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Subject: [icdsm-italia] Cordoglio per Milosevic
Date: April 6, 2006 10:47:57 AM GMT+02:00
To: icdsm-italia@ yahoogroups.com, aa-info@ yahoogroups.com


Cordoglio per Milosevic

1. Discorso pronunciato da Ralph Hartmann a Berlino durante la
commemorazione di Slobodan Milosevic il 15 marzo 2006-03-23

2. I messaggi di cordoglio
- del PC cileno
- del Consiglio Mondiale per la Pace

3. Presidente Slobodan Milosevic , Ad Memoriam (di E. Vigna)


=== LINKS ===


UPISITE SE U KNJIGU ZALOSTI / FIRMATE NEL LIBRO DELLE CONDOGLIANZE

http://www.slobodanmilosevic.info/

---

Una galleria con foto e video dell'ultimo omaggio a Milosevic si trova
sul sito:

http://www.slobodan.info/

Molte foto sono anche sul sito anti-jugoslavo "B92" (si veda
l'archivio delle giornate dal 16 al 19 marzo):

http://www.b92.net/info/galerija/index.php?nav_category=99

Nel fotoreportage dei funerali di SM a cura della sezione irlandese
dell'ICDSM si possono riconoscere tra gli altri Ramsey Clark e Aldo
Bernardini:

http://www.icdsmireland.org

Ancora una galleria fotografica, con commenti in italiano, è stata
realizzata da SOS Yugoslavia di Torino e si trova alle pagine:

http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c19.htm
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c19a.htm
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c19b.htm


=== 1 ===


Discorso pronunciato da Ralph Hartmann a Berlino durante la
commemorazione di Slobodan Milosevic il 15 marzo 2006-03-23

Traduzione dal quotidiano tedesco JUNGE WELT

"Non mi piegheranno. Riuscirò ad affrontarli ed a vincerli"; queste le
ultime dichiarazioni che Slobodan Milosevic ha rilasciato il giorno 10
marzo nel corso di una telefonata con Milorad Vucelic, segretario
pro-tempore del Partito Socialista Serbo (SPS). Milosevic, presidente
in carica del SPS, aveva telefonato al suo vice per parlare di alcuni
problemi interni di partito. In relazione al processo del cosiddetto
"Tribunale dell'Aia" egli si era limitato ad osservare di aver
preparato, congiuntamente a Momir Bulatovic (ex-presidente del
Montenegro) che si apprestava a comparire in veste di testimone della
difesa, una documentazione che "avrebbe costituito per il tribunale il
colpo sin qui più duro che mai gli sia stato assestato".

Ma così non è stato. Nel corso di quella stessa notte quello che per
lunghi anni fu presidente della Serbia e della Jugoslavia è deceduto
nella sua cella. La notizia è stata accolta con costernazione da
amici e sostenitori, mentre i suoi avversari all'Aia e nelle metropoli
della NATO, dopo le prime ipocrite reazioni di sorpresa, hanno ripreso
a cantare le sperimentate litanie contro "il mostro di Belgrado". Non
gli hanno mai perdonato di esser stato l'ultimo governo in Europa a
non voler ammainare la bandiera rossa, per aver difeso ad oltranza il
diritto all'esistenza dello stato jugoslavo federato e multinazionale,
e per aver dato sino all'ultimo del filo da torcere alla Banca
Mondiale, al Fondo Monetario Internazionale ed alla NATO. Questa era
ed è rimasta la ragione che spiega l'odio profondo di questi signori.
I loro canali d'informazione hanno ripetuto con convinzione
esattamente quelle stesse menzogne che l'accusato aveva smontato in
modo più che convincente, e cioè la favola del "nazionalismo
grande-serbo senza scrupoli", della "sistematica pulizia etnica", dei
"massacri" consumati in Croazia, Bosnia e Cossovo, degli stupri di massa…

Non pochi commentatori respinsero in modo sdegnato l'accusa di
omicidio che venne sollevata a Belgrado ed altrove. Ma se non di un
omicidio, di che cosa mai dovremmo parlare?

Un uomo può venir ucciso in diversi modi; può venir abbattuto a colpi
di mazza, oppure fucilato, annegato o strozzato, ma ci sono anche dei
metodi più sottili e raffinati per raggiungere lo stesso obiettivo.
Slobodan Milosevic, che già durante i criminali bombardamenti della
NATO contro il suo paese era stato posto sotto accusa dal tribunale
(illegale) internazionale dell'Aia per presunti crimini contro
l'umanità, fu arrestato per ordine della NATO dal governo di Djindjic
il 1° aprile del 2001, rinchiuso in completo isolamento nella prigione
centrale di Belgrado durante 89 giorni, trasferito successivamente e
in modo illegale all'Aia, e lì rinchiuso in una cella per quattro
anni e nove mesi. Nella la prima fase del processo, egli venne
confrontato –durante 250 giorni di dibattimento- con le dichiarazioni
dei 300 testi d'accusa citati dal pubblico ministero Carla del Ponte,
fra i quali spudoratamente brillavano i responsabili per la conduzione
della criminale campagna di guerra contro la Jugoslavia: i generali
della NATO Wesley Clark e Klaus Naumann, e fu inoltre letteralmente
sommerso con oltre un milione di pagine contenenti la trascrizione di
nastri e video. Il tribunale approfittò di ogni possibile occasione
per tiranneggiarlo: le fasi di riposo e di preparazione della sua
autodifesa vennero ristrette oltre ogni limite, si tentò di imporgli
dei difensori d'ufficio di nazionalità britannica, lo si minacciò di
vietare le visite della moglie Mira e dei familiari a lui più vicini
con l'obbiettivo di minare la sua resistenza psichica.

Malgrado questo il tribunale non è riuscito a metterlo in ginocchio.
Egli dimostrò in maniera convincente, con atteggiamento sicuro e con
cognizione di causa, punto per punto, l'inconsistenza dell'accusa e
la falsità delle testimonianze. Egli accusò con veemenza le ingerenze
della NATO, e soprattutto della Germania, tendenti a creare le
condizioni per lo scoppio di una guerra civile, il loro sostegno ai
terroristi e separatisti del Cossovo ed infine l'aggressione brutale
ed aperta da parte dell'alleanza di guerra.

Persino alcuni osservatori della NATO dovettero riconoscere che
Milosevic, da accusato, si era trasformato in accusatore; Carla del
Ponte e con lei l'intero tribunale insieme ai loro mandanti stavano
alla vigilia di una sconfitta .Influenti personalità negli USA
dichiararono che bisognava seppellire il "tribunale-Frankestein" e
mandare al diavolo la signora Carla del Ponte. Di fronte a questo
pericolo i nemici di Milosevic non esitarono a minare la sua già
precaria salute.

Già nel 2002 un cardiologo olandese di fiducia del tribunale aveva
diagnosticato una pressione estremamente alta accompagnata da danni
organici secondari e dall'allargamento dell'alveolo cardiaco sinistro.
Il suo referto affermava esplicitamente che la pressione psichica del
processo comportavano per Milosevic il rischio di ictus, di infarto ed
anche di morte.

Ma tribunale la pensava diversamente e non soltanto rifiutò di
permettere al suo medico curante di Belgrado di curarlo, ma giunse al
punto di proibirgli l'assunzione delle medicine che il medico gli
aveva prescritto. La totale mancanza di scrupoli di questi signori
viene confermata dal rifiuto di permettere al detenuto di sottoporsi
alle cure degli specialisti del centro cardiaco Bakuljew, noto a
livello internazionale...

Poco prima del decesso, egli aveva dichiarato al proprio consigliere
legale, Zdenko Tomanovic, che lo si voleva avvelenare (1).
Immediatamente Tomanovic avvertì il ministero olandese della
giustizia, la polizia e l'ambasciata russa, cui fu recapitata una
lettera autografa di Milosevic per il ministro degli esteri Lawrow.
L'autopsia ha confermato questa accusa. Il tentativo del tribunale e
dei suoi complici di insinuare il dubbio che fosse stato proprio
l'incrollabile Milosevic ad aver assunto dei medicinali che avrebbero
aumentato il rischio d'infarto dimostra soltanto di quali infami e
stupide bassezze questi signori siano capaci. Questo maldestro
tentativo completa in certo qual modo l'immagine che il tribunale
dell'Aia, ha offerto fin dall'inizio di sé e del processo penale che
i suoi mandanti gli hanno commissionato contro il presidente del paese
da loro aggredito.

Slobodan Milosevic ha avuto sino all'ultimo ragione: "non mi
piegheranno" aveva affermato recentemente. E in effetti non lo hanno
piegato, lo hanno soltanto portato alla morte.


(Ralph Hartmann è stato ambasciatore della DDR a Belgrado)

(1) Nota: già due anni or sono Milosevic aveva denunciato al
tribunale di aver casualmente assistito, durante la distribuzione del
cibo, ad un frettoloso cambio della pietanza che gli era stata in un
primo tempo servita con un'altra, apparentemente del tutto uguale alla
prima.

(Il tribunale reagì a questa denuncia con sovrana indifferenza)

(a cura di G. Zambon)


=== 2 ===


14 Marzo 2006

Dichiarazione del PC Cileno

A fronte dell'improvvisa scomparsa di Slobodan Milosevic in stato di
detenzione, il Partito Comunista Cileno esprime le sue condoglianze
alla famiglia e ai suoi compagni di lotta.
Slobodan Milosevic, al di là di quanto possano essere state giuste le
sue azioni di governo, resistette contro la distruzione della vecchia
Yugoslavia condotta dalla NATO, resistette alla volontà dei poteri
imperialistici di USA ed Unione Europea.
In quella guerra crudele, destinata a ripristinare le vecchie
influenze imperialistiche sui Balcani, sono state impegate tutte le
risorse a diposizione. I numerosissimi "errori" commessi contro la
popolazione civile dell'ex Yugoslavia., che arrivarono perfino a
colpire i centri diplomatici di paesi che respingevano l'aggressione,
rimasero impuniti. Ma Milosevic è stato rapito e portato a giudizio.
Senza dubbio la sua morte era desiderio di chi era stato incaricato di
demonizzarlo attraverso un processo mediatico in cui l'accusato seppe
assumere gagliardamente la propria difesa.
Rinnoviamo le nostre più vive condoglianze alla sua famiglia e ai suoi
cari, e speriamo che si faccia una totale chiarezza circa le
condizioni in cui si è verificato il suo decesso in prigione.

fonte www.solidnet.org
dal Partito Comunista Cileno
http://www.pcchile.cl/ , mailto:cripcch@...

traduzione dallo spagnolo del Ccdp
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c15.htm
www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 15-03-06

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Consiglio Mondiale della Pace

Dichiarazione sulla morte del Presidente Slobodan Milosevic

13 marzo 2006

Il Consiglio Mondiale della Pace esprime il più sincero cordoglio per
la morte dell'ex presidente della Jugoslavia, Slobodan Milosevic che è
stato incarcerato dal cosiddetto Tribunale Criminale Internazionale
per la Jugoslavia (ICTY) dell'Aja, una "corte" completamente
controllata e pagata dagli USA e dalla NATO. L'ICTY, un'idea dell'ex
segretaria di Stato degli USA, Madeleine Albright, e dei suoi alleati
europei, fu installato unicamente per una ragione: giustificare e
legittimare i 78 giorni di bombardamento della Jugoslavia nel 1999. I
leader e i politici che hanno resistito ai loro piani, per non essere
stati complici devono pagare con la vita, come è successo ora con
Milosevic.
I "conquistatori" della Jugoslavia in passato unita, dopo aver
disgregato il paese, causando guerre e distruzioni, bombardamenti di
civili e imposizione di protettorati, hanno voluto lavarsi le mani
all'Aja. L'umanità, i popoli del mondo amanti della pace non possono
dimenticare e non dimenticheranno i crimini imperialisti in Jugoslavia.
Il Consiglio Mondiale della Pace esprime il suo profondo rispetto per
il comportamento coraggioso di Slobodan Milosevic, che ha rifiutato di
accettare i ricatti sia prima che dopo l'aggressione al suo paese. Le
nostre più sincere condoglianze alla sua famiglia e al suo partito.

Il Segretariato del Consiglio Mondiale della Pace
13 marzo 2006

fonte http://www.solidnet.org
da http://www.wpc-in.org/ , mailto:info@...
Traduzione a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c14.htm
www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 14-03-06


=== 3 ===


http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c13.htm

www.resistenze.org - popoli resistenti - serbia - 13-03-06


Presidente Slobodan Milosevic , Ad Memoriam


Slobodan Milosevic era nato il 20 agosto 1941 a Pozarevac, Serbia.
Laureato in Legge all'università di Belgrado nel 1964.
Fu prima militante e poi dirigente della Lega dei Comunisti della
Jugoslavia e poi del Partito Socialista di Serbia, di cui fu tra i
fondatori.
A partire dagli anni ottanta era considerato uno dei migliori e più
capaci amministratori e funzionario dello Stato della Repubblica
Federale Socialista di Jugoslavia.
Nell'Aprile 1984 fu nominato Segretario della Federazione di Belgrado
della Lega dei Comunisti; dal Maggio 1986 al Maggio 1989 fu presidente
del Comitato Centrale della Lega dei Comunisti e al primo Congresso
del Partito Socialista di Serbia nel Luglio 1990 venne eletto
Presidente del Partito, che era nato dall'unificazione della Lega dei
Comunisti e dall'Unione degli operai e dei socialisti della Serbia.

Nel Maggio 1989 fu eletto Presidente della Repubblica di Serbia.
Alle prime elezioni multipartitiche in Serbia, avvenute nel Dicembre
1990, Milosevic venne nuovamente eletto Presidente della Serbia.
Dal 23 Luglio 1997 all'Ottobre 2000, egli fu il Presidente della
Repubblica Federale di Jugoslavia e membro del Consiglio Supremo della
Difesa della RFJ.
Il suo impegno ed attività sono sempre stati indirizzati alla
conservazione e difesa della Jugoslavia e dei suoi più importanti
interessi nazionali e di stato, nell'interesse del suo popolo. Sotto
la sua direzione, molte importanti riforme economiche e democratiche
sono state approvate in Serbia e in Jugoslavia, cercando di difendere
gli aspetti sociali legati ai lavoratori, al popolo, la libertà e
l'indipendenza del paese.

Il Presidente Milosevic ha sempre svolto un ruolo fondamentale di
pilastro per la pace e stabilità della regione. Egli dette il più
importante e cruciale contributo a tutti gli sforzi per il
ristabilimento della pace e della stabilità nella nostra area, come
dimostrato dagli Accordi di pace di Dayton e Parigi.
Con il mandato del governo federale jugoslavo, egli fu a capo della
delegazione jugoslava composta da tre membri provenienti dalla
Jugoslavia e tre dalla Repubblica Serba di Bosnia, che andò alle
trattative di pace di Dayton in USA nel Novembre 1995. In questa veste
fu tra i protagonisti decisivi per intavolare le trattative per la
cessazione della guerra in Bosnia e impostare gli accordi di pace, che
furono poi firmati a Parigi in Francia, il 14 Dicembre 1995, che
sancirono la fine delle ostilità e delle violenze in Bosnia Erzegovina.

Il Presidente Milosevic ha fortemente lavorato nel cercare
continuamente soluzioni di pace al problema del Kosovo Metohija. Ma
nel 1999 il governo di unità nazionale da lui guidato non potè
accettare l'occupazione della Repubblica Federale di Jugoslavia, come
fu cercato di imporre attraverso i cosiddetti accordi di Rambouillet.

Egli ha guidato la resistenza del popolo serbo e jugoslavo, contro
l'aggressione della NATO che ha rappresentato una chiara violazione
del Diritto Internazionale e un crimine contro la pace.
Nel Marzo 2001 fu arrestato a Belgrado per una serie gravi di accuse,
dall'abuso di ufficio, alla corruzione, a omicidi, stragi,
concussioni... e altro ancora, il collegio difensivo in vista della
scadenza della carcerazione preventiva di 90 giorni e avendo
dimostrato l'assoluta mancanza di prove e di testimoni attendibili,
chiese la domanda di scarcerazione del Presidente entro il 30 Giugno
2001, come previsto dai Codici giuridici e costituzionali.

Il 28 Giugno in una escalation di pressioni e ricatti esterni verso
il nuovo governo serbo, come comprovato da pubblici documenti,
Slobodan Milosevic venne letteralmente rapito dal carcere di Belgrado
e con un blitz di agenti speciali ancora oggi non identificati, con un
atto di violazione e umiliazione arrogante sia della Costituzione
della Jugoslavia e della Serbia, che delle loro leggi di stato e della
sovranità di un paese indipendente.

Venne trasferito prima in una Base militare USA in Bosnia e poi da lì
immediatamente portato al Tribunale dell'Aja in Olanda.
Egli fu rapito il giorno di San Vito (Vidovdan), giorno di festa più
grande e importante del popolo serbo, in modo da causare una
umiliazione nazionale che mai era successa nella storia della
Jugoslavia e della Serbia e che mai sarà dimenticata.

Da quel giorno per il Presidente è cominciata l'ultima sua battaglia,
come disse in una dichiarazione in aula : " ...Non sono qui davanti ad
un Tribunale illegittimo e illegale, che non riconosco, per difendere
Slobodan Milosevic, ma solo per difendere la Jugoslavia e la dignità
del popolo serbo, e con essi la verità e la giustizia dei popoli,
contro l'arroganza e l'arbitrio dei potenti della terra, che hanno
devastato e distrutto il mio paese, e umiliato il mio popolo...".

Una battaglia legale, storica e politica a difesa della dignità e
delle ragioni del suo popolo e del suo paese durata incessantemente e
instancabilmente per quasi cinque anni. Da quel momento egli ha
dedicato tutte le sue forze, le sue competenze, le sue capacità in una
sistematica e precisa demolizione di tutti gli impianti accusatori e
delle falsità storiche a questi collaterali, che erano insiti nelle
milioni di pagine accusatorie e centinaia di testimoni d'accusa,
rivelatisi nella maggior parte dei casi inattendibili o addirittura
falsi, come documentato nei materiali relativi alle udienze del processo.

Nonostante pressanti appelli dei suoi avvocati e dei medici che lo
seguivano, che richiedevano cure adeguate stante le sue pessime
condizioni di salute, proprio l'arroganza e il disprezzo della vita
umana di questo Tribunale inventato, finanziato e sostenuto dalla Nato
e dai governi occidentali complici, hanno assassinato Slobodan
Milosevic, impedendogli un elementare diritto umano e civile, che è
quello di essere curati per potersi difendere. Su questi nuovi barbari
dei tempi moderni, resterà l'onta di una sconfitta totale, da un lato
giuridica, visto che dopo quasi cinque anni non erano riusciti a
dimostrare una sola accusa attendibile e provata; dall'altro un'onta
morale avendo dimostrato con i propri atti di essere solamente uno
strumento coercitivo nelle mani di pochi paesi ricchi e potenti
dell'occidente, che impongono, decretano e sentenziano sui destini dei
quattro quinti dell'umanità.

Il Presidente del Partito Socialista della Serbia, Slobodan Milosevic
è morto nella notte dell'11 Marzo 2006, in una cella del carcere di
Scheveningen, L'Aja in Olanda, per infarto conseguente
all'impossibilità di ricevere cure adeguate; al momento ci sono
dettagli da accertare, relativi ad una sua denuncia al governo russo,
inviata il giorno prima del decesso, circa un tentativo di
avvelenamento, attraverso farmaci, per le sue condizioni, letali;
medici serbi e periti inviati dal governo russo stanno in queste ore
cercando di verificare anche questo.

Lascia, dopo 48 anni vissuti fianco a fianco, la moglie Mira Markovic
e due figli.
Egli è morto lontano dalla sua terra, dal suo paese, dai suoi affetti
più cari, dal suo popolo, che solo fino a poche ore prima, aveva
ancora fermamente e orgogliosamente difeso dalle menzogne e falsità
dei padroni del mondo.
Egli resterà come un simbolo storico del suo popolo, un simbolo di
difesa della libertà, della verità, della giustizia, del socialismo
serbo e jugoslavo; di difesa dell'indipendenza e dignità nazionali,
della resistenza dei popoli all'arroganza e al nuovo fascismo
dell'imperialismo.

Un simbolo di onore e dignità, di cui ogni serbo e ogni jugoslavo di
oggi e delle future generazioni potrà sempre essere fiero, potendo
guardare chiunque negli occhi con orgoglio, e a testa alta di fronte
al mondo ed alla storia.
Cercavano e avrebbero voluto un uomo implorante, supino, arreso e
vinto, avrebbero voluto un mercante pronto a barattare la propria vita
e la propria storia per una manciata di dollari o euro, o un brandello
di futuro. Ma si sono trovati davanti un gigante, un patriota e un
combattente fiero e in piedi di fronte a loro, che li ha fronteggiati
senza tregua e timori... e hanno perso, loro.

Addio Presidente Slobodan Milosevic, ti rendiamo onore e ti
ricorderemo sempre.
Nessuno dimentica, Nulla sarà dimenticato.
Smrt Fazismu, Sloboda Narodu. Morte al fascismo, Libertà al popolo.


A cura di Enrico Vigna, portavoce del Forum di Belgrado, Italia.
Marzo 2006






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IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA
Il j'accuse di Slobodan Milosevic
di fronte al "Tribunale ad hoc" dell'Aia"
(Ed. Zambon 2005, 10 euro)

Tutte le informazioni sul libro, appena uscito, alle pagine:
http://www.pasti.org/autodif.html
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/204

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ICDSM - Sezione Italiana
c/o GAMADI, Via L. Da Vinci 27 -- 00043 Ciampino (Roma)
tel/fax +39-06-7915200 -- email: icdsm-italia @ libero.it
http://www.pasti.org/linkmilo.html
*** Conto Corrente Postale numero 86557006, intestato ad
Adolfo Amoroso, ROMA, causale: DIFESA MILOSEVIC ***
LE TRASCRIZIONI "UFFICIALI" DEL "PROCESSO" SI TROVANO AI SITI:
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)

IL BUE CHE DICE CORNUTO ALL'ASINO


Hasim Thaci - terrorista UCK con il nome di battaglia "il Serpente" -
accusa il "governo kosovaro" di Agim Ceku - che guidò le truppe
ustascia nello sterminio della popolazione serba della Sacca di Medak
nel 1993 - di essere formato da criminali... Nel frattempo, sia il
Serpente che Ceku sono stati "assolti" dall'Interpol, e godono di
totale libertà di azione ed iniziativa politica, così come Ramush
Haradinaj, il leader del partito di Ceku AAK, il quale, benchè
incriminato dal "Tribunale ad hoc", è libero e giocondo ed ha potuto
riprendere l'attività politica (vedi IWPR'S TRIBUNAL UPDATE No. 443
Part 2, March 10, 2006).


Hasim Taqi «Sì, siamo criminali»

Accusa pesante Il leader kosovaro contro il premier Ceku: «Il governo
di Pristina non può che commettere crimini»

T. D. F. su Il Manifesto del 2-4-2006

Hasim Taqi, ora leader dell'opposizione albanese in Kosovo, ha
accusato inquesti giorni il governo di Pristina di corruzione e di
coinvolgimento in attività del crimine organizzato, proprio mentre
fervono le trattative per definire lo status finale della provincia.
Taqi, a capo del Partito Democratico del Kosovo ed ex comandante
dell'Uck, l'Esercito di Liberazione del Kosovo, ha dichiarato ai media
locali che il governo di Pristina rappresenta «una vergogna per i
cittadini del Kosovo». La regione, la cui maggioranza albanese chiede
l'indipendenza, è sotto controllo della Nato e della missione Unmik-
Onu dalla fine della guerra «umanitaria» dell'Alleanza atlantica
quando, con la pace di Kumanovo del giugno 1999, si stabilì che dopo 5
anni la regione sarebbe tornata sotto il controllo di Belgrado. Ora la
comunità internazionale, dimentica del trattato diventato risoluzione
1244 del Consiglio di sicurezza, vuole avviare il Kosovo
all'indipendenza che ha, di fatto, già favorito in questi sei anni che
sono stati feroci per la minoranza serba contro la quale si è
scatenata una sanguinosa contropulizia etnica con migliaia di vittime.
Il premier serbo Vojslav Kostunica, a Roma in questi giorni per il
vertice del Ppe, pur chiedendo un compromesso sull'idea di un
«autogoverno per il Kosovo», ha ribadito che tutti i serbi considerano
la regione culla della loro storia e ha denunciato l'illegalità
diffusa e la mancanza di ogni diritto elementare per i pochi serbi
rimasti. Al momento sono in corso intense trattative per stabilire
l'assetto definitivo del Kosovo - inclusa la riorganizzazione
municipale, che dovrebbe garantire maggiore autonomia alle minoranze
non albanesi locali. Taqi, che è a capo della delegazione albanese che
partecipa ai colloqui di Vienna, è incriminato a Belgrado per stragi e
crimini di guerra. Appare così quasi paradossale che sia proprio lui
ad affermato che il governo che rappresenta non abbia fatto abbastanza
per convincere a tornare a casa i circa 200 mila serbi che dal 1999
hanno lasciato la regione nel terrore. La comunità internazionale ha
chiesto alle autorità kosovare di conformarsi agli standard
internazionali in materia di democrazia e diritti umani prima di
definire lo status finale dell'area. Secondo Taqi, tuttavia, «questo
governo non può adempiere a nient'altro che al crimine». L'esponente
albanese ha quasi lanciato un messaggio di chi «la sa lunga», senza
scendere nei dettagli - come ha fatto invece due mesi fa un lungo
rapporto della Kfor-Nato che ha denunciato la crescita spaventosa del
crimine organizzato e dei traffici illegali - tuttavia appare evidente
il riferimento al crimine organizzato e ai traffici di droga e
persone, un fenomeno dilagante in Kosovo, così pericoloso che molti
commentatori internazionali parlano, nell'eventualità sciagurata
dell'indipendenza, della nascita di un «narcostato» nel sud est europeo.
Nell'ultimo anno, il Kosovo ha cambiato tre primi ministri - uno,
Ramush Haradinaj, è accusato all'Aja di crimini di guerra commessi
contro civili rom e serbi ancora nel 1998. Da due settimane è primo
ministro l'ex generale dell'Uck Agim Ceku. «Questo esecutivo ha
inglobato tutto il peggio», ha dichiarato Taqi, riponendo tuttavia
grande speranza in alcune «forze politiche e nella società civile, in
grado di soddisfare le aspettative». Belgrado si oppone
all'indipendenza del Kosovo e considera Taqi e l'attuale premier Agim
Ceku dei criminali. Ma l'Interpol, che pure denuncia la crescita del
crimine nella regione, ha recentemente ritirato i mandato d'arresto
contro Ceku e Taqi emessi dalla Serbia.

RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC

Viaggio del 23-26 marzo 2006

(resoconto di viaggio a cura di Gilberto Vlaic del gruppo ZASTAVA
Trieste)

Questa relazione e' suddivisa come al solito in sette parti ed e'
preceduta da un breve resoconto del viaggio compiuto a febbraio scorso
dai delegati della Zastava in Friuli-VG e Veneto.

1) Introduzione
2) Altri due camion di aiuti
3) Delegazione in visita e materiale trasportato
4) Cronaca del viaggio
5) I progetti in corso e le possibilita' future
6) Informazioni generali sulla Serbia e sulla Zastava (il progetto con
la FIAT)
7) Conclusioni


Resoconto del viaggio di febbraio 2006 dei delegati Zastava in
Friuli-VG e Veneto

La delegazione di Kragujevac giunta in Italia era composta da
Radoslav Delic Segretario del Samostanli Sindikat della Zastava
Rajko Blagojevic Vice-Segretario dello stesso sindacato
Bojana Tosic dell'ufficio internazionale adozioni del Sindacato Samostalni
Il 17 mattina abbiamo incontrato il Sindaco ed il Vicesindaco di San
Dorligo della Valle, comune a maggioranza slovena nell'hinterland
triestino. Era presente anche la Console di Serbia e Montenegro di
Trieste. La popolazione del comune aveva effettuato, durante le feste
di fine anno 2005, una ingente raccolta di aiuti a favore dei
lavoratori Zastava, che si aggiunge alle molteplici azioni di
solidarieta' gia' avviate da lungo tempo. Si e' discusso, come
prossimo progetto, di avere ospite nella prossima estate un gruppo
folk di una scuola di Kragujevac. La municipalita' offrirebbe
l'ospitalita' e i contatti con altre realta' territoriali in modo da
poter effettuare tre spettacoli nel giro di una settimana circa.
Il pomeriggio del 17 siamo stati ospiti della giunta municipale di San
Giorgio di Nogaro. Assemblea molto affollata, sindaco con fascia
tricolore. Anche in questa occasione era presente la Console di Serbia
e Montenegro.
Il sabato abbiamo partecipato in qualita' di relatori al seminario
regionale "I sostegni a distanza: un'occasione di solidarietà per lo
sviluppo" organizzato dal C.R.E.L.P. FVG – Coordinamento Enti Locali
Per la Pace del Friuli Venezia Giulia, dove erano presenti piu' di
venti associazioni regionali.
In serata abbiamo incontrato a Fiumicello molti adottanti della bassa
friulana, in una assemblea pubblica organizzata dal locale circolo del
PRC.
Domenica 19 al mattino abbiamo avuto una riunione con il direttivo
della Cooperazione Odontoiatrica Internazionale, per discutere
l'evoluzione dei progetti congiunti che portiamo avanti da un anno
presso il Centro Medico della Zastava.
Lunedi 20 al mattino siamo stati ospiti della Segreteria della CGIL e
della FIOM di Trieste, dove abbiamo illustrato la situazione sociale
ed occupazionale di Kragujevac. Ci e' stato promesso un contributo
economico per lo sviluppo dei nostri progetti.
La sera presso la Casa del Popolo Canciani di Trieste proiezioni di
filmati sulla realta' di Kragujevac e dibattito. A seguire una cena
di solidarieta'. Moltissimi gli adottanti triestini presenti. La
serata era stata organizzata dalla federazione triestina del PRC e dai
circoli Primo Maggio e Gramsci.
I due giorni successivi sono stati dedicati al Veneto con due
affollate assemblee pubbliche presso il centro sociale Messina di
Santa Lucia di Piave (Treviso) e il centro popolare Gramigna di
Padova. Anche in questi due incontri erano presenti numerosi adottanti
della zona.

Il bilancio di questa settimana e' senz'altro positivo: altre
centinaia di persone sono venute a conoscenza di questa realta'e si
sono rafforzati i legami di amicizia e di solidarieta'. Oltre a porre
le basi per nuovi probabili progetti da sviluppare in futuro, sono
stati attivati 6 nuovi affidi a distanza.


1 - Introduzione

Vi invio la relazione del viaggio appena concluso alla Zastava di
Kragujevac per la consegna delle adozioni a distanza che fanno capo
alla ONLUS Non Bombe ma solo Caramelle (Gruppo Zastava di Trieste e
sezione del Veneto) e al Coordinamento Nazionale RSU CGIL e per la
verifica dei progetti in corso a Kragujevac.

Tutti i resoconti dei nostri viaggi sono reperibili su diversi siti,
tra i quali - il sito del coordinamento RSU, all'indirizzo:
http://www.ecn.org/coord.rsu/
seguendo il link: Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.ecn.org/coord.rsu/guerra.htm
dove sono anche descritte in dettaglio tutte le iniziative in corso,
sia nostre che di altre organizzazioni.
L'ultima relazione relativa al nostro viaggio di dicembre 2005 si
trova all'indirizzo
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_1227_zastava_rel.htm
e poi in ordine cronologico potete trovare tutte le altre.
I nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages
che contiene inoltre centinaia di articoli sulla situazione nei
Balcani difficilmente reperibili sulla stampa nazionale.


2 - Altri due camion di aiuti

Durante il 2005 avevamo gia' spedito due camion di aiuti (dettagli
nelle relazioni di settembre e dicembre 2005).
Altri due camion sono stati inviati a gennaio e a marzo 2006. Il
prossimo partira' ad aprile.

Il carico di gennaio era costituito da 126 scatoloni contenenti
vestiario invernale usato, scarpe e giocattoli. 74 scatoloni erano
destinati al Sindacato Samostanli della Zastava e gli altri 52 erano
inviati alla associazione Decja Istina (La verita' dei bambini) di
Belgado diretta da Gordana Pavlovic. Avevamo incontrato Gordana a
dicembre durante il nostro viaggio di ritorno e le avevamo promesso
questi aiuti per l'orfanotrofio Svecanska e per due campi profughi
(dalla Krajna e dal Kosovo) che lei segue a Belgrado.

Il secondo camion e' partito ai primi di marzo e conteneva
1 personal computer completo di stampante
3 biciclette
198 scatoloni di vestiario, scarpe, biancheria per casa e letto,
giocattoli, pannoloni per adulti, ciucci per neonati.
85 pacchi erano destinati a Belgrado e 113 a Kragujevac

Le due spedizioni sono state effettuate in collaborazione con
Fondazione Luchetta, Ota, D'Angelo Hrovatin di Trieste
Associazione di Solidarieta' Internazionale Triestina
Le spese per queste spedizioni sono state rispettivamente di 490 euro
e di 630 euro. Non sappiamo ancora l'entita' dell'IVA che verra'
richiesta in Serbia.

In ultimo un doveroso ringraziamento alle volontarie e i volontari che
hanno preparato la spedizione in condizioni spesso difficili (la
maggior parte dei pacchi spediti a marzo e' stata confezionata in
Porto Vecchio, sotto una tettoia all'aria aperta durante il mese di
febbraio...).


3 - Delegazione in visita e materiale trasportato

Ricordo prima di tutto che le spese di viaggio sono sempre
direttamente sostenute dai partecipanti, senza alcuno storno dai fondi
ricevuti per le quote di adozione a distanza da distribuire. Per
questo viaggio sono stati spesi 1105 euro, comprensivi di tutto
(carburante, pasti e pernottamenti).
La delegazione che ha effettuato il viaggio era costituita da Claudia,
Donatella, Gilberto, Giuliano e Linda da Trieste, Tino da Pavia,
Maurizio e Riccardo da Brescia, questi ultimi in rappresentanza
dell'Associazione Zastava Brescia per la solidarieta' internazionale,
con la quale abbiamo gia' realizzato alcuni progetti a Kragujevac;
erano con noi per poter verificare i possibili nuovi progetti.
Per il viaggio abbiamo utilizzato un pulmino fornitoci gratuitamente
dalla Associazione di Solidarieta' Internazionale Triestina.

Avevamo con noi medicinali per circa 7000 euro, e inoltre 25 scatole
di fitostimoline (regalate dalla Fondazione Luchetta) per Lazar e
Vasilje, i due fratelli di sette e tre anni, malati di epidermiolisi
bollosa che sosteniamo da marzo 2004. Dall'Ospedale Sant'Orsola di
Bologna ci erano inoltre giunti i medicinali per Suzana, la ragazza
che l'anno scorso venne in Italia per essere operata, purtroppo senza
successo.

Le adozioni da distribuire erano 173, di cui 5 nuove, per un valore
complessivo di 15320 euro, per la maggior parte in quote trimestrali
da 75 euro o da 85 euro (quando si tratta di quarto trimestre).
Avevamo anche da distribuire 1030 euro provenienti da altre
associazioni (ANPI Varese, ALJ Bologna e Most Za Beograd di Bari).
Sono state caricate nel furgone anche 17 scatole di regali per alcune
famiglie jugoslave.


4 - Cronaca del viaggio

Siamo partiti da Trieste verso le 8 e 30 del mattino del giovedi 23
marzo e siamo arrivati a Kragujevac alle 7 di sera, senza alcun
problema durante il viaggio. Tempo buono e traffico scarso, ad
esclusione dell'attraversamento di Belgrado. Passaggio di frontiere
rapido e senza alcun problema. La lettera di invito del Sindacato ci
ha facilitato molto l'ingresso e l'uscita dalla Serbia e ci ha evitato
una salata multa per eccesso di velocita' proprio all'uscita da
Kragujevac durante il viaggio di ritorno.
Dopo lo scarico del furgone, abbiamo verificato le liste delle
adozioni e preparato le buste con il denaro per l'assemblea che
abbiamo tenuto la mattina del sabato 25.

Tutti gli incontri che abbiamo avuto nei due giorni della nostra
permanenza a Kragujevac si sono svolti in un clima di forte
emotivita'. Il 24 marzo cadeva infatti il settimo anniversario dei
bombardamenti e tutti hanno ricordato (spesso tra le lacrime) le prime
bombe cadute sulla citta' verso le otto di sera.
Mi limito adesso a descriverli sommariamente.
Nel prossimo paragrafo illustrero' in dettaglio tutti i contenuti
degli incontri svolti.

Venerdi 24 al mattino come primo appuntamento abbiamo incontrato il
vice-preside ed alcuni insegnanti della Scuola Tecnica Za Masinstovo I
Saobracaj, presso la quale abbiamo gia' un progetto in corso.
All'uscita dalla Scuola, che si trova a fianco della sede del
Sindacato, abbiamo salutato la delegazione di lavoratori Zastava che
con un pullman stava recandosi a Smederevo, dove e' situata una grande
acciaieria che e' stata acquistata anni fa dalla US STEEL. Sono in
corso scioperi per il salario e questa delegazione andava a portare la
solidarieta' dei lavoratori di Kragujevac. E' stato un grande piacere
salire sul pullman e donare una bandiera della pace bilingue.
Successivamente ci siamo recati al Centro medico della Zastava, dove
abbiamo incontrato la Direttrice ed il personale del reparto
stomatologico e consegnato i medicinali che avevamo con noi; saranno
come sempre distribuiti gratuitamente agli utenti del Centro.
La mattina si e' conclusa presso il centro di accoglienza per ragazzi
Down.

Nel pomeriggio, su loro richiesta, abbiamo visitato la seconda Scuola
Tecnica di Kragujevac.
Ci siamo poi recati al Parco della Rimembranza di Kragujevac, dove il
21 ottobre 1941 furono sterminate per rappresaglia dai nazisti 7300
persone, tra le quali 2500 operai della Zastava e gli studenti del
locale liceo, insieme ai loro professori. Molti monumenti costruiti
con pietre provenienti dalle varie Repubbliche che costituivano la
Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia ricordano quell'eccidio.

Sabato 25 al mattino si e' svolta l'assemblea per la consegna delle
quote di affido, nella grande sala della direzione. L'atmosfera,
benche' come al solito festosa, era inevitabilmente segnata dal
ricordo delle bombe che hanno distrutto il futuro dei lavoratori e dei
ragazzi che avevamo di fronte. Come al solito abbiamo ricevuto una
grande quantita' di bottiglie di rakja fatta in casa, di marmellate,
di miele, di prodotti tessili, doni delle famiglie jugoslave ai loro
amici italiani.

Visti i tanti impegni, abbiamo dovuto limitare a due le visite alle
famiglie con figli adottati dai membri della delegazione. Siamo stati
ospiti a pranzo da una di queste famiglie. E' stata un'esperienza
fuori dal comune, anche per chi ha gia' visitato tante famiglie.
Vivono in campagna, quattro generazioni sotto lo stesso tetto: una
bisnonna, due nonni, padre (in cassa integrazione), madre e due
figlie. Queste ragazze partono alle cinque e mezzo il mattino per
poter andare a scuola.
Dopo un pranzo eccellente, musica e balli per mezzo pomeriggio.
La sera a cena abbiamo incontrato i rappresentanti di una associazione
di genitori che si occupa di attivita' extrascolastiche per alcune
centinaia di bambini da 3 a 10 anni.

Il lunedi', durante il viaggio di ritorno, a Belgrado abbiamo
attraversato il viale delle ambasciate, che ospita tutta una serie di
edifici pubblici completamente distrutti dai bombardamenti del 1999, e
poi visitato il parco di Tasmajdan, dove sorgono due monumenti
simbolo: quello ai giornalisti morti nel bombardamento della sede
della televisione e quello, struggente, dedicato ai bambini uccisi
dalle bombe della NATO, che sue due semplicissimi ovali in marmo nero
riporta in Serbo e in Inglese la scritta "Eravamo solo bambini".
Su questi due monumenti abbiamo depositato i fiori ricevuti durante
l'assemblea.


5 - I progetti in corso e di possibile realizzazione

Visto che periodicamente riceviamo sottoscrizioni significative non
legate alle adozioni, era stata presa la decisione di finanziare
progetti che vadano incontro a reali bisogni sociali, possibilmente
unendo i nostri sforzi a quelli di altre associazioni. A questo
proposito si conferma la collaborazione gia' in atto da tempo con
l'associazione Zastava Brescia.
L'associazione di Roma ABC, Solidarieta' e Pace ci ha scritto
dichiarando il suo interesse a partecipare insieme a noi a uno o piu'
progetti, qualora rientrino nella loro sfera di interventi. Questa
associazione ha piu' di 500 affidi a distanza attivati in tutta la
Serbia, dei quali circa 200 a Kragujevac.
Questi sono gli indirizzi dei siti delle due associazioni:
http://digilander.libero.it/zastavabrescia
http://www.abconlus.it

A) Collaborazione con il presidio sanitario della Zastava.

Trovate una descrizione assai articolata di questo progetto nelle
relazioni dei viaggi di marzo, luglio, settembre e dicembre 2005,
reperibili agli indirizzi
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0328_zastava_rel.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0709_zastava_relazione.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0926_zastava.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_1227_zastava_rel.htm
Esso e' stato avviato con il COI (Cooperazione Odontoiatrica
Internazionale).

Ricordo che la Zastava possiede un centro medico (Zavod Za Zdravsvenu
Zastitu Radnika) di ragguardevoli dimensioni: vi lavorano 326 persone,
due terzi dei quali operatori sanitari (piu' di 60 sono i medici) ed
un terzo di amministrativi. 224 lavoratori sono iscritti al sindacato
Samostanli. Il suo bacino di utenza e' rappresentato attualmente da
circa 50.000 lavoratori e da circa 7.000 pensionati.
In questo centro si effettuano ogni anno circa 1 milione di
prestazioni sanitarie di cui 65.000 nel campo dentistico. Nel reparto
dentistico lavorano 25 persone, tra cui sette medici dentisti.
Il problema del presidio sanitario e' che la strumentazione in uso ha
un'eta' media di piu' di 20 anni, ed e' quindi fortemente inadeguata.
Le due poltrone dentistiche fornite a luglio scorso sono in piena
attivita', cosi' come le attrezzature accessorie, ad eccezione del
tubo radiologico per il quale si attendono le autorizzazioni del
ministero dell'ambiente.
Solo un esempio: nel periodo ottobre-dicembre 2004, sono state
effettuate 7064 prestazioni in odontoiatria, mentre nello stesso
periodo del 2005, grazie alle nuove attrezzature, il numero è salito
a 8921.

Per quanto riguarda i nostri interventi a favore del presidio
sanitario la Regione Friuli-Venezia Giulia aveva approvato a novembre
2005 un nostro progetto, relativo alla prevenzione e cura
stomatologica nell'infanzia e ci ha erogato un finanziamento di 17400
euro per il 2006.
La peculiare situazione demografica dell'area, che vede la Serbia
caratterizzarsi come una delle nazioni più anziane del pianeta, ha
posto con evidenza anche il problema dell'assistenza sanitaria alla
popolazione di età elevata (oltre 65), non meno bisognosa di
attenzione in presenza delle precarie condizioni di salute e di
reddito: non bisogna dimenticare che, nella precaria situazione
economica della Serbia odierna, caratterizzata da un Pil pro capite di
2000 € (il più basso d'Europa) e da un rapporto lavoratori /
pensionati pari a 1,12, gli ultrasessantacinquenni rappresentano una
categoria particolarmente vulnerabile, per la mancanza di un reddito
che garantisca almeno la sussistenza e per le più precarie condizioni
di salute tipiche dell'età.
In questo senso abbiamo presentato a marzo 2006 un nuovo progetto alla
Regione FVG.
Gli assi principali del progetto sono la formazione, l'epidemiologia e
la fornitura di apparecchiature per la fabbricazione di protesi:
Inoltre e' previsto uno studio dentistico mobile, in modo da poter
curare a domicilio anche i non autosufficienti.
Il progetto prevede una spesa complessiva di 70.000 euro, di cui
42.000 di finanziamento regionale, ed il resto da suddividere tra
tutte le organizzazioni coinvolte (la nostra, il COI, il sindacato, il
centro medico ed il Comune).

B) Centro di accoglienza diurno per ragazzi con sindrome Down

La realizzazione del centro e' stata finanziata da noi, con denaro
donatoci dai lavoratori della COOP Nord-Est, nel marzo dello scorso
anno e la sua inaugurazione e' avvenuta a luglio 2005. Attualmente e'
gestito da una Cooperativa sociale (Socialna Kooperativa VIVERE) con
un contratto di quattro anni. I ragazzi seguiti sono al momento 13,
con capenza massima di 15.
C'e' una limitazione non prevista alla partenza del progetto: il
Centro non sara' frequentato da ragazzi autistici, che necessitano di
un altro tipo di assistenza. Potrebbe essere questo un nuovo fronte di
intervento. Le madri dei ragazzi sono sempre presenti, e garantiscono
quindi un buon livello di controllo. La preoccupazione e' che il
numero di ragazzi Down in citta' e' decisamente piu' grande.
Il centro ormai si autosostiene; il fatto di averlo realizzato ha
permesso di sviluppare nuovi progetti per laboratori; sono state
donate da una Onlus americana due macchine da cucire ed una macchina
macchina per tessitura computerizzate. Inoltre sono presenti ora
quattro computers.

C) La Scuola Tecnica Za Masinstovo I Saobracaj di Kragujevac

Ricordo che si tratta di una Scuola di meccanica fondata nel 1854,
dunque pressoche' contemporanea alla fondazione della Zastava, nella
quale si e' formato il nucleo dei tecnici del Paese. Attualmente conta
piu' di 1800 studenti.
Potete trovare i dettagli relativi a questo progetto nelle relazioni
di luglio, settembre e dicembre scorsi agli indirizzi
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0709_zastava_relazione.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_0926_zastava.htm
http://www.ecn.org/coord.rsu/doc/altri2005/2005_1227_zastava_rel.htm

Il progetto prevedeva di per rimettere in sesto dei locali abbandonati
nel seminterrato della scuola da utilizzare come mensa per gli
studenti. Attualmente la sala e' completamente arredata, anche grazie
all'ultimo versamento di 1000 euro (500 da Zastava Trieste e 500 da
Zastava Brescia) consegnati a dicembre scorso e con i quali sono stati
comperati tavoli e sedie.
I quattro computers per gli studenti regalati da Zastava Brescia e
spediti lo scorso dicembre sono ora installati in una stanza della
biblioteca della Scuola e collegati alla rete.

Il Vice-Preside ci ha illustrato un progetto veramente ambizioso, che
va al di la' delle nostre possibilita', ma che cercheremo, per la sua
importanza, di aiutare in tutti i modi possibili.
La Scuola ha un sottotetto di circa 2000 metri quadrati attualmente
inutilizzato. L'ipotesi e' di ricavare 40 stanze a due e tre letti
come foresteria per gli studenti fuori sede, compresi spazi comuni di
svago e di studio. (Hanno anche pensato alle stanze per le nostre
delegazioni...)
Il preventivo di massima e' di 20 milioni di dinari (circa 230.000
euro al cambio attuale). Se il denaro fosse disponibile potrebbero
impiegare circa 2 mesi per la gara di appalto ed alcuni mesi per la
parte edilizia. Tenuto conto anche di possibili ritardi l'opera
potrebbe essere conclusa in un anno. Mancherebbero poi gli arredi.
La Scuola e' comunque determinata nel condurre avanti questo progetto,
investendovi ogni risorsa che si rendera' disponibile.
Abbiamo poi iniziato a discutere la possibilita' che il gruppo folk di
questa scuola possa venire per alcuni giorni a Trieste dintorni nella
prima meta' di luglio, secondo la richiesta della municipalita' di San
Dorligo della Valle. sarebbe una interessante opportunita' per noi di
conoscere piu' da vicino la cultura serba e una grande opportunita'
per questi ragazzi di uscire dal loro Paese. Non dobbiamo dimenticare
infatti che un ragazzo di 17-19 anni in Serbia ha passato tutta la sua
vita prima in un Paese sottoposto ad un embargo molto duro, ha subito
poi i bombardamenti e tutte le conseguenenze che ne sono derivate.

D) La PRVA Tehnicka Skola di Kragujevac

E' la seconda Scuola Tecnica della citta', la cui costruzione inizio'
il 19 ottobre del 1941. E' situata in pieno centro della citta'.
E' entrata in funzione nell'anno scolastico 1947-1948. Conta
attualmente 1500 studenti (al 90% provenienti da famigli operaie).
Ha gli indirizzi di chimica, elettrotecnica, edilizia, informatica e
scuola alberghiera. Come tutti gli edifici pubblici la manutenzione e'
molto carente per mancanza di fondi.
Il gruppo sportivo della Scuola e' a livelli di eccellenza nella
pallavolo e nella pallamano. Con l'aiuto del comune e' stata
ricostruita completamente la palestra, che era in stato di totale
abbandono. E' stata inaugurata tre giorni prima del nostro arrivo.
La spesa e' stata di circa 100.000 euro. Piu' che di una palestra si
tratta di un vero e proprio campo da pallavolo, con spazi sulle
gradinate per circa 400 persone. Tutto e' in condizioni perfette,
compresi bagni e spogliatoi. Non hanno pero' alcun attrezzo sportivo.
Ci e' stata presentata una dettagliata lista delle attrezzatute
necessarie per una spesa totale (acquistando il materiale in loco)
inferiore ai 4000 euro.
Cerchemo di venire incontro a questa richiesta, magari attraverso un
gruppo sportivo italiano che voglia gemellarsi con questa scuola.

D) Incontro con l'associazione volontaria di genitori Lokalni Tim "Put
u srecno odrastanja" (Viaggio per la crescita felice)

Si tratta di un associazione di genitori che ha cominciato la propria
attivita' il 1-4-2004.
La sera del 25 marzo abbiamo incontrato due dei loro rappresentanti;
Milena Koijc, educatrice di asilo nido
e Milos Jovanovic, giornalista televisivo.
Partendo dal fondamentale diritto dei bambini ad una infanzia felice
intendono sviluppare la creativita' infantile senza alcuna
discriminazione, accogliendo bambini da 3 a 10 anni delle piu'
svariate provenienze (compresi handicappati, sordomuti, autistici,
rom, sia provenienti da famiglie che dall'orfanotrofio locale).
Organizzano periodicamente, a seconda delle disponibilita' economiche
derivanti dalla loro autotassazione corsi e laboratori per i bambini,
una settimana per la festa degli aquiloni di ottobre (hanno fatto
volare anche una mongolfiera), poi a marzo laboratori ecologici e
infine attivita' sportive durante l'estate.
Non hanno una struttura fissa e tutti sono volontari (per esempio la
difettologa che segue i bambini con handicap lavora alla scuola
sordomuti e come volontariato fa servizio in questa organizzazione).
Usano gratuitamente le strutture pubbliche (asili nido, materne e
scuole elementari).
Come esempio i bambini coinvolti durante lo scorso ottobre sono stati
circa 2000, e la loro partecipazione e' del tutto gratuita.
Hanno bisogno di materiale come carta, stoffe, colori.
Stiamo traducendo cio' che ci hanno fornito a scopo illustrativo.
Comunque, dalle foto che ci hanno mostrato, sembrano iniziative di
indubbia validita', tenuto anche conto del difficile contesto sociale
di Kragujevac. Potremmo aiutarli in questi loro progetti con cifre
tutto sommato abbastanza modeste.


6 - Informazioni generali sulla Serbia e sulla Zastava (il progetto
con la FIAT)

Come ad ogni viaggio, abbiamo raccolto dati sulla condizione generale
del Paese e sulla citta' di Kragujevac. Riporto i piu' significativi.

Informazioni generali sulla Serbia

Il cambio attuale dinaro/euro e' salito a 88.20 (era di 84.5 a
settembre 2005 e di 86.70 a dicembre 2005).
L'inflazione annua nel 2005 e' stata di 17%.

Il numero ufficiale dei disoccupati era di circa 880.000 a settembre
2005, pari al 26.2% della popolazione potenzialmente attiva. Questo
indice e' salito a 897.790 (27.4%) a novembre 2005. E' ulteriormente
salito a 924.000 a febbraio 2006

Salari

Salario medio nel Paese a gennaio 2006 (cambio utilizzato 1 euro = 88
dinari)
Industria 20563 dinari (233 euro)
Settore servizi 25479 dinari (289 euro)
Media pesata su tutte le categorie 18345 dinari (250 euro)

Il salario medio a Kragujevac a gennaio 2006 e' stato ben piu' basso
della media nazionale
Alla Zastava (esclusi i cassaintegrati) 16600 (188 euro)
Alla Zastava (cassaintegrati) 7100 (80 euro)
A Kragujevac citta' 18767 (213 euro)

Pensioni (dati di gennaio 2006)

Il rapporto occupati/pensionati e' ora di 1.12 (era di 5 nel 1980 e di
1.21 del marzo 2004)
Numero di pensioni Valore della pensione in dinari (in euro)
4500 3392 (38)
25000 4144 (47)
37000 5328 (61)
30000 6394 (73)
...36000 7459 (85)
...50000 8527 (97)
1232000 10208 (116)

Prezzi medi di alcune merci

Prezzo medio del pane (per pezzi da 600 grammi) 20 dinari (33 dinari/Kilo)
Prezzo medio di un litro di latte 33 dinari
Prezzo di un Kilo di carne (qualita' media) 550 dinari
Prezzo medio di un litro di benzina (Euro95) 87 dinari (era 77 dinari
a dic. 2005)

Alcuni dati demografici

L'eta' media della popolazione e' di 43 anni (seconda nel mondo solo
al Giappone)
Il tasso di natalita' e' negativo.
La differenza morti – nati nel 2005 e' stata di 30.000 unita'.
Poiche' la popolazione della Serbia e' attualmente di 7.5 milioni, con
una tendenza del genere sarebbe di 4 milioni nel 2050.

Informazioni sulla Zastava

La cassa integrazione

Gli operai in cassa integrazione sono attualmente 4900; erano 5182 a
dicembre scorso.
Cio' significa che circa 300 lavoratori hanno accettato il
licenziamento definitivo con la solita indennita' di 100 euro per anno
di lavoro pregresso.
Ricordiamo che la cassa integrazione era stata introdotta nell'agosto
2001 per quattro anni per 9200 lavoratori.
Questo numero si' e' andato assottigliando nel tempo quasi
esclusivamente per il ricorso al licenziamento "volontario".
E' stata poi rinnovata per un anno (fino ad agosto 2006).
Periodicamente i lavoratori effettuano massicci scioperi con le
richieste al governo centrale di continuare a sostenere la fabbrica e
di individuare soluzioni credibili per i cassaintegrati. Un'altra
richiesta pressante riguarda la ricostruzione di una linea di
montaggio e della verniciatura, senza le quali l'accordo con la FIAT
non potra' essere realizzato.

I dati produttivi, le privatizzazioni e l'accordo con la Fiat

Sono state vendute nel 2005 13850 vetture in Serbia e Montenegro e 610
all'estero.
Il piano per il 2006 prevede la costruzione di 13500 vetture (modelli
Jugo e Florida) ed il montaggio di 7000 Zastava10 (la vecchia Punto
della Fiat) negli stabilimenti di Mirafiori.
Non era noto al momento della raccolta di questi dati il numero
complessivo di camion fabbricati; l'ultimo dato disponibile si
riferisce alla produzione fino a novembre 2005 che era stato di 360
camion.
Vi e' stata nel trimeste una nuova privatizzazione: e' stato ceduto
per 3 milioni di euro il reparto Zastava Promet, che si occupa della
vendita (350 lavoratori coinvolti).
Il totale delle privatizzazioni in tutta la citta' e' giunto a 17.
E' in atto la discussione per la vendita del reparto camion;
l'acquirente dovrebbe essere la Viator Vector slovena.
Questa cessione dovrebbe coinvolgere 1450 lavoratori; informazioni
piu' certe dovrebbero essere disponibili ad aprile.

E' iniziato a Mirafiori il montaggio delle Zastava10, che prevede la
produzione di 7000 unita' nel corso del 2006. Per iniziare pero'
l'assemblaggio a Kragujevac nel 2007 e' necessario un investimento di
15 milioni di euro, da parte del Governo centrale per la
ricostruzione di una linea di montaggio e della verniciatura.


7 - Conclusioni

Questa e' la quindicesima relazione periodica che scrivo sulla nostra
campagna di solidarieta' materiale con i lavoratori di Kragujevac.
Sono costretto a scrivere sempre le stesse conclusioni di ogni
relazione, poiche' non mi sembra di vedere spiragli di luce
significativi sul futuro di questo martoriato Paese.
Certamente la situazione non e' piu' quella del 1999, quando si moriva
letteralmente di fame, mai i lavoratori jugoslavi continuano ad essere
in condizioni di oggettiva debolezza e devono fare i conti con la
necessità di una ricostruzione post-bombardamenti che ha ormai da sei
anni assunto una chiara direttrice iper-liberista.
Lo Stato, allettato e subordinato alle promesse di aiuto occidentali,
ha lasciato al libero mercato ogni decisione. Così i prezzi aumentano,
le scuole e la sanità diventano prestazioni disponibili solo per i più
ricchi, le fabbriche, le zone industriali sono all'asta di
profittatori occidentali che comprano tutto a prezzi bassi e ponendo
condizioni di lavoro e salariali inaccettabili. Sono evidenti e
stridenti le contraddizioni tra una estrema poverta' diffusa nella
quasi totalita' della popolazione e una ricchezza esibita attraverso i
suoi tipici simboli, soprattutto le auto di lusso.

Le famiglie che aiutiamo materialmente esprimono la loro gratitudine
per questi aiuti che sono indispensabili per la loro sopravvivenza;
una delle loro grandi preoccupazioni e' di non rimanere soli,
abbandonati ed invisibili al resto del mondo.
La disperazione per un futuro sempre piu' difficile e incerto si
manifesta sempre piu' frequentemente tra i lavoratori in cassa
integrazione, specialmente tra quelli piu' anziani e soprattutto tra
le donne.
Dobbiamo continuare i nostri sforzi affinche' giunga a loro la nostra
solidarieta' e fratellanza.

---

Intervento,

a nome del gruppo ZASTAVA Trieste, dell'Associazione "Non bombe ma
solo Caramelle" –ONLUS e del coordinamento RSU-CGIL,
svolto da Gilberto Vlaic all'assemblea dei lavoratori della Zastava di
Kragujevac
il 25-3-06 in occasione della consegna delle adozioni a distanza

Carissime ragazze, carissimi ragazzi,
care lavoratrici e cari lavoratori,
care compagne e cari compagni,

vi porto il piu' caro e affettuoso saluto delle associazioni che qui
rappresentiamo:
il gruppo Zastava Trieste
l'associazione Zastava Brescia
il coordinamento delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della CGIL
l'associazione Non bombe ma solo Caramelle
e dei lavoratori e delle famiglie italiane che partecipano a questa
campagna di solidarieta' materiale e politica con voi.

In questa occasione abbiamo con noi piu' di 170 quote di adozioni, di
cui 5 nuove.

Prima di tutto vorrei dirvi che ho visto le foto del vostro grande
sciopero del 7 di marzo. Ho provato grande orgoglio e commozione nel
vedere che il nostro Sindacato e' capace di esprimere una cosi' grande
forza e una cosi' grande unita' dei lavoratori.

Questo viaggio si svolge in un periodo tristemente simbolico: sette
anni fa la NATO aggrediva la Jugoslavia; tre anni fa gli Stati Uniti
ed i loro alleati invadevano l'Iraq. Ora si parla insistentemente di
un attacco all'Iran.

Ad ognuna di queste aggressioni hanno dato nomi diversi, per cercare
di confondere i popoli; prima l'ingerenza umanitaria, poi la guerra
preventiva al terrorismo, l'esportazione della democrazia. E tutto e'
sempre frutto di terribili menzogne: dapprima si demonizza un popolo e
il suo sistema economico e sociale, i suoi dirigenti politici, per
cercare di convincere il mondo che si e' in presenza di mostri
assassini e poi si bombarda; a distanza di tempo emergeranno le
menzogne, ma ormai lo scopo e' stato raggiunto.

Tutto questo per conquistare le risorse del pianeta, o territori
strategici, per impadronirsi dei frutti del lavoro, riducendo alla
miseria e alla fame interi popoli, interi continenti.
Ma qualcosa sembra essersi inceppato nel meccanismo perverso di questa
violenza: gli Stati Uniti d'America e i loro alleati non riescono ad
uscire dal pantano in cui si sono cacciati in Iraq.

Come lavoratori dobbiamo essere assolutamente contrari a queste guerre
imperialiste, e dobbiamo opporci con tutte le nostre forze ad esse,
non solo perche' la guerra porta lutti e distruzioni, ma perche' sono
assolutamente contro i nostri interessi come classe sociale.

Noi vogliamo un mondo basato sulla dignita' dell'uomo e sulla unita' e
solidarieta' internazionale tra i lavoratori, che garantisca i a noi e
ai nostri figli un avvenire di pace, lavoro, liberta'.

E dobbiamo avere fiducia in noi stessi e nella nostra forza; solo
l'unita' dei lavoratori, al di la' di differenze lingua, paese,
religione ci permettera' di avere un mondo nuovo.

Voglio dirvi qualcosa sul mio Paese. Fra due settimane avremo le
elezioni politiche. La nostra speranza e' di poter cacciare via il
governo di destra che abbiamo e che sta attaccando tutte le conquiste
sociali ed economiche dei lavoratori realizzate negli ultimi decenni:
i diritti del lavoro, la scuola e la sanita' pubbliche, le pensioni, i
diritti sociali, specialmente quelli conquistati dalle donne.

Termino rivolgendomi a tutte le ragazze e i ragazzi presenti.
So che molti di voi si scambiano lettere con i loro amici italiani.
E' una cosa molto importante perche' oltre a rafforzare i vincoli di
amicizia, permette di mantenere la conoscenza reale della vostra
situazione.
Infatti nel mio Paese molti sono convinti che vi abbiamo portato
democrazia, liberta' e benessere e che comunque la vostra situazione
e' molto migliorata dalla fine dell'aggressione; le vostre parole a
questo riguardo valgono piu' di mille dei nostri discorsi.
Un'ultima cosa voglio dirvi:
Siate fieri dei vostri genitori. Non potevate averne di migliori.
Studiate la Storia del vostro grande Paese, e siatene fieri. E'
l'unico Paese europeo che si e' liberato dalla barbarie del
nazifascismo con le sue forze, pagando un prezzo enorme. E non
dimenticate mai che la Jugoslavia e' stata un punto di riferimento per
milioni di persone e per molti popoli per decenni.

Vogliate sempre bene ai vostri amici Italiani, come noi vogliamo bene
a voi.

SVE VAS VOLIM

Kragujevac, 25 marzo 2006

Kosmet (english)

The source of most texts below is
http://it.groups.yahoo.com/group/yugoslaviainfo/

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HARADINAJ GETS BACK INTO POLITICS

The Hague tribunal's appeals chamber has backed a previous decision
granting former Kosovo prime minister Ramush Haradinaj, who is
currently on provisional release from tribunal custody, permission to
re-enter political life.
At the same time, the appeals judges have given a detailed account of
the process that Haradinaj must follow in order to get permission from
the United Nations Mission in Kosovo, UNMIK, when he wishes to carry
out particular activities of this kind.
Haradinaj is charged with 17 counts of crimes against humanity for his
alleged involvement in the abduction, abuse and murder of Serbs, Roma
and suspected Albanian collaborators in 1998, during his time in the
Kosovo Liberation Army, KLA.
The appeals chamber ruled that any request sent by Haradinaj to UNMIK
will have to be copied to Hague prosecutors, who will then be allowed
to make a brief submission on the matter.
While UNMIK will have the final say in any given case, it will be
required to take the prosecution's point of view into account and will
have to explain the reasoning behind its decision.
Of the five judges who make up the appeals chamber, two - Judge
Mohamed Shahabuddeen and Judge Wolfgang Schomburg - opposed the move.
They argued that it was inappropriate for the trial chamber to give a
third party responsibility for striking the balance between the
accused's right to freedom of speech and considerations such as the
safety of witnesses and the likelihood that he will return to The
Hague to stand trial.

IWPR'S TRIBUNAL UPDATE No. 443 Part 2, March 10, 2006 - www.iwpr.net

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http://www.thepeninsulaqatar.com/Display_news.asp?section=World_News&subsection=Rest+of+the+World&month=March2006&file=World_News2006031122016.xml

Agence France-Presse
March 10, 2006

Ex-guerrilla commander is Kosovo PM

PRISTINA, Serbia-Montenegro - Kosovo's parliament
yesterday elected Agim Ceku, a former guerrilla
commander whom Serbia accuses of war crimes, as the
province's prime minister.
Parliamentary deputies in the 120-seat assembly
endorsed Ceku's candidacy and his new government by 65
votes for, while 33 were against the decision. Five
deputies abstained.
"The parliament of Kosovo, with 65 votes, elected Agim
Ceku as new prime minister of Kosovo," parliament
speaker Kole Berisha said at the session.
Ceku, who led ethnic Albanian rebels against Serbian
forces during Kosovo's 1998-1999 war, was nominated
prime minister last week after Bajram Kosumi was
forced into resigning by his own party.
The 45-year-old's appointment comes a week before the
resumption of UN-backed talks to determine the future
status of the province, whose ethnic Albanian majority
is seeking independence from Serbia against strong
opposition from Belgrade and Kosovo's Serb minority.
His nomination had received the backing of local
Albanian leaders and senior international
representatives including Soren Jessen-Petersen, the
head of the UN mission that has run Kosovo since the
war.
Kosovo was put under UN administration in mid-1999
after a Nato bombing campaign drove out Serbian forces
loyal to then Yugoslav president Slobodan Milosevic
that were cracking down on the Albanian rebels.
The international community has insisted Kosovo's
political changes were an internal matter, but Ceku
won the key support of Western diplomats because they
believe he is the man that can best push through
democratic reforms in the province.
"(Kosovo's) status can only come with standards,
especially as regards minority protection and
decentralisation measures, the implementation of which
must be urgently intensified," EU enlargement
commissioner Olli Rehn said on Thursday.
Ceku has supervised the demilitarisation of the ethnic
Albanian Kosovo Liberation Army (KLA) guerrillas he
once headed and its transformation into the Kosovo
Protection Corps (KPC), becoming its commander....

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Kosovo PM arrest warrant withdrawn for "political reasons" - Serbian
official
BBC Monitoring Europe (Political) - March 24, 2006, Friday,
Excerpt from report by Bosnian Serb news agency SRNA
Source: SRNA news agency, Bijeljina, in Bosnian/Croatian/Serbian 1240
gmt 24 Mar 06

Belgrade, 24 March: A member of the Serbian negotiation team on the
status of Kosovo, Marko Jaksic, has assessed that Interpol's arrest
warrant for the Kosmet [Kosovo-Metohija] prime minister and former OVK
[Kosovo Liberation Army - KLA; UCK in Albanian] commander, Agim Ceku,
was withdrawn for political reasons and that this move represents the
triumph of force over the law.
In a statement to SRNA, he said that the withdrawal of the arrest
warrant was a move "outside all legal norms and established
international relations".
"The arrest warrant for Ceku, a man who fought in two wars, was
withdrawn for political reasons," Jaksic told SRNA.
He said that the withdrawal of the arrest warrant would not change the
attitude of Serbs towards Ceku, who they "hold responsible for the
crimes in Gospic [1991], [Operation] Medacki dzep [Medak Pocket 1993],
during Operation Storm [1995] and later in Kosmet".
"For Serbs, Ceku remains a war criminal, a man with blood on his
hands," Jaksic said.

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http://www.blic.co.yu/danas/broj/E-Index.htm

Blic (Serbia and Montenegro)
March 11, 2006

New Government for Kosovo

Ceku: Independence as soon as possible

Kosovo Parliament yesterday elected by majority of
votes new Government led by Agim Ceku.
Addressing the deputies he said that the new
government would work on fulfillment of all being
requested from it 'in order to get independent and
sovereign Kosovo as soon as possible'.
Almost all deputies of opposition political parties
criticized his candidacy and addressing.
Deputies of Hashim Thaqui's [Thaci's] DPK and Vetor
Suroi's ORA shall not support election of new Prime
Minister and Government.
These parties are dissatisfied at the fact that Ceku
suggested ministers from the cabinet of former prime
minister Bayram Kosumi.
'This is reincarnation of the worst evil. We have new
Government with the same people', Thaqui said.
Suroi accused Ceku that he had not offered program and
asked on what grounds he was requesting support.
DSK vice-president Kolj Berisha has been elected new
Kosovo Parliament Speaker.
UNMIK's Chief Soren Jesen Petersen expressed assurance
that the Parliament led by Berisha would be the
leading institution in developing of democracy in
Kosovo and that it would continue strengthening its
legislative role.

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http://www.makfax.com.mk/look/agencija/article.tpl?IdLanguage=1&IdPublication=1&NrArticle=19074&NrIssue=417&NrSection=20

MakFax (Macedonia)
March 24, 2006

Kosovo's Serbs demand Petersen's replacement

Pristina - Kosovo's Serbs urged UN Secretary General
Kofi Annan to replace his Envoy to Kosovo Soren Jessen
Petersen because of the calls of the latter for
ignoring the international warrants on leaders of
Kosovo's Albanians issued by Serbian authorities.
The Head of UN Mission to Kosovo Soren Jessen Petersen
called recently the Western Powers to ignore the
international warrants for the Kosovo's Prime Minister
Agim Ceku and the opposition leader Hashim Thaci,
issued by the Serbian judicial authorities for their
involvement in the Kosovo Liberation Army (KLA).
"The role of arbiter Petersen assumes by pronouncing
verdicts with no previous proceedings is pointed
directly against the international system and
compromises severely the international law and
credibility of UN", says the statement released late
Thursday by the Serbian National Council of Kosovo.
For years ago, Serbian authorities issued a warrant
against Ceku for committing genocide over the Serbian
population before and after NATO stationing in Kosovo,
while Thaci is wanted for committing acts of terrorism
in Kosovo in 1997.

---

http://www.focus-fen.net/index.php?catid=144&newsid=85105&ch=0

Focus News Agency (Bulgaria)
March 25, 2006

After Each Vienna Meeting Kosovo Gets Closer to Independence

Pristina - After each meeting between Pristina and
Belgrade delegations in Vienna Kosovo gets closer to
its independence, Kosovo Deputy Prime Minister Lutfi
Haziri stated cited by RTK.
At the same time Haziri admitted that despite the
talks being constructive after the two meetings
positions of Pristina and Belgrade remain totally
different.

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http://www.upi.com/NewsTrack/view.php?StoryID=20060324-121647-2333r

United Press International
March 25, 2006

Serbia: U.N. supports Kosovo Albanians

BELGRADE, Serbia-Montenegro - A Serbian government
official has accused the U.N. civilian mission in
Kosovo of supporting ethnic Albanian separatists in
the southern Serbian province.
Sanda Raskovic-Ivic, president of the Serbian
government coordinating committee for Kosovo, in a
letter to Soren Jessen-Petersen, the chief of the U.N.
mission in Kosovo, charged that Jessen-Petersen was
one of the "most influential promoters of the goals of
Albanian separatists."
Raskovic-Ivic's letter was in reaction to
Jessen-Petersen's call that Western countries ignore
Serbia's arrest warrant on Agim Ceku, Kosovo's prime
minister, for alleged war crimes in Kosovo in 1999.
In March 1999, the U.S. led-NATO forces bombarded
Serbia and Montenegro, at the time ruled by the
Serbian [president] Slobodan Milosevic, to prevent
what it described as a humanitarian catastrophe of
ethnic Albanians fleeing Kosovo because of abuses by
Serbian military and police forces.
After three months of air attacks, NATO troops entered
Kosovo in June 1999 and the United Nations set up its
administration in the province where there are
1,800,000 ethnic Albanians and 200,000 Serbs.

---

http://mdn.mainichi-msn.co.jp/international/news/20060324p2g00m0in045000c.html

Associated Press
March 25, 2006

Interpol removes Kosovo premier from list of wanted persons

PARIS - Interpol has removed Kosovo's recently named
prime minister from its list of wanted persons because
of his new status, the international police agency
said Friday, though Serbia still accuses him of war
crimes.
Interpol included former rebel commander Agim Ceku at
the request of Serbia, but reviewed the case after
Ceku was elected prime minister by Kosovo's parliament
earlier this month.
Interpol informed its member countries and the U.N.
mission in Kosovo late Thursday that Ceku had been
removed from the list, an Interpol official said.
The U.N. mission in Kosovo, which has said it does not
recognize the Serbian warrant against Ceku, welcomed
the decision.
Ceku and Hashim Thaci, also wanted by Serbian police,
were leaders of the now-disbanded Kosovo Liberation
Army, the guerrilla group that fought Serb forces
during province's 1998-1999 war.
Both are now part of U.N.-sponsored talks to resolve
the future status of the disputed province.

---

http://www.focus-fen.net/index.php?catid=144&newsid=85176&ch=0

Focus News Agency (Bulgaria)
March 26, 2006

Self-Determination Movement Activists Raid UNMIK Vehicles in Kosovska
Mitrovica

Kosovska Mitrovica - Activists of the
Self-Determination Movement have launched a raid
against vehicles of the United Nations Interim
Administration Mission in Kosovo (UNMIK) in Kosovska
Mitrovica, Kosovapress reported.
On Saturday prootesters let the air out of the tyres
of dozens of UN vehicles and sprayed on the vehicles
the word "End".
The Self-Determination Movement opposes any form of
negotiation with the Serbian government over the
future status of the southern province of Kosovo.
It says the citizens of the province have to determine
the status.

---


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http://www.focus-fen.net/index.php?catid=123&newsid=85204&ch=0

Focus News Agency (Bulgaria)
March 26, 2006

Macedonian Police Found Secret Bunker Full of Weapons

Tetovo - During an operation Macedonian police found a
secret bunker full of illegal weapons, Makfax agency
informs.
According to information from Macedonian Interior
Ministry the bunker is situated between villages of
Brodec and Vesala in Tetovo region.
In the bunker the police found automatic rifles, a few
grenade guns, shells, anti-tank mines and munitions.
The police are investigating the case.

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http://www.focus-fen.net/index.php?catid=144&newsid=85243&ch=0

Focus News Agency (Bulgaria)
March 27, 2006

Economic Situation in Kosovo Catastrophic

Belgrade - "The Serbian energy sector is at all times
depending on Kosovo coals, since this is part of
Serbian territory and its wealth", Nenad Popovic,
leader of the economic team of the Serbian cabinet for
Kosovo and Southern Serbia, has said cited by the
Serbian Blic newspaper.
The platform for the talks on the final status of
Kosovo is in preparation and an economic team has been
formed aiming to prepare a strategy for a long-term
economic development of Southern Serbia and the
Serbian community in Kosovo.
It was a mistake, according to him, that everyone is
discussing the status talks and they forget that a
process of privatization is going on, that there was
not a single day without electricity cuts, and that
workers are losing their jobs.
The economic situation in Kosovo is disastrous,
Popovic stated.
The province has the highest unemployment level in
Europe – 90% among the members of the Serbian
community in the province, and up to 70% in the
Albanian community in 2005.

---

http://www.alertnet.org/thenews/newsdesk/L28394571.htm

Reuters
March 28, 2006

Stabbing in flashpoint Kosovo town; Serbs protest

MITROVICA, Serbia and Montenegro - A Serb man was
stabbed in the flashpoint town of Mitrovica in Kosovo
on Tuesday and hundreds of Serbs gathered at the scene
to demonstrate, hospital officials and witnesses said.
The 19-year-old Serb was "seriously wounded" when he
was stabbed in the stomach, hospital director Milan
Ivanovic told Reuters.
Witnesses said he was attacked on the main bridge by
two men who had crossed from the mainly Albanian
south.
Mitrovica, in the north of Serbia's United Nations-run
province, has been divided at the river between Serbs
and Albanians since the 1998-99 war and has seen some
of the worst postwar violence in Kosovo.
Clashes at the bridge in March 2004 sparked two days
of Kosovo-wide Albanian riots that killed 19 people
and destroyed hundreds of Serb properties.
NATO soldiers and U.N. police officers have relaxed
security at the bridge over the past year.
Negotiations are under way to decide the province's
fate, with the 90-percent ethnic Albanian majority
pushing for independence seven years after NATO bombs
drove out Serb forces....

---

http://www.alertnet.org/thenews/newsdesk/L28440100.htm

Reuters
March 28, 2006

Police close bridge in Kosovo town after stabbing

By Branislav Krstic

MITROVICA, Serbia and Montenegro - U.N. police in
Kosovo closed the main bridge in the flashpoint town
of Mitrovica on Tuesday after a Serb man was stabbed
and hundreds of Serbs protested at the scene.
The 19-year-old Serbwas "seriously wounded" when he
was stabbed in the stomach on the main bridge in the
ethnically divided town, hospital director Milan
Ivanovic told Reuters.
Police could not confirm witnesses' accounts that the
attackers had crossed from the mainly Albanian south.
The U.N. police commander in the town said the bridge
was closed for the time being to all but U.N. traffic.
Located in the north of Serbia's United Nations-run
province, Mitrovica has been divided between Serbs and
Albanians since the 1998-99 war and has since seen
some of the worst post-war violence in Kosovo.
Regional police spokesman Sami Mehmeti confirmed a
stabbing incident on the bridge that spans the River
Ibar dividing the town into Serb and Albanian halves.
"The protest has been peaceful," he said.
Clashes at the bridge in March 2004 sparked two days
of Albanian riots across Kosovo that killed 19 people
and destroyed hundreds of Serb properties.
NATO soldiers and U.N. police officers have relaxed
security in the town over the past year, eventually
opening the bridge to civilian vehicles.
The province of 2 million people is entering a
sensitive phase, with negotiations under way in Vienna
to decide its fate.
The 90-percent ethnic Albanian majority is expected to
clinch independence, seven years after NATO bombs
drove out Serb forces....

Around half of Kosovo's Serb population fled a wave of
revenge [sic] attacks after the war, when the United
Nations took control. Around 100,000 remain, many in
isolated enclaves targeted by sporadic violence.
North Mitrovica is the Serbs' last urban centre and
they have resisted attempts to reintegrate with the
south [sic]....

---

Ceku must face justice

Halifax Herald - March 28, 2006

By SCOTT TAYLOR / On Target

LAST WEEK, I just happened to be in Belgrade attending a conference on
the future status of Kosovo when the funeral for former Serbian
president Slobodan Milosevic was held.
True to form, the western media's coverage of these events presented
accused war criminal Milosevic as evil incarnate and the Serbian
people, by extension, as something bordering on the subhuman.
Almost entirely lost in the frenzy to heap responsibility for a
decade's worth of death and destruction into Slobo's coffin was the
announcement that the Albanians in Kosovo have just selected a new
prime minister.
To have examined this development in the slightest would have served
to spread around some of the blame and to illustrate that the Serbs
certainly did not have a monopoly on war crimes during those bloody
civil wars. In fact, if one only casually glances at the resume of the
incoming prime minister, Agim Ceku, it becomes apparent that his
election flies in the face of international justice, foreshadows more
violence in Kosovo and ignores the sacrifices and valour of our
Canadian Forces.
In summary, Ceku, an Albanian Kosovar by birth, began his military
career as an officer in the former federal Yugoslavian army. When the
initial Yugoslav breakup occurred in 1991, Ceku was quick to switch
his loyalty to the Croatian cause. As a colonel in the Croatian army,
Ceku commanded the notorious 1993 operation in what is known as the
Medak Pocket.
It was here that the men of the 2nd Battalion of Princess Patricia's
Canadian Light Infantry came face to face with the savagery of which
Ceku was capable. Over 200 Serbian inhabitants of the Medak Pocket
were slaughtered in a grotesque manner (the bodies of female rape
victims were found after being burned alive). Our traumatized troops
who buried the grisly remains were encouraged to collect evidence and
were assured that the perpetrators would be brought to justice.
Nevertheless in 1995, Ceku, by then trained by U.S. instructors as a
general of artillery, was still at large. In fact, he was the officer
responsible for shelling the Serbian refugee columns and for targeting
the UN-declared "safe" city of Knin during the Croatian offensive
known as Operation Storm. Some 500 innocent civilians perished in
those merciless barrages, and senior Canadian officers who witnessed
the slaughter demanded that Ceku be indicted. Once again, their pleas
fell of deaf ears.
Just a few months after the Storm atrocities, Canada's own Louise
Arbour began making a name for herself as the chief prosecutor for the
war crimes tribunal in The Hague. Despite the Canadian connection to
these alleged crimes, Arbour and her lawyers chose instead to pursue
more "politically prominent" individuals such as Milosevic, and other
senior Serbs, while nothing was done to bring Ceku to justice.
Fast-forward to January 1999, and the world's attention begins to
focus on a war-ravaged Kosovo. With the blessing of the U.S. State
Department and NATO, Ceku takes his retirement (at age 37) from the
Croatian army and is pronounced supreme commander of the Kosovo
Liberation Army.
Throughout the air campaign against Yugoslavia, Ceku was portrayed as
a loyal ally and he was frequently present at NATO briefings with top
generals such as Wesley Clark and Michael Jackson.
Under the terms of the June 1999 Kosovo peace deal, Ceku's Albanian
guerrillas were to be disarmed and reconstituted into a UN-sponsored
(non-military) disaster relief organization known as the Kosovo
Protection Corps. But despite the fact that they now collected UN
paycheques, Ceku's men never gave up their guns — nor their quest for
a Greater Albania
From the armed Albanian incursions into southern Serbia in 2000 — and
Macedonia in 2001 — right up until the violent pogrom unleashed
against Kosovo Serbs in March 2004, Ceku's brand of violence, hatred
and ethnic cleansing has remained unchanged.
Now he is being hailed as a political leader, and the world is once
again turning a blind eye to his crimes.
Hopefully, Canada at least will respect the eyewitness testimony of
our own peacekeepers and finally insist that Ceku face the same
justice that was demanded of Slobodan Milosevic.
Presenting the soldiers of the 2nd Battalion of Princess Patricia's
Canadian Light Infantry with a belated Governor General's unit
citation for the Medak Pocket battle will remain a hollow gesture
until Ceku is held responsible for his atrocities.

(staylor@...)

http://thechronicleherald.ca/Opinion/492868.html

Copyright 2006 Halifax Herald
Posted for Fair Use only.

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http://www.adnki.com/index_2Level_English.php?cat=Politics&loid=8.0.282444245&par=0

ADN Kronos International (Italy)
March 31, 2006

KOSOVO: OPPOSITION LEADER ACCUSES GOVERNMENT OF CRIME AND CORRUPTION

Pristina - An ethnic Albanian opposition leader in
Kosovo, Hasim Taci, on Friday accused the local
government of crime and corruption at a moment when
the province's future and the final status were being
decided.
Taci, leader of the opposition Democratic Party of
Kosovo and former commander of the Kosovo Liberation
Army (UCK) that started a rebellion against Belgrade
rule in 1998, told local media that the government was
a "shame for the citizens of Kosovo".
Kosovo, whose majority ethnic Albanians demand
independence, has been under United Nations control
since NATO bombing pushed Serbian forces out of the
province in 1999, and talks are currently underway on
its final status and municipal reorganization which
would grant more autonomy to non-Albanian minorities.
Taci, who heads the ethnic Albanian delegation at the
talks held in Vienna, said that the government hasn't
done enough to stimulate some 200,000 Serbs who have
fled the province since 1999 to return home.
The international community has demanded that Kosovo
authorities fulfill a set of internationally accepted
democratic and human rights standards before the final
status is decided, but Taci said that "this government
can fulfill nothing except crime".
He didn't elaborate his accusations, but it is
generally perceived that Kosovo has become a haven for
organized crime, drug smuggling and human trafficking.
Over the past year Kosovo has changed three prime
ministers, and another UCK leader, general Agim Ceku,
took over the government this month. "This government
has comprised everything that is the worst," said
Taci. But he added that there were "political forces
and civic society which can fulfill the expectations".
Belgrade opposes Kosovo independence and considers
Taci and Ceku war criminals, but Interpol has recently
withdrawn Belgrade's warrant for Ceku's arrest, as it
did earlier for Taci.
Taci is also known by his war-time nickname "the
Snake", and Belgrade sees his rhetoric as nothing but
a part of internal power struggle among ethnic
Albanian leaders, following the recent death of
president Ibrahim Rugova whose authority was
unchallenged.

---

Copyright 2006 British Broadcasting Corporation
All Rights Reserved
BBC Monitoring Europe - Political
Supplied by BBC Worldwide Monitoring

March 29, 2006 Wednesday

LENGTH: 137 words

HEADLINE: Serb leader warns Kosovo stabbing could lead to "escalation
of ethnic violence"

BODY: Excerpt from report by Bosnian Serb news agency SRNA

Pale, 29 March: the deputy head of the Serb National Council of
Kosovo-Metohija, Rada Trajkovic, has warned that last night's attack in
the northern part of Kosovska Mitrovica, in which a Serb youth was
stabbed by three Albanians, could lead to more attacks on Kosovo Serbs
and to an escalation of ethnic violence, similar to what happened in
March 2004.
Trajkovic told the Pale-based OSM TV that the arrival of 600 German
soldiers was expected in Kosovo-Metohija over the next few days and
warned that the deployment of reinforcements could be a result of
reports received by Kfor [NATO-led Kosovo peacekeeping force] indicating
a possible escalation of Albanian violence in Kosovo-Metohija.

Source: SRNA news agency, Bijeljina, in Bosnian/Croatian/Serbian 0740
gmt 29 Mar 06
LOAD-DATE: March 29, 2006

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BBC Monitoring Europe - Political
Supplied by BBC Worldwide Monitoring

March 28, 2006 Tuesday

LENGTH: 194 words

HEADLINE: Serb youth stabbed in divided Kosovo town, police reportedly
failed to act

BODY: Text of report by Serbian privately-owned TV Pink on 28 March

[Presenter] The day has not been quiet in Serbia, after all. Namely,
Tanjug [news agency] news has reported that Milisav Ilincic, aged 19,
was this evening injured in the northern part of Kosovska Mitrovica
after he was repeatedly stabbed with a knife; he was immediately taken
to a health centre in the town.
The deputy director of the health centre, Dr Milan Ivanovic, said that
Ilincic had been injured to the head and stomach, adding that he was
currently being treated at the centre. The attack took place at 1815
[1615 gmt] on the very edge of the main Ibar River bridge separating
[Serb-populated] northern from the [Albanian-populated] southern part of
Mitrovica, and it took place right under the nose of the Kosovo police,
who failed to intervene.
Around 200 Serbs immediately gathered in the vicinity of the main Ibar
bridge, blocking all access roads leading to the main bridge as a sign
of protest. According to eye-witnesses, Ilincic was attacked by three
Albanian young men who escaped to the southern part of the town after
the incident.

Source: TV Pink, Belgrade, in Serbian 1748 gmt 28 Mar 06
LOAD-DATE: March 28, 2006

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http://www.adnki.com/index_2Level_English.php?cat=Politics&loid=8.0.283264486&par=0

ADN Kronos International (Italy)
April 3, 2006

BALKANS: SERBS FEARS OF "GREATER ALBANIAN" CONSPIRACY

Belgrade - Ethnic Albanian leaders, the
Muslim-majority province of Kosovo and leaders in
Serbia's sister republic of Montenegro are conspiring
to create a "Greater Albania" and dissolve the state
union of Serbia and Montenegro - the last remnant of
the former Yugoslavia - Serb politicians charged on
Monday.
The allegations came on the same day that Serb and
ethnic Albanian negotiators met in Vienna for the
third round UN-mediated talks this year on Kosovo's
future status.
Ethnic Albanians and Montenegrins are both working for
the same goal, which is the creation of "Greater
Albania," the Serbian government's coordinator for
Kosovo, Sanda Raskovic Ivic, told journalists in
Belgrade on Monday.
Kosovo's ethnic Albanians, who form a 1.7 million
majority against some 100,000 Serbs remaining in the
province, demand nothing short of independence.
Montenegrins are scheduled to hold a referendum on
secession from Serbia on 22 May.
"Montenegro political leaders are guided by
anti-Serbian blindness," said Raskovic Ivic, adding
that for the sake of retaining power, they were ready
to sacrifice Montenegro and push it to become a part
of "Greater Albania".
The speculation in Serbian political circles over an
ethnic Albanian-Montenegrin conspiracy was fuelled by
remarks made on Sunday by Kosovo's veteran political
leader, Adem Demaqi, who said the ethnic Albanian
minority's vote might be crucial in Montenegro's
independence referendum.
Ethnic Albanians make over five percent of
Montenegro's 620,000 population, and their votes might
tip the balance in what is expected to be a tight
race.
Kosovo and Montenegro might unite once they became
independent, and Montenegro's prime minister, Milo
Djukanovic, who is spearheading the independence
drive, would be acceptable to ethnic Albanians as
prime minister.
"It would be the right thing for Albanians to help
Montenegro achieve independence, because in doing so
they could realise their own interests," Demaqi said.
Commenting on Demaqi's statement, a Kosovo Serb
leader, Milan Ivanovic, said that it was proof that
"Podgorica [the Montenegrin capita] and Pristina are
making synchronised moves."
Both capitals have similar interests, he said, warning
that ethnic Albanians in Montenegro would be likely to
join a "Greater Albanian state" if the republic gained
independence.


=== FLASHBACK ===


http://www.balkanpeace.org/hed/archive/sept01/hed4073a.shtml

The Halifax Herald Limited, September 10, 2001
Contributed

Indicted war criminal Agim Ceku still collects a UN paycheque

By Scott Taylor ON TARGET

WITH SOME 200 troops now on the ground in Macedonia, as part of NATO´s
latest intervention force, it´s about time somebody started seriously
questioning Canada´s long-range Balkan policy.

Throughout the decade of bloody civil wars in the 90s, which
accompanied the disintegration of Yugoslavia, Canadian soldiers have
been on continuous deployment to the region. Originally serving as UN
peacekeepers (who evolved into NATO peacemakers by the time of the
Kosovo crisis), Canada´s military had become a belligerent in this
complex conflict. Despite our oft changing role, one constant that has
remained is the reality experienced by our frontline soldiers, which
is rarely reflected by the Western (read: U.S. State Department
inspired) media portrayals of the ongoing Yugoslavian tragedy.

The most vivid examples of this dichotomy became evident during the
1999, 78-day NATO air campaign against Yugoslavia.. As cockney
spokesman Jamie Shea took to the airwaves to demonize the Serbian
people and justify NATO´s attacks, respected veteran officers such as
General Lewis Mackenzie and Colonel Don Ethell spoke out to publicly
denounce Canada´s participation in the bombing. Having witnessed
first-hand the multi-factional hatred which pervades the Balkan
theatre, Canadian soldiers are unwilling to assign blame and/or take
sides in this brutal civil war. However, driven by U.S. interests and
fuelled by a jingoistic media corps, NATO leaders have not been so
hesitant to play favourites.

This current crisis in Macedonia originated last March with Albanian
guerrillas attacking from inside NATO-occupied Kosovo. The guns
carried by the Albanians were the same weapons that NATO was to have
removed from the Kososvo Liberation Army (known as the UCK) back in
1999. However, over the past two years with a powerful 40,000 strong
occupation force, NATO has been unwilling and/or unable to strip these
Albanian (UCK) guerrillas of their arsenal. Only now that a wave of
terror has been successfully exported into heretofore peaceful
Macedonia, and the UCK have seized control of some 30 per cent of
Macedonia territory, has NATO decided to intervene.

The Canadian Combat Group which has been hastily dispatched from
service in Bosnia to participate in the Macedonia mission is equipped
with new Coyote reconnaissance vehicles. These state of the art
armoured personnel carriers have been roundly praised by NATO
spokesmen for "providing a vital asset in monitoring the flow of
illegal arms across Macedonian/Kosovo border."

Disgruntled Macedonian citizens are correct in asking "if such a
surveillance capability existed within NATO´s arsenal-why wasn´t it
employed to prevent Albanians from entering Macedonia in the first place?"

A similar stumper could be posed to NATO spokesmen regarding their
reluctance to arrest the UCK´s military figurehead General Agim Ceku,
an indicted war criminal.. Many of our peacekeepers witnessed the
barbarism committed by Ceku´s troops in Croatia in 1993 and 1995 and
it is largely on the strength of Canadian soldiers testimony that The
Hague War Crimes Tribunal has been forced to issue this rogue
commander a sealed indictment.

Agim Ceku, an Albanian Kosovar by birth, began his military career as
an officer in the former federal Yugoslavian Army (JNA). When the
initial Yugoslav break-up occurred in 1991, Ceku was quick to switch
his loyalty to the Croatian cause of independence. As a colonel in the
Croatian army, Ceku commanded the notorious 1993 operation now known
as the Medak Pocket.

It was here that the men of the Second Battalion Princess Patricia´s
Canadian Light Infantry came face to face with the vulgar savagery of
which Ceku was capable. Over 200 Serbian inhabitants of the Medak
Pocket were slaughtered in a grotesque manner (female rape victims
were found after being burned alive). Our traumatized troops that
buried the grisly remains were encouraged to collect evidence.

Nevertheless in 1995, Ceku, by then a general of artillery, was still
at large. In fact, he was the officer responsible for shelling the
Serbian refugee columns and for targeting the UN "safe" city of Knin
during the Croatian offensive known as Operation Storm.

Just a few months after the Storm atrocities, Canada´s own Louise
Arbour began making a name for herself as the chief prosecutor for The
Hague tribunal. Despite the Canadian connection to these alleged
crimes, Arbour and her lawyers chose instead to pursue more
"politically prominent" individuals and seemingly little was done to
bring Ceku to justice.

Fast forward to January 1999 and the world´s attention begins to focus
on a war ravaged Kosovo. With the blessing of the U.S. State
Department, Agim Ceku took his retirement (at age 37) from the
Croatian army and was pronounced Supreme Commander of the Kosovo
Liberation Army (UCK).

Throughout the air campaign against Yugoslavia, Ceku was portrayed as
a loyal ally and he was frequently present at the NATO briefings with
top generals such as Wesley Clark and Michael Jackson.

Under terms of the Kosovo peace deal, Ceku´s Albanian guerrillas were
to be disarmed and re-constituted into a UN sponsored, (non-military)
disaster relief organization known as the Kosovo Protection Corps
(KPC). ButCeku´s UCK never gave up their guns - nor their quest for a
Greater Albania.

Although he is nominally maintaining an ´arms-length´ posture towards
his former comrades, Agim Ceku is still worshipped as a saviour by
both the UCK troops and Albanian-minority in Macedonia.

As this indicted war criminal continues to enjoy his freedom, bask in
public attention, and collect a UN paycheque, our Canadian soldiers
are risking their lives to disarm his UCK in Macedonia.

All in the name of peace and justice.