Informazione

Esiste ancora il diritto di denunciare la politica di Bush?

Elaborazione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova

Giovedì, 7 ottobre 2004 i server che ospitano la maggior parte dei siti
di Indymedia, fra cui quello italiano, sono stati sequestrati
materialmente dalla FBI negli uffici londinesi del provider USA
Rackspace, uno dei maggiori provider internet degli Stati Uniti. La
giurisdizione dell’FBI si è estesa perfino sul territorio britannico, e
questa azione costituisce un attacco mirato alla rete di informazione
alternativa e indipendente più diffusa nel mondo. Sembra che l’azione
si inquadri in un’indagine sul terrorismo internazionale: una corte
Statunitense, sollecitata dalle magistrature svizzera e italiana, ha
fatto riferimento al Mutual Legal Assistance Treaty (MLAT), un
protocollo che stabilisce le procedure di mutua assistenza fra gli
Stati durante indagini sul terrorismo internazionale, i rapimenti e il
riciclaggio di denaro. L’indagine non riguarda gli Stati Uniti ma è una
forma di collaborazione e di cooperazione con autorità internazionali
per la sicurezza. Comunque tutto viene avvolto da una coltre di
riservatezza e di censura. Il MLTA è un accordo internazionale che ha
preceduto il Patriot Act, la norma che con la scusa del terrorismo
internazionale ha attribuito enormi poteri sovranazionali agli Stati
Uniti e alle loro agenzie di sicurezza. Ad esempio viene consentito
all’FBI il sequestro di hard disk di agenzie di informazione
internazionali, senza alcun obbligo di motivare la causale del
provvedimento, e così è avvenuto il sequestro informativo censorio e
piratesco.
Ma dall’articolo che segue si comprende bene che da qualche tempo è in
atto un attacco subdolo, capillare, capzioso, ma di una assoluta
violenza, contro qualsiasi fonte informativa che mette a nudo
l’illegalità di prassi e la prepotenza nelle azioni di tutti i poteri
degli USA, dei loro alleati e della NATO. Le guerre detestabili
dell’imperialismo USA vedono la loro continuità nella guerra contro la
libertà di espressione, per condizionare l’opinione pubblica e
assoggettarla a sostenere e difendere gli interessi particolari di
dominio della società.


Wolfowitz (Pentagono) pretende 265.000 euro dall’editore di Michel
Collon !

di Vanessa Stojilkovic

265.000 euro?! Questa somma enorme viene pretesa dall’azienda Hasbro
nei riguardi della casa editrice EPO per avere pubblicato il libro di
Michel Collon «Monopoly -
L'Otan à la conquête du monde – Monopoli - la Nato alla conquista del
mondo ».   Hasbro ha intentato presso la corte di Parigi un processo
per una pretesa “contraffazione” del suo gioco “Monopoli”. Ma chi muove
i fili di questa azienda? Paul Wolfowitz. Sì, proprio lui, il numero 2
del Pentagono, il Ministero della Guerra di Bush. Diversi segnali
mostrano che questo attacco è politico…

La multinazionale US Hasbro ha citato in giudizio l’editore EPO davanti
al tribunale di Parigi, in data 16 maggio 2003, pretendendo “150.000
euro per danni materiali ai suoi marchi, 100.000 euro per…parassitismo
e 15.000euro per spese processuali”.
Ma perché proprio a Parigi, dal momento che questa casa editrice
risulta Belga?
Perché i tribunali francesi sono noti per essere i più severi in
materia di libertà di espressione e di diritto all’imitazione grottesca.
Il 9 luglio 2004, la terza sezione della Corte di Appello del Tribunale
di Parigi ha dato ragione a Hasbro - Monopoly e ha condannato l’editore
al pagamento di 20.000 euro. L'editore ha deciso di ricorrere in
appello.

Si tratta di una semplice vertenza commerciale e giuridica?
Assolutamente no:

1° Il pretesto « giuridico » è grossolano :
Hasbro pretende di essere « vittima di contraffazione » dato che Michel
Collon ha pubblicato la sua magistrale analisi della strategia globale
USA sotto il titolo “Monopoly - L'Otan à la conquête du monde”.
Giuridicamente la manovra è grossolana, visto che la proibizione di
utilizzare marchi commerciali esistenti è diretta ad impedire atti
cosiddetti di ‘concorrenza sleale’. Ora, un libro di analisi politica
evidentemente non fa alcuna concorrenza alla vendita di un gioco di
società! Forse, il libro di Michel Collon ha dato fastidio agli
ambienti dell’amministrazione USA, in quanto vi è esposta la strategia
Statunitense sulla guerra globale e vi sono state smascherate le loro
pretese menzognere.
Ma chi avrebbe potuto asserire, senza suscitare delle grasse risate,
che questo libro avrebbe fatto abbassare nel mondo le vendite del gioco
“Monopoli”?
Dunque, l’obiettivo è un altro!

2° Nel Consiglio di amministrazione di Hasbro vi troviamo Paul
Wolfowitz.
Vice-ministro della Guerra di Bush, è lui il ‘teorico’ che dopo il 1991
ha preparato la Strategia degli Stati Uniti della « guerra globale ». È
lui che, per primo, ha spinto Bush ad attaccare l’Iraq. Senza dubbio,
alla sua nomina nell’amministrazione Bush, ha sospeso questa attività
decisamente lucrativa (con Mattel, Hasbro è uno dei due giganti
mondiali che dominano l’industria del giocattolo). Ma negli USA affari
e politica sono come « vasi comunicanti » con dei frequenti avanti e
indietro. Anche lo stesso Dick Cheney ha abbandonato i suoi incarichi
in Halliburton, ma è assolutamente cosa sicura che lui continua a
tirarne i fili.
Fra gli amministratori di Hasbro troviamo anche Marie-Hélène Kravis. Un
nome poco conosciuto, ma si tratta della moglie di uno degli uomini più
ricchi del mondo. La coppia è collegata al complesso
militar-industriale USA e a Israele (servizi segreti e lobby del
Congresso giudaico mondiale: vedere più avanti « Chi si cela dietro
Hasbro? » e « Wolfowitz, l’ideatore della guerra globale »).

3° L’obiettivo è chiaramente quello di far dichiarare fallimento
all’editore. La casa editrice EPO, attiva in Francia e in Belgio, si è
segnalata in questi ultimi anni per avere pubblicato molti libri di
rilievo sull’imperialismo USA.
Citiamo solamente « 11 septembre » di Franssen, « Palestine » di Lucas
Catherine, come pure i lavori di Calvo Ospina sui collegamenti CIA -
Bacardi - mafia cubana, o come il lavoro di Hassan & Pestieau
sull’occupazione dell’Iraq. (vedi http://www.epo.be/)
La casa editrice EPO si batte con accanimento per conservare la propria
indipendenza a fronte della concentrazione delle importanti case
editrici nelle mani dell’industria e della finanza. Esigere da questo
editore dei risarcimenti così esorbitanti sta manifestamente a
significare di voler impedirgli di continuare la sua attività.

4° É il contenuto politico del libro “Monopoli” che ha posto dei
problemi !
In questo libro, pubblicato nel 2000, Michel Collon ha dimostrato in
modo magistrale che la guerra contro la Yugoslavia non era per nulla
una “guerra umanitaria”, ma annunciava altre guerre, in particolare
quelle contro l’Iraq e l’Afghanistan, cosa che in pratica è stato
confermato.
Era stato messo in evidenza che Washington si batteva per controllare
le vie del petrolio (progetti di oleo-e gasdotti attraverso i Balcani),
controllo che avrebbe permesso agli Stati Uniti l’eventuale blocco dei
rifornimenti energetici all’Europa.
Effettivamente, il crimine di Collon è stato di aver esposto senza
fronzoli la strategia della guerra globale USA.

5° Michel Collon aveva già smascherato Wolfowitz nel suo libro “Poker
menteur”. L'autore belga aveva puntualizzato una relazione di Wolfowitz
poco considerata. Fin dal 1992, Wolfowitz aveva richiesto al Pentagono
di fare di tutto per impedire la comparsa di un esercito Europeo. In un
periodo in cui sembrava che gli USA e l’Europa marciassero ancora di
concerto, Collon aveva indicato che questo rapporto non era altro se
non una dichiarazione di guerra appena camuffata nei confronti
degli…amici Europei.
Analisi che veniva in seguito confermata dagli avvenimenti e
dall’aumento dei contrasti. (riferimento a p.116 di “Poker menteur”)

6° Michel Collon : un uomo da demolire ? Sono dodici anni che questo
autore belga conduce un’azione originale, che molto ha contribuito a
smascherare l’imperialismo degli Stati Uniti. Dopo il celebre
"Attention, médias ! " (1992), i suoi libri, dalle molteplici
traduzioni ed edizioni, presentano ai lettori una analisi strategica
nello stesso tempo globale e minuziosa, con un approccio originale alle
“prove mediatiche” che gli ha valso la reputazione di “esperto nel
braccare mediamenzogne, le menzogne dei mezzi di informazione di massa”.
Co-autore del film di Vanessa Stojilkovic “Les Damnés du Kosovo – I
dannati del Kosovo”, tradotto in sei lingue, Collon è stato invitato a
centinaia di conferenze e dibattiti in tutta Europa e nel mondo.
Analista, ma nello stesso tempo militante contro la guerra, Collon è
stato a capo di missioni internazionali importanti per testimoniare
sulle conseguenze delle aggressioni Statunitensi : i « 15 Belgi sotto
le bombe della NATO » (Yugoslavia, 1999) e i « 120 Ispettori della pace
» (Iraq, 2002). Da tutto questo deriva l’accanimento di Washington!
(http://www.michelcollon-info/bio)

7° Ma soprattutto è stata la denuncia per « crimini di guerra »,
depositata presso il tribunale di Bruxelles contro il generale Franks,
che ha scatenato la collera di Washington. Michel Collon è uno degli
animatori del movimento “Stop Usa”, che ha aiutato le famiglie di 17
vittime Irachene a presentare denuncia per crimini di guerra a
Bruxelles nel 2003 contro il generale Franks, comandante in capo
dell’esercito USA. Basandosi su numerose testimonianze e su un solido
dossier, la denuncia aveva tutte le possibilità di essere accolta.
Ma le minacce di Washington avrebbero obbligato Bruxelles a sopprimere
la sua legge di “competenza universale”.
'Coincidenza' : è avvenuto che la società Hasbro è passata all’attacco
qualche giorno dopo la presentazione di questa denuncia, ma …ben tre
anni dopo l’uscita del libro “Monopoli”. La relazione è chiarissima !

Tutti questi segnali dimostrano che l’attacco di Hasbro – Wolfowitz è
politico. Si ha a che fare con i più importanti rappresentanti
dell’imperialismo USA, con un esempio perfetto di fusione personificata
di interessi economici e politici.
Le guerre detestabili dell’imperialismo USA vedono la loro continuità
nella guerra contro la libertà di espressione, per il monopolio di
Hollywood, di Bill Gates e della CNN. Chiaro?!

Bisogna salvare la casa editrice EPO !

Non è il soldato Ryan, ne’ il presidente Bush che bisogna salvare, ma
le edizioni EPO. Gli editori indipendenti sono sempre meno numerosi in
tutto il mondo, in modo da impedire la pubblicazione di testimonianze,
rivelazioni, analisi dignitose sul militarismo USA, sui maneggi delle
grandi potenze e sulle importanti questioni sociali.
Nel momento in cui il mondo intero si mobilita contro la guerra e
l’imperialismo degli Stati Uniti, l’attacco di Hasbro e di Wolfowitz fa
parte dei tentativi del regime di Bush di mettere il bavaglio alla
contestazione.
Ma, nello stesso modo in cui Michael Moore non si è inchinato quando
hanno tentato di impedire la distribuzione del suo film “Fahrenheit
9/11”, Michel Collon e l’editore EPO hanno deciso di continuare il
combattimento. Si rifiutano di farsi mettere la museruola, qualsiasi
siano i pretesti utilizzati.

Come potete sostenerli in questa lotta ?

1. Diffondendo questa informazione

2. Inviando una e-mail di protesta sui siti della Hasbro a:
http://www.hasbro.com
http://www.hasbro.fr
o scrivendo a: (Hasbro, 1027 Newport Avenue Pawtucket, Rhode island,
02862, USA)

3. Facendo conoscere i titoli delle edizioni EPO, invitando a dei
dibattiti gli autori di questi lavori, aiutando EPO a trovare dei
canali di diffusione
Per contatti: mailto:jos.hennes@...

4. Acquistando, a titolo di solidarietà per coprire le spese
processuali, uno o più esemplari del libro « Monopoly », sia per voi
stessi, sia per donarlo, in particolar modo per la fine dell’anno.
Questo libro esiste in francese, inglese, spagnolo, olandese. La sua
vendita resta autorizzata ancora per qualche settimana, al prezzo di 19
Euro + spese postali.

Inviate il vostro ordine a: mailto:nessa.kovic@... che lo
inoltrerà.
Indicate il vostro indirizzo e-mail o postale per ricevere il modulo di
pagamento!

Per ordinare in inglese, scrivere a Milo Yelesiyevich a:
mailto:serbianclassics@...
Per ordinare in spagnolo, scrivere a Eva Forest a:
mailto:hiru@...
Per ordinare in olandese, scrivere a Jos Hennes a:
mailto:jos.hennes@...


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Chi si nasconde dietro la Hasbro, “rispettabile” ditta di giochi?

di Michel Collon

http://www.anti-imperialism.net/lai/texte.phtml?section=&object_id=23085

Non è solo perché si parla di giocattoli che ci addentriamo in un mondo
di “bambini” e di persone “gentili”. Oggi, il mercato mondiale del
giocattolo si trova nelle mani di due mastodonti che sono riusciti ad
eliminare o a ramazzare quasi tutte le altre società: in testa la
Mattel che controlla in particolare Barbie, la Fisher - Price,
Scarabeo... Quanto alla Hasbro, era una piccola ditta familiare
(Fratelli Hassenfeld) che è decollata
negli anni Sessanta lanciando un gioco militarista, G.I. Joe.
Successivamente, prendendo il controllo di numerose società, è riuscita
a conseguire la proprietà dei marchi di “Monopoli”, “Trivial Pursuit”,
“Playskool”, “Pictionary”, “Cluedo”, “Atari”, “Teletubbies”, dei
prodotti derivati dal “Pokemon” e da “Guerre Stellari”, di
numerosissimi giochi elettronici, di fabbriche di dolciumi e di molte
altre ancora.

Un classico: i profitti di questi due giganti del giocattolo sono
esplosi con la chiusura al massimo possibile di fabbriche negli USA e
in Europa e delocalizzandole verso i paesi poveri del terzo mondo.
Così, nel 2002, la Mattel ha chiuso la sua fabbrica del Kentucky. Ora
sfrutta 39.000 persone nelle sue fabbriche in Asia. Se
la Hasbro impiega direttamente solo 10.000 persone, questo è perché
ricorre
soprattutto al subappalto dai ben noti vantaggi. (1)

Quando acquistate un gioco, state facendo ricco Paul Wolfowitz,
l’ideologo di
Bush?

Dunque, quando acquistate un gioco per voi o per i vostri bambini,
praticamente avete tutte le probabilità di arricchire gli azionisti di
Mattel o Hasbro. E bisogna sapere che il budget medio per i giocattoli
di un bambino dell’Unione Europea si è elevato a 250 euro l’anno.

Così, in mezzo agli amministratori che voi arricchite
involontariamente, si possono trovare persone della buona società. O
gentaglia, dipende dai punti di vista.
Innanzitutto, uno dei più grandi guerrafondai degli Stati Uniti: Paul
Wolfowitz, il numero due di Rumsfeld, ministro della Guerra di Bush,
con cui forma un “tandem perfetto”, secondo il settimanale
ultra-conservatore statunitense “Time”: “Se Rumsfeld è la faccia, la
bocca ed il braccio armato della guerra in Iraq, Wolfowitz, il suo
padrino intellettuale, ne è il cuore e lo spirito”. (2) (vedi articolo
su Wolfowitz, subito dopo)

“Il cuore e lo spirito della guerra” è stato amministratore della
Hasbro fino alla vigilia della sua nomina nell’amministrazione di
George Bush.
E tornerà in Hasbro dopo il suo mandato politico, come molte delle
personalità USA, ferventi praticanti di questo sport redditizio che è
lo yo-yo, l’andare avanti e indietro fra affarismo e politica? È
probabile, ma in ogni modo i collegamenti e gli interessi comuni
rimangono, in modo discreto o palese.
Ecco allora che Dick Cheney, il vicepresidente degli USA, teoricamente
non ha più niente a che vedere con la impresa petrolifera Halliburton
che dirigeva prima dell’assunzione della sua carica politica. Ma lo
scandalo delle “commesse gonfiate” ha dimostrato come lui abbia
utilizzato senza vergogna l’occupazione dell’Iraq per riempire le
tasche di Halliburton e, quindi, molto probabilmente, anche le sue.

(La Hasbro)Legata al complesso militar-industriale e ad Israele

Ma percorrendo l’elenco degli amministratori della Hasbro, si incappa
su un altro nome estremamente interessante, quello di Marie-Josée
Kravis che è, o è stata, amministratrice di Ford, Canadian Imperial
Bank, Vivendi Universal e Hollinger.
Questa società ha collegamenti con la destra più dura degli Stati Uniti
e con i servizi
informativi israeliani, visto che il loro vecchio capo Shlomo Ben Gazit
siede in un consiglio direttivo della Hasbro (3). Inoltre, la stessa
società controlla diversi giornali britannici ed israeliani che hanno
giocato un ruolo assolutamente di primo piano nella questione irachena.

Marie-José Kravis è stata anche amministratrice di Seagram, il cui
fondatore Edgar Bronfman Sr. è presidente della lobby molto influente
del “Congresso Ebraico Mondiale”. Lei siede anche alla direzione di un
think-thank, un centro di elaborazioni ideologiche conservatore degli
USA, l’Istituto Hudson. Bush Senior l’aveva nominata al Consiglio del
Ministero per l’Energia.
Sul sito del Consiglio per gli Affari Esteri, il maggiore organo dove
viene discussa e decisa la politica internazionale degli USA, questa
signora viene presentata come “esperta” in economia internazionale,
politica della cosa pubblica e strategia. (4)

Suo marito, Henry Kravis, occupa il 351° posto della lista Forbes degli
uomini più ricchi del mondo con una fortuna stimata su 1,3 miliardi di
dollari. La sua società, la KKR ha posseduto, o possiede ancora, in
tutto o in parte, diverse imprese significative: Safeway, Union Texas
Petroleum, Duracell, American Re Insurance, Nabisco...

Infine, a coloro che potrebbero stupirsi se un tribunale francese si
mostra forse compiacente verso una società USA, segnaliamo che la KKR è
la principale azionista della società francese elettrica Legrand, il
cui presidente è Ernest-Antoine Seillière, proprietario della Medef,
ovvero il padrone dei padroni francesi (5).
È veramente piccolo il mondo degli affari!

Tra gli altri amministratori attuali della Hasbro, possiamo trovare
anche Jack Greenberg, ex boss di McDonalds, Paula Stern, ex
presidentessa della Commissione per il Commercio Internazionale degli
Stati Uniti, Sylvia Hassenfeld (American Jewish Joint Distribution
Committe) ed Alan Batkin, vicepresidente della Kissinger Associates.
Quest’ultima è una società di consulenza che mette a disposizione delle
multinazionali Statunitensi i consigli sperimentati del “Dottor Henry”,
che è stato il capobanda di
Pinochet e di alcuni dei dittatori più sanguinari del pianeta.

Conclusione: la Hasbro, non è affatto un gioco. Né per le decine di
migliaia di lavoratori del terzo mondo, super sfruttati per il profitto
di azionisti ed amministratori ricchissimi come Kravis e Wolfowitz. Né
per il suo ruolo al fianco delle aggressioni militari Statunitensi ed
Israeliane. La Hasbro è un elemento del complesso militar-industriale
che ha consentito l’insediamento del regime di Bush e la sua guerra
globale.

Note:
(1) Cifre dell'International Council of Toy Industry-Commisione
Internazionale sull’Industria del Giocattolo. Vedere anche Thérèse
Jeunejean, “Le grand jeu de la mondialisation”, Le Ligueur (Belgio),
12/11/2002. Gresea (Belgio), “La face cachée du jouet”, luglio 2002.
(2) http://www.time.com/time/personoftheyear/2003/poywolf.html
(3) Vedere l’indice di Geoffrey Geuens, “Tous pouvoirs confondus”,
edizioni EPO, 2003, che ringraziamo per il loro aiuto prezioso.
(4) Fonte: http://www.kkr.com/
(5) Sull’importanza del Comitato per i rapporti con l’Estero, vedere
Geuens,
idem, p. 84-92. (E Gounet, EM?)

Paul Wolfowitz, l’ideologo della « guerra globale » di Bush

Fra poco potrete trovare questo documento, assieme agli sviluppi del
processo Wolfowitz contro EPO & Collon – sul sito
http://www.michelcollon.info/ che attualmente non è ancora aperto, ma
lo sarà ben presto. Una e-mail vi avvertirà. Voi e i vostri compagni
potrete inserirvi nella lista di ingresso, o cancellarvi.

[ Borislav Milosevic, fratello di Slobodan ed ex ambasciatore jugoslavo
in Russia, commenta la situazione determinatasi al "Tribunale ad hoc"
dell'Aia. In un altro testo, risalente all'aprile scorso, Milan Tepavac
commenta invece sulla posizione "pilatesca" assunta dalle attuali
istituzioni serbe (ricordiamo che una proposta di legge per il sostegno
agli imputati dell'Aia ex dipendenti dello Stato jugoslavo fu bloccata
per compiacere i padroni occidentali). (a cura di IS) ]

iz ARTEL-a -- http://www.artel.co.yu/

1. "TRIBUNAL" OGLUVEO
Borislav Miloševic, "Sovjetska Rusija",
18. septembra 2004.g.

2. POVODOM ZAKONA O PRAVIMA OPTUŽENIH U ZATVORU HAŠKOG TRIBUNALA
Dr Milan Tepavac
Beograd, 01. april 2004. godine


=== 1 ===

http://www.artel.co.yu/sr/izbor/jugoslavija/2004-10-02.html

"TRIBUNAL" OGLUVEO

"Sovjetska Rusija",
18. septembra 2004.g.
br. 121 (12592)
Pise: Borislav Miloševic
(Prevela s ruskog Sava Rosic)

300 svedoka odbilo da se pojavi na bespravnom sudenju u Hagu

Sudsko vece Haškog Medunarodnog tribunala za bivšu Jugoslaviju (MTBJ)
je 15. septembra odlucilo da obustavi sudenje Slobodanu Miloševicu do
12. oktobra. Takva odluka doneta je da bi se omogucilo advokatima,
nametnutim optuženom (engleskim pravnicima S. Keju i Dž. Higins), da
pripreme svedoke za odbranu. Istovremeno su sudije odbile predlog S.
Keja da se bivšem predsedniku Jugoslavije omoguci pravo da prvi
ispituje svedoke i samostalno se brani. Odbile su i njegov predlog da
se izvrši ponovni lekarski pregled S. Miloševica.
Kao što je poznato, kao izgovor za nametanje advokata S. Miloševicu
poslužilo je mišljenje belgijskog lekara, imenovanog od strane
"tribunala", da on nije u stanju da se sam brani. A o tom "belgijskom"
pregledu "sud" je odlucio još letos. Sam Miloševic je 1. septembra, na
samom pocetku Odbrambenog dela "procesa", zahtevao ponovni lekarski
pregled uz ucešce nezavisnih lekara iz Rusije, Srbije, Grcke. Jer je
sada, posle polugodišnje pauze u izuzetno teškom, iscrpljujucem
procesu, zdravstveno stanje S. Miloševica bolje nego ranije. Ali, "sud"
mu je vec nametnuo advokata i nema nameru da bilo šta menja...
S. Miloševic je na sednici "suda" 15. septembra istakao da ne želi da
bilo kako utice na svedoke i citirao delove iz pisama pojedinih svedoka
koji su odbili da ucestvuju u "procesu" u takvim uslovima. Na primer:
bivši ambasador Kanade u Jugoslaviji Džejms Biset napisao je Miloševicu
da ne želi da ucestvuje u "toj parodiji na pravosude". Objašnjavajuci
razlog svog odbijanja, on je sadašnja saslušanja okarakterisao kao
"tipican proces u duhu staljinizma". A americki diplomata, bivši
nacelnik odeljenja za Jugoslaviju u stejt departmentu SAD Džordž Kenej
(priznao) ocenio je da su ovakva saslušanja "nepravedna". On je u svom
pismu Miloševicu napisao: "Smatrao sam onda, a smatram i danas da ste
nevini za optužbe koje vam se pripisuju". S. Miloševic je ponovo
zatražio da mu se vrati oduzeto pravo na odbranu, ali je "sud" to
pitanje odbio kao "rešeno". Optuženom koji je taj proces nazvao
"pravnom fikcijom" iskljucen je mikrofon. I uopšte, cim on pokuša da
nešto kaže o svojim pravima, smesta mu iskljucuju mikrofon.
Istovremeno sa zasedanjem "suda" koji pokušava da spase "proces"
njegovim prekidanjem (pošto svedoka prakticno nema) u Beogradu je
objavljena Izjava još 29 svedoka odbrane S. Miloševica koji su odbili
da se pojave u MTBJ. Sada je broj svedoka koji su odbili da svedoce
dostigao skoro 300. Izjavu su potpisali istaknuti predstavnici srpske
nauke i kulture, naucnici, akademici, profesori, pisci i pesnici,
politicari, poslanici, bivši državni funkcioneri, generali. Mnogi medu
njima poznati su ruskoj javnosti. Na primer, clanovi Srpske Akademije
nauka i umetnosti, profesori Milorad Ekmecic, Vasilije Krestic, Cedomir
Popov, Kosta Cavoški, profesori Ratko Markovic, Slavenko Terzic, Mirko
Zurovac, pesnici Rajko Petrov Nogo, Gojko Đogo, pisac i slikar Momo
Kapor, mitropolit mileševski Srpske pravoslavne crkve Filaret, generali
Boško Todorovic, Tomislav Simovic, Dušan Vilic, poslanici Skupštine SCG
Milutin Mrkonjic, Milorad Vucelic. Medu njima su i bivši predsednik
Crne Gore i predsednik vlade SR Jugoslavije Momir Bulatovic i drugi.
Ti poštovani ljudi odbili su da ucestvuju u "procesu" protiv Slobodana
Miloševica u kome je optuženom, po njihovim recima, "oduzeto poslednje
preostalo ljudsko pravo pravo na odbranu". Bez njega je on
obespravljeni zatocenik tog suda. U takvom procesu, isticu oni, Haški
tribunal cuje samo jednu stranu (optužbu), dok ga se druga (odbrana)
uopšte ne tice. Tako se istina nikada nece saznati. A ako sud ne drži
do istine, to znaci da on zna presudu i bez "procesa", kaže se u
Izjavi. "Zato se mi isticu autori tog dokumenta u takvom "procesu" pred
Haškim tribunalom možemo pojaviti kao svedoci samo protiv svoje volje,
ako nas tamo nasilno odvedu, ili po svojoj volji, na direktnu želju
optuženog, Slobodana Miloševica".
Napominjemo da je za odbijanje svedoka da se pojavi pred "tribunalom"
predvidena kazna do 7 godina zatvora i do 50.000 evra. Bice zanimljivo
posmatrati kako MTBJ upucuje stotine "naloga za prisilno dovodenje
svedoka u sud", i to visokim funkcionerima ne samo Srbije i Crne Gore,
vec i vlada stranih država, ambasadorima i generalima... koji odbijaju
da saraduju s Haškim "tribunalom". Nije teško pretpostaviti da MTBJ
može imati ozbiljnih poteškoca.
Masovno odbijanje svedoka odbrane da se pojave pred "tribunalom" zbog
lišavanja S. Miloševica zakonskog prava da se licno brani dovelo je u
pitanje nastavak "procesa". Odgovornost za to snosi sam "tribunal" koji
je doneo nezakonitu, politicku odluku. A njegov ("tribunala") glavni
advokat u "slucaju" Miloševica, g. Kej, koji se primio odbrane, sada
snosi potpunu odgovornost za svedoke. On, kako isticu eksperti, mora da
ih odabire, organizuje, priprema za svedocenje, dovodi u "tribunal",
ispituje, podnosi dokaze.
Medutim, on nikad u životu nije video Miloševiceve svedoke, nikad sa
njima nije kontaktirao, nije upoznat sa pismenim, materijalnim dokazima
odbrane (dokumenta itd.) predatim u "tribunal", a njih je na hiljade.
On ništa ne zna o strategiji odbrane S. Miloševica. Nesmotrenost?
Promašaj "suda"? Naravno da ne. Jednostavno, natovski "tribunal",
sledeci instrukcije svojih gazda, mobiliše sve i svja zarad
obezbedivanja osude, za opravdavanje zlocina Zapada. Ako su gazde tog
"suda", što izgleda kao lutkarsko pozorište u kome se konci vuku iza
kulisa, unapred donele takvu osudu, onda ce tako i biti. Ali to nece
ubediti medunarodnu javnost. Pogotovo, srpski narod. Ni istoriju koja
je vrhovni sudija.
Medutim, taj politicki "proces" protiv S. Miloševica može se osujetiti.
U tome ogromnu ulogu igraju medunarodna javnost, mediji, pravni, naucni
krugovi, parlamentarne frakcije i grupe, partije i društvene
organizacije, licnosti...
Rusija je 1993. godine u Savetu bezbednosti OUN glasala za formiranje
MTBJ. Ali, kao što je poznato, kasnije su rad "tribunala" mnogo puta
oštro kritikovali ruski državnici, politicari i organi, izmedu ostalog
Državna Duma. Evo delova iz isstupana Stalnog predstavnika Ruske
Federacije pri OUN S.V. Lavrova na sednici Saveta Bezbednosti OUN od
21. novembra 2000. godine. Podvukavši da se MTBJ formirao polazeci od
toga da ce dati važan doprinos regulisanju krize na teritoriji bivše
Jugoslavije i da ce taj zadatak obavljati nezavisno od politickih
konsideracija, Sergej Lavrov je istakao: "Medutim, umesto toga se od
samog pocetka pokazalo da je MTBJ politizovan. Tribunal je nacinio
ocito antisrpski zaokret...". "Kada se radilo o saopštenjima o mogucim
kršenjima od strane SRJ, tužilac je smesta iznosio optužbe, dok u
slucaju pogibije jugoslovenskih civila i razaranja civilnih objekata
SRJ usled vazdušnih udara NATO tribunal nije našao osnov za istragu.
Informacija o istrazi tragedije u Racku (selo na Kosmetu, gde je došlo
do okršaja srpske policije s albanskim teroristima, što su šef misije
OEBS Amerikanac Voker i potom zapadni mediji prikazali kao masakr
albanskih civila, prim. BM), i pored naših zahteva se skriva od clanova
SB".
Stalni predstavnik Rusije u OUN je konstatovao da je "poslednjih godina
tribunal postojece norme medunarodnog humanitarnog prava, umesto da ih
strogo primenjuje, više puta "popravljao" u smeru koji mu je potreban,
dajuci im tumacenja koja mu odgovaraju. U vezi s tim delimo mišljenje
Predsednika Medunarodnog Suda pravde o tome da takva delatnost stvara
pretnju integritetu medunarodnog prava".
Mislim da tim recima nije potreban komentar. Nema kud više aktuelno.


=== 2 ===

http://www.artel.co.yu/sr/reakcije_citalaca/2004-04-07.html

POVODOM ZAKONA O PRAVIMA OPTUŽENIH U ZATVORU HAŠKOG TRIBUNALA
Dr Milan Tepavac
Beograd, 01. april 2004. godine

Od kada država postoji jedna od njenih najosnovnijih dužnosti bila je i
jeste zaštita prava i interesa svojih gradana koji su se iz bilo koga
razloga našli u vlasti stranog faktora

Usvajanje ovih dana u Skupštini Srbije zakona o pravima optuženih od
strane tzv. Haškog tribunala i koji se nalaze u njegovom zatvoru
postalo je politicka tema broj jedan, iako bi trebalo da bude pre svega
strucna a ne politicka tema. Ali, kod nas sve postaje politika odnosno
politikanstvo, a o znanju i strucnosti malo ko brine i po tome smo
jedinstveno društvo u svetu. Covek bi mogao zakljuciti da pravni
fakulteti u ovoj zemlji nisu nicemu služili i da je radnicka klasa
uludo stracila novac kada ih je finansirala. Propusti i promašaji na
strucnom nivou toliki su i takvi – delom i zbog politiziranja svega i
svacega - da nam u tome nisu ravne ni one države koje su juce stekle
državnost i koje ustvari ne ne znanju šta je to država, a imaju zakone
o pružanju pomoci svojim državljanima pred tim tribunalom.

Nije problem u tome što su protiv navedenog zakona ustali politicari i
politikanti koji pojma nemaju ni o cemu osim o svojim prljavim
interesima i u stanju su sve da ucine, da sve podrede tim svojim
interesima, pa i sve gradane Srbije i Srbiju kao državu. Celnici DS,
SPO, SVV, GSS, SDU i još nekih politickih grupica natjecu se medu sobom
koja od njih ce da iskaže više laži i kleveta na racun zakona i onih
koji ga podržavaju. Izgleda da je u tome najeksplicitniji celnik Saveza
vojvodanskim Madara Jozef Kasa koji je zakon nazvao "zakonom o
humanitarnoj pomoci clanovima porodica haških optuženika, ubica i
zlocinaca", i da sadašnja vlast koja je usvojila zakon "saraduje sa
onima koji su u proteklih 15 godina pokrali zemlju, prouzrokovali sve
naše nedace, masovne grobnice, siromaštvo i izolaciju". Sadašnji šef
diplomatije ove nesretne zemlje Goran Svilanovic i Vuk Draškovic, koji
reflektuje da ga nasledi ne zaostaje nimalo iza Kase u njegovom
ustašluku. Po njima, ustašluk, Hans Ditrih Genšer, Geza Janevski i
slicni su srpsko buncanje...

Od politikanata koji su se za velike pare satavili u službu svojim
gazdama u inostranstvu nije se ni moglo ocekivati drukcije reagovanje
na pokušaj države, da nakon dugog vremena, ucini najnormalniju stvar na
svetu - da na odgovarajuci nacin pomogne svojim gradanima u vlasti
stranog neprijateljski raspoloženog faktora. Ono što naprosto
zaprepašcuje jeste da su se u taj necasni posao klevetanja zakona u
pitanju ukljucili i takozvani borci za ljudska prava. Ali, kada se malo
bolje sagledaju ti "borci za ljudska prava" mora se doci do zakljucka
da je to što rade sasvim logicno: oni moraju svojim finansijerima u
inostranstvu pokazati da su zaslužili te milione dolara kojima su
kupljeni davno.

Od kada država postoji jedna od njenih najosnovnijih dužnosti jeste
zaštita prava i intersa svojih gradana koji se iz bilo kog razloga nadu
u vlasti stranog faktora. To je cak i zapisano u osnovnim instrumentima
koji ureduju medunarodene odnose kao što su na primer becke konvencije
o diplomatskim i konzularnim odnosima. Cinjenica da Goran Svilanovic,
sadašnji ministar inostranih poslova ove zemlje, govori i radi to što
radi i govori govori nam da on ili nikada nije cuo ništa o tome, ili je
cuo i zna sve to, ali ipak radi to što radi dajuci svima nama gradanima
na znanje da on ne mari za to. Bolje receno: da mari kad hoce, kao u
slucaju majora JNA Emira Šušica, a da ne mari kada mu se neko od
sužanja u Hagu ne dopada iz politickih ili nacionalnih razloga.

Gradani placaju porez iz koga se finansira diplomatija i uopšte državna
mašinerija, a za uzvrat imaju pravo a država dužnost da na sve nacine
pomogne kada se nadu iza granice, bez obzira na to da li su krivi ili
ne za ono za šta ih strana vlast optužuje. Pa to je jasno svakom coveku
norrmalne pameti, osim, eto, politikantima i petokolonašima ove
nesretne zemlje.

I ne samo da je država dužna da pomogne svojim gradanima pred stranim
vlastima. Isto toliko je dužna, pa možda i još više, da pred stranom
vlašcu zastupa i brani prava i interse države kao takve. U svim
postupcima pred takozvanim Haaškim tribunalom protiv njenih gradana pa
i drugih Srba država je morala da u svojstvu zainteresovane stranke ili
tzv. amicus curiae ucestvuje u postupku buduci da su u njima uvek, u
manjoj ili vecoj meri, bili tangirani interesi države i naroda. To
najbolje ilustruje slucaj Duška Tadica. U postupku protiv njega Haški
tribunal je u drugostepenoj presudi (znaci konacnoj) presudio da je rat
u Bosni i Hercegovini bio rat medunarodnog karaktera i da je SR
Jugoslavija izvršila agresiju!! Ovakvu odluku su Tribunalu izdiktirali
americki sudija u Tribunalu i americki Stejt Depertment koji se u
postupak umešao upravo u svojstvu amicus curiae!! Dakle, SAD su, iako
nisu imale nikakvog neposrednog prava i interesa da zaštite kada se
vodio postupak protiv Tadica, to ucinile, a Jugoslavija se nije umešala
iako se radilo o njenom najvitalnijem interesu, posebno kada se ima u
vidu da se pred Medunarodnim sudom pravde nalaze tužbe Bosne i
Hercegovine i Hrvatske protiv nje za agresiju i genocid. Isto je bilo i
još uvek je i u drugim postupcima pred Tribunalom: država jednostavno
ne želi da štiti svoja egzisetencijalna prava i inrese!!

Ja se najiskrenije nadam da ce doci vreme da ce odgovorni za ovu
necuvenu neodgovornost odgovarati kako zbog neodgovonosti prema svojim
vlastitim gradanima tako i zbog neodgovornosti prema državi i narodu.

[ Ovaj tekst na srpskohrvatskom: "Ocevi i djeca"
http://komunist.free.fr/arhiva/okt2004/tkalec.html ]

Padri e figli

Nell'Unione Europea si stuzzica sempre di più l'interesse per tre
membri-nani nuovi di zecca: Estonia, Lettonia e Lituania... Paesi
nordici e freddi i cui cittadini una volta si contraddistinguevano per
il caldo cuore dei loro bolscevichi, che come tali sono rimasti
descritti nella letteratura. Sono ricordati come comandati dell' Armata
a cavallo, della cavalleria rossa, in libri quali «Come si temprava
l'acciaio» e simili, molto noti alla generazione dei padri, ma molto
lontani dalla generazione dei «Figli e accattoni»... visto che la
generazione dei figli e dei nipoti non è composta altro che di
accattoni ed ambulanti in veste moderna sull'immenso mercato del globo.
(*)
Gli Estoni oggi sottolineano la loro antica radice genetica – i loro
antenati erano Balti, Finni e Vichinghi. Loro non sono mica degli
«sporchi slavi», del tipo di quelli che li occuparono, in veste di
«cani d'Ottobre», ben due volte in un unico secolo. Perciò a Tallin
esiste il Museo delle tre occupazioni, di cui due sovietiche. Il Museo
ha la sua pagina web. Si può immaginare cosa ne scrivano i russi,
trattati da occupatori... E da ultimo, ma non meno importante:
l'Estonia è governata dai socialdemocratici.
Riga è la capitale europea che gode della quantità minore di ore
solari. Già il fatto in se dice qualche cosa sull'illuminismo dei suoi
cittadini, che nelle ultime elezioni hanno scelto una coalizione di
destra. Essa era, una volta, un famoso porto sul mare Baltico. Oggi
vanta un rinnovato vecchio quartiere commerciale con delle sinagoghe,
che di punto in bianco si sono trovate piene di fedeli di religione
israelita – soprattutto dopo che i soldi venuti dall'America hanno
sostenuto i, fino ad allora inesistenti, cittadini di confessione
giudaica. Però, questi sono i figli degli ebrei che erano venuti a
vivere a Riga da altre regioni russe, visto che durante l'occupazione
germanica nei paesi baltici avevano cosi a fondo estirpato la
popolazione ebraica come da nessun altra parte d' Europa. Ma questo non
dovrebbe impedirvi di comperare un paio di jeans nella bottega di
Mihail Eisenstein, il padre del regista Sergej Eisenstein.
Che fare se pure le strade in quel paese si chiamano «iella», che in
italiano si dice anche scalogna... In che altro modo, se non "iella",
si potrebbe definire il progredire delle generazioni in cui dal nonno
mercante si giunge al celebre regista del famoso film «Corazzata
Potemkin», che fu un »must» per la generazione dei padri nati nel
Novecento, per poi finire di nuovo come bottegai nella generazione dei
nipoti, quelli nati dagli anni Ottanta del secolo scorso in poi? I
nipoti hanno fatto il cammino al ritroso, buttati indietro dal dado di
un destino pazzo, come nel gioco dell'oca! Sicche', oggi il
mercanteggiare è stato innalzato non soltanto alla massima posizione
ideologica, ma è diventato pure l'unico modo possibile di sussistenza.
Questo camminare a ritroso (descritto già dal nostro Zmaj Jova
Jovanovic: «Oh, babbo, babbo, comprami babbo... l'abbacchio!») non si
capisce se sia il risultato della bacchetta magica della democrazia
delle bombe, o quello della richiesta rivolta al famoso pesciolino
d'oro della notissima fiaba russa. Il pesciolino, come si sa, può
realizzare tre richieste. E queste tre richieste nei paesi baltici
senz'altro erano: liberaci dai russi, liberaci dai soviet, facci avere
i soldi... Perciò oggi se uno straniero entra nel taxi, ad esempio a
Tallin, può capitargli di sentirsi rivolgere la domanda: con quante
donne signore desidera incontrarsi: una, due o forse tre?
In questo senso l'Estonia viene assurta ad esempio di una transizione
molto ben riuscita – probabilmente perchè i cittadini di questo
minipaese avevano subito capito che l'anima della civiltà occidentale
sta nel commercio, e, se non c'è altro, si può farlo anche con il
proprio corpo. Dato che sarebbe sempre veritiera la risposta che diede
Danton a Mercier nel pezzo teatrale di Buchner intitolato "La morte di
Danton" - oggi tutto viene fatto di carne umana, hai ragione! Questa
la risposta alle accuse rivolte ai rivoluzionari francesi: che fossero
dei miserabili, che la ghigliottina fosse il prodotto dei loro discorsi
eccitati, e che avessero costruito delle piramidi come Baiasit,
composte cioè di teste umane...
Se tutte le rivoluzioni si assomigliano, in verità si assomigliano
anche tutte le rimostranze e le accuse che vengono ad esse rivolte,
come pure tutte le contro-rivoluzioni nonchè i risultati da esse
prodotti.
E, in definitiva, possono essere ridotte a commercio di carne umana.
Ogni giorno sul grande mercato del lavoro umano e della carne umana
vengono a essere pesati e ad accumularsi nuovi carichi di forza lavoro
fresca, con prezzi sempre più convenienti. Il prezzo del lavoro
dell'uomo, nonchè il prezzo della carne umana, è tanto più basso quanto
maggiore è l'offerta, cioè quanto più piccolo e più povero è il paese,
indipendentemente se sia o meno membro dell'Unione europea.
Ma nella società borghese tutto deve avere una forma decente, e perciò
celebrano con lo spumante ed i fiori gli studenti che hanno finito la
scuola o i neolaureati che hanno terminato i corsi e gli esami nelle
Università. Sapete come si festeggiano i nuovi laureati a Zagabria?
Nella tipica coreografia tudjmaniana, le bandiere ed i drappi con la
scacchiera spiccano dietro ai termosifoni accesi di primo autunno,
echeggia l'inno «Bello nostro» - ma, come disse Allende, non può essere
bello il paese che fa una cosa del genere ai suoi cittadini -, mentre
l'illustrissimo rettore si tiene la mano sul petto togato, e vestiti
nelle toghe e palandrane sono pure i laureandi, con i cappellini con
frange, tutto in uno stile che dovrebbe scimmiottare ceremonie simili
viste nei film americani. Anche se copiano gli americani, loro in
verità stanno mettendo in scena un pezzo di teatro croato, una nuova
messa in scena dalla «Festa di Cristo Re» di Krleza. E l'impiccato, il
personaggio di quel pezzo teatrale, colui che ha il cordone al collo, e
quell'altro, l'annegato, con il pesciolino nella tasca, sono proprio
loro: i figli, la nuova generazione - i futuri laureati senza
occupazione, buttati sul mercato di lavoro. Le offerte di quel mercato
sono scadenti e miserabili per tutti coloro che non siano i figli «di
gente importante» , che appena partoriti già possedevano ditte e
ristoranti, ville e case al mare nonchè intere imbarcazioni... E per
venire al colmo della mascherata, per assomigliare ancora di più al
pezzo teatrale di Krleza, questa «carne da cannone» del mercato di
lavoro così addobbata all'americana - secondo il noto proverbio sul
ranocchio che avendo visto ferrare il cavallo alzò il piede pure lui -
deve giurare ad alta voce, ovvero, nel neocroato, deve dare la
«pri-sega» alla madrepatria, che la servirà fedelmente, senza precisare
dove ne' come.
E tutto questo non serve ad altro che a fare del circo, visto che la
stragrande maggioranza di quei laureati dei paesi in transizione
probabilmente farà parte della forza-lavoro del grande mondo straniero
e sarà addetta a mansioni con le quali l'istruzione universitaria non
ha nulla a che spartire.
Perciò l'Unione Europea, secondo gli Accordi bolognesi, accorcia e
taglia gli studi universitari riducendoli a tre anni in primo grado. E
il Secondo grado sarà soltanto per coloro i quali potranno, cioè per
coloro i quali avranno abbastanza soldi e tempo da spenderli in scienza!
I giovani bene istruiti oggigiorno non sono una grande fortuna per
l'ordine mondiale. La popolazione bene istruita potrebbe capire che
viene gabbata e presa in giro, che mentre è intenta a guardare nuovi
fascismi e nuovi bandierismi, con stendardi neri e decorazioni rosse -
quelli in vendita nelle bancarelle e dai rigattieri - viene derubata,
e dalle tasche le tolgono i suoi bianchi danari.
Perchè tutta la festa descritta sopra, dall'inno al suon del quale
tutti stanno irrigiditi come marionette, fino al goliardico «Gaudeamus
igitur», nelle Università croate viene pagata esclusivamente dalle
tasche dei genitori e non certo a buon prezzo – costa 50 Euro! In
questo essa assomiglia a quegli spettacoli montati dall'Inquisizione in
cui il condannato doveva pagarsi il rogo o la forca. Tutto è in vendita
nel nuovo mondo virtuoso, e dunque anche gli spettacoli poco degni di
coloro i quali possiedono certo l'istruzione universitaria, ma nei
paesi in transizione sono, come è ben risaputo, deficienti.

Jasna Tkalec

(*) Per comprendere meglio il testo: «Padri e figli» è il titolo di un
celebre romazo di Turgenjev mentre «Figli e accattoni» si chama un
romanzo di Aralica, scrittore croato, naturalmente nazionalista.


[Traduzione a cura dell'autrice, revisione del testo italiano a cura di
AM]

Wolfowitz denuncia l'editore di Michel Collon

[ EN FRANCAIS:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3879 ]

La casa editrice belga EPO e' stata denunciata dalla ditta di
giocattoli Hasbro, che produce anche il famoso Monopoli, per avere
edito alcuni anni fa un libro di Michel Collon intitolato nello stesso
modo e con una copertina che richiama il gioco stesso. Puo' sembrare
una storia di scarso rilievo politico: in realta', la ditta Hasbro e'
riconducibile, attraverso un meccanismo di partecipazioni azionarie a
scatole cinesi, a Paul Wolfowitz, l’ideologo di Bush in persona...

---

http://www.anti-imperialism.net/lai/texte.phtml?section=&object_id=23085

Chi si nasconde dietro la Hasbro, “rispettabile” ditta di giochi?

Michel Collon

Non è solo perché si parla di giocattoli che ci troviamo in un mondo di
“bambini” e di persone “gentili”. Il mercato mondiale dei giocattoli è
oggi nelle mani di due mastodonti che sono riusciti ad eliminare o a
riassorbire quasi tutte le altre ditte: innanzitutto la Mattel, che
oggi controlla in particolare Barbie, la Fisher - Price, Scarabeo... E
poi la Hasbro, una piccola ditta familiare (Hassenfeld Brothers) che
decollò negli anni ‘60 lanciando un gioco militarista, G.I. Joe.
Successivamente, però, ha preso il controllo di numerose ditte che gli
hanno permesso di diventare proprietaria dei marchi di Monopoli,
Trivial Pursuit, Playskool, Pictionary, Cluedo, Atari, Teletubbies, dei
prodotti dei Pokemon e di Guerre Stellari, di numerosissimi giochi
elettronici, di ditte di caramelle e di molte altre ancora.

Un classico: i profitti di questi due giganti del giocattolo sono
schizzati alle stelle chiudendo una gran quantità di fabbriche negli
USA ed in Europa e delocalizzandole verso i paesi poveri del terzo
mondo. Così, nel 2002, la Mattel ha chiuso la sua fabbrica del
Kentucky. Ora sfrutta 39.000 persone nelle sue fabbriche dell’Asia. E
la Hasbro impiega direttamente solo 10.000 persone, perché ricorre
soprattutto al subappalto dai ben noti vantaggi. (1)

Quando acquistate un gioco, arricchite Paul Wolfowitz, l’ideologo di
Bush?

Dunque, quando acquistate un gioco per voi o per i vostri bambini,
praticamente avete molte probabilità di arricchire gli azionisti di
Mattel o Hasbro. E bisogna sapere che il budget medio per i giocattoli
di un bambino nella U.E. si è elevato a 250 euro l’anno.

Così tra gli amministratori che arricchite involontariamente, troviamo
della bella gente. O della cattiva gente, dipende dai punti di vista.
Innanzitutto, uno dei più grandi guerrafondai degli Stati Uniti: Paul
Wolfowitz. Il numero due di Rumsfeld, ministro della Guerra di Bush,
con cui forma un “tandem perfetto” secondo il settimanale
ultra-conservatore statunitense “Time”: “Se Rumsfeld è la faccia, la
bocca ed il braccio armato della guerra in Iraq, Wolfowitz, ne è il
padrino intellettuale, il cuore e lo spirito”. (2)

“Il cuore e lo spirito della guerra” è stato amministratore della
Hasbro fino alla vigilia della sua nomina nell’amministrazione di
George Bush.
E tornerà lì dopo il suo mandato politico, come molte delle personalità
USA, ferventi praticanti di questo lucroso sport che è l’altalena
business-politica? È probabile, ma in ogni modo i legami e gli
interessi comuni rimangono, in maniera aperta o discreta. Dick Cheney,
il vicepresidente USA, teoricamente, infatti, non ha più niente a che
vedere con la ditta petrolifera Halliburton che dirigeva prima della
sua entrata in carica. Ma lo scandalo delle “commesse gonfiate” ha
dimostrato che lui ha utilizzato senza vergogna l’occupazione dell’Iraq
per riempire le tasche di Halliburton e, quindi, molto probabilmente
anche le sue.

Legata al complesso militar-industriale e ad Israele

Ma percorrendo l’elenco degli amministratori della Hasbro, si incappa
su un altro nome estremamente interessante: Marie-Josée Kravis che è, o
è stata, amministratrice di Ford, Canadian Imperial Bank, Vivendi
Universal e Hollinger.
Questa società è legata alla destra più dura degli USA ed ai servizi
segreti israeliani, visto che il loro vecchio capo Shlomo Ben Gazit
siede in un comitato della Hasbro. Inoltre, la stessa società,
controlla diversi giornali britannici ed israeliani che hanno sostenuto
un ruolo di primo piano nella questione irachena.

Marie-José Kravis è stata anche amministratrice di Seagram. Il cui
padrino Edgar Bronfman Sr. è anche presidente della lobby molto
influente del “Congresso Ebraico Mondiale”. Lei siede anche alla
direzione di un think-thank (laboratorio di pensiero, ndt) conservatore
degli USA, l’Istituto Hudson. Bush padre l’aveva chiamata alla
segreteria del consiglio per l’energia. Sul sito del “Council on
Foreign Relations”, il maggiore organo dove si discute e si decide la
politica internazionale degli USA, viene presentata come “esperta” in
economia internazionale, politica pubblica e strategia.4

Suo marito, Henry Kravis, occupa il 351° posto della classifica di
Forbes degli uomini più ricchi del mondo con una fortuna stimata
attorno agli 1,3 miliardi di dollari. La sua ditta KKR ha posseduto, o
possiede tutt’ora, in tutto o in parte, diverse ditte significative:
Safeway, Union Texas Petroleum, Duracell, American Re Insurance,
Nabisco...

Infine, a quelli che si stupirebbero se un tribunale francese si
mostrasse compiacente verso una società USA, segnaliamo che la KKR è la
principale azionista della società francese elettrica Legrand. Il cui
il presidente è Ernest-Antoine Seillière, padrone della Medef (la
Confindustria francese: ndt), ovvero il padrone dei padroni francesi.
Il mondo del business è veramente piccolo!

Tra gli altri amministratori attuali della Hasbro, si trovano anche
Jack Greenberg, ex-boss di McDonalds, Paula Stern, ex-presidentessa del
Commissione del Commercio Internazionale degli Stati Uniti, Sylvia
Hassenfeld (American Jewish Joint Distribution Committe) ed Alan
Batkin, vicepresidente della Kissinger Associates. Quest’ultima società
di consulenza mette a disposizione, delle multinazionali degli USA, i
consigli sperimentati del “Dottor Henry”, che fu uno dei boss di
Pinochet e di alcuni dei dittatori più sanguinari del pianeta.

Conclusione: la Hasbro, non è affatto un gioco. Né per le decine di
migliaia di lavoratori del terzo mondo, super-sfruttati per i profitti
di azionisti ed amministratori ricchissimi come Kravis e Wolfowitz. Né
per il suo ruolo al fianco delle aggressioni militari statunitensi ed
israeliane. La Hasbro è un elemento del complesso militar-industriale
che ha sostenuto e messo in carica il regime di Bush e la sua guerra
globale.

Note:
(1) Cifre dell'International Council of Toy Industry. Vedere anche
Thérèse Jeunejean, “Le grand jeu de la mondialisation”, Le Ligueur
(Belgio), 12/11/2002. Gresea (Belgio), “La face cachée du jouet”,
luglio 2002.
(2) Fonte: http://www.time.com/time/personoftheyear/2003/poywolf.html
(3) Vedere l’indice di Geoffrey Geuens, “Tous pouvoirs confondus”,
edizioni EPO, 2003, che ringraziamo per il suo aiuto prezioso.
(4) Fonte: http://www.kkr.com/
(5) Sull’importanza del Council on Foreign relations, vedere Geuens,
idem, p. 84-92.