Informazione

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La voce di Vladimir Putin contro il nazifascismo risorgente

1) Putin si scaglia contro i revisionisti della Seconda Guerra Mondiale
2) Putin Says Legal Initiative to Counter Nazism Timely (RIA Novosti, 3/7/2014)


Vedi anche: 

Discorso di Vladimir Putin ai rappresentanti del corpo diplomatico / Putin spricht: USA wollen die Welt in eine Weltkaserne verwandeln
1 Juli 2014. Ansprache des russischen Präsidenten Wladimir Putin vor der Versammlung der Diplomaten und Botschafter des russischen Außenministeriums in Moskau. Ausschnitte. 
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=WVQsoIcevLI

Putin vs. Obama


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http://www.tribunodelpopolo.it/russia-putin-si-scaglia-contro-i-revisionisti-della-seconda-guerra-mondiale/

Russia. Putin si scaglia contro i revisionisti della Seconda Guerra Mondiale

Scritto da: G.B. il 19 maggio 2014 in EsteriNews 4 Commenti

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, accusato da più parti di essere illiberale quando non addirittura fascista, ha dichiarato di essere completamente contrario al revisionismo storico circa la Seconda Guerra Mondiale, ovvero alla riabilitazione dei fascismi. In particolare Putin ha sottolineato come questo sia avvenendo in Ucraina, ma chi lo ascolterà? 
Una premessa per fugare ogni dubbio dal momento che su internet si trova sempre troppa gente pronta a pontificare: questo articolo non vuole essere in alcun modo un articolo apologetico nei confronti di Vladimir Putin, personaggio su cui ogni lettore si sarà fatto un’idea aderente o meno alla realtà. Noi rispettiamo il pensiero di tutti, anche quando non collima col nostro, siamo abituati ad argomentare con rispetto le nostre convinzioni, e a confrontarle civilmente con gli altri. Sull’Ucraina abbiamo notato invece un atteggiamento insopportabile di una certa “sinistra” volta a tacciare Putin a priori come “cattivo” e quindi a prendere posizione apertamente a favore di Kiev come risposta. E se gli fate notare che a Kiev l’Occidente sta appoggiando bande di estrema destra e neofasciste, loro risponderanno che si tratta di una semplificazione in quanto Putin sarebbe lui stesso un “fascista”. Costoro però non sanno, o fingono di non sapere, che Putin di difetti ne avrà molti, moltissimi, ma di certo non lo si può accusare di simpatie fasciste dal momento che il suo governo ha varato una legge antinazista ferrea che ci sogniamo nella “democratica” Europa, dove i neonazisti sono tornati a operare ovunque alla luce del sole, cavalcando un insopportabile revisionismo volto a considerare l’estrema sinistra e l’estrema destra due facce della stessa medaglia.
I tentativi di distorcere i risultati della Seconda Guerra Mondiale sono estremamente pericolosi, come testimoniano i tragici eventi in Ucraina, dove le forze neonaziste più oltranziste hanno scatenato un vero e proprio terrore contro i civili“, ha dichiarato il presidente russo Vladimir Putin in un’intervista con i principali media cinesi alla vigilia della sua visita nel Paese asiatico. Si tratta di affermazioni chiare e nette che indicano come a Mosca sul fascismo non si scherzi. Beninteso Putin non sarà certo un’emblema di democrazia, ma almeno per quanto riguarda “l’antifascismo” avrebbe da insegnarne e molto anche allo stesso Obama. Se pensate che siamo troppo di parte come mai allora l’Occidente appoggia un governo provvisorio a Kiev che ha preso il potere grazie a un autentico Golpe e che annovera tra le sue fila ministri apertamente neonazisti? Sempre Putin ha ricordato come quattro anni fa, in occasione del 65° Anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, la Russia e la Cina avevano rilasciato una dichiarazione comune,in base alla quale entrambi i Paesi si mostrano uniti nella critica al revisionismo storico, ritenuto inaccettabile. Continueremo a resistere ai tentativi di riscrivere la storia, di mitizzare i nazisti e i loro alleati e di infangare la memoria e il buon nome degli eroici liberatori”, ha affermato ancora Putin, mettendo così in difficoltà  molti benpensanti dell’Occidente, in prima fila nell’andare contro la Russia sui diritti gay e umani, (vedi la questione delle Pussy Riot, peraltro legate all’Nsa americano) e non pervenuti quando si tratta di prendere posizione contro il nazismo, quello vero.
Gracchus Babeuf


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MOSCOW, July 3 (RIA Novosti) – Russian President Vladimir Putin said Thursday that an initiative to establish a legal basis for countering Nazi ideology is well-timed.
“I consider the initiative to define a legal basis for countering a surge of nationalism and glorification of Nazi criminals timely,” Putin said at a meeting of the Presidential Council for Interethnic Relations.
The Russian president stressed that in some countries neo-Nazi organizations are reviving and gaining ground in politics. According to Putin, ethnic and religious intolerance and calls for violence are turning into slogans for groups striving for power.
On May 5, Putin signed a bill introducing a punishment of up to five years in jail for the rehabilitation of Nazism, denying facts established by the Nuremberg trials and dissemination of false information about the Soviet Union’s activities during World War II.
The measure also stipulates a fine of up to 300,000 rubles ($8,400) or up to a year of community service for desecrating symbols of Russian military glory.
A bill that equates symbols of organizations that cooperated with fascists, including Bandera insignia, to Nazi symbols is currently under consideration in Russia’s parliament.



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Accordo UE-Ucraina mentre questa compie la pulizia etnica del proprio territorio

0) LINKS: audio / video / analisi / news / reportages

1) PULIZIA ETNICA ANTIRUSSA IN UCRAINA
Campi di internamento nel Donbass: la storia si ripete (Alexander Donetsky)
Projet officiel de nettoyage ethnique en Ukraine (Andrew Korybko)
Sharp rise in Ukrainian displacement, with more than 50,000 internally displaced (UNHCR)
L'Ucraina rifiuta gli aiuti umanitari della Russia (VoR)

2) PRECIPITOSO ACCORDO ASSOCIAZIONE CON LA U.E.
Kiev sigla l'accordo con l'Unione Europea. Mosca: serie conseguenze
Cosa significa l'associazione economica con l'UE? (Victor Shapinov)
Dietro gli accordi di associazione tra Ue e Ucraina, Georgia e Moldavia ( M. Dinucci, T. Di Francesco)

3) PROVOCAZIONI MILITARI PER COINVOLGERE LA RUSSIA
Ambasciata russa attaccata a Kiev / Sconfinamenti e scontri al confine russo

4) NEWS

5) U.S., EU cover up Ukraine junta’s war crimes (Greg Butterfield / WW)


=== 0: LINKS ===


AUDIO:

Intervista a Nicolai Lilin: "Questi mass-media fanno schifo" - 26/06/2014


VIDEO: 

Pandora TV - Il Punto di Giulietto Chiesa - 2 Luglio 2014 - Ucraina: verso la situazione finale
Corrispondenza da Mosca di Giulietto Chiesa. L'Ucraina va verso la soluzione finale, i bombardamenti a tappeto fanno decine di vittime e distruggono le città. In occidente tutto tace. Il silenzio colpevole dei media occidentali è più pesante di tutte le censure. Mentre continua l'operazione di pulizia etnica di Kiev basata sul massacro della popolazione civile…

PTV News Speciale – La tragedia di Kramatorsk
02/07/2014 - Ci giunge da Kramatorsk in Ucraina orientale, la testimonianza di Christian Malaparte e Patrick Lancaster, due coraggiosi giornalisti che da giorni vivono sotto le bombe delle milizie di Kiev. Raccontano in diretta il dramma che si svolge in queste ore, un massacro passato ancora una volta sotto silenzio dai media occidentali…

PTV News 27 giugno 2014 - Dialoghi dell'orrore
Dialoghi tra uomini che uccidono su commissione, per guadagnare… Questa è la guerra di Ucraina creata dagli Stati Uniti d'America. Circolano filmati di morti scaraventati a terra in fosse comuni. Molti, tremendi indizi di questa caccia all'uomo russo. Non li abbiamo pubblicati perché non potevamo credere nemmeno ai nostri occhi… Le bestie che sentite grufolare hanno dimenticato di criptare la conversazione, ma hanno l'urgenza di guadagnare, di vantarsi. Per questo li abbiamo sentiti. Per questo ve li facciamo sentire. Così capirete meglio perché Novorossija combatte.
http://www.pandoratv.it/?p=1322

Intervento di Marta Grande (M5S) in Senato, 24/6/2014, sulla situazione in Ucraina
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=PCZAd0tqps8

Il Punto di Giulietto Chiesa – 20 giugno 2014
Giulietto Chiesa fa il punto sul numero della vittime nella guerra civile in Ucraina sudorientale. Un numero di vittime, tra militari e civili, che al di là delle differenti stime resta comunque elevato. Secondo dati non ufficiali potrebbero essere quasi 4000 i caduti nel periodo tra il 2 maggio e il 17 giugno di quest’anno. 

Il punto di Giulietto Chiesa – 13 06 2014 – Il vero motivo del genocidio dei russi
Giulietto Chiesa fa il punto su un contratto che vedrebbe l’acquisto, da parte della Shell e Chevron di oltre 7000 kilometri quadrati di terreno ucraino, per estrarne il gas da scisti bituminosi. Indovinate di quale regione si tratta…? La distruzione del Donbass adesso ha un senso. L’Ucraina è una colonia.
http://www.pandoratv.it/?p=1199
La guerra in diretta da Lugansk
20/06/2014 - Una drammatica testimonianza di guerra da Lugansk, in Ucraina Orientale. Dopo uno scontro a fuoco violentissimo, gli attivisti filorussi catturano uomini delle milizie di Kiev…
http://www.pandoratv.it/?p=1245

Una realtà messa al contrario. La popolazione è completamente manipolata… (06.06.2014)
VIDEO: http://rutube.ru/video/394d3a9f5e2a155741a7272a73d0b397/


ANALISI:

Ucraina contro Ucraina
23 Giugno 2014 - di Spartaco A. Puttini per Marx21.it
Negative Wahrnehmungen (Bürgerkrieg und EU-Polizeimission in der Ukraine)
GFP - 02.07.2014
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/58902

Ukraine: Democracy of the minority
June 30, 2014 - Victor Shapinov of the Marxist organization Union Borotba (Struggle) analyzes the forces at work behind President Petro Poroshenko’s announcement officially ending the Kiev junta’s ceasefire with the Donetsk and Lugansk people’s republics of the Donbass region. The article originally appeared on the website ActualComment.ru and was translated by Workers World contributing editor Greg Butterfield
http://www.workers.org/articles/2014/07/03/ukraine-democracy-minority/

And still the Ukraine – an interim report (June 29, 2014)
The following article is by Kai Ehlers, a German-based expert on the former Soviet Union. We publish it as a progressive contribution to the discussion on Ukraine and food for thought about the developments there. Translation by Workers World managing editor John Catalinotto.

Ukraine's economic crisis to intensify

Le chef des séparatistes de Slaviansk, Igor Strelkov, a fait la guerre de Bosnie comme volontaire du côté serbe
http://balkans.courriers.info/article25084.html


NEWS: 

Ukraine: Berlin foreign ministers meeting brings no solution
By Peter Schwarz / WSWS, 4 July 2014

Poroshenko launches bloody assault on eastern Ukraine
By Chris Marsden - 2 July 2014

Plainte à l’OIAC contre l’usage d’armes chimiques par l’Ukraine
RÉSEAU VOLTAIRE | 1ER JUILLET 2014

Pravyi Sektor and altre sigle neonaziste filogovernative europeiste ucraine assaltano assemblea dei sindacati a Kiev
Right Sector neo-nazis attack trade union conference in Kiev (26/6/2014)

Ukraine regime launches military blitz after floating ceasefire plan (Bill Van Auken / WSWS, 20 June 2014)

Le autorità di Kiev pensano a costruire un muro al confine con la Russia (Voce della Russia, 18 giugno 2014)

La Pologne dirige les opérations militaires en Ukraine
par Andrew Korybko - RÉSEAU VOLTAIRE | 14 JUIN 2014 
Sikorski e Dziewulski: strategia e tattica del neo-Commonwealth
di Andrew Korybko - RETE VOLTAIRE | 17 GIUGNO 2014 

Les forces « antiterroristes » de Kiev dirigées par le Polonais Jerzy Dziewulski
RÉSEAU VOLTAIRE | 11 JUIN 2014 
Le forze "anti-terrorismo" di Kiev guidate dal polacco Jerzy Dziewulski
RETE VOLTAIRE | 11 GIUGNO 2014 

Ucraina, è bagno di sangue
Lunedì, 16 Giugno 2014 - Marco Santopadre


REPORTAGES:

Gli uomini neri (Fausto Biloslavo, Il Giornale)
La guerra civile in Ucraina sempre più sanguinosa e dimenticata schiera in prima linea un reparto fedele a Kiev, che arruola volontari europei provenienti da Italia, Svezia, Finlandia, paesi Baltici e Francia…

VIDEODOCUMENTARIO: Pogrom programmato
Giulietto Chiesa commenta le immagini della strage di Odessa dimostrando che le vittime sono state assassinate brutalmente e non sono perite a causa dell’incendio al palazzo dei sindacati come è stato dichiarato dalla stampa internazionale. Pandora TV raccomanda la visione di questo servizio ad un pubblico di soli adulti.
http://www.pandoratv.it/?p=635
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=iyOnb2wsEcY
 
Le sostanze chimiche nell'assassinio di Odessa
VIDEO: http://rutube.ru/video/baffa22512d4474c35de994ce863fb00/
 
VIDEODOCUMENTARIO: "Settore Destro" di Euromaidan
in altre lingue:
Russo (original)
prima parte
https://www.youtube.com/watch?v=0Uy6R...
http://vimeo.com/96070079
seconda parte
https://www.youtube.com/watch?v=X7BO0...
http://vimeo.com/98322875
Inglese
prima parte
https://www.youtube.com/watch?v=9yFqU...
seconda parte
https://www.youtube.com/watch?v=4mjUD...
Tedesco
prima parte
https://www.youtube.com/watch?v=cRyVI...
http://vimeo.com/96982788
Francese
prima parte
http://vimeo.com/99570936


=== 1: PULIZIA ETNICA ===

LINKS: 

Ucraina. Fanno paura i campi di concentramento “democratici” nell’Est
Se ne parla da un pò e ora ne ha parlato anche Nicolai Lilin su L’Espresso. Stiamo parlando dei campi di concentramento “democratici” che il governo di Kiev vorrebbe utilizzare in Ucraina per rinchiudere i cittadini dell’Est identificati come “terroristi” (29/6/2014)

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www.resistenze.org - popoli resistenti - ucraina - 16-06-14 - n. 503

Campi di internamento nel Donbass: la storia si ripete

Alexander Donetsky | strategic-culture.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

15/06/2014

Gli ucraini hanno una data triste da commemorare il prossimo settembre 2014: la costruzione dei campi di concentramento di Terezin e Talerhof, realizzati per isolare il segmento filo-russo della popolazione residente nella Galizia austro-ungarica. Migliaia di rusin [1], persero la vita perché avevano simpatie per la Russia e volevano preservare la loro identità storica. Rifiutarono di chiamarsi ucraini come volevano le autorità austro-ungariche e così finirono internati.

Le condizioni erano orribili. I primi acquartieramenti di Talerhof furono costruiti nel 1915. I prigionieri non avevano riparo per la pioggia. Dormivano sotto il cielo aperto. La condizione per ottenere la libertà era l'abiura della nazionalità rutena. I guardiani erano galiziani che accettarono di chiamarsi ucraini. Furono loro a sterminare i ruteni. I loro crimini sono descritti nell'Almanacco di Talerhof pubblicato dal comitato dei detenuti nel 1920.

I nazionalisti ucraini servirono fedelmente i tedeschi durante i giorni di occupazione del paese. Odiavano tutto ciò che era russo. Erano disposti a servire come aguzzini e guardie in numerosi campi di concentramento. 700mila soldati dell'Armata Rossa furono fatti prigionieri quando le truppe sovietiche furono circondate vicino a Kiev. Molti di loro erano di etnia ucraina. C'erano due campi di concentramento vicino Brovary nei pressi di Kiev. I prigionieri venivano regolarmente fucilati vicino al villaggio di Bykovnya. Secondo gli abitanti locali, i carnefici erano hitleriani nonché poliziotti ucraini. Secondo le testimonianze, c'erano 1.200 poliziotti ucraini su 1.500 aguzzini a Babi Yar, e questo significa che soltanto 300 di loro erano tedeschi. Pochi ricordano che prima dell'eccidio di massa degli ebrei, i prigionieri di Babi Yar furono prevalentemente ucraini, fatti passare attraverso il "campo di filtraggio" di Syrets. Avevano combattuto i fascisti tedeschi insieme ai russi.

Nel febbraio del 2014 sono saliti al potere i successori e ammiratori dei nazisti, con il sostegno degli Stati Uniti e della Germania. Nel parlamento tedesco ha provocato una discussione l'intervento di Sahra Wagenknecht, economista e pubblicista, membro del Bundestag e membro del Comitato Nazionale del Partito della Die Linke. La deputata ha accusato Angela Merkel di ingannare le persone presentando gli avvenimenti in Ucraina in luce scorretta. Ha invocato pressioni su Poroshenko per farlo desistere dalla guerra contro il suo stesso popolo. Sahra Wagenknecht ha detto che quattro membri del gabinetto ucraino sono colpevoli di coltivare l'odio verso gli ebrei e i russi. Intendeva i membri del partito Svoboda guidati da Oleg Tyagnibok, chiamato Partito nazional-socialista fino al 2004. Una delle persone di cui stava parlando era Andriy Parubiy, il Segretario del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa dell'Ucraina nominato dopo il colpo di stato ucraino del 2014. La lista di solo quattro nomi non è sufficiente. Ci sono membri del gabinetto che nascondono le loro opinioni e altri che sono orgogliosi. Ad esempio, Sergei Kvit, Ministro dell'Istruzione, Presidente dell'Accademia Kyiv-Mohyla. E' lui che ha ordinato il divieto della lingua russa nelle istituzioni.

La Rada dell'Ucraina ha nominato il colonnello Michael Koval Ministro della Difesa. Al suo confronto gli altri impallidiscono nella professione di fedeltà agli ideali nazisti. Dopo l'elezione di Poroshenko, si recò al parlamento per presentare i piani del governo. Secondo lui, tutti i giovani delle repubbliche di Donetsk e Lugansk, comprese le donne, dovevano essere internati in «campi di filtraggio», per verificare l'eventuale collegamento ai terroristi, e poi spediti in diverse regioni d'Ucraina.

Così, nei piani per il futuro del governo ucraino c'è la creazione di campi di concentramento: i bei vecchi tempi della Germania fascista sono tornati! La popolazione del recalcitrante Donbass è di circa sei milioni e mezzo di persone. Molte di queste persone stanno per perdere le case ed essere internate nei campi. Dopodiché il governo dirà loro dove vivere in caso riescano a passare attraverso il processo di filtrazione e dimostrare che non avevano nulla a che fare con il movimento di resistenza antinazista. Coloro che si sono opposti alle uccisioni di massa della popolazione da parte delle forze regolari ucraine dovranno affrontare un processo: si può facilmente intuire che cosa significa.

L'Europa contemporanea non ha mai conosciuto nulla di simile: il trasferimento di massa di persone che vivono in alcune regioni. Gli Stati Uniti e i leader politici europei sosterranno le autorità ucraine qualsiasi azione compiano, in violazione della responsabilità ai sensi dell'articolo II (c) della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio (CPPCG) approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite il 9 dicembre 1948, come Risoluzione 260 dell'Assemblea Generale?

Ndt
1. Ruteni, gli abitanti della "piccola Russia", ovvero i russi di frontiera. Soprattutto tra i secoli XVI e XVIII indicava per estensione tutti coloro che oggi vengono identificati come ucraini. Fonte wikipedia

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Projet officiel de nettoyage ethnique en Ukraine

par Andrew Korybko

Alors que le nouveau président ukrainien, Petro Porochenko, vient de signer un accord avec les responsables de la République du Donbass, Andrew Korybko revient sur les raisons du soulèvement : il ne s’agit pas uniquement du refus de reconnaître les autorités putschistes de Kiev, mais bien d’une tentative de prévenir le projet officiel de nettoyage ethnique des populations russophones.

RÉSEAU VOLTAIRE  | 24 JUIN 2014


[PHOTO: Durant la Première Guerre mondiale, l’empereur d’Autriche-Hongrie fit interner plus de 20 000 Ruthènes et Lemkos, principalement des intellectuels, à Telerhof. Il ne s’agissait pas à proprement parler d’un camp de concentration, mais plutôt d’un terrain vague où les prisonniers dormaient à même le sol quelque soient les intempéries.]

Cent ans après l’internement dans des camps de concentration des populations russophones (les Ruthènes) alors établies à l’intérieur des frontières de l’Ukraine d’aujourd’hui, l’histoire semble sur le point de se répéter.
Le ministre de la Défense de l’Ukraine, Mikhaïl Koval, a fait publiquement état de son projet de parquer les résidents du Donbass dans des camps de « filtration » pour les réinstaller de force dans d’autres régions de l’Ukraine.
Quelques jours plus tard, le Premier ministre Arseni Iatseniouk a traité de « sous-hommes » les défenseurs du fédéralisme des régions orientales de l’Ukraine.
[PHOTO: Source : Embassy of Ukraine in the United States, 15 juin 2014.]
Les patrons états-uniens du régime de Kiev ne se sont pas seulement abstenus de condamner les propos scandaleux de Iatseniouk, ils ont pris ouvertement sa défense en déclarant, par la voix de la porte-parole du département d’État Jen Psaki, au mépris de la vérité, « qu’il n’avait pas cessé de préconiser la recherche d’une solution pacifique [1] ». L’Agence foncière de l’État ukrainien a laissé filtrer des propos encore plus inquiétants, donnant à penser qu’un nettoyage ethnique en règle allait suivre. Il a été annoncé que des terres allaient être allouées gratuitement aux troupes des Services spéciaux, du ministère de l’Intérieur et de l’Armée qui combattent les fédéralistes [2]. L’Ukraine étant au seuil d’un nettoyage ethnique de grande ampleur, il ne faut pas être grand clerc pour deviner aux dépens de qui sera organisé cet octroi de « terres gratuites », évocateur du besoin d’« espace vital » (Lebenstraum) revendiqué par d’autres en d’autres temps.
[PHOTO: Au moins un millier de prisonniers sont morts durant leur internement à Telerhof.]
C’est en 1914 que, pour la première fois, des populations stigmatisées pour leur russophilie ont été expédiées dans des camps de concentration. Les Autrichiens ont emprisonné les Ruthènes et les Lemkos (un sous-groupe ethnique étroitement apparenté aux Ruthènes, ou Russyns) au prétexte que leur obstination à revendiquer leur identité spécifique avait des relents de trahison. De la même façon, parce qu’elles refusent de renoncer à leur identité, les populations du Donbass sont aujourd’hui accusées de trahison, notamment par Mikhaïl Koval, le ministre de la Défense de l’Ukraine. Ce dernier a été promu dans ses fonctions actuelles suite au limogeage de son prédécesseur [3], remercié pour n’avoir pu empêcher la réunification de la Crimée à la Fédération de Russie. Les déclarations d’intention extrêmement radicales du ministre Koval témoignent du bien-fondé des préoccupations que la Russie avait exprimées dès le mois de mars, avant la réunification, en soulignant le risque du déclenchement d’une crise humanitaire, et en exposant les preuves de ce danger imminent dans un Livre Blanc des Violations des Droits de l’Homme en Ukraine [4]. Chacun sait maintenant, après la révélation au grand jour de l’épilogue que le ministre de la Défense ukrainien compte apporter à la crise, que si la Crimée n’avait pas pris en mains la défense de ses droits et demandé son rattachement à la Russie, ses habitants se seraient vraisemblablement déjà vus parqués dans des « camps de filtration » à l’image de ceux dont la mise en place est maintenant programmée, puis déportés loin de la terre qui les a vus naître, à condition d’avoir survécu à l’épreuve de l’incarcération.
Le sort que réserve Korval aux résidents du Donbass contrevient gravement aux dispositions de la loi internationale, et constitue un crime contre l’humanité. La déportation forcée et le déplacement des populations, leur mise en détention au seul motif de leur lieu de résidence, ainsi que les mesures discriminatoires à l ‘encontre d’un groupe ethnique et culturel sont formellement proscrites au titre de l’article 7 du Statut de Rome de la Cour pénale internationale (CPI). Pour Iatseniouk et ses acolytes de l’Administration de Kiev, les habitants des régions orientales de l’Ukraine qui contestent leur politique ne sont que des « sous-hommes ». Voilà pourquoi ils semblent estimer que les Droits de l’homme ne s’appliquent pas à eux. En conséquence, ces « sous-hommes » ne se verront pas non plus reconnaître le moindre droit sur les propriétés dont ils seront dépossédés après les relocalisations forcées qui vont leur être imposées. Ce sont donc leurs maisons, leurs terres et leurs entreprises qui vont constituer le tribut (« les terres gratuites ») que la junte de Kiev a promis d’accorder à ses janissaires déployés dans les provinces de l’Est.

[PHOTO: Selon le gouvernement russe, plusieurs centaines de milliers d’Ukrainiens se sont réfugiés en Russie depuis le début de la crise. Ils y sont hébergés par leurs familles et leurs amis. Cependant, les autorités occidentales réfutent ce chiffre au motif qu’ils ne sont pas rassemblés dans des camps de réfugiés.]
Les dirigeants occidentaux ignorent superbement ces violations flagrantes des Droits de l’homme. Ils sont pourtant toujours les premiers à dénoncer précipitamment toute violation supposée de ces droits, et à menacer d’une intervention militaire les contrevenants qu’ils ont eux mêmes désignés. On voit bien, à présent, que la rhétorique du « droit d’intervention humanitaire » et les slogans qui l’accompagnent n’ont jamais été autre chose que des simulacres au service d’ambitions géopolitiques au long cours, savamment dissimulées.
En réalité, à l’opposé du rôle pacificateur que s’attribuent les pays occidentaux, et tout particulièrement les États-Unis, en revendiquant un droit d’intervention humanitaire pour protéger les populations, ils apportent un soutien criminel au régime de Kiev qui s’apprête à mettre en œuvre le nettoyage ethnique de l’Ukraine. Depuis le coup d’État de février, les conseillers militaires sont arrivés en nombre, les dollars ont coulé à flot, et le FBI et la CIA n’ont pas lésiné sur l’aide apportée au nouveau régime ukrainien. Tous ces moyens vont immanquablement être utilisés par la junte pour liquider par la force les mouvements de protestation qui se poursuivent dans la partie orientale du pays, et pour écraser les fédéralistes ukrainiens. Ainsi, les États-Unis se rendent directement complices de tous les crimes de guerre que commettent les forces conventionnelles [5] et les mercenaires [6] à la solde du gouvernement de Kiev, sans la moindre exception. Cette responsabilité vaut également pour le plan de nettoyage ethnique et culturel que s’apprête à mettre en œuvre le ministre de la Défense ukrainien Mikhaïl Koval.
Les six millions d’habitants du Donbass sont aujourd’hui confrontés à un désastre humanitaire de même nature que celui infligé à leurs ainés, il y a soixante-dix ans. Beaucoup ont cru, à tort, que les forces criminelles coupables de telles horreurs avaient été terrassées et éliminées une fois pour toutes du continent européen, et que ces temps barbares, que la junte de Kiev ressuscite avec la complicité et le soutien de ses amis occidentaux, étaient à jamais révolus.

Traduction 
Gérard Jeannesson

Source 
Oriental Review

[1] « Daily Press Briefing », State Department, 16 juin 2014.

[2] “Ukraine’s Land Agency give land to soldiers in the east for free”, Interfax Ukraine, 16 juin 2014.

[3] « Ukraine fires defense minister who lost Crimea to Russia », par Kathy Lally, The Washington Post, 25 mars 2014.

[4] « Le Livre blanc sur les violations des Droits de l’homme en Ukraine », Réseau Voltaire, 5 mai 2014.

[5] “Russia’s investigators pledge to prosecute those guilty in civilians’ deaths in Ukraine”, Itar-Tass, 30 mai 2014.

[6] « Kiev envoie des mercenaires étrangers pour écraser l’insurrection dans le Sud-Est », par Natalia Kovalenko, La Voix de la Russie, 6 juin 2014.


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Fonte: pagina Facebook "Con l'Ucraina antifascista"
29 giugno 2014:

Sono almeno 164mila gli sfollati in seguito alla crisi in Ucraina orientale, secondo quanto ha reso noto il 27 giugno a Ginevra l'agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr).
Melissa Fleming, portavoce dell'Unhcr, si rivolge ai giornalisti: "Dall'inizio dell'anno circa 110.000 cittadini ucraini sono arrivati in Russia, e 750 hanno chiesto asilo in Polonia, Bielorussia, Repubblica Ceca e Romania”. Dei rifugiati in Russia, solo 9600 hanno chiesto asilo: "La maggior parte di queste persone sono alla ricerca di altre forme di soggiorno regolare, spesso ci viene detto a causa delle preoccupazioni circa complicazioni o rappresaglie in caso di ritorno in Ucraina". Gli arrivi degli ultimi giorni sono raggruppati principalmente a Rostov na Donu (12.900 persone, tra cui 5.000 bambini) e Bryansk (6.500 persone). A Rostov, le persone vengono alloggiate in edifici pubblici e in alcuni campi con tende. A Bryansk la maggior parte vivono presso parenti e amici. L'UNHCR ha visionato anche rapporti ancora non confermati di ulteriori recenti arrivi dall’est dell'Ucraina verso lo Crimea. "L'aumento nel numero di rifugiati della scorsa settimana coincide con un recente deterioramento della situazione nell’Ucraina orientale. Gli sfollati parlano del peggioramento della legalità e l'ordine, la paura di rapimenti, la violazione dei diritti umani e l'interruzione dei servizi statali".
Tutto l’articolo (in inglese): 

http://www.unhcr.org/53ad57099.html

Sharp rise in Ukrainian displacement, with more than 50,000 internally displaced


News Stories, 27 June 2014


GENEVA, June 27 (UNHCR)  The UN refugee agency said on Friday that forced displacement is rising in Ukraine with an estimated 54,400 people internally displaced 12,000 from Crimea and the rest from the Eastern region. Over the past week, the number of internally displaced increased by more than 16,400.
"Increases are also being seen in the numbers of Ukrainians in Russia and other countries, although so far only a relatively small number have applied for refugee status," UNHCR spokesperson Melissa Fleming told journalists in Geneva. "Since the start of the year around 110,000 Ukrainians have arrived in Russia, and 750 have requested asylum in Poland, Belarus, Czech Republic and Romania," she added.
Fleming said that of those in Russia only 9,600 have requested asylum. "Most people are seeking other forms of legal stay, often we are told because of concerns about complications or reprisals in case of return to Ukraine," she said.
Arrivals of the past few days are mainly clustered in Rostov-On-Don (12,900 people, including 5,000 children) and Bryansk (6,500 people). In Rostov, people are being accommodated in public buildings and some tented camps. In Bryansk the majority are staying with relatives and friends. UNHCR has also seen unconfirmed reports of other recent arrivals from the east of Ukraine to Crimea.
"The rise in numbers of the past week coincides with a recent deterioration of the situation in eastern Ukraine. Displaced people cite worsening law and order, fear of abductions, human rights violations and the disruption of state services," Fleming said.
UNHCR has increased its presence and deployed missions to monitor displacement from the east. "Currently we are unable to verify all information on displacement and are relying on local and central authorities, partners and civil society organizations. Insecurity in some areas of Ukraine is hampering access to many areas where displaced people are located," the UNHCR spokesperson noted.
In Ukraine, the main challenges currently faced by displaced people are access to social services, long-term shelter and employment, and difficulties transferring residence registration. Most people are provided with temporary shelter and assistance from local authorities, NGOs and with donations of private citizens.
UNHCR has begun to distribute humanitarian assistance to displaced people in the east, and has delivered assistance in support of efforts by the local authorities to the town of Sviatohorsk, where the largest concentration of internally displaced people is found. UNHCR is also launching a self-reliance programme for vulnerable internally displaced people in western and central Ukraine.

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Ma della situazione umanitaria, la giunta se ne infischia: L'Ucraina rifiuta gli aiuti umanitari della Russia

http://italian.ruvr.ru/news/2014_06_29/LUcraina-rifiuta-gli-aiuti-umanitari-della-Russia-6732/

Redazione Online - 29 giugno 2014

L'Ucraina rifiuta gli aiuti umanitari della Russia

Kiev non può accettare gli aiuti umanitari da parte della Federazione Russa per le regioni orientali. Si afferma in una nota del ministero degli Esteri dell'Ucraina inviata alla Russia.

Nella giornata di ieri il ministero degli Esteri ucraino aveva ricevuto una nota ufficiale dal dicastero della diplomazia russa con la proposta di Mosca per inviare aiuti umanitari nelle regioni di Donetsk e Lugansk e possibilmente in altre regioni dove si trovano i rifugiati. A Mosca si sperava che gli aiuti avessero potuto agevolare la situazione della popolazione e dei profughi, e contribuire alla riduzione del numero di quest'ultimi in futuro.
 
=== 2: ACCORDO ASSOCIAZIONE ===

LINKS:

A tempo di record l'Accordo di Associazione UE-Ucraina [parte politica]
Gli ucraini non ricevono niente di quanto avevano sperato (Evghenij Tsarkov)

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Fine del cessate il fuoco: nella notte 4 morti

Ucraina, Kiev sigla l'accordo con l'Unione Europea. Mosca: serie conseguenze

Il presidente Petro Poroshenko: "E' un giorno storico per il mio Paese, il più importante dall'indipendenza". Mosca: "Serie conseguenze" se l'accordo avrà affetti negativi sull'economia. Da Van Rompuy e Barroso rassicurazioni al Cremlino: "Questo accordo non è contro nessuno". Firmano anche Georgia e Moldova

Bruxelles 27 giugno 2014
La firma c'è. A margine del vertice dei 28 l'Unione Europea ha siglato gli accordi di associazione con l'Ucraina, la Georgia e la Moldova. Durante il vertice, in corso a Bruxelles, i capi di Stato e di governo dovrebbero valutare l'ipotesi di intensificare le sanzioni alla Russia in relazione alla situazione in Ucraina.

Kiev firma la parte economica del trattato
In particolare con Kiev è stato messo nero su bianco il lato economico del trattato, dopo che il lato politico era stato siglato a marzo. "E' un giorno storico per il mio Paese - ha dichiarato il presidente Petro Poroshenko - il più importante dall'indipendenza". A novembre il rinvio della firma degli accordi aveva aperto la crisi politica ucraina con la rivolta di Maidan che ha portato alla destituzione del presidente filorusso Yanukovich.

Van Rompuy e Barroso: giornata storica, rassicurazioni a Mosca
"E' un grande giorno per l'Europa - ha commentato il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, parlando davanti ai leader delle tre ex repubbliche sovietiche a Bruxelles - l'Unione sta al vostro fianco, oggi più che mai". Parole alle quali va Rompuy ha fatto seguire una rassicurazione a Mosca, che non ha mai celato la sua contrarietà a questi accordi: "Niente, nell'accordo - ha detto - è suscettibile di colpire la Russia. Parole, quelle di Van Rompuy, cui ha fatto eco il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso, secondo il quale l'accordo "è positivo e non è contro nessuno".

Il monito di Mosca: ci saranno serie conseguenze
L'Accordo di Libero Scambio e di Cooperazione Politica, come è noto, trova la ferma opposizione di Mosca che per bocca del portavoce di Putin avverte che "verranno presi i provvedimenti del caso" qualora l'accordo avesse effetti negativi sull'economia russa. E ancora: il viceministro degli Esteri Grigory Karasin fa sapere che ci saranno "serie conseguenze". Karasin ha riconosciuto peraltro come la sottoscrizione dell'accordo rientri in un "diritto sovrano spettante a ogni Stato" e ha evocato la necessita' di evitare "incomprensioni e sospetti in futuro".
  
Ucraina: scaduta la tregua, 4 morti
E' ufficialmente terminata alle 10 del mattino di Kiev (le 9 in Italia) la tregua annunciata venerdì scorso dal presidente ucraino Petro Poroshenko e confermata lunedì da uno dei leader separatisti. La fine del cessate il fuoco, che non aveva spento del tutto i combattimenti, ha subito portato nuove vittime. E' quello che sostiene Dmitro Timchuk, direttore di Resistenza Ucraina: sarebbero morti quattro soldati ucraini in uno scontro in un posto di blocco vicino a Kramatorsk, nell'Ucraina orientale. I militari di Kiev - sostiene - hanno distrutto un carro armato dei miliziani mentre i separatisti hanno fatto saltare in aria quattro blindati governativi.

Ieri bilaterale Poroshenko-Renzi
Nel bilaterale di ieri sera Poroshenko ha discusso con Matteo Renzi  "i prossimi passi del piano di pace del presidente ucraino" per l'Ucraina dell'est "ed espresso la speranza di una rapida fine delle violenze e del ritorno della situazione alla stabilità, così come previsto dal piano".

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www.resistenze.org - popoli resistenti - ucraina - 01-07-14 - n. 505

Cosa significa l'associazione economica con l'UE?

Victor Shapinov | borotba.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/06/2014

Poroshenko ha firmato la parte economica dell'Accordo d'Associazione con l'Unione Europea. Cercherò molto brevemente di descrivere le implicazioni che esso ha per l'economia ucraina.

L'integrazione economica con l'UE è probabile che si verifichi in condizioni di crescente crisi economica mondiale, mentre i paesi ricchi e potenti della UE cercano di salvare le loro economie a scapito della "periferia interna" composta da paesi come Grecia, Portogallo e Spagna.

L'Unione Europea ha realizzato un sistema di "salari da crisi" diseguali tra i principali paesi dell'UE e la "periferia" intra-Europea - Grecia, Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda, Europa dell'Est. E' chiaro che in questa gerarchia, l'Ucraina avrà un posto "al di sotto del piano più basso", cioè, nella "periferia esterna" dell'UE.

Premesso ciò, "l'integrazione economica europea" porterà:

La caduta della produzione o la completa distruzione della produzione non solo del settore minerario (soprattutto minerale) e probabilmente dell'industria siderurgica. La produzione ucraina di velivoli, automobili e industrie chimiche non può competere con i produttori europei, che ricevono maggiore credito e sostegno governativo. Inoltre, i produttori ucraini saranno costretti a comprare petrolio, gas ed elettricità a prezzi europei, cosa che ridurrà ulteriormente la competitività delle imprese ucraine e porterà alla loro chiusura.

L'agricoltura ucraina, che è impiega alti livelli di tecnologia e richiede un alto grado di trasformazione, non può sostenere la concorrenza con i produttori europei, la cui competitività è supportata da enormi sussidi, senza regolamentazione tariffaria e meccanismi flessibili.

L'introduzione degli standard europei di produzione (che mirano alla tutela protezionistica dei produttori UE) porterà alla chiusura delle imprese che non sono in grado di rispettare queste norme. In particolare, questo vale per il settore altamente redditizio dell'energia n

(Message over 64 KB, truncated)


Fonte: Agenzia Prensa Latina

Indipendenza di Puerto Rico, nuova richiesta nell’ONU agli Stati Uniti

23.6 - Il Comitato Speciale di Decolonizzazione dell'ONU analizza oggi una risoluzione che ratifica il diritto di Puerto Rico all'autodeterminazione e all'indipendenza, e sollecita gli Stati Uniti a facilitare la concretizzazione di queste prerogative. Presentato da Cuba, con il sostegno di Venezuela, Nicaragua, Ecuador e Bolivia, il testo evidenzia inoltre il carattere latinoamericano e caraibico dell'isola, e nella richiesta di libertà del prigioniero politico portoricano Óscar López Rivera, che il mese scorso ha compiuto 33 anni di carcere negli Stati Uniti.

Gli indipendentisti portoricani sottolineano il sostegno nell’ONU alla loro causa

24.6 – Gli indipendentisti di Puerto Rico hanno sottolineato oggi il sostegno nelle Nazioni Unite alla loro causa, dopo l'adozione ieri di una nuova risoluzione che riconosce il diritto dell'isola all'autodeterminazione e all'indipendenza. “Sentiamo che continuiamo ad avanzare, perché vediamo che si raccolgono con forza temi chiave per il popolo portoricano”, ha dichiarato a Prensa Latina la segretaria esecutiva del Comitato di Puerto Rico alle Nazioni Unite, Olga Sanabria, del Movimento Indipendentista Nazionale Hostosiano (MINH).

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Fonte: AmiCuba - Bollettino dell'Ass. Naz. di Amicizia Italia-Cuba (www.italia-cuba.it - amicuba@...) - n.75 (anno V), 30/6/2014

Risoluzione dell’ONU: Puerto Rico ha diritto all’autodeterminazione

da Cubadebate

Il Comitato di Decolonizzazione delle Nazioni Unite ha adottato oggi una nuova risoluzione che ratifica il diritto di Puerto Rico alla libera autodeterminazione e indipendenza. Si tratta del trentatreesimo documento approvato in quell’istanza per il caso di Puerto Rico, nazione sottoposta a cinque secoli di colonialismo, gli ultimi 116 anni sotto il dominio degli Stati Uniti. 
L’iniziativa presentata da Cuba, con l’appoggio di Venezuela, Nicaragua, Ecuador e Bolivia, chiede a Washington di assumere la sua responsabilità e permettere che il paese portoricano eserciti quelle prerogative, in sintonia col proclama lanciato nel 1960 dall’Assemblea Generale dell’ONU di mettere fine al colonialismo nel pianeta. Inoltre, ratifica il carattere latinoamericano e caraibico di Puerto Rico, questione che la co-presidente del Movimento Indipendentista Nazionale Hostosiano (MINH), Wilma Reverón Collazo, ha detto che neutralizza il discorso nordamericano di qualificare il tema come un tema interno. Il testo riflette anche il rispetto del rifiuto della maggioranza dei portoricani del loro attuale status di subordinazione politica, che impedisce di prendere decisioni sovrane per soddisfare le loro necessità e sfide, compresi i gravi problemi economici e sociali dell’isola. La risoluzione approvata dal Comitato raccoglie il dibattito esistente tra le diverse forze politiche e sociali portoricane per la ricerca di un procedimento che permetta loro di iniziare il processo di decolonizzazione. Un altro punto forte è la dichiarazione adottata lo scorso gennaio dalla Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac), che nel suo secondo vertice, tenutosi a La Habana, ha difeso il carattere regionale di Puerto Rico e ha insistito che il suo caso è di interesse per il blocco di 33 paesi. Nella sessione del Comitato di Decolonizzazione delle Nazioni Unite sono intervenuti Cuba, Bolivia, Nicaragua, Ecuador, Venezuela e Siria per esprimere il loro appoggio alla causa dell’autodeterminazione e dell’indipendenza portoricani. L’ambasciatore alterno cubano presso le Nazioni Unite, Oscar León, ha ringraziato per l’appoggio all’iniziativa. “Stiamo compiaciuti, inoltre, perché la risoluzione è stata adottata un’altra volta per consenso con l’appoggio di tutti i membri del Comitato”, ha affermato. Secondo il diplomatico, gli interventi realizzati durante il forum per stati e blocchi come la Celac ed il Movimento di Paese Non Allineati costituiscono prova certa dell’appoggio alla causa del popolo portoricano.




(srpskohrvatski / english / italiano)

I Balcani al centro della guerra per i gasdotti

1) Emir Kusturica: la Russia deve proteggere i russi che vivono in Ucraina
2) Црногорска русофобија се није исплатила – изостао је позив у НАТО
3) Arrivano i russi, gli Usa diffidano Lubiana. Washington chiede di annullare l’incontro con Lavrov temendo un accordo su South Stream
4) Russia’s Gazprom signs Agreement to Abandon the Dollar (U. Pascali, Global Research, June 07, 2014)


Vedi anche:

Una nave della Marina Militare Italiana, la Elettra, andrà nel Mar Nero, il 15 giugno


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Emir Kusturica : la Russia deve proteggere i russi che vivono in Ucraina

"Purtroppo , l'Ucraina è ora sulla stessa strada che una volta era la Jugoslavia "

a cura di Enrico Vigna

Il celebre regista Emir Kusturica, ritiene che la Russia deve tutelare i russi che vivono in Ucraina, e anche per salvare il paese dal disastro. Questo ha dichiarato il regista all’ITAR - TASS.
"…Purtroppo, l'Ucraina è ora sulla stessa strada che una volta era la Jugoslavia. E mi dispiace che sia così. Ora c'è in corso una catastrofe. Credo che la Russia deve proteggere i russi che vivono in Ucraina… E anche per contribuire alla causa dell'integrazione eurasiatica dell’Ucraina
", ha detto Kusturica .
Secondo il regista, che era Samara in tour con la band rock “The No Smoking Orchestra”, il suo gruppo prevede di fare presto un tour nazionale a sostegno del popolo ucraino e della popolazione di lingua russa e degli altri fratelli….E uno dei brani del suo concerto sarà dedicato alla difesa della vita dei russi in Ucraina.
“…Chiamare Putin fascista, causa il suo ruolo in Ucraina e nello stesso tempo essere gli artefici delle guerre in Iraq, Kosovo Methoija, Afghanistan, Libia, Ossezia, è una cosa oscena...” ha detto Kusturica in un articolo sul giornale “Politika” di Belgrado. Egli ha osservato che le azioni di Putin sono solo atte a salvaguardare il suo popolo dalla paura delle bande di "Bandera ", eredi dei fascisti di Ucraina, gli autori della cosiddetta “rivoluzione ucraina". Kusturica ha ricordato che gli americani non hanno liberato l'Europa dal fascismo e che oltre 20 milioni di russi sono stati uccisi nella lotta contro Hitler. "Non importa che chi accusi abbia perso 20 milioni di persone nella lotta contro Hitler. Basta chiamare l'erede di quella tradizione Hitler e poi assolvere gli attuali fascisti dalle loro colpe. La verità non è importante in sè, ma quello che stiamo facendo e se siamo d'accordo con essa; come reagiremo se presto un problema sopraggiunge, diciamo per esempio, una scimmia è diventata uomo... Il modo in cui le cose sono ora, non è impossibile che succeda… ", ha detto Kusturica.


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http://serbian.ruvr.ru/2014_06_26/Crnogorska-rusofobija-se-nije-isplatila-izostao-je-poziv-u-NATO-0936/

26.6.2014.

Црногорска русофобија се није исплатила – изостао је позив у НАТО
опширније: http://serbian.ruvr.ru/2014_06_26/Crnogorska-rusofobija-se-nije-isplatila-izostao-je-poziv-u-NATO-0936/



Најновија изјава челника НАТО алијансе, о томе да Црна Гора ипак неће добити очекивани позив за учлањење у тај војни савез, показује да чак ни отворени русофобски потези неке балканске земље не утиру пут до статуса савезника Брисела и Вашингтона.

Наиме, ако послушно увођење санкција Русији није убрзало пут Црне Горе у евроатлантским интеграцијама, како се томе надало руководство у Подгорици, онда је утолико јасније да ни евентуално српско приклањање западним санкцијама Русији, не би ни за јоту приближило Београд хладном срцу европских бирократа. Подсетимо, у жељи да пречицом из „задимљене балканске крчме“ уђе у „фенси европски кафић“, влада Црне Горе је беспоговорно следила одлуке Савета Европе о увођењу санкција свом традиционалном словенском покровитељу Русији, па је тако између осталог забранила улазак на своју територију низу високих руских функционера.
Та одлука да намерно погорша односе са Русијом је била поготово бизарна због чињенице да су руски туристи у Црној Гори - најбројнији, а руске инвестиције у црногорску привреду - највеће, јер чине чак једну четвртину свих директних страних улагања. Иначе, предеседник Црне Горе Филип Вујановић је био искрен када је још недавно без устезања признао да су увели санкције Русији због, како је рекао, „убрзавања процеса приступања Европској унији“, те „због очекивања да у септембру добију позив за НАТО савез“. Такође, и црногорски премијер Мило Ђукановић је санкције Русији образложио речима да је важно да Црна Гора „докаже НАТО-у да је способна да заузме своје место у тој организацији“.
Међутим, колико је било наивно такво њихово очекивање, потврдиле су затим најновије речи генералног секретара НАТО Андерса фог Расмусена, који је саопштио да од таквих надања барем засад нема ништа, те да Црна Гора ни ове године неће бити позвана да уђе у НАТО, чиме је показао да чак ни русофобија за балканске земље није баш увек чек који се може добро уновчити на Западу. У сваком случају, ако подгоричко руководство ни након одлучног увођења санкција историјском руском пријатељу и савезнику на невидљиви миг Запада, и свесног кварења економских и политичких односа са Руском Федерацијом – није за награду добила тај метафорички комад папира на коме је китњастим словима требало да буде исписана формална позивница за нешто што се назива евроатлантским интеграцијама, онда није потребна велика машта и моћ имагинације, да би се претпоставило да ни Србија не би добила баш никакве „бенефите“, како се то каже на европском новоговору, ако би на сличан начин подлегла притисцима и придружила се бесмисленим санкцијама упереним против Москве.
И зато, сва она мишљења која повремено провејавају у српској јавности, а која се своде на тумачење да би и званични Београд на свом кривудавом путовању фијакером до Брисела требало да усклади своје потезе са такозваном „заједничком европском политиком“, губе из вида чињеницу да се истом том логиком илузорно водило и црногорско руководство, дословно тврдећи - „да Црна Гора није увела санкције Русији, не би добила позив за НАТО“. Јер како се сада видело - санкције су увели, али позив је ипак био само нечије узалудно радовање.
опширније: http://serbian.ruvr.ru/2014_06_26/Crnogorska-rusofobija-se-nije-isplatila-izostao-je-poziv-u-NATO-0936/


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http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/06/24/news/arrivano-i-russi-gli-usa-diffidano-lubiana-1.9482627

Arrivano i russi, gli Usa diffidano Lubiana

“Guerra” energetica: Washington chiede di annullare l’incontro di Maribor con il ministro degli Esteri Lavrov. Teme un accordo su South Stream

di Mauro Manzin
24 giugno 2014

TRIESTE. Si scrive Ucraina, ma si legge South Stream. Risultato? Un intricato nodo diplomatico, politico ed economico dove è rimasta impigliata anche la Slovenia, Paese membro dell’Unione europea, ma storicamente e soprattutto economicamente collegata alla “Grande madre Russia”. Non sorprende quindi, che nella situazione odierna, la visita a Maribor il prossimo 8 luglio del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov diventa oggetto di un avera e propria battaglia scatenata dagli Stati Uniti i quali vedono come fumo negli occhi la realizzazione da parte di Gazprom del gasdotto South Stream che libererebbe l’Europa occidentale dal giogo di dover veder transitare, con i rischi che esso comporta, il gas attraverso il territorio ucraino.

Ma quello che ancor di più fa riflettere è il fatto che ad essere in prima linea in queste ore dovrebbe essere l’Unione europea che sta boicottando il progetto russo perché non conforme alle normative energetiche comunitarie al punto di minacciare apertamente la Bulgaria di sanzioni se farà passare la traccia del gasdotto sul suo territorio e ottenendo da Sofia il congelamento del progetto. Eppure sul fronte sloveno l’Europa non c’è. A fare la fine del mondo sono gli Stati Uniti che si oppongono apertamente all’arrivo di Lavrov perché temono che assieme al collega sloveno Karl Erjavec riescano a sbloccare l’empasse della possibile traccia slovena di South Stream. Visto poi che ieri a Vienna è arrivato lo zar Putin con sempre South Stream nel suo trolley diplomatico.

L’ambasciata Usa a Lubiana ha ammonito la Slovenia quasi intimandole di annullare l’incontro di Maribor perché sarebbe, dicono gli statunitensi, assolutamente in contraddizione con la linea unitaria dell’Ue nei confronti della crisi ucraina. Affermazioni che tramite ambasciata giungono dalla Casa Bianca ma che, a rigor di logica, avrebbero dovuto, se formulate in questa maniera, piuttosto da Bruxelles, che invece tace. Il vice ambasciatore Usa a Lubiana, David Burger ha confermato l’ostilità americana dell’arrivo di Lavrov al quotidiano Dnevnik. «Non riteniamo che questo sia il momento più opportuno per questa visita - afferma Burger - del resto la Slovenia in linea con l’Ue è per un’Ucraina indipendente e territorialmente unitaria ed è anche favorevole alle sanzioni contro Mosca». Parole però che non rispechiano quanto sostenuto dal ministro degli Esteri della Slovenia, Karl Erjavec il quale da tempo va predicando che le sanzioni alla Russia costituirebbero un pesantissimo danno all’economia della Slovenia che è per una soluzione politica della crisi ucraina.

Lubiana vuole South Stream, la Russia potrebbe anche concederglielo pur di “schiaffeggiare” Washington mentre Bruxelles boccheggia. Con Vienna l’accordo Mosca lo ha già sottoscritto e una manciata di rubli in più per transitare attraverso la Slovenia val bene il controllo dell’approvvigionamento di gas verso l’Europa.


=== 4 ===

in lingua italiana:
Il Grande progetto geopolitico: Gazprom firma l’accordo per abbandonare il dollaro
Umberto Pascali, Global Research, 7 giugno 2014
http://aurorasito.wordpress.com/2014/06/08/il-grande-progetto-geopolitico-gazprom-firma-laccordo-per-abbandonare-il-dollaro/

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http://www.globalresearch.ca/grand-geopolitical-project-russias-gazprom-signs-agreement-to-abandon-the-dollar/5386045

Grand Geopolitical Project: Russia’s Gazprom signs Agreement to Abandon the Dollar


Global Research, June 07, 2014

It’s only the tip of the iceberg. A grand geopolitical project is beginning to materialize…”

 On June 6 2014, the official Russian news agency Itar Tass announced what many were expecting since at least the beginning of the Ukrainian crisis: Russian main energy company, Gazprom Neft has finally “signed agreements with its consumers” to switch from Dollars to Euros (as transition to the ruble) “for payments under contracts”.

The announcement that the agreement has been actually signed and not just discussed was made by Gazprom’s Chief Executive Officer, Alexander Dyukov.

Despite the pressures from Wall Street and its military, propaganda and political apparatus, 9 out of 10 consumers of Gazprom’s oil and gas agreed to pay in Euros. Of course, the big watershed was the Gazprom unprecedented 30-years $400Bl natural gas supply to China signed in Shanghai last May 21 in the presence of President Putin and President Xi Jinping in the middle of the Anglo-american sponsored violent destabilization of Ukraine. In fact it is improper to talk a dollar denominated $400Bl, because this “biggest deal” will not be using dollars but the Renminbi (or Yuan) and the Russian Ruble. It links China and Russia economically and strategically for three decades, de facto (and maybe later also de jure) creating an unshakable symbiotic alliance that necessarily will involve the military aspect.

The Russia-China agreement is a clear defeat of the obsessive geopolitical attempts by Wall Street to keep the two country in a situation of competition or, ideally, war-like confrontation. It changes the structure of alliances. It strikes at the historical foundations of British colonial geopolitics (Divide and Rule). Under escalating pressures and threats to their national security, Russia and China overcame brilliantly historical, ideological, cultural differences which had previously been been by the colonial powers (and their financial heirs in Wall Street and the London’s city) for their “Divide & Conquer” strategy.

Furthermore, to the horror of London and Washington, China and Russia concluded an agreement with India (the BRICS!) breaking the other holy tenet of British colonial geopolitics: The secret to controlling Asia, and thus Eurasia has always been to instigate a perennial rivalry between India, China, and Russia. This was the formula for the 19th century “Great Game”. This was why Obama was selected to succeed George W Bush. The then vice Presidential candidate Joseph Biden announced it very openly on Aug 27 2008 at the Democratic Convention in Denver, explaining why the Obama-Biden duo had been chosen to take over the White House. The greatest mistake of the Bush administration and the Republicans, he said, was not their atrocious unchained warmongering, but their failure

“to face the biggest forces shaping this century. The emergence of Russia, China and India’s great powers”. Zbigniew Brzezinski’s protégé Barack Obama was to defeat this “threat”. Obviously they failed! But this explains the dogged, irrational, King Canute-style self-destructive arrogance that has taken over the present Administration.

The significance of these developments should be emphasized in relation to both the real economy and  the underlying financial structures. These developments in Eurasia are likely to have weaken on “the chains that have tied the European Union to Wall Street and the City of London”.  The end of the dollar payment system (Aka Petro-dollar) does not concern the currency of the United States or the United States as such. In fact overcoming this system could mean  the restoration of a rational and prosperous economy in the United States itself. What is known as “dollar system” has been just an instrument of feudal financial centers to loot the economy of the world. These centers are ready to do anything to save their right to loot. It is well known that whoever tried, until now, to create an alternative to the dollar system, met a ferocious reaction.

It is fitting to remember in this moment of great hope, the words of one of the very few great living strategists, Gen. Leonid Ivashov. On June 15 2011, reflecting on the savage destruction of Libya, the general who is an unofficial spokesman of the Russian armed forces and has been Russia’s representative in NATO, wrote

BRICS and the Mission of Reconfiguring the World.”

Whoever challenges the dollar hegemony, explained Ivashov, becomes a target. 

He gave precise examples: Iraq, Libya, Iran:

the countries which defied dollar dominance invariably came under heavy pressure and in a number of cases – under devastating attacks.” But the “the financial empires built by Rothschilds and Rockefellers are powerless against the five largest civilizations represented by the BRICS.”

Thus, Ivashov advocated a coordinated strategy by countries representing half of the world population to win their independence using their own currency.

“The shift to national currencies in the financial transactions between the BRICS countries should guarantee an unprecedented level of their independence…”

Since the collapse of the USSR, the countries which defied dollar dominance invariably came under heavy pressure and in a number of cases – under devastating attacks. Saddam Hussein –who banned dollar circulation in all spheres of Iraq’s economy including oil trade– was displaced and executed and his country was left in ruins. M. Gaddafi started switching Libya’s oil and gas business to gold-backed Arab currencies and air raids against the country followed almost immediately… Tehran had to put its plan to stay dollar-free on hold to avoid falling victim to aggression.

Still, even enjoying unlimited US support, the financial empires built by the Rothschilds and Rockefellers are powerless against the five largest civilizations represented by countries accounting for nearly half of the world’s population. BRICS is clearly immune to forceful pressure, its member countries do not appear vulnerable to color revolutions, and the strategy of provoking and exporting financial crises may easily backfire.

In contrast to the US and the EU, BRICS countries altogether own natural resources sufficient not only to keep their economies afloat in the settings of contracting availability of hydrocarbon fuels, food, potable water, and electric power but also to sustain vigorous economic growth. The shift to national currencies in the financial transactions between the BRICS countries should guarantee an unprecedented level of their independence from the US and from the West in general, but even that is only the tip of the iceberg. A grand geopolitical project is beginning to materialize

Now it’s the moment for Europe to decide the big step. The Ukrainian crisis is in reality a Battle for Europe.

The elites of Continental Europe — The Germany of Alfred Herrausen, the France of Charles De Gaulle, the Italy of Enrico Mattei and Aldo Moro, the Europe that tried to road of sovereignty and independence … have been until now terrorized and threatened exactly in the terms explained by Gen Ivashov. Now the Battle for Europe is raging. We will look in a coming article at the great European forces, the silent partners, still traumatized and scared, who are looking with trepidation and painful memories of the past defeats at the firm stand of Russia.