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Proseguiamo la rassegna di contributi sul tema dei secessionismi anticinesi. Molti altri articoli sul tema sono raccolti alla pagina:


Una partita geopolitica rischiosa:
Washington gioca alla “Roulette Tibetana” con la Cina

by F. William Engdahl
 
(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)
 
10 aprile 2008

Con tutta evidenza Washington ha intrapreso con Pechino una partita geopolitica oltremodo rischiosa, alimentando le fiamme della violenza in Tibet proprio in questo periodo tanto cruciale per le loro relazioni e durante la preparazione delle Olimpiadi in Cina. Questo fa parte di una strategia di intensificazione della destabilizzazione della Cina, che è stata innescata nei mesi scorsi da parte dell’Amministrazione Bush.  La strategia comprende anche il tentativo di accendere una Rivoluzione “Zafferano” anti-Cinese nella regione confinante del Myanmar (Birmania), e portando truppe NATO sotto comando USA in Darfur, dove le compagnie petrolifere della Cina stanno sviluppando riserve di petrolio potenzialmente enormi. La strategia prevede contromosse attraverso l’Africa ricca di minerali, ed include ostinati tentativi per trasformare l’India nella nuova più importante base avanzata degli Stati Uniti nel Sud del continente Asiatico per schierarla contro la Cina, sebbene la prova dei fatti indichi che il governo Indiano sta procedendo con molta cautela, visto che non desidera che le sue relazioni con la Cina vengano turbate.  
Sicuramente, l’attuale operazione in Tibet aveva ricevuto il via libera nell’ottobre dello scorso anno, quando George Bush si è reso disponibile ad incontrare per la prima volta pubblicamente il Dalai Lama a Washington. Il Presidente degli Stati Uniti non era inconsapevole degli alti rischi di un tale insulto a Pechino. E Bush rendeva più aspra l’offesa verso il più importante partner commerciale dell’America, la Cina, accettando di presenziare presso il Congresso degli Stati Uniti alla consegna al Dalai Lama della Medaglia d’Oro del Congresso.
Le subitanee espressioni di appoggio ai monaci “cremisi” del Tibet da parte di George Bush, della Condi Rice, del francese Nicolas Sarkozy e della tedesca Angela Merkel più recentemente hanno assunto le dimensioni dell’assurdo. La signora Merkel annunciava il suo boicottaggio col non presenziare in agosto alle Olimpiadi estive di Pechino, in segno di protesta per il trattamento di Pechino nei riguardi dei monaci Tibetani. Quello che il suo ufficio stampa ometteva di comunicare era che lei fino a quel momento non aveva proprio progettato di recarvisi.     
La dichiarazione della Merkel  veniva seguita da quella del Primo Ministro della Polonia, il filo-Washington Donald Tusk, anche lui se ne sarebbe stato lontano, come pure da quella del Presidente della Cechia Vaclav Klaus, anche filo-USA. Non risulta chiaro quando costoro avevano deciso di andare a presenziare alle Olimpiadi, ma però questo fa assumere teatralità ai titoli di testa della stampa.
L’attuale ondata di violente proteste e di documentate aggressioni da parte dei monaci Tibetani contro i residenti Han Cinesi ha avuto inizio il 10 marzo, quando diverse centinaia di monaci hanno marciato su Lhasa per esigere il rilascio di altri monaci, presumibilmente detenuti per avere voluto festeggiare la consegna della Medaglia d’Oro del Congresso USA nell’ottobre scorso. I monaci venivano raggiunti da altri monaci che manifestavano contro il governo di Pechino in occasione del 49.esimo anniversario dell’insurrezione Tibetana contro il potere della Cina.

La partita geopolitica

Come lo stesso governo Cinese ha sottolineato con tutta chiarezza, l’improvvisa esplosione di violenza anti-Cinese in Tibet, una nuova fase nel movimento guidato dall’esiliato Dalai Lama, veniva sospettosamente programmata per tentare di fissare l’attenzione pubblica sul processo riguardante i diritti umani a Pechino, alla vigilia delle prossime Olimpiadi. Le Olimpiadi di Pechino sono un avvenimento visto in Cina come un importante riconoscimento del conseguimento del traguardo di una nuova Cina prospera sullo scacchiere mondiale. 
Gli attori sulla scena delle azioni in Tibet nella “rivoluzione Cremisi” confermano che Washington si era messo al lavoro a pieno tempo negli ultimi mesi per preparare un’altra delle sue infami Rivoluzioni “Colorate”, queste sbandierate pubbliche proteste progettate per procurare il massimo disagio a Pechino. Questi attori della messa in scena all’interno e all’esterno del Tibet sono i soliti sospetti, collegati al Dipartimento di Stato USA, al National Endowment for Democracy – Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED), alla Casa delle Libertà della CIA attraverso la sua Presidentessa, Bette Bao Lord e il di lei ruolo nel Comitato Internazionale per il Tibet, come pure alla Trace Foundation, (N.d.tr.: la Trace Foundation é impegnata da anni nel sostegno delle tradizioni culturali e di uno sviluppo sostenibile di molte comunità Tibetane), finanziata con i soldi di George Soros tramite sua figlia, la Andrea Soros Colombel.
Il Primo Ministro Cinese Wen Jiabao ha accusato il Dalai Lama di stare orchestrando le recenti agitazioni per sabotare i Giochi Olimpici “in modo da conseguire il suo odioso obiettivo”, l’indipendenza Tibetana.  Bush ha telefonato al suo equivalente Cinese, il Presidente Hu Jintao, facendo pressioni per un tavolo di confronto fra Pechino e il Dalai Lama in esilio. La Casa Bianca ha affermato che Bush, “ha sollevato le sue preoccupazioni rispetto alla situazione in Tibet ed ha incoraggiato il governo Cinese ad impegnarsi in un dialogo costruttivo con i rappresentanti del Dalai Lama e di permettere l’accesso in Tibet a giornalisti e diplomatici.” Da come viene riferito dal portavoce del Ministro degli Esteri Qin Gang, il Presidente Hu ha risposto a Bush che il Dalai Lama deve “mettere un freno al suo sabotaggio” delle Olimpiadi, prima che Pechino prenda la decisione di intraprendere colloqui con il capo spirituale Tibetano in esilio.   

Gli strani amici del Dalai Lama

In Occidente, l’immagine del Dalai Lama è stata così tanto esaltata che in molti ambienti viene considerato alla stessa stregua di un Dio. Mentre la vicenda spirituale del Dalai Lama non è oggetto della nostra attenzione, è importante considerare brevemente la cerchia con cui ha scelto di collaborare per la maggior parte della sua esistenza.   Il Dalai Lama opera in quelli che possono essere definiti solamente come ambienti politici più che conservatori, reazionari.                               
Ciò che generalmente oggi viene dimenticato, è che, durante gli anni Trenta, i Nazisti, e fra costoro il comandante della Gestapo Heinrich Himmler ed altri dirigenti al vertice del Partito Nazista, ritenevano il Tibet come il luogo santo dei sopravvissuti della perduta Atlantide e il sito originario della “pura razza Nordica”.                                                                                                                              
Quando aveva 11 anni, e allora veniva designato come Dalai Lama, ricevette l’amicizia di Heinrich Harrer, un membro del Partito Nazista ed ufficiale delle temutissime SS di Heinrich Himmler. Lontano dalla innocente immagine che di lui propone il popolare film Hollywoodiano con Brad Pitt, Harrer era un membro ai vertici delle SS al momento del suo incontro con l’undicenne Dalai Lama, quando divenne il suo insegnante incaricato di impartirgli informazioni sul “mondo all’esterno del Tibet”. Solo il Dalai Lama è a conoscenza dei contenuti delle lezioni private di Harrer, e i due restarono amici fino alla morte di Harrer nel 2006, all’età di 93 anni.1
Naturalmente che un’amicizia, anche se unica, non definisce il carattere di una persona, ma è interessante per contestualizzare le vicinanze future. Nell’aprile 1999, insieme a Margaret Thatcher, e all’ex Ambasciatore a Pechino, Direttore della CIA e Presidente, George H.W. Bush, il Dalai Lama esigeva dal governo Britannico il rilascio di Augusto Pinochet, l’ex dittatore fascista del Cile e per lungo tempo cliente della CIA, che si trovava in visita in Inghilterra. Il Dalai Lama faceva pressioni perché Pinochet non venisse costretto ad andare in Spagna, dove era ricercato per essere sottoposto a processo per crimini contro l’umanità. Il Dalai Lama aveva stretti rapporti con Miguel Serrano2, capo del partito Nazional-Socialista del Cile, che proponeva una specie di esoterico Hitlerismo.3
Lasciando da parte a questo punto la pretesa del Dalai Lama alla divinità, quello che è incontestabile è che, dal momento della sua fuga in esilio in India nel 1959,  è stato circondato e finanziato per parte rilevante da vari servizi di spionaggio Statunitensi ed Occidentali e da un branco di Organizzazioni Non Governative. Quello che importa qui è il programma degli amici del Dalai Lama di Washington. 

La Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED) ancora all’opera...

Lo scrittore Michael Parenti sottolineava nel suo lavoro, “Friendly Feudalism: The Tibet Myth –Feudalesimo Benevolo: Il mito Tibet”: “Durante gli anni Cinquanta e Sessanta, la CIA sosteneva attivamente la causa Tibetana con armi, addestramento militare, denaro, appoggio aereo e con ogni sorta di altri aiuti.” La “Società Americana per una Libera Asia”, con sede negli Stati Uniti, una copertura della CIA, dava pubblicità alla causa della resistenza Tibetana, con il fratello più vecchio del Dalai Lama, Thubtan Norbu, in un ruolo attivo nel gruppo. Nel 1951, l’altro fratello maggiore del Dalai Lama, Gyalo Thondup, concordava con la CIA un’operazione di spionaggio. Secondo Parenti, in seguito questa operazione si trasformava in una unità di guerriglia addestrata dalla CIA, i cui membri venivano paracadutati all’interno del Tibet. 4             
Secondo documenti dell’intelligence USA declassificati e resi pubblici alla fine degli anni Novanta, “per tutto il corso degli anni Sessanta, la CIA finanziava il movimento Tibetano in esilio con 1,7 milioni di dollari all’anno per operazioni contro la Cina, incluso un assegno annuale di 180.000 dollari a favore del Dalai Lama.” 5
Con l’aiuto della CIA, il Dalai Lama era fuggito a Dharamsala, India, dove vive ancor oggi e continua a ricevere milioni di dollari a suo sostegno, non dalla CIA, ma da una organizzazione copertura della CIA che risuona più innocentemente come “Fondazione Nazionale per la Democrazia” (NED), foraggiata dal Congresso degli USA. La NED è stata attiva in ogni Rivoluzione Colorata, con nel retroscena sempre gli USA, per destabilizzare la Serbia e la Georgia, l’Ucraina e la Birmania. I finanziamenti della Fondazione vanno a sostegno dei media dell’opposizione e per le campagne di relazioni pubbliche globali per rendere graditi i candidati  oppositori suoi preferiti. 
Come in altre recenti Rivoluzioni Colorate, il governo degli Stati Uniti sta alimentando le fiamme della destabilizzazione contro la Cina, finanziando le organizzazioni di protesta che esercitano l’opposizione all’interno e all’esterno del Tibet tramite il suo braccio operativo, la “Fondazione Nazionale per la Democrazia” (NED).                                                                                                              La NED veniva istituita dall’Amministrazione Reagan nei primi anni Ottanta, per raccomandazione di Bill Casey, all’epoca di Reagan Direttore della “Central Intelligence Agency” – Ufficio Centrale di Informazione (CIA), in seguito a denuncie altamente pubblicizzate contro la CIA, per tutta una serie di omicidi e di destabilizzazioni di regimi non amici. Alla NED veniva assegnato un ruolo di Organizzazione Non Governativa ONG, una categoria sottratta alla CIA e ad altre agenzie Governative in modo da renderle meno evidenti, presumibilmente, agli occhi della pubblica opinione. Infatti, il primo Presidente operativo della NED, Allen Weinstein, commentava al Washington Post che, “una buona parte di quello che noi [la NED] facciamo oggi, 25 anni fa veniva fatto segretamente dalla CIA.” 6
Lo storico dei servizi segreti Americani, William Blum afferma: “La NED giocava un ruolo importante nell’affare Iran-Contra degli anni Ottanta, finanziando elementi chiave dell’oscuro Progetto Democrazia. Questa rete privata di politica estera USA scatenava conflitti, controllava il traffico di armi e di droga, ed era impegnata in altre egualmente affascinanti attività. Nel 1987, un portavoce della Casa Bianca dichiarava che quelli della NED esercitavano un Progetto Democratico.” 7
Attualmente, la più importante organizzazione pro-Dalai Lama per l’indipendenza del Tibet è la   “International Campaign for Tibet”(ICT) – Campagna Internazionale pro Tibet, fondata a Washington nel 1988. Almeno dal 1994, la ICT sta ricevendo finanziamenti dalla NED. Nel 2005, la ICT ha assegnato il suo annuale riconoscimento “Light of Truth – Luce di Verità” a Carl Gershman, promotore della NED. Fra gli altri vincitori del premio della ICT possiamo annoverare la Fondazione Tedesca Friedrich Naumann e il leader Ceco, Vaclav Havel. Il Consiglio Direttivo della ICT è pieno zeppo di ex funzionari del Dipartimento di Stato USA, come Gare Smith e Julia Taft. 8
Un’altra organizzazione particolarmente attiva contro Pechino è la “Students for a Free Tibet” (SFT) – Studenti per un Libero Tibet, di stanza negli USA, fondata nel 1994 a New York City come progetto della Commissione Tibet degli Stati Uniti e dell’International Campaign for Tibet (ICT) finanziata dalla NED. La SFT è meglio conosciuta per avere dispiegato uno striscione lungo circa 140 metri in cima alla Grande Muraglia in Cina, che faceva appello per un Tibet libero ed imputava a Pechino un genocidio contro il Tibet con accuse totalmente prive di sostanza. Chiaramente questa organizzazione mette in scena teatrini per studenti sempliciotti.       
La SFT faceva parte delle cinque organizzazioni che il 4 gennaio di quest’anno hanno proclamato l’inizio di una “insurrezione del popolo Tibetano” e co-fondato un ufficio temporaneo con lo scopo di coordinare e di finanziare la rivolta. 
Harry Wu è un altro importante sostenitore del Dalai Lama contro Pechino. Egli assunse notorietà per avere rilasciato nel 1996 un’intervista a Playboy dove dichiarava di essere in possesso di un “videotaped di un prigioniero i cui reni sono stati chirurgicamente asportati mentre era ancora vivo, e poi il prigioniero è stato portato fuori e sparato. Questo video è stato messo in onda dalla BBC.”   Il filmato della BBC non mostrava nulla di tutto questo, ma il danno era stato fatto. Quanta gente sarebbe andata a verificare negli archivi della BBC? Wu, un professore di Berkeley in pensione, che aveva abbandonato la Cina dopo esservi stato imprigionato come dissidente, è a capo della Laogai Research Foundation – Fondazione per la Ricerca sui Laogai (N.d.tr.: i Laogai sarebbero campi di concentramento cinesi), una organizzazione esentasse finanziata principalmente dalla NED.9
Fra i progetti di sua competenza, la NED con i finanziamenti del governo Statunitense sostiene anche il giornale “Tibet Times”, diretto dalla base dell’esilio del  Dalai Lama, a Dharamsala, in India. Inoltre la NED finanzia il “Tibet Multimedia Center” per “la diffusione delle informazioni sulla lotta per i diritti umani e la democrazia  in Tibet,” sempre con sede a Dharamsala. Per di più, la NED finanzia il “Tibetan Center for Human Rights and Democracy”.
In breve, il Dipartimento di Stato e la congrega che fa da copertura allo spionaggio degli Stati Uniti,  sono loro a dare slancio al movimento per un Libero Tibet e alle aggressioni di marzo contro i Cinesi Han. La domanda da porsi è perché, e specialmente perché proprio adesso?   

Tibet, tesoro di minerali naturali

Per la Cina, il Tibet ha un alto valore strategico, non solo per la sua dislocazione geografica a ridosso del confine con l’India, il più recente alleato di Washington anti-Cinese in Asia. Infatti, il Tibet è un tesoro di minerali ed anche di petrolio. Il Tibet contiene alcuni fra i più ricchi ed estesi giacimenti di uranio, di litio e di borace al mondo, i più grandi giacimenti di rame in Asia, enormi giacimenti di ferro, e più di 80.000 miniere d’oro. Le foreste del Tibet sono le più grandi riserve di legname da costruzione a disposizione della Cina; dal 1980, si valuta che 54 miliardi di alberi siano stati abbattuti e utilizzati dai Cinesi. Inoltre, il Tibet contiene alcune delle più rilevanti riserve di petrolio nella regione. 10  Sul confine fra la Regione Autonoma del Tibet e la Regione Autonoma del Xinjiang Uygur esiste una vasta regione mineraria e petrolifera nel Bacino del Quidam, nota come “bacino del tesoro”. Il bacino contiene 57 differenti tipi di risorse minerarie con giacimenti comprovati di petrolio, gas naturale, carbone, sale grezzo, potassio, magnesio, piombo, zinco ed oro, i più grandi in Cina. Questi beni minerari hanno un valore economico potenziale di 15 bilioni di yuan o 1,8 bilioni di dollari USA. E data la sua collocazione sul “tetto del mondo”, il Tibet è forse la più importante fonte di acqua al mondo. Nel Tibet si trovano le sorgenti dei sette fiumi più grandi dell’Asia, che forniscono acqua a 2 miliardi di persone. Chi controlla l’acqua del Tibet ha in mano la leva geopolitica più potente su tutta l’Asia. Ma oggi l’interesse principale sul Tibet per Washington è il suo potenziale di azione come leva per destabilizzare e ricattare il Governo di Pechino. 

La “non-violenza” come forma di belligeranza di Washington

Gli avvenimenti in Tibet, dal 10 marzo, sono stati riportati nei media Occidentali con poca considerazione per la precisione o per indipendenti riscontri incrociati.  Molte delle immagini, sovresposte nei giornali e nelle TV Europee e degli Stati Uniti, non sono state proprio sull’oppressione militare Cinese nei confronti dei lama o dei monaci Tibetani. In molti casi, i resoconti delle agenzie Reuters o AFP hanno mostrato le percosse contro Cinesi Han da parte di monaci Tibetani organizzati paramilitarmente. In qualche caso, le emittenti Televisive Tedesche hanno diffuso immagini di bastonature che non avvenivano in Tibet, ma invece a Kathmandu da parte della polizia del Nepal. 11
La complicità dei media Occidentali sottolinea molto più semplicemente che le loro modalità di porsi sulla questione Tibet fanno parte di un tentativo di destabilizzazione ben orchestrato da parte di Washington. Poca gente è consapevole che la National Endowment for Democracy - Fondazione Nazionale per la Democrazia (NED) è stata perfino strumentale, in concerto con l’Associazione di Gene Sharp, impropriamente intitolata ad Albert Einstein, [N.d.tr.: Gene Sharp, conosciuto per i suoi studi sulla nonviolenza e sulla disobbedienza civile, è stato soprannominato “il Clausewitz” della guerra nonviolenta. Gene Sharp è stato il fondatore, nel 1983, dell'Albert Einstein Institute per “lo studio e l'utilizzo della nonviolenza nei conflitti di tutto il mondo”. Il suo pensiero e i suoi testi sono considerati fonte di ispirazione per i movimenti studenteschi e popolari che hanno condotto in particolare le Rivoluzioni Colorate negli stati indipendenti, un tempo parte dell'Unione Sovietica, che hanno rovesciato pacificamente i governi in carica sostituendoli con nuovi governi più filo-occidentali.] per opera del Colonnello Robert Helvey, [presidente dell’Albert Einstein, un ex ufficiale dell’esercito americano con 30 anni d’esperienza nel Sudest Asiatico], nell’appoggiare le proteste studentesche della Piazza Tiananmen nel giugno del 1989. La Albert Einstein Institution, come si auto-rappresenta, è specialista nella “nonviolenza come forma di belligeranza”.12 
Nel passato, il Colonnello Helvey aveva fatto stazione in Birmania con la Defense Intelligence Agency – Agenzia di Intelligence per la Difesa. Helvey addestrava ad Hong Kong i dirigenti studenteschi provenienti da Pechino nelle tecniche di dimostrazioni di massa, che poi sono state messe in opera nei fatti della Piazza Tiananmen del giugno 1989. Attualmente, trova opportuno muoversi come consigliere del Falun Gong (movimento...spirituale cinese) in identiche tecniche di disobbedienza civile. Helvey ufficialmente si era ritirato dall’esercito nel 1991, ma molto prima di allora collaborava con l’Albert Einstein Institution e  con l’Open Society Foundation di George Soros. Nella sua relazione annuale del 2004 dell’Albert Einstein Institution, Helvey ammetteva di stare addestrando gente in Tibet. 13
Con la diffusione di Internet e l’uso della telefonia mobile, il Pentagono Statunitense ha raffinato una forma del tutto nuova per la destabilizzazione politica e i cambiamenti di regime.  Un ricercatore del fenomeno che sta nel retroscena dell’onda delle Rivoluzioni Colorate, Jonathan Mowat, descrive così tutto questo: “...Quello a cui noi stiamo assistendo è l’applicazione civile della dottrina Rivoluzione nelle Questioni Militari del Segretario Donald Rumsfeld, che fa assegnamento sul dispiegamento di piccoli gruppi altamente mobili messi in grado di comunicare e di fare intelligence in tempo reale.                         
Reparti militari, che prendono il controllo di isolati cittadini con l’aiuto  di schermi video “elmetti per l’intelligence” che forniscono loro una visione istantanea delle condizioni ambientali, costituiscono l’aspetto militare. Bande di giovani, che convergono su punti di incontro designati come obiettivo in dialogo costante con telefoni cellulari costituiscono l’applicazione civile di questa dottrina.”                             
Questo parallelo non dovrebbe sorprendere, dato che l’esercito USA e la National Security Agency, l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale, hanno sovvenzionato lo sviluppo di Internet, della telefonia cellulare, e dei relativi programmi informatici. Per loro concezione, queste tecnologie sono state studiate e sperimentate proprio per trovare la loro applicazione ottimale in un nuovo tipo di teatro di guerra. La “rivoluzione” nelle situazioni di conflitto che questi nuovi strumenti permettono è stata spinta all’estremo dai diversi specialisti della guerra psicologica. Anche se questi pensatori militari sono stati operativi per tanto tempo nelle alte sfere (per esempio, presso la RAND Corporation), solo con la vittoria dei neoconservatori la loro presenza in larga dimensione si è realizzata nelle più cruciali strutture di comando dell’apparato militare USA nel Pentagono di Donald Rumsfeld.14

L’obiettivo, controllare la Cina

La politica di Washington ha utilizzato e raffinato queste tecniche di “rivoluzionaria nonviolenza” e le operazioni della NED hanno incorporato una serie di progetti di colpi “delicati o democratici”, come parti di una più larga strategia per cercare di tagliare fuori la Cina dall’accesso alle riserve esterne di petrolio e di gas, vitali per il suo sviluppo.   
Ritorna alla mente la citazione degli anni Settanta dell’allora Segretario di Stato Henry Kissinger, fautore delle geopolitiche di stampo Britannico in un contesto Americano: “Se si controlla il petrolio, si controlla il mondo...”      
Il tentativo di destabilizzazione da parte di Washington usando il Tibet, senza dubbio con il “tranquillo aiuto” dei suoi amici nei servizi di intelligence Britannici e di altri alleati degli Stati Uniti, fa parte di un chiaro disegno.           
Questo modello include il tentativo di “Rivoluzione Zafferano” messo in atto da Washington per destabilizzare la Birmania. Include il tentativo in corso di inviare truppe NATO nel Darfur per impedire alla Cina di accedere in Africa alle risorse strategicamente vitali di petrolio. Include i tentativi di fomentare tensioni in Uzbekistan, Kyrgystan e di far crollare i progetti vitali per la Cina di nuovi corridoi energetici verso il Kazakhstan. L’antica rotta commerciale in Asia, la Grande Via della Seta, attraversava il Tashkent verso l’Uzbekistan ed Alma-Ata nel Kazakhstan per evidenti ragioni geografiche, in una regione circondata da notevoli catene montuose.  Il controllo geopolitico di Uzbekistan, Kyrgystan, Kazakhstan renderebbe possibile il controllo di qualsiasi potenziale rete di oleodotti tra la Cina e l’Asia Centrale, proprio mentre l’accerchiamento della Russia rende possibile il controllo degli impianti di conduzione di idrocarburi ed altri collegamenti fra la Russia e l’Europa occidentale, la Cina, l’India e il Medio Oriente, visto che la Cina dipende dall’ininterrotto flusso di petrolio proveniente dall’Iran, Arabia Saudita e altri paesi OPEC. 

Dietro la strategia dell’accerchiamento della Cina

In questo contesto, un’analisi rivelatrice di Zbigniew Brzezinski del settembre/ottobre 1997 nella rivista di Affari Esteri della Commissione del Comune di New York per le Relazioni con l’Estero merita di essere citata. Brzezinski, un protetto di David Rockefeller e seguace del promotore della geopolitica Britannica, Sir Halford Mackinder, è attualmente il consigliere di politica estera per il candidato alla Presidenza degli USA, Barack Obama. Nel 1997, egli scriveva apertamente:        
“L’Eurasia è l’area del mondo dove si trovano gli stati più politicamente dinamici e decisi. Tutti i pretendenti storici al potere globale sono in Eurasia. Gli aspiranti all’egemonia regionale a maggior densità di popolazione nel mondo, la Cina e l’India, si trovano in  Eurasia, come lo sono tutti i potenziali sfidanti al primato Americano in politica e nell’economia. Dopo gli Stati Uniti, i successivi sei paesi più importanti in campo economico e per spese militari sono in Eurasia, come tutte, tranne una, le potenze nucleari riconosciute come tali, e tutte, tranne una, quelle non acclarate. L’Eurasia incide per il 75% della popolazione mondiale; per il 60% del Prodotto Nazionale Lordo globale e per il 75% delle risorse energetiche del mondo. Nell’insieme, la potenza dell’Eurasia in grado di svilupparsi mette in ombra anche la potenza dell’America.  

L’Eurasia è il super-continente asse del mondo. La potenza che prendesse il dominio sull’Eurasia potrebbe esercitare la sua influenza su due delle tre regioni mondiali più proficue dal punto di vista economico, l’Europa Occidentale e l’Asia Orientale. Inoltre, uno sguardo rapido alla carta geografica ci indica che il paese dominante in Eurasia potrebbe quasi automaticamente controllare il Medio Oriente e l’Africa. Con l’Eurasia che ora funge da decisiva scacchiera geopolitica, non è più sufficiente costruire una politica su misura per l’Europa e un’altra per l’Asia. Quello che avverrà con la distribuzione del potere sul continente Eurasiatico sarà di importanza decisiva per la supremazia dell’America sul mondo...”15 (Accentuazione dei caratteri ad opera dell’autore)
Questa enunciazione, scritta ben prima dei bombardamenti condotti dagli USA sulla ex Jugoslavia e delle occupazioni militari dell’Afghanistan e dell’Iraq, o dell’appoggio Statunitense all’oleodotto  Baku-Tbilisi-Ceyhan, indirizza le dichiarazioni solenni di Washington riguardanti la “liberazione del mondo dalla tirannia” e l’“espansione della democrazia” in un contesto alquanto differente da quello usualmente citato da George W. Bush.                                                                                           
Si tratta dell’egemonia sul mondo, non della democrazia! Quindi, non dovrebbe sorprendere se potenze come la Cina non sono persuase che assegnare a Washington un tale potere schiacciante sia nell’interesse nazionale dei Cinesi, ancor più che la Russia pensi che costituirebbe un passo verso la pace permettere alla NATO di inglobare l’Ucraina e la Georgia e di posizionare missili USA sulla porta di casa della Russia “a difesa contro la minaccia di attacchi nucleari Iraniani contro gli Stati Uniti.”
La destabilizzazione del Tibet guidata dagli USA fa parte di uno spostamento strategico di grande significato. Sta avvenendo proprio quando l’economia e il dollaro Statunitense, ancora moneta di riferimento nel mondo, stanno passando la loro peggiore crisi dagli anni Trenta. Quindi è significativo il fatto che l’Amministrazione Statunitense invii a Pechino Henry Paulson, banchiere di Wall Street ed ex Presidente della Goldman Sachs, nel bel mezzo dei suoi tentativi di creare difficoltà a Pechino sulla questione Tibetana. Washington sta letteralmente giocando con il fuoco.  La Cina da tanto tempo ha superato il Giappone come maggior detentore al mondo di riserve di valuta estera, ora sull’intorno dei 1.5 bilioni di dollari, la maggior parte dei quali sono investiti in obbligazioni e buoni del Tesoro USA, quindi parte del debito pubblico Statunitense. Paulson sa bene che se Pechino lo decidesse, potrebbe mettere in ginocchio gli USA vendendo sul mercato solo una piccola porzione del debito contratto dagli USA nei confronti della Cina. 


Note:

1 Ex-Nazista, precettore del Dalai, Harrer muore nel 1993, The Times of India, 9 gennaio 2006, in
http://timesofindia.indiatimes.com/articleshow/msid-1363946,prtpage-1.cms.
2 Goodrick-Clarke, Nicholas, “Black Sun: Aryan Cults, Esoteric Nazism and the Politics of Identity – Sole Nero: culti Ariani, Nazismo esoterico e la politica dell’Identità”, New York University Press, 2001, p. 177.
3 Goldner, Colin, “Mönchischer Terror auf dem Dach der Welt Teil 1: Die Begeisterung für den Dalai Lama und den tibetischen Buddhismus – Terrore monastico sul tetto del mondo; Parte I: L’entusiasmo per il Dalai Lama e il Buddismo Tibetano”, 26 marzo 2008, citato nel libro sul Dalai Lama: “Fall eines Gottkönigs – Caduta di un Re Divino”, Alibri Verlag,, nuova edizione dell’aprile 2008, riprodotto in http://www.jungewelt.de/2008/03-27/006.php.
4 Parenti, Michael, “Friendly Feudalism: The Tibet Myth - Feudalesimo Benevolo: Il mito Tibet” , giugno 2007, in www.michaelparenti.org/Tibet.html.
5 Mann, Jim, “CIA funded covert Tibet exile campaign in 1960s – La CIA ha finanziato segretamente negli anni Sessanta la campagna in favore degli esiliati dal Tibet”, The Age (Australia), 16 settembre 1998.
6 Ignatius, D., “Innocence Abroad: The New World of Spyless Coups – Innocenza dappertutto: il Nuovo Mondo dei colpi non spionistici”, The Washington Post, 22 settembre 1991.
7 Blum, William, “The NED and ‘Project Democracy,’” gennaio 2000, in www.friendsoftibet.org/databank/usdefence/usd5.html
8 Barker, Michael, “Democratic Imperialism: Tibet, China and the National Endowment for Democracy”, Global Research, 13 agosto 2007, www.globalresearch.ca.
9 McGehee, Ralph, Archivio di Ralph McGehee su JFK Place, “CIA Operations in China - Part III”,            2 maggio1996, in www.acorn.net/jfkplace/03/RM/RM.china-for.
10 Commissione USA sul Tibet, “Fifteen things you should know about Tibet and China – Quindici cose che si dovrebbero conoscere sul Tibet e la Cina”, in
http://ustibetcommittee.org/facts/facts.html.
11 Goldner, Colin, “Mönchischer Terror auf dem Dach der Welt;  Teil 2: Krawalle im Vorfeld der Olympischen Spiele - Terrore monastico sul tetto del mondo; Parte II : Disordini in vista dei Giochi Olimpici,” op cit.
12 Mowat, Jonathan, “The new Gladio in action? – La nuova Gladio in azione?”, Ondine Journal, 19 marzo 2005, in
http://onlinejournal.com/artman/publish/printer_308.shtml.
13 Ibid.
14 Ibid.
15 Brzezinski, Zbigniew, “A Geostrategy for Eurasia, Foreign Affairs, 76:5 – Una geostrategia per l’Eurasia, Affari Esteri, 76:5” settembre/ottobre 1997.

 

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(Una analisi di Zivadin Jovanovic, esponente del "Forum di Belgrado per un mondo di eguali" e già ministro degli Esteri jugoslavo ai tempi del governo delle sinistre, a nove anni dalla aggressione della NATO)

Живадин Јовановић

БЕОГРАДСКИ ФОРУМ ЗА СВЕТ РАВНОПРАВНИХ

                           АГРЕСИЈА НАТО  – ДЕВЕТ ГОДИНА ПОСЛЕ

ШИРЕЊЕ НАТО НА ИСТОК – ПРАВИ ЦИЉ АГРЕСИЈЕ И ОДУЗИМАЊА КОСМЕТА ОД СРБИЈЕ

Данас је потпуно јасно да за агресију НАТО против Србије (СРЈ) пре девет година нису постојали никакви оправдани разлози и да је теза о наводном спречавању «хуманитарне катастрофе» била велика обмана ратне пропаганде САД чији је искључиви задатак био придобијање јавности у прилог напада. Само неколико месеци по окончању агресије, већ крајем априла 2000. на конференцији НАТО савезниика у Братислави  званичници САД су потврдили да је «рат против Југославије вођен да би се исправила једна погрешна одлука генерала Ајзенхауера донета током Другог светског рата. Отуда је из стратешких разлога било потребно да се тамо накнадно стационирају америчке снаге». Већ тада је изнет амерички став да  САД не умањују важност «легалистичке интерпретације Европљана  да се код ширења задатака НАТО изван граница уговорног подручја у рату против Југославије радило само о изузетку, јасно је да се ради о преседану на који се свако може позвати у свако доба и да ће се позивати».

На конференцији НАТО у Братислави крајем априла 2000. предсставници САД су упознали своје европске савезнике са својим стратешким циљем - да се ширењем НАТО-а на Исток «успостави таква просторна ситуација између Балтика и Анадолије (у Турској, прим.аут.) каква је постојала у време када је Римска империја била на врхунцу своје моћи». Амерички званични представници су ближе образложили улоге које у остваривању тог плана треба да имају Пољска, Румунија, Бугарска и Турска. Што се тиче Србије они су изнели став да «Србију треба трајно држати изван европског развоја». Све ово, као низ других одредница америчке стратегије пажљиво је записано у писму Вилија Вимера[1], познатог немачког политичара, упућеног канцелару Герхарду Шредеру 2. маја 2000. године.

Војна база «Бондстил» код Урошевца, највећа америчка војна база на свету изван САД, говори о начину на који САД исправљају «грешку» генерала Ајзенхауера од пре шест и по деценија. Као што је агресија НАТО 1999. године била  корак ка распоређивању америчких војника на Косову и Метохији, тако је и «Бондстил»  био први корак ка ширењу мреже америчких војних база према Истоку. Током 2007. перфектуирани су споразуми са Румунијом и Бугарском о отварању по 4 америчке војне базе у свакој од тих земаља. У близини познате бугарске луке Бургас која ће, по сада расположивим информацијама, бити рачва бар два европска гасовода, САД ће имати две војне базе. Преговори САД у току са са Пољском и Чешком о отварању противракетних база, напори за пријем Украјине и Грузије у чланство и друге активности САД и Алијансе - воде комплетирању плана о «просторној ситуацији» из времена Римске империје. Остаје питање – која је сврха и где је крај војне експанзије САД и НАТО? У сваком случају, тешко је доћи до логичног и прихватљивог објашњења зашто је данас у Европи више америчких војних база него што их је икада било, више него у периоду када је хладни рат био најближи глобалној конфронтацији. Да ли се то може објаснити опасношћу од међународног тероризма? Утолико пре, што данас у Европи не постоји глобални противник ни САД-а ни НАТО-а као што је својевремено био Варшавски пакт и што уместо две различите идеологије и два супротстављена система, данас постоји само једна владајућа идеологија – капиталистичка и један систем – демократски.

           ЕУ одговорна  зато што је изостала истина о Косову 1998. и 1999.

У свом писаном сведочењу Хашком трибуналу јуна 2006. британски пуковник, Џон Кросланд, војни аташе Велике Британије у Београду у периоду од 1996. до 1999. износи:

 «Међународна заједница је подржавала КЛА/ОВК и они су то знали. Бил Клинтон, Ричард Холбрук, Мадлен Олбрајт су одлучили да дође до промена режима у Србији и да КЛА/ОВК треба да буде једно од оруђа да се то спроведе. Имајући то у виду, све резерве које сам ја, или било ко други, имао против КЛА/УЧК биле су без значаја. Став који је међународна заједница заузела у Рамбујеу 1999. био је усклађен са таквом политиком».

Овде треба подсетити да се КЛА/ОВК све до јуна 1998. година налазила на листи терористичких организација Државног секретаријата САД. А онда, 24. јуна 1998. у Косовском селу Јуник специјални представник америчког председника за Балкан, Ричард Холбрук, срео се са наоружаним вопђама терориста чиме их је де факто «преместио» на листу ослободилачких, партнерских организација.

Други, познати западни дипломата у свом писму упућеном 2007. године садашњем немачком канцелару Ангели Меркел, поводом политике одузимања Косова и Метохије од Србије коју спроводе Запад, Европска унија и сама Немачка, поред осталог, каже:

«Ни у једном извештају (са Космета, прим. аут.) између краја новембра 1998. и евакуације КВМ непосредно пред избијање рата (март 1999) не помиње се да су Срби вршили веће или систематске злочине над Албанцима, нити се макар у једном једином случају говори о геноциду, или инцидентима/злочинима који су слични геноциду... Насупрот томе, стално се понављало да, с обзиром на све учесталије нападе УЧК/ОВК  на српске извршне власти, њихове безбедносне и снаге реда показују изванредну уздржаност и дисциплину. То је био јасан и изнова подвлачен циљ српске администрације – да се што прецизније придржава одредаба споразума Милошевић – Холбрук и тако међународној заједници не пружи разлог за интервенцију.» И даље у истом писму:

«Постојале су велике 'разлике у перцепцији' између онога што су дипломатске мисије јављале својим владама/главним градовима и онога што су ове прослеђивале медијима, односно, јавности. Та неусклађеност може се разумети једино као део припрема рата против Југославије. Јер, није постојало оно што су неуморно тврдили особито медији, али са ништа мањим интензитетом и политика. Сходно томе, до 20. марта 1999. није било повода за војну интервенцију, те су тако све мере међународне заједнице које су тамо уследиле биле нелегитимне.

«Колективно понашање земаља чланица ЕУ пре и након избијања рата (агресије НАТО, прим. аут.) свакако даје повода за озбиљну забринутост, зато што је истина изостала, а веродостојности међународне заједнице нанета штета».

Сваки покушај да се на основу изложеног извуку закључци био би сувишан и сиромашан.

                           Однос према пријатељима и противницима

Када је реч о односу према пријатељима, вреди се подсетити да је утицајни лидер Шредеровог СПД-а, Оскар Лафонтен одлучно иступао против агресије НАТО-а, посебно, против уласка Немачке у рат против Југославије и то када је било најтеже 1999, када је било мало званичника влада чланица који су се јавно дистанцирали или успротивили агресији НАТО-а. Лафонтен је, међутим, због неслагања са Шредером, Јошком Фишером и Бундесвером који су у учешћу Немачке у агресији видели шансу да Немачка збаци тесно одело које су јој победницу скројили после Другог светског рата и да на велика врата изађе на светску политичку сцену, жртвовао место министра финансија и поднео оставку на чланство у влади. Касније је напустио и сам СПД и основао Партију левице, заједно са Гизијем, лидером левице из бивше НДР.  Ипак, одређени лидери Србије су после октобра 2000. позивали и указивали почасти лидеру агресије Герхарду Шредеру, а не Оскару Лафонтену. Шредсер, наводни левичар, борац за мир и владавину права, срцем и душом био је за напад НАТО-а на Србију. То не само да није сметало појединим српским лидерима да га дочекују, угошћавају и обожавају, већ и да га представљају као свој узор и надахнуће на путу за «европске (моралне) вредности» и «европску опцију». Без алтернатива. А  Лафонтен, који је због принципа жртвовао једно од највреднијих места у влади, који је био и остао доследан борац против агресивног концепта НАТО-а, који данас као булдожер осваја политичку сцену Немачке утерујући страх у кости СПД-у и другим партијама, ево, пуних девет година није посетио Србију. Да ли зато што нема ко да га позове, зато што је за укус српске левице и оних који се тако представљају, постао сувише лево оријентисан? Или можда зато, што сам Лафонтен сматра да би у Београду тешко нашао достојне саговорнике? Или је то једноставно због манира савремених београдских лидера да пријатеље предају забораву а да се грле и љубе са онима који су разарали и убијали. Што рече Арчибалд Рајс давне 1928:

«И док ваши некадашњи џелати наилазе код вас на најлепши дочек, правите све могуће тешкоће  припадницима пријаељских народа који су показали делотворно пријатељство у вашој несрећи. Верне пријатеље из тешких дана ваше вође су ћушиле ногом. Безмало, рекло би се, управљачка класа ваше земље мрзи оне који су учинили услуге вашој отаџбини».

Шта тек рећи о односу српских лидера према Хавијеру Солани, бившем генералном секретару НАТО-а, који је дао наређење за почетак бомбардовања Србије (СРЈ) 1999. Солану, а не осведочене пријатеље Србије, дочекују, слушају и цитирају. Њему се клањају, с њим се грле и љубе, њега обожавају као свог анђела чувара. Лидере српског народа који су бранили земљу од агресије и тероризма хватају, хапсе и испоручују НАТО-овом суду у Хагу, а повлаче тужбе против злочинаца према српском народу! Прелажење преко злочина, није само срамно, већ такође злочин.

                                   Србија прва жртва ширења НАТО

Агресија НАТО, предвођена САД-ом, пслужила је као покриће за «накнадно распоређивање америчких војника на територији Србије, односно СР Југославије, из стратешких разлога». Да се НАТО запосли и ојача у складу са «новом стратегијом» усвојеном априла 1999 на Самиту у Вашингтону поводом 50. годишњице оснивања Алијансе. «Американци су испланирали сукоб на Балкану са циљем да одврате Европљане од помисли да НАТО више није потребан» - рекао је Вили Вимер још 2001. у свом интервјуу немачким медијима. Он такође сматра да су САД својом политиком на Балкану, пре свега, подршком Муслиманима у Босни, а потом и Албанцима на Косову и Метохији, настојали да понуде муслиманском свету врсту накнаде због произраелске политике на Блиском Истоку.»Они користе Балкан да надокнаде неуспехе у арапско-израелском сукобу» - каже Вили Вимер. Но,   Све то без обзира што је Варшавски пакт као главни супарник нестао са политичке сцене и што ни борба против међународног тероризма не оправдава ширење НАТО-а и милитаризацију Европе који су уследили после агресије на Југославију. Таквом новом политиком НАТО-а финансијски и војно-индустријски комплекс су добили нови замајац. Да ли се он током ових девет година од брзине само загрејао, или и прегрејао, време ће показати. Али америчком интервенционизму започетом 1999. агресијом против Југославије, не иде сјајно – ни у Авганистану, ни у Ираку, Блиском Истоку - ни другде. А, колико информације показују – ни америчким финансијама, ни економији.

                                 И тзв. преговори у Рамбујеу били су организовани у истом смислу – ставити Србију на стуб срама, придобити јавност на Западу против «тврдокорног» и «некооперативног» Слободана Милошевића и обезбедити подршку те исте јавности за оружану интервенцију (агресију) «као једини начин». Србија, је дакле, прва жртва политике ширења НАТО на Исток и претварања НАТО-а у инструмент глобалне доминације САД. Зато познати руски аналитичар међународних односа и публициста Тетјокин, рече недавно у Кијеву на међународној конференцији о ширењу НАТО-а на Исток – «Србија је 1999. године примила војни удар НАТО-а намењен Русији».

Војне акције НАТО-а током агресије биле су превасходно усмерене против цивилних објеката и становништва. Хуманитарне, еколошке, економске и безбедносне последице имају трајни карактер. Број људских жртава агресије је око 3.500, број рањених око 10.000. Три четвртине убијених и рањених су цивили, укључујући старе, пацијенте у болницама и преко 80-торо деце. Број умрлих по окончању агресије до данас од последица агресије, посебно од последица употребе забрањених оружја као што су пројектили са осиромашеним уранијумом и касетних бомби, далеко је већи. Било би неопходно да се с тим у вези формира државна комисија која би, ослоњена на тимове стручњака, у догледно време утврдила све закаснеле последице агресије по животе и здравље грађана. Комисија Савезне Владе формирана одмах после агресије са задатком да испита и објави свој налаз о последицама употребе оружја са осиромашеним уранијумом, убрзо после промена 2000. године практично је престала са радом. Тзв. Демократске власти након октобра 2000. практично су наметнуле «уранијумску тишину» да не би иритирале своје подржаваоце у САД и НАТО-у. Њима је очигледно, важније да и на тај начин исказују своју лојалност агресорским земљама, него да брину о здрављу своје нације и будућих поколења.

Агресија НАTО пакта против Србије (СРЈ) 1999. представља злочин против мира  човечности. Она је извршена кршењем Повеље Уједињених нација, многих међународних конвенција и без одобрења Савета безбедности као најважнијег органа за одговорног за очување међународног мира и безбедности. Данас нема дилеме, да је поред стварања услова за ширење НАТО на Исток и излазак на руске границе, циљ агресије против Југославије био да се дестабилизују како европско-руски односи, тако и читав међународни правни поредак изграђен после Другог светског рата и заснован на Повељи Уједињених нација. САД су као једина супер сила јасно показале да не трпе правна ограничеља у спровођењу свог «новог светског поретка». Право и Уједињене нације све више виде као ограничење и препреку. 

То је био први рат у Европи после Другог светског рата, први рат НАТО-а изван територија држава чланица. Агресија је извршена кршењем оснивачког акта Алијансе из 1949. године и кршењем устава земаља чланица, укључујући кршење устава САД и Устава Немачке. Без обзира на то, владајућа гарнитура у Немачкој 1999. Герхард Шредер –Јошка Фишерје успела је да прогура кроз Бундестаг прво ратно ангажовање немачких трупа од пропасти нацистичког Хитлеровог режима 1945, што је засебан преседан. Да то постигне покренула је невиђену анти-српску пропаганду у којој је оптужба тадашнјег министра одбране о наводном «плану потковица» Слободана Милошевића, била само једна од многих лажи и конструкција.

   

                        САД наоружавају «владу» терориста и криминалаца

САД, НАТО и најутицајније земље Запада током агресије биле су у савезништву са терористичком ОВК/УЧК. Данас, те исте земље које се наводно широм глобуса боре против међународног тероризма и организованог криминала, промовишу озлоглашене терористе и криминалаце у своје партнере и лидере лажне државе. И не само то. Пошто су им под кишобраном НАТО-а поклонили део најстарије државне територије Србије, која се не зове Стара Србија без разлога, сада им јавно обећавају испоруке модерног оружја. Колико је то опасно и апсурдно да се озлоглашеним криминалцима и терористима дају модерна оружја и техника НАТО-а, не треба ни упозоравати. Треба ли подсећати на доказане везе врхушке ОВК са Ал Каидом и самим Осама Бин Ладеном! Осим ако Председник Џорџ Буш и Пентагон и сами нису импресионирани углађеним изгледом бивших терориста, убица и нарко-дилера преобученим у модерна одела «Арманија»!

Позиције САД у вези са Косовом и Метохијом, њихова улога у насилном наметању илегалне независности Покрајине, игнорисање званичних ставова Србије, говоре о озбиљном дефициту размишљања унапред, о последицама. О последицама не само по Србију и Балкан, већ и по америчке интересе. За њих је готово све једно, што је, на пример, један од руководилаца ОВК, Рамуш Харадинај, одговоран за масовна убиства Срба на Космету, ослобођен одговорности у тзв. Хашком трибуналу и то након што је 10-так сведока оптужбе, међу којима и оних «под заштитом», ликвидирано! А он, је нажалост, само један од терориста и ноторних криминалаца у приштинској врхушки којој је на тацни НАТО-а предата лажна држава Косово.   Одговорни, бар у Пентагону ако не у Белој кући, имали су довољно разлога да се присете - да Космет са преко пола милиона илегалних дугих цеви и арсенала свакојаког оружја, представља највеће складиште илегалног наоружања и убојних средстава на планети! Од те чињенице стрепе многе државе на Балкану, укључујући Грчку, на пример, чији је министар за иностране послове још пре три године упозорио да огромна количина илегалног оружја на Косову и Метохији угрожава стабилност читавог Балкана. Од тада, ситуација је још гора, јер је у међувремену и знатан део оружја и опреме КФОР-а криминалним путем дошао до руку терориста. Одлуком о ослобађању Хашима Тачија одговорности и поред необоривих доказа о масовним злочинима над Србима, само је потврђено да је Хашки трибунал институција под контролом НАТО-а чији је основни циљ осуда српског народа и ослобађање сваке одговорности НАТО-а и његових савезника, као што је то терористичка ОВК/УЧК за злочине против грађана Србије.

НАТО чини главнину КФОР-а, међутим Срби на Косову и Метохији нису добили  одговарајућу заштиту. Неодговорност КФОР-а, односно, НАТО-а посебно је дошла до изражаја током терористичког погрома 17. до 19. марта 2004. године када је већи број Срба био убијен, а више хиљада протерано. НАТО није осигурао безбедно окружење и услове за повратак око 250.000 протераних Срба и других неалбанаца, нити је дозволио враћање контигената Војске и полиције Србије иако је то уговорено Кумановским; споразумом и потврђено резолуцијом СБ УН 1244. Очигледно је да у руководству НАТО-а и владама земаља чланица није постојала, нити данас постоји политичка воља да се спроведе резолуција СБ УН 1244. Та политичка воља не постоји ни од тзв. Демократских промена у Србији октобра 2000. Она је и даље на страни сепаратистичко-терористичке врхушке у Приштини, а не на страни Србије и српског народа. То је очигледно, само је делу српскоког државног руководства тешко да то призна јер је свој опстанак на власти везало за подилажење САД-у, НАТО-у и политичкој бирократији у Брислу. Како другачије разумети тезу која се, у једној или другој форми, пласира од таквих политичара - да независно од решавања питања статуса Косова и Метохије Србија мора наставити (!) досадашње односе и сарадњу са САД, НАТО и ЕУ. Један од војних руководилаца је недавно, ваљда по повратку из посете Пентагону, изјавио да се војна сарадња Србије и САД нормално наставља!

                                     Охладите, господине Рупел

НАТО и ЕУ су подржали тзв. план Мартија Ахтисарија о „надгледаној независности“ који није прихваћен у Савету безбедности УН. Најутицајније чланице НАТО-а и ЕУ признале су лажну независност проглашену у Приштини 17. фебруара 2008. игноришући ставове Србије и рушћи њен суверенитет и територијални интегритет. ЕУ је још 17. децембра 2007. године на највишем нивоу опдлучила да пошаље своју мисију од око 2.000 полицајаца, судија и другог персонала (ЕУЛЕКС), на Косово и Метохију. Лидерима ЕУ било ј добро познато да се Косово и Метохија у резолуцији СБ 1244 третира као део суверене територије Србије, као «суштинска аутономија» унутар Србије. Не обазирући се на то, они чак нису ни консултовали Србију, поготову нису затражили сагласност Србије за тако нешто. Шта у светлости таквих одлука које прејудицирају судбину Србије као државе, значе изјаве појединих европских лидера и високих бирократа из Брисла да они, богзна колико цене Србију, признају њену централну улогу на Балкану, или Западном Балкану, све једно, шта значе обећања ружичастих перспектива на европском путу, тапшања по раменима наших лидера и министара као да су још у пубертету па од тапшања добијају на самопоуздању!

Шта значи недавна изјава словеначког министра Рупела у Вашингтону да «у Србији имамо изборе и с тим у вези још неколико адута»! Чији су то избори, господине председавајући ЕУ - ваши, словеначки, бриселски, вашингтонски, или избори у Србији! Говорите о адутима «из рукава». Какво поистовећење са наредбодавцима! То и није одлика човека са чврстим тлом под ногама. Нисте ли, ипак, претерали са јавним третирањем Србије као земље под вашим старатељством! Не дајте да вам функција председавајућег превише помути расуђивање. Србија никоме није замена за комплекс малог међу великима. У Нарочито након лекције из Косова коју су им одржали ваши предпостављени. Ваши војаци у српској покрајини Косово и Метохија јавно се хвале да су тамо да би штитили словеначке економске интересе! Пошто сте председавајући ЕУ, да ли то значи да су војни контигенти и других чланица ЕУ такође тамо да би штитили економске интересе својих земаља-чланица ЕУ? Да ли би то био и смисао ЕУЛЕКС-а? А шта је са циљевима записаним у документима УН, са људским правима Срба и других неалбанаца, са безбедним окружењем и слободним враћањем стотине хиљада Срба? Вероватно сте то оставили да Београд и Приштина накнадно реше у директним преговорима? Само, о томе је Савет безбедности УН другачије одлучио, да се не чека.Србији постоје и њени грађани који су и моћније и вештије од вас прочитали и којима је досадио положај лаковерних понављача!                                            

                                       ЕУЛЕКС ради на црно

ЕУ је, по свему судећи, рачунала да ће од УН, ако не од Савета безбедности онда бар од Генералног секретара Бан Ки Муна, добити некакву «правну основу» за размештање свог ЕУЛЕКС-а. «Креативним тумачењем» резолуције СБ 1244, бирократе су измислиле да за замену УНМИК-а и предају дужности ЕУЛЕКС-у није потребна одлука Савета безбедности где би се таква иницијатива суочила са неприхватањем Русије (и Србије), већ би био довољан позив Генералног секретара Бан Ки Муна да се ЕУЛЕКС распореди на Космету и преузме дужност од УНМИК-а. Међутим, чак је и тај флуид, привид основа каквог у резолуцији 1244 нема НИ У ТРАГОВИМА, изостао. Да ли је то «креативно» багателисање Савета безбедности и здраве памети смислио неко у америчком Стејт департменту па је, као и толико пута раније, продао бирократији у Брислу, а ова брже боље то подигла на ниво шефова држава и влада ЕУ, није познато, а није ни толико битно.

Неко је, ипак, био «креативнији» па је Бан Ки Муну посаветовао да је ипак боље да се држи своје улоге и да не посеже за искључивим надлежностима Савета безбедности. Тако, резолуција СБ 1244 важи, УНМИК и КФОР раде, како и сами кажу, у складу са тим документом, али се у све то, без основа и било чијег позива, гура и персонал ЕУЛЕКС-а. Ко му и на основу чега, даје задатке код живог УНМИК-а, није јасно. Можда ту лежи објашњење на питање откуда напрасна «флексибилност» господина Фејта после седнице «управног тела вољних» у Бечу који јавно изражава спремност на преговоре. С ким, о чему? О запошљавању ЕУЛЕКС-а који је «на црно» упао у систем УН? О легализацији «плана Ахтисари», заобилазном прихватању прокламације Приштине од 17. фебруара, од страане Србије?

ЕУЛЕКС је у ћорсокаку,  као уљез који без радне визе УН почиње да ради туђе послове. Зна се ко га шаље, али не и то како може да преузме посао УНМИК-а јер  послодавац - Савет безбедности - није разрешио УНМИК од првобитно датих обавеза, нити је изгледно да ће то у догледно време учинити.

Процес признавања, са становишта главних спонзора, такође је у ћорсокаку. То потврђује и већ поменути председавајући Рупел кад каже да су у Вашингтону од њега тражили резолутније деловање према онима који доносе одлуке у вези са Косовом. Тешко да се то односи на Бан Ки Муна где су словеначке могућности утицања врло скромне, ако уопште постоје. Или се можда америчко очекивање да Рупел буде енергичнији односи на оних 7 чланица ЕУ које нису признале и тешко да ће признати, дивљу прокламацију Приштине од 17. фебруара.

                                   Потребне иницијативе Србије

Таква ситуација објективно отвара неке могућности за активније постављање српске политике и дипломатије. Оне су истина ограничене како пропустима и кашњењем до сада тако и чињеницом да се изборна кампања ближи свом врхунцу потискујући у страну све што није директно с тим повезано.

Уместо да сама иде одлучније, селективним, асиметричним потезима према свима који су признали поменуту проикламацију Приштине, наша дипломатија и одређени политичари  непотребно се баве објашњавањем зашто је неко од страних фактора урадио ово, или оно. Веома је штетан став који се са државног врха понавља – да НАТО и ЕУ нису државе и да, наводно зато, не могу ни признати нити одбити да признају неку новопрокламовану творевину попут лажне државе Косово. Такве изјаве Србији наносе штету, а веома годе челницима НАТО и бирократији ЕУ јер им користе. Таква објашњења-наклапања нису израз голог формализма и навике да се сопствена јавност «едукује», већ представљају забијање главе у песак и бег од суштине.

Суштина је, господо, да су НАТО и ЕУ кључни механизми за отимање Косова и Метохије од Србије, дакле, за разбијање њеног суверенитета, целовитости и уставног поретка. Без тих механизама ни једна земља, ни група земаља, па чак ни свемоћне САД, не би биле у стању да изведу то што су Србији направили НАТО и ЕУ. Да ли бисте то могли да поновите?

Наша дипломатија такође јавно објашњава да су неке суседне земље биле под снажним притиском САД и да су зато признале дивљу прокламацију Приштине од 17. фебруара. То и ништа томе слично, није посао наше дипломатије јер, треба ли рећи, олакшава позицију оних суседа који су признавањем илегалног чина сецесије нанели директну штету Србији. То, да ли их је и ко притискао, то је њихов проблем. Они су Србији нанели велику штету. Преко тога се не прелази. То се памти. И тачка.      

Србија има све разлоге да буде обазрива према Фејтовом залагању за преговоре. Можда управо сада Србија треба да обнови сопствене иницијативе за преговоре не обазирући се на Фејтове. Али, за преговоре о статусу, а не о техникалијама и изведеним питањима, уз резолуцију СБ 1244 као основу и оквир и искључиво под окриљем Савета безбедности УН. Србија је прогласила ништавим све једностране декларације Приштине и других и не треба да се обазире на заступнике става о «новим реалностима» у које убрајају илегалну прокламацију, илегална признавања и другде сличне потезе. Србија не може на себе примати последице незаконитог и насилничког понашања других, нити да повлађује «апелима» да испољи  «кооперативност», смисао за уважавање «реалности» и слично.

              Активна неутралност и уравнотежена спољна политика

Имајући у видуукупно искуство у протеклој деценији, намеће се потреба преиспитивања политике, посебно спољне, како би она била прилагођена новим сазнањима и усклађена са националним и државним приоритетима. Било би, по нашем мишљењу, потребно размотрити разне иницијативе и предлоге који су, мање или више присутни у нашопј јавности, а у том склопу и ове:

1. Да Србија промени досадашње једнострано везивање за САД и НАТО, јер се та политика у протеклих осам година показала као неодговарајућа за остваривање основног државног и националног интереса – очувања Косова и Метохије као интегралног дела Србије. Суоучена са односом САД, НАТО-а и кључних чланица ЕУ према суверенитеу и територијалном интегриету Србије, односно, њиховим формалним признавањем илегалне независности покрајине Косово и Метохија, неопходно је да Србија успостави уравнотежене односе са свим важним међународним чиниоцима. У том смислу, неопходно је да интензивира сарадњу посебно са оним земљама и организацијама које подржавају суверенитет и територијални интегритет Србије, да прихвати политику активне неутралности и да се врати у пуноправно чланство Покрета несврставања као један од његових оснивача. Теза о „бољем животу“ преко блиских односа и ширења сарадње са земљама и организациијама које су подржавале сецесију и признале илегалну независност Приштине супротна је здравом разуму и погубна за Србију.

2.  Да замрзне војну сарадњу са НАТО-ом и САД и успостави мораторијум на даљу примену потписаних споразума као што су Споразум о транзиту трупа НАТО кроз Србију (Вук Драшковић – Јап де Хоп Схефер) и СОФА споразум (Борис Тадић – Кондолиза Рајс). Војна сарадња између озбиљних држава увек долази природно као круна пријатељства и дубоког међусобног поверења што тешко да може постојати у односима Србије са земљама и организацијама које су признале и подржавају лажну независност Приштине и које обећавају да ће наоружати бивше руководство терористичке ОВК. Наоружати – за које циљеве, против кога?

                                Зашто Србији није место у НАТО

Србија нема потребе да улази у чланство НАТО-а из више разлога. Прво јер је НАТО одговоран за агресију и злочине против мира и човечности почињене на тлу Србије, за велике људске жртве, трајно загађење природе и угрожавање здравља многих генерација, као и за огромна разарања. Друго, НАТО је преко КФОР-а држао под војном окупацијом Косово и Метохију. Није извршио обавезу гарантовања безбедног окружења, слободног и безбедног враћања око 270.000 протераних Срба и других неалбанаца. Спречавао је Србију да врши минимум својих уставних надлежности док је истовремено обезбеђивао услове да терористичко-сепаратистичко руководство, у координацији са Вашингтоном и Брислом, припреми илегално проглашење независности. Треће, Србија нема шта да добије од чланства у НАТО-у, осим задуживања у недоглед за замену оружја војне технике по стандардима НАТО.

Четврто, НАТО је од агресије против Србије (СРЈ) 1999, од одбрамбеног прешао у агресивни војни савез за  интервенције на читавом глобусу, искључиво у интересу САД, често под лажним изговорима као што је био напад на Србију (1999), затим на Ирак (2003). Србија је мирољубива земља и не треба да се придружује, или учлањава у агресивне војне савезе. Пето, НАТО се шири на Исток, чему се Русија противи видећи у томе угрожавање њених легитимних интереса, укључујући њене границе. Иако нико не жели, то у будућности не искључује и конфронтацију НАТО - Русија. За Србију би било  неприродно да буде део таквог Савеза. Природно је и морално да поштује пријатељство, савезништво и милионске жртве дате у заједничкој борби српског у руског народа, од борбе за слободу од Отоманске империје до борбе за ослобођење Београда и победе против наци-фашизма у Другом светском рату.

                                Покренути преговоре о ратној штети

3. Предложити НАТО-у отпочињање предлоговора о накнади ратне штете изазване агресијом 1999. и посебно употребом забрањених оружја као што су пројектили са осиромашеним уранијумом, касетне и графитне бомбе. Материјална штета, као што је познато, процењена је на око 100 милијарди америчких долара.

4. С обзиром да резолуција СБ УН 1244 (1999) има трајни значај и да њену важност нико не доводи у питање, потрено је Савету безбедности УН што пре поднети Меморандум са аргументованим оценама које обавезе УНМИК-а и КФОР-а утврђене том резолуцијом и Кумановским споразумом још у�

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http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2008-04-07%
2012:32:38&log=invites

Les Etats-Unis «font cadeau» de 40 avions de combat à la Croatie

Des avions de chasse du type F-16 pour dissuader la Serbie

Nedeljni Telegraf

Zagreb est devenu l’allié le plus important des Etats-Unis. Fin-
février, le Pentagone s’est déclaré déçu de l’attitude de Belgrade,
jadis l’élu de cœur pour jouer le rôle clé dans les Balkans sur le
plan militaro-politique; le partenaire principal de l’OTAN sera dès
lors Zagreb. Le sommet de l’OTAN, qui se tiendra au mois d’avril à
Bucarest, devra se prononcer sur l’admission de l’Albanie, la Croatie
et la Macédoine comme membres égaux en droits de l’Alliance, ensuite
George W. Bush se rendra à Zagreb, porteur d’un cadeau particulier,
une escadrille d’avions de combat F-16.

Nedeljni Telegraf (Belgrade), 5 mars - L’armée de l’air croate devra
– munie de ces nouveaux avions de chasse légers du type
F-16 «Fighting Falcon» – garantir le contrôle de la partie centrale
de l’Europe du Sud-Est, de même, comme l’affirme Washington, elle est
prévue comme force d’intervention rapide au cas où il y aurait des
actions agressives de la part de la Serbie sur les territoires du
Kosovo et de la République Srpska. En avril, au moment, où la Croatie
obtiendra l’invitation d’adhésion à l’OTAN, une première escadrille
(12 à 20 appareils) sera livrée. Il est prévu que la Croatie dispose,
d’ici à la fin de l’année, d’un nombre total de 40 avions de chasse
du type F-16A. Ainsi la Croatie disposera de l’aviation militaire la
plus puissante de la région.

Les médias croates font déjà les louanges de la suprématie aérienne
«offerte» à leur pays dans les Balkans, mais les sources du «Nedeljni
Telegraf», émanant de l’armée de l’air, rappellent que les Etats-Unis
ne font jamais de cadeaux gratuits. Or, la production de nouveaux
avions de chasse F-16 a été abandonnée et l’armée de l’air américaine
est en train de les remplacer. Cela ne veut pas dire qu’on ne
continue pas à les vendre à l’étranger: il s’agit en effet d’avions
d’occasion, dont chacun nécessite des travaux d’aménagement s’élevant
à quelques millions de dollars pour les adapter aux exigences
actuelles. Ainsi, les producteurs Lockheed-Martin et General Dynamics
s’assurent de grands profits, notamment à travers les pièces de
rechange, l’équipement et l’armement. Evidemment, ce nouveau type
d’avion a besoin d’une nouvelle infrastructure, de nouveaux systèmes
de communication et de nouvelles pistes d’atterrissage. Il va de soi
que la formation des pilotes et des mécaniciens aux Etats-Unis n’est
pas gratuite et prendra son temps. Les nouvelles escadrilles de
l’armée de l’air croate ne seront donc pas opérationnelles de sitôt.

De l’autre côté, on peut difficilement refuser l’offre des Etats-Unis
qui a été faite précisément lorsque la Croatie prévoyait d’acheter le
chasseur suédois moderne du type Saab Gripen, ce qui aboutira
probablement à l’oubli de ce plan. Outre cela, le ministère de la
Défense croate vient de mettre gratuitement l’aéroport Zemunik près
de Zadar à disposition des pilotes de l’OTAN engagés dans cette
région de l’Europe.

Les experts militaires mettent l’accent sur les qualités du type F-16
qu’il ne faudrait pas sous-estimer: Il s’agit du chasseur occidental
le plus vendu et le plus couronné de succès du monde, capable de
mener des combats de jour et de nuit, d’attaquer des cibles au sol
comme en l’air et, avec quelques aménagements, de lancer des missiles
téléguidés. L’armement de l’aviation croate avec de tels appareils et
la nouvelle de l’achat de grands avions de transport du type C-17,
capables chacun de transporter trois véhicules blindés et une unité
de soldats, ne serviront pas uniquement à la pure représentation lors
de défilés locaux.

Face à la situation actuelle qui prévaut dans les Balkans, la
nouvelle que la Croatie va obtenir des avions de combat américains et
devenir, de manière accélérée, membre de l’OTAN a plus d’impact au
niveau politique que militaire puisqu’elle représente un moyen de
pression sur la Serbie. Selon le général Ninoslav Krstic, membre du
Forum pour la démocratie et la sécurité, on avait prévu en 2001 à
Bruxelles que la Serbie prendrait le rôle de guide dans les Balkans,
et serait l’allié principal de l’OTAN, concept qui a définitivement
échoué après que les Etats-Unis ont reconnu l’indépendance du Kosovo.
De l’autre côté, poursuit le général, la nouvelle orientation de
Belgrade vers la Russie irrite les alliés dans leur course vers l’Est
et suscite de la nervosité.

Si la Croatie, la Macédoine et l’Albanie adhèrent à l’OTAN, la Serbie
se trouvera encerclée: «Dans le cas d’une agression quelconque,
aucune aide ne pourra nous atteindre, ni par voie terrestre ni
aérienne, car nous serons totalement encerclés par les Etats membres
de l’OTAN.»
Il faut aussi mettre l’annonce de l’admission de ces trois Etats à
l’Alliance en relation avec l’affirmation de M. Jaap de Hoop Scheffer
qui vient d’annoncer que les 16 500 membres de la KFOR vont être
complétés par de nouvelles forces de l’OTAN. L’alliance veut réaliser
le plan remontant aux années 90 qui prévoyait de déplacer ses bases
militaires principales d’Europe occidentale en Europe du Sud-Est.
Selon le général Krstic, la Serbie apparaît –face à ces plans –
actuellement comme un facteur de discorde qu’il faut discipliner
rapidement.
Aménagement coûteux du cadeau

L’avion de combat F-16 «Fighting Falcon», est un chasseur universel à
qualités de manœuvre extraordinaires, équipé dans sa version standard
de canons du type Vulcan-20 mm et d’au moins deux missiles Sidewinder
AIM9 de courte portée (il s’agit de missiles guidés par infrarouge
pour des combats aériens). Il atteint une vitesse maximale de deux
Mach (deux fois la vitesse ultrasonique). Il est utilisé au sein de
l’armée américaine depuis 1978. On a construit quelques 4200
appareils de ce type, actuellement engagés dans l’armée de l’air de
25 Etats. Au-dessous de chaque aile se trouvent trois éléments de
fixation pour une large gamme d’armes air-air et air-sol, c’est-à-
dire pour des missiles guidés ou des obus non-guidés, y compris des
missiles de croisière. Le prix des avions dépend de leur équipement.
La version la meilleur marché coûte 14,6 millions de dollars, la plus
chère 70 millions. L’aménagement des avions d’occasion qui vont être
livrés à la Croatie reviendra à 8 millions de dollars la pièce.
L’adhésion à l’OTAN de la Croatie, de l’Albanie et de la Macédoine va
se faire à toute vitesse

L’Albanie, la Croatie et la Macédoine sont des partenaires
stratégiques importants des Etats-Unis et sont – suite à un arrêté
des représentants du ministère de la Défense américain fixé lors
d’une réunion avec les ministres de la Défense des pays mentionnés –
subitement pleinement qualifiés pour être admis à l’OTAN. La raison
principale de ce processus accéléré aboutissant à l’acceptation des
nouveaux alliés réside dans le refus de la Serbie d’accepter la
scission du Kosovo.

Daniel Fata, assistant adjoint du secrétaire de la Défense des Etats-
Unis pour l’Europe et l’OTAN, a déclaré: «Nous sommes très contents
de la performance des soldats albanais, croates et macédoines en
Afghanistan et en Irak. Ces pays ont fait d’incroyables progrès dans
la réforme et la modernisation de leurs institutions de défense. Les
Etats-Unis vont donc soutenir leur adhésion à l’OTAN lors du sommet
de Bucarest.»

Lors de la conférence mentionnée ci-dessus on a aussi soulevé la
question de la mission de l’OTAN au Kosovo et en Métochie qui «aura
comme tâche indiscutable de garantir l’indépendance du Kosovo». Ces
trois pays devront y contribuer et «démontrer leur capacité de
s’imposer et faire preuve de leur fermeté quant à leur participaion à
une éventuelle guerre». Outre cela, la Croatie a accepté, dans le cas
d’une escalade de la violence, d’accueillir les réfugiés venant du
Kosovo et de la Métochie.

Source: www.nedeljnitelegraf.co.yu du 5/3/08
(Traduction Horizons et débats)


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From: "Ernesto Rossi" <meg.rossi   @...>
Date: April 24, 2008 3:39:32 AM GMT+02:00
Subject: Rom e Sinti al corteo del 25 Aprile con l'associazione Aven Amentza

COMUNICATO

Come ogni anno, a partire da Carlo Cuomo, di cui ricorre quest’anno il decimo anniversario della morte, Rom e Sinti, ‘milanesi’ indesiderati, parteciperanno al corteo del 25 Aprile dietro lo striscione della loro Associazione Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti, con sede nel campo comunale di via Triboniano.

Il volantino distribuito ricorda, come sempre (siamo un paese di memoria corta, è bene insistere), le persecuzioni e le stragi nazifasciste contro Rom e Sinti, e la loro partecipazione alla Lotta di Liberazione, senza conseguenze liberatorie, a tutt’oggi, dalla guerra del pregiudizio. Essi rimangono in attesa –vera prova di resistenza!- d’un 25 Aprile, che viene tutti gli anni, ma non per loro.

Ma il testo denuncia anche l’aggravarsi di atteggiamenti persecutori, in cui si distinguono nuovi ‘amministratori’, esperti spesso bipartisan nell’eliminazione (‘solo’ sgomberi, per carità) di problemi e portatori, anzi che nella loro soluzione: denomadizzare, parola nuova per spregevoli pratiche nazifasciste, che sembravano consegnate ad una dolente memoria. Berlin ohne Zigeuner, Berlino senza Zingari, era lo slogan che accompagnò le Olimpiadi del 1936, prima tappa della strada verso Auschwitz. È la sicurezza, ragazzi. Ma per chi?

Intanto Rom e Sinti cercano di crescer famiglia e lavorare: in nero, sottopagati, licenziati non appena un indirizzo li denuncia come Zingari. E, beninteso, nomadi , e pertanto ladri.

Per i Rom, conclude il testo, clandestini sono i diritti.

 

Un saluto cordiale dal presidente Ernesto Rossi.


70° anniversario del Manifesto della Razza, base per le Leggi razziali,

60° anniversario della Costituzione italiana,

 

SESSANTATREESIMO 25 APRILE DI LIBERAZIONE

non solo per gli Italiani ma per tutti coloro che qui sono giunti in cerca di una terra di pace e di lavoro, di democrazia, dove ricostruire la propria vita e riprogettare il proprio futuro.

se questo è un paese libero

lo deve alle lotte e al sacrificio di chi si è opposto alla dittatura fascista e all’occupazione nazista, che molti, interessati o confusi, cercano oggi di dimenticare, così come si cerca di cancellare la Storia, quella delle violenze e delle stragi, delle deportazioni, dei campi di concentramento e di sterminio.

In tutta Europa, dovunque si è organizzato un movimento di Resistenza, Rom e Sinti ne hanno fatto parte; spesso talmente numerosi da costituire intere formazioni, con propri comandanti (come in Jugoslavia, in Francia, in Slovacchia); spesso compiendo imprese e atti di valore personale e d’importanza storica; talvolta persino ottenendo il riconoscimento di una medaglia, in cambio d’una vita sacrificata.  VOGLIAMO DIFENDERNE LA MEMORIA

Rivendichiamo, così come facciamo per le centinaia di migliaia di nostri (e vostri!) fratelli, sterminati dagli oppressori, che queste persone stiano col loro nome nella schiera di coloro che hanno contribuito a liberare questo ed altri paesi e a porre le basi di una nuova Europa. Senza confini, proprio com’è nella nostra antica cultura.    Ecco i nomi degli ignoti partigiani rom e sinti italiani:

*il rom istriano Giuseppe Levakovich, detto Tzigari, che militò nella Brigata “Osoppo”, in Friuli, agli ordini del comandante Lupo *Rubino Bonora, partigiano nella Divisione “Nannetti” in Friuli *Walter Catter, eroe partigiano, uno dei Martiri di Vicenza, fucilato l’11 novembre 1944 *suo cugino Giuseppe Catter, fucilato ventenne nell’Imperiese da brigatisti. Il suo distaccamento ne prese il nome. È decorato al valore. *il sinto piemontese Amilcare Debar, l’unico ancora vivente, staffetta e poi partigiano combattente nella 48^ Bgt. Garibaldi “Dante Di Nanni”, comandata da Colajanni. Dopo la guerra fu rappresentante  del suo popolo alle Nazioni Unite.*E molti altri, ancora più ignoti.

Il 25 Aprile è arrivato anche grazie a loro, ma per i Rom e i Sinti non è arrivata la liberazione dal pregiudizio che ha segnato tutta la loro storia. E ancora oggi li opprime.

 

Quest’anno è il decimo anniversario della morte di Carlo Cuomo, che dedicò la sua vita alla lotta per la giustizia e la libertà, mettendo al centro del suo ultimo impegno i diritti basilari di Rom e Sinti.


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SGOMBERI SGOMBERI SGOMBERI SGOMBERI SGOMBERI SGOMBERI SGOMBERI

 

Oltre 300 SGOMBERI in pochi anni a Milano e provincia

Questo significa donne e bambini che vagano abbandonati, persa la scuola e ogni avere; uomini che vanno a lavorare senza una casa in cui fare ritorno, senza saper dove ricoverare la propria famiglia:

certi amministratori si liberano dei problemi invece di affrontarli e risolverli: così siamo tutti capaci

senza grandi stipendi. Denomadizzare è il verbo di ultima moda: parole nuove per idee e pratiche vecchie, spregevoli, inumane, nazifasciste: Berlin ohne Zigeuner, 1936, Olimpiadi di Berlino senza Zingari. Deportati. Così è cominciata la storia di Auschwitz. Siamo l’unico altro popolo, insieme agli Ebrei, sterminato durante la Seconda Guerra Mondiale, per la sola colpa di esistere. È un dolore che non si cancella mai. Ma ritorna più vivo quando vediamo fra voi quelli che rimpiangono un passato infame. E senza vergogna pregano non si sa quale dio, in chiese che non li vomitano fuori.

 

Punire chi commette reati, italiano, rom, sinto, o altro. Casa, lavoro, scuola, salute, cultura per tutti!

 

Se un italiano ruba, è un ladro – se un rom ruba, tutti i rom sono ladri – la sentenza è senza appello.

Non importa se ti alzi alle quattro del mattino per andare in cantiere per 10-12 ore di lavoro in nero, malpagato, senza sapere se tornerai a casa vivo o storpiato. Costruiamo le vostre case; a noi offrono campi, container e roulotte. Se no, baracche. O dormitori comunali, per dividere le nostre famiglie. Per poter fingere e sostenere che siamo nomadi, anche se abbiamo lasciato in patria le nostre case.

 

se la legge è uguale per tutti, perché per Rom e Sinti ci vogliono leggi, regolamenti, patti speciali?


L’Unione Europea è formata da 27 stati e una nazione: questa siamo noi.

(dichiarazione ufficiale del Parlamento dell’Unione Europea)

* *** *

La nostra ASSOCIAZIONE “AVEN AMENTZA” – UNIONE di ROM E SINTI

è nata quattro anni fa per combattere il pregiudizio, con l’incoraggiamento di CGIL Lombardia, Camera del Lavoro e Coop Lombardia. È un’associazione di Rom, Sinti e non rom (gagè).

La nostra impostazione: *avere voce come Rom e Sinti, perché oggi, qui, siamo muti *difendere concretamente i nostri diritti, per consolidare l’esercizio dei doveri *usare l’associazione come percorso d’integrazione nell’esercizio della democrazia *difendere la legalità e la sicurezza di tutti.

 

Partecipiamo al progetto europeo di ricerca RomEco; stiamo compiendo una ricerca sulla partecipazione dei Rom e Sinti alla Resistenza. Ma l’iniziativa di gran lunga più scandalosa cui abbiamo dato vita, grazie al sostegno attivo di Camera del Lavoro di Milano e FILLEA Cgil, è stata l’apertura (giugno 2005) d’uno sportello sindacale, tuttora attivo, nei campi di via Triboniano, per il controllo delle buste paga e delle situazioni lavorative di numerosi Rom, romeni e bosniaci.

 

SICUREZZA PER TUTTI – LA SICUREZZA È UN BENE COLLETTIVO, NON PRIVATO

Decine di Rom perdono il lavoro perché identificati dall’indirizzo del campo come Zingari

 

Venite con noi! Questo significa Aven Amentza in romanès. Chi è interessato ai nostri progetti e al nostro modo d’agire, può contattarci al telefono sotto indicato o all’indirizzo meg.rossi@....

 

Per i Rom, clandestini sono i diritti

 
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sede legale: Via Triboniano 212 – 20156 Milano  (Italia). Tel. +39.(02).48409114

Costituita il 18 luglio 2004, registrata a Milano il 22 novembre 2004 , n° 104485 serie 3. Codice fiscale 97389270154

                                                                                                                                 Stampato in proprio 25.4.2008



The Emperor's New Clothes (TENC) * www.tenc.net

Fascist Rock Star's Australian Tour

= 1 = Croatian Ustashe (clerical-fascists) in Australia?
Former Australian Crime Intelligence Commander Responds to TENC (21 April 2008)
I. Comment by Emperor's Clothes
II. Letter from Kerry L. Milte, former Commander of the Central Crime Intelligence Bureau of the Commonwealth, now Australian, Federal Police
Footnotes and Further Reading

= 2 = Urgent Request to Rescind Marko Perkovic Thompson's Visa to Enter Australia (3 January 2008)

= 3 = Croatian Ustashe (clerical-fascists) in Australia? So what else is new? (1 January 2008)

= 4 = Oppose Fascist Rock Star's US Tour with the Truth - Part 2
by Jared Israel (Nov. 6, 2007)
Before 1991: The Times reports 800,000 victims
1991: The Times invents a kinder Jasenovac
Footnotes and Further Reading


See also:

Fascist Rock Star's US Tour (Part 1)

Debate on Croatian Fascist Rock Star's Upcoming Australia Tour 


=== 1 =============================================

Emperor's Clothes Newsletter * 21 April 2008

The Emperor's New Clothes (TENC) * www.tenc.net

You may send this article or the link to any person or Internet list. You may post any TENC article on the Internet as long as you cite Emperor's Clothes as the source, credit the author(s), and state the URL, which in this case is

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Croatian Ustashe (clerical-fascists) in Australia?

Former Australian Crime Intelligence Commander Responds to TENC 

I. Comment by Samantha Criscione and Jared Israel

II. Letter from Kerry L. Milte, former Commander of the Central Crime Intelligence Bureau of the Commonwealth, now Australian, Federal Police

[Apr. 21, 2008]

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I. Comment by Emperor's Clothes

A while ago we published the main part of a brief we had sent Australian Minister of Immigration Chris Evans, arguing that he should expel Croatian rock star Marko Perkovic 'Thompson,' then on a singing tour for clerical-fascism in Australia. [1]

Unfortunately, Evans chose not to expel Thompson. Indeed, he did not reply. However, when we sent the brief to the TENC Newsletter list, someone else did reply. That someone is Kerry L. Milte, former chief of crime intelligence of the Commonwealth Police and the security advisor to Australian Attorney General Lionel Murphy, accompanying him on his famous 1973 so-called 'raid' of the Australian secret service over the issue of Croatian fascist terror. [2]

Kerry Milte's letter is of great interest, as testimony about the history of fighting Croatian fascism by a crime intelligence expert who helped make that history; as a knowledgeable defense of Australian Attorney General Murphy, which we think Murphy deserves; and as an example to people in government of what it looks like to act in a principled fashion. Senator Evans, take note.

Kerry Milte's letter is reprinted below. He has also kindly provided the transcripts of Attorney General Murphy's March 15 and 16, 1973 meetings with officials of the Australian Security Intelligence Organisation (ASIO) -- the so-called 'raid' -- which we have posted at http:/tenc.net/docs73.htm

As Mr. Milte writes below, the notes on the two meetings "were read by me into the transcript of the 1973 Senate Inquiry [into Milte's role in the meetings or, as the media put it, the 'raid'] against the protestations of the Liberals."

 

Footnotes and words in brackets have been added by Emperor's Clothes

-- Samantha Criscione and Jared Israel

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II. Letter from Kerry L. Milte, former Commander of the Central Crime Intelligence Bureau of the Commonwealth, now Australian, Federal Police

To Emperor's Clothes,

I find your Newsletter very interesting, accurate and informative. 

From 1967 to 1970 I was Commander of the Central Crime Intelligence Bureau of the Commonwealth, now Australian, Federal Police. In 1973 I was security adviser to Senator Lionel Murphy, Attorney-General under the newly elected ALP (Australian Labor party) government.

It is true that until 1972 the Croatian extremist groups received a significant measure of protection from Liberal Party governments. I believe that this was primarily due to the government's need for support from an extreme right wing Catholic party -- the so-called Democratic Labor Party (DLP). The Liberals and the Australian Security Intelligence Organisation (ASIO) had the misguided belief that the Croats could help in the identification of communists in Australia, who in the 1960s were factionalized, ineffective and posed no threat to national security. (Australian communists are now anachronistic.)

The Croats could muster sufficient votes to help secure a few key Senate seats for the DLP upon whose numbers and preferences the Liberals depended for a majority. 

As you note in your Newsletter, bombings were a regular occurrence, and appropriate counter-measures were not permitted. [3]

For example, I was personally responsible for the security of Yugoslav Assistant Secretary for Foreign Affairs Rolovic during his 1970 visit to Australia, so I can testify firsthand that the police received inadequate support to protect him and various Yugoslav diplomatic and trade premises. 

Another example: Sergeant E.H. George arrested and interviewed Ustasha terrorist Josip Senic in 1965 and was forced to release him despite Senic admitting involvement in terrorist activity. I also interviewed Senic in Canberra, before he finally fled Australia. Despite his admissions, it was not possible to get approval for federal prosecutions of Senic or others until the ALP [Australian Labor Party] gained power.

On 15 and 16 March 1973 I accompanied Attorney General Murphy and the Commonwealth Police on Murphy's visits to ASIO, the Australian Security Intelligence Organisation, in Canberra and in Melbourne. 

The visits (not the 'raid,' as the New York Times article that you posted called it [4]) were precipitated by the upcoming 20 March arrival of Yugoslav Prime Minister Djemal Bijedic in Australia. Attorney General Murphy had intelligence information relating to a planned attempt on Bijedic's life. That this intelligence was impeccable was demonstrated by the fact that police did seize explosives on Prime Minister Bijedic's planned route to Canberra. It was a desperate time, and Murphy had the courage to take an extreme but necessary step. 

It must be pointed out that the situation was the subject of thorough discussions with police command and an intense analysis of files held by the police and the Attorney-General's Department. Police Commissioner Jack M. Davis personally directed police to enter the ASIO building in Melbourne following consultation with Murphy. 

Prior to visiting Melbourne, Murphy went to the ASIO's Canberra Regional Office, where he asked for a particular file on Croatian activities and was misled by ASIO officers who told him it was in Melbourne. Contrary to later attacks on Murphy, in Melbourne he did not rummage through files himself. He asked for the file on the Croats, and he questioned ASIO officials about what they had done to protect Bijedic. It turned out that they had not even vetted the chefs and waiters at Parliament House, and this less than a week before the planned State Dinner for Bijedic. 

All this was recorded. Later, I would face a Senate Inquiry -- Liberal dominated -- into the 'raid', but it fell apart when it was found that Murphy had caused full transcripts of all that occurred to be recorded at the time. These transcripts were read by me into the transcript of the 1973 Senate Inquiry against the protestations of the Liberals. [5]

Another salient point is that, just prior to Yugoslav Prime Minister Bijedic's arrival in Australia, Murphy was informed of a secret memo, wherein a key Inter-Departmental Committee of public servants (including ASIO) resolved that the ALP government was to be fed only information that would force it to follow the policies of the previous Liberal government in relation to the Croatians. 

The existence of that minute was recorded by the Deputy Commissioner of the Commonwealth Police and the Assistant Regional Director of ASIO. 

Senator Murphy's office was also receiving information from two ASIO officers, one of whom said he was appalled by these "treacherous" happenings. One of the officers had to be seconded [i.e., transferred] to Murphy's office for what he said was "my (his) own protection."

An ASIO officer subsequently told me that ASIO had scant knowledge of the Croatian groups but plenty on the ragtag communists, on homosexuals in the public service, and on suspected Eastern Bloc spies thought to be in Australia.

In 1954, they had actually managed to catch one spy -- Colonel Vladimir Petrov. (He was said to be a psychological mess.) This became a cause celebre, and the political fallout ensured the reelection of the Liberals for almost two decades.

Following the Murphy visit, ASIO was decimated by resignations and under Murphy was gradually rebuilt by Acting Director General Frank Mahony, and subsequently by Sir Edward Woodward (a federal judge) as Director General. Both were of impeccable repute. 

Needless to say Murphy and I created powerful enemies amongst those who chose not to accept the truth. The 'old' ASIO professed to believe that Murphy was a Soviet spy, and that fallacy has endured in some quarters until this very day. Murphy was worn down and died in 1986. 

The 1973 visits to ASIO might be regarded as extreme, but the consequences of Bijedic and perhaps even Prime Minister Whitlam being assassinated would have been worse than a few bruised egos in ASIO. 

The last thing Murphy said to me before he died was: "History will ultimately judge the 'raid' as good." I feel the same, notwithstanding the subsequent vilification of those involved. It was part of a serious effort to prevent a catastrophe, not a publicity gesture. Indeed, it was an ASIO officer leaking details of Murphy's impending visit to a reporter at the Canberra Times on the morning of 16 March that caused what was meant to be a secret operation to enter the public arena.

Following the upheaval, and significantly greater police and ASIO attention, the Croatian extremists were literally flabbergasted. The flow of information from sources increased and more effective international co-operation followed.

The Croats then changed tack and targeted the ALP [Australian Labor Party] as their primary support base. An article in the December 1972 issue of Nova Hrvatska [New Croatia, a Ustasha publication] on the Australian situation, recommended the taking of a new approach, suggesting the idea of a Croatian radio station and the standing of Croats for elections.

They 'stacked' key ALP branches with Croats and donated money to the ALP. Gradually over the years they became a powerful lobby group and now even have members and sympathizers in parliaments (state and federal). 

Hence, Immigration Minister Chris Evans' reluctance to do anything about Marko Perkovic's band "Thompson" or the Croatian fascists generally in Australia -- they are now 'off the radar'. 

At the moment Australia is engaged in the 'war on terror' -- sic! Whilst so heavily occupied with investigating Muslims, the Ustasha expatriates remain active, assisting the corrupt Croatian government and aiding the spread of fascism. In this regard, it is interesting to note where the Albanian celebration for Kosovo's so called 'independence' was held -- in Melbourne's Croatian Centre. [6]

I am not denying the threat posed by Muslim fundamentalists; however, it is incumbent on governments not to lose track of the ideologies that caused the Holocaust and which still persist amongst groups within the extreme Right. 

The Croatian extremists still run church schools in Australia teaching hatred of the Serbs and the virtues of [Croatian Ustasha fuehrer] Pavelic and the Ustashe. The Australian Croatian Community Online presently describes the situation in Croatia (1941-1945) as follows:
"1941- The Croats liaise with the axis forces which occupied Yugoslavia as a means to independence. Under the direct leadership of Dr. Ante Pavelic (as well as that of Adolf Hitler), the first modern Independent State of Croatia (1941-1945) is proclaimed including the then province of Bosnia & Herzegovina. However, certain parts of the land become occupied by Italian fascist forces which in turn encourages many Croats to join the anti-fascist Yugoslav partisan militia led by Croat, Josip Broz (Tito)."

A parting thought: whereas the CIA's late Director of Counter Terrorism James Jesus Angleton was livid over the ASIO visits and the reversal in policy regarding Croatian terror, curiously, Murphy got strong support from MI5 [the UK security intelligence agency], whose Australian liaison officer described the expatriate Croatian Ustasha 'revolutionaries' (HRB, UHNj, HOP etc.) [7] as "thugs and murderers".

-- Kerry L. Milte

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Footnotes and Further Reading

[Note: For mailing purposes we have not used diacritics (accents). For a list of affected words, with explanations, see footnote [8]. This article is posted with diacritics at

[1] See "Rescind Marko Perkovic Thompson's Visa, Senator Evans!" by Jared Israel, The Emperor's New Clothes, Jan. 1, 2008, at http://tenc.net/sen.htm 

Concerning the Ustasha (clerical-fascist) Croatian rock star Marko Perkovic 'Thompson' Emperor's Clothes has published the following articles:

* "Lyrics of two songs cited in the appeal to Sen. Evans," Jan.1, 2008

* "Debate on Croatian Fascist Rock Star's Upcoming Australia Tour," Dec. 21, 2007

* "Lyrics of 'E moj narode' -- 'The Protocols of Zion' set to music -- Translated into English," with comments by Jared Israel, posted Nov. 16, 2007, revised Dec.15, 2007

* "Bizarre Antisemitism from the Croatian Clerical-Fascist Lobby. A debate," Nov. 16, 2007

* "How the New York Times Doctored its Count of Croatia's W.W.II Victims," Part 2 of "Oppose Fascist Rock Star's US Tour with the Truth," by Jared Israel, Nov. 6, 2007

* "Oppose Fascist Rock Star's US Tour with the Truth," Part 1, by Jared Israel, Nov. 3, 2007

* "'Slightly Fascist'? The New York Times Prods Croatia. Gently." by Jared Israel, Aug. 1, 2007

[2] See "Croatian Ustashe (clerical-fascists) in Australia? So what else is new?" by Jared Israel, The Emperor's New Clothes, Jan. 1, 2008, at http://tenc.net/sonew.htm

In addition to Jared Israel's remarks, this article contains an Associated Press dispatch on the 1973 'raid,' which the New York Times published on March 17, 1973, with the headline "Australian Police Raid Offices of the Nation's Secret Service," and excerpts from Richard West's book, Tito and the rise and fall of Yugoslavia, New York, 1995. 

[3] See Richard West, Tito and the rise and fall of Yugoslavia, New York, Carroll & Graf, 1995 (Originally published: London, Sinclair-Stevenson, 1994), pp. 301-303, in "Croatian Ustashe (clerical-fascists) in Australia? So what else is new?" The Emperor's New Clothes, Jan. 1, 2008, at http://tenc.net/sonew.htm#b 

[4] See "Australian Police Raid Offices of the Nation's Secret Service," by the Associated Press, published by The New York Times, March 17, 1973, p. 11, in "Croatian Ustashe (clerical-fascists) in Australia? So what else is new?" The Emperor's New Clothes, Jan. 1, 2008, at http://tenc.net/sonew.htm#scan 

The transcribed text of the New York Times article can be read at http://tenc.net/raid.htm

[5] See "Notes of Meeting at A.S.I.O. Regional Directorate, Canberra, Australian Capital Territory," Thursday 15 March 1973, and "Notes of Meeting at A.S.I.O. Headquarters, Melbourne," Friday 16 March 1973, at http:/tenc.net/croatia/docs73.htm

[6] See "Melbourne greets Kosovo independence with protests, celebrations," ABC News (Australian Broadcasting Corporation), Feb. 18, 2008, posted at http://abc.net.au/news/stories/2008/02/18/2166058.htm

[7] HRB -- Hrvatsko Revolucionarno Bratstvo (Croatian Revolutionary Brotherhood)
UHNj -- Ujedinjeni Hrvati Njemacke (United Croats of [West] Germany)
HOP -- Hrvatski Oslobodilacki Pokret (Croatian Liberation Movement). 

After the end of WWII clerical-fascist fuehrer Ante Pavelic changed the name of the Ustasha terrorist organization to HOP.

On the Ustashe, see the articles "Croatia" and "Jasenovac" from the Encyclopedia of the Holocaust, Yad Vashem, 1990, in "The suppressed history of the Holocaust in Croatia," The Emperor's New Clothes, Jan. 1, 2007, at 

[8] Serbo-Croatian and French have diacritics (accent marks), which are not present in English, and which some email services cannot decipher.
In emailing this article we have therefore decided to remove all diacritics. The affected words are listed below, with explanations. (The present article is posted with diacritics at http://emperors-clothes.com/milte.htm )

- 'celebre' (in 'cause celebre') has an acute accent on the first 'e' and a grave accent on the second 'e'

- 'Njemacke' (in 'Ujedinjeni Hrvati Njemacke' -- United Croats of [West] Germany) has a caron (an inverted circumflex accent mark, i.e., a wedge) on 'c'

- 'Oslobodilacki' (in 'Hrvatski Oslobodilacki Pokret' -- Croatian Liberation Movement) has a caron on 'c'

- 'Pavelic' (in 'Ante Pavelic') has an acute accent on 'c'

- 'Ustasha/Ustashe' are spelled 'Ustasa/Ustase' with a caron on 's'



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Emperor's Clothes Newsletter * 3 January 2008 

The Emperor's New Clothes (TENC) * www.tenc.net

Dear readers,

Below is the first part of a three part brief from Emperor's Clothes, arguing why Australia's immigration minister, Sen. Chris Evans, must reverse his ruling granting visas to Marko Perkovic Thompson and his band, which grant was accompanied by the remarkable proviso that, while in Australia, Thompson refrain from racist outrages. The only problem is: Thompson is a racist outrage.

The present email is the first of three comprising the full brief. It includes video evidence that supporters at Thompson's Sydney New Years Eve concert-celebration celebrated the Croatian Ustashe. But then, so do Thompson's songs.

As noted in another article, in 1973 an Australian Labor Party leader stood up to the Ustashe. 

Will the Labor Party's current immigration minister stick with his pro-Ustasha ruling, and if so, will the current Labor Party tolerate it? We shall see. So far, not a peep of protest from Labor, and not a word of response to us from Evans. The opposition to Thompson in Australia has been politically weak, making it easy for Evans to issue his ruling. 

Easy to rule; but afterwards one must live with one's rulings.

Jared Israel
Editor, Emperor's Clothes 

* * *

Please send this link to a friend. You may post any TENC article on the internet as long as you credit TENC and the author(s).

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Urgent Request to Rescind 
Marko Perkovic Thompson's Visa 

by Jared Israel

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Jan. 1, 2008

From: Jared Israel
Member, International Commission on Jasenovac
Editor, Emperor's Clothes www.tenc.net


Iniziative per il 25 Aprile


Nell'ambito delle tantissime iniziative che si svolgeranno per celebrare il 25 Aprile, il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia è stato invitato a partecipare ed intervenire in particolare a quelle di Sansepolcro (AR) e Firenze.

La mattina di venerdi a Sansepolcro interverremo alle commemorazioni ricordando il ruolo svolto da centinaia di jugoslavi nelle primissime fasi della Resistenza italiana in Appennino, subito dopo cioè aver potuto abbandonare i campi di internamento per slavi sparsi sul nostro territorio ( https://www.cnj.it/documentazione/campiconcinita.htm ) ed in particolare proprio subito dopo esser sfuggiti al Campo di Renicci presso Sansepolcro ( https://www.cnj.it/documentazione/CAMPITA/renicci.htm ).
Altre informazioni sulla giornata di Sansepolcro all'Allegato 1.

A Firenze il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia è stato invitato ad intervenire alla manifestazione pomeridiana che, come ormai consueto, si svolge in Piazza Santo Spirito. Con l'occasione saranno ricordate le conseguenze della guerra sporca contro la Jugoslavia, culminata con i criminali bombardamenti della primavera 1999. La giornata è infatti in solidarietà con i 13 militanti del movimento contro la guerra condannati a 7 anni per la manifestazione contro i bombardamenti svoltasi a Firenze il 13 maggio 1999.
Altre informazioni sulla giornata di Firenze all'Allegato 2.

In entrambe le occasioni sarà con noi ed interverrà anche un esponente del Partito Socialista Operaio della Croazia (SRP).

TANTISSIME ALTRE MANIFESTAZIONI CHE SI TERRANNO IN TUTTA ITALIA E ALL'ESTERO PER FESTEGGIARE IL 25 APRILE SONO ELENCATE SUL SITO DELL'ANPI:



=== Allegato 1 ===


Il 25 Aprile a Sansepolcro (AR)

A.N.P.I. - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia
Sezione di Sansepolcro (AR)


VENERDI 25 APRILE 2008

Quest'anno abbiamo articolato l'anniversario della Liberazione con due appuntamenti che legano le storie ed i territori di Sansepolcro e Pieve S. Stefano, come già intrapreso in occasione della ricorrenza del 19 marzo, giorno che ricorda l'insurrezione popolare avvenuta a Sansepolcro nel marzo 1944.
Al mattino ci ritroveremo a Sansepolcro (ore 10,30 davanti al Municipio) per recarsi al parco di Via XXV Aprile insieme alla banda della Soc. Filarmonica dei Perseveranti. A riguardo, verrà consegnata una targa a ricordo di Mario Guidobaldi, il presidente della Filarmonica recentemente scomparso.
Due targhe saranno assegnate, a riconoscimento dell'impegno sempre dimostrato, a Leonardo Selvi (il comandante "Jimmy" della IV Compagnia Valtiberina "E. Francini") e ad Odilio Goretti, direttore dell'Archivio Storico della Guerra e della Resistenza e promotore, con il fratello Ottorino, del Sacrario degli Slavi nel cimitero di Sansepolcro.
A proposito, sarà presente Andrea Martocchia, segretario del Coordinamento Nazionale Italia Jugoslavia (con cui è in atto una collaborazione per raccogliere testimonianze e ricostruire il ruolo assunto da molti slavi nel movimento di Resistenza italiano).

Saranno ricordati anche gli anniversari (rispettivamente 70° e 60°) del Manifesto della Razza, base ideologica delle leggi razziali, e della Costituzione Italiana, che dal sacrificio delle vittime della guerra ha tratto la propria linfa.
Ricordiamo il suo primo articolo: "L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".

Ma è nel pomeriggio che sarà possibile partecipare ad una vera e propria novità, che offre l'occasione per un viaggio nella Memoria alla ricerca di quelle che potremmo definire come le sorgenti del diritto e del sentimento, con cui parlare al cuore ed alla ragione.
Un sentimento popolare, fatto di fatica e miseria, ma anche su quelle zolle intrise di sangue su cui, purtroppo, le nostre libertà affondano le proprie radici

I SENTIERI DELLA MEMORIA
CAMMINATA CON VISITA AI LUOGHI DELLA GUERRA
E DELLE FUCILAZIONI DI CIVILI NELL'AGOSTO 1944
(in collaborazione con A.N.P.I. Sez. Sansepolcro)


PROGRAMMA

ORE 16,00 RITROVO PRESSO IL CIRCOLO ALLA MADONNUCCIA

ORE 16,30 PARTENZA A PIEDI VERSO VILLALBA, QUINDI TRANSFER IN AUTO A CALCINA E ANTONELLI.
RACCONTI, LETTURE E TESTIMONIANZE A CURA DI A. BERTOCCI ACCOMPAGNERANNO LA CAMMINATA:
- l'anziano Valentino Tofanelli, ucciso alla Case Nuove;
- Angelo Bindi, la giovane Fines Ciavattini, Adelmo Lucherini, Arturo Tizzi, tenuti chiusi per alcuni giorni in un tugurio e poi fucilati ai Lecci di Terranieri (il fratello di Arturo Tizzi, Vittorio, si suiciderà poi al ritorno dalla prigionia;
- Beniamino Zanchi e Adelmo Roti, sfollati a Calcina e qui uccisi (rispettivamente padre e marito di due giovani donne sottrattesi ai soldati tedeschi;
- Anna Boncompagni, Santi Ferrini, Giuseppe Mercati e sua moglie Maria Pasquinelli, fucilati ad Antonelli.
- i fanti ventiduenni Enrst Pollans e Fritz Neuhaus, uccisi al Palazzo da una granata inglese.


ORE 19,00 RITORNO AL CIRCOLO E CENA
Chi fosse interessato alla cena è pregato di darne comunicazione entro martedì 22 aprile.
Dopo la cena presso il Circolo Bororo di Madonnuccia (ex-ufficio postale), un incontro illustrerà con documenti e immagini i fatti di allora.


=== Allegato 2 ===

Firenze: 
25 aprile di solidarietà e lotta
                       
Il 25 aprile la Firenze Antifascista festeggerà la liberazione dell'Italia dal nazifascismo in Piazza Santo Spirito, luogo storico della Resistenza fiorentina.
Quest'anno il 25 aprile a Firenze ricopre un significato particolare. Nella nostra città sono stati infatti condannati 13 compagni a 7 anni di carcere per aver manifestato contro la guerra in Jugoslavia nel 1999 e dopo che i manifestanti subirono le violente cariche delle forze dell'ordine . Una condanna vergognosa da Tribunale Speciale, per il reato appunto di Resistenza alla guerra, che si inserisce in un clima generale di inasprimento della repressione interna, di fronte a scenari di guerra permanente e di chiusura degli spazi politici.
Una giornata quindi che, come sempre, non vuole essere solo ricordo ma anche riattualizzazione dei valori fondanti della Resistenza italiana: l'antifascismo, la giustizia sociale, la lotta contro la guerra, la solidarietà internazionale tra i popoli e la lotta contro le nuove forme di razzismo, repressione ed esclusione sociale.
Infatti per noi il concetto di Resistenza non nasce né si esaurisce con la lotta partigiana del ’43-’45, sebbene questa abbia sicuramente rappresentato il momento più alto di lotta popolare nella costruzione di una società che non fosse basata sullo sfruttamento. Già dopo la I guerra mondiale il movimento di classe italiano cercò con il Biennio Rosso una propria prospettiva di liberazione; il ventennio fascista fu poi un periodo di esilio, confino e Tribunali Speciali per migliaia di oppositori politici, che troviamo poi combattenti nella Guerra Civile spagnola. Dopo la II guerra mondiale, negli anni ’50, operai e contadini tornarono nelle piazze per chiedere terre e diritti e negli anni
’60-’70 un forte e radicale movimento operaio e popolare, mise in discussione i capisaldi del capitale strappando diritti e conquiste fondamentali oggetto di attacco continuo negli anni successivi.
Crediamo che, del resto, il revisionismo e l’attacco culturale e storico all’antifascismo sia funzionale a colpire questo concetto di continuità della Resistenza, della lotta per una società più giusta, mentre procede in senso reazionario la trasformazione politica, economica e costituzionale delle istituzioni nazionali ed internazionali.
Da parte nostra è proprio la continuità della Resistenza che vogliamo affermare e praticare.
Oggi siamo in un contesto generale in cui la guerra è lo strumento principale di imposizione delle politiche economiche di sfruttamento, in cui l’attacco ai diritti dei lavoratori si è addirittura appesantito con gli ultimi provvedimenti del centro sinistra, in cui non sono garantiti un futuro dignitoso e non precario e tanto meno una pensione, in cui la repressione politica, la repressione verso i lavoratori attivi e la guerra ai poveri con la caccia all’immigrato, gli sgomberi forzati, sono ormai roba quotidiana.
La continuità della Resistenza è quindi, oggi, la lotta contro la precarietà sul lavoro e nella vita, per la ricerca di un futuro migliore, non subordinato alle inviolabili regole economiche del capitalismo, Resistenza alle guerre fatte per il controllo economico e politico, resistenza alle Grandi Opere pubbliche, che ingrassano gli speculatori ed avvelenano la popolazione. Resistenza al ritorno dei fascisti nelle scuole e nei quartieri ed al pesante revisionismo storico che vuole equiparare fascisti e partigiani, oppressi ed oppressori.
Oggi, per noi, Resistenza significa l’impegno quotidiano che lavoratori/trici, studenti, compagni/e portano avanti nei propri territori e posti di lavoro e studio, di fronte a mille difficoltà e chiusure, di fronte a repressione e processi, ma consapevoli che la ricerca e la lotta per una società dove non vi siano più sfruttati e sfruttatori siano più che mai necessarie. Resistenza è la lotta dei popoli che, dalla Palestina all’Iraq alla Colombia, combattono per la loro liberazione dalle occupazioni, dallo sfruttamento, dalla colonizzazione.

Solidarietà ai 13 compagni condannati a 7 anni
Oggi come ieri contro il fascismo con ogni mezzo necessario

La Resistenza continua

25 APRILE 2008 – dalle 15.30 in Piazza santo Spirito con materiale informativo, banchini, video – cibo e bevande - interventi di partigiani, compagni/e di realtà di lotta nazionali ed internazionali
Ore 17.00 corteo verso Piazza Tasso – a seguire cena canti e balli – video del 13 maggio ’99 – concerto


Firenze Antifascista


PARTY GIANI


http://lafrusta.homestead.com/fili_bertinotteide.html

Ergo: "con leader così non vinceremo mai" (N. Moretti)


(Pogledajte slike na sajtu:


Alla pagina sopra indicata le foto delle iniziative antiNATO svoltesi a Belgrado il 4/4 u.s.)


Anti-NATO protest u Beogradu

U petak 4.aprila u organizaciji Svetske federacije demokratske omladine(WFDY) i Saveza komunističke omladine Jugoslavije (SKOJ), podmlatka Nove komunističke partije Jugoslavije (NKPJ), održana je velika balkanska anti-NATO akcija. Prvo je u sedištu NKPJ održana konferencija za novinare na kojoj su govorili Marijan Kubik, zamenik prvog sekretara SKOJ-a i Gogon Eleni iz Komunističke omladine Grčke (KNE). Drug Kubik je upoznao prisutne sa razlogom organizovanja akcije “Za mir na Balkanu, protiv NATO baza i imperijalizma”. On je objasnio da je manifestacija, koja je pored Beograda održana i u Zagrebu (organizator Socijalistički omladinski savez) i Bukureštu ( organizator Socijalistička omladinska alijansa),  upriličena zbog restauracije kapitalizma u nekim zemljama Balkana, problema sa kojima se suočavaju mladi, imperijalističke secesije južne srpske pokrajine, prekrajanje balkanskih granica i produbljivanja nacionalnih konflikata na Balkanu. Mladi komunisti odlučili su se da protestuju i protiv NATO samita u Rumuniji i sve intenzivnijeg prisustva te vojne alijanse na regionu. Drugarica Eleni naglasila je da je osnovni cilj NATO da u regionu postavi vlade lojalne njegovim ciljevima. “Njihov cilj je krupan biznis, proširenje tržišta i zato im je potrebna vojna sila i zato menjaju granice”, istakla je Gogon Eleni. 

Nakon konferencije za novinare aktivisti SKOJ-a i predstavnici WFDY iz šest zemalja, ukupno njih 22, održali su anti-NATO miting na Trgu Slavija kod spomenika Dimitriju Tucoviću. Prisutnima, koji su noslili zastave NKPJ i srpske trobojke sa petokrakom obratili su se Portugalac Tiago Vieira, generalni sekretar WFDY i Igor Petrović, član Sekretarijata SKOJ. Učesnici protesta su raširili veliki transparent na kome je pisalo  “Za mir na Balkanu, protiv NATO baza i imperijalizma”. Mladi komunisti su pokušali da se prošetaju do ambasade Sjedinjenih Američkih Država u ulici Kneza Miloša ali im policija, obučena u uniforme za intervenciju, to nije dozvolila uz pretnju da će ako to pokušaju “biti uhapšeni a protiv njih podnete krivične prijave”. Mladi komunisti ipak nisu želeli da odustanu od svoje namere pa je policija ipak pristala na šetnju ulicom Kralja Milana međutim nije dozvolila dalje kretanje od parka kod Studentskog kulturnog centra. Pošto su obišli spomenik Kosti Abraševiću koji se nalazi u tom parku mladi komunisti su se uputili ka sedištu NKPJ u Nemanjinoj gde je održana tribina o NATO agresiji na Saveznu Republiku Jugoslaviju 1999. godine. Nakon šetnje Beogradom u pratnji svojih domaćina iz SKOJ predstavnici WFDY su se autobusom uputili ka Zagrebu kako bi zajedno sa svojim domaćinima iz Socijalističkog omladinskog saveza (SOS) izrazili protest zbog posete američkog predsednika Džordža Buša Hrvatskoj. U delegaciji WFDY su se nalazili predstavnici Komunističke omladine Grčke (KNE), Demokratske omladine Kipra (EDON), omladine Turske komunističke partije (YTKP), Omladinskog levičarskog fronta-Saveza komunističke omladine Mađarske, Komunističke omladine Portugala (JCP) i Mladih komunista Italije (GC).

Sekretarijat SKOJ-a
5. april 2008.

____________________________________________________________________________ 
Savez komunisticke omladine Jugoslavije SKOJ - The League of Yugoslav Communist Youth SKOJ 
Nemanjina 34/III , 11000 Beograd - Nemanjina 34/III, 11000 Belgrade, Serbia 
web: www.skoj.org.yu * e-mail skoj05 @yahoo .com * skoj @neobee .net




APPELLO AL MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA ALL’INDOMANI DEL RESPONSO DELLE URNE

 

Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org  info@...  3381028120  3384014989

 

“…Dopo un anno di subalternità alle politiche del nucleo duro del governo, il tentativo di “copertura a sinistra” ha prodotto un disastro, misurabile con il vuoto di Piazza del Popolo, che se abbinato alla debacle elettorale alle ultime amministrative danno la dimensione di una vera catastrofe.

Un intero ceto politico si ritrova solo, abbarbicato alle proprie poltrone ed ai propri indecenti stipendi, ma completamente isolato dalle piazze, dalle aspettative tradite di milioni di ex “elettori”. Come abbiamo detto ripetutamente in questi mesi: il re è nudo, e tutti lo hanno potuto vedere nell’impietosa rappresentazione di quella piazza vuota.

I 150.000 scesi in piazza contro Bush e le politiche militariste del governo Prodi esprimono - questo è il dato di novità assoluta - una soggettività plurale indipendente da politiche estere con connotati chiaramente bipartisan....”

Così scriveva la Rete nazionale Disarmiamoli! all’indomani della grande manifestazione del 9 giugno 2007, contro Bush e le politiche militariste del governo Prodi.
Il ceto politico oggi espulso completamente dalle aule parlamentari non comprese il senso profondo di quel segnale, incrinatura che preconizzava il terremoto d’oggi. “Svista” indicativa dell’abissale miopia di chi in 20 mesi di governo ha inanellato una serie di scelte di una gravità incredibile, per le quali stentavamo talvolta a trovare la giusta definizione.
20 mesi fatti di scelte di guerra, d’aumenti vertiginosi delle spese militari, d’accordi con paesi criminali come Israele, di nuove occupazioni militari, di risorse sottratte alla ricerca civile a favore di quella bellica, d’altre mille nefandezze con le quali siamo stati costretti a configgere quotidianamente, spesso tacciati di “antipolitica” da chi con i voti del movimento nowar stava servendo politiche neoliberiste e di guerra.

 

Il responso delle urne, andato oltre anche alle previsioni di chi come noi invece quelle fratture aveva visto e denunciato, si incarica oggi di ridare un senso alle parole ed ai fatti.
Tutti coloro i quali lasciano oggi completamente vuoto un potenziale spazio di rappresentanza istituzionale per i movimenti, le lotte e le aspirazioni di un mondo libero dal bellicismo e dall’aggressività militarista, si devono assumere la responsabilità storica di questa catastrofe annunciata, facendosi definitivamente da parte. Niente di più e niente di meno. 

 

Il Movimento contro la guerra, così come altre istanze di movimento impegnate nei vari ambiti di lotta, devono oggi più di ieri ricomporre un quadro d’insieme delle grandi energie espressesi in questi anni, con l’obiettivo di proiettarle in avanti.
Arretrare, fare un passo indietro di fronte alle sfide che ci aspettano significherebbe contribuire al disastro prodotto da una classe politica indecente.

 

Abbiamo di fronte nuovi e gravosi compiti d’organizzazione della resistenza contro una prevedibile ondata di bellicismo interventista, preannunciato in questi giorni da alcune dichiarazioni di Berlusconi su Afghanistan e Libano.
Con il nuovo esecutivo cambieranno le forme attraverso le quali la cosiddetta “proiezione di potenza” dell’azienda Italia si esprimerà nelle varie aree d’influenza, dai Balcani al Medio Oriente, dal corno d’Africa all’Afghanistan.
Venuto meno il progetto multipolare a baricentro europeo del centrosinistra, l’esecutivo Berlusconi volgerà di nuovo la barra della proiezione estera italiana verso politiche smaccatamente filo atlantiste.

 

Non cambierà la sostanza di un orientamento bipartisan a “conquistare con le armi” spazi territoriali e di mercato - a scapito dei paesi e dei popoli vicini – in favore del businnes di Finmeccanica, ENI ed alle altre industrie tricolori.

 

La Rete nazionale Disarmiamoli fa appello a tutte le realtà che compongono il Patto permanente contro la guerra, costituito poco prima della crisi del governo Prodi a riprendere i propri lavori.

 

L’appello più forte lo rivolgiamo però a tutti quei compagni e compagne, a tutti  i militanti pacifisti che in questi mesi - senza discutere la provenienza culturale, politica o ideologica della persona che lo affiancava al banchetto, nel corteo o nel picchetto - si sono generosamente impegnati nelle mobilitazioni contro la guerra, contro le basi militari, per la Legge di iniziativa popolare.

 

Vi chiediamo di continuare la mobilitazione sui territori, vi chiediamo di rinnovare e rilanciare, in una fase politica completamente nuova, sicuramente difficile,  la parola d’ordine del “NO alla guerra senza se e senza ma”.

 

Uniti non avremo paura di niente.

 

La Rete nazionale Disarmiamoli!



(Sul Convegno svoltosi il 9/2/2008 a Milano si veda:


Contro il fascismo e l’imperialismo !

Ora e sempre Resistenza !


Il Comitato promotore del Convegno: “Foibe: la verità. Contro il revisionismo storico”, svoltosi sabato 9 febbraio a Sesto San Giovanni (Mi), promuove per domenica 20 aprile a Sant’Anna di Stazzema (Lu) una giornata antifascista sulla memoria e le radici del nostro futuro.

Programma della giornata:

-    ore 10.30: Assemblea-dibattito 

-       ore 13-14: pausa pranzo

-       ore 14.30: Visita-guidata al Museo e all’Ossario

                       e incontro con testimoni della strage

Durante il ventennio, il regime fascista si macchiò di orrendi crimini (torture, deportazioni, fucilazioni, distruzione di interi villaggi, assassinii di civili e gente lasciata morire di stenti) attraverso una politica di occupazione nelle colonie africane, in Grecia, in Jugoslavia ...  Crimini di guerra, dell’esercito fascista, rimasti impuniti e rimossi all’insegna degli “italiani brava gente”.

Nella Resistenza al nazi-fascismo (1943-45), i fascisti furono zelanti collaboratori e complici dell’occupante tedesco. Furono responsabili di eccidi e stragi come quella di Sant’Anna di Stazzema dove scortarono le divisioni delle S.S. tedesche nei paesi più sperduti, accerchiandoli, per annientare le popolazioni.

Questa infame operazione fu preordinata e si tradusse nella quasi totale eliminazione di una comunità in una zona che doveva essere desertificata per motivi strategici e nella quale, secondo i tedeschi, si muovevano le formazioni partigiane. L’azione stragista aveva come finalità: la repressione antipartigiana, la politica di far “terra bruciata”, il depauperamento del territorio, la preparazione di operazioni militari. Una campagna, tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1945, condotta contro i partigiani e vigliaccamente ai danni delle popolazioni civili.

Dalla testimonianza scritta di Enio Navari, allora tredicenne,: “... Si arrivò in località della Vaccareccia. Lì ci selezionarono: noi bimbi e le donne ci misero in una stalla. Nella stalla dove eravamo ci tolsero delle mucche, e fu lì che uno di quegli sciacalli gridò. “Dai, mora!” trascinando verso la Fontana una mucca che poi uccisero, insieme ad un’altra, con delle revolverate. Rimasi perplesso perché era una frase italiana, e a ripensarci su, quello doveva essere un rinnegato italiano ...”.

 Nel 1950 fu condotta un’ulteriore indagine sulla strage di Sant’Anna, per appurare le responsabilità di italiani nel massacro: il commissario di polizia di Viareggio identificò una serie di sospetti legati a organizzazioni fasciste, presenti sul luogo il giorno della strage. Tutti si difesero dichiarando di essere stati rastrellati la sera precedente e costretti a seguire i soldati tedeschi come porta-munizioni o come guide, in alcuni casi obbligati a sparare per avere salva la vita(!). Gli inquirenti evitarono di scavare in profondità. Non si giunse mai ad un’istruttoria sulle colpe italiane nella strage di Sant’Anna, benché tutte le testimonianze dei sopravvissuti avevano confermato una partecipazione attiva di fascisti italiani dall’accento locale nell’attuazione del massacro.

 In Toscana, dal settembre ’43 all’aprile ’45, sono stati censiti 229 episodi di violenza dei nazi-fascisti, nel corso dei quali hanno perso la vita 3.824 persone. 204 sono stati commessi dai tedeschi (coadiuvati dai fascisti del posto) con 3.702 vittime, e 25 direttamente dai fascisti. Tra le vittime sono stati accertati 365 bambini.

Sono dati che stimano per difetto il totale dei morti, in quanto non sono inclusi né i partigiani, né le uccisioni compiute nel corso di operazioni belliche.

La strage di Sant’Anna di Stazzema del 12 agosto ’44, con 560 vittime di donne, bambini e anziani, fu una vera e propria operazione di stampo eliminazionista

 Oggi, con sempre più accanimento e da più parti, viene denigrata la Resistenza e attaccato il movimento partigiano e, con ogni sorta di appello alla pacificazione, è in atto il subdolo tentativo di cacciare dalla memoria collettiva quella straordinaria esperienza, allo stesso tempo di lotta d’avanguardia e di mobilitazione di massa.

Denigrano la Resistenza: - per eliminare quel patrimonio teorico e pratico che favorì le lotte e le conquiste del dopoguerra; - per indebolire la classe operaia e le masse popolari per renderle incapaci di resistere alla politica dei sacrifici, alle rapine dello stato sociale e al peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro.

La memoria storica è continuamente insozzata da quel revisionismo che vorrebbe equiparare i partigiani ai “ragazzi di Salò”, riabilitare i repubblichini (con pensioni e prebende), stravolgere a proprio uso e consumo la questione delle Foibe, costruendo, giorno dopo giorno, quel terreno fertile che, come un cancro, nutre i fascisti, portatori di un’ideologia razzista, xenofoba e omofoba e artefici, oggi, di vere e proprie scorribande con accoltellamenti, pestaggi e stupri contro compagni, compagne, antifascisti.

Tenere alta la bandiera della Resistenza significa non solo ricordare quanti lottarono e combatterono contro il nazi-fascismo e, per questo motivo, persero la vita, ma anche raccoglierne l’esperienza e gli insegnamenti utili a sviluppare la lotta di oggi e di domani.


Invitiamo i compagni e le compagne, gli antifascisti, i giovani, gli operai, i lavoratori e le lavoratrici, a partecipare alla giornata antifascista di domenica 20 aprile

Contro la rivalutazione del fascismo !

Contro la denigrazione della Resistenza !

W i partigiani, promotori e protagonisti della lotta al nazi-fascismo !

W la Resistenza 1943 - 45 che sconfisse il nazi-fascismo !

 

fotoc. in propr.                                             

il Comitato promotore del Convegno sulle “Foibe”

08 aprile 2008                                                                



(deutsch / english)

German corporations buying Croatia

1) Colonialist / Kolonialistisch (on Deutsche Telekom's expansion - german-foreign-policy.com 2008/04/14)
2) Umschwung (Die kroatische Nationalbank hat ihren Widerstand gegen die Expansion der Bayerischen Landesbank aufgegeben - german-foreign-policy.com 13.09.2007)


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Siehe auch:
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Rezension: 
Hannes Hofbauer: EU-Osterweiterung
Historische Basis - ökonomische Triebkräfte - soziale Folgen
Edition Brennpunkt Osteuropa - Wien 2007 (Promedia Verlag)
320 Seiten - 19,90 Euro - ISBN 978-3-85371-273-3

Die nächste Südost-Erweiterung der Europäischen Union kommt in Sicht. Bis Ende 2009, hieß es kürzlich in Brüssel, könnten die Beitrittsverhandlungen mit Kroatien abgeschlossen werden. Auch wenn sich der Termin wohl eher noch verschieben wird - die Vorbereitungen schreiten voran. Einen illusionslosen Blick darauf wirft der Wiener Publizist Hannes Hofbauer in der erweiterten Neuauflage seines zuerst 2003 erschienenen Bandes "EU-Osterweiterung". Als "Zurichtung" des Landes nach den Plänen der westeuropäischen Staaten und ihrer expansionsorientierten Unternehmen beschreibt er den Prozess, der anderswo unter so werbewirksamen Schlagworten wie "Vereinigung Europas" oder "europäische Integration" subsumiert wird...


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Gefürchteter deutscher Tanker

Da: news    @...
Data: Ven 22 Ott 2004  22:49:09 Europe/Rome
Oggetto: Newsletter vom 23.10.2004: Telekom-Expansion

BONN/BUDAPEST - Die Deutsche Telekom will beim bevorstehenden Verkauf mehrerer staatlicher Telekommunikationsunternehmen ihre dominierende Position in Ost- und Südosteuropa ausbauen. Die Durchführung der Expansion überträgt der ehemalige deutsche Staatskonzern seinen ausländischen Tochterunternehmen: Man wolle nicht ,,als der gefürchtete deutsche Tanker" in Erscheinung treten, ,,der alles niederwalzt", heißt es bei dem Unternehmen. Mit den Übernahmen durch die Telekom sind Massenentlassungen in verschiedenen Ländern verbunden, in Kroatien will sich die Gewerkschaft notfalls mit einem unbefristeten Streik zur Wehr setzen...



=== 1 ===

Newsletter vom 14.04.2008 - Kolonialistisch

ZAGREB/ATHEN/BONN (Eigener Bericht) - Heftige Proteste in mehreren Staaten Südosteuropas begleiten die Expansion der Deutschen Telekom. Beim griechischen Konzern OTE wehren sich Mitarbeiter gegen die Übernahme durch das Bonner Unternehmen, weil sie Massenentlassungen, Lohnkürzungen und sinkende Standards bei den Arbeitsbedingungen befürchten. Kroatische Gewerkschafter haben bereits im März vor der Telekomzentrale in Bonn demonstriert - wegen sinkender Realeinkommen und sich verschlechternder Rahmenverhältnisse bei der Hrvatski Telekom. Die kroatische Firma wird seit Jahren von der Deutschen Telekom kontrolliert. Vom bevorstehenden EU-Beitritt Kroatiens erhofft sich Berlin neue Privatisierungsanteile an den bislang in Staatsbesitz verbliebenen kroatischen Betrieben. Bundespräsident Köhler nimmt am morgigen Dienstag an einem deutsch-kroatischen Wirtschaftsforum in Zagreb teil. Beschäftigte der Hrvatski Telekom, deren Proteste in Bonn ungehört verhallten, bezeichnen das Vorgehen des deutschen Mutterkonzerns als "kolonialistisch"...


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Colonialist 

2008/04/14


ZAGREB/ATHENS/BONN (Own report) - The Deutsche Telekom's expansion is being met with heavy protests in several south European countries. Fearing mass layoffs, wage cuts and deteriorating standards in working conditions, employees of the Greek Telecom OTE are resisting the takeover of their enterprise by the German company. In March, Croatian trade-unionists had already staged a demonstration in front of Telekom's headquarters in Bonn - because of the decrease in real-income and degenerating structural conditions at Hrvatski Telekom. The Croatian enterprise has been under the control of Deutsche Telekom for years. Berlin is hoping to profit from Croatia's imminent entry into the EU by attaining shares through the privatization of previously state owned Croatian companies. German President Horst Koehler will participate in a German-Croatian economic forum in Zagreb on Tuesday. After their protest in Bonn went unheard, Hrvatski Telekom employees characterized the parent company's methods as "colonialist".

Supplement

An agreement on the purchase of shares in the Greek Hellenic Telecom OTE is pending between the Greek government and the Deutsche Telekom. The Deutsche Telekom will initially acquire 20 percent of the OTE shares totaling 2.5 billion Euros. It is aiming to take control over the Greek company through subsequent increases. This is of strategic importance for the German company because OTE is not only the largest telecommunications company in Greece, it also owns Telekom companies in Rumania, Bulgaria, Serbia and Albania. The Greek enterprise would therefore perfectly supplement the holdings of the Deutsche Telekom in Eastern and Southeastern Europe. The German company currently has subsidiaries in Eastern-Central Europe (Poland, Czech Republic, Slovakia, and Hungary) as well as two coastal nations of former Yugoslavia (Croatia and Montenegro). As announced in Athens, the agreement could grant both the Deutsche Telekom and the Greek government 25 percent plus one share, while ceding management to the German company.[1]

A Piece of Greece

Up to one week ago, Deutsche Telekom's efforts to enter into purchase agreements were met with heavy protests. Greek trade-unionists warned against price increases, declining standards in working conditions and mass layoffs - especially since Telekom had announced in Germany, that it would suppress numerous jobs.[2] "OTE is a piece of Greece and is not for sale," the OME-OTE trade-union warned.[3] Fierce strikes just ended a few days ago. The fact that a German enterprise is purchasing OTE, is provoking particular discontent in Athens. "The people of Greece have paid a great sacrifice in their liberation struggle and contributed decisively to the defeat of Nazi fascism in World War II," a former resistance fighter recalled: "It is unacceptable that Greece should invite the Germans to occupy Greece."[4]

Worsened

The fears of the Greeks on strike are being confirmed through the experiences being made by the employees of Hrvatski Telekom. Just a few weeks ago, on March 7, approx. 60 representatives of the Croatian RSRH trade-union demonstrated in front of the Deutsche Telekom headquarters in Bonn. The German telecommunications company purchased 35 percent of the Hrvatski Telekom shares In 1999. In October 2001 it increased its holdings to a 51 percent majority and currently owns more than 60 percent. The Croatian trade-unionists are protesting the constant worsening of working and social conditions at the Deutsche Telekom's Croatian subsidiary.

No Talks

In fact, since the German company became the main shareholder of Hrvatski Telekom, consumer service charges and prices for conventional network telephones were drastically augmented.[5] According to a speaker of the trade-union delegation, while 200 employees at the managerial level have a monthly salary of up to 45.000 Euros, for 90 percent of the employees, there has been a 30 percent loss of real-income since 2002. More than 5.000 have been laid off and the workers have nothing to show for the high profits made last year by the owners. The Deutsche Telekom administration refused to receive the delegation of the Croatian trade-union for talks and the delegation members felt treated as if they were colonial employees.

Siemens Buys Croatia

The Deutsche Telekom is currently the largest German investor in Croatia. Germany is Croatia's second most important trading partner - just behind Italy and it is second in direct foreign investments (with 20 percent just behind Austria). German companies hold not only large shares in telecommunications but also in the energy sector, the banks [6], the chemical industry and the media. Germany's grab for the Croatian energy market began immediately after the break-up of Yugoslavia, initiated in December 1991 by the Bonn government. Under the headline "Siemens buys Croatia", Südost-Dialog (South East Dialogue) Magazine reported at the end of 1992, that the German company was planning to buy up three billion US dollars worth of Croatian debt certificates [7] to trade them off for profitable Croatian plants, particularly in the energy sector. The Croatian Siemens board chairman noted in reference to these plans that "energy makes up 45 percent of the Croatian gross national product. Energy is Croatia's vis vitalis. Siemens can be expected to have a maximum engagement in this domain." By March 1994, Croatia's state debt to Siemens had already reached five billion Deutschmark.

At a Lower Level

Still the German foreign ministry is complaining that the privatization, of the large number of state owned enterprises in Croatia, is advancing too slowly. During negotiations in mid March, the Croatian government was given the prospect of being able to join the EU in late 2009. The main condition: Croatia must make comprehensive privatization. The focus is on Croatia's six shipyards. All six (five of which running on a deficit) are still receiving state subventions - not so much because they are a symbol of national industrial competence, but mainly because they are large-scale employers, safeguarding workers (12.000 last year) from unemployment. The privatization of the first shipyards is already in preparation and mass layoffs can be expected. According to the EU Commission, Croatian shipbuilding will take place "at a lower level" in the future. "No six shipyards" will survive.[8]


[1] Athen kurz vor Einigung mit Deutscher Telekom - Streiks eingestellt; Financial Times Deutschland 09.04.2008
[3] Telekom: Griechen gegen "Enthellenisierung"; Handelsblatt 25.03.2008
[4] In Hellas unerwünscht; junge Welt 28.03.2008
[5] Prosvjed radnika T-HT-a u Bonnu, Vjesnik, 7.März 2008
[6] see also Umschwung
[7] Siemens kauft Kroatien; Süd-Ost-Dialog, Nr.12/1992
[8] Hannes Hofbauer: EU-Osterweiterung. Historische Basis - ökonomische Triebkräfte - soziale Folgen, Wien 2007 (Promedia)


=== 2 ===


Umschwung 

13.09.2007

Die kroatische Nationalbank hat ihren Widerstand gegen die Expansion der Bayerischen Landesbank aufgegeben.

Die Münchner Landesbank hatte Ende Mai für 1,63 Milliarden Euro die Mehrheit an der österreichischen Hypo Group Alpe Adria übernommen und sich mit dem größten Zukauf ihrer Firmengeschichte den Zugang zu den Wachstumsmärkten in Osteuropa gesichert. Einen herben Rückschlag gab es dabei allerdings in Kroatien, dem wichtigsten Markt der Hypo, zu deren Betriebsergebnis die kroatischen Tochterbanken im Vorjahr 26,4 Prozent beitrugen: Die Nationalbank in Zagreb, die für die Aufsicht aller im Land tätigen Finanzinstitute zuständig ist, lehnte den Antrag auf den Kauf der beiden kroatischen Hypo-Töchter HAAB Zagreb und Slavonska Banka ab. Begründet wurde die Entscheidung mit dem früheren Verhalten der BayernLB bei der kroatischen Rijecka Banka. Das damals drittgrößte Institut des Landes, das nach einem Devisenbetrug an den Rand der Pleite geriet, wurde 2002 von der BayernLB praktisch über Nacht zum symbolischen Preis von einem Euro an den kroatischen Staat zurückverkauft, womit die Bayern die gesamte Last auf die Kroaten abwälzten. Ein erneuter Eintritt der BayernLB in den kroatischen Bankenmarkt werde daher nicht befürwortet, hieß es bei der Nationalbank.

Nun haben sich sich die kroatische Nationalbank und die Münchner Landesbank auf einen Kompromiss geeinigt. BayernLB-Vorstandschef Werner Schmidt musste sich in Zagreb hochoffiziell für das damalige Verhalten seines Instituts entschuldigen. Des Weiteren muss die deutsche Bank garantieren, die kroatischen Hypo-Töchter stets ausreichend zu kapitalisieren. Unter diesen Bedingungen stimmte die kroatische Nationalbank der Übernahme doch noch zu. Zustande gekommen ist der Meinungsumschwung den Berichten zufolge durch massiven Druck der Bayerischen Staatskanzlei, die zugunsten der BayernLB intervenierte. Ministerpräsident Edmund Stoiber hatte das Nein der Nationalbank in einer öffentlichen Stellungnahme als nicht nachvollziehbar und "als schwere Belastung für das traditionell gute und partnerschaftliche Verhältnis von Bayern und Kroatien" bezeichnet.


Quellen:
BayernLB blitzt in Kroatien ab; Financial Times Deutschland 13.07.2007
BayernLB darf Hypo-Group Alpe-Adria übernehmen; dpa 06.09.2007
BayernLB darf kroatische Alpe-Adria-Töchter übernehmen; Handelsblatt 12.09.2007
Übernahme durch BayernLB ist "durch"; Der Standard 13.09.2007



(La relazione in formato .doc, completa delle fotografie, è scaricabile dalla pagina:
https://www.cnj.it/solidarieta.htm
da cui si può accedere anche alle più recenti relazioni di viaggio di
"Non bombe ma solo caramelle")


From: gilberto.vlaic @ elettra.trieste.it
Subject: Relazione viaggio a Kragujevac
Date: April 12, 2008 9:22:55 PM GMT+02:00

Care amiche, cari amici,
come alcuni di voi sanno, in questo periodo ho avuto alcuni problemi di salute.
Per questo motivo vi invio con molto ritardo rispetto al solito la relazione del
nostro periodico viaggio a Kragujevac, che si e' svolto un mese fa dal 13 al 16 marzo.


Vi ricordo le seguenti due cose:

PRIMO
potete devolvere a
NON BOMBE MA SOLO CARAMELLE
il vostro 5 per mille.
E' sufficiente che scriviate il codice fiscale dell'associazione nell'apposito riquadro
nella vostra dichiarazione dei redditi
Il nostro codice fiscale e' 90019350488

SECONDO
Il prossimo viaggio a Kragujevac si svolgera' esattamente tra due mesi
nel periodo 12 – 15 giugno prossimi. Vi prego di versare per tempo le vostre quote!
Ricordate per favore che da gennaio scorso le banche non chiedono piu' il
codice CAB e ABI (seguito dal cc)
ma chiedono il codice IBAN
Il codice IBAN della nostra associazione e'
IT18 E089 2802 2020 1000 0021 816

Vi invio i miei piu' cordiali
anche a nome di tutti i nostri ragazzi in affido
e a nome di tutti quelli che usufruiscono dei
progetti che sono stati realizzati a Kragujevac.

Gilberto VLAIC
Non bombe ma solo caramelle ONLUS

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RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC

Viaggio del 13-16 marzo 2008

(resoconto di viaggio a cura di Gilberto Vlaic)

Care amiche, cari amici, per la prima volta in molti anni non ho partecipato
al periodico viaggio dell'associazione a causa di una malattia.

Preparo questa relazione sulla base degli appunti e delle informazioni che
mi hanno passato le persone che vi hanno partecipato.

Per me e' stato particolarmente doloroso non poter partecipare a questo viaggio;
marzo infatti segna l'anniversario dell'inizio dei bombardamenti della NATO
(24 marzo 1999) a cui si aggiunge quest'anno la dichiarazione unilaterale
di indipendenza del Kosovo.


Questa relazione e' suddivisa in quattro parti.


1 Introduzione e siti web

2 Cronaca del viaggio; i progetti in corso e quelli futuri

3 Alcune informazioni generali sulla Serbia

4 Informazioni sulla fabbrica Zastava


1. Introduzione

Vi invio la relazione del viaggio svolto tre settimane fa a Kragujevac per la
consegna delle adozioni a distanza che fanno capo alla ONLUS Non Bombe
ma solo Caramelle (Gruppo Zastava di Trieste e sezione del Veneto) e al
Coordinamento Nazionale RSU CGIL e per la verifica dei progetti in corso a Kragujevac.
Vi ricordo il sito del coordinamento RSU, sul quale trovate tutte le notizie
sulle nostre iniziative a partire dal 1999
http://www.coordinamentorsu.it/

Trovate tutte le informazioni seguendo il link

Solidarietà con i lavoratori della Jugoslavia:
http://www.coordinamentorsu.it/guerra.htm

Il nostro sito, ancora un po' spoglio, e' all'indirizzo
www.nonbombemasolocaramelle.org

I nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento Nazionale
per la Jugoslavia, all'indirizzo:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages

Ricordo che molti dei progetti in corso a Kragujevac sono realizzati in
collaborazione con altre associazioni: Zastava Brescia, ABC solidarieta' e
pace di Roma, Fabio Sormanni di Milano, e Cooperazione Odontoiatrica Internazionale.

Questi sono gli indirizzi dei loro siti:

http://digilander.libero.it/zastavabrescia

http://www.abconlus.it

http://www.fabiosormanni.org

http://www.cooperazioneodontoiatrica.eu/


2. Cronaca del viaggio; i progetti in corso e quelli futuri


Giovedi' 13 marzo 2008

Il solito pullmino prestato dalla Associazione di Solidarieta' Internazionale
Triestina e' partito in orario alle 8 e 30. La delegazione era formata da Claudia,
Serena, Sergio di Trieste e da Stefano da Fiumicello. Boba di Napoli era
arrivata al mattino a Belgrado ed e' stata recuperata, un po' avventurosamente,
lungo l'autostrada che attraversa Belgrado.

La delegazione aveva 14855 euro per le 175 quote di affido da distribuire,
per la maggior parte in quote trimestrali da 75 euro o da 85 euro.

L'associazione Zastava Brescia ci aveva chiesto di distribuire per loro conto
10 quote da 350 euro ciascuna (3500 euro).

Inoltre vi erano 3000 euro da consegnare al Sindacato Samostalni della Zastava
Camion, e 4000 euro per la Scuola Tecnica di Meccanica e Trasporti.

Una decina di pacchi di regali da parte di altrettanti donatori italiani per le
famiglie di ragazzi in affido, ed alcune scatole di scarpe usate, di giocattoli
e di vestiario nuovo.

Infine pezzi di ricambio per la strumentazione dentistica entrata in funzione
negli ultimi mesi, per 4800 euro di valore.

Il viaggio si e' svolto senza alcun intoppo, con un clima quasi primaverile.
Dopo la preparazione delle buste per la consegna degli affidi e la verifica
degli appuntamenti del venerdi' e del sabato, ottima cena serba con i nostri
amici del Sindacato Samostalni.


Venerdi' 14 marzo 2008


Ore 19: visita alla scuola materna `'Nada Naumovic''

Avevamo visitato questa scuola per la prima volta a settembre 2007, quando ci
fu chiesto di contribuire al recupero del grande terreno che la circonda.
Mentre l'interno dell'asilo e' mantenuto in ottime condizioni, il giardino
necessita di un intervento molto radicale.
A dicembre avevamo consegnato a questo scopo 3000 euro, come nostro
contributo al progetto di recupero, dividendo in parti uguali questa spesa
con l'associazione Zastava Brescia; questa donazione e' adesso ricordata da
una apposita targa affissa su un muro della scuola.
In occasione di questa visita ci e' stato consegnato il preventivo analitico di tutti
i lavori da svolgere, che assommano a circa 30.000 euro; noi comunque ci
fermeremo a questa donazione. I bambini hanno preparato per la nostra delegazione
un delizioso spettacolino.

(FOTO: Due scorci del giardino)


Ore 10: incontro con i delegati sindacali della fabbrica Zastava Camion

riadattamento di locali di proprieta' del Sindacato

I lavoratori della fabbrica camion sono circa 900, di cui circa 800 iscritti al
Sindacato Samostanli, nostro interlocutore da sempre in tutti i progetti.
All'interno del recinto della fabbrica c'e' un vasto edificio a un piano (circa 400
metri quadrati) che in passato era stato utilizzato come teatro. E' in abbandono
da piu' di 15 anni. Il Sindacato a dicembre scorso ci aveva chiesto di aiutare i
lavoratori in un progetto molto ambizioso: attraverso lavoro volontario gratuito
intendono rimettere in sesto questa struttura, da utilizzarsi poi come palestra
aperta a tutti i lavoratori (e le loro famiglie) del gruppo Zastava, e non solo a quelli
della fabbrica camion. Hanno pero' necessita' che li si sostenga nell'acquisto dei
materiali.
Durante l'incontro di dicembre avevamo chiesto che ci fossero forniti i documenti
sulla proprieta' dei locali ed i preventivi esatti.
A febbraio abbiamo ricevuto tutti i documenti richiesti; la cifra necessaria
e' piuttosto bassa, viste le dimensioni del locale e lo stato di completo abbandono.
Il totale e' di 4350 euro, suddivisi in
2400 per il tetto
1300 per materiale elettrico
300 per intonaci e vernici
350 per i vetri.
Abbiamo consegnato al segretario del Sindacato 3.000 euro come anticipo,
riservandoci un secondo contributo a giugno prossimo, quando verificheremo
lo stato di avanzamento lavori.
Resta ancora da ricevere una trascrizione catastale.

(FOTO: La consegna del contributo; Esterno del locale; Due viste dell'interno al
momento attuale)

Ore 11 Visita alla Scuola Tecnica di Meccanica e Trasporti

La collaborazione con questa Scuola dura ormai da 3 anni, con grande
soddisfazione reciproca.
Abbiamo apprezzato nel tempo l'importanza dei progetti da sviluppare,
la correttezza con cui viene documentato il denaro speso ed il coinvolgimento
dei professori e degli studenti in questi progetti. La nostra visita ha coinciso
con i 154 anni dalla fondazione della Scuola la delegazione e' cosi' stata
coinvolta nei festeggiamenti.
Ricordo che il progetto che abbiamo attualmente in corso, in collaborazione
con Zastava Brescia, Associazione Sormanni di Milano e ABC Solidarieta' e Pace
di Roma prevede la realizzazione di un laboratorio polivalente per gli studenti
(musica, pittura, teatro ecc.) rimettendo a posto circa 500 metri quadrati di una
vecchia officina meccanica non piu' utilizzata da molti anni. Avevamo visitato
questi locali per la prima volta a marzo 2007, e versato un nostro primo contributo
a giugno 2007. In questo viaggio abbiamo versato ulteriori 4000 euro, portando
cosi' il contributo fino ad ora versato a 15.000 euro.

(FOTO: Scorcio dei locali a marzo 2007; Lavori in corso a settembre 2007;
Lavori in corso a marzo 2008)

Come vedete dalle foto molto e' stato gia' fatto, ma molto resta da fare.
Sono stati sgomberati i vecchi macchinari presenti, rifatto l'impianto elettrico,
eseguiti i lavori edili necessari, fatte le tramezzature e la tinteggiatura.
Manca ancora l'intervento sul pavimento e poi bisognera' pensare agli arredi.
Abbiamo sottoposto alla Regione Friuli Venezia Giulia un progetto di
cofinanziamento del valore complessivo di 30.000 euro sui fondi della
Regione per la cooperazione internazionale; se sara' approvato la Regione
concedera' 18.000 euro, mentre gli altri 12.000 dovranno essere finanziati
dalle associazioni partecipanti, in parte come lavoro valorizzato ed in parte in denaro.

In questa scuola e' attivo anche un progetto di odontoiatria sociale; insieme
alla Cooperazione Odontoiatrica Internazionale abbiamo realizzato un
laboratorio dentistico che, malgrado le difficolta' di sdoganamento che
abbiamo incontrato (abbiamo comunque ancora una autoclave ferma in
dogana da settembre scorso), ha iniziato a operare a fine gennaio; il personale
lavora su due turni ed e' distaccato presso la Scuola dal servizio odontoiatrico
del Policlinico di Kragujevac.

Ore 16: Visita al Centro per giovani invalidi

Forse ricorderete che nel 2006 avevamo finanziato con 5250 euro la ristrutturazione
di un locale di proprieta' pubblica di poco meno di 100 metri quadrati in pieno
centro citta' (Via Knez Mihajlo 39) con l'intento di realizzare un centro per
ragazzi autistici. Il denaro proveniva, oltre che da noi, dall'associazione Zastava
Brescia, dalla ONLUS romana ABC solidarieta' e pace e dal Comune di San Giorgio
di Nogaro.
La collocazione del locale a bordo strada, senza quindi una adeguata zona di
rispetto, aveva impedito l'utiizzo di questo locale da parte dei ragazzi autistici.
L'assessore alle politiche sociali del Comune di Kragujevac Slavica Saveljic aveva
proposto alcuni mesi fa di farne un centro per gli invalidi della citta'. Il Comune
ha ricevuto in dono da altre associazioni 5 computers e i mobili per l'arredamento;
il Centro sta funzionando a pieno ritmo. Ci auguriamo che abbia lo stesso successo
del centro 21 ottobre per ragazzi Down che abbiamo inaugurato tre anni fa.

(FOTO: L'esterno del centro e la targa che ricorda il contributo delle nostre
associazioni; Due scorci all'interno: l'angolo biblioteca e l'angolo computer)

Proprio mentre scrivo questa relazione ci e' arrivata una richiesta di aiuto da parte
del Centro per ulteriori strumenti da acquistare per un suo migliore funzionamento.

Ore 17: visita al Centro per giovani di Zdraljica

Si tratta di un centro che abbiamo realizzato in un quartiere operaio periferico, dove
non esiste nessuno spazio possibile di aggregazione per gli abitanti.L'edificio che lo
ospita e' di proprieta' pubblica ed ha una superficie di 170 metri quadrati. E' stato
inaugurato a settembre 2007.
Ormai il centro funziona; durante la visita la nostra delegazione ha potuto incontrare
un gruppo di bambini che stava seguendo un corso di alfabetizzazione informantica
e vedere sulla porta di ingresso il primo manifesto che riporta l'orario di apertura e
le prime attivita' in corso.
Non siamo ancora in grado di sapere se riusciremo a finanziare in tempi brevissimi
la realizzazione del parco giochi per bambini nella zona a prato antistante il Centro,
ma credo che sara' uno dei nostri impegni prioritari.

(FOTO: Corso di informatica; Manifesto del Centro)

Ore 18: Incontro alla Scuola Infermiere `'Sestre Ninkovic''
(i progetti di odontoiatria sociale)

Questi progetti sono stati descritti in modo molto dettagliato nelle relazioni degli
ultimi tre anni.

Il laboratorio dentistico installato presso la scuola infermiere e' l'ultimo dei sei che
sono stati realizzati a Kragujevac in collaborazione con la Onlus Cooperazione
Odontoiatrica Internazionale.

La relazione di giugno 2007 descrive in dettaglio questa Scuola e il nostro progetto
di collaborazione; e' anche riportato l'accordo firmato tra tutti i soggetti che
hanno partecipato alla realizzazione di questo laboratorio odontoiatrico.

Anche qui, come nella Scuola Tecnica, il materiale per realizzarlo e' giunto con
i camion partiti da Trieste ad agosto e a novembre 2007; il processo di
sdoganamento e' risultato particolarmente lungo e laborioso; la poltrona
dentistica e la strumentazione accessoria sono stati installati a dicembre scorso.

Ricordo che questo laboratorio odontoiatrico ha un duplice scopo: didattico
per le studentesse della Scuola e per fare prevenzione sulle stesse.

In questo viaggio abbiamo consegnato strumentazione nuova necessaria per
il pieno funzionamento del laboratorio che ha ha iniziato a operare a fine gennaio
con personale del servizio odontoiatrico del Policlinico di Kragujevac. distaccato
presso la Scuola. Penso che con il prossimo viaggio, a giugno, potremo avere le
prime statistiche di utilizzo.


Sabato 15 marzo 2008

Alle 11 assemblea di consegna delle quote di affido

Al mattino si e' tenuta l'assemblea per la consegna delle quote di affido, nella
grande sala della direzione. Come sempre atmosfera festosa, anche se, a sentire
i membri della nostra delegazione, la mia assenza e' stata piuttosto sentita. La
televisione di Kragujevac ha registrato una lunga intervista con Stefano. I giornalisti
hanno chiesto informazioni dettagliate sulla nostra campagna di affidi e sui progetti
che portiamo avanti; il tutto e' stato poi trasmesso nel telegiornale serale.
La giornata si e' conclusa con la visita ad una unica famiglia, con un figlio in affido
a Serena e Sergio.


Domenica 16 marzo 2008

Verso le 8 del mattino la delegazione e' partita per il rientro in Italia; il viaggio di
ritorno si e' svolto senza alcuna difficolta' ed alle 6 di sera il furgone e' finalmente
arrivato a Trieste.


3 – Alcune informazioni generali sulla Serbia


Come in ogni relazione di viaggio concludo con un aggiornamento di alcuni indicatori
economici.


Inflazione e prezzi

Il dinaro continua a essere irrealisticamente forte, il cambio contro euro e' di circa
82 a 1; a dicembre scorso era 80 a 1.

Il livello programmato di inflazione per il 2007 era del 6.5%; alla fine dell'anno e'
giunto a 10.1%

Nei primi due mesi del 2008 l'inflazione e' stata rispettivamente del 0.9 % e del
0.7 %

Ma per capire meglio come questi dati si ripercuotono nella vita quotidiana dei
lavoratori e delle loro famiglie bisogna osservare l'evoluzione dei prezzi dei generi
di prima necessita'.


Prezzo in dinari di generi di prima necessita'

Merce Febbraio 2007 Febbraio 2008 Aumento %

Latte 1 litro 41-43 58-61 41

Olio di semi 1 litro 80 115 44

Pane 500 grammi 26 30 15

Coscia maiale 1 chilo 270 315 17

Questi prezzi fanno si' che per la maggior parte delle famiglie serbe (dove sia
presente un reddito da lavoro) la spesa per alimenti e per le bollette dei servizi
assorbe circa il tre quarti del reddito disponibile.

La situazione diventa molto piu' pesante per i pensionati, vista la forbice sempre
piu' ampia tra pensioni e salari.

La situazione diventa assolutamente drammatica per i disoccupati e per i
numerosissimi profughi esistenti nel Paese.


Livello del salario e della pensione medi dal 2003 al 2007 (al netto di imposte
e contributi) registrati nel mese di novembre di ciascun anno

Anno Salario Pensione Rapporto pensione/salario

2003 12254 8476 0.70

2004 15052 10084 0.67

2005 18697 12340 0.66

2006 23148 14285 0.62
2007 29546 15996 0.54


Commercio con l'estero nel 2007 e previsioni fino al 2010 in milioni di euro

2007 2008 2009 2010

Importazioni 14603 17106 19814 22645

Esportazioni 8423 10582 13311 16437


Prezzi dei carburanti al litro (in dinari)

dicembre 2007 marzo 2008

Benzina senza piombo 91.40 99.80

Diesel 78.00 85.00

Eurodiesel 85.10 92.80

Gas 46.90 50.00


4 – Informazioni sulla fabbrica Zastava


Ricordo che a settembre del 2007 sono stati licenziati i 4522 lavoratori che
erano ancora in cassa integrazione.
Hanno ricevuto una liquidazione di 240 euro per anno lavorato pregresso.
Non esiste alcun piano di loro reinserimento lavorativo, ma sono semplicemente
stati iscritti all'ufficio di collocamento pubblico; si sono cioe' aggiunti agli altri
oltre 20.000 disoccupati gia' presenti a Kragujevac.


Zastava Auto, alcuni dati relativi all'anno 2007

Al 31-12-07 i lavoratori erano 3886.

La produzione di auto Zastava e' stata di 9008 vetture, il 12% in meno del
piano di produzione iniziale; la produzione e' diminuita di un terzo rispetto
all'anno 2006. La produzione nel 2007 e' stata pari al 14.7% della produttivita'
degli impianti.

Nel 2007 sono state vendute 10811 vetture, attingendo dunque alle scorte di
magazzino, ma comunque il 21% in meno delle vendite pianificate all'inizio
dell'anno. Al 31-12-07 erano rimaste a magazzino 805 auto.

Per quanto riguarda la Zastava Camion sono stati prodotti 359 camion di cui
350 venduti.
Nei primi tre mesi del 2008 sono stati prodotti 74 camion e venduti 71.