Informazione

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In Yemen come in Iraq, l'Occidente fomenta il terrore

0) LINKS
1) INIZIATIVE: YEMEN, L'ITALIA SMETTA DI APPOGGIARE I CRIMINI SAUDITI
2) Die USA und die Saudis eilen im Jemen Daesh und Al-Kaida zu Hilfe / Gli USA e i Sauditi in soccorso di Daesh e Al Qaeda nello Yemen (B. Kimyongur)


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YEMEN AND THE MILITARIZATION OF STRATEGIC WATERWAYS. Securing US Control over Socotra Island and the Gulf of Aden
By Prof Michel Chossudovsky – Global Research, 7 February 2010
TRAD.: Lo Yemen e la militarizzazione delle vie d'acqua strategiche. Assicurare il controllo Usa sull'isola di Socotra e il Golfo di Aden
di Michel Chossudovsky | globalresearch.ca (2010)

LA TENDENZA ALLA GUERRA DELL'OCCIDENTE E IL  RADICALISMO ISLAMICO (Domenico Moro, 10/02/2015)

IRAQI ARMY DOWNS TWO BRITISH PLANES CARRYING WEAPONS FOR ISIL TERRORISTS (Fars News Agency / Global Research, February 24, 2015)
al-Anbar province: numerous flights by US-led coalition planes airdrop weapons and supplies for ISIL in terrorist-held areas...
http://english.farsnews.com/newstext.aspx?nn=13931204001534
TRAD.: L’esercito iracheno abbatte 2 aerei inglesi che rifornivano il SIIL (Fars News Agency / Global Research, 24 febbraio 2015)

“IRAN PEGGIO DELL’IS’. EGITTO E SAUDITI VERSO L’INVASIONE DELLO YEMEN (di Marco Santopadre, 28 Marzo 2015)

IN FLAMMEN (Krieg im Jemen – GFP 31.03.2015)
Auch nach den jüngsten Luftschlägen vom gestrigen Montag billigt die Bundesregierung den Krieg eines von Saudi-Arabien geführten Militärbündnisses gegen Aufständische im Jemen. Man habe "Verständnis" für die bewaffnete Intervention, heißt es im Auswärtigen Amt. Saudische Luftschläge trafen gestern unter anderem ein jemenitisches Flüchtlingslager; dabei starben mindestens 45 Personen. Riads neuer Krieg richtet sich gegen einen angeblichen Machtzuwachs Irans, dem gute Verbindungen zu den schiitischen Huthi-Rebellen nachgesagt werden. Er entspricht den Interessen der NATO-Staaten: Man wolle verhindern, dass Teheran mit Hilfe der Huthis "neben der Meerenge von Hormuz auch noch die Meerenge zwischen dem Jemen und Afrika kontrollieren könnte, durch die jeden Tag Millionen Barrel Erdöl transportiert werden", erläutert ein renommierter Kommentator. Für ihren Krieg stehen den saudischen Streitkräften deutsche Kriegswaffen zur Verfügung, darunter Tornado- und Eurofighter-Kampfflugzeuge sowie - für den Fall eines Einmarschs saudischer Bodentruppen im Jemen - Sturmgewehre der Modelle G3 und G36. Beobachter halten eine vollständige Entgrenzung des jemenitischen Bürgerkriegs für durchaus wahrscheinlich. Die arabische Welt steht nach zahlreichen offenen oder verdeckten militärischen Interventionen des Westens unkontrollierbar in Flammen - vom Süden der Arabischen Halbinsel bis Nordsyrien, von Libyen bis Irak... 
http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/59081

EN BREF: ISRAEL BOMBARDE LE YÉMEN (mercredi, 01 avril 2015)
IRIB- Selon l'un des cadres d'Ansarallah, les avions de combat israéliens prennent directement, part aux raids aériens sauvages contre les zones d habitation, au Yémen. "La façon dont les zones civiles sont bombardées nous rappelle les raids aériens contre Gaza.

YEMEN, LA STRAGE DI BAMBINI CHE NON COMMUOVE L'EUROPA (Redazione Contropiano, 1 Aprile 2015) 

LA COALIZIONE ‘PROGRESSISTA’ DEI SAUDITI IN LOTTA PER LA DEMOCRAZIA IN YEMEN… (Patrizio Ricci – SibiaLiria, 3 aprile 2015)
Dalla Libia allo Yemen agli altri teatri di guerra è sempre più evidente “la non innocenza” dei paesi occidentali e delle petrolmonarchie...

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Vedi anche:

Rete No War: L'ITALIA SI DISSOCI DALL'ADDESTRAMENTO TURCO-STATUNITENSE DI JIHADISTI FUTURI E PRESENTI IN SIRIA


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"CONTRO I BOMBARDAMENTI SAUDITI IN YEMEN", SIT-IN E DIGIUNI NOWAR DAVANTI ALL'AMBASCIATA SAUDITA (9 aprile 2015 - Patrick Boylan)

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YEMEN, L'ITALIA SMETTA DI APPOGGIARE I CRIMINI SAUDITI

Da: Rete No War
al Ministro Gentiloni

Ministro, Le scriviamo mentre siamo impegnati in sit-in e digiuni (v. comunicato a seguire) contro i bombardamenti sauditi in Yemen, un ennesimo crimine. Ci sembra incredibile che Lei esprima "comprensione" per i Saud e dia a intendere che l'Arabia saudita bombarda lo Yemen (con molte vittime civili) anche per prevenire un'ulteriore diffusione del terrorismo!

I Saud, come altri petromonarchi e come gli uomini d'affari del Golfo, insieme ai paesi della Nato hanno fomentato in modo diretto e indiretto le forze terroriste, da Al Qaeda (e Al Nusra) a Daesh/Isis. Daesh settimane fa in Yemen ha fatto una carneficina ai danni proprio delle moschee degli houthi contro i quali l'Arabia saudita combatte con i suoi aerei (italiani?) e l'appoggio determinante degli Usa. 

L'Arabia saudita sostiene terroristi sedicenti islamici sin dai mujahidin nell'Afghanistan degli anni 1980, e in tempi recenti in Iraq, Libia e Siria. Ci sono le prove. E l'Italia per anni ha fatto parte degli "Amici della Siria" insieme a sauditi, qatarioti, statunitensi eccetera. 

L'Italia deve dissociarsi dai bombardamenti sauditi. Così come deve dissociarsi dal continuo sostegno armato offerto da petromonarchi, Stati uniti e Turchia a gruppi armati in Siria. 

RETE NO WAR (tel 3312053435)

COMUNICATO INIZIATIVE NO WAR

NO WAR: "CONTRO I BOMBARDAMENTI SAUDITI IN YEMEN", SIT IN E DIGIUNI DAVANTI ALL'AMBASCIATA SAUDITA

Il 9 e 10 aprile davanti all'ambasciata dell'Arabia saudita a Roma esponenti della Rete No War (alcuni in digiuno di protesta) manifestano  nuovamente contro i criminali bombardamenti sauditi sullo Yemen, che - con il pretesto di contrastare i ribelli houthi - uccidono civili e aiutano il propagarsi di Al Qaeda, nemica degli houthi. L'ingerenza saudita nello Stato viola tutti i principi dell'umanità e del diritto. Lo Yemen è uno Stato povero ma strategicamente importante (per il controllo dei traffici marittimi fra Mediterraneo e Oceano indiano) e là l'Arabia saudita combatte per la sua supremazia, accusando i ribelli houthi di essere foraggiati dall'Iran, il suo grande nemico. 

Nel denunciare il fatto che l'attacco guidato dai sauditi hanno già ucciso 540 persone (74 bambini) e fatto 1.700 feriti, la Rete No War sottolinea anche il fatto che questa guerra contro il popolo e gli houthi sta aiutando, in Yemen, le forze più sanguinarie come al Qaeda nella penisola araba e Daesh (sedicente Stato islamico), che ha rivendicato settimane fa la strage di centinaia di fedeli in preghiera nelle moschee houthi. 

Già sabato 4 aprile a Roma, la Rete No War ha convocato una PRIMA manifestazione davanti all'Ambasciata dell'Arabia saudita contro l'aggressione al popolo dello Yemen da parte della petromonarchia. E' stata la prima manifestazione di occidentali contro quest'ultima vergogna. http://stefanomontesi.photoshelter.com/gallery-image/Rete-No-War-manifesta-contro-Arabia-Saudita/G0000.pycuumI28Y/I0000Y6ZSnn6FpZc
 
Hanno partecipato alcuni attivisti della stessa Rete. Ancora una volta, come accade dal 2011, è latitante l'opposizione sociale alle guerre che l'Asse della guerra composto da Nato e Golfo portano avanti sfasciando intere regioni (Medioriente, Africa del Nord, Africa sub-sahariana) con bombardamenti diretti oppure fomentando gruppi terroristi locali, da Al Qaeda fino a Daesh. Non ci sono abbastanza parole per condannare l'infernale politica di guerra e di sostegno al terrorismo perpetrata da decenni dai petromonarchi e dai loro alleati occidentali.

Come si legge sui cartelli della manifestazione, Rete No War chiede all'Italia che si dissoci e smetta di vendere armi al suo primo compratore: i sauditi appunto. Rete No War lancia l'idea di una giornata internazionale di azione sull'Arabia saudita - nel contesto di una netta dissociazione anche dall'operato delle altre petromonarchie e della Nato. 

Rete No War denuncia il ruolo dell'Arabia saudita anche nel fomentare il terrorismo in Siria. E coglie l'occasione che intimare all'Italia di dissociarsi dalla politica di Usa e Turchia che stanno addestrando altri gruppi armati in Siria, dove la tragedia dura da quattro anni. 

per Rete No War
3312053435


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Le texte original en francais: 
LES USA ET LES SAOUD AU SECOURS DE DAECH ET AL QAEDA AU YÉMEN (par Bahar Kimyongur, 26 mars 2015)

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Die USA und die Saudis eilen im Jemen Daesh und Al-Kaida zu Hilfe

 

Bahar Kimyongur, 26. März 2015

 

Nichts Neues in der arabischen und muslinischen Welt. Zur grossen Zufriedenheit ihrer Feinde Amerika und Israel schlagen sich Araber und Muslime untereinander.Die USA und die Saudis stehen in der Offensive in den Ländern, die sich ihnen widersetzen, vor allem in Syrie im,Irak und im Jemen.


In Syrien attakieren die Saudis an zwei Fronten: Im Norden und im Süden.

Im Norden ist das loyale und vorwiegend sunnitische Idlib von mit Al-Kaida liierten Milizen umzingelt. Diese Milizen benützen amerikanische Waffen, speziell TOW-Raketen, um den Widerstand der syrischen Armee und der Volksmilizen zu brechen, welche ihre Stadt und Umgebung verteidigen. Einer der Al-Kaida Kommandanten in Idlib ist ein saudischer Scheich namens Abdallah al Mouhaisni. 

Im Süden ist es die antike Stadt Bosra al Cham mit einem im Zentrum gelegenen römischen Amphitheater, welche kürzlich in die Hände einer Koalition dschiadistischer Gruppen fiel, dirigiert von der Al Nusra Front, einem Ableger von Al Kaida in Syrien.

Da nun das US-Kommando im antiterror Kampf schwelgt, hat man im syrischen Himmel oberhalb von Idleb oder Bosra al Cham kein einziges Flugzeug der Alianz US/EU/GCC (*) gesehen.

Wie aus der Reuters Depesche, unterzeichnet von Tom Perry, vom vergangenen 23. März zu entnehmen ist, haben die West-Armeen ihre Waffenlieferungen an Al-Kaida an der Südfront sogar intensiviert. Diese Waffen, gesponsert von Saudi-Arabien, dem grössten Waffenimporteur der Welt, gelangen über die jordanisch/syrische Grenze zur Anti-Assad Koalition der Südfront. Israel hält sich nicht zurück indem offizielle Stellen ankündigen, fortan den Anti-Assad Kräften, darunter Al-Kaida im Mont-Bental auf den Golan-Höhen, Hilfe zukommen zu lassen (Yaroslav Trofimov, Wall Street Journal, 12 März 2015). 


So haben nun unsere westlichen Schöngeister, welche über die Zerstörung der Museen und des Erbes des Orients durch die Dschihadisten des Daesh lamentieren, Bosra-al-Cham Al-Kaida übergeben, eine antike Stadt unter dem Schutz des Weltkulturerbes der UNESCO.

Im Irak fürchten die USA, innerhalb des Widerstandes gegen Daesh, an Einfluss zu verlieren. Kräften der Kurden, Schiiten und Sunniten, unterstützt durch den benachbarten Alliierten Iran, ist es gelungen, eine Antiterror-Allianz zu formieren, die zunehmend Früchte trägt.

Mehrere Städte und Dörfer der Provinzen Salaheddine und Anbar konnten so von den Terroristen befreit werden. Diese supra-ethnische und supra-konfessionelle Vereinigung vor Augen, hat die US-Luftwaffe diese Nacht Positionen von Daesh in der Stadt Tikrit bombardiert, aus Furcht, Einfluss in diesem Land zu verlieren, das ein Verbündeter des Iran geworden ist.

Diese US-Intervention in Tikrit ist von der schiitischen Milizen verhöhnt worden, welche jede Zusammenarbeit mit Washington zurückweisen.

Einige mit den Einheiten des Mahdi Moqtada Sadr und der Brigaden der irakischen Hizbollah haben sogar beschlossen, sich aus den Kämpfen zurückzuziehen.

An der Tikrit-Front hat mas es also nicht mit einer Zusammenarbeit, wie es viele der Mainstraem-Analytiker formulieren, sondern mit einem Konkurrenzverhältnis zwischen Iran und den USA zu tun, etwa so wie damals zwischen der Sowjet-Armee und der Truppen des General Patton im Kampf gegen Hitler.

Aus einem althergebrachten Gegensatz zum Iran haben die Saudis den Daesh schon seit langer Zeit aufgebaut. Heute lenkt die wahabitische Dynastie die Aufmerksamkeit auf die wachsende Gefahr eines zunehmenden Prestiges Teherans bei der Bevölkerung Syriens und des Irak, welche unter dem Joch des Daesh leben.

Schlussendlich haben die Saudis beschlossen, in Hinterhof Jemen ihre Bomber auf den Anti-Daesh Widerstand zu lenken.

Vor nicht langer Zeit Schauplatz der Auseinandersetzungen zwischen Marxisten un Pan-Arabern einerseits und reaktionären Pro-Saudi Kräften andererseits ist der Jemen heute Schauplatz eines Krieges der schiitennahen Houthi-Milizen

In den letzten Tagen haben die Houthi-Milizen des Ansar Allah einen spektakulären Vorstoss gegen Aden durchgeführt, die Grossstadt des Süd-Jemen, wohin sich der abgesetzte Präsident Abd Rabbo Mansour Hadi, ein Saudi-Agent, abgesetzt hatte.

Entgegen den Meldungen der West-Medien, verfolgen die Houthi-Milizen keine konfessionelle sondern eine patriotische Mission.

Trotz ihrer konfessionellen Herkunft pflegen sie eine panislamische und panarabische Vision, und geniessen deshalb innerhalb eines grossen Teils der nationalen jemenitischen Armee grosse Sympathien, einschliesslich der republikanischen Garden und zahlreicher sunnitischer Stämme, woraus sich ihr unglaublicher Vormarsch erklärt.

Da nun Daesh letzten Freitag um die 200 Schiiten in vier Kamikaze-Angriffen gegen Moscheen massakriert hat und Al-Kaida der arabischen Halbinsel (AKAH) mit voller Kraft wütet, hat das wahabitische Regime diese Nacht Luftschläge gegen die Rebellen des Jemen lanciert.  

Nicht der saudische Verteidigungsminister, Prinz Mohammed Bin Salman oder der König Saudiarabiens Salman Ben Abdel Aziz hat den Krieg gegen den souveränen Jemen erklärt, sondern der saudische Botschafter in Wsashington. Das Szenario entspricht einem zweitklassigen arabischen Streifen.

Zur Stunde sprechen die arabischen Medien, insbesondere Al-Mayadeen, von ungefähr 20 jemenitischen Zivilisten, die durch das saudische Bombardemnent getötet wurden.

Zur Zeit des ägyptischen drittewelt Helden Jamal Abdel Nasser, bekämpfte das kollaboratistische und dekadente Saudi-Regime die linken arabischen Kräfte (Marxisten, Nationalisten, Panaraber) mit Unterstützung der USA.

Da die letzten Spuren des arabischen Sozialismus ausgelöscht sind, nehmen sich die Saudis nun den letzten noch existierenden panarabischen Widerstand vor, vom libanesischen Hisbollah über den syrischen Baath zum jemenitischen Ansar Allah.

 

In einem alarmistischen Artikel in der Washington-Post vom 23 November 2012, qualifizierte die US-Staatssekretärin der Bush-Ära Condoleeza Rice, den Iran als «Karl Marx von heute».

Wenn der Iran Marx entspricht, wie es die Falke des US-Imperialismus bekräftigt, so ist das Saudi-Regime, seit seiner Gründung 1744, eine Inkarnation der Konter-Revolution und der Tyrannei von Adolphe Tiers, dem Totengräber der Pariser-Kommune.

(*) CCG : Golfkooperationsrat, Allianz der 6 Ölmonarchien der Golfregion

 

Aus: http://www.michelcollon.info/Les-USA-et-les-Saoud-au-secours-de.html?lang=fr 

Übersetzung: K.Trümpy

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Gli USA e i Sauditi in soccorso di Daesh e Al Qaeda nello Yemen

28 Marzo 2015 – di Bahar Kimyongur
da www.michelcollon.info

Traduzione di Marx21.it

Nel mondo arabo e musulmano, niente di nuovo. Ci si batte tra arabi e musulmani la più grande gioia dei nemici americani e israeliani. Gli Stati Uniti e i Sauditi sono all'offensiva in tutti i paesi che resistono, soprattutto in Siria, in Iraq e nello Yemen.

In Siria, le forze saudite attaccano su due fronti: il Nord e il Sud.

A Nord, la città lealista e in maggioranza sunnita di Idlib è accerchiata dalle milizie legate a Al Qaeda. Queste milizie utilizzano armi americane, in particolare missili TOW per avere la meglio sulla resistenza dell'esercito siriano e delle forze popolari che difendono la loro città e le loro terre. Uno dei comandanti di Al Qaeda dell'operazione di Idleb è uno sceicco saudita chiamato Abdallah al Mouhaisni.

A Sud, c'è l'antica città di Bosra el Sham, nel cui cuore si erge un anfiteatro romano, che rischia di cadere nelle mani di una coalizione di gruppi jihadisti pilotata dal Fronte al Nusra, filiale di Al Qaeda in Siria.

Mentre il comando americano si sciacqua la bocca con discorsi anti-terroristi, nessun aereo dell'asse USA/UE/CCG (*) si è levato in volo nel cielo siriano sopra Idleb e Bosra el Sham.

Come rivela il dispaccio Reuters del 23 marzo scorso, gli eserciti occidentali hanno persino intensificato le loro forniture di armi a Al Qaeda sul Fronte Sud. E' attraverso la frontiera giordano-siriana che queste armi, per la maggior parte offerte dall'Arabia Saudita, il più grande importatore di armi al mondo, pervengono alla coalizione anti-Assad del Fronte Sud. Israele non è da meno, poiché anche fonti ufficiali riconoscono che fornisca aiuto alle forze anti-Assad, tra cui Al Qaeda sul Monte Bental nelle colline del Golan (Yaroslav Trofimov, Wall Street Journal, 12 marzo 2015).

In tal modo, le nostre anime belle occidentali innamorate dell'arte e della raffinatezza, le stesse che si lamentano per la distruzione dei musei e del patrimonio dell'Oriente da parte di Daesh, offrono a Al Qaeda Bosra el Sham, una antica città patrimonio mondiale dell'UNESCO.

In Iraq, gli USA avvertono che stanno perdendo il controllo della resistenza contro Daesh. Forze curde, sciite e sunnite appoggiate dal vicino e alleato iraniano sono riuscite a formare un'alleanza anti-terrorista che sta portando i suoi frutti.

Molte città e villaggi delle province di Salaheddine e Anbar sono state così liberate dalla presenza terrorista. Temendo questa unità che va oltre le etnie e le confessioni, l'aviazione USA ha bombardato le posizioni di Daesh nella città di Tikrit nel timore di perdere terreno in questo paese diventato alleato dell'Iran.

A questo intervento USA a Tikrit non hanno partecipato le milizie sciite che rifiutano ogni forma di alleanza con Washington.

Anche i miliziani legati all'Esercito del Mahdi di Moqtada Sadr e alle Brigate degli Hezbollah iracheni hanno deciso di ritirarsi dai combattimenti.

Sul fronte di Tikrit, non c'è dunque collaborazione, come lasciano intendere numerosi analisti mainstream, ma concorrenza tra l'Iran e gli USA, un po' come quella che esisteva tra l'Esercito sovietico e le truppe del generale Patton di fronte all'Impero hitleriano.

Per ostilità atavica nei confronti dell'Iran, i Sauditi da lungo tempo incoraggiano Daesh. Oggi la dinastia wahabita ha un timore crescente del prestigio accumulato da Teheran presso le popolazioni della Siria e dell'Iraq che vivono sotto il giogo di Daesh.

E' finalmente nello Yemen, il loro cortile di casa, che i Sauditi hanno deciso di lanciare i loro bombardieri contro la resistenza anti-Daesh.

Precedentemente campo di battaglia tra marxisti e panarabi da una parte e forze reazionarie filo- saudite dall'altra, lo Yemen è oggi il teatro di una guerra dei filo-sauditi con  le milizie houthi di ispirazione sciita.

Negli ultimi giorni, le milizie houthi di Ansar Allah hanno attuato un'avanzata spettacolare verso Aden, la grande città del Sud dello Yemen dove si era rifugiato il presidente deposto e agente saudita Abd Rabbo Mansour Hadi.

Contrariamente a ciò che affermano i media occidentali, le milizie houthi non conducono una politica confessionale ma assolvono a una missione patriottica.

Malgrado la loro identità confessionale, coltivano una visione panislamica e panaraba, guadagnando così la simpatia di un largo settore dell'esercito nazionale yemenita, e anche della Guardia repubblicana e di numerose tribù sunnite, il che spiega la loro travolgente avanzata.

Mentre Daesh massacra circa 200 sciiti in un attacco kamikaze alle moschee, il regime wahabita lancia un'operazione militare aerea contro i ribelli dello Yemen.

Non è stato il ministro saudita della difesa, il principe Mohammed Bin Salman, e neppure il Re dell'Arabia Saudita, Salman Ben Abdel Aziz, ad annunciare l'entrata in guerra contro la sovranità dello Yemen, ma l'ambasciatore saudita a Washington. Lo scenario è degno di un film arabo di serie B.

Per ora, i media arabi, in particolare Al Mayadeen, parlano di una ventina di civili yemeniti massacrati dai bombardamenti sauditi.

Dai tempi dell'eroe terzomondista egiziano Gamal Abdel Nasser, il regime collaborazionista e decadente dei Sauditi combatte le forze della sinistra arabe (marxiste, nazionaliste, panarabe) con l'appoggio USA.

Dopo avere distrutto le ultime vestigia del socialismo arabo, i Sauditi se la prendono ora con le uniche forze della resistenza panaraba ancora presenti, da Hezbollah libanese ad Ansar Allah yemenita, passando per il Baath siriano.

In un'articolo allarmista apparso nel Washington Post il 23 novembre 2012, la segretaria di Stato USA dell'era Bush, Condoleeza Rice, aveva definito l'Iran come “Karl Marx di oggi”.

Se l'Iran equivalesse a Marx come afferma questo falco dell'imperialismo USA, allora il regime dei Sauditi incarnerebbe dopo la sua creazione nel 1744 la controrivoluzione e la tirannia di Adolphe Tiers, l'affossatore della Comune di Parigi.

*CCG: Consiglio di Cooperazione del Golfo, Alleanza che raggruppa le 6 petromonarchie del Golfo.




INIZIATIVE SEGNALATE

1) *** #NO GUERRA #NO NATO *** E' partita la grande raccolta firme per l'uscita dell'Italia dalla NATO!

2) Pisa 10/4: GUERRA ALLA GUERRA

3) Vignanello (VT) 11/4: DRUG GOJKO


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Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS aderisce ed invita ad aderire alla Campagna per l'uscita dell'Italia dalla NATO.
(Sulla campagna vedi anche l'appello iniziale: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/usciredallanato2014.htm )


Sostieni la campagna per l'uscita dell'Italia dalla NATO per un’Italia neutrale.


 Le drammatiche vicende in Medio Oriente, in Nord Africa e ora in Ucraina nel cuore della stessa Europa segnano un deciso degrado dei rapporti internazionali. La pace in tutto il mondo è in serio pericolo e anche papa Francesco ha ammesso che stiamo ormai assistendo a molteplici episodi di un’unica guerra mondiale pronta a conclamarsi in tutti i suoi devastanti effetti. 
     La NATO, da organizzazione formalmente difensiva da diversi decenni ha assunto un profilo aggressivo e minaccioso in aperta violazione con la Carta delle Nazioni Unite. Si dichiara che la nuova strategia della NATO è stata promossa per “difendere gli interessi dell’Occidente”, ma in realtà serve solo a salvaguardare un’egemonia globale statunitense sempre più in rotta di collisione con gli interessi dell’Italia, dell’Europa e del resto del mondo. Invece di promuovere negoziati globali si lanciano ultimatum militari e persino minacce di attacchi nucleari.
     Uscendo dalla NATO l’Italia si sgancerebbe da questa strategia di guerra permanente, che viola la nostra Costituzione, e assumerebbe una posizione di totale neutralità tra i contendenti, a vantaggio dei nostri interessi nazionali e della pace mondiale.      



SITO INTERNET DEL COMITATO PROMOTORE: http://www.noguerranonato.it




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Pisa, venerdì 10 aprile 2015
alle ore 17:30 presso la sede della Rete dei Comunisti, Via Sant'Andrea 31

GUERRA ALLA GUERRA: LA PACE IN EUROPA NON E' UN DATO SCONTATO

La Rete dei Comunisti lancia anche a Pisa una campagna nazionale contro la guerra. La prima iniziativa si svolgerà venerdì 10 aprile alle ore 17.30 presso la sede della RdC in via sant'Andrea 31.

GUERRA ALLA GUERRA: LA PACE IN EUROPA NON E' UN DATO SCONTATO.
L'imperialismo dell'Unione Europea è una minaccia per i propri popoli. 
FERMIAMO LA GUERRA ED OPPONIAMOCI AD OGNI INTERVENTISMO MILITARE

Incontro dibattito con:

JOHN CATALINOTTO
Caporedattore del giornale statunitense Workers World dal 1982, co-fondatore dell'International Action Center, l'organizzazione di Ramsey Clark che negli USA ha dato impulso alle manifestazioni nazionali contro la guerra. Militante comunista dal 1962.

MANLIO DINUCCI
saggista, giornalista de Il Manifesto

VALTER LORENZI
Rete dei Comunisti

evento Facebook: https://www.facebook.com/events/534000143406901/

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Venerdì 10 aprile ore 17.30
Presso la nuova sede della Rete dei Comunisti, Via sant’Andrea 31 Pisa 
Incontro dibattito sul tema:

Guerra alla Guerra
La pace in Europa non è più un dato scontato.
L’imperialismo europeo è una minaccia per i propri popoli.
Fermiamo la guerra e opponiamoci a qualsiasi interventismo militare.

Saranno presenti:
John Catalinotto - Caporedattore del giornale statunitense Workers World dal 1982, co-fondatore dell'International Action Center, l'organizzazione di Ramsey Clark che negli USA ha dato impulso alle manifestazioni nazionali contro la guerra.
Manlio Dinucci saggista, giornalista de Il Manifesto
Valter Lorenzi Rete dei Comunisti
Giovanni Bruno PRC Pisa

Per chi non potrà essere presente sarà possibile seguire i lavori in diretta streaming su: https://www.youtube.com/channel/UCu5zSHlxnzhGRtLyJ3fT4Tg

L’Unione Europea è un polo imperialista in costruzione, che nel suo incedere produce guerra.
Questo è l’assunto dal quale la Rete dei Comunisti parte nel promuovere la campagna nazionale “Guerra alla guerra”. 
L’ossessiva campagna mediatica che parla di quest’alleanza come polo di pace, s’infrange sui fronti di conflitto fomentati in questi anni ai confini del continente.
Dall’Ucraina alla Libia, un arco di guerra circonda l’Europa continentale, riportando le lancette della storia indietro di oltre un secolo, quando la spinta colonialista portava i vari Stati europei a strappare militarmente paesi e territori a un impero ottomano in declino.
Di nuovo, Francia, Italia, Germania, Inghilterra sono impegnati militarmente nei paesi che a cavallo tra XIX e XX secolo furono possedimenti o aree di loro influenza diretta, in Nord e Centro Africa, nell’Est europeo, in Estremo Oriente. 
Più che l’ “inno alla Gioia” di Beethoven, la colonna sonora che si addice a quest’Unione Europea è la “Cavalcata delle Valchirie” di Wagner.
I motivi del ritorno alla “diplomazia delle cannoniere” li individuiamo nella crisi sistemica del capitalismo, emersa con forza nel 2007 attraverso lo scandalo finanziario dei “subprime” statunitensi, ma che già covava dalla prima metà degli anni ’70 del secolo scorso.
La costruzione dell’Unione Europea e della sua moneta è la risposta delle borghesie europee a una crisi senza precedenti per profondità, durata nel tempo e carenza di strategie per il suo superamento. Il grado di maturazione economico, politico e militare raggiunto dai paesi che la compongono, ci fa parlare di un “polo imperialista” in costruzione, impegnato a contendersi mercati, territori e risorse con altri competitori internazionali. Un processo contraddittorio e molto pericoloso, perché mette continuamente in discussione vecchie alleanze e rapporti interni all’Unione Europea stessa, in uno scacchiere internazionale caratterizzato dal declino progressivo dell’imperialismo USA e dal sorgere di potenti competitori, come i BRICS e un nuovo “polo islamico”, che vede le grandi borghesie del Golfo persico impegnate a trasformare il loro grande ruolo economico, energetico e finanziario in potenza militare. 
La dinamica che osserviamo nei vari fronti di conflitto facilita la comprensione del nostro ragionamento.
In Ucraina la competizione tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti è evidente, mettendo di nuovo in discussione l’Alleanza Atlantica (NATO) come “camera di compensazione” tra interessi sempre più contrapposti.
In Libia i bombardieri di Francia e Inghilterra hanno messo un’ipoteca sui pozzi petroliferi gestiti dall’ENI, costringendo l’allora governo Berlusconi a scelte innaturali, forzate all’epoca dal binomio Bersani/Napolitano, espressione di quella parte di borghesia italiana che in seguito avrebbe scalzato l’omino di Arcore, per garantire in Italia l’ordine della Troika europea. 
In Siria e Yemen il polo islamico tenta di frenare l’affermazione iraniana, alla quale i poli imperialisti rispondono con i recenti accordi di Losanna.
La fase che il mondo sta attraversando è di devastante instabilità, cambiamenti di alleanze, scontri e repentine tregue, nella quale stanno crescendo nuove forze e nuove ambizioni, con cui le vecchie e nuove potenze imperialiste fanno i conti, anche dentro i propri confini, come la strage al settimanale francese Charlie Hebdo di Parigi ha dimostrato.
L’incontro di venerdì 10 aprile cercherà di affrontare un tema d’indubbia complessità, ma che interessa tutti quelli che intendono continuare a battersi contro la guerra.
Il contributo di John Catalinotto al dibattito, figura storica del movimento No War statunitense, sarà ancor più interessante perché proviene da un paese che continua, nonostante il proprio declino economico e geopolitico, ad avere una forza militare che supera di gran lunga ogni altra potenza mondiale.
Rete dei Comunisti - Pisa


=== 3 ===

Vignanello (VT), sabato 11 aprile 2015
alle ore 21:30 presso l'ex Cinema Comunale

Pietro Benedetti in

DRUG GOJKO

Monologo di e con Pietro Benedetti
tratto dai racconti del partigiano Nello Marignoli

REGIA DI ELENA MOZZETTA
PRODOTTO DAL CP ANPI VITERBO
IDEATO DA GIULIANO CALISTI E SILVIO ANTONINI
TESTI TEATRALI - PIETRO BENEDETTI
CONSULENZA LETTERARIA - ANTONELLO RICCI
MUSICHE - BEVANO QUARTET E FIORE BENIGNI
FOTO - DANIELE VITA
UN RINGRAZIAMENTO PARTICOLARE A NELLO MARIGNOLI
SI RINGRAZIANO INOLTRE: * I RAGAZZI DEL CENTRO SOCIALE EX VALLE FAUL * DAVIDE BONINSEGNA * ARCI VITERBO * DAVIDE GHALEB EDITORE

Sullo spettacolo vedi anche: https://www.cnj.it/CULTURA/druggojko.htm



 
ANPI: Sospendere la Legge sul Giorno del Ricordo
 
1) COMUNICATO SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
2) Botta e risposte sulle medaglie ai nazifascisti conferite in applicazione della Legge sul Giorno del Ricordo
Zarcone (capo dell'Ufficio storico dello Stato maggiore dell'Esercito, membro della Commissione che riconosce medaglie in memoria degli "infoibati", responsabile dell'istruttoria per la onorificenza al fascista Paride Mori) / Toth / Volk / Cernigoi / Redazione Diecifebbraio.info
3) La giornata del ricordo: una misura del potere sovrastrutturale corrente (Lorenzo Soli – senzatregua.it)


SUL PODIO DEI RICHIEDENTI ASILO

Guardacaso, nelle statistiche divulgate dal governo sui richiedenti asilo ci sono ai primi posti i frutti delle nostre belle guerre, dirette o fomentate. Primi i siriani, secondi gli afghani, e terzi? I KOSOVARI! Ma non avevamo fatto una bella guerra per salvare i kosovari dai cattivi serbi? Com'è che adesso scappano? Non gli piace il narcoterrorista Hashim Taci, già capo dell'Esercito di Liberazione del Kosovo, uno dei tanti gruppi di "liberazione" che in modo bypartisan sono stati amati da governi d'ogni colore NATO/Golfo e al tempo stesso da certa sinistra europea?

Marinella C.

(fonte: lista interna del Comitato NO NATO)