Informazione

(english / italiano)

Petrinja: la fossa comune che c'è per davvero


...Infatti le agenzie di stampa del nostro paese non hanno riportato la notizia.

Si tratta di una fossa comune dalla quale sono stati esumati 160 cadaveri di morti ammazzati nel corso dell'operazione "Tempesta" - quella con la quale il cattolico ed europeo regime di Franjo Tudjman, con l'appoggio dei generali USA (MPRI) e delle strutture NATO (per la logistica, il radar, ecc.), nell'agosto del 1995 cancellava dalla faccia della terra la comunità politica dei serbi di Croazia ("Republika Srpska Krajna") ed espelleva alcune centinaia di migliaia di persone dai territori dove erano nate. 
La fossa comune di cui stiamo parlando si trova a Petrinja, che era un villaggio dei serbi di Croazia. Nella fossa aperta ci sono una trentina di cadaveri di donne. Tutti i corpi sono ancora da identificare. 
Si tratta solo di una tra molte fosse comuni dove sono seppelliti i serbi della Krajna; delle altre si aspetta... che emerga la volontà politica per parlarne ed esumarne le vittime. 

In tutto i "desaparecidos" serbi di Croazia sono infatti più di mezzo migliaio.

Tale volontà politica per adesso non c'è, ne' in Croazia, ne' da parte della Unione Europea o dell'ONU. La Croazia è infatti "un paese per bene": la Croazia viene premiata per quelle politiche neonaziste, stendendogli il "tappeto rosso" dell'accesso alla UE (vedi dispaccio ANSA allegato - come già premesso, l'ANSA ha omesso di riferire della fossa comune di Petrinja).

Nessuno fino a questo momento è incriminato per lo sterminio di Petrinja. Viceversa, il "Tribunale speciale" dell'Aia ha comminato una pena pesantissima contro Milan Martic, capo politico dei serbi di Krajna per una fase (alleghiamo più sotto un altro dispaccio ANSA), per aver difeso i serbi di Krajna da qualcuno di questi massacri contrattaccando militarmente Zagabria. L'altro leader dei serbi di Krajna, Babic, "è stato suicidato", come Milosevic, nel carcere dell'Aia.

(introduzione a cura di Olga e Andrea)

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Sulla epurazione etnica dei serbi in Croazia raccomandiamo il sito:
 
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http://www.b92.net/eng/news/society-article.php?yyyy=2007&mm=06&dd=12&nav_category=113&nav_id=41753

Tanjug (Serbia)
June 12, 2007

Croatia: Mass grave exhumation

BELGRADE - During a seven-day exhumation, the remains of 105 victims, believed to be Serbs, were uncovered in the Croatian town of Petrinja.

At least 20 women are among the victims, according to sources.

Serbian Documentation and Information Centre Veritas stated that the remains were all of Serbs from Banija and Kordun, killed by Croatian forces in a 1995 offensive in a UN-protected zone.

The exhumation, conducted by the Croatian government, will be continued.

The Hague Tribunal officials monitored the digging, as well as those from the International Missing Persons Commission, and Serbian and Croatian Missing Persons organizations.

Although the large mass grave in question has been known since the fall of 1995, the investigation “took place in complete media silence which, without question, is directly tied to the nationality of the victims,” Veritas stated.

According to the NGO, there are more graves of Serbs killed during Operation Storm at the same location.

The exhumation of these graves was still “awaiting the right political climate,” Veritas representatives said.

During the attack of Croatian forces on the UN Sector North sector in 1995, 721 Serbs were killed, 441 civilians, 403 of which were women.

Of the victims, 531 are still listed as missing, 341 civilians, 185 of which are women.

There have been no indictments thus far by international or Croatian courts related to these war crimes committed against Serbs in Croatia. 

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http://www.b92.net/eng/news/society-article.php?yyyy=2007&mm=06&dd=18&nav_category=113&nav_id=41881

B92 (Serbia)
June 18, 2007

Croatia: Operation Storm victims exhumed 

ZAGREB, BELGRADE - Exhumations have uncovered 160 ethnic Serb victims of the Croatian Army's Operation Storm in a mass grave in Petrinja.

Missing Persons Commission President Veljko Odaloviæ confirmed that there were both military and civilian victims of which 30 were women. Identification of the victims will begin shortly.

The grave is the largest known site of its kind in this region of Croatia. It contains the bodies of Serbs killed in August 1995.

“A lot depends on the quality of the samples we take. They are compared in the laboratory with the blood of the families of missing persons to see if they match, then we can say with 99.9 percent confidence that it is the person in question,” Odaloviæ said speaking about the identification process.

President of the Documentation and Information Center Veritas Savo Štrbac said that Croatia purposely made the exhumation last longer than was necessary.

The grave site in Petrinja dates back to 1995, when the Croatian forces "sanitized the field” after conflicts had ended, moving the remains to secondary graves in order to wait for the "right political climate" to allow for the return of the remains to victims' families, he said.

Odaloviæ said that cooperation with the Croatian Commission for Missing Persons finally gave some results and that he hoped the ten remaining locations in the region will be investigated, adding that he expeced 500 more bodies will be found.

“Starting in the fall, we will work through the details with the Croatians. We will quickly begin investigations and agree on priorities,” Odaloviæ said.

Although the exhumation was conducted on the request of the Hague Tribunal, the court has not indicted anyone in relation to the crimes committed against Serbs during Operation Storm in the regions of Banija and Kordun, the so-called Sector North.

Štrbac said that this could be done by either the Serbian or Croatian war crimes courts. 

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ALLARGAMENTO UE: ZAGABRIA PIU'VICINA A ENTRARE NEL 2009

BRUXELLES - L'Unione Europea autorizza la Croazia a dare un colpo di acceleratore nel processo di avvicinamento a Bruxelles e, parallelamente, frena quello della Turchia. E' questo l'esito delle due conferenze di adesione svoltesi oggi, protagoniste Ankara e Zagabria.

L'esame fatto alla Turchia si e' concluso con la promozione in due materie su tre. I 27, come previsto, hanno aperto solo due capitoli dei negoziati di adesione che la presidenza tedesca aveva promesso di iniziare a valutare entro la fine del suo mandato, in scadenza alla fine di giugno.

Seccata la reazione del ministro dell'economia turco e capo negoziatore con la Ue, Ali Babacan. ''Non siamo soddisfatti delle spiegazioni dell'Ue, abbiamo fatto tutto quello che la Ue ci ha chiesto, abbiamo rispettato ogni scadenza, e lo scorso marzo una lettera ci assicurava che avevamo le carte in regola per aprire anche il capitolo della politica economica e monetaria'', ha aggiunto, auspicando che l' Ue sappia opporsi ad un cambiamento di rotta nel negoziato con la Turchia, ''perche' un processo diverso da quello in atto sarebbe controproducente per entrambe le parti''.

Il commissario europeo all'allargamento Olli Rehn ha cercato di smussare la polemica. ''Quelli aperti oggi sono comunque capitoli molto importanti e sono sicuro che il processo di adesione andra' avanti con la stessa convinzione anche sotto la presidenza portoghese. Incoraggiamo la Turchia a fare le riforme nonostante l'appuntamento elettorale e speriamo che il nuovo governo si impegni a fare progressi nel campo della liberta' d'espressione e delle pari opportunita' '', ha aggiunto.

Risultato e clima assai diverso nel negoziato con la Croazia. In questo caso i 27 hanno deciso di aprire sei nuovi capitoli dei negoziati di adesione entrando nel vivo delle trattative.

''Sono molto felice di annunciare l'apertura dei nuovi capitoli, un segnale che da' la misura dei progressi fatti dalla Croazia'', ha detto Steinmeier. ''Con quelli odierni abbiamo aperto un terzo del totale dei capitoli che compongono i negoziati di adesione, e speriamo di continuare a tenere questo passo anche nel prossimo semestre, sotto la presidenza portoghese'', ha commentato soddisfatta il ministro degli esteri croato, signora Kolinda Grabar Kitarovic, la quale ha assicurato che il suo paese procedera' senza soste nel lavoro delle riforme che l'Ue continua a chiedergli, per essere pronta ad entrare in Europa dal gennaio 2009.
27/06/2007 12:56 

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TPI: BOMBE SU ZAGABRIA, MARTIC CONDANNATO A 35 ANNI/ ANSA

(ANSA) - L'AJA, 12 GIU - L'ex presidente della Krajina Milan Martic e' stato condannato oggi dal Tribunale penale internazionale (Tpi) per la ex Jugoslavia a 35 anni di reclusione. Imputato di crimini di guerra e contro l'umanita' la procura ne aveva chiesta la condanna all'ergastolo per le atrocita' commesse contro i croati, tra il 1991 ed il 1995, nell'ambito di un'operazione di ''pulizia etnica'' condotta nel quadro di ''un'impresa criminale comune'' con l'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, morto di infarto nelle carceri dell'Aja nel marzo dello scorso anno. Accusato di ''azioni terroristiche e persecuzione'' dei croati dei villaggi Vrpolje e Potkonje, nei pressi di Knin, la 'capitale' della Krajina, Martic era stato gia' condannato in contumacia dal tribunale di Sebenico, nell'agosto del 1993, a 15 anni di reclusione. ''Ora mi sento sollevato, la giustizia e' lenta, ma ha le braccia lunghe. Questo e' un messaggio chiaro per tutti i criminali che progettano simili future avventure'', ha commentato Milan Bandic, sindaco di Zagabria, appena appresa la notizia. Martic, 62 anni, consegnatosi spontaneamente al Tpi nel 2002, era accusato tra l'altro di avere ordinato, nel maggio 1995, il bombardamento di Zagabria per ritorsione dopo un' offensiva dell' esercito croato contro la Krajina, regione croata allora sotto controllo delle forze secessioniste serbe che, nel 1991, avevano auto-proclamato la Repubblica serba della Krajina (Rsk). Oltre che del bombardamento di Zagabria, che provoco' sette vittime tra i civili, l'imputato doveva rispondere di responsabilita' nella morte di altri civili nei bombardamenti di centri urbani compiuti nelle guerre di Croazia e di Bosnia, tra il 1991 ed il 1995. L'ex presidente della Krajina, che si e' sempre dichiarato innocente, e' stato oggi riconosciuto colpevole di 18 dei 19 capi di imputazione che gli erano contestati. I giudici lo hanno assolto solo per quello di sterminio. Martic, che alla lettura della sentenza non ha manifestato particolari reazioni, secondo i giudici del Tpi ha tentato di creare ''un territorio etnicamente serbo'', creando ''un' atmosfera di paura e sfiducia tra serbi e non serbi''. Per il tribunale l'imputato era la personalita' piu' influente e importante in Krajina e ''pertanto era al corrente dei molteplici crimini commessi contro i non serbi'', cosi' come, a parere dei giudici, e' stato provato che Martic aveva chiesto ed ottenuto aiuto finanziario, logistico e militare a Milosevic. In relazione al bombardamento di Zagabria i giudici hanno respinto la tesi dell'accusato e dei suoi avvocati secondo la quale la capitale croata ospitava obbiettivi militari e l'operazione era stata ordinata contro i croati perche' colpevoli di violazione dei diritti umani. (ANSA) RED-VS
12/06/2007 17:44 



DEL PONTE "UNABLE" TO INVESTIGATE ON CRIMES COMMITTED IN KOSOVO


http://groups.yahoo.com/group/Roma_ex_Yugoslavia/message/1925

NO INVESTIGATION BY ICTY on crimes committed against Roma in Kosovo

Today in the European Parliament, there was an exchange of views with
Ms Carla Del Ponte, Prosecutor of the International Criminal Tribunal
for the Former Yugoslavia.

Member of the European Parliament Els de Groen has addressed Ms. Del
Ponte and asked

De Groen: How far are you with the investigation of the committed
crime against Roma in Kosovo?

De Ponte: No, No...We were not able to conduct all the
investigations. You know we were not able... We will be willing to
conduct against impunity.
The Security Council Mandate is highly responsible and politically
responsible for the crimes commission .
Second the strategy in 2004 was that our investigation should finish
and cut down our list of suspects too. We could not investigate that.
I hope there someone... must be done because of impunity... If it is
not the International should be the National tribunal.


“Disarmiamoli”: una proposta di legge per desecretare i trattati e rimettere

in discussione le basi militari USA e NATO in Italia


comunicato stampa


Verrà presentata a Roma sabato 30 giugno la proposta di legge di iniziativa popolare che chiede al governo di rendere pubblici i protocolli segreti e di rimettere in discussione le basi militari USA-NATO imposte dai trattati internazionali al nostro paese. A settembre partirà la raccolta di firme in tutta Italia mentre continua a svilupparsi la campagna contro l’adesione italiana allo Scudo missilistico USA in Europa. Sono questi – insieme alla mobilitazione per impedire l’avvio dei lavori al Dal Molin, la nuova base militare USA a Vicenza – gli obiettivi del programma di lavoro della Rete nazionale “Disarmiamoli” che sabato 30 giugno terrà il suo incontro nazionale (inizio lavori ore 10.00 al centro congressi Cavour, via Cavour 50/A).
Protagonista insieme ad altre reti antimilitariste della Carovane contro la guerra che hanno attraversato tutto il paese tra maggio e giugno – tenendo più di 40 tra incontri, assemblee, sit in dalla Val di Susa a Sigonella, da Aviano a Colleferro, da Novara a Camp Darby -  la Rete Disarmiamoli è stata anche una dei promotori della riuscita manifestazione del 9 giugno scorso contro la visita di Bush e la politica militarista del governo Prodi. “Le lotte contro la base a Vicenza, lo scudo antimissilistico, le basi USA NATO, la presenza all’estero delle truppe coloniali italiane, la militarizzazione dei territori e della vita sociale escono enormemente rafforzata dalla manifestazione del 9 giugno” sostiene la Rete Disarmiamoli. “A noi la capacità di socializzare e radicare questa grande energia nelle lotte dei prossimi mesi rafforzando l’autonomia dei movimenti dalle scelte militariste del governo e dei partiti che lo sostengono”. All’incontro di sabato 30 giugno, a Roma, parteciperanno sia personalità ed esperti impegnati nel movimento contro la guerra come Manlio Dinucci, Andrea Licata, Claudio Giangiacomo sia i rappresentanti dei comitati sorti nelle città dove esistono movimenti contro le basi e le servitù militari. All’incontro non mancheranno – tra l’altro – gli esponenti del presidio permanente contro il Dal Molin di Vicenza.

Parteciperanno:
Paolo Consolaro del Presidio Permanente No Dal Molin - 
Manlio Dinucci, saggista - Avv. Giangiacomo Claudio della  
Associazione Ialina - Antonella Mangia e Marica Ciminelli 
del Coordinamento salentino contro le basi militari e la guerra 
- Raniero Germano Federazione CUB Vicenza -  Patrizia Creati e 
Tiziano Cardosi di Semprecontrolaguerra - Alfonso Navarra del 
Coordinamento "Fermiamo chi scherza col fuoco atomico" - 
Giovanni Venditti RdB CUB Benevento - Oreste Strano, Coordinamento 
contro gli F35 Novara -  Campagna per la smilitarizzazione di 
Sigonella - Comitato per lo smantellamento e la riconversione a 
scopi esclusivamente civili base USA di camp Darby - Coordinamento 
contro la guerra valle del Sacco/Colleferro – Beppe Di Brisco, 
Attac Foggia – Andrea Licata, CUCA2000 – Luigi Casali e Antonino 
Lania, Segreteria regionale RdB CUB Piemonte – Fabio Caso, Comitato
difesa territorio Cremona – Valentina Cancelli, No TAV Val di Susa
Patrizia Cammarata, Vicenza,componente "Comitato degli abitanti e dei lavoratori 
di Vicenza Est-Contro la costruzione di una nuova base a Vicenza/per la conversione 
della caserma Ederle ad usi civili" – Asti Social Forum - collettivo comunista 
"Utopia e Lotta" contro la base nato di poggio renatico (Ferrara)
Associazione Umanista Mondo Senza Guerre - Rete contro tutte le guerre di 
Messina

Info: www.disarmiamoli.org; info@...  tel. 3381028120 (Roberto Luchetti)

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30 giugno 2007, Roma -  Centro congressi Cavour, ore 10  
 
PER UNA AGENDA DI LAVORO CONTRO  

BASI MILITARI, INVESTIMENTI BELLICI,
MILITARIZZAZIONE DEI TERRITORI E DELLA VITA SOCIALE  
 
Incontro della Rete nazionale Disarmiamoli!  
 
Il movimento contro la guerra italiano ha raggiunto in questi mesi un alto grado di maturità politica.
Nonostante i tentativi di criminalizzare, sminuire, boicottare, “circuire” la manifestazione nazionale del 9 giugno contro le politiche belliciste di  Bush & Prodi, il bellissimo e partecipato corteo sfilato da Piazza Esedra a Piazza Navona ha evidenziato un dato oramai incontrovertibile: contro le politiche di guerra in Italia esiste una soggettività plurale capace di muoversi sulla base di precise parole d’ordine, indipendentemente dalle mille sirene filo governative messesi in moto ben prima della risicata vittoria elettorale del governo di centro sinistra. Un intero ceto politico si è ritrovato solo, isolato dalle piazze, dalle aspettative tradite di milioni di ex “elettori”.
Le esperienze concrete delle realtà che da anni si battono contro le basi militari, la militarizzazione e lo scempio dei territori sono punti di riferimento imprescindibili per il rafforzamento di questo nuovo movimento cresciuto nel paese. Su questo reticolo di comitati, forum sociali, associazioni pacifiste, strutture antimperialiste, la Rete nazionale Disarmiamoli ha scommesso in questi mesi e continuerà a scommettere nel prossimo futuro, proponendo già alla fine di giugno un incontro nazionale per “rinserrare le fila” delle tante strutture incontrate dalle carovane contro la guerra che dal 19 al 9 giugno hanno attraversato l’Italia, per concentrarsi nelle manifestazioni romane.
Le lotte contro la base a Vicenza, lo scudo antimissilistico, le basi USA NATO, la presenza all’estero delle truppe coloniali italiane, la militarizzazione dei territori e della vita sociale escono enormemente rafforzata dalla manifestazione del 9 giugno. A noi la capacità di socializzare e radicare questa grande energia nelle lotte dei prossimi mesi.
Le tappe che hanno portato a questa nuova fase lasciano il segno di una identità forte, in dialettica diretta con i movimenti che in Italia e nel mondo si battono concretamente contro la militarizzazione e lo scempio dei territori, contro le basi militari e le logiche di guerra, siano esse uni o multi laterali.
La Rete nazionale Disarmiamoli ha praticato un concreto percorso di ricomposizione con l’obiettivo di riportare nell’agenda politica nazionale la lotta antimilitarista contro basi di guerra, accordi militari e truppe di occupazione all’estero. L’assunzione nelle piattaforme nazionali del movimento No War delle  parole d’ordine proposte in questi mesi è un importante passo in avanti in questa direzione. 
Si tratta ora di raccogliere le forze, rilanciando la mobilitazione sui temi e gli obiettivi che scaturiscono dalle recenti mobilitazioni, a partire dalla impellente questione Dal Molin.
L’incontro nazionale che proponiamo per sabato 30 giugno ha questo scopo, divenendo nel contempo momento di confronto tra realtà territoriali, rafforzamento della rete di relazioni ed organizzazione per le campagne del prossimo autunno.

I TEMI CHE PROPONIAMO ALLA DISCUSSIONE SONO:
1)      coordinamento delle mobilitazioni intorno alle “aree di crisi”, assumendo in pieno lo spirito del Patto di mutuo soccorso anche sul terreno della lotta antimilitarista, a partire dalla immediata mobilitazione al fianco del Presidio permanente No Dal Molin. Attenzione particolare andrà data nei prossimi mesi alle mobilitazioni contro la costruzione degli F35 a Cameri, contro l’ampliamento delle basi di Sigonella e camp Darby
2)      Rilancio della mobilitazione contro lo scudo antimissilistico, a partire dalla raccolta di firme sulla Petizione popolare
3)      Organizzazione del Comitato Promotore per la Legge di Iniziativa Popolare sui trattati internazionali e sulle basi e servitù militari
4) rafforzamento della rete di relazioni nazionale in previsione del rilancio autunnale delle mobilitazioni
Dalle manifestazioni al fianco della resistenza libanese nell’agosto del 2006 durante i bombardamenti israeliani, alla manifestazione del 17 febbraio al fianco del popolo palestinese, sino al corteo del 17 marzo che ricordava l’anniversario dell’invasione dell’Iraq, decine di migliaia di militanti si sono mobilitati, indipendentemente dalle strutture delle grandi “organizzazioni di massa”, impegnate a cogestire la “nuova” politica estera dalemiana. I 150.000 scesi in piazza il 9 giugno contro Bush e le politiche militariste del governo Prodi esprimono ora - questo è il dato di novità assoluta - una soggettività plurale indipendente da politiche estere con connotati chiaramente bipartisan. 
Su questa capacità di autonomia ed indipendenza è bene che tutti riflettano. Il movimento contro la guerra più che di leader avrà bisogno nei prossimi mesi di unità e radicamento, di contenuti in grado di amalgamare settori sociali diversi colpiti quotidianamente dai costi bellici, di coerenza nelle campagne contro la militarizzazione dei territori, a partire dalla battaglia che ci aspetta a Vicenza contro la base al Dal Molin.
Nel vivo di queste iniziative e mobilitazioni nasce l’ipotesi della Rete nazionale Disarmiamoli, con l’obiettivo di mettere a valore il lavoro di tante realtà territoriali impegnate da anni contro le basi USA NATO presenti nel nostro paese, contro la militarizzazione dei territori e della vita sociale.
In questo tragitto abbiamo incontrato altre reti di movimento, portatrici di culture e prassi politiche differenti, ma ugualmente determinate a tener fede agli obiettivi storici del “No alla guerra senza se e senza ma”. Con queste realtà abbiamo pianificato il progetto delle Carovane contro la guerra, per il disarmo e la pace, veicolo concreto per conoscere e confrontarci, dal Nord al Sud del paese, con i tanti comitati, social forum, associazioni e collettivi di “resistenti”, tessuto connettivo imprescindibile del presente e del futuro movimento contro la guerra.
Dal 19 maggio al 2 giugno abbiamo toccato oltre 50 realtà, grandi e piccole, dalla Sicilia al Veneto, dal Piemonte alla Toscana, dalla Puglia alla Campania, per giungere a Roma a contestare il militarismo dei fori imperiali, oggi legittimato anche dalla spilletta del Presidente della Camera.
Durante le tappe abbiamo raccolto le firme sulla Petizione popolare contro lo scudo antimissilistico, divulgato i testi delle leggi di iniziativa popolare contro accordi militari, basi USA / NATO e ordigni nucleari, diffuso i materiali e le informazioni di comitati ed esperti sulle basi e sulle guerre in atto, smascherando le false politiche “di pace” di un governo intriso di militarismo e servilismo verso il gigante d’oltreoceano.  
Il 30 giugno sugli obiettivi praticati sino ad oggi e sulle proposte che emergeranno durante il dibattito ci impegneremo, chiamando tutte le realtà del movimento No War ad un confronto fattivo, in grado di rafforzare complessivamente la lotta contro i venti di guerra che soffiano forte su tutto il continente eurasiatico e mediorientale.

La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org   info@disarmiamoli.org  3381028120


Prime adesioni:
Paolo Consolaro del Presidio Permanente No Dal Molin - Manlio Dinucci, saggista - Avv. Giangiacomo Claudio della  Associazione Ialina - Antonella Mangia e Marica Ciminelli del Coordinamento salentino contro le basi militari e la guerra - Raniero Germano Federazione CUB Vicenza -  Patrizia Creati e Tiziano Cardosi di Semprecontrolaguerra - Alfonso Navarra del Coordinamento "Fermiamo chi scherza col fuoco atomico" - Giovanni Venditti RdB CUB Benevento - Oreste Strano, Coordinamento contro gli F35 Novara -  Campagna per la smilitarizzazione di Sigonella - Comitato per lo smantellamento e la riconversione a scopi esclusivamente civili base USA di camp Darby - Coordinamento contro la guerra valle del Sacco/Colleferro – Beppe Di Brisco, Attac Foggia – Andrea Licata, CUCA2000 – Luigi Casali e Antonino Lania, Segreteria regionale RdB CUB Piemonte – Fabio Caso, Comitato difesa territorio Cremona – Valentina Cancelli, No TAV Val di Susa



(english / srpskohrvatski)

Albanska mafija kupila Ahtisarija

(in base ad indiscrezioni apparse sulla stampa serbo-bosniaca, i servizi segreti tedeschi avrebbero spedito al Segretario generale dell'ONU informazioni relative ad un versamento di almeno 40 milioni di euro che le lobby pan-albanesi avrebbero effettuato a favore del "mediatore" Marti Ahtisaari affinchè quest'ultimo caldeggiasse la secessione del Kosovo)

1) Speaker: Determine truth about Ahtisaari 
2) Fifty Million Dollars and Up for Dismembering a Medium-Size Sovereign State
3) http://www.fokus.ba : Albanska mafija kupila Ahtisarija
4) R.K. Kent: ON THE BEST NATIONAL INTERES THAT  MONEY CAN BUY


=== 1 ===

http://www.b92.net/eng/news/politics-article.php?yyyy=2007&mm=06&dd=24&nav_category=90&nav_id=42018

FoNet (Serbia)
June 24, 2007

Speaker: Determine truth about Ahtisaari

BELGRADE - Parliament Speaker Oliver Duliæ reacted to
allegations Martti Ahtissari took money to propose
independence for Kosovo.

“All of this needs to be investigated and the truth
ought to be determined, and if it turns out this is
true, it will cast a huge shadow over the final Kosovo
settlement process,” Duliæ said.

Banja Luka’s Fokus magazine reported earlier this week
that the German intelligence agency BND had sent a
report to UN Secretary-General Ban Ki-moon, which
allegedly confirms suspicions that Kosovo Albanian
leaders paid UN Kosovo Envoy Martti Ahtisaari EUR 40mn
in order to suggest independence for the province in
his Kosovo settlement plan. 


=== 2 ===

Source: http://www.byzantinesacredart.com/blog/

June 23, 2007

BND: White Slaves and Millions of Heroin Dollars for Ahtisaari’s Plan

Fifty Million Dollars and Up for Dismembering a Medium-Size Sovereign State


Former Finnish president and one of the world’s most respected living Nazis Martti Ahtisaari (i.e. Adolfsen) is a very busy man these days. Turkey — correctly noting Ahtisaari’s strong pro-Muslim bias, undoubtedly a result of historically sound and productive fascist/Muslim alliances — wants Ahtisaari to help them break into the EU. In Northern Ireland, where Ahtisaari was meddling before, he was appointed an “international advisor” to a reconciliation group.

Let’s hope they can afford the 70-year-old whore with a steep price list.

According to the June 21 article by the Banja Luka daily Fokus, titled “Albanian Mafia Bought Ahtisaari,” German Federal Intelligence Service BND (Bundesnachrichtendienst) has recently sent a report to the UN Secretary-General Ban Ki-moon revealing that Albanian separatists and terrorists in Serbian Kosovo-Metohija province have literally purchased Ahtisaari’s plan which suggests independence for the Serbian province and its severing from Serbia.

German Secret Service has found that 2 million Euros (2.68 million USD) have been transfered directly to Ahtisaari’s personal bank account, and that amounts of multi-million Euros were given to the UN envoy in cash on at least two occasions, totaling up to 40 million Euros (over 53 million U.S. dollars).

According to the Fokus’ source, the German BND Secret Service Brigadier Luke Neiman was directly appointed by the German government to designate part of the German Secret Service apparatus to the United Nations Mission in Kosovo, after the UN Secretary-General Ban Ki-moon requested such service. It was, therefore, the UN Secretary-General who received the detailed report about the corruption of his special envoy Martti Ahtisaari.

Reportedly, the BND agents have immediately discovered clear connection and regular contacts between the leading figures of Kosovo Albanian mafia, their subordinates and Martti Ahtisaari. The agents have also established that Ahtisaari has had frequent telephone communications with the Albanian billionaire, mafia boss living in Switzerland Bexhet Pacolli.

Price of the “Supervised Independence:” Two Million Via Bank, Four Coffers of Heroin Cash and Couple of White Slaves

One of the recorded conversations was pertaining to a transaction in the amount of 2 million Euros from the Swiss bank in Basel, the account No. 239700-93457-00097, protected as an offshore account under the code XS52-KOLER. The account owner is Exhet Boria, the right hand of the Albanian mafia boss. Two million Euros were transfered from this to the account No. 3459346699004533, code VOLANND, in the Cyprus bank. In order to withdraw the money from these accounts, all that was needed was to give the codes to a bank teller.

German Intelligence Service agents have made a note that on February 12, 2007, at 6:23 a.m., jeep with the registration plates PR-443-22CD, which belongs to the Kosovo Albanian provisional “government”, arrived in front of the UN Special Envoy Martti Ahtisaari’s building. Two men carrying two silver-color briefcases went in, handing the briefcases to Ahtisaari. A source in the building later confirmed that the briefcases were filled with cash and given to the UN envoy.

Twelve days later, at 5:44 p.m. the exact same thing took place, only this time it was Exhet Boria personally who exited the black Mercedes Benz with no plates, followed by the two bodyguards carrying two silver-color briefcases.

BND agents found that all four briefcases, later protected with the diplomatic labels, safely arrived to Finland without check-ups and were delivered to Martti Ahtisaari’s home address.

On the last day of February, at 11:47 p.m., German Secret Service agents made a note about the arrival of the KFOR (NATO troops stationed in Serbian Kosovo province, Kosovo FORce) jeep which brought two young women over, followed by Boria’s bodyguard. The girls were in Ahtisaari’s quarters until 5:17 a.m., when they were driven away by the same vehicle.

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=== 3 ===

http://www.fokus.ba/vidi.php?rub=2&vijest=1649

Albanska mafija kupila Ahtisarija


Z. ŠARENAC | 21.06.2007 19:02


Sumnje da je albansko rukovodstvo na Kosovu "kupilo" konačni plan Marti Ahtisarija, koji definitivno ide u korist nezavisnosti i otcjepljenju Kosova od Srbije, potvrđene su u izvještaju njemačke obavještajne službe BND, upućene generalnom sekretaru UN, Ban Ki Munu.
Ova tajna služba otkrila je da je na Ahtisarijev privatni račun prebačen iznos od dva miliona evra, te da su u nekoliko navrata isplaćene višemilionske cifre u gotovini za koje se pretpostavlja da se kreću i do 40 miliona evra.
Prema izvoru "Fokusa", brigadir njemačke tajne službe BND, Luk Niman, direktno je zadužen od njemačke vlade da stavi dio obavještajnog aparata u službu UN po nalogu i molbi generalnog sekretara UN, Ban Ki Muna, koji je dobio informacije o korupciji specijalnog izaslanika za Kosovo, Marti Arthisarija.
Nakon što su upućeni na Kosovo, agenti BND otkrili su jasnu i učestalu vezu i komunikaciju između vodećih ljudi albanske mafije, njihovih posrednika i Marti Ahtisarija.
Prema nalazima agenata, nekoliko poziva prema zgradi specijalnog izaslanika za Kosovo, Marti Ahtisarija, upućeno je i s brojeva koji pripadaju šiptarskom milijarderu Beksetu Pacoliju.
Sadržaj razgovora s ovog broja odnosio se na nepoznatu transakciju novca u iznosu od dva miliona evra iz jedne švajcarske banke u Bazelu, s računa 239700-93457-00097, zaštićenog kao ofšor podračun prema šifri XS52-KOLER, čiji je vlasnik Ekshet Boria, desna ruka lidera albanske mafije, prema direktnom računu 3459346699004533, šifra računa VOLANND, Kiparske banke.
Pri podizanju novca s ovih računa, na šalteru je dovoljno bilo samo izgovoriti imena ovih šifri i novac bi bio predat.
Agenti BND zapazili su da je 12. februara ove godine u šest časova i 23 minuta džip registarskih oznaka PR-443-22CD, koji pripada albanskoj vladi, stigao ispred zgrade specijalnog izaslanika UN, Marti Ahtisarija.
Iz džipa su izašla dva čovjeka s dva kofera srebrne boje, za koje je kasnije iz izvora u zgradi utvrđeno da su bili puni keša i da su predati Ahtisariju.
Sličan slučaj dogodio se dvanaest dana kasnije u 17 časova i 44 minuta, kada je primijećen dolazak crnog mercedesa bez tablica, s Ekshet Borijem, koji je u pratnji dva tjelohranitelja, koji su nosili dva kofera srebrne boje, donio drugu višemilionsku isplatu Ahtisariju na ruke.
Agenti su otkrili kako su sva četiri kofera, naknadno zaštićena diplomatskim markicama, bez provjere otputovala u Finsku, na kućnu adresu Marti Ahtisarija.

Sve za nezavisnost 


Posljednjeg dana februara, u 23 časa i 47 minuta, primijećen je dolazak džipa KFOR-a, iz kojeg su izašle dvije djevojke u pratnji jednog Borijinog tjelohranitelja.
Djevojke su bile u Ahtisarijevim odajama do pet sati i 17 minuta ujutro, kada je zabilježen njihov odlazak istim vozilom, upratili su agenti BND.


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ON THE BEST NATIONAL INTERES THAT  MONEY CAN BUY

R.K.Kent

 

Foreign press notes that the U.N. Secretary General has received a detailed report from the German Intelligence Service (BND).  Ban Ki-moon had requested himself that a section of BND be posted to  the U.N. Mission at Kosovo to unravel  the web of complexities which envelop this province of Serbia. As is widely known the U.N.'s Special Envoy Martti Ahtisaari has proposed  to sever Kosovo from Serbia, act which would create a newly independent state on the grounds of Albanian demographic  preponderance.

If implemented, it would not only violate the U.N.'s own resolution to the contrary. It well could  give a green light to similar candidates in Spain and France, in Great Britain (independent Scotland) as well as lead to a  Mexican-American movement (seconded by Mexico  and supported by the Union of Latin American States) demanding that California be severed from the United States and  given the status of an independent and internationally recognized state. Why not independent Texas, not to add more candidates around the planet Earth? But, these projections are not of immediate concern, especially when contrasted with a sensational and detailed revelation. The assigned  BND team, led by Brigadier Luke Neiman.  discovered without much effort that Mr.  Ahtisaari had frequent contacts with Albanian separatist leaders and had received large sums of money with the equivalent value of about 53 million dollars. The details are listed with teutonic precision.

Among them are recorded conversations about money transfers, specific bank accounts and codes in Switzerland and Cyprus, substantial supplies of heroin, procurement of two female white slaves and a visit to  Mr.Ahtisaari's residence (at 6.23 AM on 12 February 2007) of a Jeep with the plate of PR-443-22CD. It was a vehicle owned by the Albanian “provisional” government at Kosovo's capital of Pristina. In addition, it appears that Mr.Ahtisaari has some old pro-Nazi skeletons in his closet and has cultivated a pro-Muslim bias stemming probably from  the Nazi/Fascist/Muslim  alliannces  during  World War II.

Whithout knowing the BND discoveries, the present writer has urged the previous U.N. Secretary to dismiss Mr. Ahtisaari without delay and appoint someone who is not in any way imbedded either with the Albanians or the Serbs. No doubt because Mr. Ahtisaari is a former head of state and is  “widely respected” internationally, the ex-Secretary did not act. With the detailed information  from the BND, it should be impossible to allow him to keep his post or accept his plan a priori.

It is not a secret that Albanian sources have made donations to members of our Congress and that the recipients have argued in favor of taking Kosovo  from Serbia and givig it to the Albanian majority.Even a former U.S. Secretry of State, an ardent supporter of independent Albanian Kosovo , has now  a  telecommunications  company in Kosovo itself. There does not seem to be anything illegal in donating electoral funds to our Solons. The impact is not going to be at home and what happens overseas as a result of our pro-Albanian  Legislators is of no concern since they are not accountable to anyone. The policy of the previous home Administration could be summed-up: “feed the Serbs to the Muslim desiderata” as this would buy good will in the Middle East. The result is the birth of Al-Q'uaida by way of  Bosnia and the growing Wahabyya among the Albanian Muslims at Kosovo. If we can perhaps  be excused because of knowing very little about Balkan history and the context in which it unravels, this is not true of Western Europe even as it marches with the repetitive U.S. Foreign policy. Western Europe knows well that the Serbs were  “keepers of the gates “ through which the Ottomans tried to pass and attain the conquest of entire Western Europe. An older European generation also remembers that the Serbs had made considerable contributions to the Allied victories  in World Wars I and II but our people do not even know that one of the smallest minorities in the U.S., Americans of Serb origin, produced  seven men who earned  Congressional Medals of Honor  in both Wars. Our public does not know that the Serbs saved over 300 fallen American pilots in WW II and returned them to duty. But, it has been informed by our Government and mainstream media that “the Serbs” are the sole aggressirs in ex-Yugoslavia and all the other “tribes” in it are victims despite an obvious tripartite fratricide assisted  very much from abroad. Virtual reality replaces reality itself. All  in the name of some geopolitical ideology which has encapsulated  the highest echelons into its web in the mirific belief that we can alter human nature and change the world permanently.