diverse settimane. I primi aerei carichi di
aiuti umanitari sono intanto atterrati a Beirut, risparmiata ieri dai
raid israeliani che hanno preso di mira invece la città di Tiro.”

Non esitiamo a definire vergognoso il modo il cui la giornata di ieri
è stata riassunta.

1. Si da notizia dei soldati israeliani uccisi e non dei combattenti
di Hetzbollah

2. Non si da notizia degli almeno 28 civili libanesi uccisi

3. Si da notizia dei razzi di Hetzbollah sulla Galilea e non delle
decine di bombardamenti israeliani su città e villaggi nel sud, nella
valle della Bekaa, sui camion sulla strada per Damasco, citando solo
alla fine Tiro (“presa di mira” e non “bombardata”) omettendo che si
trattava di quartieri residenziali e che ci sono state decine di feriti

4. si parla di “feroce resistenza delle milizie sciite” e non dei
“feroci bombardamenti israeliani”

5. si evidenzia l’arrivo di aiuti umanitari e non si ricorda che ci
sono 500/700.000 sfollati

6. si evidenzia invece che Beirut è stata “risparmiata dai raid
israeliani”

Un bell’esempio di giornalismo di guerra militante

Un Ponte per ...

Fabio Alberti

(presidente)

Joint statement: Solidarity with Palestinian and Lebanese people

Joint statement by 65 communist and workers’ parties

http://inter.kke.gr/News/2006new/2006-07-joint/

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63 tra Partiti Comunisti e Operai sottoscrivono una dichiarazione di
solidarietà con il popolo Palestinese e Libanese


Condanniamo fermamente tutti gli atti aggressivi messi in atto
dall’esercito israeliano a Gaza ed in Libano con le tragiche
conseguenze per la vita del popolo palestinese, libanese e
israeliano ma anche per i popoli degli altri paesi.
Rigettiamo e condanniamo gli avvertimenti e le minacce dei governi
USA e israeliano indirizzati alla Siria ed all’Iran e contro gli
altri paesi della regione. Queste minacce rivelano che la vera forza
espansionista ed aggressiva della regione è Israele..
Contrastiamo con forza la politica US che incoraggia l’aggressività
israeliana. Rigettiamo l’ipocrisia mostrata dai leader del G8 e la
politica dell’equidistanza perseguita oggi da certe forze.
Siamo fortemente preoccupati e consapevoli dei grandi pericoli per
una generale estensione della crisi in Medio Oriente, per una nuova
guerra civile e per un massiccio intervento imperialista in Libano
coperto dal pretesto di “misure per costruire la pace”.
I bombardamenti contro il Libano si accompagnano alla feroce
offensiva nella striscia di Gaza, al rapimento e alla prigionia di
membri del parlamento palestinese, al tentativo di eliminare
l’Autorità Nazionale Palestinese, di distruggere le infrastrutture e
di far sprofondare la società palestinese in uno stato di caos.

I raids a Gaza ed in Libano costituiscono un nuovo passaggio del
“Grande Medio Oriente” sostenuto dalla politica di Stati Uniti e
Nato, politica che è diretta contro i diritti legittimi dei popoli,
la resistenza popolare, le forze progressiste e amanti della pace.

Il governo israeliano, la sola potenza militare nucleare della
regione, dimostrativamente ignora le risoluzioni del Consiglio di
Sicurezza dell’ONU, viola gli accordi presi con le organizzazioni
palestinesi riguardanti la creazione di uno stato indipendente
palestinese accanto ad Israele,e rigetta il cessate il fuoco proposto.
Questo è anche in violazione della 4° Convenzione di Ginevra, una
legge internazionale, che proibisce le punizioni collettive, gli
“omicidi” mirati, e la distruzione delle infrastrutture di un
territorio occupato.
Chiamiamo tutte le forze amanti della pace a manifestare la loro
solidarietà con il popoli Palestinese e Libanese, insieme alle forze
progressiste che combattono per la pace in Israele e ad intensificare
la lotta per una soluzione politica basata su :
L’immediata cessazione degli attacchi ed il ritiro dell’esercito
israeliano
Il rispetto della sovranità nazionale e dell’integrità territoriale
contro qualsiasi intervento imperialista sotto qualunque pretesto
L’immediato rilascio dei prigionieri politici
Il completo smantellamento delle colonie ed il ritiro di Israele dai
territori occupati nel 1967
La nascita di uno Stato Palestinese (striscia di Gaza e West Bank)
con Gerusalemme est capitale, accanto ad Israele.
La soluzione della questione dei rifugiati. Il ritorno dei rifugiati
dovrà basarsi sulla risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU n°
194 e in accordo con le altre risoluzioni dello stesso.
Solo portando fuori i soldati israeliani da Gaza e dal Libano e
solo una pace giusta e percorribile potrà mettere fine allo
spargimento di sangue e garantire la sicurezza per tutti i popoli
del Medio Oriente.

20 luglio 2006

I Partiti firmatari

· Communist Party of Albania
· Communist Party of Australia
· Communist Party of Bangladesh
· Communist Party of Belarus
· Workers' Party of Belgium
· Communist Party of Brazil
· Communist Party of Britain
· New Communist Party of Britain
· Workers' Communist Party of Bosnia and Herzegovina
· Communist Party of Bulgaria
· Party of Bulgarian Communists (former Bulgarian Communist Party
“Georgi Dimitrov”)
· Communist Party of Canada
· Communist Party of Chile
· Communist Party of Cuba
· Communist Party of Bohemia & Moravia
· AKEL, Cyprus
· Communist Party in Denmark
· Communist Party of Denmark
· Communist Party of Equador
· Communist Party of Egypt
· Communist Party of Estonia
· Communist Party of Finland
· Communist Party of Macedonia
· Unified Communist Party of Georgia
· German Communist Party
· Communist Party of Greece
· Hungarian Communist Workers' Party
· Tudeh Party of Iran
· Communist Party of Ireland
· Workers’ Party of Ireland
· Communist Party of Israel
· Jordanian Communist Party
· Socialist Party of Latvia
· Lebanese Communist Party
· Socialist Party of Lithuania
· Communist Party of Luxembourg
· Communist Party of Malta
· Party of the Communists, Mexico
· Popular Socialist Party of Mexico
· New Communist Party of the Netherlands
· Communist Party of Norway
· Palestinian People’s Party
· Paraguayan Communist Party
· Phillipine Communist Party (PKP-1930)
· Communist Party of Poland
· Portuguese Communist Party
· Communist Party of Romania
· Communist Party of the Russian Federation
· Communist Party of the Soviet Union
· Russian Communist Working Party – Russian Party of Communists
· New Communist Party of Yugoslavia
· Communist Party of Slovakia
· Communist Party of the Peoples of Spain
· Communist Party of Spain
· Sudanese Communist Party
· Syrian Communist Party
· Syrian Communist Party
· Communist Party of Turkey
· The Party of Labour, EMEP, Turkey
· Communist Party of the Ukraine
· Union of Communists of Ukraine
· Communist Party, USA
· Communist Party of Venezuela


(Fonte: sito del Partito Comunista Greco KKE : http://inter.kke.gr/
segnalato da Marta Turilli, che ringraziamo)

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GIOVEDI' 27 LUGLIO

CORTEO A ROMA

ore 17,30 P.zza Della Repubblica

NO ALL’AGGRESSIONE MILITARE ISRAELIANA CONTRO I POPOLI PALESTINESE E
LIBANESE

NO AL RIFINANZIAMENTO DELLA MISSIONE MILITARE ITALIANA IN AFGHANISTAN

A FIANCO DELLA RESISTENZA DEI POPOLI DEL MEDIO ORIENTE

https://www.cnj.it/INIZIATIVE/roma270706.htm


INDIGNATI E PREOCCUPATI PER QUELLO CHE STA SUCCEDENDO IN MEDIO ORIENTE ADERIAMO, COME COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA JUGOSLAVIA, ED INVITIAMO TUTTI AD ADERIRE E PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 27 LUGLIO A ROMA
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Mail: forumpalestina@...          

 



NO ALL’AGGRESSIONE MILITARE ISRAELIANA CONTRO I POPOLI PALESTINESE E LIBANESE

NO AL RIFINANZIAMENTO DELLA MISSIONE MILITARE ITALIANA IN AFGHANISTAN

A FIANCO DELLA RESISTENZA DEI POPOLI DEL MEDIO ORIENTE

La mozione presentata e letta all’assemblea degli autoconvocati del 15 luglio scorso a Roma, in cui si chiede l’abrogazione dell’accordo di cooperazione militare tra Italia ed Israele e l’adozione di sanzioni diplomatiche e commerciali verso Israele ha lanciato un appello alla mobilitazione per il 27 luglio. Di fronte all’escalation israeliana in Medio Oriente il documento sta raccogliendo adesioni in tutta Italia.

Sentiamo la necessità di una risposta forte e immediata all’ennesima aggressione israeliana e in solidarietà ai popoli palestinese e libanese e alla loro resistenza all’occupazione militare il cui carattere criminale è sempre più evidente: il 90% dei morti provocati dai bombardamenti israeliani sono civili, donne, bambini.

GIOVEDI' 27 LUGLIO

CORTEO A ROMA

ore 17,30 P.zza Della Repubblica

ADESIONI 

Forum Palestina, Comitato con la Palestina nel cuore, Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori, Comitato “Per non dimenticare Sabra e Chatila”, Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese in Italia, Unione Democratica Arabo – Palestinese (UDAP Nazionale), Associazione di Solidarietà con Cuba “La Villetta”, Rete dei Comunisti, InternationalSolidarity Movement (ISM Italia), Comitato di Solidarietà con l’Intifada, Comunità Libanese di Roma, Cub-Lazio, Red Link, il Comitato per il ritiro delle truppe, CPA Firenze Sud, CircoloArci “Agorà” Pisa, Associazione Giovani Palestinesi "Wael Zuaiter", Comunità Palestinesi in Italia, Coordinamento Cittadino PdCI Bologna, Campo Antimperialista, Comitati Iraq Libero ,circolo politico-culturale "R/anus, Mimmo Beneventano" di San Giuseppe Vesuviano, Social Forum Cecina (Li), gruppo khalas - Napoli, Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia

Proponiamo ai movimenti, alle forze politiche e sindacali, ai comitati ed alle associazioni un’assemblea nazionale da tenersi nella seconda metà di settembre per organizzare insieme unagrande manifestazione nazionale di solidarietà con i popoli palestinese, libanese, iracheno e con tutti i paesi del Medio Oriente minacciati dal colonialismo e dal militarismo israeliano e dai suoi protettori statunitensi ed europei.

 


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Israele / NATO: Il tandem della guerra infinita.

Ovvero come il peacekeeping si trasforma sul campo di battaglia. Passando per Roma.

Mercoledì 26 luglio ’06 la conferenza di Roma sul Libano sancirà il ritorno “alla grande” dell’Italia nel gotha della diplomazia internazionale.
Riuniti da D’Alema e Prodi alcuni tra i protagonisti del massacro in Libano e Palestina: i paesi che aggrediscono ed i loro vassalli mediorientali.
Non la Siria, tanto meno l’Iran. Di Hezbollah nemmeno a parlarne, ’che il problema sono loro.
Peccato che il “Partito di Dio” alle ultime elezioni si sia attestato ad un 27,5% e sia presente nel governo libanese con 2 ministri. La democrazia in quei luoghi evidentemente ancora non è funzionale agli obiettivi del Grande Medio Oriente.
Sarà invece presente Condoleeza Rice, segretaria di Stato USA, la quale, mentre passa armi micidiali agli alleati israeliani via camp Darby (grazie anche all’accordo militare Italia Israele), dà tempo alla macchina bellica sionista di compiere il lavoro sporco, cioè l’allontanamento della resistenza libanese dalla sua terra, il Sud del Libano.
Di cosa si discuterà allora a Roma?
Evidentemente del che fare dopo il massacro in atto nel martoriato paese dei cedri.
Si parla di una “forza d’interposizione” tra Israele e Libano in grado di mantenere lontani di almeno 20 km i resistenti libanesi dal confine con Israele.

20 km era la fascia di sicurezza che dopo l’invasione del 1982, per oltre 20 anni, gli israeliani hanno sottratto al Libano.
Solo la forza della resistenza libanese e palestinese riuscì a liberare l’area, attraverso un impressionante stillicidio di operazioni militari troppo costose anche per il potente esercito con la stella di David.
Ora la nuova “coalizione per la pace in Medio Oriente” in costruzione ci riprova, avanzando l’ipotesi di una forza ben più consistente ed armata  della vecchia UNIFIL, impotente schieramento di caschi blu ONU, bersagliato spesso dai cannoni e dagli aerei sionisti. Non a caso, anche in questi giorni di aggressione contro il Libano le basi ONU sono un bersaglio privilegiato di Israele.

L’entourage del premier Olmert lancia segnali di disponibilità sul progetto della forza di interposizione, “magari  - si legge dalle agenzie - composta dai soldati della Nato piuttosto che dai caschi blu, per tenere lontano i miliziani di Hezbollah dalla frontiera”.

Il quadro inizia ad essere nitido, mettendo in luce il significato delle recenti esercitazioni NATO con la presenza di truppe israeliane in Sardegna prima ed in Grecia dopo. In questa situazione l’accordo militare Italia Israele, sottoscritto dal governo Berlusconi e ancora in pieno vigore sotto l’attuale governo Prodi, acquista un preciso senso ed una chiara funzione.

Dopo l’esperienza del Kosovo, banco di prova dei “bombardamenti umanitari” gestiti dai governi progressisti di Clinton, Blair e D’Alema, il peacekeeping si è adeguato alle esigenze di coloro che ancora oggi detta tempi e modi delle guerre, gli angloamericani.
Cambiato nell’aprile 1999 l’art. 5 dello statuto, la NATO si trasforma in alleanza offensiva e di supporto diretto ad Enduring Freedom in Afghanistan, con quella operazione ISAF al voto in questi giorni del parlamento italiano.
L’ipotesi di un “cuscinetto di guerra” in terra libanese sarebbe un altro passo in avanti nell’impegno diretto a ridosso del vulcano mediorientale.

Come sarebbero accolte le truppe NATO in Sud Libano, di fronte al vergognoso “gioco di squadra”  in atto,  per cui gli accordi si fanno sulla pelle e contro libanesi e palestinesi? Che ruolo si troverà a svolgere questo consistente contingente militare nell’eventualità di un probabile conflitto israelo/americano con Siria e Iran?

Comprendiamo la soddisfazione di D’Alema e Prodi per il successo diplomatico di questi giorni. I personaggi in fatto di guerra sono coerenti con le loro ipotesi politiche “multilateraliste”.

Sempre più duro sarà invece per la sinistra cosiddetta “ radicale” cogestire queste politiche e giustificarle di fronte ai propri elettori.

Il nuovo movimento contro la guerra deve guardare in faccia la nuova idra multicefala del militarismo, affrontarla con determinazione, scrollandosi di dosso chi, in nome della "governance", tenta di chiudergli gli occhi, sviarlo, metterlo a tacere.


Il Comitato nazionale per il ritiro dei militari italiani





(english / italiano)

Kosovo, chiese ortodosse sempre sotto tiro


0. THE MOST RECENT DESTRUCTIONS (links)

1. Kosovo, chiese ortodosse sotto tiro (Tommaso Di Francesco)

2. NUOVO LIBRO: L'altra guerra del Kosovo. Il patrimonio della cristianità serbo-ortodossa da salvare
- recensione di Ida Dominijanni
- recensione di Loris Campetti
- intervista al vicario del monastero di Decani (2004)

3. FLASHBACK : THE 2004 DESTRUCTIONS

4. LINKS


=== 0 ===

THE MOST RECENT DESTRUCTIONS (links):

Serb church vandalized in Kosovo
BBC Monitoring Europe (Political) - April 16, 2006

Kosovo church demolished
B92 (Serbia and Montenegro) - May 12, 2006

ANOTHER SERBIAN CHURCH DESECRATED IN KOSOVO
FoNet - May 13, 2006

SERBIAN CHURCH DEMOLISHED IN KOSOVO
Beta - June 20, 2006

Serbian church in northern Kosovo attacked again 

WHC puts Medieval Monuments in Kosovo in danger list
Xinhua - July 17, 2006


=== 1 ===

il manifesto
27 Giugno 2006

Kosovo, chiese ortodosse sotto tiro

Nel mirino Monasteri profanati, cimiteri distrutti, simboli abbattuti. Tornano nel mirino i serbi. Gli albanesi di Pristina aspettano la promessa indipendenza. Tutta la leadership di Belgrado dice no e sì ad una larga autonomia. Il premier Kostunica oggi da Blair che, con Bush, lo invita a «non isolarsi». Il premier serbo per la prima volta invitato in Kosovo domani 28 giugno per l' anniversario della Piana dei Merli. L'Italia quasi tace

Tommaso Di Francesco

La chiesa di Sant'Andrea profanata a Podujevo, più di trenta tombe ortodosse devastate a Staro Gracko, cimiteri dissacrati, enormi croci divelte dalle cupole dell'antica chiesa della Santa Vergine a Obilic (a fine maggio hanno tentato perfino di uccidere un prete della diocesi di Pristina), un contadino serbo, Dragan Popovic, ucciso il 20 giugno a Klina: è il Kosovo pacificato dall'amministrazione Onu e dall'occupazione militare Nato. Morti e devastazioni che vanno ad aggiungersi a quelli dei pogrom del marzo 2004, ma in Kosovo - dall'ingresso delle truppe della Nato secondo la pace di Kumanovo del giugno 1999 dopo 78 giorni di bombardamenti «umanitari» della Nato su tutta l'ex Jugoslavia - è sempre stato «marzo», con lo scatenamento di una feroce contropulizia etnica: 1300 serbi, rom e albanesi moderati uccisi, altrettanti desaparecidos, 150 chiese e monasteri ortodossi rasi al suolo o incendiati, 200.000 serbi fuggiti nel terrore e altrettanti rom. E proprio in queste ore la minoranza cristiano ortodossa della provincia ancora formalmente serba e che sciaguratamente l'amministrazione Onu ha avviato verso l'indipendenza, torna sotto tiro. Il vescovo di Pristina, Artemije ha condannato la profanazione dei luoghi di culto di questi giorni accusando: «Siamo preoccupati, la comunità internazionale dovrebbe proteggere le zone attorno ai luoghi santi». L' escalation di violenze che da un mese si è riscatenata contro i serbi è stata oggetto di un preciso rapporto in Vaticano presentato dall'ambasciatore serbo alla Santa sede, Darko Tanaskovic. La «situazione della libertà religiosa in Kosovo resta davvero intollerabile e non rispondente agli standard internazionali» afferma Joseph Grieboski, presidente e fondatore dell'Institute on Religion and Public Policy - organizzazione americana indipendente.
Significativo il fatto che invece la diplomazia laica sia sul baratro, in silenzio o in procinto di acconsentire a quell'indipendenza che gli Stati uniti hanno di fatto avviato con una guerra che i governi europei della Nato motivavano invece come necessità «umanitaria». George W. Bush arrivando al vertice di Vienna la scorsa settimana ha promesso di incontrare il premier serbo Vojslav Kostunica e incoraggiarlo a dialogare perché «il dialogo tra la Serbia e e coloro che aspirano all'indipendenza del Kosovo deve andare avanti, certo «proteggendo i diritti delle minoranze». Come non è chiaro, visto che questa «indipendenza» che priverebbe la Serbia semplicente dei luoghi della sua cultura fondativa, è stata perseguita con la contropulizia etnica, sotto gli occhi della Nato. Più sbrigativo Tony Blair che, scriveva ieri il Financial Times, dirà a Vojslav Kostunica che incontrerà oggi, che deve riconoscere la «differente visione» dell'indipendenza, pena «l'isolamento». Ma che la situazione resta drammatica e di difficile soluzione, lo si capisce dai difficili movimenti dell'inviato dell'Onu Martti Ahtisaari dal quale trapela la notizia di un vertice estivo, già il 21 luglio, tra serbo e albanesi kosovari, ma anche la convinzione che i colloqui «continueranno anche nel 2007». In Serbia il premier Kostunica e il presidente Boris Tadic, pur rappresentando realtà politiche diverse della leadership di Belgrado, insistono a dire no ad ogni pressione sull'indipendenza pronti invece a riconoscere una profonda autonomia del Kosovo. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu, maleinformato per il ruolo nefasto dell'amministratore Soren Jessen Petersen che ha improvvisamente lasciato l'incarico prima della fine del suo mandato, si è già riunito la scorsa settimana sul Kosovo e resta preoccupato. L'Onu ha per la prima volta autorizzato Kostunica a venire in Kosovo domani 28 giugno (festa di Vidovdan) nel 617mo anniversario della battaglia della Piana dei Merli, storica sconfitta dei serbi nel 1389.
In Italia di Kosovo si preferisce non parlare. Solo l'ex generale Mini che comandava la Kfor, ripete che lì la realtà tornerà esplosiva. E fa capolino nel difficile clima afghano con l'Udc che si dice pronta a votare con la maggioranza «come con il Kosovo» all'epoca di D'Alema premier. E D'Alema? Non ha ancora riaperto il dossier Kosovo, tuttavia, ricevendo l'inviato Martti Ahtisaari ha insistito per una soluzione negoziale che «garantisca un Kosovo multietnico» procedendo «con equilibrio e senza accelerazioni artificiali».


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il manifesto
18 Luglio 2006
Politica o quasi

Kosovo, morte e resurrezione

Ida Dominijanni

Diventata forma fisologica della politica agonizzante d'inizio millennio, la guerra non dà tregua: l'una si sussegue all'altra senza soluzione di continuità. E il fuoco dei media sull'ultima rimuove, ogni volta, il portato e i residui di quella precedente. Mi fa un certo effetto, devo confessarlo, trovarmi sul tavolo, mentre la tv trasmette le immagini di Beirut in fiamme, un volume a più voci recentemente curato da Luana Zanella, L'altra guerra del Kosovo. Il patrimonio della cristianità serbo-ortodossa da salvare (Casadeilibri): lo guardo e mi sembra fuori fuoco e fuori contesto. La verità è che anch'io, come tutti, ho già dimenticato: da quando brucia il Medioriente chi si ricorda più del Kosovo, se non quei pochi - tra cui gli autori del libro in questione - che ostinatamente continuano a monitorare quello che accade nella sventurata regione dei Balcani? Dall'ultima guerra del '900, quando ancora non c'era stato l'11 settembre, la preemptive war non era stata inventata e il terrorismo islamico covava sottotraccia, sembra passato davvero un secolo. E sì che quanto al crescere della febbre identitaria e del conflitto etnico-religioso gli eventi della ex Jugoslavia avevano già annunciato tutto quello che c'era da annunciare.
E' contro questo oblìo che il libro nasce ed è in particolare alla politica italiana e europea, le meno autorizzate a dimenticare, che si rivolge. Deputata Verde pacifista, nel '99 contraria all'«intervento umanitario» del governo D'Alema, Zanella ha visitato le terre martoriate dell'ex Jugoslavia più volte, in guerra e dopo, e qui in specie racconta la sua visita in Kosovo del dicembre 2004, quando era diventato evidente il rovesciamento intervenuto in quella regione, dalla catastrofe umanitaria della comunità albanese perseguitata e «ripulita» da Milosevic che aveva legittimato la guerra a quella della comunità serba e di altre minoranze non albanesi - rom, bosgnacchi, goranci, ashkali - perseguitate dall'Uck e dalle bande criminali nella dimenticanza dei media e della politica. In questo contesto la rivisitazione del patrimonio artistico serbo-ortodosso che il libro propone - e che fa seguito alla campagna per la sua salvezza lanciata qualche anno fa da un appello di Massimo Cacciari - acquista un evidente senso politico. Come scrive Zanella, «non si tratta di difendere unicamente la cristianità serba, ma la possibilità stessa della convivenza fra popoli e culture differenti». La tradizione di tolleranza religiosa del Kosovo è infatti messa in forse non solo dagli eventi politici e militari, ma anche dalla perdita delle tradizioni locali, e quella «terra sacra» ad alta densità simbolica carica di monasteri, chiese, dipinti rischia di diventare un crocevia di traffici d'ogni sorta, potenziale base nel cuore dell'Europa per il terrorismo fondamentalista.
Del patrimonio artistico kosovaro, davvero «simbolico» dell'interculturalità perché esso stesso ponte fra culture diverse, scrivono Rosa D'Amico, Valentino Pace, Alessandro Bianchi. Andrea Catone, Daniele Senzanonna, Renato D'Antiga mettono a fuoco alcuni passaggi della storia del Kosovo dal medioevo in poi, Tommaso Di Francesco alcuni momenti della cronaca recente. Cacciari, nella prefazione, insiste sul filo che lega, o dovrebbe, la percezione della tragedia politica e della posta in gioco culturale e spirituale: è questo secondo versante che «aiuta a capire la 'profondità' delle recenti tragedie, e come la loro radice debba essere cercata indietro nel tempo, negli strati che potevano apparire sommersi dell'anima di quei popoli». Nessuno sconto è possibile e nessuna rimozione consentita: «anche in questo caso è necessario guardare in faccia tutto l'inferno della storia», tanto più anzi in questo caso, emblematico di come le umane vicende procedano per salti imprevisti, a onta dei nostri calcoli razionali. Può accadere, nella ex Jugoslavia è accaduto, che la guerra civile scoppi efferata fra vicini di casa che fino al giorno prima avevano fatto festa assieme e si erano riconosciute nelle stesse icone artistiche. Ma può accadere anche il contrario, che quelle icone ridiventino segni e tramite di ospitalità reciproca. «I monasteri e le chiese del Kosovo rappresentano nei loro grandi cicli di affreschi questa capacità di resurrezione, la volontà di non arrendersi al destino della inimicizia e della morte».

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il manifesto
19 Maggio 2006

Un popolo in fuga, una cultura nel mirino

Infelice Kosovo troppo lontano dall'Europa

Il dimenticato patrimonio della cristianità serbo ortodossa, una storia di violenza, invisibile a chi pretende un'identità religiosa per il Vecchio continente

Loris Campetti

Come dimenticare il tormentone sulle «radici cristiano-giudaiche» dell'Europa? Difficile riuscirci, tanto più che proprio quando si pensa che si sia finalmente inabissato, eccolo carsicamente riemergere, agitato in forma individuale o collettiva da una folta schiera di «fedeli» alla Chiesa di Roma - quel «giudaico» aggiunto a cristiano serve solo a salvare la coscienza europea, come se bastasse una mano di sapone a ripulirla dai crimini della Shoah. Il tormentone dunque non ha una fine, ma un fine sì che ce l'ha ed è quello di mettere un doc, un marchio d'origine sul Vecchio continente, da parte di chi si sente «assediato» da religioni e culture «altre». Bisognerebbe organizzare un viaggio collettivo per portare in processione a Pristina e nei centri della martoriata regione kosovara questa schiera di «europei doc»: potrebbero così prendere atto dello scempio fatto della memoria e dell'arte della cristianità dagli «infedeli» albanesi - quelli la cui identità europea verrebbe negata dal marchio d'origine - nel corso dei secoli, con un'accelerazione eccezionale dal 1999 quando le bombe umanitarie fecero strage di serbi, zingari, profughi, albanesi di passaggio e, naturalmente, di strutture, infrastrutture, fabbriche, abitazioni, ma anche monasteri e opere d'arte.
Il popolo serbo, tutore di una memoria collettiva, non ha potuto usufruire della «guerra di religione» dichiarata al mondo islamico e consacrata due anni più tardi, l'11 settembre del 2001. Né i serbi hanno potuto avvalersene successivamente: ormai il processo di deserbizzazione in Kosovo era andato troppo avanti, era diventato troppo difficile fermarlo per un'Europa che aveva ormai rimosso le conseguenze delle sue scelte belliche, ancorché umanitarie. Oggi l'Europa sa soltanto ripetere che la Serbia resterà fuori dalla comunità e non sarà ammessa a iscriversi nell'elenco dei candidati, almeno finché non avrà consegnato al tribunale dell'Aia i suoi criminali. Del Kosovo, poi, meglio non occuparsene, finché il problema non sarà risolto alla radice, cioè con l'espulsione dell'ultimo serbo rimasto a Kosovska Mitrovica. Finché nell'immaginario collettivo europeo sarà ben consolidata l'idea che nella distruzione sanguinosa dell'ex Jugoslavia c'è stato un unico responsabile - il governo di Milosevic, e in fondo l'intero popolo serbo, «l'etnia» serba. E nell'immaginario collettivo serbo trionferà l'idea che tutto il mondo gli è nemico, come ai tempi della sconfitta di Kosovo Polje.
La storia dei serbi nel Kosovo, intrecciata di vicende umane e patrimoni dell'arte e dello spirito, si racconta nel libro L'altra guerra del Kosovo. Il patrimonio della cristianità serbo-ortodossa da salvare, a cura di Luana Zanella, Casadeilibri, Padova 2006, euro 21. Contiene testi, oltre che di Zanella, del presidente dell'associazione «Most za Beograd-Un ponte per Belgrado» Andrea Catone, di Rosa D'Amico della Soprintendenza per il patrimonio artistico ed etnografico di Bologna, di Renato D'Antiga che svolge attività teologica presso la Metropoli ortodossa d'Italia, del giornalista del manifesto Tommaso Di Francesco, di Valentino Pace, docente di Storia dell'Arte medievale e bizantina e di Daniele Senzanonna, autore di una tesi sul Kosovo.
La storia ricostruita ne «L'altra guerra del Kosovo» ci dice che oggi sta andando a distruzione un patrimonio artistico che aveva resistito nei secoli, nell'indifferenza proprio di chi vorrebbe farsi paladino delle radici cristiane dell'Europa. Al punto di dimenticare, nelle più significative manifestazioni dedicate all'arte bizantina, l'importanza di quel pezzo di storia, già sepolta prima ancora di morire.
Il libro si chiude con la storia terribile dei nostri giorni che vede i nostri ottimi soldati piantonare, per l'eternità, una chiesa, una torre, un cippo, nella consapevolezza che, appena volteranno le spalle, una bomba, un incendio, una picconata, staccherà per sempre un volto d'angelo, la compassione di Cristo, la speranza della Resurrezione. E' proprio a quest'ultima che si appella Massimo Cacciari, nella prefazione al libro, riferendosi alla bellezza dell'Anastasis, alla necessità da parte dell'Europa di considerare Studenica, Mileseva, Sopocani, Pec, Gracanica, Decani e le altre, come parte della sua memoria e del suo attuale patrimonio culturale.
Il popolo serbo, secondo le prime informazioni fornite dall'imperatore Costantino VII Porfirogenito, nel suo De Administrazione Imperio, è originario della Serbia Bianca, territorio della Lusazia, posto a nord e a nord ovest dell'attuale Boemia. Guidati dai loro condottieri chiamati zupani, i serbi scendono in Illiria, abbandonano la loro struttura sociale di carattere tribale e, guardando a Costantinopoli, adottano un regime monarchico. Dal VI secolo cominciano a popolare il Kosovo, ne prendono il pieno possesso e costringono le popolazioni indigene (greci, romani, dardani, valacchi, zingari, aromaniani, illiri e traci) a spostarsi sulle coste o all'interno, sulle montagne. La regione entra così a far parte dei vasti possedimenti governati dalla potente dinastia dei Nemanija che regna per due secoli (1166-1371) e fa del Kosovo il centro della cultura e dalla religione.
La conversione al cristianesimo ortodosso era già cominciata intorno al IX secolo ma con lo zupan Stefano Nemanija i movimenti spirituali legati alla vita monastica, nati nelle grotte impervie del sud, prendono a diffondersi in tutto il territorio, assecondati da una politica di grande attenzione alla cultura e alle espressioni spirituali del mondo bizantino ma anche dell'altra sponda dell'Adriatico.
I membri delle famiglie reali, spesso esponenti della chiesa nazionale, moltiplicano le costruzioni di monasteri che gravitano su ampi territori, creando un tessuto unitario, rafforzato dalla profonda religiosità dei regnanti che spesso, dopo aver abdicato, concludono la loro vita terrena ritirandosi dal mondo, assumendo le vesti di umili monaci. Nascono Studenica, Mileseva, Sopocani, Pec, Gracanica, Decani, solo per ricordare le più famose. Pittori, scalpellini, costruttori, architetti, mettono in cantiere decorazioni scolpite su marmo bianco, affreschi che raccontino, a tutta volta, l'intera storia degli apostoli, la pazienza dell'Annunciata che fila, la lattea solitudine della chiesa dell'Ascensione. Grazie allo sfruttamento delle miniere di argento e di piombo e al ricco commercio dalmata, l'architettura e le arti figurative trasformano il Kosovo nella gemma dei Balcani.
Poi, il 15 giugno del calendario giuliano, il 28 di quello gregoriano, del 1389, a Kosovo Polije, la Piana dei merli, l'esercito ottomano forte di 30.000 uomini sconfigge quello di Lazar, principe serbo al comando di un'armata grande la metà. L'intera nobiltà, fanti e cavalieri, difendono quella lontana propaggine della cristianità fino a soccombere. La Serbia e il Kosovo con lei, entrano così sotto la dominazione turca che durerà quattro secoli. Ben di più durerà, nell'immaginario collettivo serbo, il segno lasciato dalla sconfitta subita a Kosovo Polije che paradossalmente diventa un simbolo identitario tuttora vivo dal confine con l'Ungheria, cioè dalla Vojvodina, fino al cuore dello sventurato Kosovo. Un simbolo identitario - e il paradosso sta nell'autorappresentazione di un popolo in un luogo e in una vicenda che rimandano a una sconfitta - riscontrabile anche nei serbi della (sempre più numerosa) diaspora nei paesi europei, negli Stati uniti, nel Canada.
La religiosità dei serbi diventa a questo punto il fulcro della resistenza. La fede nella resurrezione non è solo un fatto simbolico ma si incarna in una opposizione capace di attraversare i secoli. Gli ottomani requisiscono le chiese e i monasteri più belli per trasformarli in moschee mentre cristiani ed ebrei entrano in una sorta di clandestinità. Tuttavia, mentre gli albanesi e gli slavi di Bosnia cadono nell'apostasia, i cristiani del Kosovo resteranno tali (97% della popolazione) fino al sedicesimo secolo, accompagnati da tutti quegli angeli e pie donne, evangelisti e vescovi, vergini e santi che dall'alto delle volte di chiese e monasteri sperduti, li invitano a credere ma anche a resistere.
Venezia, l'Austria, poi la Russia, minacciate a loro volta dagli ottomani promettono, nei secoli, larghi appoggi ai serbi che, tuttavia, rimangono quasi sempre soli, schiacciati contro l'invasore, e si fanno uccidere. Intanto gli albanesi, in gran parte islamizzati, combattono al fianco degli ottomani e nel 1690 comincia la Grande migrazione che dà inizio al cambiamento della composizione etnica del Kosovo e che continuerà nel 1737 con la guerra austro-russa contro i turchi. Man mano che i serbi vengono spinti fuori dalla regione, gli albanesi scendono dalle montagne e si appropriano delle aree coltivate, grazie alla protezione dei turchi che li tengono legati a sé anche da una ricorrente politica di esenzione dalle tasse.
Due secoli e mezzo più tardi i serbi sono ancora in fuga dal Kosovo e i loro monasteri restano un target per chi pretende per quei martoriati territori europei un'identità diversa da quella cristiano-giudaica. Due rivendicazioni identitarie che uccidono arte, cultura, popoli. Popoli europei.


intervista

Se anche l'arte diventa nemica

tommaso di francesco

Pubblichiamo uno stralcio di un'intervista di Tommaso Di Francesco al vicario del monastero di Decani, apparsa sul manifesto del 23 ottobre 2004 e ripubblicata nel libro «L'altra guerra del Kosovo». Sono passati 18 mesi, Rugova è morto e la situazione per i serbi è addirittura peggiorata.


In occasione delle elezioni di oggi abbiamo incontrato a Decani, sede di uno dei più importanti monasteri ortodossi del Kosovo, fortunatamente non ancora devastato, padre Sava, vicario del monastero e tra i rappresentanti più noti della chiesa ortodossa nei Balcani. E' un gigante dalla barba bionda, ha 39 anni, è nato a Dubrovnik e ha vissuto per molto tempo in Erzegovina. Ora vive asserragliato nel monastero di Decani, guardato a vista dai paracadutisti italiani, dove prosegue la sua coraggiosa «testimonianza religiosa nell'arcipelago Kosovo», nonostante le violenze perpetuate dagli estremisti albanesi.

D: Come vivono i serbi in Kosovo, c'è un futuro per loro? E il lavoro, diritti?

R: Sono un popolo esposto alla distruzione, sia fisica, che spirituale. Insomma, a rischio estinzione. La nostra tragedia continuerà finché la comunità internazionale tollererà la violenza etnica e la costruzione di una società albanese monoetnica. L'amministrazione dell'Onu- Unmik negli ultimi cinque anni non ha creato alcuna prospettiva per la sopravvivenza - non dico nemmeno esistenza - dei serbi.

D: Il leader moderato e «presidente» Ibrahim Rugova vuole l'indipendenza: due settimane fa ha chiesto apertamente agli Stati uniti e all'Unione europea di riconoscere il Kosovo indipendente. Che cosa pensa di questo?

R: La visione del signor Rugova è limitata alla sola richiesta di un Kosovo indipendente. Però, nella vita quotidiana, Rugova, come il resto dei leader kosovaro-albanesi non ha una visione della società nella quale tutti i cittadini, senza badare alla loro nazionalità siano liberi ed uguali. E' deplorevole che i sindaci appartenenti al partito di Rugova (la Lega democratica, Ldk ndr), nella parte occidentale del Kosovo - a Klina, Pec, Prizren - siano i principali oppositori del ritorno dei serbi. Questo prova che, quando si tratta dei serbi, non c'e alcuna differenza tra il partito di Rugova e quelli dell'Uck.

D: Quali sono stati i risultati della «guerra umanitaria», alla luce delle violenze, della nuova pulizia etnica subita dai serbi dal giugno 1999, data d'ingresso della Nato, e alla luce delle violenze contro la popolazione serba e i monasteri del marzo scorso?

R: La cosidetta «guerra umanitaria» dell'Alleanza atlantica - 78 giorni di bombardamenti successivi su tutta la Jugoslavia, Kosovo compreso - ha portato a una nuova catastrofe umanitaria e ha scatenato le violenze contro i serbi e le altre minoranze, come i rom e i goranji. La missione dell'Onu, Unmik, è la missione più fallimentare della storia delle Nazioni unite. Negli ultimi cinque anni sono stati cacciati 250mila serbi, rom e altre minoranze; sono state distrutte 140 chiese e monasteri serbo-ortodossi; sono stati uccisi, o desaparecidos, circa duemila serbi; e gli altri vivono nelle loro enclave, dietro il filo spinato e circondati da soldati e mezzi militari. Mentre i disordini di marzo, che hanno portato alla cacciata di seimila serbi, e la distruzione di 35 chiese - hanno mostrato che la Nato, che si era impegnata per la sicurezza del Kosovo con la pace di Kumanovo, è invece una tigre di carta. Certo, i soldati italiani ora ci proteggono e senza di loro non esisterebbero nemmeno le enclave serbe. Ma è un paradosso: noi eravamo i nemici che andavano bombardati. Ora ci salvano, ma quei bombardamenti hanno autorizzato le attuali impunità contro di noi. Per impedire una completa catastrofe, bisogna cambiare completamente la strategia internazionale, e non attribuire ulteriori legittimità e competenze alle autorità monoetniche kosovaro-albanesi. Il contrario esatto dell'obiettivo di queste che la comunità internazionale si ostina a chiamare «elezioni».


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FLASHBACK : THE 2004 DESTRUCTIONS

Tanjug - March 20, 2004

Appeal to UNESCO to defend cultural heritage in Kosovo

18:31 BELGRADE, March 20 (Tanjug) - Reacting to the
destruction of Serbian Orthodox churches, monasteries
and convents in Kosovo-Metohija, Serbia-Montenegro
President Svetozar Marovic on Saturday called on
UNESCO Director-General Koichiro Matsuura to condemn
these acts and invite the international community to
urge defence of the cultural heritage threatened by
destruction.
In a letter to the UNESCO director-general, Marovic
appealed that UNESCO mission assess the damage made in
the latest wave of destruction as soon as the
situation in Kosovo stabilised and propose measures
for reconstruction and constant protection.

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Tanjug - March 23, 2004

UNESCO strongly condemns attacks at Serbian cultural
heritage in Kosovo

12:01 PARIS , March 23 (Tanjug) - UNESCO Director
General Koichiro Matsuura on Monday strongly condemned
the latest attacks at the Serbian cultural heritage,
saying that they were aimed at erasing the memory and
cultural identity of a nation.
Serbia-Montenegro Ambassador to UNESCO Dragoljub
Najman told Tanjug in Paris that Matsuura was reacting
to the destruction of Serbian Orthodox monasteries,
convents and churches under the attack of ethnic
Albanian extremists in Kosovo in the past few days and
to a letter Serbia-Montenegro President Svetozar
Marovic had sent him on this occasion.

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Serbia Info - March 28, 2004

35 Orthodox churches, monasteries destroyed or damaged

Belgrade, March 27, 2004 - The Diocese of
Raska-Prizren has released an updated list of 35
Serbian Orthodox churches and monasteries that were
destroyed or severely damaged in last week’s outbreak
of violence in Kosovo-Metohija.


Prizren (All Prizren churches were destroyed on March
17 and March 18)

Holy Virgin of Lyevish (14th century) burned inside

Church of Christ the Savior (14th century) burned

Cathedral of St. George (1856) burned and mined

Church of St. Nicholas (Tutic's church, 14th century)
burned

Church of St. Nicholas (Runovic's church, 16th
century) burned inside

Church of St. Kyriake (14th century, reconstructed
later) burned, Potkaljaja quarter

Church of St. Panteleimon (14th century, reconstructed
later) burned, Potkaljaja quarter

Church of St. Cosmas and Damian (14th century,
reconstructed) burned, Potkaljaja quarter

Church of St. Kyriake, Zivinjane, near Prizren, mined
(UNMIK/KFOR Report: March 19 - Explosion completely
destroys old Orthodox Church near Zivinjane village)

Holy Archangels Monastery (14th century), burned

Serbian Orthodox Seminary of Sts. Cyrillus of
Methodius (UNMIK/KFOR Report March 17 - Orthodox
Seminary in town centre & 3 Orthodox churches set on
fire)

Bishop's residence in Prizren (now: 1) (UNMIK/KFOR
Report - March 18: Archbishop seat, Archangel
Monastery, an Orthodox Church and Orthodox Seminary
set on fire & destroyed)


Orahovac

Church of St. Kyriake, (1852), Brnjaca, Orahovac 1852
(UNMIK/KFOR Report: March 18 - Orthodox Church set on
fire & destroyed in Brnjaca village)


Djakovica

Church of the Assumption of the Virgin Mary (16-19th
century), burned, along with the parish home, on March
17, razed to the ground during the following days

Cathedral church of the Holy Trinity (two bell-towers
which survived the 1999 mining were razed to the
ground. Kosovo Albanians removed all material from the
site in the following days, UNMIK/KFOR Report March 18
- Rioters remove debris of destroyed Orthodox Church
with trucks & trailers Approx 5,000 K-Albanians
participate.)

Church of St. Lazarus, Piskote, near Djakovica,
reported destroyed (confirmed from an international
source)

Church of St. Elias, near Bistrazin, damaged after the
war and now completely destroyed (confirmed by Bishop
Atanasije Jevtic)


Srbica

Devic Monastery (15th century) burned to the ground,
the tomb of St. Ioanichius of Devic opened and
desecrated. The tomb of the saint was set on fire.
(UNMIK/KFOR Report March 18: 2,000 protestors gather
and move towards Devic Monastery, Five K-Serbian nuns
evacuated from area, Violent protestors set Monastery
on fire)


Pec

Church of St. John the Baptist (Metropolia, along with
the parish home) burned (confirmed from local
international sources in Pec)

Church of Virgin Mary, Belo Polje nr. Pec, burned
again inside and desecrated inside, (confirmed by
Bishop Atanasije Jevtic who visited the site)

Church of St. John the Baptist (Pecka banja), reported
burned (from local international sources)


Urosevac

Cathedral of St. Uros the Emperor, Urosevac,
(UNMIK/KFOR Report: March 17 - 3 hand grenades thrown
at Serbian Orthodox church – church set on fire, first
time), at least 19 KFOR soldiers and policemen wounded
defending the church, destroyed city cemetery
(UNMIK/KFOR Report March 18 1,500 K-Albanians rampage
– burn Orthodox Church & up to 5 K-Serb houses in
townK-Albanian crowd attempts to set Orthodox Church
on fire in K-Serb village of Talinovce Church was set
to fire (1749 hrs) – 5 K-Albanian males arrested)

Nekodim village, Sv. Ilija, destroyed, along with the
cemetery (confirmed by local sources)

Talinovac village, St. Peter and Paul church,
destroyed, along with the cemetery (from the
UNMIK/KFOR Report, see above)

Sovtovic, the cemetery church of the Holy Virgin,
destroyed, along with the cemetery (confirmed by local
sources)


Kamenica

Church in Donja Slapasnica, Kosovska Kamenica (info
from Kamenica) under investigation.
The church in Kamenica was stoned and some windows are
broken


Stimlje

Church of St. Archangel Michael in Stimlje, built in
1920 (UNMIK/KFOR Report: March 18: K-Serbian house &
Orthodox Church set on fire)


Pristina

Church of St. Nicholas (19th cenutry), Pristina town
(UNMIK/KFOR Report: March 18 - Rioters attack Old
Orthodox Church in Taslixhe – gunfire in area Orthodox
priest & 5 K-Serbian families evacuated by KFOR from
Old Orthodox Church SPU officer shot & injured during
attempt to secure Old Orthodox Church Orthodox Church,
UN Habitat office & 3 UNMIK Police vehicles set on
fire) The church burned to the ground, along with the