Informazione
Per visionare i video cliccare sui link:
http://www.youtube.com/watch?v=0rDr85g0upc
http://www.youtube.com/watch?v=VZ-IARbhVhE
http://www.youtube.com/watch?v=7MuchMcYcvA
http://www.youtube.com/watch?v=Ijcm09AEnaw
http://www.youtube.com/watch?v=Xfih1WYDgYA
http://www.youtube.com/watch?v=B_o4v7XOL2g
http://www.youtube.com/watch?v=tUR7B29AFH8
http://www.youtube.com/watch?v=MGNNoDD6RXk
http://www.youtube.com/watch?v=vP-wfk8xoVQ
http://www.youtube.com/watch?v=5N1bFU0Jvic
È tuttora la Serbia il paese europeo che ospita -assimilandoli- il
maggior numero di rifugiati - anche non serbi. A quanto riferiscono
le statistiche fornite dall’UNHCR e il Commissariato della Repubblica
per i Rifugiati in Serbia, ci sono circa 206,000 persone dal Kosovo
che vivono dislocate all’interno della Serbia.
Fonti: http://www.arci.it/news.php?id=9784
http://groups.yahoo.com/group/yugoslaviainfo
http://www.b92.net/eng/news/society-article.php?
yyyy=2008&mm=06&dd=20&nav_id=51247
Beta News Agency
June 20, 2008
Serbia has most refugees in Europe
-According to statistics from the UNHCR and the
Republic Commissariat for Refugees in Serbia, there
are about 206,000 internally displaced persons from
Kosovo living in Serbia.
[That is, the West now recognizes Kosovo as an
independent nation, except when it comes to denying
refugee status and benefits to a quarter of a million
ethnic Serbs and tens if not hundreds of thousands of
other ethnic minorities from Kosovo - who are
categorized as internally displaced persons.
The West thus puts Serbia in the following
predictament: If Serbia recognizes the IDPs as
refugees, it de facto accepts Kosovo's unilateral
declaration of independence; if it doesn't, the IDPs
don't qualify for UN refugee aid. Rick Rozoff]
BELGRADE - International Refugee Day is being marked
today, with Serbia home to some 100,000 refugees from
Bosnia-Herzegovina and Croatia, the highest figure in
Europe.
There are about 75 collective refugee centers in
Serbia sheltering some 6,000 people, while the rest
live in private accommodation or with family members.
The number of people with refugee status was 550,000
in 1996. With many receiving Serbian citizenship in
the meantime, that figure has since fallen to about
100,000.
According to statistics from the UNHCR and the
Republic Commissariat for Refugees in Serbia, there
are about 206,000 internally displaced persons from
Kosovo living in Serbia.
UNHCR offices around the world and in Serbia received
some 75,000 applications for refugee status last year.
There are currently 67 million refugees in the world,
and that number has been on the increase over the last
two years.
OPERA NOMADI Ente Morale D.P.R. 347 del 26.3.1970
Comune di Roma
ASSESSORATO alle POLITICHE CULTURALI
- per la legalizzazione degli artisti di strada
- per l’applicazione della Legge 337/1968
sullo spettacolo viaggiante
venerdì 27 GIUGNO 2008 ore 21.30
Teatro Globe Largo Aqua Felix VILLA BORGHESE
CONCERTO ROMANO’
danze turchesche e musica balcanica
degli ARTISTI di STRADA ROM
ROM KALO’ BAL diretto da Kasim Cizmic
danze turchesche delle romnià e rom originari di Sarajevo
e residenti nelle Comunità di Castel Romano e San Paolo
Ensemblu Musicale MARIA TANASE diretto da Decebal Tanasie
complesso multistrumentale dei Musicisti Rom Rumeni originari di Craiova
e residenti al Casale Quintiliani al Tiburtino
partecipano
> Rudko Kawczynski Presidente Forum dei Rom e Viaggianti al Consiglio d’Europa
(i Rom/Sinti si riuniscono con il loro Presidente alle ore 20 all’interno dello stesso teatro)
> Henry Scicluna
(Coordinatore del Consiglio d’Europa per le attività sui Diritti dei Rom e dei Viaggianti)
> UMBERTO CROPPI
Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma
=== 2 ===
Human Rights Watch fordert Aufklärung darüber, was mit 400 Verschwundenen aus dem Kosovo geschah. Ein Gespräch mit Fred Abrahams
Interview: Cathrin Schütz junge Welt, 10.6.08Fred Abrahams ist Leiter der Forschungsgruppe für Krisengebiete bei Human Rights Watch (HRW). Er war von 1995 bis 2000 zuständig für die Balkan-Arbeit der Organisation
È morto Šaban Bajramović, il più grande cantante e compositore rom
Per più venti anni fu a capo di una band “Crna mamba” con cui fece il giro del mondo. Fu nella delegazione di Tito in India, e tenne concerti spettacolari in tutto il mondo. Ovunque fu invitato più volte... “Penso che il successo non mi abbia cambiato affatto, ma non ho realizzato i miei sogni. Nessuno, nella mia natale Niš, si è mai ricordato, dopo che mi sono occupato per 40 anni di musica, di dire: ‘Šaban, ti sei meritato la pensione’. Come posso essere soddisfatto”, diceva il cantante da tempo malato. “Vivo tristemente dopo 40 anni di mie canzoni, nessuno che apra il mio cancello o che telefoni per chiedere come vivo e se riesco a vivere in queste condizioni. Patisco...”, aveva detto Bajramović alcune giorni prima di chiudere per sempre gli occhi. Era stato d’ispirazione per innumerevoli artisti di tutto il mondo. Gli ultimi giorni li ha trascorsi con la moglie Milica. Ha lasciato quattro figlie e 12 nipotini, sparpagliati per il mondo, cosa che, come diceva lui stesso, gli provocava una triste ispirazione...
È morto nella povertà, senza un soldo, solo come un cane, come un gitano del Romancero di Garcia Lorca, avendogli l'attuale regime negato il diritto alla pensione! Senza copertura medica! Un ladro gli aveva rubato quei miseri 700€ di risparmi messi da parte! Quale miserabile Europa è questa. Šaban Bajramović è metafora del destino tragico dell' uomo di oggi.
(a cura di OJ e AM)
---
Fonte: www.glassrbije.org (Radio Srbija)
Preminuo Šaban Bajramović, kralj romske muzike
08. jun 2008. 16:23 (Izvor: RTS)
Romski pevač, kompozitor i pesnik Šaban Bajramović preminuo je danas na kardiološkoj klinici Kliničkog centra Niša. Kralj romske muzike je tokom četiri decenije duge karijere pevao širom sveta, a mediji su isticali da Bajramovićev pečat ostaje zauvek utisnut i u džez i bluz muziku. Šaban Bajramović je rođen je u Nišu 1936. godine. Prvu ploču snimio je 1964. godine. Snimio je oko 20 albuma i pedesetak singlova, a napisao je i komponovao oko 700 pesama. Više od 20 godina predvodio je sastav Crna mamba. Kao glumac pojavljivao se u filmovima 'Nedeljni ručak' i 'Anđeo čuvar' Gorana Paskaljevića, 'Gypsy Magic' Stoleta Popova i 'Crna mačka - beli mačor' Emira Kusturice.
Brajović: smrt Bajramovića gubitak za našu kulturu
08. jun 2008. 18:36 (Izvor: Tanjug)
Ministar kulture Srbije Vojislav Brajović izjavio je Tanjugu da je sa ogromnim žaljenjem primio vest o smrti popularnog i cenjenog pevača Šabana Bajramovića. "To je trajni gubitak za našu kulturu", ocenio je ministar, upućujući iskreno saučešće, pre svega Bajramovićevoj porodici. Brajović je naglasio da mu je "strahovito žao što Bajramović nije uspeo ni da čuje informaciju da je u petak, 6. juna, nađeno rešenje za prevazilaženje problema oko njegovog statusa penzionera i da ga je komisija za dodelu posebnih priznanja uvrstila među dobitnike". "Otišao je jedan od najvećih džez pevača koji je ostvario vrhunske umetničke domete", zaključio je Brajović.
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Addio al re della musica rom (Blic/OdB 9.06.2008)
Lepa Brena je prva, a možda i jedina osoba na prostorima bivše Jugoslavije koja je do kraja shvatila sva pravila šou-biznisa. Muškarci su je voleli jer je prototip balkanske lepotice. Žene su se identifikovale sa "nežnom ženom". Deca su volela Brenu zbog veselih i pevljivih, "brzohvatajućih" hitova. Danas, posle svega, svi vole Brenu jer je simbol jednog vremena – kada smo svi bili srećni, bezbrižni, visoki i plavi. Baš kao i ona...
Branko Ćopić:
Da Bosanska Krupa, mia ragazzina (Mala moja iz Bosanske Krupe)
Un dodicenne ero,
che per la prima volta scese nella città dal paese
quieto e remoto, quando ti vidi all'improvviso.
Ehh, di ricordi stupidi ce n'è più di una dozzina!
Da Bosanska Krupa, mia ragazzina!
Chi lo sa se tu avessi visto
un confuso allievo biondo dagli occhi azzurri,
nelle calzature nuove, incastrato, che smusava nella vetrina?
Da Bosanska Krupa, mia ragazzina!
Tu giungesti com'una nuvoletta,
il tuo sguardo mi fece perdere coscienza,
dimenticai chi ero e da dove provenivo,
dimenticai i nomi di attinenza.
Mancai di proferire qualche parola carina,
Da Bosanska Krupa, mia ragazzina!
Passarono i giorni liceali,
ma il ricordo di te non cessò,
La Una smeraldo, nelle notti di primavera, il tuo nome mi sussurrò.
Libravi dinanzi la mia panchina,
Da Bosanska Krupa, mia ragazzina!
Passarono presto i giorni di scuola,
com'una farfalla di alette d'oro,
ma ti portai nel cuore lo stesso,
per tutte le burrasche dei giorni di termidoro.
Sono i ricordi di te che curo in sordina,
Da Bosanska Krupa, mia ragazzina!
Ora è tardi, i capelli mi son bianchi,
scruto l'Una silenzioso come se fosse muto,
invano giro per le strade note,
tutto è deserto, il tuo passo ormai è perduto.
Ohh, la vita preziosa e divina,
Addio a te, da Bosanska Krupa, mia ragazzina...
(Traduzione di Dragomir Kovačević, con gratitudine per il poeta e con stima per la cantante jugoslava)
NOTA PER LA STAMPA
Gravissima aggressione ai danni di un cittadino rumeno:
il Naga chiede venga fatta chiarezza
Milano, 23 giugno 2008. Sei giorni di prognosi per trauma
cranico dopo una notte in osservazione al pronto soccorso
dell'Ospedale San Paolo: Stelian Covaciu (rom rumeno), con
la sua famiglia, sarebbe stato “allontanato” con
questi esiti dalla polizia lo scorso venerdì 19 giugno
dalla baracca lungo la massicciata della stazione di San
Cristoforo dove viveva con la moglie, i tre figli
minorenni e la nuora incinta.
Secondo quanto raccontato dallo stesso Covaciu,
l’aggressione segue un episodio analogo avvenuto martedì
17 giugno, quando alle 8.00 del mattino si sono presentate
due persone, presentatesi come poliziotti, che, in assenza
del padre, hanno minacciato i componenti della famiglia
Covaciu, tra l'altro intimandoli di lasciare la baracca se
non volevano venisse distrutta. Poco dopo, i due hanno
costretto i Covaciu a entrare nella sala di attesa della
stazione per un controllo, li hanno strattonati,
perquisiti e lì trattenuti, fino a quando il capostazione,
richiamato dalle urla dei bambini, della madre e del padre
nel frattempo intervenuto, ha chiesto spiegazioni.
I due, nel rispondere di essere poliziotti, hanno comunque
lasciato andare la famiglia.
La notte di venerdì Stelian Covaciu è stato minacciato
dalla polizia, percosso e questa volta è finito al pronto
soccorso, dove ha passato una notte in osservazione; è
stato infine dimesso alle 15.30 di sabato pomeriggio, alla
presenza di giornalisti e associazioni di volontariato.
Si aggiunga, infine, che fino ad ora alla famiglia Covaciu
sarebbe stato fisicamente impedito di ritirare i loro
averi, tuttora giacenti nella baracca, sorvegliata a vista
dalla polizia.
Il Naga, che con i gruppi Medicina di strada e SOS
Espulsioni offre assistenza sanitaria e legale a chi vive
nelle aree dimesse ed i campi rom della città di Milano,
chiede con forza che venga fatta chiarezza su tali
gravissimi avvenimenti, ennesimi episodi di sopruso e
discriminazione a danno di rom rumeni, persone che,
benché cittadini europei, troppo spesso non sono nelle
condizioni di sporgere denuncia, per timore delle
possibili ripercussioni.
Per maggiori informazioni
Segreteria di direzione - NAGA
02 58 10 25 99
389 51 55 818
naga@...
www.naga.it
---
Liberazione 05-06-08 (fonte: http://www.arci.it/news.php?id=9631)
I giornalisti scendono in piazza
Il 3 luglio successivo Giuseppe Stalin si rivolgeva al popolo con un discorso che riportiamo
di seguito, nella traduzione in lingua inglese.
Proprio oggi soprattutto in Russia e Bielorussia l'evento viene commemorato con iniziative
ufficiali, tra cui la visita del presidente russo Medvedev a quello bielorusso Lukashenko.
La ricorrenza non viene invece ricordata nei paesi occidentali, nei quali ad uno stato
avanzato la riscrittura della storia del Novecento in termini filofascisti e filonazisti oltrech
antisovietici.
(a cura di AM per il CNJ)
STALIN'S ADDRESS TO THE SOVIET PEOPLE RE JUNE 22 NAZI INVASION
--- In SovietBelarus @yahoogroups.com, "cccp_3a_cccp" wrote:
RADIO ADDRESS OF 3 JULY 1941, BY JOSEPH STALIN, CHAIRMAN OF THE
COUNCIL OF PEOPLE'S COMMISSARS OF THE U.S.S.R.
As Transcribed and Translated by Soviet Russia Today, August, 1941
Comrades! Citizens! Brothers and sisters! Men of our army and navy!
I am addressing you, my friends!
The perfidious military attack on our Fatherland, begun on June 22nd
by Hitler Germany, is continuing.
In spite of the heroic resistance of the Red Army, and although the
enemy's finest divisions and finest airforce units have already been
smashed and have met their doom on the field of battle, the enemy
continues to push forward, hurling fresh forces into the attack.
Hitler's troops have succeeded in capturing Lithuania, a
considerable part of Latvia, the western part of Byelo-Russia, part
of Western Ukraine. The fascist airforce is extending the range of
operations of its bombers, and is bombing Murmansk, Orsha, Mogilev,
Smolensk, Kiev, Odessa and Sebastopol.
A grave danger hangs over our country.
How could it have happened that our glorious Red Army surrendered a
number of our cities and districts to fascist armies? Is it really
true that German fascist troops are invincible, as is ceaselessly
trumpeted by the boastful fascist propagandists? Of course not!
History shows that there are no invincible armies and never have
been. Napoleon's army was considered invincible but it was beaten
successively by Russian, English and German armies. Kaiser Wilhelm's
German Army in the period of the first imperialist war was also
considered invincible, but it was beaten several times by the
Russian and Anglo-French forces and was finally smashed by the Anglo-
French forces.
The same must be said of Hitler's German fascist army today. This
army had not yet met with serious resistance on the continent of
Europe. Only on our territory has it met serious resistance. And if,
as a result of this resistance, the finest divisions of Hitler's
German fascist army have been defeated by our Red Army, it means
that this army too can be smashed and will be smashed as were the
armies of Napoleon and Wilhelm.
As to part of our territory having nevertheless been seized by
Germany fascist troops, this is chiefly due to the fact that the war
of fascist Germany on the USSR began under conditions favorable for
the German forces and unfavorable for Soviet forces. The fact of the
matter is that the troops of Germany, as a country at war, were
already fully mobilized, and the 170 divisions hurled by Germany
against the USSR and brought up to the Soviet frontiers, were in a
state of complete readiness, only awaiting the signal to move into
action, whereas Soviet troops had still to effect mobilization and
move up to the frontier.
Of no little importance in this respect is the fact that fascist
Germany suddenly and treacherously violated the Non-Aggression Pact
she concluded in 1939 with the USSR, disregarding the fact that she
would be regarded as the aggressor by the whole world.
Naturally, our peace-loving country, not wishing to take the
initiative of breaking the pact, could not resort to perfidy.
It may be asked how could the Soviet Government have consented to
conclude a Non-Aggression Pact with such treacherous fiends as
Hitler and Ribbentrop? Was this not an error on the part of the
Soviet Government? Of course not. Non-Aggression Pacts are pacts of
peace between states. It was such a pact that Germany proposed to us
in 1939.
Could the Soviet Government have declined such a proposal? I think
that not a single peace-loving state could decline a peace treaty
with a neighboring state, even though the latter was headed by such
fiends and cannibals as Hitler and Ribbentrop. Of course only on one
indispensable condition, namely, that this peace treaty does not
infringe either directly or indirectly on the territorial integrity,
independence and honor of the peace-loving state. As is well known,
the Non-Aggression Pact between Germany and the USSR is precisely
such a pact.
What did we gain by concluding the Non-Aggression Pact with Germany?
We secured our country peace for a year and a half, and the
opportunity of preparing its forces to repulse fascist Germany
should she risk an attack on our country despite the Pact This was a
definite advantage for us and a disadvantage for fascist Germany.
What has fascist Germany gained and what has she lost by
treacherously tearing up the pact and attacking the USSR?
She has gained a certain advantageous position for her troops for a
short period, but she has lost politically by exposing herself in
the eyes of the entire world as a blood-thirsty aggressor.
There can be no doubt that this short-lived military gain for
Germany is only an episode, while the tremendous political gain of
the USSR is a serious lasting factor that is bound to form the basis
for development of decisive military successes of the Red Army in
the war with fascist Germany.
That is why our whole valiant Red Army, our whole valiant Navy, all
our falcons of the air, all the peoples of our country, all the
finest men and women of Europe, America and Asia, finally all the
finest men and women of Germany--condemn the treacherous acts of
German fascists and sympathize with the Soviet Government, approve
the conduct of the Soviet Government, and see that ours is a just
cause, that the enemy will be defeated, that we are bound to win.
By virtue of this war which has been forced upon us, our country has
come to death-grips with its most malicious and most perfidious
enemy--German fascism. Our troops are fighting heroically against an
enemy armed to the teeth with tanks and aircraft.
Overcoming innumerable difficulties, the Red Army and Red Navy are
self-sacrificingly disputing every inch of Soviet soil. The main
forces of the Red Army are coming into action armed with thousands
of tanks and airplanes. The men of the Red Army are displaying
unexampled valor. Our resistance to the enemy is growing in strength
and power.
Side by side with the Red Army, the entire Soviet people are rising
in defense of our native land.
What is required to put an end to the danger hovering over our
country, and what measures must be taken to smash the enemy?
Above all, it is essential that our people, the Soviet people,
should understand the full immensity of the danger that threatens
our country and should abandon all complacency, all heedlessness,
all those moods of peaceful constructive work which were so natural
before the war, but which are fatal today when war has fundamentally
changed everything.
The enemy is cruel and implacable. He is out to seize our lands,
watered with our sweat, to seize our grain and oil secured by our
labor. He is out to restore the rule of landlords, to restore
Tsarism, to destroy national culture and the national state
existence of the Russians, Ukrainians, Byelo-Russians, Lithuanians,
Letts, Esthonians, Uzbeks, Tatars, Moldavians, Georgians, Armenians,
Azerbaidzhanians and the other free people of the Soviet Union, to
Germanize them, to convert them into the slaves of German princes
and barons.
Thus the issue is one of life or death for the Soviet State, for the
peoples of the USSR; the issue is whether the peoples of the Soviet
Union shall remain free or fall into slavery.
The Soviet people must realize this and abandon all heedlessness,
they must mobilize themselves and reorganize all their work on new,
wartime bases, when there can be no mercy to the enemy.
Further, there must be no room in our ranks for whimperers and
cowards, for panic-mongers and deserters. Our people must know no
fear in fight and must selflessly join our patriotic war of
liberation, our war against the fascist enslavers.
Lenin, the great founder of our State, used to say that the chief
virtue of the Bolshevik must be courage, valor, fearlessness in
struggle, readiness to fight, together with the people, against the
enemies of our country.
This splendid virtue of the Bolshevik must become the virtue of the
millions of the Red Army, of the Red Navy, of all peoples of the
Soviet Union.
All our work must be immediately reconstructed on a war footing,
everything must be subordinated to the interests of the front and
the task of organizing the demolition of the enemy.
The people of the Soviet Union now see that there is no taming of
German fascism in its savage fury and hatred of our country which
has ensured all working people labor in freedom and prosperity.
The peoples of the Soviet Union must rise against the enemy and
defend their rights and their land. The Red Army, Red Navy and all
citizens of the Soviet Union must defend every inch of Soviet soil,
must fight to the last drop of blood for our towns and villages,
must display the daring initiative and intelligence that are
inherent in our people.
We must organize all-round assistance for the Red Army, ensure
powerful reinforcements for its ranks and the supply of everything
it requires, we must organize the rapid transport of troops and
military freight and extensive aid to the wounded.
We must strengthen the Red Army's rear, subordinating all our work
to this cause. All our industries must be got to work with greater
intensity to produce more rifles, machine-guns, artillery, bullets,
shells, airplanes; we must organize the guarding of factories, power-
stations, telephonic and telegraphic communications and arrange
effective air raid precautions in all localities.
We must wage a ruthless fight against all disorganizers of the rear,
deserters, panic-mongers, rumor-mongers; we must exterminate spies,
diversionists and enemy parachutists, rendering rapid aid in all
this to our destroyer battalions.
We must bear in mind that the enemy is crafty, unscrupulous,
experienced in deception and the dissemination of false rumors We
must reckon with all this and not fall victim to provocation.
All who by their panic-mongering and cowardice hinder the work of
defence, no matter who they are, must be immediately haled before
the military tribunal. In case of forced retreat of Red Army units,
all rolling stock must be evacuated, the enemy must not be left a
single engine, a single railway car, not a single pound of grain or
a gallon of fuel.
The collective farmers must drive off all their cattle, and turn
over their grain to the safe-keeping of State authorities for
transportation to the rear. All valuable property, including non-
ferrous metals, grain and fuel which cannot be withdrawn, must
without fail be destroyed.
In areas occupied by the enemy, guerrilla units, mounted and on
foot, must be formed, diversionist groups must be organized to
combat the enemy troops, to foment guerrilla warfare everywhere, to
blow up bridges and roads, damage telephone and telegraph lines, set
fire to forests, stores, transports.
In the occupied regions conditions must be made unbearable for the
enemy and all his accomplices. They must be hounded and annihilated
at every step, and all their measures frustrated.
This war with fascist Germany cannot be considered an ordinary war.
It is not only a war between two armies, it is also a great war of
the entire Soviet people against the German fascist forces.
The aim of this national war in defense of our country against the
fascist oppressors is not only elimination of the danger hanging
over our country, but also aid to all European peoples groaning
under the yoke of German fascism.
In this war of liberation we shall not be alone. In this great war
we shall have loyal allies in the peoples of Europe and America,
including the German people who are enslaved by the Hitlerite
despots.
Our war for the freedom of our country will merge with the struggle
of the peoples of Europe and America for their independence, for
democratic liberties.
It will be a united front of peoples standing for freedom and
against enslavement and threats of enslavement by Hitler's fascist
armies.
In this connection the historic utterance of the British Prime
Minister Churchill regarding aid to the Soviet Union and the
declaration of the United States Government signifying its readiness
to render aid to our country, which can only evoke a feeling of
gratitude in the hearts of the peoples of the Soviet Union, are
fully comprehensible and symptomatic.
Comrades, our forces are numberless. The overweening enemy will soon
learn this to his cost. Side by side with the Red Army many
thousands of workers, collective farmers, intellectuals are rising
to fight the enemy aggressor. The masses of our people will rise up
in their millions.
The working people of Moscow and Leningrad have already commenced to
form vast popular levies in support of the Red Army. Such popular
levies must be raised in every city which is in danger of enemy
invasion, all working people must be roused to defend our freedom,
our honor, our country--in our patriotic war against German Fascism.
In order to ensure the rapid mobilization of all forces of the
peoples of the U.S.S.R. and to repulse the enemy who treacherously
attacked our country, a State Committee of Defense has been formed
in whose hands the entire power of the State has been vested.
The State Committee of Defense has entered upon its functions and
calls upon all people to rally around the Party of Lenin-Stalin and
around the Soviet Government, so as to self-denyingly support the
Red Army and Navy, demolish the enemy and secure victory.
All our forces for support of our heroic Red Army and our glorious
Red Navy! All forces of the people--for the demolition of the enemy!
Forward, to our victory!
--- End forwarded message ---
New York, 20 giu. (Adnkronos) - Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha votato all'unanimita' una risoluzione, la 1.820, che definisce lo stupro un'arma di guerra. Il documento descrive il deliberato uso della violenza sessuale come una tattica di guerra e una minaccia alla sicurezza internazionale. Per il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, la violenza contro le donne ha raggiunto "proporzioni indescrivibili".
Lo stupro è un arma e l'Onu ha il suo mostruoso arsenale. Seguono brevi estratti sull'argomento.
Haiti, MINUSTAH: 2005, 3 caschi blu accusati di stupro
Burundi, ONUC : 2004-2005, 5 casi accertati di abusi su minori
Costa d'Avorio, UNOCI: 2001, abusi sessuali a bambini in cambio di aiuti umanitari
Etiopia e Eritrea, UNMEE: 2003, caschi blu girano video pornografici. 2001, due soldati Onu accusati di molestie a minori
Liberia, UNMIL: 2005, 8 caschi blu accusati di molestie sessuali. 2001, abusi sessuali a bambini in cambio di aiuti umanitari
Rep. Dem. Congo, MONUC: 2005, 150 casi di abusi accertati
Sierra Leone, UNAMSIL: 2001, abusi sessuali a bambini in cambio di aiuti umanitari
Kosovo, UNMIK: nel 2000 l'80% dei clienti della prostituzione era personale delle missioni umanitarie; oggi è il 20%, ma il traffico è cresciuto dell'80%
Timor Est, UNMISET: 2003, viene aperta un'inchiesta su un traffico di prostituzione organizzato dai caschi blu
* * *
A settembre, la rivista medica britannica “The Lancet” pubblica un rapporto sconvolgente in cui si dice che durante il colpo di stato ad Haiti, guidato dagli USA dopo la destituzione nel 2004 del presidente democraticamente eletto Jean Bertrand Aristide, 8.000 persone sono state uccise e 35.000 donne e ragazze violentate. Tra i responsabili di queste azioni compaiono la polizia haitiana, bande, e “peacekeeper” ONU.
[...] una ragazza di sedici anni ha riferito di essere stata rapita e violentata, all'interno di una base navale delle Nazioni Unite, da un militare brasiliano, quando aveva quattordici anni. I genitori della giovane hanno denunciato il fatto alle autorità dell'ONU presenti sul territorio, ma, nonostante le evidenti prove mediche, il soldato in questione è stato rimpatriato senza alcun provvedimento. Un'altra bambina ha affermato di essere stata stuprata da un peacekeeper a soli undici anni, e altri militari sono stati accusati di usufruire della prostituzione locale (anche minorile).
Una ragazzina di 13 anni ha raccontanto alla Bbc come un gruppo di 10 peacekeeper dell’Onu l’ha violentata in un campo vicino la sua casa, abbandonandola a terra sanguinante e terrorizzata. Nessuna sanzione è stata comminata ai soldati.
* * *
L'organizzazione umanitaria britannica Save the Children, che ha effettuato alcune ricerche in Costa d'Avorio, Sudan e Haiti, ha rivelato che numerosi bambini, anche di 6 anni, nelle zone di guerra o di crisi hanno subìto violenze sessuali, da parte di operatori umanitari e peacekeeper ONU.
Le vittime sono prevalentemente orfani, o separati dai genitori, o con famiglie che dipendono dagli aiuti umanitari. A prevalere per numero sono le bambine rispetto ai maschi e l'età media delle vittime è di 14-15 anni, anche se il rapporto parla di abusi anche a danni di bambini di 6 anni. Numerose le forme di abuso descritte dagli intervistati: le più frequenti sono commenti, frasi dal pesante e volgare contenuto sessuale, cioè “abusi verbali” (sono testimoniati dal 65% degli intervistati e partecipanti ai 38 focus group di Save the Children); segue il sesso “coatto” (secondo il 55% degli intervistati), a cui i minori sono indotti magari in cambio di cibo, soldi, sapone, in rari casi di beni “di lusso” come il cellulare. Frequenti anche le molestie (attestate dal 55% degli intervistati). Benché meno frequente (denunciata dal 30% degli intervistati), la violenza sessuale di singoli ma anche di gruppi su minori emerge come la più temuta.
Per quanto riguarda il profilo o la provenienza degli abusanti, il rapporto rileva che possono appartenere a qualsiasi organizzazione, sia essa umanitaria, o di peacekeeping o di sicurezza; avere qualsiasi livello o grado, dai più bassi – guardie, autisti – ai più alti, manageriali; fare parte dello staff locale o internazionale.
Un dato confermato anche dalle Nazioni Unite: sul totale delle denunce di sesso con minori a carico di operatori ONU nel 2005, 60 su 67 riguardano le truppe del Dipartimento ONU delle Operazioni di Peacekeeping (DPKO).
fonti: volontariperlosviluppo, ecplanet, lastampa