Informazione
BEOGRAD, 25. maja (Tanjug) - Bulevar Zorana Đinđića u Beogradu
osvanuo je danas oblepljen plakatima sa natpisom Ulica Slobodana
Miloševića. "Omladinska inicijativa Rakovice" predstavila se kao
organizator akcije lepljenja plakata na Novom Beogradu i Rakovici pod
nazivom "Rehabilitacija Slobodana Miloševića".
Il Viale Zoran Djindjic a Belgrado, nella giornata odierna, è stato
tappezzato lungo tutto il percorso con locandine con la dicitura:
"Via Slobodan Milosevic". L'associazione "Iniziativa giovanile del
Comune di Rakovica (Belgrado)" ha rivendicato l'azione svolta a Nuova
Belgrado e Rakovica nell'ambito della campagna "Riabilitazione di
Slobodan Milosevic".
In molti hanno scritto dell’Almirante antisemita e dell’Almirante massacratore repubblichino e ci vuole un tir di Maalox (o lo stomaco di Veltroni, “nulla fermerà il dialogo con il PDL”) per mandarlo giù.
Ben pochi invece si sono soffermati sul fatto che Giorgio Almirante fu amnistiato solo perché ultrasettantenne dal reato di favoreggiamento aggravato agli autori della strage di Peteano, nella quale tre carabinieri furono fatti saltare in aria.
Giorgio Almirante, il grande statista al quale Gianfranco Fini rende omaggio e Gianni Alemanno vuol dedicare una strada romana, per la legge italiana è però un terrorista complice dell’assassinio di tre carabinieri. Ecco tutta la storia.
Il 31 maggio 1972, in Peteano di Sagrado, in provincia di Gorizia, mentre in televisione trasmettevano Inter-Ajax, morirono dilaniati in un attentato il brigadiere Antonio Ferraro di 31 anni e i carabinieri Donato Poveromo e Franco Bongiovanni di 33 e 23 anni. Rimasero gravemente feriti il tenente Francesco Speziale e il brigadiere Giuseppe Zazzaro.
Nonostante i morti fossero tre poveri carabinieri (nella foto), immediatamente una cortina di depistaggi fu elevata per coprire i responsabili. Come per Piazza Fontana si diede per anni la colpa ai rossi; la strategia della tensione serviva per quello e funzionava così.
Tra i principali depistatori vi fu il generale Dino Mingarelli, condanna confermata in Cassazione nel 1992 per falso materiale ed ideologico e per soppressione di prove, e il generale piduista Giovanbattista Palumbo, che all’epoca era comandante della divisione Pastrengo di Milano e che aveva competenza su tutto il Norditalia, che inventò la pista rossa di sana pianta. Per difendere gli assassini di tre carabinieri due dei maggiori in grado dell’arma delle vittime, per anni ne fecero di tutti i colori, manomettendo e facendo sparire le prove, come si legge nelle sentenze e come racconta benissimo il giudice Felice Casson in un libro intervista che uscirà in futuro.
La strage avvenne a 15 giorni dall’omicidio Calabresi e tre settimane dopo le elezioni politiche del 7 maggio nelle quali l’MSI era cresciuto fino all’8.67%, massimo storico e ad un passo dal PSI. I colpevoli materiali della strage, condannati all’ergastolo con sentenza definitiva, erano gli iscritti all’MSI friulano Carlo Cicuttini e Vincenzo Vinciguerra insieme ad Ivano Boccaccio, ucciso pochi mesi dopo i fatti in uno strano tentativo di dirottamento aereo all’aeroporto di Ronchi dei Legionari, in ottobre. Con Peteano c’entrano tutti, i vertici dei carabinieri, l’MSI (al quale erano iscritti tutti i terroristi) la P2, Gladio, i servizi italiani e la CIA nel pieno della strategia della tensione. Destabilizzare per stabilizzare.
Per trappolare la 500 di Peteano furono usati materiali di Gladio conservati ad Aurisina e tecniche che venivano insegnate alla Folgore a Pisa. Risoltosi il problema di Boccaccio, restavano Cicuttini e Vinciguerra. Abbiamo già detto che la strategia della tensione serviva a destabilizzare per stabilizzare e proprio l’MSI la stava capitalizzando, come il voto del 7 maggio aveva appena dimostrato. E quindi i camerati andavano salvati. E qui interviene il nostro. Dopo la morte di Boccaccio a Ronchi, Vinciguerra e Cicuttini, segretario dell’MSI a San Giovanni a Natisone, in provincia di Udine, che faceva i comizi con Giorgio Almirante, nonostante non fossero ancora stati inquisiti per Peteano (le piste fasulle staranno in piedi per anni), si erano comunque resi latitanti. Latitanza dorata nella Spagna di Francisco Franco, dove il loro punto di riferimento era Stefano delle Chiaie e dove con questo si dedicavano al traffico d’armi. Cicuttini sposò perfino la figlia di un generale. C’era un solo punto debole del piano: la voce di Cicuttini registrata sia nei comizi dell’MSI sia nella telefonata con la quale Cicuttini attira i carabinieri nella trappola a Peteano.
E fu proprio Giorgio Almirante, il fascista in doppio petto, quello rispettabile, quello con il senso dello Stato, a proteggere l’autore della strage di Peteano fino a mandargli 34.650 dollari statunitensi in Spagna proprio per operarsi alle corde vocali. Ciò è processualmente provato. Almirante consegnò personalmente i soldi all’avvocato goriziano Eno Pascoli che li fece avere a Cicuttini a Madrid, via Svizzera. Almirante e Pascoli, incriminati per favoreggiamento dell’autore della strage di Peteano furono rinviati a giudizio insieme. Ma mentre Pascoli sarà condannato, la condanna di Almirante seguirà un corso diverso. Il capo dell’MSI godeva infatti dell’immunità parlamentare dietro la quale si trincerò perfino per evitare di essere interrogato. La tirò avanti per anni di battaglie nelle quali non fu mai in dubbio la sua colpevolezza, finché non intervenne un’amnistia praticamente ad personam, della quale beneficiava solo in quanto ultrasettantenne. Giorgio Almirante, l’uomo d’ordine, dovette chiedere per sé l’amnistia perché il dibattimento lo avrebbe condannato e ne beneficiò (mentre il suo complice fu condannato) per il reato di favoreggiamento aggravato degli autori (militanti e dirigenti del suo partito) di un attentato terroristico nel quale vennero uccisi tre carabinieri. Non si parla di violenza politica o di strada, di giovani di destra e sinistra che si fronteggiavano e a volte si ammazzavano; stiamo parlando del peggiore stragismo. Dedichiamogli una strada, lo merita: Via Giorgio Almirante, terrorista.
LA DOMENICA DELLE SALME
Tentò la fuga in tram
verso le sei del mattino
dalla bottiglia di orzata
dove galleggia Milano
non fu difficile seguirlo
il poeta della Baggina
la sua anima accesa
mandava luce di lampadina
gli incendiarono il letto
sulla strada di Trento
riuscì a salvarsi dalla sua barba
un pettirosso da combattimento
I Polacchi non morirono subito
e inginocchiati agli ultimi semafori
rifacevano il trucco alle troie di regime
lanciate verso il mare
i trafficanti di saponette
mettevano pancia verso est
chi si convertiva nel novanta
ne era dispensato nel novantuno
la scimmia del quarto Reich
ballava la polka sopra il muro
e mentre si arrampicava
le abbiamo visto tutto il culo
la piramide di Cheope
volle essere ricostruita in quel giorno di festa
masso per masso
schiavo per schiavo
comunista per comunista
La domenica delle salme
non si udirono fucilate
il gas esilarante
presidiava le strade
la domenica delle salme
si portò via tutti i pensieri
e le regine del ''tua culpa''
affollarono i parrucchieri
Nell'assolata galera patria
il secondo secondino
disse a ''Baffi di Sego'' che era il primo
-- si può fare domani sul far del mattino –
e furono inviati messi
fanti cavalli cani ed un somaro
ad annunciare l'amputazione della gamba
di Renato Curcio
il carbonaro
il ministro dei temporali
in un tripudio di tromboni
auspicava democrazia
con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni
-- voglio vivere in una città
dove all'ora dell'aperitivo
non ci siano spargimenti di sangue
o di detersivo –
a tarda sera io e il mio illustre cugino De Andrade
eravamo gli ultimi cittadini liberi
di questa famosa città civile
perché avevamo un cannone nel cortile
La domenica delle salme
nessuno si fece male
tutti a seguire il feretro
del defunto ideale
la domenica delle salme
si sentiva cantare
-quant'è bella giovinezza
non vogliamo più invecchiare –
Gli ultimi viandanti
si ritirarono nelle catacombe
accesero la televisione e ci guardarono cantare
per una mezz'oretta
poi ci mandarono a cagare
-- voi che avete cantato sui trampoli e in ginocchio
coi pianoforti a tracolla travestiti da Pinocchio
voi che avete cantato per i longobardi e per i centralisti
per l'Amazzonia e per la pecunia
nei palastilisti
e dai padri Maristi
voi avete voci potenti
lingue allenate a battere il tamburo
voi avevate voci potenti
adatte per il vaffanculo —
La domenica delle salme
gli addetti alla nostalgia
accompagnarono tra i flauti
il cadavere di Utopia
la domenica delle salme
fu una domenica come tante
il giorno dopo c'erano i segni
di una pace terrificante
mentre il cuore d'Italia
da Palermo ad Aosta
si gonfiava in un coro
di vibrante protesta
Legge 633/41 art. 70 comma 1: "Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera, per scopi di critica, di discussione ed anche di insegnamento,
sono liberi nei limiti giustificati da tali finalità e purchè non costituiscano concorrenza alla utilizzazione economica dell'opera."
Рогозин: Сви су знали за отмице на Косову и узимање органа
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Cina e America: “l’operazione psicologica” dei diritti umani del Tibet
di Michel Chossudovsky
su Resistenze del 15/05/2008
www.resistenze.org - osservatorio - della guerra - 12-05-08 - n. 227
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=8673 globalresearch, 13 aprile 2008
La questione dei diritti umani è diventata il punto focale della disinformazione dei media.
Quanto ai diritti umani, la Cina non è un modello ma non lo sono neppure gli Stati Uniti ed il loro incrollabile alleato britannico, estesamente responsabili di crimini di guerra e violazioni di diritti umani in Iraq e nel mondo. Gli Stati Uniti ed i loro alleati, anche se sostengono la pratica della tortura, degli assassini politici e l’istituzione di campi segreti di detenzione, continuano ad essere presentati alla pubblica opinione come il modello di democrazia occidentale da emulare da parte dei paesi in sviluppo, in contrapposizione a Russia, Iran, Corea del Nord e Repubblica Popolare Cinese.
Diritti umani "doppio standard"
Mentre vengono messe in risalto le accuse di violazioni dei diritti umani alla Cina in relazione al Tibet, l’attuale ondata di massacri in Iraq e in Palestina non è menzionata: i media occidentali hanno appena segnalato il quinto"anniversario della Liberazione" dell'Iraq, coprendo il bilancio delle uccisioni patrocinate dagli Stati Uniti e delle atrocità perpetrate contro un’intera popolazione, nel nome di una "guerra globale al terrorismo".
Ci sono più di 1,2 milioni di civili iracheni uccisi, 3 milioni di feriti. L’Alta Commissione per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) indica un quadro di 2,2 milioni di iracheni rifugiati che hanno abbandonato il loro paese e 2,4 milioni di persone "spostatesi all’interno".
"La popolazione dell’Iraq al tempo dell'invasione degli Stati Uniti, nel marzo 2003, si aggirava sui 27 milioni di persone, oggi sono circa 23 milioni. Semplici calcoli aritmetici indicano che attualmente più di metà della popolazione dell'Iraq, o è rifugiata, o bisognosa di aiuti di emergenza, o ferita, o morta."
La scacchiera geopolitica
Ci sono obiettivi geopolitici profondamente radicati dietro alla campagna contro la leadership cinese.
I piani di guerra di Stati Uniti-Nato-Israele riferiti all'Iran sono in un stato avanzato di preparazione. Con il governo dell'Iran, la Cina ha legami economici ed anche un accordo di cooperazione militare bilaterale di vasta portata. La Cina inoltre è anche un alleato di Russia, Kazakhstan, Repubblica Kyrgysa, Tajikistan ed Uzbekistan nel contesto dell’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai (SCO). Fin dal 2005, l’Iran ha uno status di ‘membro osservatore’ all'interno della SCO.
A sua volta la SCO ha legami con l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), un accordo di pianificazione superiore per la cooperazione militare tra Russia, Armenia, Bielorussia, Uzbekistan, Kazakhstan, Repubblica Kyrgysa e Tajikistan.
Nell’ottobre dello scorso anno l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO) e l’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai (SCO) hanno firmato un Memorandum di Intesa, ponendo le basi per la cooperazione militare tra le due organizzazioni. Questo accordo SCO-CSTO, appena menzionato dai media occidentali, comporta la creazione di una ben sviluppata alleanza militare tra la Cina, la Russia e gli stati membri di SCO/CSTO. E’ importante notare che la SCTO e la SCO nel 2006 tennero esercitazioni militari congiunte, in coincidenza con quelle condotte dall'Iran.
Nell’ambito dei piani di guerra degli Stati Uniti diretti contro l'Iran, gli Stati Uniti sono anche impegnati ad indebolire le alleanze dell'Iran, segnatamente con la Russia e con la Cina. Nel caso della Cina, Washington sta cercando di destabilizzare i legami bilaterali tra Pechino e Tehran, così come l’avvicinamento dell'Iran alla SCO, che ha la sua sede centrale a Pechino.
La Cina è un alleato dell'Iran. L'intenzione di Washington è di usare le accuse a Pechino di violazioni dei diritti umani come pretesto per colpire la Cina, alleata dell’Iran.
A questo riguardo, un'operazione militare diretta contro l'Iran può riuscire solamente se viene scardinata la struttura delle alleanze militari che collegano l'Iran, la Cina e la Russia. Questo è ciò che il cancelliere tedesco Otto von Bismarck aveva capito in relazione alla struttura prevalente delle alleanze militari in competizione alla vigilia della I Guerra Mondiale. La Triplice Alleanza era un patto stipulato nel 1882 tra la Germania, l'Impero Austro-Ungarico e l'Italia. Mentre nel 1907, un accordo anglo-russo preparò la strada per la formazione della Triplice Intesa, costituita da Francia, Regno Unito e Russia.
La Triplice Alleanza cadde nel 1914, quando dall'alleanza si ritirò l’Italia e dichiarò la sua neutralità, determinando in questo modo lo scoppio della I Guerra Mondiale.
La Storia insegna l'importanza delle alleanze militari in competizione. Nel contesto attuale, i partner degli Stati Uniti e della Nato stanno cercando di minare la formazione coesa di un’alleanza militare eurasiatica, SCO-CSTO, che potrebbe sfidare efficacemente e contenere l’espansionismo militare degli Stati Uniti-Nato nell’Eurasia, combinando le capacità militari non solo di Russia e Cina ma anche quelle di molte ex repubbliche sovietiche, tra le quali Bielorussia, Armenia, Kazakhstan, Tajikistan, Uzbekistan e Repubblica Kyrgysa.
L’accerchiamento della Cina
Con l'eccezione della sua frontiera Settentrionale, che confina con la Federazione Russa, la Mongolia e il Kazakhstan, la Cina è circondata da basi militari degli Stati Uniti
Il corridoio dell’Eurasia
Fin dall'invasione e dall’occupazione del 2001 dell'Afghanistan, gli Stati Uniti hanno una presenza militare sulla frontiera occidentale della Cina, in Afghanistan e in Pakistan. Gli Stati Uniti sono impegnati ad installare basi militari permanenti in Afghanistan- che occupa una posizione strategica, confinando con le ex repubbliche sovietiche, la Cina e l’Iran.
Gli Stati Uniti e la Nato inoltre , fin dal 1996, hanno anche stabilito legami militari con diverse ex repubbliche sovietiche sotto il GUUAM (Georgia, Ucraina, Uzbekistan, Azerbaijan e Moldavia). Nell’era posteriore all’11/9, Washington ha usato il pretesto della "guerra globale contro il terrorismo" per sviluppare ulteriormente una presenza militare statunitense nei paesi del GUUAM. (Nel 2002 l’Uzbekistan si è ritirato dal GUUAM, e ora l'organizzazione è diventata GUAM).
La Cina ha interessi petroliferi nell’Eurasia così come nell’Africa sub-sahariana, che confliggono con quelli anglo-americani. Quello che è in gioco è dunque il controllo geopolitico del corridoio eurasiatico.
Nel marzo 1999, il Congresso degli U.S., adottò l'Atto della Strategia della Via della Seta, che definiva gli ampi interessi economici e strategici dell’America in una regione che si estende dal Mediterraneo Orientale all’Asia Centrale. La Strategia della Via della Seta (SRS) traccia un quadro per lo sviluppo degli affari dell'impero Americano lungo un esteso corridoio geografico
La riuscita della realizzazione della SRS richiede la concomitante "militarizzazione" dell’intero corridoio eurasiatico, come mezzo per assicurarsi il controllo sulle grandi riserve di petrolio e di gas naturale, così come per "proteggere"i gasdotti e i corridoi commerciali. Questa militarizzazione è ampiamente diretta contro Cina, Russia ed Iran.
Anche la militarizzazione del Mare del Sud Cinese e degli Stretti di Taiwan è parte integrante di questa strategia che, nell’era post 11/ 9, è basata nel dispiegamento su "molti fronti".
Anche nell'era post-Guerra Fredda, la Cina resta comunque un obiettivo per un attacco nucleare di primo colpo degli Stati Uniti.
Nella Rassegna della Situazione Nucleare del 2002 (NPR), la Cina e la Russia sono identificate, insieme ad una lista di "stati canaglia", come obiettivi potenziali di un attacco nucleare preventivo degli Stati Uniti. Nella NPR la Cina è elencata come "un paese che potrebbe essere coinvolto in un’immediata o potenziale emergenza". Specificamente, la Rassegna della Situazione Nucleare indica uno scontro militare sullo status di Taiwan come uno degli scenari che potrebbero condurre Washington ad usare contro la Cina le armi nucleari.
La Cina è stata accerchiata: l’esercito degli Stati Uniti è presente nel Mare del Sud della Cina e negli Stretti di Taiwan, nella Penisola Coreana e nel Mar del Giappone così come nel cuore dell'Asia Centrale e sui confini occidentali cinesi, nelle regioni autonome dello Xinjiang-Uigur. Come tratto dell’accerchiamento della Cina, inoltre, “il Giappone è stato gradualmente amalgamato, armonizzando le sue politiche militari con quelle degli Stati Uniti e della Nato”.
Indebolire la Cina dall’interno: sostegno coperto ai movimenti secessionisti
Coerentemente con la sua politica di indebolire e alla fine di dividere la Repubblica Popolare della Cina, Washington sostiene movimenti secessionisti sia in Tibet sia in regioni autonome come lo Xinjiang-Uigur, che confina verso nord-est con il Pakistan e l'Afghanistan.
Nello Xinjiang-Uigur, l'intelligence pachistana (ISI), agendo in collegamento con la CIA, sostiene diverse organizzazioni islamiche, tra le quali il Partito Riformatore Islamico, l’Unione dell’Alleanza Nazionale del Turkestan Orientale, l’Organizzazione della Liberazione Uigur e il Partito Uigur della Jihad Centro-asiatica. Molte di queste organizzazioni islamiche hanno ricevuto appoggio e addestramento da Al Qaeda, che è un’attività finanziata dall'intelligence degli Stati Uniti. L'obiettivo dichiarato di queste organizzazioni islamiche basate in Cina è di "instaurare un califfato islamico nella regione". Il califfato integrerebbe l'Uzbekistan, il Tajikistan, il Kyrgyzstan (Turkestan occidentale) e la regione autonoma Uigur della Cina (Turkestan orientale) in un sola entità politica.
Il "progetto del califfato" viola la sovranità territoriale cinese. Il secessionismo sulla frontiera occidentale della Cina, sostenuto da diverse "fondazioni" wahabite degli Stati del Golfo, è, ancora una volta, solidale con gli interessi strategici americani nell’Asia Centrale. Nel frattempo la potente lobby basata negli Stati Uniti sta erogando appoggio alle forze separatiste in Tibet.
Promuovendo tacitamente la secessione della regione di Xinjiang-Uigur (usando come "intermediario" l'ISI del Pakistan), Washington sta tentando di provocare un processo più ampio di destabilizzazione politica e di frammentazione della Repubblica Popolare Cinese. Queste varie manovre coperte si aggiungono all’installazione da parte degli Stati Uniti di basi militari in Afghanistan e in molte delle ex repubbliche sovietiche, direttamente sul confine occidentale della Cina. Anche la militarizzazione del Mare del Sud Cinese e degli Stretti di Taiwan è parte integrante di questa strategia.
Le rivolte di Lhasa
Le violente insurrezioni nella capitale del Tibet di metà-marzo sono state un evento inscenato con cura. Nel loro immediato seguito, è stata lanciata una campagna di disinformazione mediatica, diretta contro la Cina, sostenuta da dichiarazioni politiche dei leader occidentali.
Ci sono indicazioni che l'intelligence degli Stati Uniti abbia giocato un ruolo dietro alle quinte, per quella che molti osservatori hanno descritto come un’operazione attentamente premeditata.
L'evento di Lhasa di metà-marzo non è stato il "pacifico movimento spontaneo" di protesta descritto dai media occidentali. Le rivolte, che hanno coinvolto una banda di malfattori, sono state premeditate; progettate con cura. Attivisti tibetani in India, affiliati al governo in esilio del Dalai Lama, "hanno detto che stavano effettivamente aspettando i disordini. Ma hanno rifiutato di precisare quello che sono venuti a sapere o chi erano i loro collaboratori " (Guerilla News)
Le immagini non suggeriscono un partecipazione massiccia alla protesta ma piuttosto una furia condotta da poche centinaia di individui. Monaci buddisti sono coinvolti nelle violenze. Secondo il China Daily (31 marzo 2008), dietro alle violenze c’era anche il Congresso della Gioventù tibetano (TYC), con sede in India, considerato dalla Cina come una"organizzazione dalla linea dura", affiliato al Dalai Lama- I campi di addestrando del TYC sono finanziati dalla Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED)-.
Lo svolgimento del video conferma che dei civili sono stati presi a sassate, colpiti e, in alcuni casi, uccisi. La maggior parte delle vittime erano cinesi Han. Almeno dieci persone sono restate arse vive come risultato di azioni incendiarie, secondo le dichiarazioni del governo del Tibet. Queste dichiarazioni sono state confermate dal racconto di molti testimoni oculari. Secondo il rapporto di People's Daily:
"Cinque commessi di un negozio di abbigliamento sono arsi vivi prima di poter avere una opportunità di fuga. Un uomo alto 1,70 metro, chiamato Zuo Yuancun è morto orrendamente carbonizzato. Un lavoratore migrante è stato pugnalato al fegato dai malfattori. Ad una donna, duramente picchiata dagli assalitori, è stato asportato l’orecchio"... (People’s Daily, 22 marzo 2008)
Tuttavia i media occidentali hanno descritto disinvoltamente il saccheggio e l’incendio come una "dimostrazione pacifica", soffocata con l'uso della forza dalle autorità cinesi. Non ci sono rapporti precisi (ne di fonte cinese, ne dei giornali occidentali) sul numero di feriti causati dalla polizia cinese nell'operazione lanciata per reprimere le insurrezioni. I resoconti della stampa occidentale indicano un dispiegamento su larga scala, di più di 1000 soldati e poliziotti, su veicoli blindati nella capitale tibetana.
Uffici e scuole sono stati attaccati, automobili sono state date alle fiamme. Secondo il rapporto cinese, ci sono stati 22 morti e 623 feriti. "I rivoltosi hanno appiccato il fuoco in più di 300 ubicazioni, prevalentemente case private, negozi e scuole, hanno distrutto veicoli e danneggiato installazioni pubbliche".
La pianificazione delle insurrezioni è stata coordinata con la campagna di disinformazione dei media, che hanno accusato le autorità cinesi di avere istigato il saccheggio e gli incendi. Il Dalai Lama ha accusato Pechino di “aver travestito le truppe da monaci” per dare l'impressione che i monaci buddisti fossero dietro alle insurrezioni. Tale tesi era fondata su una fotografia, di quattro anni prima, di soldati vestiti come monaci nella performance di uno spettacolo teatrale
( South China Morning Post, 4 aprile 2008).
Il giornale del continente (People’s Daily) ha notato che le forze di sicurezza che hanno contenuto le insurrezioni a Lhasa non potevano verosimilmente essere vestite con le uniformi mostrate nella fotografia, perché quelle erano uniformi estive, non adatte al freddo di marzo. Inoltre gli ufficiali armati mostrati nella fotografia erano in uniformi di vecchio tipo, dismesse dal 2005. ... Xinhua afferma che la fotografia era scattata anni fa durante uno spettacolo, quando i soldati presero in prestito da monaci i loro mantelli prima di salire sul palcoscenico.
L’affermazione del Dalai Lama che siano state le autorità cinesi ad istigare le insurrezioni, riportata nei media occidentali, è sostenuta dalla dichiarazione di un ex funzionario del Partito Comunista, Mr. Ruan Ming, che afferma "che il CCP ha inscenato gli incidenti in Tibet per costringere il Dalai Lama a dimettersi e giustificare la repressione futura dei tibetani. Mr. Ruan Ming è stato un speechwriter dell’ex Segretario Generale CCP, Hu Yaobang."
(citazione da The Epoch Time)
Il ruolo dell'intelligence degli Stati Uniti
L'organizzazione delle insurrezioni di Lhasa è parte di un modello costante. Le rivolte costituiscono un tentativo per provocare in Cina un conflitto etnico. Servono gli interessi della politica estera degli Stati Uniti.
In quale misura l'intelligence degli Stati Uniti ha giocato segretamente un ruolo nell’attuale ondata di proteste che riguardano il Tibet?
Data la natura coperta delle operazioni di intelligence, non c'è nessuna prova tangibile del coinvolgimento diretto della CIA, tuttavia vi sono varie organizzazioni tibetane, collegate al "governo in esilio" del Tibet, che sono note per essere sostenute dalla CIA e/o dall'organizzazione del fronte civile del CIA, la Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED).
Il coinvolgimento della CIA nel fornire sostegno coperto al movimento secessionista tibetano risale alla metà egli anni ‘50. Il Dalai Lama è stato sul libro paga della CIA dalla fine degli anni ‘50 fino al 1974:
A partire dal 1956 la CIA ha condotto una campagna su larga scala di azioni coperte contro i comunisti cinesi in Tibet. Questo portò alla disastrosa sollevazione cruenta del 1959, che lasciò decine di migliaia di tibetani morti, mentre il Dalai Lama e circa 100.000 seguaci furono indotti alla fuga attraverso gli infidi passi dell’Himalaya, in India e in Nepal.
La CIA fondò un campo di addestramento militare segreto per i combattenti dell’insurrezione del Dalai Lama a Camp Hale, vicino a Leadville, in Colorado, negli Stati Uniti. I combattenti tibetani furono addestrati ed equipaggiati dalla CIA per una guerra di guerriglia ed operazioni di sabotaggio contro i comunisti cinesi.
I guerriglieri addestrati dagli Stati Uniti compirono regolarmente incursioni in Tibet, occasionalmente guidati da contrattisti mercenari della CIA e appoggiati da aerei della CIA. Il programma di addestramento iniziale finì nel dicembre 1961- anche se pare che il campo del Colorado sia rimasto aperto almeno fino al 1966.
A fianco dell'esercito di guerriglia ‘tibetano’, la Task Force tibetana della CIA, creata da Roger E. McCarthy, ha proseguito l'operazione con il nome in codice di "ST CIRCUS" per molestare le forze cinesi per altri 15 anni, fino al 1974, quando è stato ufficialmente ratificato il cessato coinvolgimento.
McCarthy, che ebbe anche il ruolo di comandante della Task Force del Tibet, fu in attività dal 1959 al 1961; più tardi andò a seguire operazioni simili in Vietnam e Laos.
Dalla metà degli anni ’60, la CIA cambiò la sua strategia paracadutando in Tibet ‘guerriglieri’ ed agenti dell’intelligence per allestire il Chusi Gangdruk, un esercito da guerriglia di circa 2.000 combattenti di etnia Khamba in basi come “Mustang” in Nepal (questa base fu chiusa dal governo del Nepal solamente nel 1974, dopo le forti pressioni di Pechino.)
Dopo la Guerra tra India e Cina del 1962, il CIA sviluppò una stretta relazione con i servizi d'intelligence indiani, sia per l’addestramento sia per il rifornimento degli agenti del Tibet."
La Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED)
La Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED), che eroga il sostegno finanziario ai gruppi di opposizione filo-statunitensi in tutto il mondo, ha giocato un ruolo significativo nel manovrare le "rivoluzioni di velluto" che servono gli interessi geopolitici ed economici di Washington.
La NED, anche se non formalmente parte della CIA, svolge un'importante funzione di intelligence all'interno dell'arena di partiti politici e ONG. Fu creata nel 1983, quando la CIA era stata accusata di corrompere clandestinamente statisti e di allestire un fronte di organizzazioni fasulle nella società civile. Secondo Allen Weinstein, che fu il responsabile per l’avviamento la NED durante l'Amministrazione Reagan, "molto di quello che noi facciamo oggi, 25 anni fa era fatto clandestinamente dalla CIA." (Washington Post, 21 settembre1991).
La NED opera attraverso quattro istituti centrali: l'Istituto Nazionale Democratico per gli Affari Internazionali (NDIIA), l’Istituto Internazionale Repubblicano (IRI), il Centro americano per la Solidarietà Internazionale del Lavoro (ACILS) ed il Centro Internazionale per l’Impresa Privata.
La NED fornì i fondi alle organizzazioni della "società civile" in Venezuela, che organizzarono un tentato colpo di stato contro il Presidente Hugo Chavez. Ad Haiti, la NED sostenne i gruppi di opposizione dietro all'insurrezione armata che contribuirono a far cadere il Presidente Bertrand Aristide nel febbraio 2004. Il colpo di stato di Haiti è stato il risultato di un'operazione militare e di intelligence accuratamente inscenata.
La NED finanzia diverse organizzazioni del Tibet, sia all'interno sia all'esterno della Cina. La principale organizzazione filo-Dalai Lama finanziata dalla NED per l’indipendenza del Tibet è la Campagna Internazionale per Tibet (ICT), fondata a Washington nel 1988. L'ICT ha uffici a Washington, Amsterdam, Berlino e Bruxelles. Diversamente da altre organizzazioni sovvenzionate dalla NED in Tibet, l'ICT ha una relazione di stretta intimità e "sovrapposizione" con la NED e il dipartimento di Stato degli Stati Uniti:
Alcuni dei direttori della ICT sono anche membri integranti dell’istituto ‘di promozione della democrazia’, ed includono Bette Bao Lord (che è presidentessa della Casa della Libertà e direttrice del Foro della Libertà), Gare A. Smith (chi prima aveva mansione di vice-primo deputato nel Dipartimento di Stato U.S., Ufficio della Democrazia, Diritti Umani e Lavoro), Julia Taft (che è stata direttrice della NED, ed ex Assistente del Segretario di Stato e Coordinatore Speciale per le questioni tibetane, ha lavorato per USAID, ed è anche stata Presidente del CEO di InterAction), e in fine, Mark Handelman (che è anche direttore della Coalizione Nazionale per i diritti degli haitiani, un'organizzazione il cui lavoro è ideologicamente collegato agli interventi di vecchia data della NED ad Haiti).
Il quadro di consulenti dell'ICT presenta anche individui che sono direttamente collegati alla NED, Harry Wu e Qiang Xiao (che è l’ex direttore esecutivo dei Diritti Umani in Cina, finanziati dalla NED).
Come il loro consiglio di amministrazione, il consiglio internazionale di consulenti dell’ICT include molti notabili ‘democratici’ come Vaclav Havel, Fang Lizhi (che nel 1995 era un membro del consiglio dei Diritti Umani in Cina), Jose Ramos-Horta (che lavorò nel consiglio consultivo internazionale per il Progetto di Coalizione Democratica), Kerry Kennedy (che è una dirigente del Centro di Informazioni della Cina, finanziato dalla NED), Vytautas Landsbergis (che è un patron internazionale della neoconservatrice Società Henry Jackson – con sede in Gran Bretagna) e, fino alla sua recente morte, la moglie del neocon Jeane J. Kirkpatrick (che fu anche legata a gruppi democratici come la Casa della Libertà e la Fondazione per la Difesa delle Democrazie).
Altre organizzazioni tibetane finanziate dalla NED comprendono, come primi assegnatari, gli Studenti per il Tibet Libero (SFT). La SFT fu fondata nel 1994 a New York City “come un progetto di impegno U.S.-Tibet”. La SFT è nota soprattutto per aver dispiegato, in rivendicazione del Tibet libero, una bandiera di 450 piedi sulla Grande Muraglia della Cina. “Lo scorso gennaio, la SFT, insieme con altre cinque organizzazioni tibetane, ha proclamato "l'inizio di una sollevazione di persone tibetane"... e co-fondato un ufficio provvisorio con compito di coordinamento e finanziamento."
La NED finanzia inoltre il Tibet Multimedia Center (con sede anche a Dharamsala) per la
diffusione di informazioni che indirizzano la lotta per i diritti umani e la democrazia in Tibet”. Sempre la NED finanzia il Centro tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia.
Esiste una divisione di compiti tra la CIA e la NED. Mentre la CIA fornisce appoggio coperto a gruppi paramilitari di ribelli armati e ad organizzazioni terroriste, la NED finanzia i partiti politici "civili" e le organizzazioni non governative nell’ottica di instaurare la "democrazia americana" attorno al mondo.
Per così dire la NED costituisce il “braccio civile” della CIA. Gli interventi CIA-NED in diverse parti del mondo sono caratterizzati da un modello costante, applicato in numerosi paesi.
PsyOp: screditare il governo cinese
L'obiettivo di breve termine è screditare il governo cinese nei mesi che portano ai giochi olimpici di Pechino, usando la campagna del Tibet anche per distogliere l’opinione pubblica dalla guerra del Medio Oriente e dai crimini di guerra commessi da Stati Uniti, Nato e Israele. Vengono sottolineate le presunte violazioni dei diritti umani della Cina per depistare e offrire un volto umano agli Stati Uniti che guidano la guerra in Medio Oriente.
Gli Stati Uniti che in realtà hanno patrocinato piani di guerra diretti contro l'Iran trovano ora credito e giustificazione per l’inadempienza di Tehran alle richieste "della comunità internazionale"; con il Tibet che fa titolo, le vere crisi umanitarie nel Medio Oriente non vanno in prima pagina sui giornali.
Più generalmente, la questione dei diritti umani è distorta: le realtà sono invertite, gli enormi crimini commessi dagli Stati Uniti e dai loro partner di coalizione sono ora celati, ora giustificati come mezzi per proteggere la società contro i terroristi.
E’ stato instaurato un "doppio standard" nell'accertamento delle violazioni dei diritti umani: in Medio Oriente, l'uccisione di civili è classificata come danno collaterale, ed è giustificata come parte della "guerra globale al terrorismo." Le vittime sono dichiarate responsabili per la loro propria morte.
La torcia olimpica
Nelle capitali occidentali sono state messe in atto manifestazioni calcolate con cura sulle violazioni dei diritti umani in Cina
Un parziale boicottaggio dei giochi olimpici sembra essere in preparazione. Bernard Kouchner, Ministro degli Esteri francese (strenuo protagonista degli interessi degli Stati Uniti, in rapporto con il Bilderbergs), ha chiesto un boicottaggio delle cerimonie inaugurali delle Olimpiadi. Kouchner ha affermato che l'idea dovrebbe essere discussa alla riunione dei Ministri degli Esteri dell’UE
La torcia olimpica è stata accesa in Grecia in una cerimonia che è stata turbata da "attivisti pro-Tibet." L'evento è stato patrocinato da "Reporter Senza Frontiere", un'organizzazione nota per avere collegamenti con l'intelligence degli Stati Uniti. "Reporter Senza Frontiere" riceve anche finanziamenti dalla Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED).
La torcia olimpica è simbolica. L'operazione psicologica (PsyOp) consiste nel prendere come obiettivo la torcia olimpica nei mesi che portano ai giochi olimpici di Pechino: ad ogni fase di questo percorso, il governo cinese viene denigrato dai media occidentali.
Le implicazioni economiche globali
La campagna del Tibet, diretta contro il governo cinese, potrebbe avere dei contraccolpi.
Stiamo attraversando la crisi economica e finanziaria più seria della storia moderna. La crisi economica che sta sviluppandosi è soggetta a una diretta relazione con l’avventura militare patrocinata dagli Stati Uniti in Medio Oriente e nell’Asia Centrale
La Cina gioca un ruolo strategico rispetto all’espansionismo militare US. Finora non ha esercitato il suo potere di veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulle molte delibere dirette contro l’Iran presentate dagli Stati Uniti presso il CSNU
La Cina ha un ruolo centrale anche nel sistema economico e finanziario globale.
la Cina detiene ora il valore di 1,5 miliardi $ di strumenti debitori statunitensi (inclusi buoni del Tesoro U.S.), risultante da un'eccedenza commerciale accumulata con gli Stati Uniti. Ha la capacità di destabilizzare significativamente i mercati valutari internazionali. Il $ U.S. verrebbe spinto a livelli ancora più bassi, se la Cina svendesse le sue partecipazioni azionarie di debito denominate in dollari.
Inoltre, la Cina è la più grande produttrice di un’ampia serie di beni manufatti che costituiscono, per l'occidente, una parte significativa del consumo mensile delle famiglie. I giganti della vendita al dettaglio occidentali contano sul flusso continuato e ininterrotto di merci industriali a basso costo di fabbricazione cinese.
Per i paesi occidentali, l'inserimento della Cina nelle strutture globali del commercio, dell’investimento, della finanza e dei diritti di proprietà intellettuale sotto l’Organizzazione Commerciale Mondiale (WTO) è assolutamente cruciale. Se Pechino decidesse di ridurre il proprio"Made in China" nelle esportazioni manifatturiere agli Stati Uniti, la base produttiva fragile e declinante dell'America non sarebbe in grado di colmare il vuoto, almeno nel breve termine.
Inoltre, gli Stati Uniti ed i loro partner di coalizione, Regno Unito, Germania, Francia e Giappone hanno importanti interessi da investimento in Cina. Nel 2001, prima dell'accesso della Cina WTO, gli Stati Uniti e la Cina firmarono un accordo commerciale bilaterale. Questo accordo permette agli investitori statunitensi, inclusi i grandi istituti di credito di Wall Street, di entrare nel sistema finanziario e commerciale di Shanghai così come nel mercato bancario nazionale della Cina
Mentre la Cina è, per qualche aspetto, la “colonia industriale per il lavoro a basso costo", dell'Occidente, le relazioni della Cina con il sistema del commercio globale non sono affatto immutabili.
La relazione della Cina con il capitalismo globale ha le sue radici nella "politica della Porta Aperta" formulata inizialmente nel 1979. Fin dagli anni ottanta, la Cina è divenuta nei mercati occidentali il principale fornitore di beni industriali. Ogni minaccia contro la Cina e/o azzardo militare diretto contro gli alleati eurasiatici della Cina, incluso l'Iran, potrebbero potenzialmente scardinare l’esteso commercio di beni fabbricati dalla Cina.
L'esportazione industriale della Cina è fonte di un’enorme formazione di ricchezza nelle economie capitaliste avanzate. Da dove viene la ricchezza della famiglia Walton, proprietaria di Wal Mart ? Wal Mart non produce niente. Importa merci "Made in China" a basso costo e le rivende nel mercato al dettaglio negli Stati Uniti a più di dieci volte il loro prezzo di produzione.
Questo processo "di sviluppo guidato dall’importazione" ha permesso ai paesi occidentali "industrializzati" di chiudere una grande parte del loro outlets manifatturieri. A sua volta, i sweatshops industriali della Cina servono a generare i profitti multimiliardari, in dollari, per le società occidentali, compresi i giganti della vendita al dettaglio, che acquistano e/o subappaltano la loro produzione alla Cina.
Ogni minaccia di natura militare diretta contro la Cina potrebbe avere conseguenze economiche devastanti, molto oltre l’usuale spirale crescente del prezzo del greggio.
Traduzione dall’inglese a cura del CCDP
http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=17336
Subota, 19 april 2008.
Dana 19.42008. godine, u Zemunu, održan je Kongres ujedinjenja Komunista Srbije. Posle 20 godina rasparčavanja, lutanja,… komunisti iz partija: Jugoslovenski komunisti, SKJ u Srbiji, delovi SKJ iz Srbije i više grupa komunista iz Kruševca Kragujevca i drugih gradova, formirali su novu, ujedinjenu partiju Komunisti Srbije.
KONGRES UJEDINJENJA
KOMUNISTA SRBIJE
P O L I T I Č K I R E F E R A T
KONGRESA UJEDINJENJA KOMUNISTA SRBIJE
(održanog 19.Aprila.2008 godine.)
Uvaženi gosti Kongresa, drugarice i drugovi delegati !
Današnji KONGRES je posvećen ujedinjenju većinskog dela komunističkih partija jugoslovenske orjentacije u Srbiji: Partije jugoslovenskih komunista; 9 opštinskih organizacija SKJ u Srbiji, što čini apsolutnu većinu; zatim dela SKJ koji deluje u Srbiji a nije u sastavu SKJ u Srbiji, kao i dve grupe mladih komunista iz Kruševca i Kragujevca. Ujedinjena partija će u buduće delovati pod imenom:”KOMUNISTI SRBIJE”.
Počev od razbijanja SKJ na 14 Kongresu pa do danas neprekidno traju nesporazumi i podele među komunistima Srbije. Zato želimo da današnji KONGRES UJEDINJENJA označi početak kraja nesporazumima i podelama među komunistima, iako on pretstavlja samo prvi korak na putu ujedinjavanja komunističkih i komunistima bliskih partija i pokreta u Srbiji. Kažemo samo prvi korak zato što u Srbiji ima još komunističkih i radničkih partija koje istrajavaju na konfrontacijama i podelama oko pitanja vezanih za događaje iz prošlosti i ulogu istaknutih ličnosti u tim događajima, koji su u odnosu na sadašnje aktuelne zadatke komunista izgubili na značaju. Ove partije IDEJI UJEDINJENJA, kao imperativu vremena u kome živimo, suprotstavljaju IDEJU SARADNJE, koju u proteklih dvadesetak godina nismo uspeli u praksi ostvariti. Posle svih negativnih iskustava, mi komunisti Srbije smo uvereni da samo ujedinjenje omogućava da komunističke ideje prežive sadašnja teška i zla vremena i da se zaustave retrogradni društveni procesi, što bi morao biti naš najvažniji zadatak, bez čijeg ostvarenja nećemo moći uspešno vršiti svoju progresivnu istorijsku društvenu misiju. Biće neoprostiva greška, ako neke komunističke i radničke partije i dalje nastave da deluju samostalno; ako i dalje deo “komunističkih potočića” nastavi da teče svaki na svoju stranu. Zato, neka današnji KONGRES označi pozitivan istorijski zaokret, jačanje saradnje komunističkih i radničkih partija na jugoslovenskim prostorima i ujedinjenje svih komunista Srbije u JEDINSTVENU REVOLUCIONARNU MARKSISTIČKO-LENJINISTIČKU PARTIJU, sposobnu da preuzme svoj deo istorijske odgovornosti pred Radničkom klasom i građanima Srbije.
Drugarice i drugovi delegati, poštovani gosti !
Nemam nameru, a ni mogućnost, da opširnije govorim o svim pitanjima kojima bi danas trebalo da se bave komunisti. Zato mi dozvolite da se kratko osvrnemo na istorijsku prošlost komunističkog i radničkog pokreta u svetu i u našoj zemlji, na sadašnje stanje u našem društvu i da istaknem neke najznačajnije zadatke u sadašnjim društvenim prilikama i u neposrednoj budućnosti, o kojima se opširnije govori u NACRTU PROGRAMSKIH OSNOVA KOMUNISTA SRBIJE, datih delegatima na razmatranje i usvajanje.
Ako se osvrnemo na protekli istorijski period, počev od kraja 19 veka do danas, uočavamo da je jedna od najznačajnijih karakteristika proteklog razdoblja velika disproporcija između epohalnih dostignuća u svim oblastima prirodnih i društvenih nauka i posebno zadivljujućeg tehničko-tehnološkog razvija, kao i ogromnih napora progresivnog većinskog dela čovečanstva da se uspostavi pravedniji i humaniji svet, s jedne strane, a u stvarnosti velikog zaostajanja procesa istinske demokratizacije i humanizacije odnosa među ljudima, narodima i državama, s druge strane.
Počev od KOMUNISTIČKOG MANIFESTA i pojave RADNIČKE KLASE kao organizovane političke snage sa svojom komunističkom avangardom, pobedom Velike Oktobarske Socijalističke Revolucije u Rusiji, kao i pobedom niza socijalističkih revolucija, antikolonijalnih i oslobodilačkih pokreta u svetu, među kojima istaknuto mesto pripada NOB i socijalističkoj revoluciji u Jugoslaviji, postepeno su počele da se ostvaruju iskonske težnje potlačenih i eksploatisanih za pravednim besklasnim društvom; da se šire prostori slobode, humanizma i solidarnosti među ljudima. Ono što predstavlja neosporne pozitivne domete na putu emancipacije, demokratizacije i humanizacije odnosa među ljudima, rezultat je, pre svega, dugotrajne i mukotrpne klasne borbe Radničke klase, predvođene komunističkom avangardom i drugih progresivnih snaga čovečanstva.
Komunistički i radnički pokret u Srbiji, kao i na čitavom jugoslovenskom prostoru, razvijao se pod snažnom uticajem revolucionarnih gibanja u Evropi, crpeći idejnu, revolucionarnu i moralnu snagu iz iskustava Radničke klase Evrope i sveta, a naročito iz tekovina Velike Oktobarske Socijalističke Revolucije. Bez obzira na izuzetno teške uslove delovanja u ilegali, povremena kolebanja, frakcionaške borbe i zastoje, KPJ je svoje najvažnije istorijske zadatke izvršavala uspešno.Omasovljenje organizacije proverenim kadrovima, idejno i organizaciono jačanje Partije, predvođenje radnika u klasnoj sindikalnoj borbi, organizovanje mladih u SKOJ i priprema za NOB i socijalističku revoluciju.
Organizovanje i predvođenje patriotskih snaga u NOB, KPJ je izvršila veličanstveno, ne samo zato što je pobedonosno okončala NOR i postavila temelje nove socijalističke vlasti, već i zato što je iz rata izašla sa velikim ugledom u narodu, sa ogromnom moralnom i političkom snagom i velikim brojem u ratu prekaljenih boraca i komunista, snažno nadahnutih idejama socijalizma i komunizma, bratstva i jedinstva i jugoslovenskog patriotizma. Svojom antifašističkom borbom narodi i narodnosti Jugoslavije, predvođeni KPJ, služili su kao primer drugim porobljenim narodima Evrope i sveta. Slobodarski jugoslovenski narodi i naradnosti, među kojima Srpski narod zauzima jedno od najistaknutijih mesta, nisu čekali da se vidi kakav će biti ishod Drugog svetskog rata nego su, na poziv KPJ od 4.Jula 1941 godine, krenuli u antifašističku borbu, rame uz rame sa slavnom Crvenom armijom i drugim snagama antihitlerovske koalicije. Posebno treba istaći da je KPJ, predvodeći patriotske snage u NOB, jednovremeno sprovodila i AUTENTIČNU SOCIJALISTIČKU REVOLUCIJU, u kojoj je porazila sve desne građanske, monarhističke, klerikalne i nacionalističke snage, koje su u visokom procentu bile na strani okupatora. Po tome se NOP, zahvaljujući vodećoj ulozi KPJ, značajno razlikovao od svih drugih POKRETA OTPORA, koji su se pred kraj Drugog svetskog rata pojavili u Evropi.
Po završetku Drugog svetskog rata glavni zadaci su bili obnova Zemlje i izgradnja nove socijalističke vlasti, u čemu su građani, a naročito mlade generacije predvođene SKOJ-em, ispoljile neviđeni entuzijazam i pregalaštvo. To je bilo vreme u kome su mladi ljudi sa oduševljenjem prihvatali komunističke ideje i verovali u njih. Zemlja je bila u punom zamahu obnove, izgradnje i prosperoteta u svim oblastima života. Takav pozitivan razvoj u Državi i Partiji traje sve do izlaska Rezolucije IB 1948 godine, posle čega nastaje jedan od najtežih i najsudbonosnijih perioda u istoriji KPJ. To vreme karakterišu unutarpartijski sukobi, koji su koštali Partiju gubitka značajnog broja u ratu i revoluciji prekaljenih komunista. Dolazi do zastoja u obnovi i izgradnji Zemlje, do ekonomske blokade od strane SSSR-a i drugih istočnoevropskih zemalja, do oružanih sukoba na granicama, do međusobnog sumnjičenja i nepoverenja u redovima Partije. Sa današnje vremenske distance se može dovoljno pouzdano oceniti da je Rezolucija IB, bez obzira na to koji njeni stavovi su,eventualno, bili ispravni a koji ne, imala velike negativne posledice ne samo na dalji tok događaja u KPJ/SKJ i SFRJ, već i u čitavom međunarodnom komunističkom i radničkom pokretu, a naročito u Evropi.
Nakon što su savladani ključni privredni i politički problemi izazvani Rezolucijom IB, u Jugoslaviji nastaje dugogodišnji period ubrzanog industrijskog razvoja i prosperiteta u svim oblastima života.Zadivljujući rezultati u porastu i modernizaciji industrijske i poljoprivredne proizvodnje, uvođenje socijalističkog samoupravljanja i demokratizacija društvenih odnosa, ubrzani razvoj nauke, kulture, umetnosti i sporta, nesvrstana politika i veliki ugled SFRJ u svetu kao borca za mir i ravnopravnu međunarodnu saradnju. Međutim, paralelno sa zadivljujućim pozitivnim rezultatima, u partijskim i državnim rukovodstvima su uzimale maha i neke negativne pojave kao što su karijerizam, separatizam i nacionalizam. SKJ se postepeno sve više ispoljava kao labavi savez republičkih partija, što je snažno potsticalo konfederalizaciju i dezintegraciju celog jugoslovenskog društva. Procesi konfederalizacije i Partije i Države dobijaju snažno na zamahu nakon usvajanja Ustava 1974 godine, tako da se sve teže usaglašavaju stavovi u državnim i partijskim rukovodstvima. Nejedinstvo dostiže zabrinjavajuće razmere, tako da posle smrti druga Tita koji je, iako u poodmaklim godinama života, svojim autoritetom uspevao da drži sve na okupu, prerasta u otvorene političke sukobe, koji su dostigli kulninaciju na 14 Kongresu, kada je SKJ pod snažnim dejstvom separatističkih i nacionalističkih snaga unutar i van Partije, snažno podržanih od spoljnjih neprijatelja konačno razbijen.
Nakon zvaničnog silaska SKJ sa vlasti, dolazi do krvavog sleda događaja, koji se slobodno mogu nazvati tragedijom. Razbijena je jedna od veoma prosperitetnih i najcenjenijih zemalja u svetu. To je učinjeno krvavim građanskim bratoubilačkim ratom, čiji rezultati su ogromne ljudske žrtve, materijalni gubitci i stvaranje patuljastih državica na čijem čelu su marionetske vlade koje služe interesima stranih sila. Te iste strane sile, čiji je cilj bio razbijanje SFRJ, su bile inspiratori i organizatori krvavog sleda događaja, angažujući kao svoje izvršioce, pre svega, separatiste i ekstremne nacionaliste, kao i sve ostale vrste antikomunista kojih je, nažalost, bilo i u rukovodećim organima Partije i Države. Mi komunisti moramo priznati da je za vreme SFRJ, bez obzira na sve pozitivne rezultate čiji smo bili sudionici i svedoci, sticajem raznih nepovoljnih istorijskih okolnosti i našom nebudnošću, u rukovodeće organe Partije i Države prodiralo sve više karijerista, separatista, nacionalista i drugih vrsta antikomunista. Svi ti ljudi su bili antijugoslovenski opredeljeni. To znači da su komunisti ostali u manjini u svojoj Partiji, naročito u rukovodećim organima Partije i Države, još osamdesetih godina prošloga veka, a po nekima i znatno ranije, što je u velikoj meri kompromitovalo komunističke ideje u praksi i značajno uticalo, pored nepovoljnih spoljnih okolnosti, na razbijanje Jugoslavije. U tome je sadržan i odgovor na pitanje: Kako je bilo moguće da se u jednom odsudnom istorijskom trenutku, kada je odnos snaga u Evropi počeo da se menja na štetu socijalizma, u rukovodećim organima Partije i Države nađe tako malo iskreno i čvrsto jugoslovenski opredeljenih ljudi ? Ima dosta onih koji veliki deo krivice za dezintegraciju Jugoslavije pripisuju uvođenju samoupravljanja kao koncepta društveno-ekonomskih odnosa i izgradnje političkog sistema SFRJ. U praktičnoj primeni samoupravljanja je zaista bilo dosta grešaka i deformacija. U privredi je bilo došlo do pojave atomizacije privrednih subjekata, grupnosvojinskih odnosa i zatvaranja privrede u republičke okvire. Na taj način se sve više ispoljavao etatistički i separatistički karakter samoupravljanja. U prilog takvoj oceni ide i način funkcionisanja političkog sistema Zemlje, gde su separatističke i nacionalističke snage, zloupotrebom samoupravljanja, radile na razbijanju jedinstvenog ekonomskog, političkog i odbrambenog sistema Države. Međutim, bez obzira na ispoljene slabosti u koncipiranju i praktičnoj primeni samoupravljanja, bila bi velika greška odbaciti samoupravljanje kao celoviti koncept društveno-ekonomskih i političkih odnosa za sva vremena. Naprotiv, SOCIJALISTIČKO SAMOUPRAVLJANJE, oslobođeno ključnih grešaka iz prošlosti, predstavlja najbolji put istinskog društvenog progresa, na osnovama naučnog socijalizma. Ovo radi toga što socijalističko samoupravljanje pruža najveće mogućnosti za postepeno ukidanje najamne svesti i najamnih odnosa u društvu tj. obezbeđuje najbolju prohodnost ka besklasnom komunističkom društvu kao konačnom cilju. Takođe, u koncipiranju društveno-ekonomskih i političkih odnosa, kada komunisti dođu na vlast, treba koristiti i druga pozitivna iskustva socijalističke teorije i prakse, koja su u sklada sa osnovnim postavkama naučnog socijalizma.
Negativan tok događaja u svetu i u našoj zemlji, koji je dobio na intenzitetu u poslednjoj deceniji prošloga veka na talasima antikomunizma i koji još uvek traje, nije nastao sam od sebe već je posledica delovanja brojnih negativnih činilaca, među kojima treba naročito istaći dva, koji su imali presudnu ulogu. Prvi je snažno političko, ekonomsko i vojno delovanje protiv socijalističkih zemalja, od strane našeg glavnog antagoniste iz metropole imperijalizma, koji je imao svoje ekspoziture u svim socijalističkim zemljama, uključujući i Jugoslaviju. Drugi ništa manje važan faktor, bile su brojne unutrašnje slabosti ispoljene kroz deformacije i nedoslednosti u izgradnji socijalizma.
Koristeći nepovoljnu situaciju u kojoj su se našli komunisti, naši idejni protivnici danas govore da više nema podele na levicu i desnicu, nastoji se zamutiti linija idejnog ragraničenja između istinske komunističko-radničke levice i svih drugih idejnih koncepata i na taj način OTUPETI OŠTRICA KLASNE BORBE RADNIČKE KLASE.
Nažalost, ima bivših članova SKJ koji su se pod pritiskom ružne stvarnosti razočarali i pasivizirali ili, što je još gore, iz nekih šićarzijskih razloga prešli na suprotnu stranu. Naseda se pričama o tzv. komunističkoj utopiji, o tome da su društvena svojina i socijalizam doživeli definitivni istorijski poraz, a da je liberalni kapitalizam, zasnovan na apsolutnoj dominaciji privatne svojine bez ograničenja, sistem društvenih odnosa za sva vremena i da, navodno, označava kraj političke istorije ?! Međutim, ako pogledamo šta su osnovne karakteristike tog mnogo hvaljenog liberalnog kapitalizma i kako se on ispoljava u praksi, lako uočavamo bezkrupuloznu trku za profitom putem eksploatacije tuđeg rada, pljačku prirodnih bogatstava nerazvijenih zemalja i zagađenje životne sredine, stalno povećanje jaza između razvijenih i nerazvijenih, podsticanje potrošačkog mentaliteta u najnegativnijem smislu, u funkciji povećanja profita vlasnika mega kapitala, umesto da proizvodnja bude u funkciji zdrave, racionalne i pravedne potrošnje, za šta se mi komunisti zalažemo. Na sceni je neviđena zloupotreba tehničko-tehnološkog razvoja u nehumane i agresivne svrhe, političko, ekonomsko, vojno i kulturno porobljavanje i ponižavanje naroda i država, što sve zjedno govori da je reč o neokolonijalizmu koji se sprovodi putem tzv. globalizacije, tranzicije i pljačkaške privatizacije. To su samo neka od obeležja te pogubne apokaliptičke vizije liberalnog kapitalizma, koji danas pritiska čovečanstvo, a naročito male i nerazvijene, u koje spada i naša Zemlja, u kojoj je na sceni pljačkaška privatizacija i kriminalizacija društva, pad proizvodnje i velika nezaposlenost, okupacija KiM tj. stvaranje NATO DRŽAVE na teritoriji Republike Srbije i njeno ponižavanje na svakom koraku. Razvijanje podaničkog mentaliteta kod građana, kada je većina stanovništva opsednuta egzistencijalnim problemima, ima za posledicu gubljenje moralne snage, entuzijazma i dostojanstva naroda. Zato je danas za komuniste jedno od ključnih pitanja:Kako Narodu i Državi vratiti moralnu snagu, samopouzdanje i dostojanstvo ? Samo ujedinjena, organizovana i akciono sposobna komunističko-radnička levica, zajedno sa drugim progresivnim snagama, može dati pravi odgovor na postavljeno pitanje, tako što će nezadovoljstvo građana postojećim stanjem u društvu kanalisati u organizovanu političku snagu. Zapravo, komunisti moraju naći odgovor na pitanje:Kako u savremenim društvenim prilikama voditi delotvornu KLASNU BORBU, u interesu eksploatisanih, socijalno ugroženih i obespravljenih ? Ako taj urgentni zadatak komunisti ne shvate i ne ujedine svoje snage, onda će i dalje na političkoj sceni dominirati “antikomunistički koktel” sastavljen od građanske i nacionalističke desnice i pseudolevice, čije delovanje proizvodi nesagledive negativne posledice u svim oblastima društvenog života. Ne podcenjujući pitanje nacionalne politike komunista, u kojoj princip ravnopravnosti naroda i narodnosti ostaje KONSTANTA našeg političkog delovanja, kao ni zadatke komunista u drugim oblastima života, ističemo da pitanje klasne borbe komunista mora imati apsolutni prioritet, kako u operativno-političkoj tako i u idejno-teorijskoj ravni. Zapravo, komunisti moraju stalno tragati i pronalaziti najbolje odgovore na pitanja koja nameću savremeni život i ubrzani razvoj prirodnih nauka, u okviru čega posebno tehničko-tehnološki razvoj, kao i njihv uticaj na oblast ekononskih, socijalnih i političkih odnosa u društvu. Sve te promene, zakonomerno rezultiraju promenama socijalne strukture i položaja RADNIČKE KLASE u društvu. Drugim rečima, u postindustrijskom društvu, koje sve više dobija karakteristike informatičkog društva, komunisti moraju reagovati na sve društvene fenomene i procese i u vezi sa tim stalno USAVRŠAVATI STRATEGIJU I TAKTIKU KLASNE BORBE.
Kada je reč o našim urgentnim zadatcima u operativno-političkoj ravni, vezanim za životne i socijalne probleme ugroženih slojeva društva, za komuniste su najžnačajnija ona pitanja koja se odnose na uspostavljanje pokidanih veza sa radnicima i seljacima, sa mladim generacijama koje su danas pod snažnim uticajem građansko-liberalne i nacionalističke desnice ili pseudolevice, kao i sa drugim slojevima koji su po svom socijalnom položaju i političkom stavu bliski komunistima. Moramo na konkretnim primerima iz života, u svakoj radnoj i društvenoj sredini, stalno razobličavati demagoške priče pobornika liberalnog kapitalizma, koji umesto zapošljavanja i rešavanja nagomilanih ekonomskih, socijalnih i mnogih drugih problema, nude navodna demokratska i ljudska prava i slobode. Mi komunisti na njihove demagoške priče odgovaramo:Nema istinske slobode, ljudskih prava ni demokratije, bez socijalne pravde, jednakosti i ravnopravnosti među ljudima i narodima, što se može ostvarivati samo u socijalizmu tj. u državi sa socijalnim likom, u kojoj vlada kult rada i stvaralaštva.
Ništa manje nisu značajni zadaci komunista koji se odnose na idejno-teorijski rad. U ovoj oblasti komunisti moraju duboko zaorati, razumeti društvene fenomene, procese i protivrečnosti i dati jasne odgovore na otvorena pitanja, kako ona vezana za prošlost, tako i ona koja se odnose na sadašnje stanje i trendove u društvu, kao i naznačiti pravce uspešnog razvoja u savremenim društvenim prilikama, zasnovanog na naučnom socijalizmu. Ako komunisti toga nisu svesni, onda preti opasnost da ostanu zarobljenici prošlosti i dogmatske svesti i da pod pritiskom ružne stvarnosti i oni, poput brojnih partija i pokreta, “zaplivaju niz maticu” i nađu se u pseudolevičarskom glibu i sivilu, gde nema mesta za ideje naučnog socijalizma i istinske komunističko-radničke levice.
Drugarice i drugovi,
Jedan od najznačajnijih dokumenata Kongresa, pored nacrta novog Statita, svakako su PROGRAMSKE OSNOVE KOMUNISTA SRBIJE. Taj dokument, uključujući primedbe i predloge iz današnje rasprave, treba da bude putokaz za naše političko delovanje u narednom periodu. Pošto su delegati Kongresa u materijalu dobili NACRT PROGRAMSKIH OSNOVA, dozvolite mi da istaknem samo nekoliko najznačajnijih stavova iz tog dokumenta.
U NACRTU SE PROGRAMSKIH OSNOVA se najpre ističe da je jasna idejna pozicija KOMUNISTA SRBIJE sadržana u stavovima: Da se KOMUNISTI SRBIJE PROFILIŠU KAO REVOLUCIONARNA MARKSISTIČKO-LENJINISTIČKA PARTIJA, čiji je osnovni zadatak borba protiv kapitalističkog sistema, a za SOCIJALIZAM, interese RADNIČKE KLASE i za besklasno komunističko društvo kao svoj krajnji cilj; Da sastavni deo PROGRAMSKIH OSNOVA čine: KOMUNISTIČKI MANIFEST, POZITIVNA ISKUSTVA SVETSKOG KOMUNISTIČKOG I RADNIČKOG POKRETA, POZITIVNA ISKUSTVA KPJ/SKJ a naročito pozitivna iskustva iz dugogodišnjeg perioda kada je drug Tito bio na čelu Partije i Države, u okviru čega i pozitivna dostignuća u izgradnji samoupravnog socijalizma na osnovu PROGRAMA SKJ iz 1958 godine; Da se KOMUNISTI SRBIJE ne bore za vlast komunista nego za VLAST RADNIČKE KLASE i svih progresivnih ljudi koji dele njenu sudbinu; Za prevladavanje podela među komunističkim partijama, a za stvaranje JEDINSTVENE PARTIJE, što se može postići zajedničkom izradom i usvajanjem JEDINSTVENE IDEJNE PLATFORMME; Da se ostvari jasno idejno razgraničenje sa svim drugim idejnim konceptima koji su, manje ili više, na antikomunističkim pozicijama, pri čemu je pitanje svojinskih odnosa od ključnog značaja; Da je borba protiv svih pojavnih oblika separatizma, nacionalizma i antikomunizma, kao i zalaganje za postepenu reintegraciju, na dobrovoljnoj osnovi, ravnopravnih i slobodoljubivih naroda i narodnosti u jedinstvenu jugoslovensku državu u AVNOJ-evskim granicama jedan od značajnih dugoročnih zadataka KOMUNISTA SRBIJE; Da je za KOMUNISTE SRBIJE jedan od prioriteta uspostavljanje saradnje sa komunističkim i radničkim partijama u svetu, a naročito u bivšim jugoslovenskim republikama; U međunarodnim odnosima borba protiv svih oblika političkog, ekonomskog, kulturnog i vojnog porobljavanja, koje vlasnici mega kapitala i njihove vlade sprovode putem globalizacije, tranzicije i pljačkaške privatizacije, kojoj mi komunisti suprotstavljamo proleterski internacionalizam, koji podrazumeva klasnu solidarnost eksploatisanih i poniženih, odnosno zalaganje za svet socijalne pravde, jednakosti i ravnopravnosti među ljudima narodima i dežavama.
Kada je reč o pravcima daljeg društvenog razvoja, u PROGRAMSKIM OSNOVAMA se najpre daje odgovor na pitanje: Šta je istinski društveni progres, u okviru koga treba definisati osnovne pravce STRATEGIJE DUGOROČNOG RAZVOJA u svim oblastima života. Definisani su ključni stavovi u oblasti DRUŠTVENO-EKONOMSKIH I POLITIČKIH ODNOSA, gde je istaknuto da će se komunisti, kada dođu na vlast, zalagati za društveno-ekonomski razvoj koji počiva na dominaciji kolektivnih oblika svojine kao ekomomske osnove samoupravnog socijalizma. Stav KOMUNISTA SRBIJE, kada je reč o POLITIČKOM SISTEMU ZEMLJE, proizilazi iz osnovnog idejnog opredeljenja u kome ključno mesto ima borba za vlast RADNIČKE KLASE I RADNOG NARODA. Drugim rečima, okosnica izgradnje POLITIČKOG SISTEMA mora biti stalno jačanje neposrednog učešća radnika u odlučivanju o uslovima i rezultatima svoga rada, kao i neposrednom učešću građana u odlučivanju o svim bitnim pitanjima društva. U međunarodnim odnosima, od ključnog je značaja očuvanje državnog suvereniteta, prevladavanje političke supremacije i dominacije u međunarodnim odnosima, zalaganje za stvarnu demokratizaciju OUN, rešavanje svih međunarodnih problema bez upotreba sile, ucena i pretnji.
Politički stavovi KOMUNISTA SRBIJE u svim ostalim oblastima, kao što su: bezbednost i odbrana zemlje, gde je naglašeno da su komunisti protiv ulaska Srbije u NATO, koji pretstavlja udarnu pesnicu svetskog imperijalizma i militarističku organizaciju opasnu po svetski mir. Nacionalni odnosi, reintegracija Jugoslavije, tehničko-tehnološki razvoj, obrazovanje i zdravstvo, gde se ističe da čovek ne može biti slobodan i dostojanstven ako nije obrazovan, socijalno osiguran i ako nema krov nad glavom. Poljoprivreda, kultura i umetnost, sport itd., takođe proizilaze iz naših osnovnih idejnih opredeljenja, u čijoj osnovi je borba za izgradnju SOCIJALIZMA tj. prosperitetne i pravedne države sa socijalnim likom.
NAŽALOST, kao što znamo, naša viđenja društvenog razvoja, potpuno su suprotna sadašnjem stanju i prisutnim retrogradnim trendovima u društvu, koji imaju sve karakteristike kontrarevolucije. To najubedljivije potvrđuje činjenica da su već poništena gotovo sva pozitivna dostignuća perioda socijalizma u našoj zemlji. Takvo stanje obavezuje komuniste i njima bliske društvene snage, da se ujedine i da što pre organizovano izađu na javnu političku scenu, intenziviraju KLASNU BORBU i za početak osvoje, najmanje, POZICIJU KOREKTIVNOG FAKTORA U DRUŠTVU. Iako svesni liceerstva buržoaskog višepartijskog parlamentarnog sistema, komunisti prihvataju oblik parlamentarne borbe za širenje svojih ideja i osvajanje vlasti, ali se ne odriču ni vanparlamentarnih metoda borbe, kada to stanje u društvu i konkretni uslovi zahtevaju i omogućavaju, pri čemu će sarađuvati sa levo orjentisanim partijama i pokretima, kao i sa drugim progresivnim društvenim snagama.
U PROGRAMSKIM OSNOVAMA se prepoznaje razlika između najvažnijih zadataka komunista u periodu borbe za osvajanje vlasti i onih dugoročnih za čije ostvarenje će se komunisti boriti kada dođu na vlast. Deo PROGRAMSKIH OSNOVA govori, takođe, o najznačajnijim operativno-političkim zadatcima Partije, kao i metodama i oblicima delovanja u društvu. Kroz stalnu političku akciju u društvu, komunisti će se boriti za omasovljenje organizacije, sadržajno obogaćivanje unutarpartiskog života, reafirmaciju lika i ugleda komunista kod građana i za jačanje saradnje sa drugim levo orjentisanim partijama, pokretima i organizacijama u našoj zemlji, u bivšim republikama SFRJ i u svetu.
Iz jasnih idejnih stavova, koji u PROGRAMSKIM OSNOVAMA imaju karakter POLITIČKIH INSTRUKCIJA za praktičan rad, posebno treba istaći one koji se odnose na učešće komunista na izborima, kao i one koji govore o informativno-propagandnoj delatnosti Partije i probijanju medijske blokade kojoj su komunisti već godinama izloženi. Kada je reč o učešću komunista na izborima, najznačajniji je stav da KOMUNISTI SRBIJE ne treba da učestvuju na izborima na listama drugih partija, jer dobiti neko odborničko ili poslaničko mesto, učešćem na tuđim listama ili u nekim politički sumnjivim koalicijama, nanosi komunistima više štete nego koristi i ruši njihov ugled kod građana koji su im naklonjeni. Druga, ne manje značajna politička instrukcija kaže da KOMUNISTI SRBIJE treba samostalno da učestvuju na izborima kad god se proceni da za to postoje povoljni politički i drugi uslovi, u koaliciji sa drugim progresivnim i levo orjentisanim organizacijama ili grupama građana, kada se proceni da za to postoje povoljni uslovi.
U informativno-propagandnoj delatnosti i naporima da se probije medijska blokada, pred komunistima se, takođe, nalaze vrlo ozbiljni poslovi. Dvadesetogodišnje iskustvo komunističkih i radničkih partija, nastalih posle razbijanja SKJ i SFRJ, jasno pokazuje u kojoj meri je redukovan naš politički uticaj na društvene tokove, zbog neviđene antikomunističke propagande i snažne medijske blokade komunista. Zato, da bi se štetne posledice antikomunističke propagande i medijske blokade što više neutralisale, komunisti moraju pojačati svoje napore i u ovoj oblasti. Da bi se ostvario značajniji napredak, biće neophodno objediniti intelektualne snage svih koji pripadaju komunističko-radničkoj levici, kao i obezbediti značajnija finansijska sredstva za informativno-propagandnu delatnost. To znači da moramo unaprediti i koordinirati delovanje preko naših INTERNET SAJTOVA, preko agresivnijeg nastupa na LOKALNIM i naročito na CENTRALNIM ELEKTRONSKIM MEDIJIMA, u najčitanijim ŠTAMPANIM MEDIJIMA, putem NAŠIH ŠTAMPANIH GLASILA, LETAKA, ali i organizovanjem tematskih OKRUGLIH STOLOVA, NAUČNIH SKUPOVA I TRIBINA GRAĐANA.
Drugarice i drugovi delegati, uvaženi gosti !
Dozvolite da se na kraju još jednom osvrnemo na urgentno pitanje ujedinjenja svih komunističkih i radničkih partija u Srbiji. Političke partije koje pripadaju antikomunističkom bloku, a čine ga građanska i nacionalistička desnica i pseudolevica, danas vrše vlast u Srbiji i imaju dominantnu poziciju na javnoj političkoj sceni. Sa druge strane imamo usitnjene i razjedinjene komunističke snage, koje su gotovo bez ikakvog uticaja u društvu. Brojni su uzroci koji su doveli do toga da je, u poslednjih dvadesetak godina, uticaj komunista na društvene tokove u Srbiji gotovo potpuno isčezao. Mnogi od tih uzroka su za nas komuniste objektivne prirode, zato što nismo mogli na njih nikako ili značajnije uticati. Međutim, ima dosta toga što se može pripisati u greh nama komunistima. Tu pre svega mislim na dugotrajne nesporazume među čelnicima komunističkih i radničkih partija, spočitavanje grešaka iz prošlosti jednih prema drugima, nepoverenje, podele i izdaje. Teško je poverovati, pored nekih razlika koje imaju svoje idejno i istorijsko ishodište, kao i ličnih sujeta i nezdravih liderskih ambicija nekih najuticajnijih pojedinaca među nama, da tu nisu umešali svoje prste i naši idejni protivnici i neprijatelji-antikomunisti svih vrsta i boja, čiji je interes da komunisti što duže ostanu posvađani i razjedinjeni. Komunističke i Radničke partije, koje su protiv ujedinjenja, objektivno rade u korist nove srpske kapitalističke klase, koja je itekako svesna da su za nju jedina prava opasnos ujedinjeni i snažni komunisti. Članstvo svih komunističkih partija u Srbiji, već godinama postavlja pitanje:Kako je moguće da neki naši drugovi, koji svojim istupanjem u javnosti pokazuju da su komunistički opredeljeni, da se istovremeno snažno suprotstavljaju ujedinjenju komunističkih i radničkih partija u Srbiji ? Neki od njih čak ne nalaze za potrebno da obrazlože takav svoj nesuvisli politički stav. Stiče se utisak da je pojedincima važnija lična promocija u javnosti nego ujedinjenje komunista Srbije ?! Neki od njih ističu da su protiv ujedinjenja zato što postoji opasnost od frakcionaških borbi unutar ujedinjene partije. Takva opasnost zaista postoji, ali samo ako bi UJEDINJENA PARTIJA ostala zarobljenik prošlosti i dogmatske svesti, što nikako nebi smeli dozvoliti. Po uverenju Komunista Srbije, nesuglasice među komunističkim i radničkim partijama ipak je moguće prevazići uz dobru volju čelnika i najodgovornijih ljudi u ovim partijama, što najbolje dokazuje i današnji Kongres ujedinjenja značajnog dela KP u Srbiji. Većina članstva komunističkih partija, već odavno je shvatila da je ujedinjenje komunista imperativ vremena u kome živimo, pa je krajnje vreme da to konačno shvate i najodgovorniji ljudi ovih partija. Mi smo uvereni da je takav pozitivni istorijski zaokret moguć, ako bi predstavnici svih KP i RP Srbije, zajedničkim naporima usaglasili idejne i političke stavove po ključnim pitanjima, vezanim za sadašnjost i neposrednu budućnost, a ne da ostanu zarobljenici prošlosti, napravili JEDINSTVENU IDEJNU PLATFORMU, čijim usvajanjem bi bio otvoren put ka ujedinjenju svih komunista, koji bi samo ujedinjeni bili u stanju da ponovo preuzmu istorijsku odgovornost i ulogu AVANGARDE RADNIČKE KLASE u Srbiji. Zato i ovom prilikom pozivamo rukovodstva KP, koja se protive ujedinjenju, da još jednom preispitaju svoj politički stav u vezi ovog urgentnog pitanja. Komunisti Srbije očekuju političku podršku ideji ujedinjenja od bratskih KP I RP iz bivših jugoslovenskih republika, kao i svih bratskih KP i RP iz Evrope i Sveta. U suprotnom, ako i dalje ostane stanje razjedinjenosti i konfrontacija među rukovodstvima komunističkih i radničkih partija, onda protivnici ujedinjenja preuzimaju na sebe veliku istorijsku odgovornost zbog razjedinjenosti komunističkih snaga u Srbiji.
No, bez obzira na sadašnje loše stanje u društvu i za nas nepovoljan odnos snaga na javnoj političkoj sceni, komunisti nemaju nikakvog razloga da sumnjaju u ispravnost svojih ideja. Naprotiv, komunističke ideje su i dalje superiorne. Zato, neka današnji KONGRES UJEDINJENJA KOMUNISTA SRBIJE označi istorijski početak ujedinjavanja svih komunista u JEDINSTVENU REVOLUCIONARNU MARKSISTIČKO-LENJINISTIČKU PARTIJU SRBIJE.
ŽIVELI KOMUNISTI SRBIJE !
ŽIVELO UJEDINJENJE SVIH
KOMUNISTIČKIH I RADNIČKIH PARTIJA SRBIJE!
ŽIVELA SARADNJA KOMUNISTIČKIH I RADNIČKIH
PARTIJA JUGOSLAVIJE I SVETA !
Beograd, 19.Aprila.2008 godine. Svetozar Markanović
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GRAĐANIMA SRBIJE
Poštovani građani!
Počev od razbijanja Socijalističke federativne republike Jugoslavije, u Srbiji kao i u dugim bivšim republikama SFRJ, neprekidno traju negativna ekonomska i politička kretanja, kojima je ugrožena egzistencija većine građana i njihova ljudska, nacionalna i druga prava. U toku je totalno i temeljno socijalno raslojavanje stanovništva, što je ubrzano dolaskom na vlast sadašnjeg režima, koji je u taj proces uključio i interese stranih sila. U stvari, modeliranje političkog, ekonomskog i pravnog sistema i čitave društvene nadgradnje vrši se po zahtevima i uputstvima SAD i vodećih zemalja EU. Imamo politički i ekonomski sistem koji nije u stanju da sačuva celovitost i nezavisnost Države.
Sadašnja vlast sudbinu naše Zemlje i njenog daljeg razvoja stavila je potpuno u funkciju geopolitičkih, ekonomskih i vojnih interesa EU i SAD. Rezultat takve politike je krajnje zabrinjavajuće stanje u svim oblastima života. O tome svedoče: drastičan pad proizvodnje, masovno otpuštanje radnika, pljačkaška privatizacija i kriminalizacija društva, materijalna beda većine građana, gubljenje suvereniteta i teritorijalnog integriteta Zemlje itd. Razvijanje podaničkog mentaliteta, u uslovima opsednutosti većine građana egzistencijalnim problemima, ima za posledicu gubljenje moralne
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