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ARTEL GEOPOLITIKA by www.artel.co.yu
office@...
Datum:15.april 2003. g.


Nova knjiga Zivadina Jovanovica: Ukidanje drzave
http://www.artel.co.yu/sr/izbor/jugoslavija/2003-04-15_1.html


Nova knjiga Zivadina Jovanovica: UKIDANJE DRZAVE


Beograd, 14. aprila 2003. godine

Izdavacka kuca "Veternik" objavila je u martu 2003. godine novu
knjigu bivseg saveznog ministra za inostrane poslove i saveznog i
republickog poslanika Zivadina Jovanovica.
Knjiga je svedocanstvo minulih desetak godina i kamen medjas
politickih zbivanja u burnim godinama razbijanja prethodne
Jugoslavije uz naglasak na najaktuelnija zbivanja. Dogadjaji su
vidjeni ocima neposrednog ucesnika i knjiga obiluje dokumentima,
analizama i zapa?anjima.

U predgovoru ovoj knjizi dr Oskar Kovac isti?e:
"Ljudi koji svojom delatnoscu ostavljaju zapa?en trag u javnom
zivotu, u kriticnim razdobljima se javljaju sa svojim vidjenjem
dogadjaja i stanja u drustvu. Zivadin Jovanovic je neosporno takva
licnost. Sa iskustvom ministra inostranih poslova, istaknutog
socijaliste i saveznog poslanika, on ima sta da kaze, analizira i
predlaze"...
"Osobe koje su (i bukvalno) na krilima "medjunarodne zajednice"
dosle na vlast u Jugoslaviji , odgovorne su za eskalaciju krize u svim
oblastima zivota u zemlji, iako su bas one bile zadu?ene za njeno
resavanje. Zaista su nasli nadrealisticko resenje. Krize u drzavi vise
nece biti. Ako nisu uspeli da rese krizu, uspeli su da ukinu drzavu.
Nije nikakva uteha sto su ukinuli i svoje funkcije. Ipak ce narod
platiti ceh."

Recenzent, prof. dr Ratko Markovic, isti?e:
Zivadin Jovanovic je u svojoj knjizi razgovlitio sve licemerstvo te
tobo?nje slobode i demokratije. To je sloboda koja je donela jednu
poslusnicku, preplasenu i aminasku vlast, koja je dozvolila da tudjini
narodu reformisu uredjenje, cak i ime drzave koja posle sedamnaest
decenija bogate istorije srpske ustavnosti priziva tudjine da pisu
Srbiji ustav. I knez Milos je u vazalnoj Srbiji poverio pisanje ustava
jednom pismenom Srbinu a ne nekakvoj mletackoj mastiljari koja bi
bespomozno zurila u zemljopisnu mapu tragajuci gde je Srbija."

U svom uvodu autor, Zivadin Jovanovic, isti?e:
"To je vreme sumarnih optuzivanja, dirigovanih medija, masovnog
ispiranja mozga, sirenja nacionalnog defetizma i nametanja narodu
kompleksa istorijske krivice. Vreme sistematskog razaranja kulturnih
i nacionalnih vrednostii apologije duhovnog siromastva. Vreme
progona i javnog bla?enja politickih neistomisljenika. Velicanja svega
tudjeg i skorojevickog nipodastavanja svojega. Vreme hajki i trampe
bivsih predsednika , drzavnika, vojnika i policajaca za takozvane
donacije. Vreme kada su dezerterstvo i potkazivanje proglaseni za
vrline i ozakonjeni. Kada se narodna knjizevnost, nacionalni pisci i
velikani uopste izbacuju iz ud?benika a njihova mesta ustupaju
strancima. Bas kao i pisanje istorije."

Knjiga se moze naruciti preko:
- ARTEL GEOPOLITIKA: office@...
ili
- BEOGRADSKI FORUM ZA SVET RAVNOPRAVNIH: beoforum@...

Cena knjige je: Za Srbiju i Crnu Goru: 600 din + postarina, za
inostranstvo: 14 Eura + postarina

ALBANESI A BAGHDAD

L'Albania ha salutato ieri, con una cerimonia nella piazza centrale di
Tirana, 70 suoi militari in partenza per l'Iraq dove, in qualità di
«ambasciatori di pace», sosterranno gli alleati Usa e britannici.
(Fonte: il manifesto, 15 Aprile 2003, pag.2)

Ricordiamo che la Repubblica di Albania e' il piu' fedele alleato
degli USA nei Balcani, e che tutti i leader politici pan-albanesi
(dunque anche i nazionalisti albanesi degli Stati limitrofi, compreso
Ibrahim Rugova) si sono detti favorevoli alla aggressione contro il
popolo iracheno. Viceversa, voci dissenzienti, come quella dello
scrittore Fatos Lubonja, vengono messe a tacere: Lubonja è stato
denunciato dal direttore del suo giornale.
(Fonte: il manifesto, 151/4/2003)

http://lists.peacelink.it/pace/msg05175.html


Subject: 1. Esporre i collegamenti tra al Qaeda e l'amministrazione
Bush
From: "Luna Cerris"
Date: Sun, 13 Apr 2003 17:19:10 +0200



Molti attivisti contro la guerra non sono a conoscenza del fatto che
le successive amministrazioni USA negli ultimi 20 anni hanno sostenuto
il terrorismo islamico, compresa al Qaeda. Quest'ultima è una creatura
della CIA. Essa è uno strumento chiave della politica estera USA.

Utilizziamo queste informazioni per smantellare i piani di guerra
dell'amministrazione Bush: Sensibilizziamo i nostri concittadini.
Esponiamo i collegamenti. Perché, quando la verità comincia a
gocciolare, i piani di guerra dei capi non avranno un briciolo di
legittimazione agli occhi di milioni di americani che credono che al
Qaeda sia "Una minaccia per l'America" e che il loro presidente sia
impegnato per la loro sicurezza.

Come rimuovere i criminali di guerra e rovesciare la
marea della guerra?


Esporre i collegamenti tra al Qaeda e l'amministrazione Bush

di Michel Chossudovsky
http://globalresearch.ca/

15 marzo 2003

Quando negli USA la gente scoprirà che al Qaeda non è collegata a
Saddam ma è di fatto una creatura della CIA e che gli allarmi
terroristici sono fabbricati la legittimazione dell'amministrazione
Bush crollerà come un castello di carte. Il nemico percepito non sarà
più Saddam, ma saranno Bush, Cheney, Rumsfeld, Powell, e tutti gli
altri. Perché ciò è importante per il movimento contro la guerra?

Questa relazione dell'amministrazione Bush con il terrorismo
internazionale, che è materia di documentazione pubblica, punta
indelebilmente alla criminalizzazione degli alti gradi dell'apparato
dello stato USA.

Utilizziamo queste informazioni per smantellare i piani di guerra
dell'amministrazione Bush. Sensibilizziamo i nostri concittadini.
Esponiamo i "dubbi collegamenti". Perché, quando la verità comincia a
gocciolare, i piani di guerra dei capi non avranno un briciolo di
legittimazione agli occhi di milioni di americani che credono che al
Qaeda sia "Una minaccia per l'America" e che il loro presidente sia
impegnato per la loro sicurezza. In questo cruciale punto di svolta
della nostra storia, dobbiamo comprendere che il sentimento contro la
guerra in se stesso non mina l'agenda di guerra. Lo stesso vale per
l'impasse al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. L'amministrazione Bush
ha intenzione di fare la guerra con o senza l'approvazione dell'ONU.

L'unico modo per prevenire che questa guerra abbia luogo nelle
prossime settimane è spodestare i governanti, che sono criminali di
guerra. Una precondizione per infrangere la legittimazione
dell'amministrazione Bush è il rivelare completamente i suoi legami
con il terrorismo internazionale e la sua complicità nei tragici fatti
dell'11/9. Questo obiettivo può essere raggiunto solamente piegando
efficacemente la sua campagna di propaganda e spargendo la verità
attraverso una campagna di informazione delle associazioni di base dei
cittadini. Per fronteggiare l'impasse al Consiglio di Sicurezza
dell'ONU, l'ultimo disperato tentativo di Washington è stato quello di
collegare l'Iraq ad al Qaeda.

Al Qaeda di Osama bin Laden -- ora "sostenuta da Baghdad" -- viene
annunciata ad nauseam sia nelle dichiarazioni ufficiali che nei media
come un "Nemico dell'America", responsabile degli attacchi
terroristici dell'11/9. Le verità vengono contorte e rivoltate: Al
Qaeda, sostenuta da Baghdad, che "prepara un attacco all'America", che
giustifica una "preventiva" invasione dell'Iraq per "difendere la
patria".

In un sondaggio d'opinione della CNN-Time Magazine il mese di
fabbraio, il 76% degli intervistati riteneva che "Saddam fornisce
assistenza ad al Qaeda". In un altro sondaggio dove veniva chiesto
"Saddam Hussein è stato personalmente coinvolto negli attacchi dell'11
settembre"? il 72% diceva "che era vero o alquanto probabile" che
Saddam fosse coinvolto. (CNN, 11 March 2003)
http://www.cnn.com/2003/WORLD/meast/03/11/Iraq.Qaeda.link/index.html

Ma chi è questo nemico esterno?

Mentre Colin Powell -- senza il sostegno di prove -- nel suo discorso
all'ONU indica "il sinistro nesso tra l'Iraq e la rete terroristica al
Qaeda", documenti ufficiali, rapporti della stampa e dell'intelligence
confermano che successive amministrazioni degli USA hanno sostenuto ed
assistito la rete militante islamica. Tale relazione è un fatto
accertato, corroborato da numerosi studi, riconosciuto dai think tanks
ufficiali di Washington:
http://globalresearch.ca/articles/CHO109C.html

Nel 1980 gli Stati Uniti combatterono un'altra guerra in questa
regione con mezzi simili, una guerra segreta contro l'Unione Sovietica
ed una serie di regimi sostenuti dai sovietici in Afghanistan. Bin
Laden ed i suoi compari terroristi, i loro ospiti afgani e le forze
armate pakistane, fanno tutti parte di questa storia passata degli
U.S.A... Data un'opportunità per minare l'Unione Sovietica, gli Stati
Uniti divennero degli associati della guerra per procura del Pakistan.
( Samina Ahmed, The United States and Terrorism in Southwest Asia;
September 11 and Beyond, International Security, inverno 2001/2002)

Con l'attivo incoraggiamento della CIA e dell'ISI [Inter Services
Intelligence] del Pakistan, che voleva trasformare la jihad afgana in
una guerra globale di tutti gli stati musulmani contro l'Unione
Sovietica, tra il 1982 ed il 1992 circa 35.000 radicali musulmani da
40 paesi islamici si unirono alla lotta in Afghanistan. Altre decine
di migliaia vennero a studiare nelle madrasahs pakistane. Alla fine,
più di 100.000 musulmani radicali stranieri vennero influenzati
direttamente dalla jihad afgana. (Ahmed Rashid, The Taliban: Exporting
Extremism, Foreign Affairs, novembre-dicembre 1999).

Al Qaeda è stata creata e sostenuta dalla politica estera USA.
Nondimeno, secondo Powell nella sua "autorevole" presentazione del 5
febbraio all'ONU:

"Questi affiliati ad al Qaeda, con base a Baghdad, ora coordinano il
movimento di persone, denaro e rifornimenti verso ed attraverso l'Iraq
per la loro rete, ed operano liberamente nella capitale da più di
otto mesi". Mentre i media USA applaudono, l'ex direttore della CIA
asserisce che "Sappiamo che a [l campo di addestramento terrorista
iracheno di] Salman Pak vi erano terroristi islamici in addestramento
per dirottare aeroplani in gruppi di quattro o cinque con piccoli
coltelli", (News.max, 13 marzo 2003 ).
http://newsmax.com/showinsidecover.shtml?a=2003/3/13/112209

Ora, si dà proprio il caso che, come direttore della CIA durante la
presidenza Reagan, William Casey era il responsabile per l'invio di
aiuti segreti alle brigate islamiche in Afghanistan. In altre parole,
Casey fu uno degli architetti del terrorismo islamico.

La grande menzogna

Nei mesi che precedono l'invasione dell'Iraq le menzogne della
politica estera sono divenute sempre più grottesche. Nondimeno, né i
media, né i governi stranieri (compresi quelli di Francia, Germania e
Russia) hanno avuto il coraggio di accusare apertamente
l'amministrazione Bush di mentire al Consiglio di Sicurezza dell'ONU,
di fabbricare un pretesto per fare la guerra in violazione della carta
dell'ONU.

Secondo un "documento top secret britannico" citato dalla BBC, "non vi
è altro che inimicizia tra l'Iraq ed al Qaeda. La BBC ha detto che la
rivelazione è trapelata da funzionari dell'intelligence [britannico]
sconfortati dal fatto che il loro lavoro venisse usato per
giustificare la guerra". (citato in Daily News, New York, 6 febbraio
2003). Ironicamente, i documenti del Dipartimento di Stato come anche
quelli del potente Council on Foreign Relations (CFR), che svolge un
ruolo da dietro le scene nella pianificazione militare USA,
suggeriscono che le dichiarazioni di Colin Powell all'ONU sono
fabbricate:

"La questione dei collegamenti iracheni ad al Qaeda rimane oscura,
sebbene alti funzionari dell'amministrazione Bush insistano che tali
legami esistono... Tutti gli esperti e funzionari del Dipartimento di
Stato notano che tutta la presenza di al qaeda in Iraq si trova
probabilmente nelle regioni del Nord al di fuori del controllo di
Saddam. Molti esperti dicono che vi sono indizi superficiali di
legami tra al Qaeda e l'Iraq, notando che il disprezzo di al Qaeda per
i governi arabi "empii" ne fa un improbabile compagno di letto del
regime secolare di Saddam".
Council on Foreign Relations (CFR) at
http://www.cfrterrorism.org/groups/alqaeda3.html

Inoltre, in una conferenza stampa tenuta assieme con il Primo Ministro
britannico Tony Blair alla fine del gennaio 2003, il Presidente Bush
negò categoricamente l'esistenza di collegamenti tra Baghdad ed al
Qaeda, controvertendo perciò le dichiarazioni del suo Segretario di
Stato:

http://www.thememoryhole.org/war/no-saddam-qaeda.htm

[Adam Boulton, Sky News (London):] Una domanda per entrambe. Crediate
che vi sia un collegamento tra Saddam Hussein, un collegamento
diretto, e gli uomini che attaccarono l'11 settembre?

IL PRESIDENTE: Non posso fare questa affermazione.

IL PRIMO MINISTRO: Ciò risponde alla vostra domanda.

La risposta del presidente contraddice la dichiarazione fatta meno di
un mese dopo dal Segretario Colin Powell al Consiglio di Sicurezza
dell'ONU quando ha accusato Saddam di dare rifugio ad al Qaeda.

Allarmi terroristici fabbricati.

Il giorno seguente la floscia presentazione di Colin Powell al
Consiglio di Sicurezza dell'ONU l'amministrazione Bush ha dichiarato
un allarme terrorismo "codice arancione". La disinformazione
veniva fabbricata in maniera totalmente improvvisata. Vennero
immediatamente dispiegati missili antiaerei attorno a Washington. I
media vennero inondati da storie sul sostegno iracheno ad un imminente
attacco di al Qaeda.

"La nazione ora è in Allarme Arancione perché le intercettazioni
dell'intelligence e la pura logica suggeriscono che i nostri nemici
islamici conoscono il modo migliore per colpirci con il terrorismo sul
suolo USA" (New York Post, 11 Feb 2003).

Era stata impiantata nella catena delle notizie (ABC News, 13 Feb
2003) una storia fabbricata proveniente dalla CIA sulle cosiddette
'bombe sporche radioattive'. Il Segretario Powell avvertì che "per i
terroristi sarebbe facile preparare bombe 'sporche' radioattive da far
esplodere negli USA ... 'Non posso dire quanto facile sia... Ma penso
che per noi sia saggio fare in modo che il popolo americano sia almeno
a conoscenza di questa possibilità'". (ABC This Week quoted in Daily
News (New York), 10 Feb. 2003).

Nel frattempo le reti TV avvertivano che "Gli hotel, i centri
commerciali o i condomini americani potrebbero essere già la prossima
settimana bersagli di al Qaeda ...". In seguito all'annuncio, decine
di migliaia di americani corsero ad acquistare nastro isolante, fogli
di plastica e maschere antigas.

Più tardi trapelò che l'allarme terrorismo era stato fabbricato dalla
CIA, con tutta probabilità di concerto con il Dipartimento di Stato
(ABC News, 13 Feb. 2003). Per la prima volta l'FBI aveva puntato il
dito contro la CIA. Mentre tacitamente riconosceva che l'allarme era
un falso, il Segretario della Homeland Security Tom Ridge decideva di
mantenere l'allarme 'codice arancione'.

"Nonostante il rapporto fabbricato, non vi sono progetti di cambiare
il livello di minaccia. I funzionari hanno detto che sono state
confermate altre informazioni e che l'alto livello di precauzioni è
pienamente valido". ( ABC News, 13 Feb. 2003 )
http://abcnews.go.com/sections/wnt/US/terror030213_falsealarm.html

Pochi giorni dopo, in un'altra fallita iniziativa della propaganda,
venne presentato dal Segretario Colin Powell al Congresso USA un
misterioso nastro audio di Osama bin Laden come 'prova' che i
terroristi islamici "stanno facendo causa comune con un brutale
ditttatore". (Un funzionario USA citato dal The Toronto Star, 12 Feb.
2003). Curiosamente, il nastro audio era in possesso di Colin Powell
prima che venisse trasmesso dalla rete TV Al Jazeera. (Ibid.) , Il
ruolo di Colin Powell: dall'Iran-Contra all'11 settembre

Sia Colin Powell che il suo vice Richard Armitage, che con nonchalance
accusano Baghdad ed altri governi stranieri di "dar rifugio" ad al
Qaeda, hanno giocato un ruolo diretto, in momenti diversi delle loro
carriere, nel sostenere organizzazioni terroriste. Entrambe erano
implicati -- operando dietro le scene -- nello scandalo Irangate
Contra durante l'amministrazione Reagan, che comportò la vendita
illegale di armi all'Iran per finanziare l'esercito paramilitare
Contra nicaraguense. Il Colonello Oliver North mise in piedi una
squadra comprendente [Richard] Secord; Noel Koch [vice di Armitage],
allora assistente segretario al Pentagono responsabile per le
operazioni speciali; George Cave, un ex capo stazione della CIA a
Teheran, e Colin Powell, assistente militare del Segretario alla
Difesa USA Caspar Weinberger...(The Guardian, December 10, 1986)

Sebbene Colin Powell non fosse direttamente coinvolto nei negoziati
sul trasferimento delle armi, che erano stati affidati a Oliver North,
era tra i "minimo cinque uomini al Pentagono che sapevano che le armi
venivano trasferite dalla CIA". (The Record, 29 December 1986). Il
Ten. Gen. Powell era direttamente strumentale nel dare "luce verde"
ad ufficiali di livello inferiore dell'Irangate in aperta violazione
delle procedure del Congresso.
Secondo il New York Times, Colin Powell prese la decisione (al livello
di presa di possesso), di permettere la consegna delle armi all'Iran:
Affrettatamente, uno degli uomini più vicini al Segretario alla Difesa
Weinberger, il Magg. Gen. Colin Powell, passò oltre le procedure di
"sistema di punto focale" ed ordinò alla Defense Logistics Agency
<http://www.dla.mil/about.asp> [responsabile della presa in consegna]
di dare il primo di 2.008 missili TOW alla CIA, che agiva come
tramite per la consegna all'Iran" (New York Times, 16 February 1987)

Richard Armitage

Richard Armitage deteneva la posizione di Assistente Segretario alla
Difesa nell'amministrazione Reagan. Era a capo del coordinamento delle
operazioni militari che comprendevano l'operazione Iran-Contra. Era in
stretto collegamento con il Colonnello Oliver North. Il suo vice e
funzionario capo dell'antiterrorismo Noel Koch faceva parte della
squadra messa su da Oliver North. In seguito alla consegna dei missili
anticarro TOW all'Iran, i ricavi di queste vendite venivano depositati
in conti bancari numerati ed il denaro era usato per finanziare i
Contra nicaraguensi. (UPI. 27 November 1987). Un rapporto classificato
israeliano fornì ai comitati di indagine Iran-Contra del Congresso la
conferma che Armitage "era nello schema della faccenda iraniana". (New
York Times, 26 May 1989): "Con una posizione al Pentagono che lo
poneva a capo della sezione operazioni segrete, Armitage fu parte
negli affari segreti sulle armi dall'inizio. Era anch! e associato
all'ex aiutante alla sicurezza nazionale Oliver L. North in un gruppo
antiterrorismo della Casa Bianca, un'altra area che sarebbe stata pure
oggetto probabile di un'indagine del Congresso". (Washington Post, 26
May 1989) Il Direttore della CIA William Casey con la collaborazione
di Richard Armitage al Pentagono "condusse la guerra segreta dei
mujahideen contro l'Unione Sovietica..." (citato in Domestic
Terrorism: The Big Lie The "War") "Contragate was also an
off-the-shelf drug-financed operation run by Casey." (Ibid ).
http://www.ratical.org/ratville/CAH/AOPof911p11.html

Il finanziamento delle brigate islamiche

La procedura Iran Contra fu simile a quella usata in Afghanistan, dove
l'aiuto segreto veniva inviato alla brigata militante islamica (US
News and World Report, 15 dicembre 1986). Infatti parte dei ricavi
delle vendite di armi all'Iran erano stati diretti al finanziamento
dei mujahideen. : "Il Washington Post riportò che i profitti dalle
vendite di armi all'Iran venivano depositati in un conto gestito dalla
CIA nel quale gli USA e l'Arabia Saudita avevano versato 250 milioni
di dollari ciascuno. Quel denaro venne passato non solo ai contras in
America centrale ma anche ai ribelli che combattevano le truppe
sovietiche in Afghanistan."(U.S. News & World Report, 15 dicembre
1986)

L'insabbiamento dell'Irangate

Il Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Reagan, Contrammiraglio
John Pointdexter, più tardi incriminato con accuse di cospirazione e
di avere mentito al Congresso, venne sostituito come Consigliere per
la Sicurezza Nazionale da Frank Carlucci. Ed il Magg. Gen. Colin
Powell venne nominato vice di Carlucci, ufficialmente il "numero due"
della squadra della Sicurezza Nazionale. "Entrambe arrivarono alla
Casa Bianca dopo le rivelazioni sull'Iran Contra e la pulizia [cioè
insabbiamento] all'NSC che seguì [lo scandalo Irangate]" (The
MacNeil/Lehrer NewsHour, 16 giugno 1987).

Non è necessario dire che la pulizia fu un insabbiamento: Colin Powell
era nell'affare Irangate. Mentre diversi ufficiali dell'Irangate,
compresi John Pointdexter e Oliver North, vennero accusati di
comportamento criminale, i principali attori alla CIA ed al Pentagono,
cioè Armitage e Casey, non vennero mai accusati, né lo fu il Tenente
Generale Colin Powell che autorizzò la presa in consegna dei missili
TOW dalla Defense Logistics
Agency. http://www.dla.mil/about.asp

Inoltre, mentre le armi venivano segretamente vendute all'Iran,
attraverso canali ufficiali Washington stava anche fornendo armi a
Baghdad. In altre parole, Washington stava armando entrambe le parti
della guerra Iran-Iraq. E chi era incaricato dei negoziati per quelle
vendite di armi a Baghdad?
Donald Rumsfeld.
http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB82/index.htm

La criminalizzazione dello Stato: i collegamenti tra i funzionari USA
ed al Qaeda

Questi collegamenti storici alle organizzazioni terroriste non sono
che la punta dell'iceberg. Prove recenti suggeriscono che Colin Powell
ed il suo vice Richard Armitage furono coinvolti nell'insabbiamento
politico degli attacchi dell'11 settembre. Infatti, le prove puntano
alla complicità politica dei più alti livelli dell'amministrazione
Bush.
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html

E' l'amministrazione Bush piuttosto che il governo iracheno ad avere
collegamenti con il terrorismo islamico. Ma nessuna di queste
informazioni è arrivata al più vasto pubblico ed i media considerano
largamente irrilevante il collegamento di successive amministrazioni
USA alla rete militante islamica. (Per dettagli ed analisi vedi gli
ampi riferimenti bibliografici indicati più sotto). Vi sono
documentati collegamenti tra al Qaeda ed alti funzionari
dell'amministrazione Bush, compresi il Segretario Colin Powell ed il
Vicesegretario Richard Armitage. Documentati dal Congresso USA, vi
sono dati dei collegamenti tra il Presidente Clinton ed al Qaeda.
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO206A.html
http://globalresearch.ca/articles/DCH109A.html

Il presidente della Commissione d'inchiesta sull'11/9 Thomas Kean
nominato dal Presidente Bush era socio d'affari di un potente membro
della famiglia bin Laden (V. Fortune Magazine, 22 gennaio 2003;
Xymphora, dicembre 2002 V. anche Global Outlook, No. 4, 2003 ).
http://www.fortune.com/fortune/print/0,15935,410237,00.html
http://www.globalresearch.ca/articles/XYM212A.html
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO212A.html

Vi sono prove di dubbi collegamenti che coinvolgono membri del
Congresso USA, compresi il Senatore Bob Graham ed il Rep. Porter Goss,
presidenti dei Comitati di intelligence del Senato e della Camera.
Colin Powell e Richard Armitage hanno avuto colloqui di alto livello
con l'ex capo dell'ISI Generale Mahmoud Ahmad subito dopo l'11/9. Ora
si dà proprio il caso che, secondo l'FBI e l'intelligence indiano, il
Generale Mahmoud, capo dell'intelligence militare del Pakistan e
presunto "pagatore" dietro gli attacchi dell'11/9, aveva trasferito
fondi al capo banda dell'11/9 Mohammed Atta. Vi è anche ampia prova di
collegamenti d'affari tra le famiglie Bush e bin Laden (V. George W.
Bush Financial Scams: selezione di articoli del CRG ).
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO206A.html
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html
http://globalresearch.ca/articles/CRG207A.html

Nelle tavole in basso vi sono molti dei documentati "collegamenti" di
alti funzionari USA e politici eletti con la rete terrorista islamica.
Le fonti delle informazioni e le URL (dove disponibili) sono indicati
nella colonna di destra. Queste informazioni sono cruciali in un
momento nel quale l'amministrazione Bush accusa Baghdad di avere
collegamenti con il terrorismo internazionale. Quella che viene
fornita in basso è una tavola sinottica basata su numerosi studi,
documenti e rapporti. Per un'analisi in profondità ed anche per una
rassegna storica della vasta relazione tra il governo USA ed il
terrorismo islamico il lettore è rinviato alla bibliografia indicata
più sotto.


---


http://lists.peacelink.it/pace/msg05176.html


Subject: 2. Esporre i collegamenti tra al Qaeda e l'amministrazione
Bush
From: "Luna Cerris"
Date: Sun, 13 Apr 2003 17:19:20 +0200



* Tavola 1, Precedenti storici:

"Collegamenti" di funzionari USA con al Qaeda ed altre organizzazioni
terroriste (lista parziale)

Funzionario

Circostanze
Documento o fonte

Jimmy Carter

Nel luglio del 1979 firmò la prima direttiva per aiuti segreti alla
rete militante islamica in Afghanistan
Intervista con Brzezinski in Nouvel Observateur, 15-21 gennaio 1998
http://www.globalresearch.ca/articles/BRZ110A.html

Zbigniew Brzezinski

Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Presidente Carter
In qualità di Consigliere per la Sicurezza Nazionale di Jimmy Carter,
Brzezinski fu l'architetto del sostegno segreto alla rete militante
islamica nella guerra sovietico-afgana.
Intervista con Brzezinski in Nouvel Observateur, 15-21 gennaio 1998
http://www.globalresearch.ca/articles/BRZ110A.html

Ronald Reagan

Firmò la Direttiva Decisionale di Sicurezza Nazionale 166, (1985) che
permetteva l'aumento degli aiuti segreti alle brigate islamiche nella
guerra sovietico-afgana.
Washington Post, 19 luglio 1992
http://globalresearch.ca/articles/CHO109C.html

George H. W. Bush

Continuò il sostegno segreto alla rete militante islamica iniziato
sotto le presidenze Carter e Reagan.
Wall Street Journal, 27 settembre 2001
http://www.globalresearch.ca/articles/WAL110A.html
http://www.globalresearch.ca/articles/WAR203A.html
Fornì sostegno ai funzionari dell'Iran Contra durante il suo incarico
di Vice Presidente
The New York Times, 12 febbraio 1989
<http://dir.salon.com/tech/feature/2001/11/19/bush_oil/index.html>
Legami d'affari con la famiglia bin Laden attraverso il Carlyle
Group.Fortune, 8 marzo 2002
Salon.com, 19 novembre 2001
Foreign Policy in Focus, 30 aprile 2002
http://www.globalresearch.ca/articles/GEO205A.html

Bill Clinton

Ordino la collaborazione tra le forze armate USA ed operativi di al
Qaeda durante la guerra civile in Bosnia. Sostenne il KLA, che veniva
sostenuto anche da al Qaeda.
Comitato del Partito Repubblicano del Congresso USA, 1997
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO110A.html
http://globalresearch.ca/articles/DCH109A.html

Anthony Lake

Consigliere per la Sicurezza Nazionale del Presidente Clinton Ordinò
gli aiuti segreti alle organizzazioni terroriste islamiche che
combattevano in Bosnia (1991-95)
Comitato del Partito Repubblicano del Congresso USA, 1997
http://globalresearch.ca/articles/DCH109A.html


* Tavola 2, I funzionari dell'amministrazione Bush:

Collegamenti ad al Qaeda ed ai terroristi dell'11/9 (lista parziale)

Nome del funzionario

Natura del collegamento
Fonte delle informazioni

George W. Bush

Collegamenti d'affari negli anni '80, quando era in affari
pertroliferi in Texas con la famiglia bin Laden, compresi Salem bin
Laden (fratello di Osama) e Khalid bin Mahfouz (cognato di Osama),
indicati nella denuncia delle famiglie delle vittime dell'11/9 come i
finanziatori dell'11/9. Bin Mahfouz è sospettato di avere finanziato
con milioni di dollari la rete al Qaeda.
http://www.scoop.co.nz/mason/stories/HL0208/S00148.htm
Intelligence Newsletter, 2 marzo 2000
http://www.globalresearch.ca/articles/INL110A.html
AFP London 7 novembre 2001, Salon.com, 19 novembre 2001,
http://dir.salon.com/tech/feature/2001/11/19/bush_oil/index.html
Boston Herald, 11 dicembre 2001, Bush Watch 2001,
http://globalresearch.ca/articles/CRG207A.html
In these Times, 12 novembre 2001
http://www.globalresearch.ca/articles/MAD202B.html
George W. Bush Financial Scams: selezione di articoli del CRG
http://globalresearch.ca/articles/CRG207A.html

Colin Powell

Segretario di Stato
Negoziò i termini della cooperazione del Pakistan nella guerra al
terrorismo con il pagatore dietro all'11/9, Generale Mahmoud
Ahmad, capo dell'intelligence militare pakistano (ISI).
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html
Secondo diversi rapporti, incluso quello dell'FBI, si ritiene abbia
trasferito 100.000 dollari al capo dell'11/9 Mohammed Atta. Colin
Powell era anche coinvolto da dietro le scene nell'affare Iran Contra.
http://www.consortiumnews.com/archive/colin7.html
Il Magg. Generale Powell autorizzò i trasferimenti illegali di armi
all'Iran.
Miami Herald, 16 settembre 2001, Washington Post, ABC News 30
settembre 2001, AFP, 10 ottobre 2001, Times of India, 9 ottobre 2001

Richard Armitage

Vice Segretario di Stato
Coinvolto nel piano segreto di aiuti alla base militante islamica
dalla sua origine durante l'amministrazione Reagan.
Coinvolto anche nello scandalo Iran Contra, che consisteva nella
vendita illegale di armi all'Iran per finanziare i Contras
nicaraguensi. Anche Richard Armitage incontrò il Generale Mahmoud
Ahmad, presunto pagatore dietro l'11/9, in incontri al Dipartimento di
Stato il 12 e 13 settembre
<http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html>
Miami Herald, 16 settembre 2001, Washington Post, ABC News 30
settembre 2001, AFP, 10 ottobre 2001, Times of India, 9 ottobre 2001,
United Press International, 18 luglio 2001
http://www.globalresearch.ca/articles/ROF111A.html

Marc Grossman

Sottosegretario di Stato
Incontri con il capo dell'ISI Generale Mahmoud Ahmad nella settimana
precedente l'11/9
<http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html>

George Tenet

Direttore della CIA
Incontri con il capo dell'ISI Generale Mahmoud Ahmad nella settimana
precedente l'11/9
<http://www.globalresearch.ca/articles/CHO111A.html>

Sen. Bob Graham e Rep. Porter Goss

Presidenti dei Comitati ristretti di Intelligence del Senato e della
Camera
Incontri con il capo dell'ISI Mahmoud Ahmad, il pagatore dietro ai
terroristi, in Pakistan alla fine dell'agosto del 2001. Incontro con
il capo dell'ISI la mattina dell'11 settembre.
<http://www.globalresearch.ca/articles/CHO206A.html>

Le opinioni del Council on Foreign Relations sull'ISI come
organizzazione terrorista
http://www.cfrterrorism.org/coalition/pakistan2.html
Miami Herald, 16 settembre 2001, 16 Washington Post, 18 maggio 2002
Council on Foreign Relations
<http://www.cfrterrorism.org/coalition/pakistan2.html>

John Pointdexter

Capo del Total Information Awareness Program (TIA)
Coinvolto per la cospirazione nello scandalo Irangate Contra.
Incriminato per "cospirazione per truffare il governo deviando i fondi
delle vendite segrete di armi USA all'Iran".
Numerosi rapporti di stampa. V. UPI, 13 Dicembre 1988
New York Times 10 Dicembre 1988

John Negroponte

Ambasciatore permanente degli USA alle Nazioni Unite
John Negroponte, il funzionario USA coinvolto negli attuali negoziati
al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, era coinvolto nel sostegno agli
squadroni della morte paramilitari mentre era ambasciatore USA in
Honduras negli anni '80.
<http://www.nisgua.org/articles/urgent_action.htm>
I Contras operavano dall'Honduras con aiuti militari forniti dalla
vendita di armi all'Iran. "Come ambasciatore americano in Honduras dal
novembre 1981 al giugno 1985, Mr. Negroponte era strumentale nella
costruzione militare dei ribelli [Contras] nicaraguensi". New York
Times 13 dicembre 1988, San Francisco Examiner
http://mai.flora.org/forum/31397

Thomas Kean

Presidente della Commissione sull'11/9
Socio d'affari di Khalid bin Mahfouz e Mohammed Al Ahmoudi nella joint
venture Hess-Delta
http://www.globalresearch.ca/articles/XYM212A.html
Secondo la CIA, Bin Mahfouz è il cognato di Osama bin Laden
Fortune Magazine, febbraio 2003, Energy Compass, 15 novembre 2002
http://www.fortune.com/fortune/print/0,15935,410237,00.html
Global Outlook, no 4. 2003
http://www.globalresearch.ca/articles/CHO212A.html




Implicazioni per il movimento contro la guerra

Quali sono le implicazioni per il movimento contro la guerra? La
relazione dell'amministrazione Bush con il terrorismo internazionale,
che è materia di documentazione pubblica, e punta indelebilmente alla
criminalizzazione degli alti gradi dell'apparato dello stato USA.

Utilizziamo queste informazioni per smantellare i piani di guerra
dell'amministrazione Bush: Sensibilizziamo i nostri concittadini.
Esponiamo i collegamenti. Perché, quando la verità comincia a
gocciolare, i piani di guerra dei capi non avranno un briciolo di
legittimazione agli occhi di milioni di americani che credono che al
Qaeda sia "Una minaccia per l'America" e che il loro presidente sia
impegnato per la loro sicurezza.
L'amministrazione Bush sta spingendo le menzogne al limite. Colin
Powell presenta al Consiglio di Sicurezza dell'ONU informazioni false.
Il Presidente Bush nel suo Discorso sullo Stato dell'Unione dice che
vuole "liberare l'Iraq", nondimeno una precedente dichiarazione
proveniente dalla Casa Bianca conferma che l'amministrazione sta
contemplando l'uso di armi nucleari. La campagna di propaganda è
fatalmente handicappata poiché la gente non crede più alle bugie. E
quando le menzogne provenienti dalla sede dell'autorità politica sono
messe in dubbio apertamente la legittimazione dei capi è minacciata.

Ed alla fine le bugie si ritorcono sui loro sostenitori di stato. E
cio costituisce un opportunità per il movimento contro la guerra. Per
rovesciare la marea della guerra, l'apparato della propaganda deve
essere efficacemente disarmato. Ciò che questo richiede è una campagna
d'informazione che riveli le cause e le conseguenze della guerra,
sensibilizzi tutti i settori della popolazione con una visione per
alla fine infrangere la legittimazione dei principali attori politici
e militari. Il movimento contro la guerra negli USA ed in tutto il
mondo ha sfidato con successo l'agenda di guerra di Bush. Comunque,
non ha disfatto le menzogne relative all'11 settembre ed alla cd
"guerra al terrorismo" che costituisce il fondamento della propaganda
di guerra dell'amministrazione.
L'11 settembre è stato abbondantemente usato come giustificazione per
fare la guerra preventiva contro l'Iraq. Esso è parte della dottrina
di "autodifesa" dell'amministrazione.

Inoltre, mentre mobilita milioni di persone in tutto il mondo, il
movimento di protesta contro la guerra rimane profondamente diviso.
Molti di coloro che nella società civile e nelle organizzazioni
sindacali
http://www.alternet.org/print.html?StoryID=14626
che hanno preso posizione contro l'invasione dell'Iraq erano nondimeno
sostenitori dell'invasione dell'Afghanistan
http://www.laboreducator.org/inside31.htm
dell'amministrazione Bush come rappresaglia per gli attacchi dell'11
settembre. Mentre si uniscono al movimento contro la guerra essi
rimangono convinti che al Qaeda sia "una minaccia per l'America" e la
sicurezza globale. Essi credono fermamente nella cd "guerra al
terrorismo" contro i presunti responsabili dell'11/9 e sono ampiamente
dei sostenitori dell'agenda antiterrorismo dell'amministrazione Bush.


"Siamo contrari all'invasione dell'Iraq, ma dovremmo cercare al
Qaeda". "Crediamo che l'Iraq non sia una minaccia alla pace mondiale,
ma sosteniamo la "guerra al terrorismo" dell'l'amministrazione". A
loro volta, molti intellettuali progressisti di rilievo ed analisti di
politica estera non solo hanno rifiutato i collegamenti
dell'amministrazione Bush con al Qaeda, ma hanno sostenuto la "guerra
al terrorismo" dell'amministrazione. Tale ambivalenza indebolisce il
movimento contro la guerra poiché in ultima analisi serve a mantenere
la legittimazione dell'agenda "antiterrorista" all'interno ed in tutto
il mondo. Sotto un'insegna antiterrorista l'amministrazione ha
lanciato l'"Operazione Libertà Infinita" che consiste nell'inviare le
Forze Speciali USA a collaborare con governi stranieri nella "guerra
al terrorismo". Negli USA ha provocato il Patriot Act, che annulla i
diritti civili fondamentali in nome della "guerra al terrorismo".
http://www.infowars.com/print_patriotact2_analysis.htm

La guerra al terrorismo è parte integrale della dottrina della
Sicurezza Nazionale di Bush.
http://www.whitehouse.gov/nsc/nss3.html

Viene usata come pretesto per fare la guerra all'Iraq.
Molti attivisti contro la guerra non sono a conoscenza del fatto che
le successive amministrazioni USA negli ultimi 20 anni hanno sostenuto
il terrorismo islamico, compresa al Qaeda. Quest'ultima è una creatura
della CIA. Essa è uno strumento chiave della politica estera USA.
http://globalresearch.ca/articles/CHO109C.html

In questo cruciale punto di svolta della storia dobbiamo comprendere
che il sentimento contro la guerra in se stesso non mina l'agenda di
guerra. Lo stesso vale per l'impasse diplomatico al Consiglio di
Sicurezza dell'ONU.
Gli USA hanno intenzione di fare la guerra con o senza l'approvazione
dell'ONU.

L'unico modo per impedire che nelle prossime settimane questa guerra
si verifichi è spodestare i governanti, che sono dei criminali di
guerra. Una precondizione per infrangere la legittimazione
dell'amministrazione Bush è il rivelare completamente i suoi legami
con il terrorismo internazionale, smantellando la sua campagna di
propaganda e spargendo la verità attraverso una bene organizzata
campagna di informazione delle associazioni di base dei cittadini.

Ed il metodo per spodestare i governanti è di infrangere la loro
legittimità agli occhi del popolo.
In altre parole, è necessario rivelare completamente le menzogne
riguardanti la cd "guerra al terrorismo" ai nostri concittadini, che
viene anche usata come pretesto per l'invasione dell'Iraq.




Bibliografia di materiali e collegamenti selezionati

Centre for Research on Globalization (CRG),
Foreknowledge of 9-11: A Compilation of CRG articles and documents in
support of a 9-11 Investigation
http://globalresearch.ca/articles/CRG204A.html

Centre for Research on Globalization (CRG), 9/11 Reader and Archive
http://globalresearch.ca/by-topic/sept11/

Nic Levis, The 9/11 Truth Movement Selected Resources
for Researchers and Activists
http://www.globalresearch.ca/articles/LEV212A.html

Centre for Research on Globalization (CRG), George W.
Bush Financial Scams: CRG selection of articles.
http://globalresearch.ca/articles/CRG207A.html

Propaganda Matrix Archive on Prior knowledge at
http://www.propagandamatrix.com/archiveprior_knowledge.html

Centre for Cooperative Research, The Complete 9/11 Timeline at
http://www.cooperativeresearch.org/index2.html

Michel Chossudovsky è l'autore del best seller internazionale
War and Globalization, The Truth behind September 11.
http://globalresearch.ca/globaloutlook/truth911.html

Da: Radio Città Aperta
Data: Lun Apr 14, 2003 12:37 pm
Oggetto: Forum internazionale di Roma. I servizi in audio


Radio Città Aperta trasmetterà gli interventi del Forum internazionale
su "Il piano inclinato del capitale" tenutosi a Roma il 12 e 13
aprile.

Sarà possibile ascoltarli in audio collegandosi al sito della radio:

http://www.radiocittaperta.it

Martedi 15 aprile, ore 10.00: gli interventi di Alan Freeman e Giorgio
Gattei
Venerdi 18 aprile, ore 13.30: gli interventi di Vittorio Parola e
Fausto Sorini
Sabato 20 e domenica 21 aprile dalle 9.00 alle 13.00: gli altri
interventi

Buon ascolto e buon lavoro


SITO: http://www.radiocittaperta.it
MAIL: segreteria@...



---



Il piano inclinato del capitale
Crisi, competizione globale e guerre



Roma, 12-13 aprile, ore 9,30
Hotel Universo

(Via Principe Amedeo, staz. Termini)



Forum Internazionale


Prima sessione: Crisi di accumulazione e imperialismo

Relazioni di:
Alan Freeman (università di Greenwich/Londra)
Guglielmo Carchedi (università di Amsterdam)

Seconda sessione: Dalla globalizzazione alla competizione globale

Relazioni di:
Enrike Galarza (università di Irunea - Pamplona)
Marcos Costa Lima (università di Recife)

Terza sessione: La guerra preventiva. Il "Mein Kampf" di Bush

Relazioni di:
Vladimiro Giacché (economista)
Joseph Halevi (università di Sidney)



Interventi :

Andrea Catone, Maurizio Galvani, Giorgio Gattei, Domenico Losurdo,
Alessandro Mazzone, Marco Melotti, Enzo Modugno, Luciano Vasapollo



Comunicazioni:

Georgy Cipras, Maurizio Donato, Sergio Manes,Vincenzo Miliucci,
Gianfranco Pala, Osvaldo Pesce, James Petras, Hugo Ramos, Roberto
Sidoli, Fausto Sorini, Sven Tarp.



I lavori del pomeriggio di sabato verranno probabilmente sospesi per
consentire la partecipazione alla manifestazione nazionale contro la
guerra



RETE DEI COMUNISTI



Per informazioni e adesioni: cpiano@...

Tel. 06/4394750 Fax. 06/4394768

...DIE HEISST LILI GRUBER...


Tutte le sere sul tuo canal
dentro la cucina ti stavo ad aspettar.
Anche stasera aspetterò,
le tue panzane risentirò:
con te Lilì Grubèr
con te Lili Grubèr

O feddayn stasera non sparar,
una volta ancora non farti saltar
la mia roscetta non spaventar
una volta ancora la voglio riveder
ecco la bella, ecco il dolce amor
la porterò sempre nel mio cuor:
con me Lili Grubèr
con me Lili Grubèr

Dammi una notizia una notizia per favor
legala con il filo dei tuo capelli d'or
fra tanti lutti, sangue e orror
tu sola non fai mai error
(professssionalissssima!!!)
o feddayn domani piangerai
tu invece Lili sorriderai
A chi Lili Grubèr?

Quando nella melma mi debbo districar
sotto le veline mi sento vacillar
o iraqeno che ne sarà di te?
io non sorrido pensando a te
la Lili appare e faccio ahimè
per te Lili Grubèr
per te Lili Grubèr

Se chiudo gli occhi il suo viso mi appar
come la prima sera nell'alone del canal
allora mi sogno di scappar di riposar
senza te Lili Grubèr
senza te Lili Grubèr



vittoria
L'Avamposto degli Incompatibili
www.controappunto.org
(pag.creatività)
(titolo originale: "Con te Lili Grubèr")

Texte auf deutscher Sprache

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/
files/aikor14.4.03.txt

---

Von: Anti-Imperialistische Korrespondenz (AIK) - http://www.aikor.de

1. DJINDJIC-MAFIA-DIKTATUR
Von Klaus Hartmann (erscheint in Marxistische Blätter 3/2003)
2.
ANGRIFF GEGEN DIE OPPOSITION SERBIENS HÄLT AN
Von Cathrin Schütz, Belgrad (14.04.03)
3.
DIE ANKLÄGER IN DEN HAAG BESTIMMEN DAS SCHICKSAL SERBIENS
Bemerkungen von Präsident Slobodan Milosevic in Den Haag am 31. 03.
2003
über Zusammenhänge zwischen der Anklage des ICTY und den Vorgängen in
Belgrad
(Erklärung der SLOBODA/Freedom Association, Belgrad v.(01.04.03)

Von: Wolfgang Mueller

4.
FUER DIE AUFLOESUNG DES "HAAGERTRIBUNALS"
DKP draft resolution,
Düsseldorf 30.11./1.12.2002

---

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/
files/aikor14.4.03.txt

Bosnia-Erzegovina: arresti eccellenti / Important Arrests in Bosnia


Nei giorni scorsi sono stati arrestati due importanti personaggi della
"Bosnia di Izetbegovic".
Il caso piu' recente e piu' clamoroso e' quello di NASIR ORIC, il
famigerato comandante delle truppe bosniaco-musulmane dell'enclave di
Srebrenica, che e' stato preso e tradotto all'Aia.
L'altro caso - gia' annunciato da una inchiesta in corso da molti mesi
nella Federazione bosniaco-musulmana - e' quello di MOHAMED SACIRBEY,
che e' stato Ministro degli Esteri di Izetbegovic e soprattutto
Ambasciatore all'ONU nel periodo cruciale della secessione, quando fu
tra l'altro protagonista della campagna di disinformazione strategica
sugli "stupri etnici" e sui "campi di sterminio" serbi.


=== NASIR ORIC ===


La figura di Oric e' legata alla vicenda di Srebrenica, descritta in
dettaglio in molti documenti che abbiamo inviato e che continueremo ad
inviare sulla lista JUGOINFO, nonche' ben spiegata sul libro di
Juergen Elsaesser "Menzogne di guerra" (ed. La Citta' del Sole, 1999).

Oric e' il principale responsabile dei massacri compiuti dalle truppe
musulmano-bosniache stanziate nella "enclave protetta" di Srebrenica
soprattutto nel 1992-1993 (dunque all'inizio della guerra fratricida e
ben prima della conquista della citta' da parte serbo-bosniaca). I
soldati di Oric uscivano dalla citta' ed andavano a distruggere i
villaggi dei contadini serbi d'intorno, massacrandone gli abitanti.
Questi episodi venivano volutamente ignorati dai media occidentali.

L'arresto e la traduzione di Oric al "Tribunale" dell'Aia - una
struttura paralegale gestita dalla NATO e completamente sbilanciata a
detrimento della parte serba e jugoslava - ha sorpreso molti ed ha
generato proteste da parte delle cosiddette vittime di Srebrenica e
dei loro parenti (si intendono qui solamente i musulmano-bosniaci che
sarebbero stati massacrati a migliaia dai serbi nel luglio 1995;
tuttavia la reale dimensione di questa carneficina del 1995 non e'
nota a causa della campagna strategica di disinformazione imbastita
allo scopo di coprire il contestuale svuotamento delle Krajne da parte
croata, e per preparare la campagna di bombardamento NATO
dell'agosto-settembre): si vedano i dispacci ANSA
BOSNIA: ARRESTO ORIC, PROTESTANO MADRI DI SREBRENICA
http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20030411160532533756.html
TPI: SOPRAVVISSUTI STRAGE SREBRENICA PROTESTANO ARRESTO ORIC
http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20030412172732534835.html
e si noti che in questi dispacci si evita accuratamente di spiegare di
che cosa debba rispondere Oric all'Aia.

Come spiegare l'arresto di Oric?
Da una parte, con l'apertura della fase della "guerra infinita" contro
il "terrorismo islamico" e' diventato opportuno per l'Occidente e gli
USA in particolare "scaricare" personaggi e settori criminali ed
islamisti, dei quali pure si erano serviti in passato. E' noto infatti
che il partito islamista di Izetbegovic, e tutta la struttura
militare-criminale contigua, sono stati finanziati, armati ed
addestrati in particolare dagli USA (citiamo solamente la MPRI ed Al
Qaeda).
Contemporaneamente, l'arresto di Oric rappresenta una "verniciatura di
bianco" sulla reputazione del "Tribunale dell'Aia", struttura oramai
completamente privata di credibilita' a causa delle pratiche faziose,
in flagrante contrasto con le piu' elementari norme di diritto comune
ed internazionale. Questa "verniciatura di bianco" consente di
aumentare la pressione per la cattura del leader politico
serbo-bosniaco Radovan Karadzic.

---

BOSNIA: EX COMANDANTE MUSULMANO ARRESTATO E PORTATO ALL'AJA

(ANSA) - L'AJA, 11 APR - Un ex comandante delle forze musulmane a
Srebrenica, Nasser Oric, e' stato arrestato ieri sera da reparti della
Sfor (Forze di stabilizzazione della Nato) e trasferito all'Aja. Lo ha
detto un portavoce del Tribunale penale internazionale.
Oric, il cui nome stava su una lista segreta del procuratore del Tpi
Carla Del Ponte, e' accusato di violazione delle leggi e delle
convenzioni di guerra. In mattinata dovrebbe giungere alla struttura
detentiva del Tribunale all'Aja. I dettagli sui capi d'accusa saranno
resi noti in giornata [*]. Oric guidava le forze musulmane di
Srebrenica, l'enclave della Bosnia orientale che subi' un drammatico
assedio, prima di esser conquistata, da parte dei serbo-bosniaci nel
luglio 1995. Oltre 7 mila musulmani furono massacrati dalle milizie
del generale Ratko Mladic, tuttora latitante [**]. (ANSA). COR-SPD
11/04/2003 09:48
http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20030411094832533303.html


[*] Essi non saranno pero' mai resi noti dall'ANSA.
[**] Si noti che l'ANSA invece di parlare dei crimini di Oric parla
dei crimini dei serbi.


---

Bosnian Muslim to face war crimes trial at UN tribunal

By Toby Sterling in The Hague
12 April 2003

A Bosnian Muslim army commander was handed over to the UN tribunal in
The Hague yesterday to face allegations of war crimes against Serbs.
Naser Oric was captured by Nato-led forces on Thursday in the northern
Bosnian city of Tuzla. Before the war, Mr Oric, 35, worked as a
bodyguard for Slodoban Milosevic, the former Yugoslav president [sic!
Note the extreme effort made by this journalist to mis-inform. CNJ].
But he disappeared in 1990 and resurfaced as Muslim fighter in Bosnia.
He became the wartime army commander in the eastern Bosnian town of
Srebrenica, the site of the worst massacre of civilian Muslims during
the 1992-1995 war.
Although widely praised in Bosnia for defending Muslims from Serb
attackers, Mr Oric faces charges of "murder, cruel treatment, wanton
destruction and plunder", the tribunal said.
He will be brought before a judge on Tuesday and asked to plead to the
charges. About 200 people, mostly women from Srebrenica who survived
the 1995 executions, blocked a street to protest against the arrest.
They said other war crimes suspects, such as Radovan Karadzic, the
former Bosnian Serb leader, were the true culprits. "They arrested
Naser while the real criminals are now probably laughing at us and at
the thousands of victims who are still missing," said Aljo Savanovic,
19, who lives in Tuzla as a refugee.
Other Tuzla residents condemned Mr Oric as a gangster and said they
were happy to see him go. "With all due respect to the Srebrenica
widows, I have to say that if Naser Oric is guilty, he has to face
justice, like everybody else has to," said Ado Imamovic, 23, a
student.
Captain Dale MacEachern, a spokesman for the Nato-led peace-keeping
force, said people such as Mr Oric, when allowed to walk free,
"impeded the progress and development of Bosnia-Herzegovina". He
added: They force people to live in the past and they ensure their own
freedom by means of blackmail, fear and extortion.
Mr Oric's indictment alleges that between June 1992 and March 1993 he
and his forces participated in the torture and beating of Serb
prisoners at Srebrenica police station and pillaged 15 towns and
hamlets predominantly inhabited by Serbs. "In some instances,
prisoners were beaten to death, the document says. "Physical abuse
included beatings by various objects including wooden sticks, wooden
poles, steel pipes, metal bars, baseball bats, rifle butts, bare
fists, kicking with boots and forced teeth extractions with rusty
pliers."
Serbs blame Mr Oric and his forces for killing about 2,000 Serb
civilians from villages around Srebrenica during those raids,
including the so-called "Bloody Christmas" massacre of January 1993,
when dozens of women and children died in the village of Kravice.
The United Nations tribunal for former Yugoslavia, which sits at The
Hague, was established in 1993 to prosecute those responsible for war
crimes during a decade of ethnic violence in the Balkans.
Although it has mainly prosecuted Serbs, it has also launched
proceedings against a small number of Croats and Muslims accused of
wartime atrocities. (AP)

© 2003 Independent Digital (UK) Ltd

---

http://www.guardian.co.uk/Print/0,3858,4646794,00.html

Srebrenica 'hero' faces torture trial

Andrew Osborn
Saturday April 12, 2003
The Guardian

Survivors of the 1995 Srebrenica massacre accused Nato of anti-Muslim
bias yesterday after it arrested the Bosnian Muslim commander who
tried to defend the enclave.
Naser Oric, 36, was immediately flown to the Hague to face war crimes
charges.
He is considered a hero by many Bosnian Muslims for his attempt to
stop Bosnian Serb forces overrunning the enclave and killing about
8,000 Muslim men and boys.
But the UN war crimes tribunal says forces commanded by Mr Oric were
guilty of torturing Serbs in 1992-93 and of burning Serb villages
around Srebrenica.
He has been charged with six separate war crimes.
Mr Oric, once a bodyguard for Slobodan Milosevic, was snatched from
outside his home on Thursday night by S-For, the Nato-led Bosnia
stabilisation force, but his arrest has outraged Bosnian Muslims.
They believe that he should not have been arrested while wartime
Bosnian Serb leader Radovan Karadzic and general Ratko Mladic remain
at large. Both are accused of overseeing the Srebrenica massacre but
have repeatedly frustrated attempts by S-For to arrest them.
Sabra Kolenovic, a survivor of the massacre, said: "We are all
embittered and surprised."
The Women of Srebrenica association went further. In a statement it
said: "Naser is our surviving son and by his arrest you have finally
shown your real face and expressed the hatred you feel for Muslims
across the world and in Bosnia itself."
In Brussels, Nato's secretary general, Lord Robertson, urged Mr
Karadzic and Mr Mladic to surrender.

Guardian Unlimited © Guardian Newspapers Limited 2003



=== MOHAMED SACIRBEY ===


Anche Sacirbey - nome islamizzato per Sacirbegovic - e' un personaggio
ingombrante, non solamente per gli episodi di corruzione dei quali e'
accusato, ma proprio per la sua ambigua posizione tra New York e
Sarajevo e per il fortissimo legame con l'establishment USA.


BOSNIA: USA; ARRESTATO EX MINISTRO ESTERI A NEW YORK

(ANSA) - NEW YORK, 25 MAR - L'ex ministro degli esteri della Bosnia
Mohamed Sacirbey e' stato arrestato a New York con l'accusa di aver
sottratto alcuni milioni di euro al governo bosniaco. Sacirbey, che
oltre ad essere stato ministro degli esteri dal 1998 al 2000, e' stato
anche a due riprese ambasciatore all'Onu, e' stato arrestato a Staten
Island, dove abita.
L'ex ministro, che ha la doppia cittadinanza bosniaca e degli Stati
Uniti, e' stato accusato dal governo di Sarajevo di appropriazione
indebita di 2,8 milioni di euro. Le accuse sono relative alle
spese e ai fondi pubblici gestiti dalla missione bosniaca a New York,
di cui Sacirbey e' stato capo dal 1992 al 1996 e dal 1998 al 2000
e per cui non ha mai presentato riscontri. (ANSA). BN
25/03/2003 20:12
http://www.ansa.it/balcani/bosnia/20030325201232514714.html


---


http://www.nytimes.com/2003/03/26/nyregion/26DIPL.html

THE NEW YORK TIMES, Wednesday, March 26, 2003

Ex-Bosnian Envoy Arrested on Charge of Embezzlement

By BENJAMIN WEISER

The former ambassador to the United Nations from Bosnia and
Herzegovina was arrested yesterday on Staten Island, officials said,
and faces an extradition hearing on charges he embezzled $2.4 million
in his government's money.
The former official, Muhamed Sacirbegovic, 46, faces charges of "abuse
of position or powers" in Bosnia, according to an extradition
complaint filed in Federal District Court in Manhattan.
The complaint says that Mr. Sacirbegovic is accused of stealing about
$610,000 from Bosnia's permanent mission in New York by issuing checks
and bank orders drawn on the mission's accounts and transferring the
money to his private bank account.
Mr. Sacirbegovic also depleted a second Bosnian government account of
about $1.8 million, the complaint said.
In a hearing in federal court yesterday, Magistrate Judge Debra C.
Freeman ordered Mr. Sacirbegovic held without bond pending further
proceedings.
The extradition request stems from an arrest warrant issued for Mr.
Sacirbegovic in December 2001 by a court in Sarajevo, the complaint
said.
Steven M. Statsinger, a lawyer for Mr. Sacirbegovic, said in court
that his client intended to fight the extradition request.
"He is very eager to have a hearing and establish his innocence of the
allegations," Mr. Statsinger said.
Mr. Statsinger said his client had been aware for some time that
Bosnian authorities were looking into the matter and that he had been
working to resolve it.
The complaint said that Bosnian authorities discovered the financial
losses after the mission found "enormous liabilities" and "unexplained
expenses."
The mission was unable to pay rent for its office, telephone bills,
and salaries, the complaint said.
When Bosnian officials questioned Mr. Sacirbegovic "about the
accounting irregularities and missing funds," the complaint said, he
assured them that he would provide documentation to support and
explain the expenditures.
But he did not provide the necessary documents or explanations, the
complaint said.
A person who answered the phone at the mission yesterday said there
would be no comment on the case. The complaint says that Mr.
Sacirbegovic last served as Bosnia and Herzegovina's ambassador to the
United Nations in December 2000.
In court, Mr. Statsinger argued that Mr. Sacirbegovic should be
granted bond pending the extradition hearing, saying that he was not a
risk to flee.
Mr. Statsinger said his client was a naturalized American citizen, had
a wife and "very strong ties" to the area and had recently started a
new business.
"This is an individual who has absolutely no inclination or indeed
incentive to run away," Mr. Statsinger said.
But the office of United States Attorney James B. Comey told Judge
Freeman in a letter that American courts have long held that bail
should not be granted in international extradition proceedings, except
in the most unusual circumstances, which do not apply in this case,
the letter said.
"The defendant's release on bail would have negative implications for
American foreign policy in cases where the United States seeks
extradition of fugitives from abroad," a federal prosecutor, Danya
Perry, wrote.
If Mr. Sacirbegovic is extradited and convicted, prosecutors said, he
faces a minimum term of three years in prison.


===


[Rassegna e commenti a cura di Italo Slavo]

http://english.pravda.ru/world/2003/04/10/45943_.html

2003.04.10/22:04

Persecution of Slobodan Milosevic's Family Underway

They apparently threaten Milosevic with arresting his family members


Democratic press has recently caused a commotion regarding the
supposed implication of the former Yugoslav President Slobodan
Milosevic and his family in the kidnapping of retired banker Ivan
Stambolic in August of 2000. It is worth mentioning that this subject
was raised by television channels and newspapers of a certain
orientation, which gives a reason to assume that it goes about a
coordinated, deliberate action.

A lot of people remember that newspapers published sensation after
sensation in October of 2000, about some wild crimes that Slobodan
Milosevic allegedly committed. It was particularly said that there
were six billion dollars on his accounts in foreign banks, that three
Il-76 planes carried tons of gold away from Belgrade, and so on and so
forth. This nonsense was distributed in a rather persistent way, which
resulted in the fact that they started looking for that gold and
billions of dollars.

The head of the Yugoslavian Central Bank has been to all major
European banks, until they asked him to leave them alone. Nothing was
found - no gold, no billions. Now there are more fake news about the
crimes of the Milosevic's family. It was particularly said that banker
Ivan Stambolic was kidnapped and then killed by order either from
Slobodan Milosevic, or his wife Mira Markovic. Yet, even the
democratic press of Belgrade acknowledged that the banker's
disappearance was very bad for Milosevic on the threshold of the
election. This fact does not confuse denouncers, though.

If they accuse Slobodan Milosevic of assassination, it would be a lot
easier to bring him back to Belgrade and investigate the case with his
direct participation. Moreover, Slobodan Milosevic insists on being
questioned. Yet, Judge May does not allow him to talk, as soon as
Milosevic starts talking about the events in Belgrade. The judge is
obviously implicated in the affair too.

There is another important detail about the whole story. As it is
known, the Belgrade police and special services took a passive
position during the coup of the year 2000, although they were capable
of subduing the mutiny. However, they did not do a thing, even when
rebels stormed the building of the parliament. Later it was reported
that the West allocated 100 million dollars to fund the establishment
of the opposition. That money was used to set up newspapers,
television and radio channels. The money was also used to pay
opposition leader's trips abroad. Probably, police and special
services chiefs were paid something as well, taking into consideration
the fact that they maintained a contact with Milosevic's adversaries.
This cooperation existed before the coup of 2000. Formally, special
services were subordinated to Serbian President Milutinovic. If we
assume that special services were implicated in banker Stambolic's
kidnapping, this brings up a question, if they executed an order of
the supreme administration or an informal request of their new
"friends from the opposition."

It is hard to believe that the incumbent government of Serbia is
law-abiding. Slobodan Milosevic's delivery to the Hague Tribunal was a
violation of the Yugoslavian Constitution. New Yugoslav President
Voislav Kostunica, Serbian President Milutinovic promised Milosevic
that he would not be delivered to the Hague. He was. This is the price
of guarantees. Later, they covered it with the law of cooperation with
the Tribunal, pursuant to which only a limited number of people could
be delivered to the Hague. Yet, they amend this law at present,
extending the list of possibilities.

There is a state of emergency in Serbia now. This means that the
police are entitled to detain people on any tiniest suspicion for 30
days without providing a lawyer to them. A person would be totally
isolated, and they would be free to do whatever they want with him.
This makes it possible to imagine that Mira Markovic (who is not in
Serbia currently) will be arrested and then shot during her "attempted
escape," for example. Of course, there would be criminal proceedings
instituted, they would probably find someone to blame, but they would
also achieve their goal.

Montenegro press reported that pop singer Svetlana Roznatovic Ceca was
brutally beaten at a police station; police officers broke her jaw. Is
there a guarantee that this will not happen to Mira Markovic? It was
also reported that there have been up to three thousand people
arrested on the allegation of Zoran Djinjic's assassination. It also
seems strange that banker Stambolic's body was found in the nick of
time for the government. Yugoslavia has recently vanished from the map
of the world, so a lot of left opposition leaders, including Mira
Markovic, were deprived of their deputy immunity. They just waited for
a moment to come to detain her - now there is no evidence needed to do
that. A state of emergency means that usual norms are canceled. By the
way, all these things happen after the Zoran Djinjic's assassination:
he probably had something to tell. There are too many coincidences to
believe they are all incidental.

Voislav Seselj said in 2002 that the West wanted to get rid of
Djinjic, for he was very much involved in mafia affairs. Several
months have passed, and the problem was gone: Djinjic was killed. Then
there was a pretext to introduce a state of emergency in order to wipe
off any kind of opposition. Milosevic and Seselj are in jail, the
Socialist Party of Serbia is split, Mira Markovic was put on wanted
list.

US Secretary of State Colin Powell came to pacify Yugoslav "democrats"
that lost their leader. This is a very interesting fact, taking into
consideration the relations between Germany and the USA. It is not
ruled out that pro-German Djinjic did not correspond to USA's
interests.

More importantly, the persecution of Mira Markovic helps the Hague
Tribunal to intensify the psychological pressure on Slobodan
Milosevic. Markovic plays the key role in the organization of
Milosevic's defense. This is it: they threat Slobodan Milosevic with
arresting his family members. It is not hard to imagine, what
influence it will exert on Slobodan Milosevic's health.

We would also like to inform that the newspaper of Montenegro Den
published a sensational article, which said that incumbent Serbian
Home Minister Dusan Mihalovic was implicated in a series of political
assassinations. The Russian press has reported nothing about it,
though. Probably, this article does not fit the scenario of
sensational exposure of the Milosevics family.


Vyacheslav Tetekin
Sovross.ru

PRAVDA.Ru


Translated by Dmitry Sudakov


Related links:

PRAVDA.Ru The Hague's Nightmare: Milosevic Strikes Above the Belt

PRAVDA.Ru Milosevic extradition illegal?

PRAVDA.Ru Milosevic given away. Yugoslavia again in turmoil

PRAVDA.Ru Milosevic's daughter in court

The Guardian (UK). : UN to indict Milosevics henchmen

BBC : Milosevic praised paramilitaries

The Independent (UK) : Milosevics wife defiant over murder warrant

CNN : Police smash Milosevic allys home


Read the original in Russian:
http://world.pravda.ru/world/2003/5/14/37/9586_Milosevic.html



(C)1999 "Pravda.RU". When reproducing our materials in whole or in
part, reference to

Pravda.RU should be made.

> L'INCHIESTA - marzo 2003 (CH)
>
> Crudelia Del Ponte
>
> Così gli errori di una procuratrice ambiziosa hanno
> favorito il crimine organizzato
>
> E' riuscita a costruirsi l'immagine di una pantera senza
> macchie, eternamente protesa contro la corruzione e la
> mafia. In realtà Carla Del Ponte ha commesso numerosi
> errori che hanno portato allo sfacelo indagini importanti
> contro il crimine d'alto bordo. Fatti, nomi e documenti
> mostrano per la prima volta l'altra faccia di una Crudelia
> assetata di successo e pronta a trasformare testimoni
> chiave in pelliccie di dalmata.
>
> di Sidney Rotalinti


---
Attraverso una serie di "forward" riceviamo questo articolo, del
quale non siamo in grado di verificare la fonte, ma che tuttavia
riteniamo interessante e credibile. Esso conferma e sostanzia
ulterioremente il quadro tracciato da J. Elsaesser con la clamorosa
intervista al testimone-chiave nella vicenda Mabetex, Felipe Turover,
intervista che abbiamo a suo tempo fatto circolare
(si veda:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2137
"Carla Del Ponte ha rivelato ai killer come trovarmi"
oppure in INGLESE:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2140
Carla del Ponte - a dirty washer of NATO dirty laundry
oppure nell'originale TEDESCO:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/2132
"Carla del Ponte hat den Killern den Weg zu mir gewiesen") - CNJ
---


> L'INCHIESTA - marzo 2003 (CH)
> Crudelia Del Ponte
> Così gli errori di una procuratrice ambiziosa hanno
> favorito il crimine organizzato
>
> E' riuscita a costruirsi l'immagine di una pantera senza
> macchie, eternamente protesa contro la corruzione e la
> mafia. In realtà Carla Del Ponte ha commesso numerosi
> errori che hanno portato allo sfacelo indagini importanti
> contro il crimine d'alto bordo. Fatti, nomi e documenti
> mostrano per la prima volta l'altra faccia di una Crudelia
> assetata di successo e pronta a trasformare testimoni
> chiave in pelliccie di dalmata.
>
> di Sidney Rotalinti
>
> La sua è una carriera folgorante. Una linea retta che punta
> verso l'alto, segnata da due balzi spettacolari. Nel 1994
> Carla Del Ponte lascia Lugano per la Procura federale,
> nell'estate del 1999 spicca l'altro grande balzo verso il
> Tribunale penale internazionale dell'Aia per i crimini
> nell'ex Jugoslavia e in Ruanda. Premi, riconoscimenti,
> dottorati giustificano nuove onoreficenze. E non è finita.
> In realtà la carriera di Carla Del Ponte merita un serio
> approfondimento. A cominciare dalla cronaca recente. Peter
> Regli, il capo dell'intelligence militare elvetica era
> innocente. Dino Bellasi, cassiere dei servizi militari, ha
> agito da solo, tradendo i suoi capi che non sapevano nulla.
> La sentenza (14 febbraio 2003) riabilita Regli e gli altri
> ufficiali. Ora però è fatta, nella notte del 15 agosto 1999
> Carla Del Ponte mise in ginocchio il controspionaggio
> elvetico.
>
> Il golpe di Morat
> Per gli ufficiali che finirono ingiustamente in manette
> fu "un golpe", un golpe che ebbe per epicentro uno dei
> luoghi sacri della memoria storica elvetica, il lago di
> Morat, quello del maestoso monolito di Expo 02, quello
> della battaglia del 1476, quando i confederati annientarono
> l'armata di Carlo il temerario. Una pietra miliare della
> storia del paese. Anche la data del 18 agosto 1999 è una
> pietra miliare. Lo è certamente per Peter Regli e gli altri
> ufficiali alla testa dell'intelligence. Vengono fermati nel
> modo più plateale possibile, la sera, a casa, di fronte ai
> familiari attoniti. Con gli uomini della polizia federale
> c'è Carla Del Ponte in persona. E ora? Che dir loro? Tutta
> una svista.
> Regli ha ragione, ma Carla Del Ponte non verrà mai
> chiamata a rendere conto di quelle mosse. Nella notte
> famigerata del 19 agosto 1999 la sua mente è già proiettata
> verso il Tribunale penale internazionale dellAia, dove una
> poltrona la sta aspettando. Ma prima (cioè ad una settimana
> di distanza dal "golpe") fa ancora una vittima illustre,
> Felipe Turover, il testimone chiave nella vicenda del
> Russia-gate. Un po' come era successo a Lugano nella
> primavera del 1994 quando "Carla la temeraria" viene
> mandata a Berna alla Procura federale, con la benedizione
> dell'influente politico Ppd Gianfranco Cotti.
>
> Un biglietto per Berna
> Il primo è il caso FIMO. Cotti nel 1991 presiede il
> consiglio di amministrazione della finanziaria chiassese
> coinvolta in gigantesche operazioni di riciclaggio. Una
> seconda vicenda cova sotto la cenere da oltre dieci anni:
> l'inchiesta MATO GROSSO con i traffici di cocaina dal
> Sudamerica. Anche qui una vittima, un altro rito
> sacrificale, quello che è costato la carriera al
> commissario della polizia ticinese Fausto Cattaneo,
> lasciato solo a lottare contro un sordo sistema di
> complicità. Solo contro il sistema. Perché? Il momento è
> cruciale; Cattaneo, in Sudamerica, segue il danaro della
> cocaina e sta per sfondare il velo sottile che cela i
> massimi sistemi in materia di riciclaggio. Ma alla fine del
> 1991, proprio quando incrocia la pista che conduce verso la
> FIMO di Chiasso, il commissario ticinese viene silurato. I
> suoi capi lo bloccano. Due mesi prima Gianfranco Cotti si
> era visto scoppiare in mano lo scandalo il giorno delle
> votazioni. Carla Del Ponte lo salva. A Berna ci vanno tutti
> e due. L'uno grazie all'altro.
>
> Una carriera inarrestabile
> La storia di Carla Del Ponte è costellata da una serie
> infinita di balzi in avanti, balzi che sono le singole
> tappe di una carriera inarrestabile. Con le sue promozioni
> finisce sempre per trovarsi un passo innanzi ai suoi
> detrattori, alle sue vittime, ai dalmata che Crudelia
> trasforma in pelliccie. Uno di questi nodi giunge al
> pettine proprio ora, in casuale concomitanza con la fine
> del processo Bellasi. Si tratta do un altro dossier, quello
> del caso Zemp. Sul Mattino della domenica di Giuliano
> Bignasca il volto positivo di Carlina la peste ha lasciato
> il posto a un'accoppiata meno sorridente, quella con
> l'altro ex procuratore sottocenerino Paolo Bernasconi. Per
> colpa di Carla del Ponte il manager farmaceutico Hans Zemp
> è finito ingiustamente in una prigione per oltre cinque
> mesi. Ma neanche lui, come le altre vittime, potrà mai
> chiedere spiegazioni alla procuratrice. Carla Del Ponte,
> infatti, nel frattempo è stata promossa e si è involata
> verso l'Aia. Nella scia luganese del processo si scopre che
> l'arresto di Zemp era semplicemente una manovra utile a
> Paolo Bernasconi, ora difensore della controparte. "La
> giustizia dei compagni di merenda" titola il Mattino della
> domenica mentre una coltre di imbarazzo avvolge il palazzo
> di giustizia. In questo clima, dopo aver collezionato tanti
> prestigiosi nemici, e tanti insuccessi (per non dire in
> qualche caso vere e proprie figuracce), potremmo pensare
> che la carriera di Carla Del Ponte sia giunta al capolinea,
> se non altro per mancanza di obiettivi ancora più
> ambiziosi. Anche in questo caso il buonsenso e la realtà
> giungono ad un bivio. Sui tavoli del Consiglio federale e
> in particolare sul tavolo del nuovo capo del Dipartimento
> affari esteri Micheline Camy-Rey all'inizio del 2003 arriva
> l'ultima "richiesta di avanzamento" di Carla del Ponte. La
> donna aspira a un ruolo ancora più alto, quello di
> accusatrice presso la Corte Penale internazionale (Cpi). Il
> destino futuro di Carla è nelle mani dei politici. Ecco
> dunque quello che dovrebbero sapere (ma che in realtà non
> hanno mai voluto vedere).
>
> Alle ortiche la pizza Fbi
> Il primo dalmata finito in pelliccia sotto i colpi di
> Crudelia Del Ponte è Salvatore Amendolito. Si tratta di uno
> dei trasportatori di valuta riciclato dall'Fbi come
> informatore, rimasto coinvolto nella clamorosa inchiesta
> antidroga della "pizza connection". Prima di questa vicenda
> i trascorsi di Carla del Ponte passano inosservati,
> compreso lo stage iniziale di giurista presso lo studio
> legale di Pierfelice Barchi. Proprio nell'ambito della
> "pizza connection" Carla del Ponte si ritrova in alcune
> occasioni a istruire procedure ove la controparte è
> rappresentata dall'ex marito, l'avvocato Daniele Timbal.
> Dei banali errori di etichetta per la sensibilità del
> tempo. La rovente estate del Ticino-gate è ancora lontana.
> La questione Amendolito è un'altra cosa: ancora prima del
> processo (nel 1985) inizia a collaborare con il futuro capo
> dell'Fbi Louis Freeh, che lo manda a Lugano quale punta di
> lancia per approfondire i risvolti finanziari della pizza
> connection. Un'indagine che si infrange contro uno scoglio
> di nome Carla Del Ponte. Nel trambusto dell'inchiesta
> rimane scoperta una fattura d'albergo per un pernottamento.
> Del Ponte intima ad Amendolito un decreto d'accusa
> condannandolo a 30 giorni di detenzione con la
> condizionale. L'effetto è quello di scoprirlo completamente
> e di penalizzare gli accertamenti dell'Fbi. "Sono stati gli
> ambienti conservatori del Canton Ticino a fermarmi" dice
> Amendolito "erano loro a chiedere alla Del Ponte di mandare
> a monte l'indagine". La spiegazione sta nei rapporti di due
> agenti speciali americani che indagano sulle attività di
> Enrico Frigerio, altro protagonista ticinese della "pizza".
> Nei rapporti ci sono nomi altisonanti, come Tito Tettamanti
> e il defunto patron del Banco Ambrosiano Roberto Calvi.
> Dettagli mai approfonditi. La spiegazione sta probabilmente
> anche nella sostanziale differenza fra il dossier svizzero
> della pizza connection e quello che viene invece elaborato,
> proprio in quel periodo, dalla magistratura di Roma. Una
> differenza sostanziale: a Roma Oliviero Tognoli, il
> presunto capo-riciclatore della "pizza connection", viene
> descritto come un grande regista delle attività
> intercontinentali di riciclaggio. Si tratta di una
> descrizione che fa andare su tutte le furie l'avvocato
> Franco Gianoni, suo difensore. Gianoni sctiverà addirittura
> un libro che contiene un'interessante descrizione del
> processo. Tognoli se la cava in modo egregio grazie
> all'abilità del suo avvocato e grazie anche a un piccolo
> incidente: la procuratrice Carla Del Ponte ha omesso di
> mettere tempestivamente agli atti le prove della sua
> consapevolezza di riciclare danaro sporco. In pratica la
> corte accoglie la tesi di Gianoni. Viene così a mancare al
> procedimento qualsiasi possibilità di accertare la reale
> consapevolezza di Tognoli. Ma c'è un'altra differenza fra
> la "pizza connection" dei magistrati romani e quella messa
> insieme da Carla del Ponte e Paolo Bernasconi. In Ticino
> l'accusa omette di indagare su un filone di riciclaggio che
> certamente è ancora più importante di quello attribuito a
> Oliviero Tognoli: il ramo che porta verso la famiglia
> Caruana-Cuntrera.
>
> La holding del crimine
> I Caruana-Cuntrera sono un vero e proprio fenomeno nella
> costellazione mafiosa. Gli arteficu della collaborazione
> fra Cosa Nostra e la ndrangheta calabrese. Nei primi anni
> ottanta, passando da Lugano, hanno costruito un impero che
> passa illeso (anzi rafforzato) attraverso le guerre di
> mafia e le eliminazioni a colpi di lupara o caffè
> avvelenati. Come dimostra la spettacolare ricerca del
> giornalista olandese Tom Blickman, i Caruana-Cuntrera
> conquistano il mondo, si installano in Canada, dispongono
> di una fondamentale base in Venezuela e addirittura creano
> la prima isola a sovranità mafiosa del mondo, quella di
> Aruba, ex colonia olandese. E' da li che partono le
> tonnellate di cocaina verso l'Europa. Nel giugno 1989 Carla
> Del Ponte è ospite, a Palermo, di Giovanni Falcone. Con lei
> ci sono il commissario di polizia Clemente Gioia e il
> giudice istruttore Claudio Lehmann. Il programma prevede
> una pausa pomeridiana all'Addaura, vicino Palermo, presso
> la casa al mare di Falcone. Sul posto gli agenti di
> sicurezza trovano una bomba che viene neutralizzata. a
> partire da questo momento Amendolito riemerge come un
> boomerang. Comincia a tempestare di fax giornalisti e
> magistrati. La bomba, sostiene, non era destinata a
> esplodere o a condizionare il comportamento dei magistrati.
> Stando ad Amendolito (nonché ad altre fonti affidabili), lo
> scopo della bomba inesplosa era più raffinato. Da un lato
> non era necessario spaventare Carla Del Ponte e gli altri
> magistrati ticinesi, in quanto comunque, secondo
> Amendolito, non avevano nessuna intenzione di scavare
> veramente tra le pieghe della finanza criminale ticinese.
> Era però necessario far credere all'opinione pubblica che
> Carla Del Ponte stesse coraggiosamente combattendo il
> riciclaggio di denaro sporco in Ticino tra mille pericoli.
>
> Dal Ticinogate ad Aruba
> Una bomba per coprire cosa? Quali sono i reali obiettivi
> dai quali si vorrebbe distrarre Falcone? La risposta arriva
> con la cronaca di fine anno (1989) quando Falcone, in
> collaborazione con gli inquirenti di mezzo mondo, mette a
> segno un colpo che rivela quale fosse la posta in palio
> all'Addaura. Il 16 dicembre questa nuova inchiesta è su
> tutti i giornali, riguarda proprio i Caruana-Cuntrera:
> "Crolla la Wall-Street di Cosa Nostra" è il titolo del
> Corriere della Sera. La base finanziaria ticinese
> dell'organizzazione è stata in passato proprio quella
> Algemene Netherland Bank di Chiasso sulla quale mai e poi
> mai l'accoppiata Paolo Bernasconi-Carla del Ponte ha voluto
> mettere mano nel decennio precedente. Chi sono i
> Caruana-Cuntrera alla luce delle ultime rivelazioni? Sono
> semplicemente i committenti dell'avvocato Luganese
> Francesco Moretti, la figura più controversa dell'affare
> Ticinogate. E' per loro che Moretti ha riciclato alcune
> decine di milioni. Stranamente, malgrado le rivelazioni de
> l'Inchiesta relative alle antiche indagini luganesi di
> Falcone del 1981. L'atto d'accusa redatto dal procuratore
> Bruno Balestra prende in considerazione i fatti solo a
> partire dal 1994. Una scelta giustificata da ragioni
> giuridiche, che lascia aperto un grosso dubbio, quello che
> si sia voluto evitare di scoperchiare proprio l'epoca in
> cui la situazione era sotto il diretto controllo di Carla
> Del Ponte. E' infatti nella primavera del 1994 che la
> magistrata parte per la Procura federale di Berna. Senza il
> Ticinogate, senza i fatti clamorosi dell'estate 2000,
> l'avvocato Moretti sarebbe ancora al suo posto, come
> sarebbero ancora al loro posto i quasi 12 milioni di
> franchi celati nel suo studio, soldi che hanno fatto
> emergere questo fondamentale canale di riciclaggio della
> famiglia Caruana-Cuntrera. Tutto emerge per puro caso.
> Anche i soldi. Fa impressione pensare che a volte, cioè
> durante le assenze di Moretti, venivano custoditi
> dall'attuale comandante della polizia Romano Piazzini.
>
> Un poliziotto rimasto solo
> Questa vicenda si incastra a perfezione con quella di un
> altro dalmata finito nella conceria di Crudelia Del Ponte:
> il commissario della polizia ticinese Fausto Cattaneo. Nel
> 1990 Cattaneo sta indagando sull'operaziome Mato Grosso,
> ovvero su un traffico di alcune tonnellate di cocaina che
> passano dal Brasile. Senza preavviso viene "mollato" dai
> suoi colleghi e dagli informatori corrotti che lavorano con
> lui. Una volta rimosso l'ostacolo-Cattaneo, gli altri
> poliziotti e gli informatori mettono in piedi un vero e
> proprio traffico di cocaina "statale". Si tratta di droga
> già sequestrata dalle autorità brasiliane, ricuperata dai
> magazzini da poliziotti disonesti e reimmesso sul mercato
> nero. Cattaneo cerca di bloccare questo traffico e di
> continuare le indagini serie. Ma da Lugano viene bloccato.
> A buttare a mare l'inchiesta Mato Grosso è anche stavolta
> Carla Del Ponte. Dopo la neutralizzazione di Cattaneo
> l'indagine degenera in una serie di episodi squallidi che
> non hanno nulla a che vedere con le inchieste mascherate.
> Ma Carla la temeraria non interviene. Malgrado gli
> inequivocabili avvertimenti di un suo uomo, l'analista
> della polizia federale Jacques Kaeslin. Del Ponte non
> muoverà un dito in difesa di Cattaneo. Anzi, è proprio lei
> a mandare al macero la carriera del commissario con
> un'intervista alla Tsi: "Basta andare a cercare rogne
> all'estero, manteniamo pulito il nostro giardino". Questa
> frase suona come un segnale in codice. Risultato: Fausto
> Cattaneo viene completamente abbandonato dalle istituzioni.
> Con l'aiuto di un giornalista (l'autore di questo
> articolo), ricostruisce gli eventi di quel periodo. Le
> similitudini fra il caso Mato Grosso e il caso FIMO sono
> strabilianti. Ma strabilianti sono anche gli sviluppi: tre
> anni più tardi una nave con cinque tonnellate di cocaina
> giunge a Genova. E' il caso Cartagine, la fotocopia, la
> perfetta continuazione di Mato Grosso.
>
> I soldi sporchi nella politica
> Per Cattaneo e i suoi amici, iniziano tempi duri. Per
> sei anni saranno oggetto di un'inchiesta fondata
> sull'ipotesi pretestuosa di "spionaggio economico o
> politico", con tanto di telefoni controllati. L'esistenza
> di tale inchiesta viene rivelata solo dopo la pubblicazione
> delle memorie del commissario: il libro diventa un grande
> successo editoriale e suscita un pandemonio politico nel
> parlamento ticinese. L'operazione Cartagine (quattordici
> tonnellate di cocaina in totale) è una perfetta prova del
> nove, per Cattaneo, che trova tutte le ulteriori
> spettacolari conferme di cui necessita. Ad essere sgominata
> è la stessa colossale organizzazione messa a fuoco con Mato
> Grosso. Chi manda simili quantitativi di cocaina? La
> holding della droga Caruana-Cuntrera, naturalmente. Quella
> che lavora con Moretti, con la cosca dei Morabito presente
> nel Milanese, con quelli che sono precisamente i nemici
> storici di Cattaneo. Tanto più il commissario ricostruisce
> la verità, quanto meno trova udienza presso il Palazzo di
> giustizia di Lugano. Alcuni testimoni chiave, fra cui l'ex
> procuratore Dick Marty, attendono da anni di essere
> ascoltati. Un altro muro di gomma. La cocaina viaggia via
> mare dentro ai container. E il denaro? Stavolta il canale
> finanziario dei Caruana non è quello consueto dell'avvocato
> Moretti. Emerge il nome di una ditta, la
> Generaluntergehmaag, che è stata costituita nientemeno che
> dall'avvocato Elio Borradori e dai suoi figli. Le
> implicazioni politiche sono evidenti. Imbarazzanti, visto
> che nel frattempo Marco Borradori è diventato il
> consigliere di Stato della Lega dei ticinesi. All'imbarazzo
> si aggiunge altro imbarazzo quando il canton Ticino ospita
> la seduta delle camere federali. Giunge da San Pietroburgo,
> si invito di Marco Borradori, una delegazione di
> personalità particolarmente propense alla collaborazione
> economica tra Svizzera e Russia. Il Sonntagsblick rivela
> che gli ospiti provenienti dall'est sono in realtà quasi
> tutti pezzi da novanta in odore di mafia. Ideale per
> promuovere l'immagine del Ticino. Nel corso degli anni, un
> po' come quello di Gianfranco Cotti, lo studio di
> avvocatura dei Borradori ospita rampolli destinati al
> successo. Cotti, da sempre acceso anticomunista, alleva una
> giovane socialista di nome Patrizia Pesenti. Analogamente
> Borradori fa crescere per vari anni un giovane, pure
> socialista, di nome Edy Salmina. Tutti votati al successo
> questi giovani di sinistra cresciuti in mezzo alla
> girandola di transazioni finanziarie degli studi Cotti e
> Borradori. Patrizia Pesenti è oggi in Consiglio di Stato,
> al fianco di Marco Borradori. Salmina è il direttore della
> Rete uno RSI. Quanto a Gianfranco Cotti, dopo essersi visto
> sfuggire di mano l'assegnazione del Casinò Locarnese,
> sembra ormai in perdita di giri. Alla fine dello scorso
> anno Patrizia Pesenti non è riuscita, malgrado il palese
> sostegno di Cotti, a fare ciò che nel 1994 aveva fatto
> Carla Del Ponte, cioè andare a Berna.
>
> I bei tempi della P2
> Nello studo di Elio Borradori, atttraverso la
> Generaluntergehmaag, e altre due ditte, viene dunque
> riciclato il denaro della cocaina. Chi si occupa di questi
> conti? Donatella G. la moglie di Helios Jermini, il
> presidente del Football club Lugano inabissatosi nelle
> acque del Ceresio con la sua automobile il 7 marzo 2002. Il
> nome Jermini compare già nelle attività della vecchia Banca
> del Gottardo ai tempi di Michele Sindona, Roberto Calvi e
> compagni, quando la Gottardo era ancora una filiale
> particolare del Banco Ambrosiano. Sempre in relazione
> diretta o indiretta con la Gottardo, Jermini è un fil rouge
> che arriva fino nel cuore del Russiagate, la più
> spettaclare vicenda fra tutte quelle che hanno per
> protagonista Carla Del Ponte. E qui torniamo ai giorni
> concitati del golpe di Morat, quando Carla del Ponte sta
> per fare le valigie per l'Aiaed è agli ultimi giorni della
> sua carriera come procuratrice federale. Il capo dei
> servizi segreti militari Peter Regli viene fermato nella
> famosa notte del 18 agosto 1999 sulla base di un
> interrogatorio di due ore. Tanto basta a Dino Bellasi,
> contabile infedele, per convincere la Del Ponte ad
> ammanettare, oltre allo stesso Regli, il colonnello di
> stato maggiore Jean Denis Geinoz e l'addetto militare a
> Budapest Bernhard Stoll. La storia del golpe finisce poi a
> tarda notte a Morat, dove il Consiglio federale è riunito
> in "seduta di clausura". E' lì che approda a notte
> inoltrata Carla la temeraria, con la testa di Regli sul
> vassoio. Per consegnarla ad Adolf Ogi e Ruth Metzler. Da
> quel momento Ogi sposa la tesi Del Ponte-Bellasi, quella
> che porta allo sfacelo del controspionaggio svizzero. Fra
> l'eliminazione dei vertici dell'intelligence militare e la
> partenza di Carla Del Ponte alla volta dell'Aia intercorre
> un lasso di tempo brevissimo. Quando ammanetta Regli, Carla
> è praticamente già sull'aereo per i Paesi Bassi. Ciò
> malgrado Crudelia Del Ponte riesce, meno di una settimana
> dopo, a fare un'ultima vittima.
>
> Due donne a Heathrow
> Felipe Turover è un amministratore di crediti che lavora
> con il Cremlino di Boris Jeltsin, a stretto contatto con la
> Banca del Gottardo. Crudelia, prima di consegnarlo al
> pellicciaio come gli altri dalmata, lo impiega per
> un'operazione destinata a cambiare il mondo. Il presidente
> degli Stati Uniti George Bush è al potere con uno scarto di
> circa 500 voti. Al suo posto ci potrebbe essere Al Gore, il
> vice di Bill Clinton. Ma è pura fantapolitica. Al Gore si è
> bruciato le ali per i suoi rapporti un po' troppo
> "disinvolti" con la scricchiolante amministrazione russa di
> Boris Jeltsin, cioè con il Russiagate. Secondo Turover, a
> dare un colpo mortale all'amministrazione Jeltsin, sarebbe
> stato l'incontro fra due donne il 15 giugno 1999
> all'aeroporto londinese di Heathrow. La prima è la
> segretaria di Stato USA Madelaine Albright. La seconda è
> Carla Del Ponte. Per capire lo scenario di questo incontro
> occorre risalire ai colloqui di Rambouillet (in Francia:
> del febbraio 1999). Gli americani e la Nato vogliono
> attaccare la Serbia. Il solo ostacolo all'intervento contro
> Milosevic si chiama Boris Jeltsin. Per ragioni
> profondamente radicate nella storia i russi non intendono
> colpire gli antichi alleati serbi. Negli incontri di
> Rambouillet, la delegazione russa non oppone resistenza
> alcuna, spianando definitivamente la strada all'intervento
> Nato. Perché? La spiegazione ha un nome: si chiama Felipe
> Turover, l'arma segreta che Carla Del Ponte ha da offrire a
> Clinton in cambio dell'appoggio alla prestigiosa nomina
> all'Aia. Turover si trova al centro di un fondamentale
> crocevia finanziario fra la Banca del Gottardo di Claudio
> Generali, la Mabetex di Behjet Pacolli e il governo russo.
> Ed è in grado di indebolire Jeltsin rivelando corruzione e
> traffici illeciti del Cremlino.
>
> Un ricatto contro i russi
> Da un paio d'anni Carla Del Ponte coltiva Turover, come
> testimone di importanza strategica, impiegandolo anche come
> ufficiale di collegamento tra la Russia e la Svizzera. E il
> piano consistente nell'indebolire Jeltsin riesce fin troppo
> bene. La Nato e i piloti americani se ne rendono conto l'8
> giugno 1999 ultimo giorno di guerra. Jeltsin è così
> indebolito dalle rivelazioni di Turover da perdere il
> controllo delle truppe d'assedio. In un clima da terza
> guerra mondiale le teste di cuoio russe arrivano a
> Pristina, capitale del Kosovo, prima delle stesse truppe
> Nato. Anche stavolta per poco il gioco della guerra non
> sfugge di mano agli apprendisti stregoni. Meno di una
> settimana dopo la notte del golpe di Morat, Carla Del Ponte
> si accinge a occupare la prestigiosa poltrona del Tribunale
> penale internazionale (Tpi), verosimilmente promessale da
> Madelaine Albright a Heathrow. A questo punto Carla Del
> Ponte scarica il testimone di punta del caso Mabetex alle
> ortiche rivelandone identità, indirizzo e tanto di numero
> di telefono portatile ai giornalisti del Corriere della
> Sera. Behjget Pacolli invece riceve dalla magistratura una
> specie di certificato in bianco per il resto dei suoi
> giorni. Da allora Felipe Turover è costretto a vivere alla
> macchia per evitare le vendette della mafia russa. Alla
> prova dei fatti la mossa di Clinton per indebolire i russi
> gli si ritorce contro. Con jeltsin cola a picco anche il
> futuro presidenziale di Al Gore. A parte Pacolli, la sola
> vera beneficiaria di questo scambio di favori, rimane lei,
> Carla Del Ponte. Una creatura unica al mondo capace di
> trasformare in oro degli errori che sarebbero stati fatali
> a qualunque altro essere umano.

Gli ipocriti (1)

(italiano/deutsch)

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Peter Handke attacca gli ipocriti
(da "Target", Vienna, n.14)

"Giorno dopo giorno divento sempre piu' furioso. Improvvisamente sono
diventati tutti contro la guerra. Persino Monsieur Chirac dice che per
ogni cosa ci vuole il Diritto. Ma per la Jugoslavia, che aveva
contribuito a liberare il mondo dal nazismo, il Diritto non contava
niente (...) Il Diritto era senza importanza, adesso invece va
improvvisamente tutelato. Percio' non voglio immischiarmi con chi ha
approvato la guerra contro la Jugoslavia. Gli Stati europei si sono
resi colpevoli per sempre. Adesso hanno placato la loro sete di sangue
in Jugoslavia - soprattutto la Germania ne aveva un gran bisogno - ed
improvvisamente tutti questi criminali sono per la pace."

"Nessuno parla piu' della Jugoslavia, benche' Milosevic non si possa
paragonare con Saddam Hussein ne' tantomeno con Hitler. E' un crimine
semantico paragonare cio' che non e' paragonabile, come i campi di
sterminio con i campi di prigionia: e' con questo paravento che la
Germania ha aggredito la Jugoslavia. Tutti i crimini veri e propri
hanno inizio con dei crimini semantici."

http://www.vorstadtzentrum.org/
cgi-bin/joesb/news/viewnews.cgi?category=5&id=1049745775

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Handke attackiert Heuchler

Target 14

"Ich werde von Tag zu Tag zorniger. Plötzlich sind alle gegen den
Krieg. Sogar Monsieur Jacques Chirac spricht davon, dass alles sein
Recht haben muss. Aber in Jugoslawien, das mitgeholfen hatte, die Welt
vom Nazitum zu befreien, war das Recht völlig egal (...) Das Recht war
unwichtig, jetzt muss es plötzlich gewahrt werden. Deshalb will ich
nicht mit dem Gesindel, das den Krieg gegen Jugoslawien befürwortet
hat, in irgend etwas einstimmen. Die europäischen Staaten haben sich
für alle Zeiten strafbar gemacht. Jetzt haben sie in Jugoslawien ihren
Blutdurst gestillt - vor allem Deutschland hatte da ja einen gewissen
Nachholbedarf -, und plötzlich sind alle diese Verbrecher für den
Frieden."

"Keiner spricht mehr von Jugoslawien, obwohl man Milosevic mit Saddam
Hussein ebenso wenig vergleichen kann wie mit Hitler. Es ist ein
semantisches Verbrechen, wenn man etwas Unvergleichliches wie die KZs
mit irgendwelchen Internierungslagern vergleicht: Unter diesem Vorwand
hat Deutschland Jugoslawien angegriffen. Alle tatsächlichen Verbrechen
beginnen mit semantischen Verbrechen."

http://www.vorstadtzentrum.org/
cgi-bin/joesb/news/viewnews.cgi?category=5&id=1049745775

Gli ipocriti (2)
La Melandri non c'era e se c'era dormiva

Riceviamo questa ottima rassegna dall'amico Gian, e diffondiamo.


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Subject: La Melandri non c'era e se c'era dormiva
Date: Wed, 9 Apr 2003 13:55:01 +0200
From: "Gian Che Dice?"


Parlare dell'incoerenza del centro sinistra sul tema della
guerra è un pò come sparare sulla croce rossa oppure sui
giornalisti indipendenti, non si fa. Ma appunto perchè non si
spara sugli innocenti e non si gioca con le vittime bisogna
sempre denunciare chi lo fa per fini strumentali. In questo
caso ahinoi è proprio la crocerossina Melandri, ex ministra
del governo d'Alema, che con la memoria corta a Ballarò
confonde guerre, cifre e responsabilità, tentando
maldestramente di rimuovere la contraddizione che i
dalemiani tentano di portare nel movimento per la pace. Il
bombardamento può essere giusto se a farlo sono d'Alema,
Clinton e Blair. Forse è il caso di ricordare perchè il
movimento pacifista accusò il governo d'Alema di crimini di
uerra in Jugoslavia.

Gian.

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Così dicevano: citazioni illustri per giustificare una guerra ingiusta
---

"Dovere della sinistra far guerra a un dittatore"
Intervista a Walter Veltroni
su La Repubblica 1 aprile '99

Il leader ds Veltroni: "Blair ha ragione: dobbiamo fare dei diritti
umani il nuovo internazionalismo"
E anche questa non è una scoperta di oggi, per me: da mesi parlo della
Birmania, del Ruanda, di Cuba e dei dissidenti sbattuti in galera da
Castro, o ricordavo a Jang Zemin in visita in Italia le esecuzioni
degli oppositori in Cina. Adesso si vede qual è il filo conduttore di
questa politica: il tentativo di costruire una Sinistra che faccia dei
diritti umani il suo nuovo 'internazionalismo', come ha detto Tony
Blair alla convention dei socialisti europei a Milano. Una nuova
coscienza dei disastri umanitari, del dolore, della catastrofe che c'è
in tante parti del mondo. Il Kosovo, per colpa di Milosevic, è oggi la
parte più devastata da questo flagello. Per farlo finire, purtroppo,
la comunità internazionale è costretta ad usare lo strumento
estremo, i bombardamenti".
http://www.democraticidisinistra.it/interviste/veltroni010499.htm

"Certo, in questa vicenda c'è una crisi che riguarda l'Europa, che non
riesce a darsi una politica comune di sicurezza. Ma c'è qualcosa di
più. Si sta consumando la difficoltà dell'Onu. Ci vogliono nuove
regole, con una riforma del Consiglio di sicurezza, che oggi il
sistema dei veti rende un gigante imbrigliato" [...]
"La sinistra italiana che sosteneva il principio della non ingerenza e
della sovranità nazionale sta facendo un grande salto di maturità. Una
sinistra nuova che capisce che ci sono valori, principi e diritti che
non possono essere cancellati. Tra i giovani, tra gli studenti c'è la
consapevolezza che quando ci sono centinaia di migliaia di persone che
scappano può essere necessario usare la forza per aiutare i deboli. Si
parla della guerra giusta ma io vorrei introdurre il concetto della
pace giusta. Finché ci sono la diaspora, la pulizia etnica, gli
stupri, le decapitazioni, non c'è pace, anche se i bombardieri
tacciono".
Walter Veltroni
http://www.democraticidisinistra.it/interviste/
intervista_veltroni1004.htm

Sinistra ricorda la lezione di Sarajevo
Intervista a Walter Veltroni
su l'Unità 29 marzo '99

I sondaggi dicono che l'opinione pubblica è in maggioranza contro
l'intervento militare.
"Io credo che il grande disagio che sta vivendo la gente nasce dal
fatto che si ha la consapevolezza che ci troviamo non dinanzi a una
guerra, ma a due guerre. C'era una guerra preesistente, quella dei
serbi contro i kosovari. E aveva già provocato 2000 morti e quasi
mezzo milione di profughi. E stava per dilagare, per allargarsi alla
Macedonia, all'Albania, con l'effetto di incendiare tutti i Balcani. E
stavano avvenendo cose di fronte alle quali non ci si può più limitare
alla compassione e alla condanna: le decapitazioni, le fosse comuni,
lo sterminio. Vedi, a quelli che l'altro giorno sono venuti
davanti a Montecitorio con gli ulivi insanguinati, io potrei dire:
dov'eravate, amici, dov'erano i vostri fiori quando i serbi compivano
atrocità e uccidevano 300 mila esseri umani in Bosnia?"
http://www.democraticidisinistra.it/interviste/veltroni290399.htm

Il presidente D'Alema è tra i falchi o le colombe?

In un'intervista il presidente del Consiglio D'Alema ha
affermato: "Noi vogliamo che non si lasci nessuna opportunità
intentata, nessuna possibilità di riprendere il cammino di una
soluzione politica e negoziale. Ma naturalmente occorre da parte
del governo di Belgrado una chiara manifestazione di buona
volontà, ponendo fine a questa aggressione contro la popolazione
civile del Kosovo" (Il Manifesto 6/4/99). Il giorno dopo il governo
di Belgrado ha annunciato una tregua unilaterale per la Pasqua
ortodossa. La risposta di D'Alema, giunta tre ore dopo il "no" di
Clinton e Blair alla proposta di tregua, è stata: "È insufficiente. È
evidente che occorrono ben altre garanzie".
http://www.geocities.com/CapitolHill/Senate/5430/a9899/kosovo.htm

---
La memoria ha le gambe cortissime. Cosa
successe il 7 novembre 2001?
---

513 si - 35 No. Iniziava così, con un voto
parlamentare bipartisan, il 7 novembre 2001 la parte italiana
della guerra del mondo "civile" contro il regime "taliban" per
togliere il velo alle donne musulmane con l'ausilio dell'esplosivo.

Era la vendetta dell'America contro un paese che
"ospitava" Osama Bin Laden, accusato (senza prove) di aver
finanziato l'attentato alle torri. Una guerra rapida, con un
consenso parlamentare plebiscitario (comunisti e verdi esclusi),
che ha causato la morte di 3767 afghani
(http://www.reteblu.org/dibattiti/0202/dibattiti14.html) ed il
rapimento di qualche centinaio d'altri, portando a cosa? Al permanere
di una instabilità afghana in Afghanistan, alle installazioni militari
permanenti, in sostanza all'accerchiamento del petrolio. Oggi un
leader fantoccio occidentale, circondato da pretoriani occidentali
prende il posto di altre sagome dello stato poligono. Bush e Blair,
-si, gli stessi- trionfali, iniziarono l'attacco senza avvallo ONU
e maggioranza forzista ed opposizione ulivista, li sostennero
dall'Italia con un accordo parlamentare. Sostennero la missione
anche se Rumsfeld -si, sempre lui- l'annunciava come parte di
un attacco più ampio ed internazionale
(http://www.repubblica.it/online/mondo/rumsfeld/rumsfeld/rumsfeld.html).
Anche se il New American Century era già da 3 anni lì a spiegare i
progetti della superpotenza.
E' passato poco più di un anno e non ne parla quasi più nessuno.
Osama è una sagoma riposta in cassetto, adatta per la
sovrapposizione a piacimento, proprio come in quei giochi per
bambini, a qualche mappa di stato canaglia quando sia
necessario. Nessuno, proprio nessuno, invece, ricorda più quel
"Noi non faremo mancare il nostro sostegno perchè il terrorismo
sia sconfitto" di Francesco Rutelli (http://www.repubblica.it/online/
politica/ulivoguerra/divisi/divisi.html) che votava così a favore
del bombardamento di un paese medioevale per dar sfogo alle
voglie di vendetta della potenza imperiale.

---
La Melandri dormiva.
---

Giovanna Melandri dichiara a Ballarò dell'8 aprile 2003 che la
guerra alla Jugoslavia era da considerarsi legittima per tre
motivi:

- La guerra era autorizzata dalla Nato
- La guerra era motivata dal massacro di Srebrenica
avvenuto "poco prima"
- La guerra avveniva dopo l'uccisione di 300.000 Kosovari.

Tre colpi a salve contro l'evidenza:

A- La guerra non poteva essere autorizzata da una alleanza
difensiva in violazione del proprio statuto fondativo
(intervenendo fuori dai confini dei paesi della Nato). La guerra
non era autorizzata dall'Onu poichè i russi (analogamente ai
francesi adesso) minacciarono di ricorrere al diritto di veto. La
guerra fu pertanto illegale sia per lo statuto Nato che per la
carta delle nazioni unite. Costituiva anzi un comodo precedente
per la politica (iniziata in realtà già nell'82 nelle isole Falkland
dalla signora Thatcher e in centro america con l'aiuto esplicito
ai contras nicaraguensi da parte dell'amministrazione Reagan)
di nuovo ordine mondiale.

B- Il "massacro di Srebenica" risale ad un altro
conflitto, -Srebrenica era un enclave musulmana in territorio
serbo-bosniaco...- e non attiene al conflitto in Kosovo. Tra i due
conflitti intercorrono 4 anni. Non furono interessate le forze
serbo-Jugoslave ma le forze serbo-Bosniache. La Jugoslavia fu
riconosciuta in quel periodo dall'amministrazione americana
come una delle tre amministrazioni da interessare alla
"pacificazione" bosniaca che trovò il suo suggello a Dayton. Sul
"massacro di Srebrenica" vi sono due versioni ufficiali, quella del
governo olandese (responsabile dei caschi blu presenti sul
campo) e una americana. I due rapporti preannunciano le
divisioni di questi giorni sul conflitto iracheno (vedi
http://www.guardian.co.uk/Archive/Article/0,4273,4398644,00.html).

C- Il segretario alla difesa americana William Cohen
(http://web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/Controcorrente/liberazione.html)=

affermò che in Kosovo erano stati uccisi dai serbi 100.000
Kosovari. D'Alema alzò la cifra nei giorni del conflitto e parlò di
200.000 vittime, non distinguendo i profughi dagli
assassinati. Oggi la Melandri integra un numero già spaventoso
di vittime al rialzo per giustificare quella guerra ormai persa
nella memoria, e parla di 300.000 morti. Questa operazione
rialzista è una operazione sporca, da democrazia americana. Ma,
e la cosa è ancor più grave in questi giorni di eccidi giustificati
da fumo ideologico, l'onorevole Melandri nega il riconoscimento
storico della infondatezza di queste cifre. Al pari delle vittime
delle torri gemelle -che son passate da 50.000 (200.000 per la
Fallaci) a 3.000 vittime- anche le vittime della "pulizia etnica"
nel Kosovo sono state ampiamente ridimensionate e anche
questa parte della conquista del continente europeo
probabilmente dovrà essere riscritta. Ad oggi il tribunale penale
internazionale accusa il "regime di Milosevic" di alcune
centinaia di morti (670 vittime secondo i servizi segreti Croati
non certo vicinani ai serbi, 187 secondo il rapporto dei medici del
Tribunale dell'Aja per i crimini di guerra in Jugoslavia
(http://web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/Controcorrente/
liberazione.html)) .
La guerra alla Jugoslavia causò nel compenso alcune migliaia
di vittime civili e migliaia di altri "danni collaterali" per
l'aumento della contaminazione radioattiva del territorio. Alla
fine della guerra, in Kosovo, forse è il caso di ricordarlo, si è
installata la più imponente base militare americana all'estero, la
base Bondsteel.

---
Val la pena di ricordare alcuni degli episodi della guerra
umanitaria alla Jugoslavia nel 1999.
---

31 Maggio Colpito l'ospedale di Surdulica, il bilancio parla di
venti morti.
19 Maggio Colpito l'ospedale di Belgrado, tre morti.
14 Maggio Colpito villaggio Kosovaro 100 morti.
7 Maggio Colpito ospedale e mercato di Nis 20 morti.
7 Maggio Colpita l'ambasciata cinese 3 giornalisti morti e 20
diplomatici feriti.
1 Maggio Colpita corriera a Luzane 40 morti.
27 Aprile Surdulica: decine di case distrutte e diversi morti civili
per missili fuori rotta.
23 Aprile Belgrado: 16 dipendenti della TV serba uccisi;
obiettivo legittimo per la Nato.
14 Aprile Djakovica: 75 kosovari uccisi, addebitati inizialmente
ai serbi, in realtà per missili alleati.
12 Aprile Aleksinac: edifici civili abbattuti per errore.
http://www.repubblica.it/online/fatti/civili/civili/civili.html

Dal 16 marzo 1999, 23.000 missili e bombe furono sganciate su
un Paese di 11 milioni di abitanti. 35.000 cluster bombs (a
frammentazione, armi di distruzione di massa contrarie alla
convenzione di Ginevra) ed a grafite; furono usati 31.000
proiettili ad uranio impoverito, con rilascio di materiale
contaminante su tutta la Jugoslavia. In 78 giorni di
bombardamenti furono colpite scuole, ospedali, fattorie, ponti,
strade e vie acquatiche.
(http://www.romacivica.net/forumdac/Usawarcrimes.htm)

L'alibi assurdo per quel conflitto si scontra contro queste
semplici evidenze.

---
Diamo a Bush quel che è di Bush
---

La tendenza strumentale alla personalizzazione di condotte
geo-politiche nazionali, intestando all'ultima amministrazione
repubblicana delle scelte che fanno parte della fisiologia delle
amministrazioni statunitensi, somiglia in modo drammatico alla
personalizzazione del conflitto Israelo-Palestinese, una
personalizzazione funzionale alla non-comprensione delle
dinamiche radicali che sottendono alle politiche delle potenze e
che non potrà mai spiegare la strana alleanza tra il labour party
inglese e il petrolpartito dei Bush. In realtà questi conflitti
trascendono le amministrazioni poichè, e su questo occorre una
certa dose di coerenza analitica, scaturiscono da forze che
sovrastano la la vernice democratica degli stati e ne coinvolgono
la struttura economica inesorabilmente totalitaria.


Parafrasando Nanni
Moretti....
Dite qualcosa di
sinistra: abbiamo
sbagliato,
ce ne andiamo
a cuocere le salsicce.
Gian.

Subject: informazioni
Date: Fri, 21 Mar 2003 15:52:44 +0100
From: "alessandro" <arap79@...>
To: "pro jugoslavia" <jugocoord@...>


Gentile Sig. Ivan Pavicevac,
Ho letto un suo articolo pubblicato dal quotidiano "Rinascita" e mi
piacerebbe aderire al vostro Coordinamento
per la Jugoslavia. Mi farebbe molto piacere ricevere, tramite posta
cartacea o elettronica, notizie, materiale, periodici sulle iniziative
per la Serbia o comunque sulla situazione in Balcania.
Saluti etno-nazionalisti

Alessandro Rapinese
Chieti


---


Gentile Sig. Rapinese,

apprendiamo tramite questa Sua che il quotidiano "Rinascita nazionale"
ha pubblicato qualcuno dei materiali da noi diffusi tramite la nostra
newsletter JUGOINFO, e per la precisione una lettera aperta di uno dei
nostri aderenti.
La newsletter JUGOINFO e' pubblica e chiunque puo' iscriversi
(semplicemente inviando un messaggio vuoto a
Ova adresa el. pošte je zaštićena od spambotova. Omogućite JavaScript da biste je videli.). Una volta diffusi, i
nostri materiali (quando non cadono nel vuoto) possono essere ripresi
da soggetti e per scopi sui quali non abbiamo alcun controllo. In
questo caso specifico, notiamo che esponenti della estrema destra
italiana, vicini a settori militari, non solo seguono con interesse le
nostre attivita', ma cercano addirittura di "arruolarci" tra i loro,
creandoci ovviamente un legittimo imbarazzo.

Se lei conosce il nostro Documento Costitutivo, vale a dire i valori
sui quali ci siamo riuniti per lavorare insieme (si veda:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/files/doccnj.htm),
comprende bene che non possiamo accettare in alcuna maniera i suoi
"saluti etno-nazionalisti", ai quali rispondiamo invece con i nostri

Saluti internazionalisti
Oggi come sempre contro il fascismo ed il colonialismo italiano nei
Balcani


Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia