Informazione

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Contro il Donbass come contro le Krajine

0) INIZIATIVE NEI PROSSIMI GIORNI 
1) ALTRI LINK SEGNALATI
Il primo ministro designato della Croazia, Plenković, in visita a Kiev offre aiuto "per la reintegrazione pacifica del Donbass... sul modello croato" (SIC). Giustamente indignata la reazione dalla Russia
2) Kiev: la popolazione del Donbass “geneticamente impura” (F. Poggi)


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INIZIATIVE NEI PROSSIMI GIORNI

NAPOLI giovedì 8 Dicembre 2016
dalle ore 16 in Via Carriera Grande 32
Movimento Internazionale Antifascista e Migranti USB Campania promuovono:
LA VOCE DEI MARTIRI DI ODESSA
Incontro con un sopravvissuto al Massacro di Odessa

ROMA venerdì 9 Dicembre 2016
dalle ore 16:30 in Via dell’Aeroporto 129
Federazione Nazionale USB promuove:
ODESSA NON DIMENTICA
Incontro con un sopravvissuto al massacro di Odessa del 2 maggio 2014 
Il Dipartimento Internazionale USB in collaborazione con la Banda Bassotti 
ospita un sopravvissuto dell’assalto alla Casa dei Sindacati di Odessa dove sono stati trucidati 55 sindacalisti nel totale silenzio dell’Europa e della politica Italiana 

ROMA sabato 10 Dicembre 2016
dalle ore 18 presso lo Scalo 77 – Via dello Scalo San Lorenzo 77
Scalo 77 e Banda Bassotti promuovono:
INCONTRO CON UN SOPRAVVISSUTO AL MASSACRO DI ODESSA
Ad Odessa nazisti incendiarono la Casa dei Sindacati e assassinarono più di 50 compagni. Nessuno ha pagato fino ad ora.
Subito dopo il dibattito ci sarà una cena popolare di sostegno alla Carovana Antifascista del 1 maggio 2017.

PADOVA sabato 10 Dicembre 2016
dalle ore 17 alla Marzolo Occupata (via Marzolo 4, zona Portello)
Coordinamento Antifascista Veneto di Solidarietà con la Resistenza nel Donbass promuove:
CON IL DONBASS CHE RESISTE
proiezioni video e dibattito con testimonianze dirette. Cena - a base di prodotti tipici ucraini - e lotteria benefit. I soldi ricavati saranno usati per le spese delle spedizioni degli aiuti nelle zone colpite dalla guerra.
*E' gradita la conferma della partecipazione alla cena* (comandantegiacca @ libero.it).  
evento FB: https://www.facebook.com/events/1610523872583255/


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ALTRI LINK SEGNALATI

KIEV: L'ITALIA DELL'IMPERO ROMANO HA PIÙ DIRITTI DELLA RUSSIA SULLA CRIMEA (di Fabrizio Poggi, 9 Febbraio 2016)
... Jaroš, parlando ieri a Mariupol, ha “assicurato” che i suoi uomini riconquisteranno Donbass e Crimea: “Torneremo in possesso del Donbass e, col tempo, anche della Crimea, e non solo per via diplomatica." (...) Pare che Jaroš, secondo l'agenzia nnr.su, avesse in mente “l'esperienza croata” che, a suo dire, consiste in “trattative, preparazione e operazione militare fulminea”, contemporaneamente all'introduzione dello stato d'assedio e annullamento delle elezioni nel Donbass. Un'altra occasione, per il nazista Jaroš, di “glorificare” i propri modelli fascisti, che con gli ustaša croati tanto hanno contribuito al disfacimento Nato della Jugoslavia...

PLENKOVIĆ U UKRAJINI Ovo je prvi službeni posjet jednog hrvatskog premijera toj zemlji (Hina, 20.11.2016.)
Predsjednik hrvatske vlade Andrej Plenković doputovao je u nedjelju u službeni posjet Ukrajini... "Iskustva Hrvatske u mirnoj reintegraciji okupiranih područja "mogu bilo vrlo korisna za Donjeck, Luhansk i Krim..."

VIDEO: Plenković: Hrvatska će pomoći Ukrajini u mirnoj reintegraciji (HRT, 21.11.2016.)

RUSI OŠTRO KRITIZIRAJU ZBOG PLENKOVIĆEVA PRIJEDLOGA UKRAJINI: 'CIJENA HRVATSKE INTEGRACIJE TERITORIJA BIO JE PROGON 250.000 SRBA' (Sandra Veljković, 22.11.2016)
Bavite se svojim kroničnim problemom, kršenjem prava Srba i drugih manjina, a ne Ukrajinom

DIPLOMATIE : QUAND LA CROATIE OFFRE SES SERVICES POUR LA RÉUNIFICATION DE L’UKRAINE (CdB, jeudi 24 novembre 2016)
« Absurde ». Voilà ce que pense la Russie de la proposition du Premier ministre croate, Andrej Plenković, d’aider l’Ukraine à réintégrer pacifiquement la Crimée au sein de son territoire. L’initiative, on s’en doute, avait peu de chance d’aboutir, et Moscou ne manque pas de rappeler l’exode des Serbes de Krajina...

PLENKOVIĆ SE NARUGAO PRIOPĆENJU RUSKOG MINISTARSTVA: TO JE NIŽA RAZINA (Hina, srijeda, 23.11.2016.)
... "Tu se govori o našem iskustvu, konfabulira se, govori se o progonu Srba iz Hrvatske, o tome da se mi orijentiramo na neke druge teme", rekao je Plenković... Ustvrdivši da je cijena hrvatske reintegracije svog teritorija bio progon 250 tisuća Srba u operacijama 'Bljesak' i 'Oluja' ruski komentator rekao je kako bi umjesto besperspektivnih prijedloga o Ukrajini Zagreb trebao aktivnije rješavati problem prava Srba. Na pitanje o već dvije godine upražnjenom veleposlaničkom mjestu u Moskvi Plenković je odgovorio da će doći na red do kraja godine...

Andrej Plenković o temi: UKRAJINA


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http://contropiano.org/news/internazionale-news/2016/11/23/popolazione-donbass-geneticamente-impura-086202

Kiev: la popolazione del Donbass “geneticamente impura”


di Fabrizio Poggi

Se è lecito spendere una parola a suffragio dell'Ucraina del post-majdan, allora non si può fare a meno di ammettere che le cronache “intellettuali” golpiste non danno il tempo di annoiarsi. Dopo le esternazioni “spirituali del patriarca scissionista Filaret, secondo il quale la guerra nel sudest dell’Ucraina è la punizione divina scagliata contro i senzadio del Donbass; dopo la “scomunica” minacciata dal metropolita della diocesi Lutskaja e Volynskaja Mikhail Zinkevič, contro quei fedeli ucraini che osino pregare non “nella vostra lingua ucraina”, ma invece “nella lingua dell’occupante”; dopo le “rivelazioni” sulle scoperte geografiche, giuridiche, pittoriche dovute alla ingegnosità ucraina; ecco che ora il genio golpista si arricchisce di un'altra rivelazione, questa volta nel campo della genetica. Il (con rispetto parlando) “Ministro” della cultura di Kiev, l'attore tetral-cinematografico Evgenij Niščuk delizia il sapere universale sulla “inferiorità genetica” o “non completa purezza genetica” degli abitanti del Donbass. La “mancanza” sarebbe dovuta al fatto che parte della popolazione è “importata” e, come conseguenza, la cultura ucraina progredisce lentamente. “Se parliamo della genetica di zone quali Zaporože o il Donbass” ha detto il (vedi sopra) “Ministro”, “là non vi è genetica, sono zone di importazione. La stessa città di Čerkassy è per metà di importazione. Perché? Perché si aveva paura dello spirito di Ševčenko. Era il metodo sovietico” ha sentenziato il (di nuovo) “Ministro”, rispondendo a una domanda sulle ragioni della lenta diffusione della cultura ucraina nel Donbass. Il mondo ha appreso la nuova “scoperta” dalle onde del programma “Libertà di parola” (nel caso specifico, è il caso di dire: purtroppo!) del canale ICTV.

Forse anche per questo, a Kiev si studia così attentamente il metodo croato di pulizia etnica nella ex Republika Srpska Krajina, con le relative fasi dell'operazione “Tempesta”, con cui 150.000 soldati croati ebbero la meglio su 27.000 miliziani serbi e deportarono poi più di 250.000 civili serbi, distruggendo oltre 20.000 loro abitazioni.

Il paragone tra le mosse dei golpisti ucraini nei confronti del Donbass è fatto da Evgenij Krutikov, che su Vzgljad scrive di come l'ex consigliere presidenziale e attuale procuratore generale ucraino, l'elettrotecnico Jurij Lutsenko, inviti a studiare l'esperienza della “pacifica reintegrazione dei territori occupati” della Krajna e, allo scopo, abbia addirittura dato vita a una commissione mista croato-ucraina. Tutto, pur di non attuare nemmeno uno dei punti degli accordi di Minsk sulla soluzione pacifica della questione del Donbass; d'altronde, il comandante delle truppe di Zagabria che vent'anni fa guidò l'operazione “Tempesta” era un ucraino, il generale Zvonimir Červenko.

Già nel 2014 Lutsenko aveva suggerito, sull'esperienza croata, di utilizzare gli intervalli di cessate il fuoco per raccogliere le forze, grazie anche agli ingenti aiuti tedeschi e statunitensi, prima di sferrare un attacco su larga scala. Al netto di quanto ascritto a Milosevic, secondo cui egli avrebbe “scambiato” la Krajna con la fine delle sanzioni alla Serbia, sta di fatto che, in ogni caso, Zagabria, all'epoca, non aveva nemmeno bisogno di ricorrere agli schemi del “Ministro” ucraino Zinkevič e di dimostrare che i serbi erano persone di rango inferiore: l'appoggio occidentale era comunque assicurato.

Ma, in attesa di tale “pulizia” etnica golpista, qualcuno, al di là dei confini ucraini, sta iniziando artigianalmente a fare la sua parte. Nelle città polacche di confine, in cui vive anche una parte di ucraini, questi ultimi vengono sempre più spesso fatti oggetto di aggressioni. L'ultimo episodio è del 19 novembre scorso, a Rudnik nad Sanem, nel voivodato della Precarpazia, circa 180 km a nordovest dell'ucraina L'vov. Anche se i media polacchi e gli stessi ucraini aggrediti intendono smentire ogni ragione etnica, tali incidenti si stanno ripetendo con progressione preoccupante. Una settimana prima, una rissa gigantesca tra ucraini e polacchi era scoppiata a Częstochowa, nel voivodato della Slesia.

D'altronde, qualche comune discendenza “veteronazista”, al di qua e al di là della Vistola, non può non riflettersi negli odierni “complimenti” polacco-ucraini; c'est la vie. 


Fabrizio Poggi

23 novembre 2016





INIZIATIVE SEGNALATE

1) Gorizia 13/12: Contro il fascismo oltre ogni frontiera. La storia della famiglia Fontanot
2) AGGIORNAMENTI presentazioni del libro su NON BOMBE MA SOLO CARAMELLE


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Gorizia, martedì 13 dicembre 2016
ore 18:00–20:00, Sala Dora Bassi – Via Garibaldi, 7

presentazione del libro

di Nerina Fontanot, Anna Digiannatonio, Marco Puppini

Contro il fascismo oltre ogni frontiera
I Fontanot nella guerra antifascista europea

Udine: KappaVu, 2016
€ 23,00 – ISBN 9788897705437

Questo libro racconta l’avventura umana e politica straordinaria della famiglia Fontanot, avventura che si svolge attraverso mezza Europa dai primi anni del Novecento sino alla fine della seconda guerra mondiale. Operai, socialisti ed anarchici, poi comunisti, i Fontanot si stabiliscono a Monfalcone, iniziando a lavorare nei Cantieri Navali quando la città fa ancora parte dell’impero austroungarico. In seguito, partendo da una Venezia Giulia sconvolta dalle violenze fasciste, un  ramo dei Fontanot si sposta in Austria, partecipando alle lotte degli operai austriaci  contro la dittatura di Ignazio Seipel, dopo in Bulgaria, infine rientra a Monfalcone alla vigilia della seconda guerra. Dal 1942 sono tutti impegnati nella Resistenza, con le formazioni slovene ed italiane. Il prezzo che pagheranno per questo impegno sarà carissimo: il padre Toni muore in campo di concentramento, due dei tre figli maschi cadono nella lotta. In loro onore in Slovenia viene formata la Brigata italiana Fratelli Fontanot. Il terzo sarà comandante dei GAP.
Un altro ramo familiare si sposta in Francia, nella cintura parigina. Qui i Fontanot vivono la dura vita dell’operaio emigrante, ma svolgono anche attività politica in contatto con la direzione del Partito Comunista italiano. Dopo l’invasione tedesca della Francia, anche loro sono tuttii impegnati nella Resistenza francese. Con le formazione partigiane degli FTP ed anche nella leggendaria “banda Manouchian” che sparge il terrore tra i tedeschi ed i collaborazionisti a Parigi. Tre sono i giovani della famiglia catturati ed uccisi dai tedeschi, Una via centralissima di Nanterre, nella cintura parigina, è dedicata alla loro memoria
La straordinaria storia di questa famiglia è raccontata da una delle protagoniste, Nerina Fontanot, anch’essa combattente partigiana in Francia, che la ha ricostruita attraverso anni di lavoro e di raccolta di testomonianze ed interviste. Un esempio di scrittura femminile attenta sia alle vicende familiari e “private” che a quelle pubbliche e politiche in un momento drammatico della storia europea.
(Marco Puppini)

partecipano: Alessandra Kersevan, Anna Di Gianantonio, Anpi, Fontanot, Gorizia, guerra di Spagna, Marco Puppini, Nerina Fontanot

organizzano: ANPI Gorizia, KappaVu, Forum Gorizia



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Non Bombe Ma Solo Caramelle
Storia di una ONLUS anomala

a cura di Mariella Grande
Udine: KappaVu, 2016
collana Storia, pagine 208, euro 14

Rispetto al calendario provvisorio comunicato in precedenza, si notino due modifiche sui giorni di presentazione  a Montereale e Udine, e l'aggiunta di una presentazione a Lecco:

BRESCIA, Venerdì 16 dicembre ore 18.00                
presso la Sala della Camera del Lavoro, Via Folonari 20

LECCO, Giovedì 15 dicembre ore 21:00
sala da definire

MONTEREALE VALCELLINA (PN), Mercoledì 14 dicembre ore 20.45
presso il Circolo Culturale Menocchio, Via Ciotti 1

UDINE, Lunedì 12 dicembre ore 18:00
presso la Libreria La Tarantola, Via Vittorio Veneto 20

GRADO (GO), Domenica 11 dicembre ore 18.00
presso la Sala conferenze dell’Hotel Astoria, Largo S. Grisogono, 3

SAN GIORGIO DI NOGARO (UD), Sabato 10 dicembre ore 18.00
presso la Sala della Misericordia della Bassa Friulana, Via Giulia 6

TRIESTE, Giovedì 8 dicembre ore 18.00
presso il Bar-libreria Knulp, Via della Madonna del Mare 7a

TRIESTE, Mercoledì 7 dicembre ore 18.30
presso la Casa del Popolo di Sottolongera, Via Masaccio 24 (autobus n. 35)
evento facebook

Alle presentazioni partecipano anche Rajka Veljović e Rajko Blagojević della JEDINSTVENA SINDIKALNA ORGANIZACIJA (Organizzazione Sindacale Unitaria) di Kragujevac, con la quale si sono sviluppate le iniziative della ONLUS in tutti questi anni. Acquistando il libro direttamente da Non Bombe Ma Solo Caramelle si può contribuire al finanziamento del viaggio in Italia dei sindacalisti di Kragujevac – per ordinazioni e informazioni: gilberto.vlaic @ elettra.eu 




(slovenščina / srpskohrvatski)

29. Novembar 1943.-2016.

1) »Slovencem je dovolj Evropske unije in Nata« (Delo)   [»Gli Sloveni sono stufi della Unione Europea e della NATO«]  
2) Zaboravljena povijest (Vladimir Kapuralin / SRP)
3) Dan koji je umro: Dan Republike i porodica Ribar (Gojko Maričić / SRP)


Isto pročitaj:

Nekoč je bil delavec spoštovan gospod (Bojan Rajšek, sob, 28.11.2015)
Danes so se v Jajcu spomnili 29. novembra, rojstnega dne nekdanje SFRJ. Spominske slovesnosti se je udeležil tudi ruski general Aleksander Kravčuk. 
http://www.delo.si/svet/sosescina/nekoc-je-bil-delavec-spostovan-gospod.html

SLIKE:   [fotografie della commemorazione popolare a Jajce]



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»Slovencem je dovolj Evropske unije in Nata«

Bojan Rajšek, sob, 26.11.2016

Ob 73-letnici Avnoja je v Jajcu potekala spominska slovesnost. Komunisti nastavili zametke za vnovično združitev Jugoslavije.

Jajce - Več kot 2000 ljudi se je danes zbralo v bosanskem mestecu Jajcu, ob sotočju Vrbasa in Plive, da bi obujali spomine na rojstvo nekdanje SFRJ pred 73 leti. Vihrale so zastave s peterokrako zvezdo. Borčevske organizacije iz vseh nekdanjih bratskih socialističnih republik so ob tej priložnosti polagale vence pred spomenik padlim partizanom.

Odkar od leta 2008 poteka manifestacija v Jajcu, je danes položilo vence k spomeniku padlih domoljubov rekordnih 50 delegacij iz vseh nekdanjih jugoslovanskih republik, med njimi tudi tri iz Srbije. Najštevilčnejša je bila delegacija slovenske ZZB za vrednote NOB, ki jo je vodil Milan Gorjanc. Na vprašanje spletnega Dela, kaj mu 73 let po drugem zasedanju Avnoja pomeni ta nekdanji praznik, je odgovoril, da smo bili skupaj v isti državi sedem desetletji, zato je prav, da ljudje ne pozabijo. Zato takšno druženje tudi osebno podpira.

Gorjanc meni, da pri vsem tem ne gre za jugonostalgijo in da Slovenci, ki so danes prišli v Jajce, niso nobeni jugonostalgiki, ampak so preprosto naveličani Nata in Evropske unije. Gorjanc je prepričan, da če Avnoja ne bi bilo, danes tudi Slovenija ne bi obstajala, saj bi bila razdeljena med Avstrijo, Italijo, Madžarsko in delno tudi med Hrvaško in kot narod bi bili izbrisani z obličja zemlje. Na spominski slovesnosti v muzeju Avnoja pa je Gorjanc z mesta, kjer so predstavniki vseh jugoslovanskih narodov 29. in 30. novembra leta 1943 sprejeli usodne odločitve, pred nabito dvorano med drugim vzkliknil: »Ubili so nam Jugoslavijo, ne pa tudi jugoslovanskega duha.« Za izrečene besede je požel ogromen aplavz navzočih.

Kapitalist iz Zenice, ki to menda ni

Lastnik bosanskega podjetja DDI doo Jasmin Halilović, ki se je tega antifašističnega zborovanja udeležil s polnim avtobusom sovražnikov fašizma iz Zenice, je povedal, da se tradicionalno udeležujejo vseh manifestacij v krajih, kjer se je nekoč gradila SFRJ. »Morda tega ne bom doživel, ampak zagotovo se bodo narodi Jugoslavije nekoč spet združili,« je prepričan Halilović, ki mu je zelo žal, da je pred četrt stoletja razpadla država, ki je svojim državljanom omogočala brezplačno šolstvo, socialno in zdravstveno zavarovanje in kar je po njegovem trdnem prepričanju še posebej pomembno, ljudje so se imeli radi, ne glede na nacionalno pripadnost.

»Če bi imel možnost, bi rad vprašal naše politike iz vseh jugoslovanskih držav, kaj so nam lepega naredili s to njihovo demokracijo in zakaj prodajajo tisto, kar so desetletja ustvarjale generacije, in zakaj ne tistega, kar je njihovo. Banda nas je okradla,« je prepričan Halilović, ki noče slišati, da je tudi sam postal kapitalist, saj je lastnik podjetja s 35 zaposlenimi. »Poslušaj, ti novinar. Moji delavci imajo po 800 evrov plače na mesec in so prosti za novo leto, bajram, božič in tudi sam plačam avtobus za protifašistično zborovanje v Jajcu. Jaz mojih delavcev ne izkoriščam, kakor to počno tisti pravi kapitalisti,« je pribil Halilović.

Zametek tretje Jugoslavije?

V Jajcu so danes povsem neodvisno od spominske slovesnosti in skoraj v ilegali komunistični pripadniki iz vseh šestih nekdanjih jugoslovanskih republik ustanovili Centralni komite Zveze komunistov Jugoslavije. Kakor je za spletno Delo tik pred tem dogodkom povedal slovenski predstavnik A. S. iz Cerknice, želijo komunisti vnovič združiti vse jugoslovanske narode v skupno državo in nasprotujejo imperialistični politiki zahodnih sil, ki da želi povsem zasužnjiti jugoslovanske narode.

»V Sloveniji je bilo veliko komunistov, za katere se je izkazalo, da so to bili zato, da so postali izkoriščevalski kapitalisti. Vsi pripadniki t. i. levih in t. i. desnih strank so za nas izdajalci in tudi lažna levica je kriva, da je pred četrt stoletja razpadla Jugoslavija. Evropsko unijo smo v okviru Jugoslavije že imeli in to hočemo ponovno ustvariti,« je povedal sogovornik iz Notranjske, ki ne želi biti imenovan. Dodal je, da z Rusko federacijo, kakor tudi s kitajsko komunistično partijo gradijo odnose na enakopravnih temeljih.



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http://www.srp.hr/zaboravljena-povijest/

Zaboravljena povijest


U medijskoj tišini, ignoriran u javnosti protekao je još jedan 29. novembar, značajan datum iz naše suvremene povijesti koji je obilježio više od pet desetljeća života na nekadašnjem jugoslavenskom prostoru. Temeljni događaj koji je odredio taj dan 29. XI. 1943. bilo je II. zasjedanje AVNOJ-a, Antifašističkog vijeća narodnog oslobođenja Jugoslavije, vrhovnog vojnog i političkog tijela Narodnooslobodilačke borbe. Na tom su zasjedanju predstavnici jugoslavenskih naroda, usred rata i usred okupirane Evrope, u malom bosanskom gradu Jajcu, na oslobođenoj teritoriji, udarili temelje buduće slobodne države s novim društveno-političkim odnosima.

Nakon završetka rata, 29. novembar obilježavao se kao Dan republike i bio je najznačajniji praznik nove mlade države koja se u revoluciji izborila za socijalističko uređenje.  Na tom se nije stalo, po prvi put u povijesti implementirana je Marxova misao „tvornice radnicima – zemlja seljacima“ u formi samoupravljanja. Neki kažu preuranjeno. Možda i da, ali je polučilo epohalne rezultate. Nikad do tada ljudi s ovih prostora nisu postigli tako dinamičku preobrazbu i takvu kvalitetu života. Obnovljena je u ratu porušena zemlja sa stopom razvoja u samom svjetskom vrhu. Obrazovanje, zdravstvene usluge i stanovanje bili su dostupni svima, ali ne besplatno kako to neki danas paušalno tumače, već na osnovu solidarnog financiranja. Na međunarodnom planu su narodi s ovih prostora, nakon mračnih stoljeća podčinjenosti tuđim gospodarima, konačno uživali suverenost u punom smislu te riječi. Nikome podčinjeni, nikome poslušni.

Nakon kontrarevolucije i secesije 90-ih ta je struktura uništena u međuetničkom i međukonfesionalnom oružanom sukobu s elementima građanskog rata. Nove elite koje su došle na vlast uz tuđu pomoć ukinule su vrijednosni model koji je iniciran 29. novembra 1943. godine u Jajcu, a sproveden nakon pobjede u ratu. Poništile su sve njegove odluke i kasnije rezultate, a zadržale samo one koje govore o AVNOJ-evskim granicama. Jedino što nisu poništili je vlastito obrazovanje i beneficije društvene nadgradnje koje su stekli u tom vremenu koji su im poslužili kao benefit u pohodu na nove pozicije.

Ignoriranjem i prešućivanjem događaja koji su obilježili i dio njihovog života je kukavičluk i oni nemaju hrabrosti odgovoriti zašto to čine, a nemaju hrabrosti niti kritički se osvrnuti na te činjenice koje su postojale u realnom vremenu. Prešućivanje povijesnih događaja, koji su se dogodili u ne tako dalekom vremenu, predstavlja zločin prema povijesti.

 

predsjednik SRP-a

Vladimir Kapuralin



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http://www.srp.hr/dan-koji-je-umro-dan-republike/

Dan koji je umro: Dan Republike


Danas me na e-mailu podsjetiše neki poznanici i neki drugovi čestitajući mi Dan koji se više ne slavi.

Dan koji je umro zajedno sa zemljom u kojoj sam živio 45 godina. Živio i radio. Živio, pa recimo dobro, čak i puno bolje nego danas. Radio u radnom odnosu koji mi je davao neizmjerno veća prava nego ih uživa radnik danas.

Da, na današnji dan udareni su temelji države u čijem smo sastavu bili i mi, za čiju je slobodu od okupatora i domaćih izdajica izgubilo živote više od 1.300.000 ljudi. Podsjetih se na državu i njene stvaraoce koji nas već 1975. godine uvedoše u srednje razvijene evropske zemlje. Stvaraoce koji ne htjedoše niti u jedan blok. Stvaraoce koji i ponudu Europe odbiše riječima “ne, hvala; vi ste Europa kapitala, mi zemlja rada”.

Prisjetih se tko je bio čovjek koji je na današnji dan otvorio zasjedanje; otvorio i vodio II. zasjedanje AVNOJ-a.

Bio je to Ivan Ribar (1881.-1968.). Čovjek, velikan onog i ovog vremena.

Prije zasjedanja, na odluku rukovodstva partije da mu se saopći istina – njegova tragična istina; prilazi mu Tito. “Ivane moram ti reći tragičnu vijest. Lola ti je poginuo na Glamoč polju. Nije stigao u Kairo.”

Smrknu se lice. Zasuziše oči; tek prozbori: „Jeste li javili Jurici“? Zastala je riječ u grlu Titu. Pogled i suza rekoše sve. Ribar: “Zar i on?” Tito: “Da, na Kolašinu. Hoćeš li moći otvoriti i voditi zasjedanje?” Ribar: “Svaka revolucija nosi svoje žrtve. Hoću, moram, to od mene traže i Ivo i Jurica.”

Svake godine na Dan mrtvih palim svijeće na grobu svojih roditelja, ali i na Ribarev i Nazorov – ponosa svakog poštenog građana ove zemlje.

Zapalio sam im svijeće i 1991. g. Jedna svijeća, a nas dvoje – sestra i ja.

Danas ih ima nešto više. Poneko se sjeti. Poneko se sjeti, al’ nema kome reći da je to bila vojska koja nam donese slobodu. Prvu federalnu državu Hrvatsku u sastavu federativne države Jugoslavije. Državu koja nam uspostavi današnje granice vrativši poklonjenu Dalmaciju pripojivši Istru, Međimurje, Baranju i Srijem.

  

Gojko Maričić




È in uscita il libro:

Non Bombe Ma Solo Caramelle
Storia di una ONLUS anomala

a cura di Mariella Grande
Udine: KappaVu, 2016
collana Storia, pagine 208, euro 14

Il libro sarà oggetto di diverse presentazioni nel Nord-Est italiano nei prossimi giorni, alle quali parteciperanno anche Rajka Veljovic e Rajko Blagojevic del Sindacato Samostalni di Kragujevac, con il quale si sono sviluppate le iniziative della ONLUS in tutti questi anni.
Acquistando il libro direttamente da Non Bombe Ma Solo Caramelle si può contribuire al finanziamento del viaggio in Italia dei sindacalisti di Kragujevac – per ordinazioni e informazioni: Gilberto Vlaic – gilberto.vlaic @ elettra.eu 

Si riportano di seguito
1) il calendario delle suddette presentazioni
2) una descrizione del contenuto del libro.

Per aggiornamenti sulle presentazioni e le altre attività di NBMSC: https://www.cnj.it/NBMSC.htm


1) DATE DI PRESENTAZIONE A DICEMBRE 2016

TRIESTE, Mercoledì 7 dicembre ore 18.30
presso la Casa del Popolo di Sottolongera, Via Masaccio 24 (autobus n. 35)

TRIESTE, Giovedì 8 dicembre ore 18.00
presso il Bar-libreria Knulp, Via della Madonna del Mare 7a

SAN GIORGIO DI NOGARO (UD), Sabato 10 dicembre ore 18.00
presso la Sala della Misericordia della Bassa Friulana, Via Giulia 6

GRADO (GO), Domenica 11 dicembre ore 18.00
presso la Sala conferenze dell’Hotel Astoria, Largo S. Grisogono, 3

MONTEREALE VALCELLINA (PN), Lunedì 12 dicembre ore 20.45
presso il Circolo Culturale Menocchio, Via Ciotti 1

UDINE, Martedì 13 dicembre                                 
in orario e sala da definire (per aggiornamenti: https://www.cnj.it/NBMSC.htm#libro )

BRESCIA, Venerdì16 dicembre ore 18.00                
presso la Sala della Camera del Lavoro, Via Folonari 20


2) NBMSC, STORIA DI UNA ONLUS ANOMALA

Alcuni anni fa, insieme a Mariella Grande che cura questo libro, abbiamo iniziato  a riflettere su questa esperienza, sul suo significato per noi italiani e per i nostri amici e compagni serbi, sul perché a distanza di tanti anni una associazione così piccola riesce ancora a mobilitare coscienze e persone, e addirittura ad aumentare la propria capacità di intervento a favore di una realtà che non è certo ‘’di moda’’.

Da questi interrogativi è nato questo libro, che non nasce per dare una ricetta valida per tutti e in tutte le situazioni, ma che analizza a fondo quali sono state le tappe fondamentali che ci hanno fatto nascere e quali sono gli strumenti politici e operativi che ci hanno portato al punto in cui siamo.
E questa è la prima parte.

Poi segue una descrizione accurata e dettagliata su molti dei progetti che abbiamo portato avanti e sulle ricadute che hanno avuto per la popolazione di Kragujevac.

Infine una terza parte raccoglie le riflessioni (attraverso interviste di Mariella o tramite contributi scritti che ci sono arrivati) di un vasto gruppo di persone assai diverse tra di loro che hanno partecipato a viaggi a Kragujevac e in vario modo ai nostri progetti.

E’ stato un lavoro lungo, difficile ma avvincente che finalmente vede la luce.

Siamo nati nel 1999, in opposizione ai bombardamenti della NATO sulla Repubblica Federale di Jugoslavia e in risposta all’appello dei lavoratori della complesso metalmeccanico Zastava di Kragujevac, le cui fabbriche furono rase al suolo da quei bombardamenti. Quando si distruggono i luoghi del lavoro c’è la volontà politica di distruggere un popolo e il suo Paese, di negargli il futuro.
Nella società contemporanea, dove si perdono o si travestono quotidianamente i valori della solidarietà, abbiamo pensato avesse giusto spazio un libro come questo. Lontani da ogni tentativo di autoreferenzialità o vanagloria proponiamo il racconto di ciò che facciamo e soprattutto di come lo facciamo, una testimonianza. Non Bombe Ma Solo Caramelle vive un’esperienza che dura da quasi venti anni, in una situazione non più di emergenza ma di fortissimo disagio, quale è il paese Serbia.
Siamo consapevoli di non poter esportare modelli preconfezionati, e siamo convinti che ogni operazione politica, sociale, culturale deve nascere nel contesto che è in grado di volerla e di sostenerla. In una realtà come la Serbia così poco e male conosciuta – anche per il disinteresse dei media, puntati sulle continue emergenze del mondo – la nostra azione ha in sé valori e metodi che ne giustificano la durata. Per noi vuol dire dare valore alla quotidianità della vita concreta delle persone e dei gruppi sociali, perché le crisi di qualsiasi natura (economiche, geopolitiche, militari) non devono minare la solidarietà materiale tra lavoratori e popoli, ma anzi rafforzarla, non devono dividere ma unire, in nome di una globalizzazione dei diritti per contrastare le guerre tra i poveri e la disgregazione sociale.

Gilberto Vlaic
Trieste, 19 novembre 2016