Informazione

(deutsch / english / italiano)

Approfondimenti sull'Ucraina

0) LINKS
Odessa massacre / Traffico organi /  Moldova / Chossudovsky / Economy / Disinformazione / Pulizia etnica / Discarica nucleare / Simboli / Nicolai Lilin
1) INTERVISTA A IGOR STRELKOV E PAVEL GUBAREV
rispettivamente Ministro della Difesa e capo della Milizia Popolare della Repubblica Popolare di Donetsk
2) LA NATO È L'AGGRESSORE
La Associazione dei liberi pensatori tedeschi sulla crisi in Ucraina
3) 
L’UCRAINA E LA SPACCATA DI PUTIN
di Samir Amin, Presidente del Forum Mondiale delle alternative


=== 0: LINKS ===

--- Odessa massacre:

Serbia: Odessa bloodshed photo exhibit questions West's intentions
(Russia Today 9/6/2014) - A photography exhibition dedicated to the 48 victims of the May 2 Odessa clashes opened in Belgrade's "Progress Gallery" on Monday. Zivadin Jovanovic, the former FM of Yugoslavia and President of the Belgrade Forum for a World of Equals, organizer of the event, said the exhibition wanted to show "the truth about the developments in Ukraine". Jovanovic said that the West and NATO have an expansionist and imperialist strategy towards the East, and are using Ukraine to reach the borders of Russia as it holds a "huge strategically important space". One of the survivors of May 2nd clashes in Odessa, Oleg Muzika, said that there seems to be an "intention to tear Ukraine from Russia" because of "geopolitical reasons".
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=9INVsdzIN_g

Odessa massacre / Il massacro di Odessa. STOP NAZI UKRAINE!
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=MSrVr7AQPP0

“L’assalto nazista in Ucraina cominciò prima di Odessa: le prove”
5/7/2014 - Pandora TV ha selezionato e vi propone la trasmissione di una TV russa: “Momento della Verità” in versione originale con sottotitoli italiani, di notevole interesse per le testimonianze contenute…
http://www.pandoratv.it/?p=1383
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=OSqaI7MtJNU

--- Traffico organi:

Dopo il Kosovo l'ombra del racket di organi avvolge Donetsk e Lugansk (Françoise Compuen, 8 luglio 2014)
http://italian.ruvr.ru/2014_07_08/Traffico-di-organi-umani-ombra-di-Jugoslavia-sull-Ucraina-1803/

--- Moldova:

Association and Disintegration (Donbass scenarios for Moldova)
2014/07/11 - BERLIN/CHISINAU (Own report) - Western diplomats are not ruling out the possibility that the Republic of Moldova will be divided up between Russia and Romania now that the EU Association Agreement has been ratified. Along the lines of various scenarios, this breakup even seems "probable," according to the latest issue of the leading German foreign policy magazine, "Internationale Politik." The EU Association Agreement will, in fact, exacerbate the already existing social discord in Moldova. There is open resistance to the country joining the German-European sphere of hegemony. Whereas, on the one hand, Bucharest has granted Romanian citizenship to around 400,000 Moldovan citizens and considers the absorption of Moldova into Romania to be a realistic option, Western observers are accusing Russia of having created Moldovan NGOs to gain political influence in that country. This is a precise description of that the West considers a completely normal political method, when it is used by the West, but criticizes even a suspicion of its rivals doing the same…
http://www.german-foreign-policy.com/en/fulltext/58767

Assoziierung und Spaltung (Westliche Diplomaten schließen Spaltung Moldawiens nicht aus)
11.07.2014 - BERLIN/CHISINAU (Eigener Bericht) - Nach der Ratifizierung des Assoziierungsabkommens mit der EU schließen westliche Diplomaten eine "Aufspaltung" Moldawiens "zwischen Russland und Rumänien" nicht mehr aus. Bestimmten Szenarien zufolge sei eine solche Aufspaltung sogar "wahrscheinlich", heißt es in der aktuellen Ausgabe der führenden Außenpolitik-Zeitschrift der Bundesrepublik ("Internationale Politik"). Tatsächlich heizt die EU-Assoziierung bestehende gesellschaftliche Differenzen in Moldawien an; Widerstände gegen die Einbeziehung des Landes in die deutsch-europäische Hegemonialsphäre treten offen zutage. Während einerseits Bukarest rund 400.000 Bürgern Moldawiens die rumänische Staatsbürgerschaft verliehen hat und ein Anschluss des Landes an Rumänien immer wieder als realistische Option bezeichnet worden ist, monieren westliche Beobachter, Russland gründe in Moldawien NGOs, um politisch Einfluss zu nehmen. Sie beschreiben damit präzise eine politische Praxis, die der Westen seit den Umbrüchen von 1989/91 völlig selbstverständlich für sich beansprucht, sie aber kritisiert, wenn Konkurrenten auch nur den Anschein erwecken, es ihm gleichzutun…
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58911

--- Chossudovsky:

Le Nazioni Unite sono complici del massacro di civili in Ucraina
Michel Chossudovsky e Julie Lévesque | globalresearch.ca, 09/07/2014
The United Nations is Complicit in the Massacre of Civilians in Ukraine
By Prof Michel Chossudovsky and Julie Lévesque - Global Research, July 09, 2014

--- Economy:

I segreti dell’economia ucraina che neanche il FMI riesce a capire (Serghei Duz, 7 luglio 2014)
BNP Paribas fine highlights France-US tensions over Ukraine (F. Dubois / WSWS, 8 July 2014)
Russian President Vladimir Putin's remarks in a speech to the diplomatic corps in Moscow on July 1st expose the growing tensions between imperialist countries, in particular between France and the United States. Putin said: “We are aware of the pressure that our American partners are exercising on France in order that it abandon the delivery of the Mistrals [navy vessels]…and we even know that they have suggested that if France does not deliver the Mistrals, they would discretely eliminate the sanctions against the bank BNP Paribas or at least minimise them.” He then qualified the American attitude as being “blackmail”. The Mistrals in question are military vessels that France built for Russia…

--- Disinformazione:

Che cosa (non) sanno della guerra ucraina in Italia? (Giulietto Chiesa e Maurizio Torrealta, 18/7/2014)
http://italian.ruvr.ru/2014_07_18/Che-cosa-non-sanno-della-guerra-ucraina-in-Italia-9925/
Scarica l' AUDIO: 
http://static.ruvr.ru/download/2014/07/18/07/chiesa1.mp3
http://static.ruvr.ru/download/2014/07/18/07/torrealta.mp3
http://static.ruvr.ru/download/2014/07/18/07/chiesa_2.mp3

PTV Speciale – Crisi Ucraina: Quello che non ti hanno raccontato.
Pandora TV ha selezionato e vi propone questo video che ripercorre l’inizio della crisi Ucraina a partire dalle informazioni nascoste dai media mainstream. [ lingua inglese con sottotitoli italiani, durata 10 minuti, fonte: http://scgnews.com/the-ukraine-crisis-what-youre-not-being-told

Avvoltoi stanno mangiando Ucraina, o i motivi veri della Guerra Ucraina 2014

--- Pulizia etnica:

PTV Speciale - Campi di filtraggio
12/lug/2014 - Costruzione di campi per immigrati nel Donbass finanziati dall'UE e programmati dal Ministero della Difesa ucraino. A Kiev una deputata invita a massacrare i russi, "nemici dal XV secolo". Non c'è scelta per i russi se non combattere.

Rapporto sugli sfollati dal Donbass (30 giugno 2014)

--- Discarica nucleare:

Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 4/7/2014
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/

L'Ucraina diventerà una discarica nucleare?

A quanto pare, la zona di Chernobyl diventerà un deposito di stoccaggio di scorie nucleare, sulla base di accordi raggiunti la scorsa settimana tra la compagnia statale ucraina Energoatom e l'americana Holtec e firmati rispettivamente dai presidenti Yurij Nedashkovskij e Chris Singh.
Il documento firmato sancisce il recupero di un contratto datato 2005, che di fatto è stato per anni boicottato, a causa della non assegnazione dei terreni destinati allo stoccaggio - situazione prontamente sbloccata dal gabinetto golpista di "Krolik" (coniglio) Yatsenjuk. 
Questi passaggi sono stati gestiti in maniera oscura dal nuovo governo, la cui corruzione nei confronti dell'occidente che ha sponsorizzato il golpe è cosa nota, e tutto lascia presagire che queste zone possano essere usate come cimitero per le scorie nucleari nell'area contaminata di Chernobyl.
Un bel guadagno, considerando anche l'alta specializzazione dei tecnici ucraini che per anni hanno fatto fronte prima all'emergenza e poi alla gestione dell'area e dei vecchi impianti.

"Энергоатом" и американская Holtec построят ядерный могильник на ЧАЭС
http://www.rian.com.ua/analytics/20140702/354415531.html

--- Simboli:

Nicolai Lilin: Simboli nazisti ufficializzati in Ucraina a livello statale (5/7/2014)

BANDERA, UN SIMPATICO GADGED O UN VALOROSO PARTIGIANO?
Prosegue la riabilitazione delle icone naziste sul sito Osservatorio Balcani e Caucaso (per procura della UE)
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Ucraina/Stepan-Bandera-l-eroe-criminale-che-divide-l-Ucraina-154127

vedi anche: UNA BIRRETTA IN COMPAGNIA
Il sito "Osservatorio Balcani e Caucaso" cerca di indorare la pillola del nazismo ucraino…
Pravy Sektor: birra e rivoluzione
di Danilo Elia, 18 giugno 2014
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Ucraina/Pravy-Sektor-birra-e-rivoluzione-153407

Verifica chi sono i finanziatori di "Osservatorio Balcani e Caucaso":
http://www.balcanicaucaso.org/Chi-siamo/Sostenitori-75452

--- Nicolai Lilin:

Nicolai Lilin: Simboli nazisti ufficializzati in Ucraina a livello statale (5/7/2014)
TESTO E IMMAGINI: http://lilin.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/07/05/simboli-nazisti-ufficializzati-in-ucraina-a-livello-statale/

Maidan, «l’ultimo golpe degli Usa in fallimento». Intervista a Nicolai Lilin, 29 giugno 2014

=== 1 ===

Fonte: Canale Primo Repubblicano della Repubblica Popolare Donetsk
VIDEO 2: https://www.youtube.com/watch?v=zU30wrLrX-Y 
VIDEO 3: https://www.youtube.com/watch?v=BfmjjR1Y04A


http://www.civg.it/index.php?option=com_content&view=article&id=414:intervista-a-igor-strelkov&catid=2:non-categorizzato

Intervista a Igor Strelkov

8 luglio 2014

Giornalista: Buon giorno, oggi, nello studio del nostro Primo canale televisivo Repubblicano, diamo il benvenuto, per un discorso ai cittadini della DPR [Repubblica Popolare di Donetsk], al Ministro della Difesa e Presidente del Consiglio di Sicurezza, Igor Ivanovich Strelkov ... 

Igor Strelkov: Buon giorno. 

Giornalista: E al capo della Milizia Popolare della DPR, Pavel Gubarev. 

Pavel Gubarev: Buona sera. 

Giornalista: Igor Ivanovich, parli pure.
Igor Strelkov: Vorrei dare il benvenuto a tutti gli spettatori che stanno guardando e mi ascoltano e dire che, in questo momento molto difficile per il popolo della Repubblica di Donetsk, sono contento di essere qui con voi per poter difendere insieme a voi  la vostra e la nostra Patria comune, la Russia, che, sono convinto, si estende dai confini dello stato chiamato Ucraina fino all'Estremo Oriente. Ed è proprio per la Russia che noi siamo, qui, a lottare, e nello stesso tempo, a lottare per i diritti del Donetsk e delle Repubbliche di Lugansk. Stiamo lottando per il vostro diritto all'autodeterminazione della lingua, per la vostra cultura, per il vostro modo di vita, e per il diritto di essere liberi dalle costrizioni imposte a voi, da persone per le quali la vostra terra e la vostra società sono solo obiettivi di macchinazioni politiche e speculazioni finanziarie. Persone che sono soggette ad un controllo esterno e non si preoccupano di nasconderlo. Questo è ciò che abbiamo combattuto e continueremo a combattere. E spero che continueremo a godere del vostro sostegno.  Non mi sono preparato apposta per tenere un discorso; Ho trascorso l'intera giornata coinvolto nella pianificazione strategica. Perciò, non leggerò un testo o farò un discorso preparato in anticipo. Lo staff del canale televisivo ha preparato una serie di domande da farmi. Nel rispondere a queste domande mi aspetto di essere in grado di soddisfare le vostre preoccupazioni rispetto a quanto sta accadendo, come le ostilità stanno procedendo, e come abbiamo intenzione di continuare a difendere la Repubblica.  Quindi, penso che ora dovremmo dare al nostro giornalista la possibilità di procedere.

É arrivato il momento di lasciare Slavyansk.

Giornalista: Igor Ivanovich, ecco una domanda fondamentale che sentiamo spesso: perché Slavyansk si è arresa e perché le forze sono state spostate a Donetsk ed alle città vicine? 

Igor Strelkov: Fin dall'inizio delle ostilità, Slavyansk è servita come scudo per Donetsk. Nel prendere le nostre posizioni a Slavyansk, abbiamo istituito uno scudo per proteggere l'intero territorio della DPR [Repubblica Popolare di Donetsk] e della LPR [Repubblica Popolare di Lugansk].  Abbiamo sostenuto l'impatto principale dell'offensiva nemica e deviato le sue forze, dando così alla leadership politica e sociale delle Repubbliche l'opportunità di organizzarsi e, seguendo il nostro esempio, di prendere le redini del potere [locale] dalla Giunta, in una certa misura impedendole di instaurarsi.

Ecco perchè, quando siamo stati sicuri che sia a Donetsk che a Lugansk ci fossero governi conformi alla volontà del popolo in termini di attuazione della sovranità statale, in grado di effettuare il referendum e di costituire le proprie forze armate, abbiamo capito che il nostro compito era stato sostanzialmente realizzato. 
E' naturale che Slavyansk sia diventata, e rimanga, per me personalmente e per tutti noi, una città molto importante, una città alla quale siamo profondamente legati. Senza dubbio se avessimo avuto  la possibilità di tenerla militarmente avremmo continuato a difenderla. Tuttavia, data la situazione militare presente, continuare a difendere Slavyansk avrebbe comportato perdite intollerabili da parte della Milizia, e la difesa della città non avrebbe piu’ avuto nessuno scopo strategico o tattico. 
Il nemico ha ammassato enormi quantita’ di armamenti e gruppi corazzati vicino alla citta’. Non avremmo potuto continuare a resistere a lungo senza sufficienti armi pesanti, artiglieria e, soprattutto, munizioni. Passo dopo passo, per frenare il nemico, vincendo giorno dopo giorno, abbiamo continuato a ritirarci ai confini della citta’. Ed alla fine abbiamo capito che il cerchio intorno alla città si era chiuso e che il piano tattico del nemico non era di attaccare noi, ma semplicemente di radere al suolo la città, distruggerla con l'artiglieria per poi eliminare la nostra fanteria con i carri armati. 
Abbiamo capito che non avevamo armi sufficienti per difenderci da questa tattica. Non ne avevamo proprio. Abbiamo anche capito che il nemico ci avrebbe semplicemente sterminato nei giorni seguenti, e che noi non avremmo potuto infliggere perdite corrispondenti.

In questa situazione, una decisione è stata presa. L'ho presa io personalmente. Non condivido questa responsabilità con nessun altro. Ho solo informato il Consiglio militare locale della decisione di ritirarsi, salvare il presidio e salvare la città da una distruzione senza scopo. Non avrebbe infatti avuto senso perché saremmo stati polverizzati da una tale distanza alla quale non avremmo avuto la possibilità di rispondere. La decisione presa è stata anche per reimpiegare i distaccamenti con più esperienza di battaglia, in nuove posizioni dove avrebbero potuto continuare a difendere la Repubblica. 
Inoltre, come abbiamo scoperto dopo aver rotto l'accerchiamento, lo stesso giorno il nemico aveva conquistato Artyomovsk, estromettendo la piccola unità di milizia che la presidiava. Questo ha creato un vero e proprio pericolo non solo per Slavyansk, ma anche per tutta la regione Kramatorsk-Druzhkovka-Konstantinovka che sarebbe stata circondata ed assediata. In realtà è proprio per questo motivo, perché il nemico stava per tagliare le nostre linee di comunicazione, che si è deciso di ritirarsi anche da tutte le altre città, dal momento che difenderle mentre eravamo accerchiati non avrebbe avuto praticamente alcun senso. Avrebbe solo comportato più vittime e distruzioni inutili.

Eroi della ritirata da Slavyansk 

Giornalista: Grazie. Io credo che gli uomini che sono rimasti a coprirvi la ritirata siano degli eroi. Puo’ dirci qualcosa di più su di loro? 

Igor Strelkov: Per coprire la nostra ritirata non sono rimasti che qualche dozzina di uomini. In realtà hanno eseguito il loro compito egregiamente bene. Per quanto ne so al momento, la maggior parte di loro ha rotto l'accerchiamento. Inoltre sono appena stato informato che anche i 13 combattenti del gruppo che proteggeva la nostra ritirata da Nikolayevka, si sono sganciati con successo e trasferiti a Seversk sostenendo perdite minime.

La preparazione di Donetsk per resistere ad un assedio 

Giornalista: bene, ecco un'altra domanda. È pronta la città di Donetsk in questo momento per resistere ad un assedio prolungato, e per una futura offensiva? 

Igor Strelkov: Beh certamente non posso dire che sia pronta per la difesa, se non altro perché la città nel suo complesso è ancora attiva come se fosse in tempo di pace. In pratica non sono state prese misure di difesa. Lo stato dei preparativi di difesa al momento è quello che era due mesi fa a Slavyansk. In altre parole, le fortificazioni esistenti sono sufficienti a fermare gli APC [corazzati da trasporto truppe] e gruppi quali la Guardia Nazionale o distaccamenti del Ministero degli Interni. 
Per quanto riguarda le colonne corazzate del nemico, che sta impiegando massicciamente carri armati e artiglieria, in questo momento la città si può difendere solo con grande difficoltà e con  perdite significative tra la Milizia. Tuttavia stiamo prendendo misure urgenti giorno dopo giorno in modo da garantire che la città sia pronta per la battaglia. Questo considerando le fortificazioni da erigere. 
Per quanto riguarda invece lo stato d'animo della popolazione, è evidente che i residenti di Donetsk continuano a condurre una vita del tutto pacifica. Fanno ancora fatica a capire, o si rifiutano di credere, ciò che può accadere quando il nemico, le unità punitive Ucraine, scateneranno un massiccio sbarramento di artiglieria e porteranno pesanti attacchi aerei contro le aree residenziali. Beh, anche noi abbiamo fatto fatica a crederci per lungo tempo. 
Tuttavia, nel corso di un mese di assedio attivo, o, più precisamente, di tre mesi di preparazione ma di un solo mese di assedio, ci siamo convinti che il nemico ha scelto di non agire direttamente contro le nostre unità armate, le unità di auto-difesa della Milizia, ma di usare  una tattica terroristica di distruzione - la distruzione delle infrastrutture e delle attività industriali. Per quanto strano possa sembrare, e io non lo trovo affatto strano a differenza di altri, gli obiettivi principali sottoposti ad attacchi a Slavyansk e Kramatorsk non erano le posizioni della Milizia, anche se erano perfettamente conosciute, e nemmeno i quartieri della città, ma le fabbriche e le attività industriali. 
A Nikolayevka, in particolare, il nemico ha continuato a bombardare la centrale termica per tre giorni consecutivi, anche se non era presente un singolo miliziano. Per di più il bombardamento è continuato per un giorno intero dopo che la Milizia aveva lasciato la città. In altre parole, non c'era un motivo militare per il bombardamento. Allo stesso modo, altri bombardamenti sono stati effettuati su un certo numero di fabbriche di Slavyansk dove nessun miliziano aveva mai messo piede. Non c'erano posti di blocco e nemmeno avamposti. Tuttavia, sono state regolarmente e meticolosamente fatte saltare con l'artiglieria. 
In altre parole, lo scopo di cui stiamo parlando qui non era quello di cancellare la Milizia dalla città. Non era quella l'intenzione. Il loro obiettivo era quello di causare la massima distruzione possibile nelle infrastrutture mentre si eliminava la Milizia, lasciando così le persone senza lavoro, senza casa, senza i mezzi per vivere. In effetti l'obiettivo era di costringere il popolo ad un esodo di massa, lasciandoli senza i mezzi per sopravvivere anche dopo la cessazione delle ostilità. 

Io sono fermamente convinto che l'attuale dirigenza Ucraina ed il comando dell'esercito Ucraino non si faranno problemi a fare lo stesso a Donetsk. Nessuno deve farsi illusioni - anche se noi dovessimo ritirarci da qui, loro non permetterebbero ai residenti di Donetsk di continuare a viverci. La cosiddetta Europa unita non vuole alcuna concorrenza da parte dell'industria di Donetsk. Non vogliono alcuna concorrenza da parte dei nostri scienziati. Tutto ciò che vogliono è che qui rimanga un territorio dove si possano reperire diverse centinaia di migliaia o forse anche un paio di milioni di unità di forza lavoro a buon mercato, in modo da poterle utilizzare in Europa. Questo è tutto quello che vogliono.


Pavel Gubarev: E il gas di scisto, naturalmente. 

Igor Strelkov: non posso dire nulla rispetto al gas di scisto, perché non sono uno specialista al riguardo. Tuttavia, è certo che cerchino di distruggere il nucleo industriale del Donbass, per prima cosa perchè rappresenta una forte concorrenza per l'industria europea e poi perchè lavora quasi interamente, o almeno in misura importante, per il complesso militar-industriale russo.

Adeguatezza delle Forze della Milizia

Giornalista: A giudicare dalle loro dichiarazioni, non hanno alcun desiderio di vedere la popolazione russa sul nostro territorio. Tuttavia, dobbiamo capire che questa è la nostra terra – la Repubblica Popolare di Donetsk, la Repubblica Popolare di Lugansk. Non lasceremo la nostra terra. Ed ora vorrei concentrarmi in particolare sulla Milizia. Abbiamo abbastanza miliziani? Contando anche quelli che Pavel Gubarev ha reclutato per voi? 

Igor Strelkov: No, certo che no. Sicuramente no. Anche per una grande città di un milione di persone, senza contare il resto della Repubblica, ci sono troppo pochi miliziani. Il territorio della città è enorme. Il territorio della Repubblica che è controllato dal governo [DPR] è anche sufficientemente grande; è molto grande. 
Stabilire un controllo sicuro e di difenderlo con le forze che attualmente possediamo non è, di per sé, impossibile; tuttavia, di fronte all'enorme superiorità del nemico, direi addirittura un loro dominio assoluto in termini di mezzi corazzati e artiglieria, per non parlare della loro posizione dominante in aviazione, è estremamente difficile difendere questo territorio con le sole nostre forze esistenti.

Vorrei anche aggiungere alle mie precedenti osservazioni che è impossibile fare una guerra a metà. E' un errore aspettarsi che qualcuno da qualche parte in qualche modo sarà in grado di difendere questa Repubblica con poche forze con un budget ridotto. Abbiamo bisogno di una seria mobilitazione delle risorse. Purtroppo, le risorse necessarie, in primo luogo in termini di armamenti e munizioni, non sono pronte; al momento non esistono. 
Se tali risorse fossero state disponibili, avremmo senza esitazioni attuato una mobilitazione generale. Non importa se i tre quarti degli uomini in età militare avrebbero cercato di evitarla; il restante quarto sarebbe stato sufficiente. Purtroppo, non abbiamo tale capacità di mobilitazione. Tuttavia siamo in grado di armare, equipaggiare e addestrare, anche se in modo superficiale, diverse migliaia di volontari in un brevissimo periodo di tempo. 
Credo che circa 8-10.000 uomini sarebbero sufficienti a fermare definitivamente e irrevocabilmente l'esercito ucraino, che finora è stato vittorioso in primo luogo perché noi abbiamo lacune importanti nella nostra difesa e poi a causa della sua mobilità e della sua retroguardia. La nostra retroguardia operativa è in pessimo stato. Le nostre linee di approvvigionamento non sono troppo deboli. Ma noi continueremo a lottare e continueremo a fermarli. 
Eppure, senza una partecipazione più attiva della popolazione del Donbass alla difesa, sarà molto difficile resistere. Abbiamo bisogno di persone. Vi ripeto che abbiamo bisogno di 8-10.000 uomini nei ranghi della Milizia per garantire la nostra difesa. Che siano volontari o coscritti non fa nessuna differenza.


Cercasi sia Militari Professionisti che Volontari

Giornalista: C'è mancanza di volontari con titoli specifici o competenze professionali? 

Igor Strelkov: Prima di tutto, abbiamo bisogno di tutti. Abbiamo bisogno di professionisti con qualunque tipo di qualifiche militari, così come di persone senza alcuna conoscenza specifica. In guerra la gente può essere istruita nel corso di alcuni giorni, specialmente durante le ostilità. E, al contrario, i professionisti super-qualificati che non hanno mai partecipato a guerre, quando sono schierati al fronte e sono di fronte a pallottole vere, spesso si rivelano essere semplicemente inadatti. E' così che funziona nell'esercito.


La minaccia a Donetsk e la Costruzione di un Esercito a Contratto 

Giornalista: Abbiamo una domanda un po’ difficile per voi dai nostri telespettatori. Che cosa dovrebbero fare i civili; cosa possono aspettarsi? Quanto è grave il pericolo? Lei ha già delineato alcuni problemi, ma ci può precisare il pericolo che ci troviamo di fronte? 

Igor Strelkov: Non voglio spaventare nessuno, ma credo che senza un aiuto vero dalla Russia, se la Russia non ci fornisce un aiuto militare diretto, la Giunta fuori controllo impiegherà sicuramente l'intero arsenale di forze e mezzi a sua disposizione, soprattutto perché le decisioni non sono prese  da loro, ma principalmente da oltre oceano. Ed è da oltre oceano che hanno deciso di distruggere il  Donbass fino in fondo. O costringeranno la Russia ad una guerra globale qui, sul territorio dell'Ucraina, o si prenderanno tutto ciò che vogliono senza guerra. Ed è per questo che continueranno ad avanzare, a bombardare, a distruggere.

E lo ripeto ancora: ogni uomo deve fare una scelta da solo. Se è un uomo, deve essere disposto a difendere la sua Patria. Beh, certo, non tutti sono in grado di farlo, dipende dalla volontà e dalle caratteristiche morali. Lontano da tutti. Parlando francamente, tuttavia, il numero di volontari scelti nel corso di tre mesi da parte della popolazione multimilionaria del Donbass, la terra dei minatori, dove le persone sono abituate a lavori pesanti e pericolosi, è stato troppo piccolo. Vorrei solo osservare che molti avrebbero probabilmente aderito alla Milizia se ci fossero state garanzie finanziarie per le loro famiglie.

Giornalista: Sì,  è vero. 

Igor Strelkov: D'ora in poi ci saranno queste garanzie finanziarie. A partire da questo mese, prevediamo di pagare i membri della Milizia somme abbastanza significative per gli standard locali. In particolare, 5-8000 grivna. Inizieremo a fare questi pagamenti nel mese di luglio. Quindi, può essere che questo aiuterà gli indecisi per trovare finalmente la forza di unirsi a noi. In altre parole, stiamo costruendo un esercito a contratto.

I negoziati con l'Ossezia del Sud 

Giornalista: D'accordo, capito. Sono in corso trattative ... beh, lei ha parlato di Russia ... ma cosa ci dice dell'Ossezia del Sud, che ha riconosciuto la nostra indipendenza? 

Igor Strelkov: In questo caso non sono pronto a rispondere a questa domanda.



La situazione a Snezhnoye e a Saur-Mogila 

Giornalista: Ok, bene. Può commentare la situazione militare nella città di Snezhnoye e a Saur-Mogila? Come resistono i nostri miliziani? 

Igor Strelkov: Resistono bene. Un distaccamento è di stanza lì. Vorrei ricordare per prima cosa che il battaglione Vostok è di stanza lì, guidato da un comandante sufficientemente competente. Ha organizzato con attenzione i suoi combattenti, consentendo loro di continuare a mantenere questa posizione chiave con perdite minime. 
Credo che continueremo a tenere Snezhnoye e le aree nelle vicinanze. Sono stati inviati lì rinforzi consistenti. Non permetteremo al nemico di sfondare in direzione del fiume Don, tagliando il corridoio che ora ci si collega alla regione di Lugansk.


Coordinamento con Lugansk 

Giornalista: Ok, quindi abbiamo un coordinamento con Lugansk in questo momento? 

Igor Strelkov: Non c'è nulla di cui vantarsi in questo momento. Il nostro coordinamento è debole, ma sta progressivamente migliorando.

 

Comando Unificato e Reclutamento delle Forze Armate

Giornalista: Vorrei aggiungere che dal mio punto di vista e da quello dei telespettatori vi è la necessità di un centro di coordinamento unificato o dell'ufficio di un comandante dell'esercito dove i volontari possano rivolgersi per iscriversi al Milizia e da lì essere diretti ai vari battaglioni a seconda della loro preferenza. E' solo che abbiamo numeri di telefono diversi che forniamo durante le trasmissioni. Sarebbe utile se ci fosse un ufficio di coordinamento unificato. 

Igor Strelkov: Questo, purtroppo, è la legge della psicologia umana; la storia ha dimostrato che è vero in molte occasioni. Il processo di trasformazione di unità partigiane in un esercito regolare o anche solo in formazioni armate regolari è molto difficile. E' molto complicato; ci vuole molto tempo. Le idee si scontrano e le ambizioni della gente sono d'intralcio. Ci sono molti fattori oggettivi e soggettivi coinvolti. Purtroppo, non esiste la bacchetta magica per unire tutti insieme rapidamente. Tuttavia, questo compito è per noi una priorità, perché, naturalmente, l'esistenza di diversi gruppi con comando separato è inammissibile. E 'inaccettabile, sia dal punto di vista della gestione di operazioni militari che da quello di mantenere ordine nella retroguardia dell'esercito. 
Oggi abbiamo finalmente convocato una riunione congiunta a cui hanno preso parte i comandanti delle unità della Milizia e quelli che sono venuti da altre regioni, come il battaglione Vostok ed il   Battaglione Oplot. Abbiamo raggiunto un importante accordo per quanto riguarda la delimitazione delle nostre competenze, per quanto riguarda la creazione di uffici di comandanti regionali e l'ufficio congiunto della città comandante e per quanto riguarda l'introduzione della legge marziale nelle zone vicine alle posizioni del nemico. Al momento non prevediamo di istituire  la legge marziale o un coprifuoco in tutta la città. Aspetteremo fino a quando il nemico non attaccherà; abbiamo deciso di non complicare la vita dei nostri cittadini prima del tempo.

I negoziati con la Federazione Russa 

Giornalista: Il nostro governo, Pushilin, Borodai, se ho capito bene, sono adesso a Mosca. Andrei Purgin è qui. Sono in atto negoziati con Mosca? 

Igor Strelkov: Non posso commentare perché al momento sono coinvolto in questioni puramente militari. 

Giornalista: Ok, va bene. Grazie. Chiederemo ora a Katya Mikhailova di invitare i rappresentanti della Repubblica che abbiano le competenze necessarie per rispondere a queste domande.

 

Incidenti con i Miliziani a Donetsk 

Igor Strelkov: vorrei aggiungere una cosa, poche parole. Purtroppo, e non voglio nasconderlo, l'arrivo a Donetsk di un numero consistente di miliziani, molti dei quali è rimasto nelle trincee per settimane, ha portato a diversi incidenti. Fortunatamente, nessuno si è fatto male.
Chiedo per cortesia ai residenti di Donetsk di essere comprensivi con le persone appena arrivate che hanno patito grave stress e pericoli mortali per settimane e mesi. 
Ad esempio, il battaglione Semyonovka ha avuto 20 uomini uccisi o feriti in un giorno. Erano principalmente feriti, ovviamente. La milizia è stata sottoposta a massicci bombardamenti con armi chimiche, cariche incendiarie, munizioni a grappolo, nonché tiri di artiglieria di calibro pesante.

Non tutti i combattenti hanno dimostrato di essere pronti ad arrivare in una città assolutamente pacifica, dopo le fatiche delle trincee e l'esperienza a Slavyansk e Kramatorsk, distrutte e bombardate in continuazione.
Non tutti hanno reagito adeguatamente a questo brusco cambiamento di condizioni. E ci sono stati casi in cui i combattenti hanno avuto comportamenti scorretti verso i residenti della città. O qualcuno può aver immaginato che tutto è ora loro consentito, dal momento che sono eroi. Beh, è  vero; sono eroi che tengono le loro posizioni anche sotto un bombardamento. 
Alcuni si sono sentiti oltraggiati. Ma ripeto che non ci sono state vittime e nessuno ha subito gravi danni da queste azioni. Ancora una volta mi scuso per questi incidenti e desidero rassicurarvi che il comando della Milizia tratta questioni come queste molto duramente. Incidenti come questi dimostrano  mancanza di disciplina. 
Inoltre, l'alcol è proibito nella Milizia. Questo regola c'era già a Slavyansk, e continueremo ad applicarla anche qui. Combatteremo ogni indisciplina nel modo più duro possibile. 
Devo aggiungere inoltre che, in tempo di guerra, puniremo più severamente le infrazioni di natura criminale. Solo infrazioni gravi, naturalmente. Tutto il resto non rientra nelle nostre responsabilità. 
Le persone che commettono atti criminali gravi nelle nostre retrovie operative saranno sottoposte ai tribunali militari da campo. Inoltre, se ho capito bene, ci sono molte persone instabili qui che cercano di approfittare della crisi temporanea. L'esercito, naturalmente, prenderà tutte le misure necessarie per mantenere l'ordine. Non piacerà a qualcuno, ma non c'è altro modo.

Giornalista: Penso che abbiamo chiarito le questioni chiave. Non vogliamo trattenere Igor Ivanovich più a lungo. Ha un sacco di lavoro da fare. Grazie mille.

 

https://www.youtube.com/watch?v=a0kqTrTjc1c 
https://www.youtube.com/watch?v=zU30wrLrX-Y 
https://www.youtube.com/watch?v=BfmjjR1Y04A

 

Canale Primo Repubblicano (DPR, Repubblica Popolare Donetsk)

 

Da vineyardsaker



=== 2 ===

The original text: NATO IS THE AGGRESSOR
The German Freethinkers Association on the crisis in Ukraine
http://milosevic.co/517/nato-is-the-aggressor-the-german-freethinkers-association-on-the-crisis-in-ukraine/
or http://milosevic.co/517/nato-is-the-aggressor-the-german-freethinkers-association-on-the-crisis-in-ukraine/

---

http://www.resistenze.org/sito/te/po/uc/pouceg04-014715.htm

www.resistenze.org - popoli resistenti - ucraina - 04-07-14 - n. 506

La Nato è l'aggressore

La Associazione dei liberi pensatori tedeschi sulla crisi in Ucraina
  
Associazione dei liberi pensatori tedeschi | milosevic.co - resistir.info
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/06/2014

Dal colpo di stato in Ucraina del 22 febbraio 2014 e, in particolare, a seguito degli sviluppi nella penisola di Crimea sul Mar Nero, è iniziata a circolare sui media negli Usa e nei paesi della Nato e dell'Ue, una campagna politica che accusa istericamente la Russia e in particolare il presidente russo, Vladimir Putin, di una sconsiderata politica di potenza e di "rubare la terra" in violazione del diritto internazionale. L'incorporazione della Crimea nella Federazione russa è stata bollata dai principali governi della Nato come una "annessione in violazione del diritto internazionale".

Con questa campagna, il vero carattere della crisi in Ucraina è camuffato da una manovra anti-russa e gli ulteriori atti ostili nei confronti della Federazione russa devono essere preparati psicologicamente.

Si tratta sorprendentemente di quei paesi che hanno fino ad ora continuamente violato il diritto internazionale, come nel caso dell'attacco alla Repubblica Federale di Jugoslavia nel 1999, dell'invasione dell'Afghanistan nel 2001 e di quella dell'Iraq nel 2003, con il riconoscimento della sovranità del Kosovo nel 2008, e che usano evidentemente un doppio standard quando si tratta di giudicare le azioni russe.

Quelle stesse persone che vorrebbero farci credere che gli interessi di sicurezza della Germania sono stati difesi nel lontano Afghanistan, negano alla Russia il diritto di occuparsi dei suoi insindacabili interessi di sicurezza nelle sue immediate vicinanze. E questo anche in considerazione della notevole differenza tra la difesa degli interessi tedeschi in Afghanistan, dove una volta il generale Klein ordinò il massacro di più di 100 civili [riferimento al bombardamento Usa, su richiesta tedesca, di Kunduz, nell'Afghanistan settentrionale, nel 2009, ndt], e la Crimea che si unisce alla Federazione russa senza un solo atto violento da parte della Russia e in completo accordo con una larga maggioranza della popolazione della Crimea.

Quelle stesse persone che hanno riconosciuto il Kosovo sulla base di una dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte del governo provinciale contro la volontà del legittimo governo centrale in Serbia, negano alla Federazione russa il diritto di tradurre in realtà il desiderio di unione della popolazione di Crimea, un desiderio espresso attraverso un referendum con un risultato che parla da sé, in un momento in cui non esiste un governo centrale legittimo in Ucraina.

La sovranità dell'Ucraina violata attraverso un putsch ispirato dalla Nato

Gli argomenti che dovrebbero dimostrare che la Russia ha violato il diritto internazionale si basano astrattamente sulla premessa che la Russia, di punto in bianco, ha diviso una parte di uno stato sovrano. Quanto realmente accaduto in Ucraina, però, è che il governo di Kiev, formato legalmente e riconosciuto a livello internazionale, è stato abbattuto da un colpo di stato violento. Le forze fedeli alla Nato hanno sostenuto questo atto di violenza attraverso vari canali. Il cosiddetto "capo del governo ad interim", Arseniy Yatseniuk, è un noto collaboratore della Nato.

Ciò ha costituito una aggressione mistificata della Nato contro l'Ucraina. Fin dall'inizio, era chiaro che il governo golpista non aveva alcun controllo su gran parte del paese. Tuttavia, ne è stato subito riconosciuto come legittimo rappresentante dagli Stati Uniti, dai paesi membri della Nato e dell'Ue. L'integrità e la sovranità territoriale dell'Ucraina è stata violata dai governi della Nato.

Per questo sono stati in realtà gli Usa, i paesi Nato e dell'Ue ad avere in questo modo portato una parte dell'Ucraina sotto la loro influenza in violazione del diritto internazionale e della costituzione ucraina. Nessuno ha eletto il cosiddetto "governo ad interim" di Kiev. E' stato messo lì al posto del vecchio governo nazionale attraverso mezzi illegali e violenti. L'Ue ha immediatamente concluso la prima parte di un accordo di associazione con i leader del colpo di stato - un trattato in linea con il diritto internazionale, che include anche la "integrazione" dell'Ucraina nelle strutture militari dell'Ue. E questo anche se parti del paese sono ancora controllate dai precedenti organi legittimi dello stato. In realtà, questo significa che i paesi occidentali menzionati hanno sostanzialmente separato l'ovest dell'Ucraina dal resto del paese. Sono questi che in realtà hanno "creato i fatti", un'accusa che incessantemente rivolgono contro la Russia.

In queste circostanze, non si può parlare di annessione, nel caso dell'integrazione della Crimea nella Federazione russa. Essa riflette l'atto volontario di unire la Russia con la parte restante sovrana dell'Ucraina. Dopo il putsch, la Crimea era l'unica parte del paese in cui c'era ancora diritto e ordine senza restrizioni. Poiché dopo gli eventi di Kiev, sia la popolazione della Crimea che gli interessi strategici della Russia nel Mar Nero erano in pericolo, è stato necessario agire in fretta. La consultazione con i "partner" occidentali era fuori questione in quanto questi avevano già, senza considerazione per la Russia e il popolo ucraino, sostenuto il colpo di stato rifiutando ogni dialogo e riconosciuto il governo golpista, spingendo quindi la Crimea e la Russia ad agire.

Se la Crimea non avevesse aderito alla Federazione russa, allora, come ha detto il presidente Putin il 18 marzo 2014, "la flotta della Nato sarebbe apparsa a Sebastopoli, la città della gloria russa; cosa che non sarebbe stato un vago pericolo, ma un pericolo molto concreto per tutto il sud della Russia".

L'affermazione che la Crimea abbia aderito alla Russia dopo una "invasione" russa si è rivelata essere una menzogna. E' un fatto noto che la Flotta russa del Mar Nero era di stanza a Sebastopoli, in conformità al trattato in vigore tra Russia e Ucraina e che alla Russia era permesso di mantenere 25.000 soldati di stanza in Crimea. Non ci sono prove che confermino che questo numero sia stato superato dopo il putsch a Kiev e inoltre la Russia nega queste affermazioni.

Il fatto più importante è, tuttavia, che i soldati russi non solo erano in Crimea legalmente, ma anche con il consenso delle autorità regionali e il desiderio palese della popolazione, e hanno mantenuto un atteggiamento del tutto pacifico. Durante la presunta "invasione russa" non c'è stato alcun atto di violenza, né un tentativo di provocazione del nemico, segno di quanto siano stretti i legami con la Russia tra la popolazione di Crimea.

Anche le forze di autodifesa della Repubblica Autonoma di Crimea sono state utilizzate come ulteriore segno di una "invasione russa". Subito dopo il colpo di stato a Kiev, avevano preso posizione di fronte agli edifici pubblici e alle strutture militari con il chiaro intento di difendere il diritto costituzionale contro i sostenitori del putsch. Poiché indossavano uniformi "senza distintivo di identificazione", per l'Occidente era chiaro che dovevano essere soldati russi. Per contro, i "manifestanti di Maidan" a Kiev, che in maggioranza indossavano anche loro uniformi senza distintivo di identificazione, non sono stati identificati come soldati della Nato.

La Russia ha sottolineato di non aver avuto alcun comando sulle forze di autodifesa della Crimea. La differenza principale, tuttavia, è che loro agivano in pieno accordo con la grande maggioranza della popolazione per tutelare il diritto costituzionale e non, come fatto dai teppisti a Kiev, per infrangerlo. Si tratta di un eccellente esempio della doppiezza dei nostri media-canaglia che celebrano il golpe sanguinoso a Kiev come una svolta per la democrazia e allo stesso tempo presentando la tutela puramente passiva degli organi statali in Crimea come un intervento russo.

Il diritto internazionale: Crimea e Kosovo-Metohija

Dalla Jugoslavia alla Siria, gli Usa/Nato/Ue hanno condotto guerre continue e sempre nel flagrante disprezzo e violazione del diritto internazionale. Ed ora improvvisamente si ergono a protettori del diritto internazionale e invocano ripetutamente "l'integrità territoriale dell'Ucraina".

L'Associazione dei liberi pensatori tedeschi ha sempre indicato nella difesa del diritto internazionale il compito più importante del movimento contro la guerra e continua a farlo anche per quanto riguarda l'apparente cambiamento di ruolo dei guerrafondai della Nato. Mentre l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder ha francamente ammesso nel frattempo che con l'aggressione della Nato alla Jugoslavia nel 1999, si è violato il diritto internazionale (anche se deve ancora acconsentire volontariamente ad azioni legali contro se stesso), la maggior parte dei commentatori insiste ancora nel dire che la Nato "ha fatto la cosa giusta" in Kosovo - un argomento su cui la Russia ai loro occhi non può contare vista la situazione completamente diversa in Crimea.

Infatti, i due casi sono completamente diversi, ma esattamente per le ragioni opposte rispetto a quello che sostengono i guerrafondai. E' essenzialmente vero che il diritto internazionale non vieta la secessione o una dichiarazione di indipendenza. A questo proposito, Vladimir Putin, nel suo discorso del 18 marzo 2014, cita il memorandum Usa del 17 aprile 2009 alla Corte internazionale di giustizia sul Kosovo: "Le dichiarazioni di indipendenza possono, come spesso è il caso, violare il diritto interno. Ma questo non significa che attraverso questo si violi il diritto internazionale".

Considerando che il diritto internazionale valuta la secessione come un affare interno allo stato, non consente ad alcun gruppo di separarsi dallo stato originale senza il suo accordo. Tuttavia, a seguito dell'aggressione straniera contro l'Ucraina, non era rimasta alcuna autorità ucraina legittima e funzionante in grado di contestare l'unione de

(Message over 64 KB, truncated)


https://www.cnj.it/INIZIATIVE/NaMoreConAmore.htm

“NA MORE CON AMORE”
Resoconto dell'iniziativa - Edizione 2014

scarica in formato PDF: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/namoreconamore/2014/FOTO/NMCA_Resoconto2014.pdf

Ciao a tutti,
anche quest’anno speriamo farvi cosa gradita con un breve resoconto dell’iniziativa di ospitalità estiva dei bambini di “nA More con AMore”. Gli studenti della scuola “Sveti Sava” di Jasenovik sono tornati alle loro famiglie, presso i villaggi delle aree di Novo Brdo nel territorio del Kosovo. 
Dopo una settimana piena di soggiorno in Italia, il 2 luglio scorso all’aeroporto di Roma Fiumicino, abbiamo accompagnato Jovana, Katarina, Aleksandra, Marija, Ivana, Nevena, Nikola, Miloš e Valentina. Quest’anno la mascotte nel gruppo è stata Nevena, di soli 8 anni, sorella di Nikola. Nel salutarla, abbiamo sentito cara l’immagine di questa piccola, timida ma caparbia bambina, che si è impegnata come non mai, per vincere la sua forte paura iniziale del grande e fascinoso mare; paura a cui non ha fortunatamente ceduto, godendosi alla fine il suo gioco, il suo beneficio e liberando finalmente il suo sorriso…
La settimana è stata di buon tempo, il cielo ci ha avvicinato qualche nuvolone, ma velocemente se lo è portato via. La comunità di Santa Severa ed i suoi esercenti ci hanno sostenuto, per ridurre al minimo le spese, e noi siamo contenti di poterlo ribadire.
I bambini hanno svolto soprattutto attività in spiaggia, interminabili bagni in mezzo alle generose onde del mare di Santa Severa, con alle spalle il suggestivo castello dell’area Pyrgi, ed i suoi bellissimi tramonti. Nel fine settimana il gruppo si è spostato a visitare Roma, un po’ imbavagliata dai lavori di restauro, persino Fontana di Trevi ci ha lasciati a bocca… asciutta! Però il passaggio alla mostra sulla liberazione di Roma dal Fascismo (’43-’44), all’interno del Vittoriano, è stato molto apprezzato dai ragazzini, nonostante la loro giovane età. Il nostro esperto Andrea Martocchia e la loro insegnante Valentina Ristić hanno saputo stimolare la loro curiosità. Ma la prima accoglienza in città è stata …. Serba! Essendo il 28 giugno, abbiamo festeggiato Vidovdan presso la Chiesa Russa Ortodossa di Santa Caterina a Roma, accolti per il pranzo tradizionale ed ospitati dall’associazione “Sveti Sava”. Vidovdan è un giorno speciale per la tradizione serba, religiosa e laica, in memoria della storica battaglia di Kosovo Polje del XIV secolo, in cui si intrecciano storia, mitologia ed arte, della cultura Serba e Turca. In realtà il 28 giugno ricorrono molti altri importanti avvenimenti politici jugoslavi e dell’Europa, legati alle guerre mondiali ed ai bombardamenti NATO del ‘99.  E’ piaciuto molto anche il Castello di Bracciano ed il suo lago panoramico, che è stato raggiunto attraverso una bella passeggiata serale nel bosco. E poi molto apprezzata è stata la scogliera di Santa Marinella, dove Nevena ha fatto finalmente la sua prima “immersione” integrale nell’acqua di mare. I giorni sono trascorsi veloci, ma l’intensità e la serenità di molti momenti sono state assaporate con una appagante lentezza, fino al saluto della partenza, con l’immancabile caro “vidimo se uskoro!”.

Anche questa edizione dell’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con le associazioni Non bombe ma solo caramelle OnlusCNJ – Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus e la Scuola Primaria "Sveti Sava" del villaggio Jasenovik (Novo Brdo). Le pratiche organizzative e di autorizzazione sono state svolte in collaborazione con: il Comitato Minori Stranieri – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; l’Ufficio Visti dell’Ambasciata Italiana di Pristina, la compagnia aerea Air-Serbia; l’Istituto di Assicurazione Consorzio Caes - Assimoco Italia.
Le spese sostenute, per un totale di 2.103 euro, hanno riguardato: visto di ingresso, biglietti aereo, trasferimento pullman A/R Jasenovik- Belgrado, assicurazione per infortunio e responsabilità civile, trasferimento A/R Santa Severa/Roma per gita (treno e bus), servizio stabilimento spiaggia in Santa Severa, visita guidata al Castello di Bracciano, parcheggio all’aeroporto di Fiumicino (causa ritardo di 3 ore del volo da Belgrado).

Per aver contribuito a sostenere economicamente l’iniziativa ringraziamo, 
per le sottoscrizioni:
Associazione Zastava Brescia onlus, Tiziana Cerasoli, Simonetta Granato, Roberta Fortuna, Andrea Martocchia, Giovanni Modica, Stefano Peciarolo, Luana Proietti, Angelo Reali, I Beatles a Roma e tutti i sottoscrittori dell’evento del 24 maggio a Bracciano, Francesca Sellari, Simonetta Seromanni, Zivkica Nedanovska Stankovski, Marcella Simonelli, Angela Taverniti, Alberto Tarozzi, Gilberto Vlaic, Josie Platania;
per l’alloggio, per alcuni trasferimenti, per il vitto, per la guida turistica, per l’ospitalità a Bracciano, per l’Ospitalità presso la Chiesa Ortodossa di Santa Caterina a Roma, per gli interpreti:
Dragan Popović, Vesna Stojaković, Annamaria Cappelli, Augusto Mengarelli, Stefano Mattozzi, Sonja Rakić, Svetlana Rakić, Tanja Vuković, Samantha Mengarelli, Carlo Lo Giudice, Fabrizio Scandone (ed il gruppo del mercoledì!), Andrea Martocchia, Luana Proietti, Roberto Felicetti, Sandro Ciorciolini, l'alimentari panificio Fracassa Galli & C. snc, la pizzeria L'Angolo delle Crepes di G. Amici e S. Lobascio, il ristorante l’Angoletto, la gelateria artigianale di Roma “La Dolce Vita”, lo stabilimento Lido, l’associazione della comunità serba-ortodossa “Sveti Sava” di Roma. 
I fondi raccolti e non spesi verranno utilizzati, come preannunciato, in parte per gli interventi già stabiliti per scuole nella Repubblica Serba di Bosnia colpite dall’alluvione, ed in parte per future iniziative di solidarietà di cui vi terremo informati.
Ringraziamo sempre Valentina Ristić, insegnante e accompagnatrice del gruppo ma quest’anno, un ringraziamento particolare è dovuto ad Andrea Dardi, che ci ha supportati nei difficili rapporti procedurali con l’Ambasciata Italiana di Pristina ed alle Sig.re Djurdja Darazi e Zorica Mihajlović dipendenti storiche della ex Jat Airways (ora Air Serbia) la cui disponibilità, professionalità ed umanità nel risolvere alcuni imprevisti, sono state veramente degne di lode, rare a trovarsi, nelle compagnie aeree di oggi.
E poi cos’altro dire? È sempre molto difficile descrivere le emozioni e le reazioni degli altri. I bambini poi sono disarmanti, tentare di raccontarli è forse presuntuoso e soprattutto molto delicato. Una cosa però la si può dire, senza indugio e senza fargli alcun torto: ma quanto hanno mangiato! come una squadra di pallanuoto. E naturalmente ne siamo rimasti tutti estremamente soddisfatti e contenti, ed un premio speciale va di sicuro alle crostate con farina di farro ed albicocche fresche di Vesna, ai paccheri ripieni con burrata, limone e pomodorini di Annamaria ed alla torta ripiena di creme di Sonja e Ceca.
Perciò per chi vuole, racconti e foto potrete trovarle su questa pagina, per questa esperienza che si arricchisce sempre di più, di partecipazione e di storie importanti, che vogliamo dedicare a due donne, mamme ed amiche, che non ci sono più e che hanno ispirato “nA More con AMore”, Fiore ed Anna Maria, creature del mare. Vi salutiamo tutti e speriamo di ritrovarci nuovamente per questa iniziativa. 

Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus
Non Bombe ma Solo Caramelle - onlus

Certe case vivono e vivranno sempre il loro buon tempo, piene ed appagate delle voci e dei passi che le hanno attraversate...
(da: nA More con AMore, prima edizione)

A cura di Samantha Mengarelli

Foto scattate da: Andrea Martocchia, Stefano Mattozzi, Samantha Mengarelli, Dragan Popović, Dušan Ristić e Valentina Ristić 

LE FOTO: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/NaMoreConAmore.htm#foto2014




http://contropiano.org/politica/item/25248-le-favole-de-l-unita-contro-i-palestinesi

Le favole de l'Unità contro i palestinesi

•  Lunedì, 14 Luglio 2014 10:55
•  Alessandro Avvisato

Fare propaganda invece di giornalismo. Specie in tempi di guerra diventa così normale che nessuno se ne accorge più. A meno che non abbia l'attenzione e la tenacia di una attivista solidale e impegnata come nel caso che segnaliamo.

La ragione strutturale è semplice da capire: se vivi “dentro” un sistema che consideri la tua normalità, difficilmente puoi renderti conto di quanto deformante sia il filtro posto agli eventi che avvengono “fuori”. E la guerra – in Palestina come in Ucraina, in Siria come in Libia o in Iraq, per noi “fortunati” europei è per il momento “fuori” (sembra passato un secolo da quando c'eravamo quasi “dentro”, tra Bosnia, Serbia e Kosovo).

Deve essere per questo che molti giornali e supposti giornalisti tendono a riciclare sempre lo stesso “pezzo”, fiduciosi nel fatto che illettore non ci può fare caso, sommerso com'è da informazione tutta uguale, seriale, embedded senza più nemmeno la necessità che un Minculpop ti venga a censurare l'articolo prima della pubblicazione. Ormai la censura fa parte del software che muove la testa di chi scrive sulla stampa mainstream. E la realtà non conto, l'unico problema è “come raccontarla”. Ma dopo un po' la fantasia si esaurisce. E ci si ripete.

L'infortunio occorso a Umberto De Giovannangeli, inviato de l'Unità, è però davvero singolare. A forza di recarsi in Israele per raccontare l'ennesimo massacro a Gaza, sempre tornando a Sderot (anche la location scelta deve avere la sua importanza, per la ripetitività), ci racconta sempre la stessa storia. Un po' come la nonnina quando ci raccontava le favole per farci addormentare.

La favola che ci racconta De Giovannageli è commovente. È la favola della bambina israeliana Tahal Pfeffer, 4 anni, che quando torna a casa dall'asilo si accuccia sotto il tavolo. Si è abituata a fare così per colpa di quei cattivissimi palestinesi che da Gaza lanciano i terribili razzi Qassam. A forza di vivere così, ha sviluppato una sindrome psicologica che ha un nome preciso - SPT (Sindrome Post-Traumatica) - comune ad oltre la metà degli abitanti della cittadina ai confini di Gaza.

Vi siete commossi anche voi, ammettetelo. Una bambina è il simbolo stesso dell'innocenza, impossibile restare impassibili.

Il problema più grave di questa bambina, però, è che non cresce. Un autentico Peter Pan, che ha sempre quattro anni, anche a distanza di sette anni. Leggiamo:

Quando Tahal Pfeffer, 4 anni, torna a casa dall'asilo, si accuccia sotto il tavolo della cucina e lì rimane. Quando Tahal ha cominciato a comportarsi così, circa sei mesi fa, sua madre Ofra ha pensato che si trattasse di un gioco. Tuttavia dopo averla incoraggiata a parlarne, Ofra si è resa conto che questo era il modo escogitato dalla figlia per controllare lo stress causato dall’allarme sicurezza all’ombra del quale la bambina ha vissuto gran parte della sua giovane vita: i razzi Qassam che cadono su Sderot, il rumore dell'artiglieria israeliana che fa fuoco su Gaza e i boom supersonici provocati dagli aerei dell’aviazione militare dello Stato ebraico. Tahal trasale al minimo rumore, così come fa Yaakov, suo fratello maggiore, sette anni: dallo squillo di un campanello ad uno sbattere delle porte. Quando parte la sirena dell’allarme «Treva Adom», il segnale che un Qassam è in avvicinamento, i bambini si bloccano immediatamente. Se accade di notte, corrono immediatamente nel letto della madre. Sono smarriti, impauriti, emotivamente destabilizzati. La vita a Sderot è una roulette russa: passano nemmeno trenta secondi dall’avvistamento del razzo al suo impatto. Trenta secondi per cercare un rifugio, per evitare di essere intrappolato nelle macerie di un palazzo centrato dai missili palestinesi. La scansione della quotidianità a Sderot è segnata dalla paura. E dal dolore. Anche questo è inferno.

L'Unità, 11 luglio 2014, Umberto De Giovannangeli

La cronaca di questi giorni convulsi. De Giovannangeli ce la consegna con trasporto e commozione (un po' a senso unico, è vero, ma che volete farci, lui è di casa a Sderot, mica a Gaza), attraverso lo spavento di Tahal, appena quattro anni. Esattamente quanti ne aveva nel 2007, in quest'altro (si fa per dire) articolo dello stesso De Giovannangeli per lo stesso giornale:

Quando Tahal Pfeffer, 4 anni, torna a casa dall'asilo, si accuccia sotto il tavolo della cucina e lì rimane. Quando Tahal ha cominciato a comportarsi così, circa sei mesi fa, sua madre Ofra ha pensato che si trattasse di un gioco. Tuttavia dopo averla incoraggiata a parlarne, Ofra si è resa conto che questo era il modo escogitato dalla figlia per controllare lo stress causato dall'allarme sicurezza all'ombra del quale la piccola Tahal ha vissuto gran parte della sua giovane vita: i razzi Qassam che cadono su Sderot, il rumore dell'artiglieria israeliana che fa fuoco su Gaza e i boom supersonici provocati dagli aerei dell'aviazione militare dello Stato ebraico. La famiglia Pfeffer non costituisce un caso isolato. Un recente sondaggio, condotto a Sderot su un campione di 150 famiglie con bambini piccoli, ha evidenziato che il 54% dei genitori e/o dei bambini soffre di SPT (Sindrome Post-Traumatica) Tahal trasale al minimo rumore, così come fa Yaakov, suo fratello maggiore, sette anni: dallo squillo di un campanello ad uno sbattere delle porte.

L'Unità, pubblicato nell'edizione Nazionale (pagina 12) nella sezione "Esteri", 2 June 2007

Il tempo si è fermato, nulla cambia, chiamate Renzi! Vien quasi da pensare che i tanti piccoli Ahmed o Mohammed, le piccole Amina o con qualsiasi altro nome, al di là del confine, in quel paradiso a cielo aperto che è Gaza, siano più fortunati. Loro muoiono prima di sbocciare alla vita, non hanno tempo per contrarre alcuna sindrome psicologica.

Povero Gramsci, che fogna hanno fatto del tuo giornale!

qui l'articolo del 2007:

http://cerca.unita.it/ARCHIVE/ xml/230000/227403.xml?key= Umberto+De+Giovannangeli& first=2241&orderby=1&f=fir& dbt=arc

e qui quello di oggi:

http://www.unita.it/mondo/nei- disegni-dei-bambini-di-gaza- le-gambe-lunghe-per-fuggire-1. 580052?page=3




(italiano / srpskohrvatski / english)
 
Srebrenica ? 
1: A “Planned Chaos”
 
1) Ibran Mustafić book PLANIRANI HAOS (2008)
2) Ibran Mustafic: Srebrenica was a “Planned Chaos” / Srebrenica è stato un “caos pianificato”
3) Confessione sensazionale di Ibran Mustafic: Abbiamo ucciso la nostra gente a Srebrenica
4) Newest statement by Ibran Mustafić: "Sami smo ubili 1.000 svojih u Srebrenici!" (2014)