Informazione


http://www.diecifebbraio.info/2014/06/il-rapporto-dellispettore-de-giorgi-sulle-foibe/

IL RAPPORTO DELL’ISPETTORE DE GIORGI SULLE “FOIBE”

Nell’immediato dopoguerra l’ispettore della Polizia Civile del GMA Umberto De Giorgi si mise in luce come l’organizzatore dei recuperi delle salme degli “infoibati”.L’ispettore De Giorgi, già maresciallo di PS ai tempi del nazifascismo, fu uno dei fondatori della Polizia scientifica a Trieste e nell’immediato dopoguerra si mise in luce come organizzatore dei recuperi delle salme degli “infoibati”. Fu però un personaggio molto discusso all’epoca: da una parte venivano elogiati i suoi metodi di indagine, la sua capacità di identificare i responsabili delle inchieste che conduceva; dall’altra parte fu definito un “regista” di processi per il modo “disinvolto” ed a volte melodrammatico con il quale portava avanti le indagini.

Va anche ricordato che nel corso di un’intervista rilasciata pochi mesi prima di morire, l’ispettore De Giorgi disse che durante la guerra avevano spesso trovato “altri cadaveri che la banda Collotti (cioè l’Ispettorato Speciale di PS, n.d.r.) buttava in cespugli e anfratti dopo le torture, girando la notte con un furgoncino”, sequestrato all’impresa locale di pompe funebri. Tuttavia, pur essendo a conoscenza di questa “usanza” dell’Ispettorato, nel periodo in cui si dedicò al recupero delle salme dalle foibe De Giorgi non sembrò avere mai alcun dubbio nell’attribuire ai “partigiani” la responsabilità di tutti gli “infoibamenti”.

In merito alle esplorazioni compiute dalla Squadra Esplorazioni Foibe (SEF) da lui diretta, esiste uno “specchietto”, conservato presso l’Archivio Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione di Trieste e pubblicato sul “Piccolo” del 3/9/96. In questo “specchietto” risultano esplorate tra il 1945 ed il 1948 71 cavità, dalle quali fu recuperato un totale di 464 salme; 23 di queste esplorazioni non portarono però ad alcun recupero. Non tutte queste esplorazioni si riferiscono alla provincia di Trieste: De Giorgi si spinse fino a Travesio (attuale provincia di Pordenone), dove da due fosse furono riesumati 12 corpi di persone uccise nel corso del conflitto; altri corpi furono recuperati da sommarie sepolture in fosse (non “foibe”) nella bassa friulana e nel monfalconese (una decina circa, alcuni risultarono essere stati vittime di rapinatori), ed altri (per lo più militari) nella zona corrispondente alla vecchia provincia di Gorizia passata sotto l’amministrazione jugoslava.

Sull’operato di De Giorgi hanno spesso speculato coloro che fecero della questione foibe il loro cavallo di battaglia politica, richiamandosi a quanto sarebbe scritto in un suo “rapporto”, del quale lo storico Roberto Spazzali scrisse: “un non meglio precisato rapporto che sarebbe stato redatto nel 1947 dall’ispettore capo della Polizia civile del GMA Umberto De Giorgi in merito ad alcune esplorazioni (…)Resta da verificare l’attendibilità del rapporto, la bibliografia indicata non fa alcun accenno personale e originale a questo rapporto” (in “Foibe. Un dibattito ancora aperto”, Lega Nazionale Trieste 1990).

Ciò che è stato reso pubblico di questo “rapporto” è sostanzialmente quanto Ugo Fabbri (noto a Trieste sia come speleologo, sia come militante in movimenti e partiti dell’estrema destra, autodefinitosi “incallito eversore”) pubblicò sul periodico “Il Borghese” del 25/4/76 (circa due settimane prima della morte di De Giorgi), asserendo di possedere una “copia autografa” di tale “rapporto”. Nell’articolo vengono descritte le esplorazioni di otto cavità operate dalla “squadra” di De Giorgi, dalle quali furono recuperate: una “cinquantina” di salme dalla “foiba di Monrupino” (militari germanici che caddero durante la battaglia di Opicina); 156 dalla Jelenka Jama (nella zona di Comeno), 70 dei quali militari di varie nazionalità; e per le altre sei cavità 11 persone in totale uccise in vendette individuali in parte avvenute durante il conflitto.

Questi dati, invece di confermare la tesi degli “italiani uccisi solo perché tali” dimostra invece come la maggior parte delle salme rinvenute nelle foibe fossero di militari uccisi in tempo di guerra, e, in misura molto minore, di singole vittime di regolamenti di conti.

Nel 2004 uno speleologo triestino ha rintracciato, tra i documenti della società speleologica del CAI, un “rapporto” su esplorazioni di foibe che può essere attribuito (non è firmato) alla squadra dell’ispettore De Giorgi. L’originale è ora conservato presso la Società speleologica di Postojna (Postumia) in Slovenia. Le parti pubblicate sul “Borghese” corrispondono a quanto contenuto in questo “rapporto”, quindi riteniamo si tratti del documento così spesso citato.

Questo “rapporto”, che consta di 60 pagine (la pagina n. 1 è bianca), contiene 26 relazioni che descrivono 33 ricognizioni in 27 cavità distinte (alcune cavità sono state esplorate più di una volta), svoltesi tra ottobre 1945 gennaio 1948. In totale risultano recuperate 246 salme; altri 62 corpi sono stati stimati in base al numero dei femori rinvenuti; una “cinquantina” infine furono localizzati nella 149 VG, ma non recuperati.

Dei corpi identificati, più di 200 sono di militari (italiani, germanici, alleati) o di formazioni simili (PS, Guardia civica, Vigili urbani). Una quarantina i civili; le vittime di singole azioni commesse dopo la fine della guerra sono una trentina, per la maggior parte di questi atti furono celebrati dei processi, ma è da dire che spesso quanto risulta dalle istruttorie non corrisponde a quanto scritto in queste relazioni (ad esempio i processi per la foiba di Gropada e per l’abisso Plutone).

Ma in conclusione quello che salta agli occhi dalla lettura è che questo rapporto non dimostra alcuna esecuzione di massa da parte dei partigiani jugoslavi nei confronti di “italiani uccisi sol perché italiani”, ma sostanzialmente invece che le “foibe” servirono o per occultare singole vittime di regolamenti di conti o per la sepoltura di militari caduti in combattimento. E non è detto che fossero tutti vittime dei “titini”, anzi.

Abbiamo deciso di pubblicare, in formato PDF, questo documento di cui negli anni si è tanto parlato, spesso senza cognizione di causa, in quanto non è stato finora reso noto se non in minima parte, ma ne anticipiamo una sintesi con alcune nostre annotazioni.

1) 18/10/45     149 VG Prazna Jama (corrisponde alla “foiba di Monrupino”, monumento nazionale): “una cinquantina” di salme di militari germanici uccisi nella battaglia di Opicina (aprile-maggio 1945), non recuperati.

2) 4/11/45       149 VG Prazna Jama: nessun recupero.

3) 22/2/46       517 VG e 519 VG presso Opicina, nessun recupero.

3) 23/2/46       8 VG Opicina campagna: recuperate 5 salme identificate per soldati tedeschi.

4) giugno 46    54 VG Gropada Orlek: localizzati 4 corpi non recuperati. Notizie del “Messaggero Veneto” indicavano la presenza di 34 salme

5) 13/08/46     54 VG Gropada Orlek: recuperate 5 salme, identificate per Dora Cok, Alberto Zarotti (PS) e Alberto Marega (dirigente del Fascio) uccisi nel maggio 1945; Rodolfo Zulian e Carlo Zerial uccisi nel gennaio 1945 (tutti per vendette personali). Per questi omicidi fu celebrato un processo nel 1947.

6) 20/03/47     605 VG San Lorenzo recuperata la salma di Boris Pieri, ucciso presumibilmente nel gennaio 1946; ex partigiano, secondo il rapporto sarebbe stato ucciso da suoi compagni, secondo i suoi ex compagni da speleologi fascisti.

7) 1/4/47         1492 VG San Pelagio: nessuna salma recuperata.

7) 1/4/47         242 VG Ternovizza: oltre a vari resti non meglio descritti, 12 salme recuperate, la maggior parte con divise militari, una in divisa da carabiniere. Equipaggiamento militare tedesco, medaglie con scritte tedesche e in cirillico, cartine per sigarette jugoslave, fanno pensare a militari nazisti uccisi nel corso del conflitto. Due salme legate col filo di ferro. Unico identificato il vigile urbano del distaccamento di Opicina Giuseppe Pesce, ucciso nel 1944.

8) 17/05/47     23 VG Abisso Plutone: 19 salme recuperate, 16 identificate. Si trattava di arrestati dalle autorità jugoslave che furono uccisi nel maggio 1945 da un gruppo di criminali comuni infiltrati nella Guardia del popolo. Il processo fu celebrato nel gennaio 1948.

9) 20/5/47       1328 VG Trebiciano nord: 1 salma recuperata

10) 31/5/47     61 VG Padriciano Stajerka jama: 2 salme recuperate, Gisella Dragan e Marcello Savi, uccisi nel maggio 1945, presumibilmente per motivi personali. Il processo fu celebrato nel 1947 nell’ambito di quello per i morti di Gropada Orlek.

11) 23/6/47     3099 VG Prepotto: 1 salma recuperata, identificata per il sacerdote don Giovanni Dorbolò che sarebbe stato ucciso il 20/3/45, da confessione di uno di coloro che occultarono il cadavere.

12) 29/7/47     1076 VG Pipenca (vicino Duttogliano): 23 salme recuperate. Di 3 non viene data alcuna indicazione, 13 in divisa militare (un tedesco e 3 carabinieri), 3 civili di cui una donna, 4 salme non repertate “per l’ora tarda”.

13) 30/7/47     509 VG Volci : 15 salme recuperate. 3 donne, divise militari e di carabinieri, due medagliette d’oro di cui una con scritta in ebraico. Alcune salme legate con filo di ferro.

14) 31/07/47   511 VG Jelenca Jama presso Comeno: la descrizione è molto confusa, ma risultano 94 salme recuperate più 62 stimate dal numero dei femori. Di esse 74 militari: 44 tedeschi, 25 italiani (Marina militare e Milizia confinaria), 3 alleati, 2 non identificabili; 19 civili, di cui 10 donne e un bambino di 9/10 anni. Unico identificato un certo Petelin della Marina militare. Data la diversità di salme si presume che le vittime siano state uccise in tempi diversi e non necessariamente dalle stesse persone (nella zona i combattimenti furono piuttosto intensi).

15) 13/08/47   Brestovizza: 1 salma recuperata identificata per Danica Leghissa, uccisa nel 1944 presumibilmente per motivi personali.

16) 30/08/47   2703 VG Rupinpiccolo: 3 salme recuperate, identificate per i militi ferroviari Vittorio Cima, Mario Mauri, Luciano Manzin uccisi ad Opicina nel maggio 1945 dopo un processo sommario. Un processo fu celebrato nel 1948.

17) 12/09/47   2996 VG Antro colombi (presso Utovlie): 1 salma recuperata, identificata per Francesco Mazzaroli (Macarol) di Križ presso Tomaj, scomparso nel dicembre 1945. Il rapporto ipotizza che volesse vendicarsi di coloro che avevano fatto la spia nel 1940 perché era antifascista e per questo era stato mandato militare in Africa.

18) 02/12/47   161 VG Pozzo del cane presso Gropada: nessun recupero. Le informazioni parlavano di una “trentina di ex agenti di PS” gettati dentro. Una successiva esplorazione (5/2/48) portò al recupero di 8 salme.

19) 03/12/47   1328 VG Caverna a nord di Trebiciano: recuperata 1 salma identificata per un cittadino di Lubiana abitante presso la zia ad Orlek nel maggio 1945. Nella precedente esplorazione (punto 9) non si faceva cenno a possibili altri corpi presenti nella voragine.

19) 3/12/47     24 VG e 1720 VG nei pressi di Gropada: nessun recupero.

20) 05/12/47   294 VG Voragine di San Lorenzo: 2 salme recuperate, un militare e un civile.

21) 10/12/47   8 VG Opicina campagna :recuperate 14 salme, di cui 6 militari tedeschi, 3 militari ignoti e altre 4 salme di cui “una italiana”. Inoltre in una fossa poco distante recuperati 2 militari tedeschi.

22) 11/12/47   8 VG Opicina campagna: altre 7 salme recuperate, 5 militari germanici e 2 militari italiani.

23) 16/12/47   131 VG Pozzo di Borgo Grotta gigante: 3 salme recuperate, identificati per Kriegsmarine.

24) 19/12/47   147 e 85 con esito negativo, poi 149 VG Prazna Jama: pochi resti appartenenti a 3 persone diverse. Annotazione: stato diverso da come visto nell’ultima esplorazione del settembre 1945, scomparsi resti umani che all’epoca erano stati lasciati lì. Bisogna annotare che le esplorazioni della 149, secondo questo “rapporto”, risultano fatte in ottobre e novembre 1945, non in settembre.

25) 26/12/47   3251 VG Abisso Carlini presso Prosecco: recuperate 3 salme “in perfetto stato di conservazione”. Ricerche proseguite il giorno dopo e recuperate altre 29 salme identificate per Gebirgsjaeger e Kriegsmarine fucilati il 12/5/45 da Partigiani slavi”. Nella fossa ipotizzata anche la presenza del corpo del bidello della scuola di Prosecco (non viene fatto il nome né la data di scomparsa).

26) 08/01/48   3 VG Colle Pauliano (nome “indigeno Jama Kerzisce” – sic). Rinvenute 2 salme; una persona anziana e un bambino o una donna.


Claudia Cernigoi, Trieste, 20 giugno 2014


SCARICA IN FORMATO PDF IL RAPPORTO DE GIORGI SULLE “FOIBE”

PRIMA PARTE: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2014/06/Rapporto-De-Giorgi-prima-parte1.pdf

SECONDA PARTE: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2014/06/Rapporto-De-Giorgi-seconda-parte1.pdf

TERZA PARTE: http://www.diecifebbraio.info/wp-content/uploads/2014/06/Rapporto-De-Giorgi-terza-parte.pdf




(english / francais
Leggi anche:
Chi ha sabotato il gasdotto South Stream ( Tommaso Di Francesco, Manlio Dinucci, Il Manifesto 9.6.2014)
http://ilmanifesto.info/chi-ha-sabotato-il-gasdotto-south-stream/
en francais: http://www.voltairenet.org/article184185.html )


South Stream ... Loukachenko et Lavrov à Belgrade


1) Vučić à Berlin, Loukachenko et Lavrov à Belgrade
2) Bulgaria suspends construction of South Stream pipeline (WSWS)


=== 1 ===

http://balkans.courriers.info/article25093.html

Le Courrier des Balkans

Étonnante diplomatie serbe : Vučić à Berlin, Loukachenko à Belgrade


Correspondance particulière

Mise en ligne : jeudi 12 juin 2014
La presse serbe consacre ses gros titres au voyage de deux jours qu’effectue le Premier ministre Aleksandar Vučić à Berlin. Pendant ce temps, le Président biélorusse Alexandre Loukachenko est en visite d’État à Belgrade, à l’invitation de son homologue serbe, Tomislav Nikolić.

Par JAD

(Avec B92) - « L’Allemagne est le pays le plus important pour nous comme pour l’Union européenne », a assuré le Premier ministre serbe Aleksandar Vučić à l’issue de sa rencontre avec la Chancelière allemande Angela Merkel.

Angela Merkel a expliqué qu’Aleksandar Vučić lui avait présenté son « ambitieux calendrier de réformes ». Le gouvernement serbe fera l’objet de toutes les attentions, et « la coopération de l’Allemagne dépendra de sa transparence et du respect des principes de l’État de droit ». La chancelière a précisé que l’Allemagne avait des « exigences précises » concernant la poursuite du processus d’intégration européenne de la Serbie, concernant notamment le Kosovo.

En s’adressant aux journalistes, le Premier ministre serbe a rejeté toutes les accusations de censure. Il a par ailleurs expliqué que la poursuite de la construction du gazoduc South Stream ne dépendait pas de la Serbie, mais des relations entre l’Union européenne et la Russie.


[FOTO: Alexandre Loukachenko dépose une couronne au mémorial du Soldat inconnu, à Avala]


Alexandre Loukachenko et les charmes discrets de l’Union eurasiatique

Pendant ce temps, le président biélorusse Alexandre Loukachenko a entamé mercredi une visite d’État de deux jours en Serbie - sa dernière visite officielle remonte à 1999, quand il était venu apporter son soutien à Slobodan Milošević, à la veille des bombardements de l’Otan. Le président biélorusse s’était aussi, toutefois, rendu plus discrètement en Serbie en février 2009 pour participer au Sommet économique de Kopaonik.

Alors que le régime biélorusse est frappé par des sanctions de l’Union européenne, le pays a rejoint l’Union eurasiatique, créée à l’initiative de Vladimir Poutine et qui regroupe également la Russie et le Kazakhstan. À la veille de son départ pour Belgrade, Alexandre Loukachenko a déclaré que cette Union avait « de grandes perspectives », et suscitait « l’intérêt de beaucoup de pays, dont la Serbie ».

En avril 1999, durant les bombardements de l’Otan, le Parlement de la République fédérale de Yougoslavie (SRJ, Serbie et Monténégro) de l’époque avait voté une décision de principe en faveur de l’adhésion à l’Union douanière Russie-Biélorussie, qui n’a jamais été suivie d’effets. Les relations entre la Serbie et la Biélorussie s’étaient considérablement rafraichies après les changements démocratiques d’octobre 2000.

Le ministre russe des Affaires étrangères, Serguei Lavrov est attendu en début de semaine prochaine pour une visite de deux jours à Belgrade.


---

http://balkans.courriers.info/article25130.html

Le Courrier des Balkans

Lavrov à Belgrade : la Serbie poursuit son étrange ballet entre l’UE et la Russie

De notre correspondant à Belgrade

Mise en ligne : mercredi 18 juin 2014
Le ministre russe des Affaires étrangères, Serguei Lavrov, achève une visite de deux jours à Belgrade. Au menu des discussions, l’avenir du gazoduc South Stream, la crise en Ukraine, mais aussi la candidature européenne de la Serbie.

Par J.A.D.

Au cours de ses deux jours de visite, Serguei Lavrov a rencontré le ministre serbe des Affaires étrangères, Ivica Dačić, puis le Premier ministre Aleksandar Vučić et le président Tomislav Nikolić.

Malgré l’absence d’accord gazier avec l’Ukraine et la récente décision de la Bulgarie de suspendre les travaux du gazoduc South Stream, la Serbie et la Russie ont décidé de poursuivre ce projet, « clé de la sécurité énergétique de l’Europe ». Ivica Dačić a souligné que la construction de South Stream relevait de « l’intérêt national » de la Serbie, tout en demandant pourquoi, quand le gazoduc North Stream a déjà été construit, South Stream ne le serait pas.

Le chef de la diplomatie russe a déclaré que son pays « respectait la volonté de la Serbie de poursuivre ses négociations avec l’Union européenne ». Ivica Dačić a rétorqué que l’adhésion de la Serbie à l’UE ne remettrait nullement en cause les relations privilégiées du pays avec la Russie. « Nous souhaitons et l’UE et le développement de bonnes relations avec la Russie. Pourquoi la Serbie devrait-elle être sommée de faire un choix ? »

À la veille de la visite de Serguei Lavrov, le Premier ministre Aleksandar Vučić avait confirmé que la Serbie « soutenait l’intégrité territoriale de l’Ukraine, mais ne voulait pas prendre de sanctions contre la Russie ».

La semaine dernière, un étonnant chassé-croisé s’était produit : tandis qu’Aleksandar Vučić se rendait à Berlin pour rencontrer Angela Merkel et discuter de l’intégration européenne de la Serbie, le président Nikolić recevait à Belgrade son homologue biélorusse Alexandre Loukachenko, dont le pays fait toujours précisément l’objet de sanctions européennes.

Serguei Lavrov a bien sûr évoqué le rôle de l’OSCE, dont la Serbie va prendre la présidence en 2015 après la Suisse, en espérant que cette organisation pourra revenir « à ses principes fondateurs ». Le ministre russe a notamment appelé à multiplier les pressions sur Kiev pour que les dirigeants ukrainiens appliquent la feuille de route élaborée par la présidence suisse de l’OSCE.


=== 2 ===

http://www.wsws.org/en/articles/2014/06/19/bulg-j19.html

Bulgaria suspends construction of South Stream pipeline


By our correspondents 
19 June 2014


On June 8, 2014, Bulgarian Prime Minister Plamen Oresharski announced that the laying of the South Stream gas pipeline will be discontinued until further notice.

The South Stream project, which is operated by the Russian energy giant Gazprom, is of major geostrategic importance. It links the Russian Black Sea coast with Bulgaria, enabling Russia to bypass Ukraine and deliver 63 billion cubic metres of natural gas annually and directly to Bulgaria, Serbia, Hungary, Slovenia, Austria and Italy.

Until now, a large part of Russian gas exports to Europe have passed through Ukraine, which demands high fees for the transit routes and uses them as a powerful bargaining chip in its dispute with the Kremlin. Supplies to several eastern European countries were interrupted in January 2006, when Russia responded to abortive price negotiations by cutting off gas supplies to Ukraine, which in turn channelled gas intended for Europe for its own consumption.

The Ukrainian transit network is also in urgent need of renovation. The high cost of such an undertaking would hardly be warranted, however, if a part of Russia’s European gas supply could bypass Ukraine.

The recent suspension of the South Stream project is a direct result of the confrontational stance taken by the US and the European Union (EU) against Russia in the Ukraine conflict. The stoppage was instigated following massive pressure from Brussels and Washington.

The EU Commission has been trying to abort the project for some time, justifying its efforts by referring to codes of competition. Following Russia’s launching of the construction in December 2012, the EU declared that all agreements between Russia and the European project participants were invalid because the project breached EU law. Although the EU had originally offered to help in the renegotiation of contracts, it insisted on termination of the project after the outbreak of the Ukraine crisis.

In the first week of June, the European Commission initiated criminal proceedings against the Bulgarian government, accusing it of infringing European market laws in its support for the pipeline. It then increased the pressure by freezing EU financial aid to Bulgaria.

The Bulgarian government, which maintains close relations with Moscow, initially opposed the freeze on construction. European governments involved in the project also tried to prevent the wind-down of construction. Italian Prime Minister Matteo Renzi joined seven other governmental heads to draft a letter to the EU in support of the project.

The countries involved have major concerns about their energy supply. In addition to Gazprom, which has a 50 percent stake in South Stream, the Italian ENI energy group has a 20 percent share, while both Germany’s Wintershall and France’s EdF each have 15 percent.

In early June, three US senators headed by John McCain paid a visit to the Bulgarian head of government. Marcie Ries, the US ambassador in Sofia, threatened Bulgarian companies involved in the project with sanctions. The reason she gave was that the Russian company, Stroytransgaz, was involved in the consortium that was building the 3.5-billion-dollar Bulgarian section. The US has imposed sanctions on oligarch Gennady Timchenko, Stroytransgaz’s proprietor and a close associate of Vladimir Putin.

Two days after the visit from the US, Bulgarian Prime Minister Oresharski threw in the towel and announced the cessation of the construction project.

Russian EU ambassador Vladimir Chizhov condemned the move as a “creeping shift to economic sanctions against Russia,” adding, “It is hard to shake off the feeling that the European Commission’s blocking of the start of work on the construction of Bulgaria’s key section of South Stream has been done for purely political purposes.”

There is now also speculation as to whether the plans for the shelved Nabucco project will be resumed. Nabucco had been promoted for many years by the EU and US as a means of transporting gas to Europe from the Caspian region via Georgia and Turkey, and thereby reducing European dependency on Russian gas. After several European countries opted for South Stream, plans for Nabucco were halted in the summer of 2013.

The EU Commission has long sought to curb the influence of the Russian Gazprom gas company in Europe. Currently, the EU gets 36 percent of its gas and about 20 percent of its oil imports from Russia.

In September 2012, the EU opened an antitrust suit against Gazprom for breach of market rules and abuse of its dominant market position in Bulgaria, Estonia, Latvia, Lithuania, Poland, Slovakia and the Czech Republic. The EU claims that the Russian side is engaging in unfair price fixing and business practices that are contrary to a liberalized market.

Basing its policy on the Third EU Energy Package of 2009, which prohibits a company from simultaneously operating as a network provider and energy supplier, the EU is trying to force Russia to privatize Gazprom. It intends to open the way for the entry of Western energy companies into the Russian energy market.

However, the EU member states are far from achieving a unified strategic approach. On June 13, at a meeting in Luxembourg, German Energy Commissioner Günther Oettinger called on European energy ministers to take a firm and consistent stand against Russia and Gazprom.





LA FORMALE ANNESSIONE COMINCIA IN CLASSE


http://balkans.courriers.info/article25106.html

Koha Ditore

L’Albanie et le Kosovo signent l’unification de leurs systèmes scolaires


Traduit par Nerimane Kamberi

Publié dans la presse : 4 juin 2014
Mise en ligne : lundi 16 juin 2014
Le Kosovo et l’Albanie ont signé un accord qui prévoyant l’unification des programmes scolaires dans l’enseignement primaire et secondaire. « Un jour spécial dans l’histoire du développement de l’enseignement albanais », estime le Premier ministre albanais Edi Rama.


Le 3 juin dernier, le Kosovo et l’Albanie ont signé un accord prévoyant l’unification des programmes scolaires dans l’enseignement primaire et secondaire. « C’est fait, nous sommes arrivés à unifier le système scolaire entre le Kosovo et l’Albanie », s’est félicité la ministre albanaise de l’Éducation et des Sports, Lindita Nikolla.

Le nouveau programme garantit aussi la mobilité des enfants scolarisés : ainsi un élève albanais pourra faire ses études au Kosovo sans aucun problème, et vice-versa.

Ce programme, comparable à celui de l’Union européenne, sera expérimenté dès septembre dans douze cantons d’Albanie. La ministre albanaise a déclaré que le système pré-universitaire albanais serait aligné sur celui du Kosovo et que les élèves et les enseignants seront préparés pour le marché européen.

Pour le Premier ministre albanais, « la signature de l’accord pour l’unification des programmes scolaires entre l’Albanie et le Kosovo marque un jour spécial dans l’histoire du développement de l’enseignement albanais ». Edi Rama a estimé que le travail des ministères de l’Éducation des deux côtés de la frontière pour parvenir à cet accord délimitait un nouvel « espace national actif ».

« Les pas faits vers l’unification du système scolaire ne sont pas un mouvement vers l’unification mécanique de nos deux États, mais une marche commune vers ce que nous aimerions avoir demain pour la génération à venir, de Pristina à Tirana. Le mouvement pour l’unification qui a commencé va ouvrir une nouvelle voie, donner un meilleur accès à la connaissance et ouvrir de nombreux chantiers de travail commun, depuis la langue et la littérature jusqu’aux sciences dures », a poursuivi le Premier ministre.




(english / italiano)

30 Agosto, Giornata mondiale di protesta contro la NATO

1) WPC chiama all'azione per la Giornata mondiale di protesta contro la NATO
2) Montenegro's Annexation into NATO / USA e Djukanovic spingono il Montenegro nella NATO
3) NATO Trains Balkans Armies For Global Wars
4) Aviano Air Base participates in Exercise Adriatic Strike 2014


=== 1 ===

http://www.resistenze.org/sito/os/lp/oslpef09-014620.htm
www.resistenze.org - osservatorio - lotta per la pace - 09-06-14 - n. 502

Il Consiglio mondiale della Pace chiama all'azione per la Giornata mondiale di protesta contro la Nato

Consiglio mondiale della Pace | wpc-in.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Maggio 2014

Il 30 agosto 2014, il Consiglio mondiale della Pace chiama le persone amanti della pace nel mondo a mobilitarsi per una Giornata mondiale di protesta contro la Nato.

2014: Centenario della Prima guerra mondiale - 75 anni dall'inizio della Seconda guerra mondiale

Nel 2014 cade il 100° anniversario dall'inizio della Prima guerra mondiale, che fu uno dei più mortali conflitti imperialistici nella storia umana, una tragedia che uccise 17 milioni di persone. Fu descritta come la "guerra per porre fine a tutte le guerre", ma oggi, un secolo più tardi, il potenziale militare per distruggere le vite e un ambiente abitabile è giunto a livelli spaventosi e continua a crescere.

Ogni giorno, in tutto il mondo, i popoli soffrono a causa dei conflitti armati, delle azioni militari, delle occupazioni, intimidazioni ed aggressioni, della modernizzazione e proliferazione delle armi nucleari e delle altre armi di distruzione di massa. La crisi economica capitalista sta ulteriormente aggravando le condizioni di vita dei popoli mentre i profitti delle industrie di guerra sono in continua crescita. Il terreno necessario alle aggressioni militari e alle guerre imperialiste non è mai stato determinato da eventi fortuiti o decisioni personali.

Il centenario della Prima guerra mondiale dovrebbe essere un momento di riflessione, di fortificazione della pace ed esortazione all'amicizia e solidarietà internazionali, sulla base dell'uguaglianza e del rispetto per la sovranità dei popoli. Dovrebbe essere teso a far cessare la dominazione economica dei monopoli e delle corporation multinazionali, come pure le loro aggressive alleanze militari. Perciò, noi dovremmo agire contro la Nato, la macchina da guerra numero uno al mondo. Il Consiglio mondiale della Pace, fondato subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale con le parole d'ordine "Mai più guerra - Mai più fascismo", sottolinea la necessità di trarre delle conclusioni dal periodo che ha portato all'invasione nazista della Polonia, il 1° settembre 1939, e all'inizio della Seconda guerra mondiale. Le crescenti ambizioni imperialiste della Germania nazista s'incontrarono allora con l'agenda imperialista delle altre forze, che all'inizio non si opposero all'espansione tedesca verso Est. La gloriosa resistenza dei popoli contro il fascismo e il nazismo, unita alla lotta e alle decine di milioni di vittime dell'Unione sovietica, condussero alla liberazione dell'Europa dal fascismo e alla vittoria dei popoli. La situazione internazionale successiva alla guerra, la fondazione delle Nazioni unite e del loro Statuto creò una situazione nuova per i popoli e i loro sforzi per ottenere libertà e sovranità. Tutto ciò viene oggi messo ferocemente in discussione e rovesciato, attraverso i tentativi in atto di sostituire le Nazioni unite con la Nato, con la crescita in molte parti d'Europa delle forze neo-fasciste al servizio di ideologie reazionarie e dei piani contro i popoli. Il Consiglio mondiale della Pace si oppone alla crescente militarizzazione delle relazioni internazionali, ai progetti imperialisti del "Grande Medio oriente", del " Pivot to Asia" degli Usa e all'ingerenza nella sovranità dei popoli e delle nazioni in America latina.

Nato: lo strumento militare chiave dell'imperialismo - 65 anni di crimini contro umanità

La Nato è la più grande, più forte e aggressiva alleanza militare oggi esistente al mondo. Dominata fermamente dall'imperialismo Usa, la Nato è anche un pilastro della strategia di difesa dell'Unione europea. La Nato attualmente comprende 28 stati membri tra America del nord ed Europa. Altri 22 paesi sono coinvolti nel cosiddetto Consiglio di partenariato euro-atlantico (Euro-Atlantic Partnership Council, EAPC). Accanto a questi, attraverso il globo, altri 19 paesi sono impegnati con la Nato in programmi come il "Dialogo Mediterraneo" (Mediterranean Dialogue), la " Iniziativa per la cooperazione di Istanbul" (Istanbul Cooperation Initiative, ICI) o il " Partenariato per la Pace (Partnership for Peace, PfP).

Fin dal 1991, la Nato ha accresciuto in modo aggressivo i suoi appartenenti e il teatro delle operazioni. Questo fatto da solo svela il suo scopo fondamentale: essere uno strumento chiave della dominazione imperialista occidentale del mondo.

La Nato è nemica della pace. La Nato è impegnata nella dottrina del "primo colpo" (nucleare) e dell'attacco preventivo. In quanto alleanza militare offensiva, si tiene pronta ad intervenire prima che alla diplomazia sia concessa una reale opportunità, se ciò è nell'interesse dell'imperialismo occidentale. L'espansione e le provocazioni della Nato - come dimostra la crisi in corso in Ucraina - sono direttamente responsabili per la destabilizzazione, l'agitazione, la violenza e la guerra.

La Nato è nemica dei popoli. Quando interviene, i suoi membri utilizzano regolarmente armi tossiche contenenti uranio impoverito o fosforo bianco. Inoltre, la Nato considera le armi nucleari una parte fondamentale della sua strategia di difesa. L'alleanza persegue e promuove aggressivamente provocazioni e interventi militari in tutto il mondo, i cui risultati consistono sempre nell'aumento della distruzione, dei profughi e della morte. Gli esempi delle guerre nell'ex Iugoslavia e la creazione del protettorato del Kosovo, in Afghanistan e Libia, come anche l'aggressione alla Siria, testimoniano il disastro umanitario dell'intervento Nato. In Iraq, dove la Nato ha preso parte allo sforzo per la ricostruzione, non ha portato né pace né democrazia.

La Nato è nemica della pace e dei popoli. Senza alcun dibattito pubblico, gli stati europei membri della Nato ospitano armi nucleari statunitensi sul loro territorio. Nel 2010, un accordo segreto sullo spiegamento delle versioni modernizzate delle testate esplosive B61 ne ha esteso la presenza per molti decenni, non lasciando spazio alcuno al dibattito democratico sulla questione. Attraverso il suo Articolo 5, l'alleanza Nato impone agli stati membri anche degli obblighi che risultano incompatibili col diritto sovrano degli stati di decidere sulla pace e la guerra.

Il prossimo vertice Nato in Galles adotterà e svilupperà ulteriormente le decisioni del vertice di Lisbona (2010), userà vecchi e nuovi pretesti per il suo ruolo di "sceriffo del mondo" che le assicura mercati, risorse energetiche e sfere di influenza, a detrimento dei diritti e dei bisogni dei popoli. Lo scioglimento della Nato deve essere una priorità per coloro che difendono la pace, la giustizia e il progresso sociali, insieme al diritto di ogni popolo di lottare per il disimpegno da essa.

Facciamo appello a tutte le persone e organizzazioni amanti della pace per fare del 30 agosto la Giornata mondiale di protesta contro la Nato, esigendone la sua dissoluzione!


=== 2 ===

http://www.nato.int/cps/en/natolive/news_104124.htm

North Atlantic Treaty Organization - October 16, 2013

NATO Secretary General praises Montenegro’s reform efforts

The President of Montenegro Filip Vujanovic visited the NATO Headquarters on Wednesday (16 October) and met with Secretary General Anders Fogh Rasmussen. They discussed progress in Montenegro’s reform agenda and the growing cooperation between NATO and Montenegro. The NATO Secretary General commended Montengro’s continued reform efforts on the way to Euro-Atlantic integration.

“It is important to maintain the momentum of reforms, even at a time of economic difficulties”, the Secretary General said. “So I encourage you to continue working on the challenges that we have identified together in the Membership Action Plan. Reinforcing the rule of law, fighting corruption and organised crime, finding the resources to modernise your armed forces, and explaining to your public the importance of Euro-Atlantic integration”.

During the meeting, the NATO Secretary General and President Vujanovic also discussed NATO’s security agenda and the Alliance’s mission in Afghanistan. 

“We are grateful for Montenegro’s significant contribution, and for your pledge to help the Afghan security forces both financially and through the training mission that we are planning after 2014”, the Secretary General noted. And he added: “Montenegrin forces are offering force protection to our trainers in Mazar-e-Sharif. And together with other Adriatic nations, you successfully transitioned the programme of training for the Afghan Military Police in Kabul. You have worked closely with countries from your region to build stability in Afghanistan – and strengthen cooperation among yourselves.”

The Secretary General also praised Montenegro’s active contribution to cooperation and security in the Western Balkans. 

“NATO’s commitment to the region is strong”, he said. “We see your future in the Euro-Atlantic family and we are determined to help you along that path.”

---

http://www.b92.net/eng/news/region.php?yyyy=2014&mm=01&dd=29&nav_id=89157

Beta News Agency - January 31, 2014

Montenegro hopes to get NATO invitation this year

PODGORICA: "Despite different announcements" the Montenegrin government still expects the country to be invited to join NATO during the alliance's summit in September.
The government said it would engage in "increased political activity to win greater public support for NATO membership," Beta reported.
Leaders of political parties in the ruling coalition are said to have agreed that this was "one of the political priorities in the coming months." 
The party leaders met on Tuesday and agreed to also step up "party line" activities to create an environment that would lead to greater public support for membership in NATO. 
That support is now at about 40 percent, "which is not yet sufficiently credible for NATO itself." 
The opposition, meanwhile, insists that Montenegro will not receive an invitation to join the Western military alliance at the summit to be held in Wales. 
NATO has not yet specified whether the issue of its enlargement will be on the agenda of the summit.

---

http://contropiano.org/internazionale/item/23447-balcani-usa-e-djukanovic-spingono-il-montenegro-nella-nato

Balcani: USA e Djukanovic spingono il Montenegro nella NATO

•  Mercoledì, 16 Aprile 2014 14:21
•  Carlo Perigli

Mente in Ucraina la situazione sta scivolando sempre più nel baratro della guerra civile, gli Stati Uniti puntano a rafforzare la propria posizione all’interno dei Balcani. La neutralità mantenuta dalla Serbia nei confronti della crisi ucraina, esplicitata dal rifiuto del governo di Belgrado di unirsi all’applicazione delle sanzioni volute dall’Occidente , unita alla grande popolarità di cui lo Stato russo gode tra la popolazione, sta difatti creando numerosi grattacapi al governo di Washington.

Una volta acquisite nell’orbita NATO Slovenia (2004), Croazia (2009), e Albania (2009), avviato il c.d. dialogo intensificato con la Serbia, e inserito Bosnia e Montenegro nel MAP (Membership Action Plan, l’ultimo passo prima dell’adesione), considerando anche il fatto che proprio nei Balcani sorge Camp Bondsteel, la più grande base militare statunitense all’estero dai tempi del Vietnam, a Washington regnava la convinzione che la “pacificazione” dei Balcani fosse al sicuro.

Ora che da Belgrado è arrivato il “no, grazie” alla richiesta di partecipare alle sanzioni, la paura di ritrovarsi uno o più Paesi vicini a Mosca nel cuore dell’Europa ha portato gli Stati Uniti ad affrettarsi per portare avanti la pratica nel minore tempo possibile.

Da qui l’idea di accelerare il processo di accettazione del Montenegro nella NATO, evitando altresì , qualora le cose andassero diversamente, la possibilità che Mosca abbia, anche se indirettamente, un facile sbocco sul Mediterraneo.

Una mossa che potrebbe avere quindi un duplice effetto: escludere ogni ipotesi di passaggio di Podgorica nell’orbita russa e aumentare la pressione nei confronti della Serbia, unico Paese ancora “in bilico” dell’area, affinchè anche Belgrado tagli definitivamente i ponti con Mosca.

Tuttavia, in Montenegro la situazione è tutt’altro che chiara. Il governo, guidato dal quantomeno ambiguo Milo Djukanovic, si è subito schierato al fianco dei Paesi occidentali partecipando alle sanzioni, e ora sta cercando di sfruttare la crisi ucraina per convincere i Paesi della NATO ad accelerare il procedimento di accettazione. Lo stesso premier montenegrino, a margine dell’incontro avvenuto la scorsa settimana a Washington con il vicepresidente americano Joseph Biden, ha affermato che “ è realistico attendersi che il Montenegro riceva un invito di adesione alla NATO dal prossimo vertice dell’Alleanza in programma a settembre nel Regno Unito. Spetta al Montenegro lavorare al meglio e produrre buoni risultati, che andranno a rafforzare le posizioni dei Paesi amici, dei quali gli USA sono il più importante”.

D’altro canto sembra proprio che la popolazione montenegrina non condivida gli sforzi portati avanti da Djukanovic. Secondo gli ultimi sondaggi più della metà della popolazione è contraria all’ingresso del Paese nella NATO. Lo scorso 4 aprile Podgorica è stata teatro di una manifestazione convocata proprio per esplicitare la volontà di non entrare nel Patto Atlantico.

Particolarmente radicale è la protesta portata avanti dalla minoranza serba, circa il 30% della popolazione, che ha proposto di regalare alcune terre situate a nord del Paese, vicino al confine con la Serbia, alla Russia per costruire una base militare.

--- FLASHBACK:

http://www.b92.net/eng/news/region-article.php?yyyy=2012&mm=07&dd=15&nav_id=81280

Tanjug News Agency - July 15, 2012

Metropolitan hopes “NATO will break up”

PODGORICA: Serbian Orthodox Church (SPC) Metropolitan of Montenegro and the Littoral Amfilohije once again said he was against Montenegro joining NATO.
He also said he hoped that NATO would break up.
“I hope to God that Montenegro will not join NATO that bombed us,” he told the Podgorica-based daily Dan. 
Amfilohije believes that Montenegro would by joining the EU become a link in the military organization that “exerts violence upon the entire world”. 
“Are we supposed to help Tomahawks and bombs become ploughshares and other tools for farming and the improvement of society and the human community?” asked the metropolitan in Herceg Novi. 
“God, give us wisdom to help Europeans and Americans to dissolve NATO. That would be the biggest contribution of Montenegro to the world,” he pointed out.


=== 3 ===


Southeast European Times
January 20, 2014

Balkan armies benefit from NATO training

Training allows Balkan militaries to improve their skills and participate in NATO-led missions abroad.

By Miki Trajkovski for Southeast European Times in Skopje 

NATO continues to train Balkan militaries to participate in the Alliance's missions abroad, while also strengthening their forces' capacity and determination to become Alliance members, officials said.
New military contingents from Macedonia, Albania, Montenegro and Bosnia and Herzegovina (BiH) trained with NATO prior to joining the International Security Assistance Force (ISAF) mission in Afghanistan.
A team from the NATO joint command in Napoli, Italy, trained 15 Macedonian officers last month in mission leadership, management under conditions of stress, advising in situations of conflict and gender relations.
"The Macedonian soldiers are gaining very valuable knowledge about the development of the security system, and are able to successfully fulfil their responsibilities in specific situations," Blagoja Markovski, retired colonel and president of the Balkan Security Forum in Skopje, told SETimes.
The last Macedonian contingent trained with the US army in Germany, and is fully trained to carry out its responsibility to train the Afghan military as well as guard the main ISAF command in Kabul, said Mirce Gjorgjoski, spokesperson for the Macedonian military.
"The training was adapted to NATO mission tasks. It is a guarantee the soldiers will successfully finish the mission. It also shows we are not different than other NATO armies when it comes to training standards and organisation," Gjorgjoski told SETimes.
Montenegro has participated in the NATO mission in Afghanistan since 2010, having provided eight contingents of soldiers. It is presently preparing a ninth contingent.
Montenegro has contributed 13 percent of its soldiers to the NATO-led missions, and all soldiers must pass strict physical and psychophysical criteria, including tactical exercises, military operations, first aid training and procedures.
"They are trained prior to leaving to Afghanistan but also practice them daily there," said Colonel Hajrudin Djerekarac, commander of the Montenegro military's sixth contingent in Afghanistan.
Djerekarac said those that have passed the training now work to train others and structure the army according to NATO standards.
"An entire set of skills which we have gained in the preparation process to participate in the NATO missions contributed to a better presentation of the Montenegrin army in the international community," Djerekarac told SETimes.
Albania has participated in the NATO-led missions in Afghanistan, Iraq, Chad, Kosovo and BiH since 2002.
"NATO specialists assisting our troops in Tirana and NATO membership made the Albanian military train and receive the highest level of responsibilities in the field," Tanush Bedini, executive director of the Albanian Centre for Security and Integration in Tirana, told SETimes.
BiH recently offered a unit of 45 police officers for the mission in Afghanistan whose training extended six months, and will serve as part of the Danish contingent there.
...BiH is dedicated to Euro-Atlantic integration and continues to fulfil its international responsibilities through the NATO mission in Afghanistan without consequences to the well-being of its members, said Zekerijah Osmic, BiH defence minister.
"But to become a NATO member, BiH must show it is capable to share risks and the difficulties of the military operations," Osmic said.
Soldiers were attacked in the past and faced acts of terrorism, and the rigorous training they received helped them successfully deal with such situations, said Emil Dimitrievski, assistant defence minister of Macedonia.
"More than 2,000 Macedonian soldiers have rotated in this operation. Our military gained great experience that should transfer to the other soldiers," Dimitrievski, told Radio Free Europe.
The high level of professionalism shown has translated into a very positive experience for the Montenegrin military, but also into an increased approval for NATO membership among the public, said Aleksandar Dedovic, executive director of Alfa Centre, an NGO in Niksic.
"Active participation in the missions contributed to the strengthening of Montenegro’s reputation and to its dedication for full membership in the Alliance," Dedovic told SETimes.

Correspondents Erl Murati in Tiranа, Bedrana Kaletovic in Sarajevo and Ivana Jovanovic in Belgrade contributed to this report.

---



U.S. Department of Defense

January 27, 2014

Hagel, Serbia's Defense Minister Discuss Enhanced Defense Cooperation

American Forces Press Service

WASHINGTON: Defense Secretary Chuck Hagel met at the Pentagon today with Serbia's Minister of Defense Nebojsa Rodic for discussions that included opportunities for broadening defense cooperation.
"Secretary Hagel was pleased to join Minister Rodic in signing a General Security of Military Information Agreement, which will ensure protection of military information and enable further military-to-military cooperation," Pentagon Press Secretary Rear Adm. John Kirby said in a statement issued after the meeting. 
Kirby said Hagel "welcomed Serbia's contribution to peacekeeping efforts and its leadership on the Balkans Medical Task Force," and added that "Serbia's decision to host bilateral and multinational exercises further demonstrates our growing defense relationship."
In addition, Kirby said "the leaders discussed regional security concerns in the Balkans, and ways to build upon the positive momentum of the Serbia-Kosovo dialogue."
Kirby said Hagel praised the progress Serbia and Kosovo have made in normalizing relations, and highlighted the positive influence Minister Rodic has had in securing regional cooperation.


=== 4 ===

http://www.usafe.af.mil/news/story.asp?id=123412924

U.S. Air Forces in Europe
U.S. Air Forces Africa

June 3, 2014

Aviano Air Base participates in Exercise Adriatic Strike 2014

31st Fighter Wing Public Affairs

AVIANO AIR BASE, Italy:  F-16 Fighting Falcons from the 31st Fighter Wing are providing close air support during Exercise Adriatic Strike 2014 in Postojna, Slovenia this week. Slovenia first hosted Adriatic Strike, an exercise focused on training Joint Terminal Attack Controllers or JTACs, in 2012.
The Slovenian government has invited JTACs from the Austrian, Belgian, Czech, Montenegrin, French, Croatian, Latvian, Hungarian and Slovenian militaries to participate in this marquee training event. The main goals of the exercise are enhancing JTAC interoperability and technical expertise.
Each day, aircraft from Aviano Air Base will fly to the main Slovenian Air Force training range to simulate the combat close air support that JTACs are responsible for coordinating. The F-16 is a multirole fighter that flies a variety of missions to include suppression of enemy air defense, offensive counter air, defensive counter air, close air support and forward air controller missions.