Informazione

(hrvatskosrpski / italiano)

Oni su ustaše?

1) Media in Croazia: un tentato omicidio che ci riguarda tutti (Helena Puljiz)
Il 28 ottobre scorso, mentre percorreva l'autostrada Bregana-Lipovac, l'automobile di Saša Leković ha mostrato segni di danneggiamento... si è constatato che due bulloni della ruota anteriore destra erano stati segati...
2) Oni su ustaše? Pa odnosimo se onda prema njima kako zaslužuju! (Mijo Vinceković)
A ako se tko ponaša kao ustaša, odijeva se kao ustaša, govori kao ustaša, pozdravlja kao ustaša, slavi 10. travnja, mrzi Srbe i pjeva ustaške budnice i poskočnice, onda je on bez svake sumnje ustaša. Zašto bi itko želio biti ustaša, je već drugo pitanje, jednako onome ima li itko pametan, a da želi biti ustaša?...


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Si veda anche: Libertà dei media in calo in Croazia: un'infografica (OBC 15 novembre 2016
... Misure quali la rimozione di oltre 70 dipendenti dal servizio pubblico radiotelevisivo, la messa in discussione dell’agenzia nazionale per la regolamentazione delle telecomunicazioni e l'abolizione del finanziamento per i media non profit erodono la possibilità che i giornalisti possano svolgere il proprio lavoro adempiendo il compito fondamentale...



Media in Croazia: un tentato omicidio che ci riguarda tutti


Nella giornata internazionale per fermare l'impunità per i crimini contro i giornalisti, il commento di Helena Puljiz sul tentato omicidio ai danni di Saša Leković, presidente dell'Associazione dei giornalisti croati

02/11/2016 -  Helena Puljiz Zagabria 

(Pubblicato originariamente da Index.hr  il 28 ottobre 2016 e tradotto da OBCT)

Il tentato omicidio ai danni del presidente dell'Associazione dei giornalisti croati, Saša Leković  , è un messaggio a tutti i giornalisti croati. Si dice loro di tacere e chinare il capo, e di accettare di lavorare secondo i dettami dei nemici della democrazia e della libertà di parola. Le centinaia di minacce verbali nei confronti di giornalisti avvenute nell’ultimo anno, le cui implicazioni sono state  minimizzate o ignorate in modo sistematico e persistente dalla polizia, sono sublimate nell’attacco a Leković e, solo  fortuitamente e grazie alla sua attenzione, oggi il giornalismo croato non è in lutto.

Di Saša Leković si può pensare quel che si vuole, ma quando si parla di lui non ci si riferisce solo a un cittadino di questo paese e a un giornalista, ma al presidente dell’Associazione dei giornalisti croati, organizzazione ombrello dei cronisti della Croazia. Quando qualcuno mette in pericolo la sua vita, non è in gioco solo la sua persona, ma ci troviamo di fronte ad un attacco al mondo del giornalismo nel suo insieme e alla libertà dei media in questo paese. Se il giornalismo indipendente è uno dei pilastri dell’ordinamento democratico, e non vi è dubbio che lo sia, allora il tentato omicidio di Leković è un tentativo di colpire i valori costituzionali e l'ordine democratico. Qualsiasi attacco ai danni dei giornalisti che svolgono il proprio lavoro con onestà e professionalità è un attacco alla libertà di parola e al sistema democratico croato.

La politica ha creato e incoraggiato i violenti

Da quando è entrato in carica, Saša Leković è stato continuamente esposto a brutali attacchi verbali e minacce, eventi ritenuti estremamente preoccupanti da molti di noi. Tuttavia, in molti abbiamo considerato verosimile e auspicabile che non si sarebbe andati oltre l’intimidazione verbale. La provenienza di quasi tutte queste minacce può essere identificata nei ranghi dell’estrema destra, alle cui fila Tomislav Karamarko ha dato legittimità in qualità di presidente del partito HDZ. L’incitamento all'odio si è diffuso nel paese lo scorso anno, senza che a ciò seguisse una reazione seria da parte delle autorità al governo né dalle fila dell’opposizione. In molti casi, al contrario, molte delle dichiarazioni e delle azioni da parte dei governanti hanno incoraggiato atteggiamenti di questo tipo.

Quando una folla di estremisti ha preso di mira la presidente del Consiglio per le comunicazioni elettroniche Mirjana Rakić, inneggiando lo slogan ustascia "Za dom spremni!" e intonando altri insulti orribili, la polizia si è astenuta dallo schedare chi aveva preso parte all'azione, adducendo come giustificazione il fatto che ci fossero troppe persone, è che quindi non si potesse intervenire in alcun modo. Quando i "serpenti ustascia", pochi giorni fa hanno minacciato i giornalisti Sandra Bartolović e Goran Borković, la polizia ha concluso che si fosse solo trattato di molestie, e non di minacce. Un caso simile ha riguardato di recente Branka Valentić, direttrice dell’agenzia di stampa Hina.

Quando la scorsa primavera, nel centro di Spalato, è stato preso di mira il giornalista e scrittore Ante Tomić, l’allora ministro della Cultura Zlatko Hasanbegović commentò cinicamente l’accaduto sostenendo l’importanza di fare attenzione a cosa si scrive e a come lo si fa. Željko Glasnović, fra i non eletti in parlamento del partito HDZ, ha sostenuto in passato che i giornalisti sono i peggiori nemici della democrazia e continua a rivendicare questa affermazione senza che nessuno si sia mai preso il disturbo di contraddirlo, con il pretesto che le sue posizioni non vengono prese sul serio.

Incitamento all’odio e minacce istituzionalizzati

Incitamento all’odio e minacce sono stati generati e nutriti dalla politica. La politica stessa è responsabile per il declino terrificante subito dalla cultura del dialogo nella nostra società e per aver spacciato l’incitamento all’odio per libertà di parola. Quando si tratta di politica, il silenzio significa complicità e assenso, e finora sono numerose le personalità pubbliche responsabili di aver mantenuto il silenzio - il primo ministro, la presidente, il presidente del Parlamento e il leader dell'opposizione; uno dei vice-presidenti del Parlamento ha addirittura preso parte all’assalto contro Mirjana Rakić.

L’incitamento all'odio e le minacce in Croazia sono istituzionalizzati e restano impuniti. Oltretutto, quando pressioni di questo tipo provengono dai rappresentanti politici che siedono in parlamento e dalle poltrone ministeriali, il passo successivo è che il primo dei vili si senta autorizzato a ricorrere a intimidazioni e offese, ritenendo che queste costituiscano la maniera più appropriata e normale di comunicare con il resto del mondo, e soprattutto con i giornalisti. Questo problema nel nostro paese non esiste da ieri, ma si è intensificato ed era solo una questione di tempo che a qualcuno venisse in mente di tranciare i bulloni dell’automobile del presidente dell'Associazione giornalisti croati.

Nessuno pensi che gli attacchi al giornalismo non lo riguardano

Ci sono molte cose che non funzionano nel giornalismo croato di cui siamo tutti a conoscenza. Non c’è dubbio che, sotto la pressione dei poteri politici, di uomini d'affari e di una parte del settore pubblicitario, gli standard professionali ed etici di molti giornalisti nel nostro paese abbiano subito un drastico declino. Ma che nessuno pensi che un attacco alla libertà di stampa non lo riguardi, o che sia stato un tentativo di eutanasia.

In questi giorni, la propaganda politica sta cercando di convincervi che siamo arrivati ad un governo di salvezza nazionale e che lo stato o il ministro delle Finanze aumenteranno i salari. È solo grazie alla stampa libera che ai cittadini è dato sapere che queste promesse non sono veritiere, perché i salari saranno aumentati solo alla classe politica e a chi già percepisce stipendi alti.

Solo grazie alla libertà di stampa e dei mezzi di informazione i cittadini hanno accesso a informazioni cruciali come il fatto che la riforma fiscale significherà per tutti loro cibo e medicinali più costosi, mentre non vi saranno aumenti significativi per quanto riguarda il reddito mensile di ciascuno di loro. È solo grazie al giornalismo indipendente che i cittadini possono essere messi a conoscenza dei problemi del governo di coalizione HDZ-Most, che proseguono immutati anche con la nuova formazione Petrov-Plenković. Allo stesso modo, è grazie alla stampa che si saprà che il revisionismo di Zlatko Hasanbegović, ammiratore dei "martiri ustascia" e ministro della Cultura nel precedente governo, è stato sostituito nell’attuale esecutivo dal revisionismo di Pavo Barišić che a sua volta si dichiara ammiratore dei "martiri ustascia" e che occuperà la posizione di ministro dell'Istruzione.

I media liberi sono l'unica difesa nei confronti del potere

Solo il giornalismo indipendente vi ricorderà che il primo ministro Andrej Plenković dice sciocchezze quando afferma che non permetterà che l’INA [la compagnia petrolifera di stato croata, ndt] diventi una mera filiale della compagnia MOL, perché nei fatti è già così dal momento in cui l'allora presidente dell’HDZ e primo ministro Ivo Sanader cedette i diritti di gestione di INA, facendolo per di più in circostanze talmente sospette da portare alla riapertura delle indagini nei suoi confronti. Tramite questo stesso giornalismo verrete a sapere che cosa possiedono Andrej Plenković e gli altri rappresentanti politici.

Solo grazie alla libertà di stampa e ai media indipendenti i nostri destini non sono più nelle mani del potere decisionale di Tomislav Karamarko, Slavko Linić, Branko Šegon, Mijo Crnoja e molti altri personaggi altrimenti ritenuti intoccabili.

Tutti i summenzionati, così come tutti coloro i cui nomi potrebbero comparire nelle righe soprastanti, preferirebbero che in questo paese non esistessero il giornalismo indipendente e la libertà dei mezzi di informazione, che senza essere stati invitati a farlo si immischiano nei retroscena dei loro interessi politici e privati. È nell’interesse di tutti coloro che hanno a cuore la vita in uno stato democratico, governato dalla legge e non dalla forza, che il giornalismo libero sopravviva e venga rafforzato.

Non sappiamo chi ha segato i bulloni della vettura del presidente dell’Associazione dei giornalisti croati, Saša Leković, o chi abbia potuto ordinare un simile gesto, ma questi criminali devono sapere che la Croazia non si piegherà alle loro intenzioni.

Hanno cercato di liquidare il presidente dell’Associazione dei giornalisti croati, ma non ci metteranno a tacere.


Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea.

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Come riporta l'Associazione dei giornalisti croati  , il 28 ottobre scorso, mentre percorreva l'autostrada Bregana-Lipovac, l'automobile di Saša Leković ha mostrato segni di danneggiamento. Dopo un controllo effettuato da un meccanico professionista, si è constatato che due bulloni della ruota anteriore destra erano stati segati, una tipologia di danno che avrebbe potuto causare un incidente fatale per il conducente.


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<< ... E se uno si comporta da ustascia, vestito come ustascia, parla come un ustascia, saluta come gli ustascia, celebra il 10 aprile, odia i serbi e canta inni e slogan ustascia, allora è senza dubbio un ustascia... >> Questo direbbe la logica, osserva Mijo Vinceković; eppure nella Croazia attuale i comportamenti ustascia sono ammessi, ed a sua volta la Croazia – neo-Stato fondato sulla pulizia etnica di mezzo milione di cittadini di etnia serba – è stata ammessa nella Unione Europea che la vezzeggia e la coccola.
Si veda anche, sulla recente apposizione di una targa ustascia nei pressi del lager di Jasenovac: 



Oni su ustaše? Pa odnosimo se onda prema njima kako zaslužuju!


Kontra Portal  6. prosinca 2016. piše: Mijo Vinceković


U današnjoj Hrvatskoj, državi koju prema njenom „tvorcu“ odmila zovemo Tuđmanistan, nema okupljanja, bilo kada, bilo gdje, bilo kojim i bilo kakvim povodom, osim onih zaista rijetkih, poput obilježavanja Dana antifašističke borbe, Dana ustanka naroda Like i komemoracije u Jasenovcu, na kojima se naveliko ne ustašuje u čemu prednjače članovi opskurnih proustaških stranaka, članovi braniteljskih udruga i to ne isključivo i samo bivših pripadnika HOS-a i katoličkog klera.

A ako se tko ponaša kao ustaša, odijeva se kao ustaša, govori kao ustaša, pozdravlja kao ustaša, slavi 10. travnja, mrzi Srbe i pjeva ustaške budnice i poskočnice, onda je on bez svake sumnje ustaša.
Zašto bi itko želio biti ustaša, je već drugo pitanje, jednako onome ima li itko pametan, a da želi biti ustaša?
Ali da ima onih koji žele biti ustaše i to njih ne tako mali broj, to valjda ni za koga u RH, osim za „europejce“ tipa Plenkovića, više nije sporno.

Zato osobno mislim da se ne smijemo ponašati kao da ustaša među nama nema, već da bismo kao društvo/država trebali svima koji žele biti ustaše dopustiti da to budu, kad to već tako silno žele, ali ih onda i tretirati kao ustaše, a to znači jednako kao što u Njemačkoj tretiraju neonaciste, naravno uz prethodno kriminaliziranje negiranja holokausta, promociju fašizma uz zabranu veličanja ustaškog režima i tzv. NDH. Najbolje bi bilo preuzeti zakonska rješenja SR Njemačke, jer su i ishodišta neprihvatljivih ponašanja antidemokratskih snaga u jednoj i drugoj državi vrlo slična.
Važno je napomenuti da je potrebno, jednako u stranačkim vrhovima, ali i vrhovima vlasti, prestati lupetati o svojim „antitotalitarističkim opredjeljenjima“ osudi „svih totalitarizama“, bez izričite osude ustaštva, jer doslovno ništa što se događalo u bivšoj državi nije usporedivo s monstruoznim ustaškim režimom, a kamoli da je isto ili jednako onome što se zbivalo u tzv. NDH.

Ja pritom ne želim reći da u Njemačkoj nema pojava neonacizma, pa i marševa neonacista, kad pokušavaju „pokazivati mišiće“, što je uvijek popraćeno, ne samo time da i policija provodeći zakon „pokaže mišiće“, štiteći demokraciju i državu vladavine prava, nego i masovnim okupljanjem onih koji za naciste i nacizam ne pokazuju nikakvo razumijevanje.
Kod nas na ustaške „nestašluke“ ne reagira policija, a i masovni protuprosvjedi antifašistički opredijeljenih građana izostaju.

Važno je napomenuti da niti njemačka stranačka scena, a pogotovo njemačke vlasti, nemaju razumijevanja niti se blagonaklono i poticajno odnose prema ispadima neonacista, za razliku od RH gdje na takve pojave ne reagiraju niti iz stranačkih struktura, niti iz struktura vlasti, a nažalost rijetko i mlako se reagira i iz Lige antifašista i još nekih tobože antifašističkih udruga, plašeći se reakcija moćnih i utjecajnih braniteljskih udruga, čiji članovi su uvijek u prvim redovima prilikom ovih ustaških performansa, a „Splitskom rivom“ „čekićanjem“ dvopismenih ploča u Vukovaru, „logorovanjem“ u Savskoj, „maršem s plinskim bocama“ i drugim manifestacijama „raspirivanja demokracije“ su pokazali i na što su sve spremni.

Ishodište veličanja ustaštva i tzv. NDH, kao i gotovo sve negativno što se u Hrvatskoj događalo, posebno od HDZ-ovog preuzimanja vlasti, valja tražiti u malignom karakteru ličnosti Franje Tuđmana, koji je već puno prije nego se nezadovoljan svojim statusom i odnosom vlasti u SRH prema njemu, ozbiljno sukobio s tim vlastima, on je naime smatrao da bi trebao u sustavu vlasti biti visoko pozicioniran. Kako vlasti nisu pokazivale nikakvo zanimanje za tog nasrtljivca, naprosto su ga ignorirale, Tuđman kreće u sukob sa SKH, koji mu „nestašluke“ ne oprašta, kažnjava ga i isključuje iz članstva. Tako je Franjo Tuđman postao „disident“.

Već i prije nego se ozbiljno sukobio s vlastima, Tuđman landra po svijetu, obilazi hrvatsko iseljeništvo, uglavnom onaj njegov segment koji je kontrolirala ustaška emigracija, posjećuje ustaške prvake u emigraciji i sastaje se s njima, pa se tako posredstvom Vinka Nikolića sastaje i s Maksom Luburićem u Španjolskoj i od njega preuzima ideju o „pomirbi sinova partizana i ustaša“, ideju samu po sebi potpuno besmislenu, ali koja je trebala poslužiti tek za davanje legitimiteta ustaštvu i njegovom izvođenju na hrvatsku javnu i političku scenu.

Ilustrativno je kako Franjo Tuđman zaobilazi „Hrvatsku bratsku zajednicu“, najveću, najorganiziraniju, najbogatiju i dotad sa „starim krajem“ najpovezniju organizaciju hrvatskog iseljeništva, koja ali nije dopuštala penetraciju ustaštva u svoje redove, ekstremna ustaška emigracija pokušala je radi toga čak 16 atentata na dugogodišnje njene predsjednike Johna Badovinca i Bernarda Luketicha. Dakle Tuđman se ne vezuje uz najrespektabilniju organizaciju hrvatskog iseljeništva, on bira opskurne ustaške punktove poput onog u Norvalu, tamo dogovara daljnje aktivnosti i utanačuje međusobne obaveze prema kojima će ustaška emigracija promovirati Tuđmana i financijski pomagati njegov uspon na vlast, a on preuzima obavezu provedbe procesa „pomirbe sinova partizana i ustaša“, rušenje Jugoslavije svim sredstvima i lustraciju Srba a ne komunista.

Ta Tuđmanova „slizanost“ s ustaštvom dovela je do masovnog dolaska ustaša i neoustaša u Hrvatsku i njihove penetracije u sve segmente vlasti, čime je onemogućena kriminalizacija ustaštva i zabrane djelovanja onima koji ne samo što promoviraju zločinačke ideologije i režime poražene u 2. Svjetskom ratu, nego i negiraju holokaust i pokušavaju revidirati, neću reći povijest nego prošlost, pokušavajući je promijeniti i učiniti je neizvjesnom.
Od samih početaka punu podršku Tuđmanovom usponu na vlast i ustašama daje većina klera Stepinčeve crkve, zaglušna propaganda iz HDZ i crkvenih redova nameće temu „Bleiburga“ odnosno svih događanja krajem 2. Svjetskog rata i neposredno po njegovom završetku kao za Hrvatsku sudbinsko pitanje, koje ima jednu jedinu svrhu; relativiziranje kvislinških zločina, odnosno umanjivanjem njihovog obima i svireposti, prikazujući „antifašističke zločine“ većim i po hrvatski narod pogubnijim od onih ustaških.

Danas je svakom iole politički pismenom jasno da bi usprkos svima koji su se angažirali na rušenju Jugoslavije i tako Tuđmanu izravno i neizravno pomagali pri njegovom usponu na vlast, od stranih tajnih službi, KC, pojedinaca iz struktura vlasti i SK SRH, “spavača“ SDS, koje je navodno angažirao Josip Manolić, bez pomoći Ivice Račana njihov trud bio uzaludan, Račanova pomoć bila je presudna.
Taj deal koji su imali Tuđman i Račan s jedne je strane otupio otpor prema jačanju ustaštva i njegovog kriminaliziranja, a s druge uz proces pomirbe onemogućio provođenje lustracije na kojoj je posebno inzistirao katolički kler.

Nasilno rušenje Jugoslavije nije se moglo provesti mirnim putem, a jednako tako se nije moglo ni „lustrirati“ Srbe, zato je Tuđman pokrenuo rat koji je imao sva obilježja fašističke kontrarevolucije, tako da su silno ojačale snage okupljene oko ideologije ratnih gubitnika iz 2. Svjetskog rata koji su krenuli u osvetničke akcije prema ratnim pobjednicima.
Otud tvrdnje da su ustaše bili borci za Hrvatsku, imenovanja vojnih postrojbi po „ustaškim vitezovima“, imenovanja ulica i trgova po ustaškim „velikanima“, pa i podizanje spomenika ustaškim „zaslužnicima“, rušenje spomenika i drugih spomen-obilježja antifašističkoj borbi, proglašavanje antifašizma zločinačkom ideologijom, omalovažavanje boraca NOR-a, umanjivanja i relativiziranja ustaških zločina, negiranja holokausta i veličanja ustaškog režima i tzv. NDH.

A da to sve nije nimalo smetalo ivici Račanu pokazuje i ona sramotna Deklaracija usvojena na 1. Konvenciji SDP, „hodočašće“ prvog Račanovog suradnika, Zdravka Tomca, na Blajburško polje, te kupnja tamošnjeg terenu obavljena za vrijeme Račanovog mandata …

Ništa manje karakteristična nije bila ni Račanova gromoglasna šutnja kojom je popratio najprije diskriminacijske postupke, a potom i mjere državnog terora Tuđmanovih vlasti prema Srbima u Hrvatskoj, premda je dobro znao da su na prvim višestranačkim izborim Srbi većinski glasali za SKH – SDP.

Što reći na ova najnovija lamentiranja oko ove spomen-ploče poginulim HOS-ovcima u Jasenovcu, kao tamo „nije mjesto za ZDS.
Nigdje u svijetu, a ne samo u Jasenovcu, ne bismjelo biti mjesto za ZDS, jednako kao što to nije ni za „Sieg! – Heil!“

U današnjoj Hrvatskoj nema jednog jedinog razloga radi kojeg bi trebalo provoditi lustraciju, osim ako pod tim pojmom ne podrazumijevamo detuđmanizciju i deustašizaciju.




Tanti propositi per il Nuovo Anno

a cura del Direttivo di JUGOCOORD ONLUS


Sretna Nova Godina! Buon Anno Nuovo, a tutti gli jugoslavi e gli amici della Jugoslavia!


... Stavolta però andiamo oltre gli auguri di rito e parliamo un po' di noi. Di solito non lo facciamo mai, perché è nostro costume quello di non passare tempo a guardarci l'ombelico; una volta tanto però facciamo una eccezione, a confermare la regola. 
La recente Assemblea dei Soci della nostra ONLUS, con la quale abbiamo concluso il 2016, ha preso decisioni importanti che vi vogliamo comunicare.

Nel corso dell'anno abbiamo ricevuto una importante donazione a seguito delle volontà testamentarie di Giuseppe Torre, compagno attivo nel movimento contro la guerra, sensibile alle questioni internazionali e amico dei popoli jugoslavi e del popolo serbo in particolare, deceduto nel 2014. Torre ci ha chiesto infatti espressamente di "difendere i Serbi accusati presso il Tribunale Speciale dell’Aia e far conoscere all’opinione pubblica cos’è veramente quest’istituzione: un insulto al diritto, alla giustizia e al senso d’umanità, creato dai vincitori come corollario e parte integrante delle loro guerre."
Abbiamo perciò potuto articolare una serie di nuovi progetti che inizieranno a realizzarsi nel 2017: abbiamo stanziato fondi per le attività connesse alla critica del "Tribunale ad hoc" dell'Aia; abbiamo deliberato di acquisire una sede sociale nella quale allestire una Biblioteca e un Archivio; abbiamo disposto contributi di solidarietà per alcuni Comuni dell'Italia centrale colpiti dai recenti terremoti, nei quali vanno tutelate le memorie della presenza degli antifascisti jugoslavi nel 1941-'44; abbiamo un po' di risorse per l'avvio di corsi di lingua serbocroata e di una nostra collana editoriale (titolo: "OrientaMenti"), nonché per il sostegno a realtà jugoslaviste e dei lavoratori nelle repubbliche ex-federate, e per altre iniziative ancora.

In particolare, nella Biblioteca specialistica troveranno posto volumi, in gran parte fuori catalogo o comunque introvabili in Italia, sui rapporti tra le due sponde dell'Adriatico, sull'internazionalismo partigiano, sui paesi socialisti e soprattutto sulla RFS di Jugoslavia, sulla cultura e la storia dei popoli dei Balcani; nell'Archivio saranno ospitati i fondi personali di ex combattenti, come il compagno e amico Drago Ivanović, di studiosi e militanti che vorranno riversarli a noi per impedirne la troppo frequente dispersione.

La Assemblea dei Soci 2016 di JUGOCOORD ONLUS, che ha preso tutte queste decisioni, è stata necessariamente un punto di svolta nella nostra storia associativa e quindi anche un momento di bilancio delle nostre attività. Nel Documento Strategico che è stato approvato si legge tra l'altro:
 

Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia – "CNJ ONLUS" o "JUGOCOORD ONLUS" – è una associazione non lucrativa di utilità sociale (ONLUS) iscritta con il n.ro 3/25455 (prot. 86181 del 20/11/2007) al registro della Agenzia delle Entrate del Lazio. In base allo Statuto, essa

 

è formata da persone, cittadini italiani e stranieri, a vario titolo impegnate sulle problematiche jugoslave, inerenti cioè allo spazio geografico, culturale e politico della disciolta Repubblica Federativa Socialista di Jugoslavia. (...) Il CNJ si fonda su quegli stessi valori su cui è stato fondato mezzo secolo di vita pacifica e di sviluppo della Jugoslavia, contro ogni secessionismo e contro ogni contrapposizione nazionalitaria od etnicistica, a partire dalla Guerra Popolare di Liberazione alla quale, assieme a tutti gli altri, parteciparono anche migliaia di italiani. Con la nostra attività ci prefiggiamo di contribuire anche a rimediare al profondo debito storico e culturale e alla profonda disinformazione sulle vicende jugoslave e del nostro confine orientale che, proprio in Italia, ereditiamo da lunga data, attraverso il nazionalismo italiano post-unitario, le annessioni coloniali ed il fascismo, la guerra fredda, lo smembramento della RFSJ. In questo ci sentiamo in continuità con lo spirito della comune lotta dei partigiani jugoslavi e italiani contro il nazifascismo.

 

JUGOCOORD è ONLUS dal 2007, ma le sue attività si esplicavano già, nella veste di associazione non riconosciuta, negli anni precedenti.

Infatti, il Documento Costitutivo del Coordinamento – che prima ancora dello Statuto ha fissato valori e obiettivi di fondo – risale al 1/7/2001. Con quell'atto, diverse realtà che dalla seconda metà del 1999 avevano animato il Coordinamento Nazionale La Jugoslavia Vivrà stabilirono di conservare una struttura di collegamento a livello nazionale che continuasse a promuovere la necessaria controinformazione e mantenesse viva la memoria storica dei drammi recenti e della esperienza jugoslava, anche dopo il colpo di Stato che nell'ottobre 2000 aveva ipotecato, almeno per il breve e medio termine, le aspirazioni jugoslaviste.

Prima ancora della esperienza del Coordinamento Nazionale La Jugoslavia Vivrà, numerosi soggetti sul territorio italiano avevano animato la mobilitazione contro la aggressione della NATO della primavera del 1999; alcuni di questi erano attivi già negli anni ancora precedenti, impegnati a contrastare la disinformazione strategica che aveva consentito lo squartamento dello Stato unitario e lo scoppio della guerra fratricida in contesti come quello croato e bosniaco (1991-1992). Tra questi soggetti, va rilevato che il Coordinamento Romano per la Jugoslavia – la cui denominazione è non a caso simile a quella del CNJ – aveva operato nella Capitale sin dalla prima metà degli anni Novanta, curando la trasmissione televisiva "VOCE JUGOSLAVA" su Radio Città Aperta e promuovendo momenti di informazione e dibattito invero unici in un panorama assolutamente omologato sui pregiudizi correnti, come il convegno tenuto all'Università "La Sapienza" il 10-11/1/1996. E' significativo che gli attuali Presidente e Segretario di CNJ ONLUS vengano proprio da quella esperienza.

 

Torniamo dunque al luglio 2001 per passare brevemente in rassegna le principali iniziative ed i risultati conseguiti da JUGOCOORD:

 

– la prima iniziativa pubblica importante del nostro Coordinamento si è tenuta a Torino il 4 maggio 2002 quando abbiamo presentato, in anteprima assoluta per l'Italia, il documentario della BBC "FASCIST LEGACY" con una sottotitolazione originale in italiano prodotta per l'occasione. Con tale evento, cui partecipò il noto storico Angelo Del Boca, si portò all'attenzione del pubblico italiano la esistenza di questo documentario, che allora nessuno conosceva e che è tuttora censurato dalle reti RAI;

– grazie a JUGOCOORD fu promossa la traduzione in lingua italiana e furono organizzate presentazioni del libro di Jürgen Elsässer "MENZOGNE DI GUERRA" (2002–2004); con lo stesso Autore nel 2005 è stato organizzato un nuovo incontro a Roma sul tema, oggi più che mai attuale, della "JIHAD TARGATA U.S.A.";

– a Trieste il 16 novembre 2002 JUGOCOORD promosse il Convegno "PASSANDO SEMPRE PER LA JUGOSLAVIA...", primo tentativo di convergenza tra le numerose realtà che in Italia erano rimaste attive sulle questioni jugoslave e serbe (ma con ospiti anche dall’estero) e nell'ottica di mantenere tali questioni al centro dell'agenda del movimento contro la guerra;

– a Roma il 7-8 maggio 2005 JUGOCOORD ha co-promosso la convention “PARTIGIANI!”, iniziativa internazionale ed internazionalista nel 60.esimo anniversario della Liberazione dal nazifascismo. A fronte di una modesta partecipazione di pubblico, l'iniziativa è stata feconda nella costruzione di un'ampia rete di contatti che negli anni successivi ha permesso di sviluppare numerose attività attorno agli argomenti dell'internazionalismo partigiano e sulle questioni del Confine Orientale;

– su queste ultime siamo attivi da sempre. Sicuramente la nostra opera di controinformazione ha giocato un ruolo fondamentale nella divulgazione verso il largo pubblico, su scala nazionale, delle ricerche del gruppo di Resistenza Storica attraverso la prima diffusione via internet di articoli selezionati sul tema ripresi da La Nuova Alabarda e la pubblicazione integrale sul nostro sito della prima edizione de "OPERAZIONE FOIBE A TRIESTE" di Claudia Cernigoi (2003). Il Coordinamento ha co-promosso il convegno "FOIBE: LA VERITÀ. Contro il revisionismo storico" tenutosi a Sesto S. Giovanni (MI) il 9 febbraio 2008, partecipando alle attività anche successive degli organizzatori: pubblicazione degli Atti, costituzione del Comitato nazionale contro il revisionismo storico, fino alla produzione della mostra "TESTA PER DENTE. CRIMINI FASCISTI IN JUGOSLAVIA 1941/1945” ed allo sviluppo del sito dedicato “DIECI FEBBRAIO”, per la cui esistenza la nostra partecipazione è determinante;

– sempre sugli stessi temi, CNJ ONLUS è stata al centro della polemica e di iniziative di contrasto a pesanti operazioni revisioniste, come la fiction Il cuore nel pozzo (nostri attivisti hanno contestato verbalmente l'attore protagonista Leo Gullotta al V Congresso Nazionale del PRC a Venezia, 2005), la pièce teatrale Magazzino 18 e le altre comparsate di Simone Cristicchi (per cui il cantautore ha anche provato a far censurare il nostro sito internet attraverso un intervento del suo legale; la petizione sul ritiro della tessera ANPI a Cristicchi, da noi sostenuta, ha avuto enorme risonanza);

– di nuovo a Torino il 5-6-7 ottobre 2005 si è contribuito alla realizzazione di una RETROSPETTIVA DI LORDAN ZAFRANOVIC, prestigioso regista jugoslavo con il quale permangono contatti; lo stesso Zafranović ha partecipato nella stessa città nell’ottobre 2007 alle giornate su "LA MEMORIA RIMOSSA. L'occupazione italiana della Jugoslavia (1941 - 1943)" per le quali il contributo organizzativo di JUGOCOORD è stato sostanziale;

– nel maggio-giugno 2007 JUGOCOORD ha contribuito all'allestimento a Milano della mostra “JASENOVAC, TOMBA DI 19432 BAMBINI/E”, curata da Andrea Catone. Sullo stesso argomento sono state promosse rappresentazioni teatrali (di Dino Parrotta: “JASENOVAC, OMELIA DI UN SILENZIO“) e si è partecipato ad iniziative-dibattito (ad es. a Poggibonsi, il 28 gennaio 2009 alla presenza dell’Ambasciatore di Serbia);

– ancora a Torino il 17 maggio 2011 è stato proiettato il video “RADE KONČAR. UNA STORIA DI OPERAI JUGOSLAVI”. Si è trattato di una delle (finora troppo poche) iniziative dedicate a far conoscere le vicende gloriose del movimento operaio e resistenziale jugoslavo;

– il connubio tra memoria storica antifascista e intervento artistico-culturale si ha anche, in anni più recenti, con le rappresentazioni della pièce teatrale “DRUG GOJKO”, di e con Pietro Benedetti, incentrata sulla figura di Nello Marignoli partigiano italiano nella Resistenza jugoslava;

– a Vicenza nei giorni 21-22 marzo 2009 CNJ ONLUS ha organizzato, assieme alla Rete Disarmiamoli!, il Meeting internazionale “TARGET” nel X Anniversario dei bombardamenti della NATO sulla Repubblica Federale di Jugoslavia. Si è trattato dell'unico evento di carattere internazionale (tra gli ospiti: J. Elsässer e D. Johnstone) organizzato al di fuori della Serbia per la ricorrenza; è stato inoltre il solo nuovo tentativo effettuato in Italia, dopo quello di Trieste 2002 e parecchi anni dopo i bombardamenti, di rilancio della collaborazione tra le realtà rimaste attive sulle questioni jugoslave e serbe, sempre nell'ottica di riportare tali questioni al centro dell'agenda del movimento contro la guerra;

– nello specifico della questione kosovara JUGOCOORD ha prodotto informazione costante, in particolare attraverso la mailing list JUGOINFO e promuovendo alcune iniziative, come quella di Milano del 10 maggio 2014 ("Kosovo-Serbia-Jugoslavia: UN TESORO IN PERICOLO"), soprattutto incentrate sul patrimonio culturale storico-artistico; sullo stesso tema è in lavorazione un testo divulgativo a cura di Rosa D'Amico, componente del nostro Comitato Scientifico-Artistico (CSA);

– sulla questione linguistica serbocroata JUGOCOORD è intervenuto con documenti e prese di posizione pubbliche, avvalendosi della consulenza di esperti come la slavista Ljiljana Banjanin nostra socia, promuovendo a Sesto S. Giovanni (MI) il 3 marzo 2010 una iniziativa su "LINGUE E CONFINI: LA GUERRA INFINITA?"; più in generale, per la promozione della conoscenza della letteratura serbocroata la nostra associazione ha aperto apposite sezioni sul sito internet www.cnj.it dove sono proposte traduzioni originali di poesie e prose celebri;

– sotto il profilo della solidarietà, JUGOCOORD ha sempre sostenuto le campagne attive a livello nazionale, curate da altre associazioni che a questo si dedicano specificamente e continuativamente, tra l'altro attivando simbolicamente un affido a distanza per un anno (2002) e poi con continui aggiornamenti sul sito e la newsletter. Più recentemente, grazie all'impegno della socia Mengarelli, JUGOCOORD ha preso direttamente in carico iniziative di ospitalità e scambio culturale-didattico quali “UN PONTE PER… DOMANI!” (2013) e “NA MORE CON AMORE” (oramai alla quarta edizione);JUGOCOORD

– JUGOCOORD ha aderito a tutte le principali manifestazioni e campagne indette contro la guerra, contro l'imperialismo e contro il razzismo, partecipando talvolta con un proprio piccolo spezzone ai cortei: ricordiamo ad esempio la manifestazione di Roma dell’8 giugno 2008 indetta a seguito dell’ondata di pogrom contro i Rom, in occasione della quale fu prodotto il lungo striscione "Ridateci il nostro paese";

– proprio sul tema della condizione Rom, JUGOCOORD è intervenuto soprattutto con prese di posizione pubbliche e campagne riguardanti specifiche situazioni in Toscana tramite la nostra socia Paola Cecchi;

– recentemente sulla questione Ucraina/Donbass JUGOCOORD ha prodotto informazione (via JUGOINFO e con pagine dedicate sul sito internet), co-promosso o partecipato ad iniziative pubbliche, partecipato alla Carovana Antifascista promossa dalla Banda Bassotti nel maggio 2015, ed infine contribuito alla costituzione del Coordinamento Ucraina Antifascista;

– l'impegno dei soci del CNJ è stato determinante per operazioni editoriali come le pubblicazioni dei libri "IL CORRIDOIO. Viaggio nella Jugoslavia in guerra" di J.T.M. Visconti (2006), "A TE MIA DOLORES" di S. Bozović (a cura di D. Kovačević, trad. Giacomo Scotti, 2008), “UOMINI E NON UOMINI” di G. Jelisić (a cura di J.T.M. Visconti, trad. I. Kerečki, 2013), promuovendone la diffusione e le presentazioni in tutta Italia;

– soci della nostra ONLUS sono tra i protagonisti del progetto di riscoperta della vicenda dei partigiani jugoslavi in Appennino e della conseguente pubblicazione del libro “I PARTIGIANI JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA ITALIANA” (Odradek 2011) per la cui promozione la ONLUS ha avuto un ruolo-chiave;

– ad Arezzo il 7 dicembre 2013 con il convegno intitolato "I FALSI AMICI", che ha dato seguito alla pubblicazione di un ampio dossier omonimo, si è affrontato per la prima volta in assoluto in una sede pubblica il problema delle infiltrazioni della destra nazionalista e fascista nelle battaglie antimperialiste;

– il nostro Coordinamento ha sviluppato una radicale critica al “Tribunale ad hoc” dell’Aia sin da tempi “non sospetti”, e dal 2001 ha sostenuto (in maniera informale e discreta, data l’esistenza di una apposita diversa struttura e ad evitare esposizioni di carattere prettamente “politico” inopportune per una ONLUS) le attività della Sezione Italiana del Comitato Internazionale per la Difesa di Slobodan Milošević; la mole di traduzioni e controinformazione prodotta da nostri soci sui temi correlati è stata enorme ed ha consentito tra l’altro la pubblicazione dei testi-documento “IN DIFESA DELLA JUGOSLAVIA” (Zambon 2005) e “UOMINI E NON UOMINI” (Zambon 2013); dopo l’assassinio di Milošević e il conseguente scioglimento della predetta Sezione Italiana JUGOCOORD si è caratterizzato come nuovo referente nazionale-internazionale su questi temi;

– sono state organizzate diverse altre iniziative-dibattito, specialmente nelle ricorrenze dei bombardamenti del '99 (24 Marzo) e in polemica con il Giorno del Ricordo (10 Febbraio), nonché presentazioni di libri, petizioni e campagne su diversi argomenti, presenze con banchetti informativi e diffusione di libri, eccetera – sulle quali non ci soffermiamo. Ancor più sono state le iniziative cui JUGOCOORD ha aderito, su diverse tematiche, pur senza esserne direttamente organizzatore, impegnandosi sempre per la loro massima pubblicizzazione attraverso i canali disponibili.

 

– Un capitolo a sé è quello riguardante le nostre attività nell’ambito dell’informazione. 

JUGOCOORD ha ereditato dal Coordinamento Romano per la Jugoslavia una trasmissione radiofonica – VOCE JUGOSLAVA su Radio Città Aperta, che va avanti ininterrottamente dal 1993 – ed una newsletter telematica – oggi sotto il nome di JUGOINFO, che in un ventennio ha contato circa 10mila invii con una rassegna di testi spesso introvabili altrimenti –, mentre il sito internet, già articolato tematicamente e ricco di documentazione, negli anni si è “moltiplicato” sviluppando al proprio  interno sezioni tematiche separate sui bombardamenti NATO del 1999 (https://www.cnj.it/24MARZO99/), sul carattere internazionale e internazionalista della Resistenza (https://www.cnj.it/PARTIGIANI/), sui partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana (http://www.partigianijugoslavi.it/), su Milošević e il Tribunale “ad hoc” dell’Aia (https://www.cnj.it/MILOS/). 

Il CNJ si è dotato anche di una propria presenza in Facebook, che se da un lato ha garantito la nostra visibilità sul social, dall’altro non è servita a incrementare la partecipazione fattiva alle nostre attività. Le ragioni di questo risiedono nel carattere stesso di Facebook, che mentre esalta l’esposizione individuale e la cacofonia comunicativa globale, attraverso precise “tagliole” (algoritmi selettivi e condizioni economiche per la visibilità dei post) relega in secondo piano le realtà associative o istituzionali, soprattutto se “scomode”. Si può stimare che a seguirci più o meno costantemente sulle diverse piattaforme (newsletter, Facebook) siano almeno 2000 persone; il numero delle visite al sito internet non è regolarmente monitorato, ma basti considerare che nella settimana 15/09--21/09/2016 si hanno avuti in media circa 600 click al giorno; 1500 accessi in quei giorni sono stati diretti, cioè non via motore di ricerca ma da chi ha direttamente digitato il nostro indirizzo!

Per molti anni (almeno fino al 2006) il nostro Coordinamento è stato la realtà che a livello nazionale si è più efficacemente impegnata per produrre le traduzioni dei documenti fondamentali - e tuttavia ignorati dai mass-media - sulle questioni jugoslave e affini. Questo lavoro di traduzione è andato però via via scemando, e attualmente le traduzioni da noi proposte (via JUGOINFO e sul sito) sono quasi sempre riprese da terze parti.

 

Il nostro lavoro ha gettato luce in tempi non sospetti e spesso in totale solitudine su questioni entrate solo in seguito nella discussione pubblica o almeno nel novero dei temi affrontati dai commentatori più attenti, ad esempio: i meccanismi della disinformazione strategica; le responsabilità occidentali nella “esplosione” dell’islamismo radicale; i dubbi sulla dinamica dell’11 Settembre; distorsioni e abusi della “legalità internazionale”; la propaganda italiana su “foibe” ed “esodo”; la strumentalizzazione delle questioni nazionali e i micro-nazionalismi; il dominio tedesco e la fondazione antipopolare e revanscista della Unione Europea; i caratteri neo-coloniali e da compradoras delle nuove “repubblichette” sorte dallo sfascio degli Stati ex-socialisti; i pregiudizi slavofobi, serbofobici e russofobici dominanti a tutti i livelli, anche accademici, nella nostra realtà culturale e politica.

Va rimarcato come il Coordinamento abbia sempre operato con disinteresse, mettendosi a disposizione per la divulgazione e realizzazione di iniziative di terzi o ascritte a terzi, facilitando in questo modo la circolazione di informazioni e la diffusione di un “senso comune” critico su questi argomenti senza preoccuparsi di averne un “ritorno”. Al contempo, abbiamo sempre rifuggito ogni tentazione di compiacere chicchessia, ponendo con rigore quesiti di principio e discriminanti sia verso l’esterno che al nostro interno, non avendo paura di criticare anche personaggi noti dai quali avremmo potuto avere un qualche sostegno, persino se membri del nostro CSA. La nostra funzione è stata finora al contempo di avanguardia e da “grilli parlanti”, siamo stati assieme generosi e impopolari: certamente queste attitudini non ci hanno agevolato nella crescita della organizzazione, ma la nostra coerenza è stata riconosciuta da chi ci ha seguito, come ha dimostrato Giuseppe Torre nominandoci a destinatari di un rilevante lascito, e ci consente di procedere a testa alta per il conseguimento dei nostri obiettivi.

 

Il quadro è dunque quello di una amplissima gamma di temi trattati e di una molteplice tipologia di iniziative: a fronte di ciò JUGOCOORD fino ad oggi ha potuto giovarsi solo di forze esigue. (...) Analogamente modesto è sempre stato il Bilancio sociale, con un patrimonio costantemente attestato attorno ai 2000 euro ed un ricircolo annuo di denaro di dimensioni non superiori. Negli ultimi anni la assegnazione del 5 per mille (600-1000 euro) ha comportato all'incirca il raddoppio delle entrate ma anche le uscite sono cresciute in proporzione, in virtù della aumentata mole di iniziative promosse.

Va certamente tenuta presente la odierna fase di crisi dell'associazionismo gravante a tutti i livelli, che vede anche sodalizi storici lamentare cali di partecipazione e di tensione ideale. Tale crisi, sulla quale non è questa la sede per sviluppare analisi approfondite, trova notoriamente le sue ragioni principali nella ricerca della gratificazione individualistica, nella commercializzazione di ogni rapporto sociale, nella scarsa abitudine al lavoro collettivo e alla verifica oggettiva dei risultati del lavoro di gruppo, ed ha come esito prevalente la autoreferenzialità e la perdita del carattere comunitario e conviviale della vita associativa.

 


Tra le priorità che abbiamo individuato c'è quindi quella di "far crescere il Coordinamento potenziandone la base di attivisti". Uno strumento che introduciamo a questo scopo, a partire dal 1 gennaio 2017, è quello di una forma di tesseramento “leggero”, rivolto ad es. ai giovani e a chi ancora non conosciamo di persona. Finora per aderire a JUGOCOORD è stato infatti necessario, tra l’altro, essere presentati da una persona già aderente; in futuro tale condizione continuerà a valere per i soci effettivi, mentre i simpatizzanti ne saranno esentati (non godranno perciò di alcuni diritti quali la eleggibilità alle cariche sociali e il diritto di voto).


Ricapitolando: per aderire a JUGOCOORD ONLUS 
come simpatizzanti è necessario
- condividere i contenuti dello Statuto; 
- compilare e trasmettere una scheda di adesione (da noi fornita);
- contribuire annualmente con il versamento di  una sottoscrizione minima di 10 euro/anno.
Per aderire come soci è inoltre necessario
- essere presentati da una persona già aderente.
Si può aderire dall'Italia e dall'estero. Sia i simpatizzanti che i soci in difficoltà economiche possono fare domanda motivata di esenzione dalla quota sociale annua.


Con la ripresa del tesseramento rivolto a nuovi soci (2017) e la apertura della sede si daranno le condizioni per un significativo incremento della base sociale. (...) Questo è ciò che auspichiamo come condizione necessaria per lo sviluppo della nostra associazione, lo sviluppo dei rapporti con associazioni affini e organizzazioni jugoslaviste all’estero, ed il conseguimento dei tanti obiettivi che ci siamo posti e che grazie alla generosità di Giuseppe Torre forse diventano più vicini.



Nessuno dunque se ne voglia se rivolgiamo un augurio particolare per il Nuovo Anno a noi stessi del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia



(english / srpskohrvatski.
A Jasenovac sono di nuovo "Pronti per la patria" – "Za Dom spremni!", come recita la lapide nera apposta pochi giorni fa dai veterani ustascia nei pressi dell'ex campo di sterminio che nel 1942-1945 era gestito dai loro ispiratori. Nessuna condanna è venuta da Bruxelles per questo nuovo gesto simbolico ignobile, dopo la "riabilitazione" di Stato del nazi-collaborazionista arcivescovo Stepinac pochi mesi fa... )


„ЗА ДОМ СПРЕМНИ“ ПОНОВО У ЈАСЕНОВЦУ

1) Wiesenthal Center Denounces Plaque With Ustasha Slogan in Town of Jasenovac
2) "Za dom spremni" usred Jasenovca 
3) Salomon Jazbec: JASENOVAC (iz biltena "Naša Jugoslavija")
4) Simon Wiesenthal Center outraged by annulment of Stepinac conviction


Isto pročitajte:

„ЗА ДОМ СПРЕМНИ“ ПОНОВО У ЈАСЕНОВЦУ (Lj. Karan, понедељак, 05 децембар 2016)
Постављање табле ХОС у Јасеновцу није само провокација него далекосежна порука и претња...
http://standard.rs/politika/36389-„за-дом-спремни“-поново-у-јасеновцу

Sui crimini degli ustascia al potere in Croazia nel 1941-1945 ed in particolare sul loro sistema concentrazionario si veda la nostra pagina dedicata:

Sulla riabilitazione dell' "arcivescovo del genocidio", il collaborazionista degli ustascia Alojizije Stepinac, da parte dello Stato croato si veda:
Clericofascismo (JUGOINFO 25 luglio 2016)


=== 1 ===


Wiesenthal Center Denounces Plaque With Ustasha Slogan in Town of Jasenovac, Site of Mass Murder by Ustasha

December 6, 2016

Jerusalem – The Simon Wiesenthal Center today denounced the use of an Ustasha (Croatian fascist) slogan on a memorial plaque to Croatian soldiers who fell in the 90s, in the village of Jasenovac, site of the largest concentration camp in the Balkans, where close to 100,000 Serbs, Jews, Roma, and anti-fascist Croatians were murdered by the Ustasha.

In a statement issued here today by its director for Eastern European affairs, Dr. Efraim Zuroff, the Center noted that the use of slogans which incite to violence is forbidden by Croatian law, and that Za dom spremni (for the Homeland, ready) was an integral part of the propaganda accompanying the Ustasha genocidal campaigns against Serbs, Jews and Roma.

According to Zuroff:

"It is hard to believe that an incendiary slogan like Za dom spremni can be publicly displayed in a country which is a member of the European Union. Such slogans are an insult to the survivors of the Ustasha terror and part of an attempt to distort the history of World War II and the Holocaust, turning perpetrators into heroes."

For additional information please contact the Israel Office of the Wiesenthal Center, 972-2-563-1274 or 972-50-721-4156,  join the Center on Facebook, www.facebook.com/simonwiesenthalcenter, or follow @simonwiesenthal or @EZuroff for news updates sent direct to your Twitter feed.
 
The Simon Wiesenthal Center is one of the largest international Jewish human rights organizations with over 400,000 member families in the United States. It is an NGO at international agencies including the United Nations, UNESCO, the OSCE, the OAS, the Council of Europe and the Latin American Parliament (Parlatino).


=== 2 ===


NOVA USTAŠKA PROVOKACIJA: "Za dom spremni" usred Jasenovca 

Jurica Kerbler | 03. decembar 2016. 16:52 > 19:25 | Komentara:  20
U neposrednoj blizini mesta gde je u ustaškoj NDH bio zloglasni logor Jasenovac, postavljena je tabla na kojoj su isklesana imena pripadnika Hrvatskih odbrambenih snaga uz napis "Za dom spremni"

OD STALNOG DOPISNIKA: ZAGREB

U neposrednoj blizini mesta gde je u ustaškoj NDH bio zloglasni logor Jasenovac, postavljena je tabla na kojoj su isklesana imena 11 pripadnika Hrvatskih odbrambenih snaga uz napis "Za dom spremni". Tabla je u centar Jasenovca stavljena pre mesec dana, na pročelje zgrade na Trgu kralja Petra Svačića, ali do sada niko nije reagovao. Na tabli piše da su je postavili veterani HOS-a iz Jasenovca i Zagreba, a na postavljanju su bili brojni hrvatski političari.

"Novostima" je rečeno da postoje sve potrebne dozvole za postavljanje table i da nijedna gradska služba nije imala nikakav prigovor - ni na tekst koji je ispisan na tabli, ni na hrvatski grb koji se koristio u vreme NDH, kao ni na ustaški pozdrav "Za dom spremni".

U vreme ratova devedesetih pripadnici HOS-a, koji su delovali kao paravojska, koristili su ustaška obeležja, a njihove jedinice nosile su imena najvećih koljača.

Do sada tabla nije izazvala pažnju van Jasenovca, jer hrvatski mediji nisu o tome pisali, i jedina informacija pojavila se u zagrebačkim "Novostima" koje izdaje Srpsko narodno veće.

Reč je, kako tvrdi istoričar Hrvoje Klasić, i o postupku koji zaslužuje kazneno gonjenje, jer je istaški pozdrav "Za dom spremni" zakonom zabranjen. 

STRAŠNI GOVOR

NA postavljanju table govorio je, uz predstavnike Jasenovca, i Hrvoje Niče, predsednik HSP-a Ante Starčevića, spomenuvši da je "zločinac Tito 21 godinu posle Drugog svetskog rata postavio velelepni spomenik 'Kameni cvet' Bogdana Bogdanovića u Jasenovcu, a mi tek sada, 21 godinu nakon Domovinskog rata, a postavljamo tablu našim palim bojovnicima".


=== 3 ===

Izvor: "Nasa Jugoslavija", Bilten XIV Novembar 2016. godine 

J A S E N O V A C 

Piše: Salomon Jazbec
(1) 

Povijest interneta predstavlja kratku povijest manipulacije javnim mnijenjem. Koliko god pružao korisnih, značajnih i konkretnih podataka, toliko ujedno sadrži laži, obmana, opasnih i štetnih izobličavanja činjenica, pri čemu je historija omiljena meta iživljavanja mnoštva anonimnih pojedinaca i grupa. Čini se da gotovo i nije potrebno elaborirati taj fenomen, jer svatko intuitivno osjeća kako je u nekom dijelu svojeg korištenja web-a bivao žrtvom internetske podvale ili pak svjedočio iskrivljavanju povijesne istine elektronskim putem. Povijesni je revizionizam u internetu pronašao svoj hram. 

Svakog se dana na oltaru tog hrama obavlja pogansko žrtvovanje Mnemozine, majke muza i božice pamćenja. Mnemozina u grčkoj mitologiji bješe božanstvo, no u ovom slučaju antičkog prokletstva za XXI. stoljeće lišena je svoje nedodirljive božanske prirode te poganskom pretvorbom preobličena u životinju. Svećenici i svećenice internetskih sljedbi svakodnevno kolju i pale Mnemozinu na sjajnom žrtveniku, da bi je – čudotvorno oživljenu – već sutradan nanovo ubijali. I ubijat će je tako iznova sve dok bude sredstava i načina. Za interes nema bojazni. Svjetina, sada „računalno opismenjena“ – no i dalje polupismena (s nepismenošću višeg reda) – tražit će i nadalje svoju porciju dnevne opsjene. Nebeska zaštitnica povijesti postade priklana junica. 

Kako reče jedan naš aforističar devedesetih, povijest je bila naša učiteljica, a onda su došli neki manijaci i silovali našu učiteljicu. Silovali i masakrirali, dodao bih. Sve u suglasju s pandemonijem ratnih zločinaca i makabričnim katalogom zločinstava, što eruptiraju na Balkanu svakih pola stoljeća kao kakvo usudno antičko prokletstvo. Krvavo klatno se klati. Na starim klaonicama i žrtvama – imenovanim i neznanim – temelje se novi ratovi i novi genocidi. Koloplet zla ne prestaje se plesti. Zločinačko kolo ne prestaje se vrtjeti. Jednom žrtvovana čovjeka ubijaju iznova. Povijesni revizionizam na internetu postaje sredstvo masovnog uništenja memorije. 

Internet možda nije najviši stupanj, ali je zato najprostraniji poligon obmane, manipulacije i malverzacije. Kao što se vidjelo iz slučaja matematičara Grigorija Jakovljeviča Pereljmana i njegovog dokaza Poincaréove slutnje, čak ni matematika – kao kraljica znanostî i vrhunac egzaktnosti ljudske misli – nije imuna na manipulacije World Wide Weba. Posredstvom interneta, moguće je jednom znanstveniku u virtualnom svijetu oduzeti kapitalno dostignuće iz stvarnog svijeta. 

Kineski matematičari iskoristiše samozatajnost ruskog matematičkog genija da ga ponize na globalnom nivou i njegove znanstvene rezultate pripišu sebi, iako nikakva stvarnog udjela u svemu tome ne imahu. Zbog toga je petrogradski matematičar dr. Griša Pereljman odbio primiti sve počasti i milijunske novčane nagrade koje su bile namijenjene onome tko razriješi jedan od najtežih i najprovokativnijih problema matematičke znanosti, postavljen 1904. godine. Tim činom ukazao je na činjenicu, koliko je u sadašnjem trenutku lako uprljati čitav jedan – po defaultu uzvišen – akademski svijet. Da, i prije su se događale takve stvari, ali nikad ovako široko, ovako duboko, ovako dalekosežno i ovako brzo kao danas, kad se jednim klikom miša može plasirati neistina na milijardu adresa, kad se s dva-tri posta pred oči svijeta može postaviti burleskna predstava na portalu svjetske informacijske prvostolnice. 

Ta kad se tako nešto već može zbivati na egzaktnom području ljudske misli, koliko li je to tek moguće na polju onih društvenih disciplina – s historiografijom kao oglednim primjerom – što su zbog svoje unutarnje elastičnosti i rubne fragilnosti podvrgnute svakojakim distorzijama i lomovima, dovodeći pokatkad vlastiti karakter do brutalne perverzije, pod lošim utjecajima iznutra i još pogubnijim vanjskim utjecajima?! 

Ovisno o odsutstvu ili unosu ideološkog napitka, jedna te ista „povijest“ može biti doktor Jekyll i mister Hyde. Vrhunac tog procesa ogleda se u internetskoj enciklopediji pod imenom wikipedija

Što nam hrvatska wikipedija, primjerice, piše o Juri Francetiću? „Hrvatski političar i vojnik, veliki rodoljub, osobno neobično hrabar i pošten.“ (2) O Anti Paveliću i njegovoj vladavini? „Hrvatski radikalni nacionalistički političar, razni pjesnici pišu pjesme posvećene njemu, nastaju slike i skulpture, status Srba u NDH se poboljšao, posebice u urbanim dijelovima.“ (3) O Vjekoslavu Maksu Luburiću? „Čovjek koji se na svoj način posvetio borbi za Hrvatsku, spašava desetke pravoslavne siročadi i smješta u institucije koje o svom trošku održava Ustaška obrana.“ (4) O Jasenovcu? „Partizani su fotografirali ljude koje bi sami pobili i navodili da su to žrtve ustaškog režima. Tamo je stradala 481 osoba.“ (5) 

Takve stvari ne navodi čak niti notorni biografski leksikon „Tko je tko u NDH“ (u izdanju zagrebačke „Minerve“ iz 1997. godine). Pa čak i da navodi, znalo bi se kome te navode možemo pripisati, jer su leksikonske jedinice autorizirane. 

Tako one o Juri Francetiću i Maksu Luburiću potpisuje Zdravko Dizdar (6), a onu o Anti Paveliću Slaven Ravlić (7), dok se na hr.wikipediji u autorskom i uredničkom svojstvu pojavljuju sablasti s nadimcima SpeedyGonzales, Kubura, Jack Sparrow, Flopy i Roberta F

U konačnici iza čitavog tiskanog leksikografskog projekta stoji određeni (poznati i provjerljivi) urednički savjet, neko uredništvo, glavni urednik, urednik biblioteke. U slučaju biografskog leksikona „Tko je tko u NDH“, urednik biblioteke „Leksikoni“ nakladničke kuće „Minerva“ je Marko Grčić (8), a glavni urednik leksikona Darko Stuparić (9). U slučaju wikipedije, urednici su neimenovani ljudi. Za unose nitko ne odgovara. Za njihovu redakciju također (10). Nominalno je kao osnivač wikipedije i odgovorna osoba naznačen Amerikanac iz Londona Jimmy Wales, no dotični pojma nema, niti može imati saznanja o svemu onome što se svakodnevno kroz trinaest godina postojanja wikipedije objavljivalo i objavljuje, s obzirom da je dosad, samo na engleskom, publicirano četiri i pol milijuna enciklopedijskih jedinica, dok nove natuknice nastaju svake minute, na brojnim stranim jezicima, pa tako i hrvatskom (11). 

Štoviše, teško da bi ikakav međunarodni urednički odbor mogao obuhvatiti informacijsku lavinu svakodnevnog stvaranja globalne internetske enciklopedije. Stanje u biti balansira između anarhije i entropije s jedne strane, odnosno više ili manje kontrolirane učinkovite samoorganiziranosti wikipedijskih ogranaka s druge, gdje se vrlo velikom količinom suradnika u konačnici ipak postiglo izvjesno ravnovjesje informacijskog obilja i vjerodostojnosti te relativna pouzdanost i nepristranost iznošenja činjenica i komentara, odnosno korisni mehanizmi popravaka i usavršavanja gradiva, pa ih možemo smatrati leksikografski relevantnim punktovima. 

Wikipedije s više od milijun članaka u sadašnjem su času: nizozemska, ruska, poljska, švedska, njemačka, španjolska, talijanska i francuska. Wikipedije s više od četiristo tisuća članaka: ukrajinska, katalonska (12), vijetnamska, portugalska, kineska, norveška i japanska. Wikipedije s više od dvjesto tisuća članaka: češka, arapska, indonezijska, malezijska, finska, rumunjska, mađarska, turska, iranska, korejska i srpska. A wikipedije s više od pedeset tisuća članaka jesu: grčka, danska, bugarska, hebrejska, hindu, latvijska, slovačka, litavska, slovenska, tajlandska, estonska, baskijska, galicijska, urdu, esperanto, srpskohrvatska i hrvatska. 

U tom pobješnjelom moru članaka i jezika i osoba i događaja i mjesta i pojava i tko zna čega sve još – teško je steći čak i najpovršniju preglednost. To nije tek obično more ili ocean, već čitav jedan tekući planet u stanju trajne uzburkanosti. Jasno je da se o bilo kakvoj ozbiljnijoj regulativi u tom mediju ne da ozbiljno niti govoriti. Stvar je prepuštena samoj sebi. 

I kako se to onda rješava u stvarnosti? Improvizacijama i sustavima razvijenima usput. Opće se stanje drastično razlikuje od jedne wikipedije do druge. Dok je engleska enciklopedija s trideset i dvije tisuće suradnika i urednika dobro uređena i stvarno relevantna, pa se – po ocjenama leksikografa – praktički ne razlikuje po količini pogrešaka od najčuvenije svjetske tiskane enciklopedije (Encyclopedia Britannica (13)), dotle je situacija s manjim wikipedijama, koje imaju stotinjak stalnih anonimnih suradnika i urednika, loša, pa i katastrofalna. One su gotovo nekorisne, ne samo u pogledu problematičnih područja, već počesto i u nekim područjima koja se inače čine nespornima, jer je tim jedinicama naprosto posvećeno premalo pažnje, te su obrađene šturo, površno, ponekad i pogrešno, ili posve nerazumljivo. Nakon konzultiranja takvih kvazienciklopedijskih izvora, korisnici ostaju neinformirani i zbunjeni. 

Djelomično je to rezultat procesa stvaranja članaka od strane nekompetentnih osoba, zatim premalog interesa stručnjaka za aktivnu i kontinuiranu suradnju na stvaranju sadržaja, no naposljetku i rezultat puke tendencioznosti ili kaprica onih koji su otvorili temu i ne dozvoljavaju da se njihovo viđenje ili iznošenje podataka dovodi u pitanje i podvrgava izmjenama. 

Svaka korisna inicijativa tu završava u slijepoj ulici i nikakav Jimmy Wales iz Londona ili John Smith iz Huntsvillea, Alabama – zapamtite! – neće rješavati stvari što se dešavaju na vašoj wikipediji. Ona je prepuštena domaćim vandalima, hordi diletantskih skribomana bez imena koji odavno zauzeše administratorske i birokratske busije i drže ih pod punim naoružanjem (14), kako bi se mogli boriti za određenu političku ili ideološku ili religijsku pristranost. Samo se o tome radi. Ne o istini, ne o činjenici, ne o znanosti. Samo o odnosu sila na elektronskom bojištu. (15) 

O tome i o – zezanju. Dvije trećine kreatora sadržaja wikipedije izjavilo je da sudjeluje u tome zbog zabave, a u studenom 2007. na prva tri mjesta motiva istrčali su „fun“ (!), „ideology“ (!!!) i „values“ (!?). Čak 13% kontributora mlađe je od 17 godina. 

Sve to naravno ne bi bilo toliko štetno, kad bi se radilo o tome da netko krivo piše o dekadskim logaritmima, jer bi se konačnom konzultacijom s bilo kojim logaritamskim tablicama moglo provjeriti da je autor upisa o toj temi zabludjela neznalica i dokona budala (16). No kad se radi o složenim povijesnim temama koje nas se neposredno tiču, koje nas upravo bole, poput ustaškog logora smrti Jasenovac, ubrzo se uviđa da je zalaganje protiv povijesnog revizionizma na hrvatskoj inačici internetske enciklopedije mukotrpan i praktički nemoguć, upravo uzaludan poduhvat, što će pokazati slučaj suradnika internetskog portala H-Alter Marka Gregovića, opisan u njegovom žurnalističkom prilogu iz 2012. godine, pod naslovom „Nezavisna Wikipedija Hrvatska“. 

Gregovićev članak započinje riječima: „U hrvatskoj inačici Wikipedije NDH je izraz stoljetnih težnji za samostalnošću, Ante Pavelić je književnik al pari Ivi Andriću, ustaški pokret ustvari nije bio ni rasistički ni totalitaran, Jasenovac je bio Raj na zemlji, a Maks Luburić ni u snu nije bio patološki ubojica. Želite li to sve ispraviti, nailazite na zabranu administratora.“ (17) Pa nastavlja: „Hrvatske inačica te enciklopedije koja ovih dana slavi devet godina postojanja, ipak nije samo blještavi spomenik slobodnom znanju i mogućnostima ljudske suradnje. Ona ima i mračniju stranu – prepuna je pseudoznanosti, izmišljotina i rasističkog revizionizma.“ (18) Zatim se Gregović – povodom devete obljetnice wikipedije – entuzijastično poduhvatio sređivanja hrvatske wikipedije, da ne dočeka sirotica jubilarnu obljetnicu tako uneređena. „Za početak odlučim izbrisati jednu irelevantnu i neprovjerenu rečenicu koja kaže da su logoraši iz Jasenovca često igrali nogomet, a da je svaki tim imao svoj dres. Smatrao sam da tako nešto, sve i da je bila istina, nema što tražiti u članku koji se bavi logorom smrti u kojem i ovako fali mnoštvo relevantnih detalja. I tako napravim malu izmjenu, izbrišem rečenicu o nogometu i osjetim se ispunjen doprinosom ljudskome znanju. U roku od sat vremena suradnik Jack Sparrow bez objašnjenja ukida moje izmjene. Malo me to čudi, ali prijeđem preko toga – možda Jack Sparrow toliko voli nogomet, da mu je njegovo spominjanje važno čak i u članku o logoru smrti. Odbijam dopustiti da mi to pokvari entuzijazam za sudjelovanjem. Krećem na popravljanje drugog članka – onoga o NDH. U njemu se također propušta napomenuti sve i svašta, ali odlučujem se dodati samo to da NDH danas ne smatramo prethodnicom suvremene Hrvatske. Referenca koju navodim je Ustav u kojem naravno piše da je hrvatska nastala na antifašizmu. Ovaj put osjećam se još korisnijim – faktički sam u enciklopediju dodao neko znanje koje će netko jednom možda upotrijebiti. Ubrzo postaje jasno da je i drugi pokušaj propao – ovog puta administrator Flopy bez objašnjenja briše moje izmjene. Meni sad prekipi što me tu neki Flopy zaustavlja u mojem prosvjetiteljskom zanosu i ukinem ja njegove izmjene i vratim na svoju verziju. Ukine on moje. Ja njemu. On meni. Ja njemu opet pokušam i – ne mogu! Shvatim da je članak zaključan na 48 sati (zbog tzv. vandaliziranja), a da sam ja zaradio nekakav “žuti karton” (također zbog vandaliziranja). Naravno, članak je zaključan na verziju koja ne spominje antifašizam suvremene Hrvatske. Nakon još nekoliko neuspješnih pokušaja uređivanja drugih članaka zasad odustajem od daljnje borbe – očito protiv sebe imam administratora koji ima moć i ne želi popustiti. Zaključujem da je za neke Wikipedijine administratore dobro da u Hrvatskoj ne postoje zakoni koji brane negiranje Holokausta jer bi ih dobar dio završio iza rešetaka.“ (19) 

Napominjem da je na Facebooku pokrenuta grupa „Razotkrivanje sramotne hr.wikipedije“, koja ima četiri tisuće članova. Adresa joj je ndh.wikipedija. (20) 

Primjećujete da ne ulazim u analizu samih članaka o logoru Jasenovac na hrvatskoj, srpskoj, srpskohrvatskoj i engleskoj wikipediji. Smatram da bih vam time oduzimao dragocjeno vrijeme. Svatko je od nas duboko ušao u tu problematiku i nema prijeke potrebe da samima sebi tumačimo ono što već predobro znamo. Napokon: iznjedrili smo brojne stručne radove o toj temi, sudjelovali na proteklih pet međunarodnih konferencija o Jasenovcu. Neki od nas napisali su čitave knjige o Jasenovcu. (I ja sam, primjerice, autor jedne od osamsto stranica.) Svatko od nas na kraju može na internetu otvoriti wikipediju i potražiti na njoj natuknice što se tiču Jasenovca i ostalih pojmova iz Nezavisne Države Hrvatske. Svatko od nas u stanju je razlučiti što je od napisanog istina, a što odraz bestidnog povijesnog revizionizma. To će – prosuđujem – vrijediti i za čitatelje zbornika radova VI. međunarodne konferencije o Jasenovcu. 

Ovim radom želio sam skrenuti pozornost na problem wikipedijskog prikaza Jasenovca. Htio sam ujedno pokazati kako su i drugi prije mene to uočili kao problem, navesti što ih je zasmetalo i kakva su iskustva imali s pokušajima uređivanja članaka iz tematike NDH na hrvatskoj wikipediji. Ono što ipak želim konkretno istaknuti, jest to da se anonimni stvaratelji – a po svemu sudeći – i imatelji hrvatske wikipedije, u ispisivanju članka o Jasenovcu referiraju na pristrane, suspektne, isključive, nejasne i ispolitizirane izvore, kao i one insuficijentne informativnosti, od propovijedi fra Blaža Toplaka na „misi zadušnici za žrtve bačene u Husinu jamu“ (planina Kamešnica, uz staru cestu Livno-Sinj) 3. rujna 2011, do kompendija navoda revizionistkinje Ljubice Štefan o logoru Jasenovac, koji je skupio jedan slovenski građanin, ali sadržaj više nije dostupan na internetu, no poveznica postoji u okviru wikipedijske jedinice o Jasenovcu. (21) 

O logoru Jasenovac izdano je od 1945. do danas preko tisuću i sto knjiga, publicirano preko tri tisuće stručnih radova. Od njih se na hrvatskoj wikipediji u rubrici „Knjige o Jasenovcu“ navode tek tri djela: knjiga Josipa Jurčevića Nastanak mita o Jasenovcu iz 2005.; knjiga Mladena Ivezića Jasenovac – brojke iz 2003. te knjiga Vladimira Horvata i Vladimira Mrkocija Ogoljela laž logora Jasenovac iz 2008. 

Od vanjskih poveznica, hr.wikipedija daje link na blogerski post suradnika portala Dnevno.hr Tvrtka Dolića, pod nazivom „Istina o Jasenovcu“. Blog dotičnog blogera – koji tvrdi da je Isus bio Hrvat, a Marija Hrvatica (22) – portal Index.hr maknuo je sa svojih stranica krajem prošle godine, o čemu piše Jutarnji list 25. studenog 2013. u članku pod nazivom „Index.hr uklonio ustaškog blogera sa svojih stranica“. (23) Dolićev tekst „Istina o Jasenovcu“ iz 2010. objavljuje 17. ožujka 2014. godine Dnevno.hr. Već u njegovom uvodu nalazimo riječi: „Je li Jasenovac bio najveće svjetsko stratište ili običan pržun, kako svjedoče preživjeli logoraši i aktivisti Crvenog križa?“ (24) U svojim tekstovima Dolić iznosi „osobna saznanja da se u Jasenovcu živjelo jako dobro i ugodno“. (25) 

Tekst Tvrtka Dolića „Istina o Jasenovcu“ jest poveznica koju leksikografska jedinica „Logor Jasenovac“ na hrvatskoj wikipediji daje još 11. svibnja 2014., iako je s portala Index.hr skinut u studenom 2013. – i na toj se poveznici taj „jako koristan“ tekst ne nalazi. Uz njega se daje poveznica na predavanje Ljubice Štefan s tzv. II. hrvatskog žrtvoslovnog kongresa 1998. godine „Poslijeratni Titov logor Jasenovac 1945.-1947/48.“, objavljen na internetskom portalu Stina hrvatskih pradidova. (26) Također se daje link na razgovor s Josipom Jurčevićem, „znanstvenim suradnikom Instituta društvenih znanosti ‘Ivo Pilar’ u Zagrebu i profesorom suvremene povijesti na Hrvatskim studijama Sveučilišta u Zagrebu“. 

Uza sve navedeno, daje se začudo i poveznica na „Izvorno izvješće Zemaljske komisije Hrvatske (1946.)“ (uz bedastu opasku „pogrešna procjena broja žrtava“). (27) Međutim, na toj se poveznici predmetni članak ne nalazi. 

Što se tiče spomenute procjene broja žrtava, hrvatska wikipedija od svih mogućih izvora citira tek ustaškog ratnog zločinca fra Miroslava Filipovića-Majstorovića, koji je procijenio „da je pod njegovim zapovjedni-štvom likvidirano oko 20.000-30.000 zaro-bljenika u glavnom jasenovačkom logoru.“ 

Kad navodi Žerjavićeve i Kočovićeve procjene broja žrtava, hrvatska wikipedija napominje: „Demografska istraživanja Vladimira Žerjavića i dr. Bogoljuba Kočovića, koji su radili neovisno jedan od drugoga, dala su slične rezultate. Prema Žerjaviću proizlazi da je u Jasenovcu stradalo oko 83.000 osoba (od toga između 45 i 52 tisuće Srba, 12 tisuća Hrvata i Muslimana, 13 tisuća Židova i 10 tisuća Roma), dok je dr. Kočović došao do procjene da je u Jasenovcu život izgubilo oko 70.000 ljudi. Okvirne procjene ove dvojice stručnih istraživača do sada nisu opovrgnute nikakvim znanstveno utemeljenim argumentima.“ To je glupo ustvrđivanje, jer je navedene procjene oborio sam poimenični popis jasenovačkih žrtava JUSP Jasenovac. Službeni broj od 83.145 objavljen je na stranicama Javne ustanove Spomen-područje Jasenovac još u ožujku 2013. godine. (Novopopisane žrtve za prethodnih godinu dana nisu pribrojene, niti objavljene.) Poimenični popis beogradskog Muzeja žrtava genocida iz 2012. daje 88.000 jasenovačkih žrtava. (On se također kontinuirano dopunjuje.) Procjene koje su ispod ukupnog broja poimeničnih žrtava nisu validne i samim time su Žerjavićeve procjene jasenovačkih žrtava postale besmislene. Kočović nije dao nikakve procjene jasenovačkih žrtava; informacija o tome je hoax od strane Vladimira Žerjavića. 

Povodom desete obljetnice hrvatske wikipedije, desetog rujna 2013. godine Jutarnji list piše o wikirevizionizmu – kako ga nazivam – pa u članku Gorana Penića „Desničari preuzeli uređivanje hr.wikipedije“ ističe sljedeće: „Da je hrvatska verzija Wikipedije izrazito pristrana i ultradesničarski intonirana, smatra i naš znanstvenik dr. sc. Pavle Močilac, koji je zbog toga i prekinuo s njima suradnju. Močilac kaže kako u temama koje se tiču povijesti, Drugog svjetskog rata i NDH dominira revizionistički ton u kojem se opravdava i veliča NDH i fašizam, dok se antifašizam portretira u jako negativnom svjetlu. To je opasno, kaže Močilac, jer se današnji učenici i studenti rado služe tim podacima za učenje i seminarske radove misleći da iza toga stoji struka. ‘Izrazita pristranost i ideološka obojenost totalno obezvređuje kompletan projekt hr.wikipedije, što je tragedija, jer važnost projekta wikipedija za današnje obrazovanje postaje ogromna. Akademici generalno nisu skloni wikipediji upravo zbog toga što je pišu i uređuju vrlo često amateri koji, kao što vidimo, počesto ubacuju neistine, poluistine, vlastito (neutemeljeno) mišljenje, ideologiju, svoj pogled na religijska pitanja i slično, a vrlo često kao reference uzimaju irelevantne i loše internetske izvore ili čak revizionističke knjige’, kaže Močilac. On je nekoć uređivao članke iz područja farmakologije, jer mu je to primarna struka, ali kada je shvatio što sve piše na hr.wikipediji, odlučio je da u tome ne želi sudjelovati.“ (28) 

Ukoliko je rat produženje politike drugim sredstvima – kako uči vojni teoretičar Clausewitz – onda je internet produženje rata drugim sredstvima. Pobjeđuje onaj tko je jači na mreži. Rat se dobiva na netu

Ne smijemo, međutim, ni u kom slučaju potcjenjivati utjecaj wikipedije. Wikipedija je deveta najpopularnija web-stranica na svijetu sa sto dvadeset milijuna posjeta mjesečno, dok je u prosjeku svaki petnaesttisućiti posjetitelj ujedno i kontributor sadržaja, a od njih je otprilike desetina onih koji stalno pridonose stvaranju sadržaja na wikipediji. U jednom mjesecu wikipedija naraste za trideset milijuna riječi. Svakog mjeseca pridolazi četvrt milijuna novih registriranih korisnika wikipedije. 

Ako pogledamo statistiku za hrvatsku inačicu wikipedije (prema podacima koje je krajem veljače ove godine prikupio i obradio analitičar podataka Fundacije Wikipedija Erik Zachte), hrvatska wikipedija se obraća potencijalnom čitateljstvu od šest milijuna ljudi, na njoj se nalazi 143,5 tisuće članaka, a uređuje je 167 suradnika, s prosječnom posjećenošću od 34 tisuće posjeta stranice na sat. 

U odnosu na hrvatsku wikipediju, srpska wikipedija ima stotinu suradnika više, stotinu tisuća članaka više i obraća se dvaput većem broju govornika jezika na kojem je pisana. U isto vrijeme, ona ima samo 22 tisuće posjeta stranice na sat. Treba napomenuti da frekvencija posjeta stranice oscilira i fluktuira unutar jednog dana i mjeseca. Ovo su prosječni podaci, ali je u svakom slučaju zanimljiva činjenica da hrvatska wikipedija u prosjeku ima 60% veću posjećenost od srpske. Ukoliko uzmemo u obzir da se srpska wikipedija obraća dvaput većem potencijalnom čitateljstvu od hrvatske, to bi značilo da bi njezina prosječna posjećenost – u usporedbi s hrvatskom wikipedijom – trebala biti oko 70 tisuća posjeta na sat, dakle: ona bi trebala biti barem triput posjećenija nego što je to u sadašnjem trenutku. 

U svjetlu svega toga, ne smijemo omalovažavati utjecaj hrvatske wikipedije, koja postoji od sredine veljače 2003. (29) Ona doduše iskrivljeno prikazuje tematiku NDH i ustaškog logora smrti Jasenovac, ali je u isto vrijeme vrlo posjećena i njezini članci formiraju javno mnijenje u Hrvatskoj te svim područjima gdje obitavaju govornici hrvatskog jezika: od Sjedinjenih Država i Kanade do Europske Unije i Švicarske; od Argentine i Čilea do Australije i Novog Zelanda; od Vatikana do Bosne i Hercegovine. 

Na kraju ovog rada, želio bih se još vrlo kratko pozabaviti povijesnim revizionizmom en général. U izdanju Knjižare seljačke sloge 1946. u Zagrebu izlazi hrvatski prijevod knjige Putevima Evrope Ilje Erenburga. Na stranicama 55-96 opisano je Erenburgovo putovanje kroz Jugoslaviju 1945. Nakon kratkog, ali dirljivog izlaganja ratnog martirija naših naroda, Ilja Erenburg postavlja pitanje: „Zar je moguće, da čovječanstvo ima tako slabo pamćenje, da će zaboraviti ove žrtve?“ (30) 

Odgovaram nakon sedam desetljeća – moguće je. Ništa ne ide u prilog pamćenju i sjećanju. Internet je zadnji čavao u lijesu historiografije. Danas povjesnicu može ispisivati čak i osoba kojoj je oduzeta poslovna sposobnost. Povijesti nam izgledaju kao da ih je pisao J.R.R. Tolkien. Prepune maštovitih izmišljotina. Romansirane. Herojske. Drske. Crno-bijelog tkanja, sa sivom u tragovima i pokojim vriskom krvave boje. Heroji jedne strane za drugu stranu su zločinci. Žrtve jedne strane za drugu stranu ne postoje. Stratišta postaju zabavišta. Spomenici junačkoj borbi nestaju u prah, a humanizam je iščeznuo u bespućima povijesne zbiljnosti. 

Pa i da jest, napokon, sve s tom povijesti – nekim čudom – potaman, postavlja se pitanje: što možemo naučiti iz povijesti? Možemo li išta naučiti? Jesmo li išta naučili? Što smo učinili da se ona ne ponavlja? 
Što bismo uopće mogli učiniti? Te su dvojbe – izgleda – ušle već i u pop-kulturu, kad nam švedska glazbena grupa Roxette na svojem CD albumu iz 1999. „Have a Nice Day“, u pjesmi „Crush on You“ poručuje kroz stih: „No lessons learned from history.“ 

Ništa iz povijesti naučili nisu, a kad mi pomremo – cijela jedna povijest umrijet će s nama. O budućim naraštajima ovisi hoće li ikada uskrsnuti ili će mrtvački plašt zaborava prekriti naš svijet. 


(U Zagrebu, 15. svibnja 2014 – © Salamon Jazbec) 
Rad za 6. međunarodnu konferenciju o Jasenovcu, Banja Luka 18-20. 05. 2014. godine. 

1. Glavni tajnik židovske organizacije Margelov institut iz Zagreba; autor dvaju knjiških djela o fenomenu povijesnog revizionizma 2008. i 2010. godine. Učesnik Pete međunarodne konferencije o Jasenovcu i Prve međunarodne konferencije o Jadovnu. 
2. Prema stanju od 10. rujna 2013. Navodi su uzeti iz članka novinara „Jutarnjeg lista“ Gorana Penića „'NDH NIJE BILA TOTALITARNA, A ŽRTVE U JASENOVCU POBILI SU PARTIZANI’ – Desničari preuzeli uređivanje hrvatske Wikipedije“; s uvodnim tekstom: „Ustaški pokret nije bio svjesno desno-radikalan, rasistički i totalitaran, za pojavu ustaške ikonografije u modernoj Hrvatskoj krivi su masoni, antifašizam je ograničavanje svih osnovnih ljudskih sloboda, partizanskih zločina bilo je triput više nego ustaških, a u Hrvatskoj se redovito organiziraju antifašističko-četničke proslave na račun poreznih obveznika.“ 
3. http://www.jutarnji.hr/radikalni-desnicari-preuzeli-uredivanje-hr-wikipedije–ndh-nije-svjesno-bila-totalitarna–a-antifasizam-se-bori-protiv-svih-sloboda-/1125398/ (prema dostupnosti internetskog članka na dne 4. svibnja 2014. godine) 
4. Ibid. 
5. Ibid. 
6. Ibid. 
7. Doktor povijesnih znanosti i znanstveni savjetnik na Hrvatskom institutu za povijest u Zagrebu. (U doba nastajanja leksikona „Tko je tko u NDH“ magistar znanosti i znanstveni asistent u Hrvatskom institutu za povijest.) 
8. Doktor političkih znanosti i redoviti profesor na Katedri za sociologiju Pravnog fakulteta Sveučilišta u Zagrebu, urednik Hrvatske opće enciklopedije. (U doba nastajanja leksikona „Tko je tko u NDH“ magistar znanosti i urednik u Leksikografskom zavodu „Miroslav Krleža“.) 
9. Pjesnik, prevoditelj, esejist i publicist iz Zagreba. Od 1959. do 1991. novinar „Vjesnika“; od 1991. do umirovljenja 2004. godine kolumnist zagrebačkog tjednika „Globus“. 
10. Novinar i publicist iz Zagreba. Bivši glavni urednik omladinske revije za mlade „Polet“, zabavnog časopisa „Pop express“ i tjednika „Arena“. Pomoćnik glavnog urednika dnevnog lista „Vjesnik“ od 1985. do 1993. Od 1997. do umirovljenja 2007. godine glavni tajnik Hrvatske enciklopedije Leksikografskog zavoda „Miroslav Krleža“. 
11. Na stranu činjenica da se kao suradnici na stvaranju leksikona „Tko je tko u NDH“ navode: „Srećko Pšeničnik, publicist, gl. urednik Nezavisne Države Hrvatske, Zagreb – Mississau (Kanada)“; „Vinko Nikolić, književnik, urednik Hrvatske revije, Zagreb“; „Živko Kustić, teolog i publicist, gl. urednik Informativne katoličke agencije, Zagreb“; „Dubravko Horvatić, književnik, gl. urednik Hrvatskog slova, Zagreb“; „Josip Pavičić, književni kritičar, Zagreb“; „msgr. Valter Župan, generalni vikar Krčke biskupije, Krk“ ili „dr. Šimun Šito Ćorić, književnik i misionar, predsjednik Svjetskog Hrvatskog kongresa, Bern“. (stranica XIII i XIV) Bez obzira na sve, četrdeset i osam osoba s imenom i prezimenom stoji iza dotičnog biografskog leksikona, a sve leksikografske jedinice potpisane su njihovim poznatim inicijalima. O sadržaju možemo raspravljati, no autorstvo je činjenica, jasno znamo komu što možemo pripisati i to je točka od koje možemo poći dalje. Što se tiče wikipedije, čini se kao da se sama od sebe ispisala. Njezine netočnosti doslovno ne možemo pripisati ikome. Glupo je kritizirati mašinu, a u ovom se slučaju sve u konačnici doima kao obračun s virtualnim vjetrenjačama. 
12. Prosječna brzina čitanja odraslog čovjeka iznosi 250 riječi u minuti. Kontinuirano svladavanje tog teksta je, dakle, običnom smrtniku nemoguće. 
13. Wikipedije su svrstane prema jezicima na kojima su bile pokrenute i dalje nastaju. Wikipedija u sadašnjem času djeluje na 285 jezika, tj. postoji sveukupno 285 zasebnih wikipedija. 
14. Prema studiji objavljenoj u časopisu Nature iz 2005. godine. To je istraživanje osporeno od strane predmetne tiskane enciklopedije, s argumentom da je tokom analize premali broj stručnjaka analizirao premali broj usporednih članaka na wikipediji i Britannici. 
15. Od dvanaesteročlanog globalnog arbitrarnog komiteta wikipedije, koji bi trebao rješavati sporna pitanja u gomili od tridesetak milijuna članaka i 77 tisuća urednika, samo je jedan član registriran pod vlastitim imenom, David Fuchs, dok se ostali članovi nazivaju: AGK, Beeblebrox, GorillaWarfare, LFaraone, NativeForeigner, Newyorkbrad, Salvio giuliano (i.e. Salvius Iulianus, lat. pravnik i političar za Hadrijanove vladavine), Seraphimblade, Timotheus Canens (i.e. „Raspjevani Timotej“ na lat.), Worm That Turned i Floquenbeam. Tako da vam je i ta arbitraža u konačnici jedna vrsta vodvilja. Zaboravite na to. 
16. Prema jednom istraživanju napravljenom na engleskom Sveučilištu Oxford 2013. godine, najveći wikipedijski ratovi vođeni su oko leksikografskih jedinica: „George W. Bush“; „Anarhizam“; „Muhamed“; „Popis članova WWE“ (američke udruge profesionalnih hrvača); „Globalno zatopljenje“; „Obrezivanje“; „Sjedinjene Države“; „Isus“ te „Rasa i inteligencija“. Ti su članci bili najnapadaniji i najosporavaniji te pretrpjeli najviše izmjena i prepravaka. Slično istraživanje za hrvatsku i srpsku wikipediju nije vršeno, ali pretpostavljam da su teme iz Drugoga svjetskog rata – da tako kažem – na najvišem mjestu rovovskog pregledavanja i gerilskog uređivanja. 
17. Problem je s medicinskim pojmovima, jer diletantski upisi mogu prouzročiti znatnu štetu, s obzirom da se primjećuje trend traženja medicinske samopomoći putem interneta, kod čega je wikipedija jedna od važnijih štacija za iznalaženje zdravstvenih savjeta o bolestima i njihovom liječenju. (Prema članku Julie Beck na portalu The Atlantic, 72% posjetitelja interneta je kroz proteklu godinu potražilo zdravstveni savjet na internetu, uključujući tu i same liječnike.) http://www.theatlantic.com/health/archive/ 2014/05/can-wikipedia-ever-be-a-definitive-medical-text/361822/ (dostupnost članka na dne 11. svibnja 2014. godine) 
18. http://www.h-alter.org/vijesti/mediji/nezavisna-wikipedija-hrvatska (prema dostupnosti na dne 4. svibnja 2014. godine) 
19. Ibid. 
20. Ibid. Potcrtavanje moje. 
21. https://www.facebook.com/ndh.wikipedia?fref=ts (prema dostupnosti na dne 11. svibnja 2014. godine) 
22. http://www.safaric-safaric.si/materiali_cro/stefan_ljubica (prema pregledavanju natuknice „Logor Jasenovac“ na hr.wikipediji 11. svibnja 2014. godine; referiranje na taj link dano je u predmetnom tekstu kao fusnota br. 11, u okviru navoda: „Skrivajući se iza teških nedjela koje je ovdje počinio osovinski satelitski režim i koje je javno osudio nadbiskup Alojzije Stepinac, jugokomunistički je režim nastavio služiti se kapacitetima ovog logora sve do 1947./1948. godine. Ova je činjenica skoro više od pola stoljeća bila tajnom za koju je znao samo vrh vlasti, osoblje logora, okolni stanovnici i obitelji preživjelih logoraša. I nakon toga, komunističko korištenje kapaciteta ovog logora bilo je znanstvenim tabuom. Sabirni logor Jasenovac je stoga bio logor dva totalitaristička režima: prvo ustaškog od 1941. do travnja 1945., a od svibnja 1945. do 1947./1948. komunističkog. Raščišćavanje logorskog prostora trajalo je sve do 1951.“) 
23. http://croative.net/index.php/vijesti/item/3266-tvrtko-dolić-isus-je-bio-hrvat (prema dostupnosti članka na dne 11. svibnja 2014. godine) 
24. http://www.jutarnji.hr/index-hr-uklonio-ustaskog-blogera-sa-svojih-stranica/1142344/ (prema dostupnosti članka na dne 11. svibnja 2014. godine) 
25. http://www.dnevno.hr/kolumne/tvrtko-dolic/117776-istina-o-jasenovcu.html (prema dostupnosti članka na dne 11. svibnja 2014. godine) 
26. http://www.jutarnji.hr/sokantan-ispad-bloger-indexa—jasenovac-nije-bio-tako-los–a-ndh-je-isti-kao-rh–/1142224/ (prema dostupnosti članka na dne 11. svibnja 2014. godine) Prema tom članku, Tvrtko Dolić – na kojeg se poziva hr.wikipedija – je također autor tekstova „Četnički smrad Boba Dylana“ i „Milanović je dokaz da kršćanski bog ne postoji“. Mislim da to dovoljno ilustrira ozračje hrvatske wikipedije. 
27. http://shp.bizhat.com/T.jasenovac.html (prema dostupnosti članka na dne 11. svibnja 2014. godine) 
28. http://hr.wikipedia.org/wiki/Logor_Jasenovac (prema dostupnosti članka na dne 11. svibnja 2014. godine) 
29. http://www.jutarnji.hr/radikalni-desnicari-preuzeli-uredivanje-hr-wikipedije–ndh-nije-svjesno-bila-totalitarna–a-antifasizam-se-bori-protiv-svih-sloboda-/1125398/ (dostupnost članka na dne 4. svibnja 2014 – kurziv moj) Manevre oko wikipedije možda objašnjava činjenica da je 91% kontributora muškog roda, iako je primijećen trend porasta suradnica u wikipedijskom miljeu. 
30. Srpskohrvatska wikipedija postoji od kraja 2001. godine i ima 140 tisuća članaka, a pretpostavlja se da je može koristiti/razumjeti 23 milijuna ljudi, dok na njoj radi 46 urednika – no ima prosječnu posjećenost od samo 14 i pol tisuća posjeta na sat. Bosanska wikipedija ima skoro pedeset tisuća članaka, a prosječna posjećenost joj je šest tisuća posjeta na sat. Latinska wikipedija ima 105 tisuća članaka, a starocrkvenoslavjanska 540 članaka. Jidiš wikipedija ima šest urednika, jedanaest i pol tisuća članaka, tisuću posjeta na sat, a obraća se milijunu ljudi. Ladino wikipedija ima tri tisuće članaka, dva urednika, četiristo posjeta na sat, a obraća se stotini tisuća ljudi. 
31. Ilja Erenburg Putevima Evrope; III. poglavlje „Jugoslavija“, 2. dio, str. 59 – prijevod: S. Danilevska i N. Kolčevska. (Primjerak u vlasništvu S.J.) 


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http://inserbia.info/today/2016/07/nazi-hunter-outraged-by-annulment-of-ustasha-collaborators-verdict/

Nazi hunter outraged by annulment of Ustasha collaborator’s verdict

By InSerbia with agencies -  Jul 25, 2016

BELGRADE – The Simon Wiesenthal Center (SWC) is outraged by the recent annulment of the 1946 conviction of Croatian Archbishop Alojzije Stepinac, for treason and collaboration with the Nazi-aligned Ustasha regime, The Jerusalem Post reported.

“As the leading Catholic priest in the Independent State of Croatia (NDH), Stepinac’s responsibility was to speak out on behalf of the innocent victims of the Ustasha, not to lend spiritual support to their murderers,” said the SWC’s top Nazi hunter, Dr. Efraim Zuroff.

“The genocidal campaign waged by the Ustasha against Serbs, their active participation in Holocaust crimes against Jews, and the murder of Roma and anti-fascist Croatians carried out in their network of concentration camps are among the most heinous crimes of World War II. No person who supported that regime should have their conviction annulled.”

The Zagreb County Court judge Ivan Turudić overturned the verdict last week, saying it had violated the right to a fair trial, the prohibition of forced labor and the rule of law.

Zuroff was dismissive of accounts that Stepinac later condemned Ustasha atrocities against Jews and Serbs.

“Bottom line is he was [NDH leader] Ante Pavelić’s priest, that says it all and it’s totally unforgivable,” he told The Jerusalem Post Monday. “He openly supported the regime, which committed mass murder and afforded them spiritual comfort and support,” he continued, saying the stance Stepinac took was of “huge significance.”

He says that for this reason, the annulment of the verdict is cause for celebration for nationalist and ultra right-wing Croatians. “Right now in Croatia there is a cultural, ideological war,” he states, saying that the latter are seeking to whitewash or modify the crimes of the Ustasha. “There are many people who view them as heroes because of their fierce patriotism and&

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UFFICIALI DI PAESI N.A.T.O. TRA I TOPI DI ALEPPO


Arresto di jihadisti e ufficiali stranieri ad Aleppo-Est

RETE VOLTAIRE | 18 DICEMBRE 2016 – Gli jihadisti di Aleppo-Est sono stati autorizzati a raggiungere, a loro scelta, Idleb (Al Qaeda) o Rakka (Daesh), oppure possono costituirsi prigionieri. Sono portati a destinazione con autobus, sotto responsabilità di Siria e Russia e alla presenza di rappresentanti dell’ONU.
Alcuni hanno tentato di fuggire mescolandosi alla popolazione civile. Al momento dell’identificazione di 120.000 abitanti, i servizi di controspionaggio ne hanno identificati e arrestati oltre 1.500.
Il deputato e presidente della Camera di commercio di Aleppo, Farés Shehabi, ha pubblicato una prima lista non esaustiva di 14 ufficiali stranieri fatti prigionieri nel bunker della NATO. Sono:

Mutaz Kanoğlu – Turchia 
David Scott Winer – Stati Uniti 
David Shlomo Aram – Israele 
Muhamad Tamimi – Qatar 
Muhamad Ahmad Assabian – Arabia saudita 
Abd-el-Menham Fahd al Harij – Arabia saudita 
Islam Salam Ezzahran Al Hajlan – Arabia saudita 
Ahmed Ben Naoufel Al Darij – Arabia saudita 
Muhamad Hassan Al Sabihi – Arabia saudita 
Hamad Fahad Al Dousri – Arabia saudita 
Amjad Qassem Al Tiraoui – Giordania 
Qassem Saad Al Shamry – Arabia saudita 
Ayman Qassem Al Thahalbi – Arabia saudita 
Mohamed Ech-Chafihi El Idrissi – Marrocco.

Si tratta di ufficiali che hanno declinato le loro generalità. Evidentemente, ci sono altri prigionieri che rappresentano altri Stati coinvolti nella guerra contro la Repubblica araba siriana. Conformemente alla Convenzione di Ginevra, non saranno pubblicate immagini.
A febbraio 2012 una quarantina di ufficiali turchi e una ventina di ufficiali francesi erano stati restituiti all’esercito di provenienza, grazie sia all’intermediazione di Mikhail Fradkov (direttore dell’intelligence russa), sia all’intervento diretto alla frontiera libanese dell’ammiraglio Edouard Guillaud (capo di stato-maggiore francese).

Fonte: http://www.voltairenet.org/article194622.html
Traduzione: Rachele Marmetti, Il Cronista 

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Sulla aggressione imperialista contro la Siria si veda anche (in ordine cronologico inverso):

Il racconto malato di Aleppo ha superato di gran lunga la messa in scena dell'aggressione alla Jugoslavia (di Massimo Zucchetti, 18 Dicembre 2016)
I "bambini di Aleppo" fra i quali ovviamente non si includono le bambine usate come bombe umane dai "ribelli moderati", che sono poi i jihadisti di Al Qaeda e terroristi assimilati (ex spauracchi dell'occidente fino a pochi anni fa), il "corridoio umanitario per la popolazione", che è poi una via di fuga per i terroristi sconfitti verso una zona in mano all'ISIS, la "città martoriata", ora che è in mano alle forze governative, mentre prima che era in mano ai terroristi era un parco dei divertimenti, le "atroci sofferenze" della popolazione, che festeggia per le strade la fine dell'incubo jihadista, le "ultime lettere da Aleppo" mandate da bloggers pagati dall'Arabia Saudita, gli "ultimi medici" nelle decine di "ospedali per bambini" dei quali ora non vi è traccia, i "clown umanitari" inventati, la "popolazione deportata dai russi", che in realtà fugge dalla morsa dei terroristi per andare nella zona libera dove trova cibo e cure, le "foto" taroccate malamente...

Crisi alla NATO (RETE VOLTAIRE | 18 DICEMBRE 2016)
... Come accaduto con la conquista di Tripoli in agosto 2011, e contrariamente all’art. 9 dello statuto NATO, il Consiglio atlantico non era stato consultato su quest’operazione segreta...

Dopo l’arresto di ufficiali NATO ad Aleppo, il Consiglio di sicurezza si riunisce a porte chiuse (RETE VOLTAIRE | 17 DICEMBRE 2016)

Vittorio Zucconi tifa per l’Isis (di Redazione Contropiano, 11/12/2016)

"Fallito il Nobel, ora possono tentare con l'Oscar". Ennesimo video bufala degli Elmetti Bianchi sulla Siria (rimosso troppo tardi) (di Francesco Santoianni, 23.11.2016)
<< Rispondo qui ai tanti che su Facebook mi hanno chiesto cosa diavolo volesse dire la “performance” che nel video pretendevano di realizzare gli sciagurati “volontari” di Withe Helmets. Si tratta del Mannequin Challenge, la “sfida dei manichini” che pare stia spopolando sul web: http://www.quotidiano.net/cronaca/mannequin-challenge-1.2673383
Performance che, al di là delle velleità promozionali, avrebbe finito per evidenziare una tecnica comune a tantissimi video-bufale di questa “organizzazione umanitaria”: per questo, verosimilmente, i responsabili di WH hanno deciso di rimuovere il video. Francesco Santoianni >>
Video promozionale (subito rimosso dalla Rete) dei White Helmets (Francesco Santoianni, 22 nov 2016)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=Zs8D7flSn7s

Siria, Aleppo e il video bufala di Repubblica (Francesco Santoianni, 21/11/2016)
Video- bufala bombardamento ospedale pediatrico ad Aleppo (Francesco Santoianni, 20 nov 2016)
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=gBmxT3xrI08

Nessuna traccia di bombardamenti sull’“Ospedale pediatrico di Aleppo est” (Francesco Santoianni, 20 nov 2016)
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-nessuna_traccia_di_bombardamenti_sullospedale_pediatrico_di_aleppo_est/6119_17913/

"L'ultimo ospedale pediatrico di Aleppo"... e la bufala continua (Francesco Santoianni, 17.11.2016)
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lultimo_ospedale_pediatrico_di_aleppo_e_la_bufala_continua/6119_17885/

RACCOMANDIAMO INFINE DI SEGUIRE I CONTINUI AGGIORNAMENTI SULLA DISINFORMAZIONE STRATEGICA A PROPOSITO DELLA SIRIA AL SITO:
http://www.lantidiplomatico.it/argnews-Siria/59/