Informazione

( Ovaj tekst na srpskohrvatskom:
O ujedinjenju jugoslovenskih naroda i republika
http://komunist.free.fr/arhiva/jun2004/rkp-bih.html )


Dell’unita' dei popoli e delle repubbliche jugoslave

Il Partito Comunista Operaio della Bosnia-Erzegovina invita tutti i
partiti comunisti e gli altri partiti di orientamento jugoslavo a
sostenere il Partito Comunista Sloveno [ vedi:
http://komunist.free.fr/arhiva/jun2004/kps.html ; in italiano su:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3743 ] sulla
necessità di non riconoscere la frantumazione della Repubblica
Socialista Federativa di Jugoslavia e sulla necessità della sua
ricostituzione!
Per una dichiarazione congiunta dei vari partiti sulla necessità della
ricostruzione della RSFJ!

Si parla molto negli ultimi anni dell’integrazione europea. Tutti
corrono per unirsi all’UE nella speranza di ottenere qualche guadagno.
Dalle integrazioni europee ne traggono guadagno soltanto i paesi
europei ricchi e le classi dirigenti dei paesi poveri dell’est e centro
Europa e dei Balcani. I semplici cittadini di questa unione non ne
ricavano nessun profitto. Molti lo sanno, perciò si dichiarano contrari
all’UE. La dimostrazione di ciò è l’ultimo sondaggio realizzato in
Croazia. Lo stesso vale per la Bosnia-Erzegovina.

Siccome le annessioni sono antidemocratiche e noncuranti
dell’espressione dei cittadini, la classe dirigente non ritiene
importanti neanche i risultati delle votazioni. Cosi' la integrazione
viene imposta anche se ad esprimersi a favore e' soltanto un cittadino
su dieci.

Ma se possiamo dire di questa integrazione che essa e' insoddisfacente
per tutti, tranne che per la classe dirigente, esiste un’altra
integrazione della quale il gruppo che conta non vuole proprio parlare,
mentre i media e i leader partitici la ritengono sorpassata ed
impossibile: l’integrazione delle repubbliche jugoslave e dei loro
popoli. Dichiaratevi jugoslavo, dite che siete per la ricostruzione
della RSFJ, e sarete esposti ad una marea di sorrisi sarcastici.

Dopo la guerra civile e l'inglorioso sfacelo della Seconda Jugoslavia,
si dice che nessuno vorrebbe più rinnovare "la ex patria comune". Di
questo dobbiamo dubitarne. Le numerose inchieste svolte in tutte le
Repubbliche negli ultimi anni, hanno dimostrato che i cittadini dei
nuovi Stati ricordano con nostalgia il precedente sistema e lo Stato
unico. Naturalmente non per questo essi sono pronti a sostenere un
movimento politico che si adoperi per la ricostruzione della
Jugoslavia. Ma è altrettanto evidente che il sentimento nazionalista
antijugoslavo non è così forte come appariva e come sembra ancora. La
gente semplicemente pensa che l’idea del rinnovamento dello Stato
jugoslavo non sarebbe realizzabile e perciò non vuole impegnarvisi.
Questo ancora non significa che a molti questa idea non sia vicina.

Si dice spesso che la jugoslavità è una questione di nostalgia. C’è
della verità in questo. Ma non è forse vero che la gente, innanzitutto,
ricordando il periodo prospero della propria vita vorrebbe che esso
ritorni?
Per quanto riguarda i comunisti, il loro programma non si basa sulla
nostalgia, anche se essi la rispettano. La rispettano in quanto parte
dei sentimenti e delle aspirazioni umane. E' chiaro che un programma
politico non si può basare sulla nostalgia e sulle emozioni, quali che
siano. I comunisti d'altronde non lo fanno. Per noi è evidente che
tutto il mondo si sta collegando; l’unione è necessaria, per vari
motivi. Ma, effettuandosi in varie forme e tra vari soggetti, essa può
avere anche conseguenze negative.

E' inaccettabile unirsi con nazioni e stati ricchi, perché questo
significa la subordinazione economica, politica e militare agli
interessi del grande capitale. Da noi proprio questo si sta verificando.

E' insensato richiamarsi ad una solida unione con popoli con i quali
gli jugoslavi non hanno avuto un forte contatto culturale, storico ed
economico, mentre al contempo si condanna ogni connessione fra popoli
simili. E' insostenibile la tesi secondo cui gli interessi e le
affinita' di qualunque popolo jugoslavo con altri popoli europei
sarebbero maggiori degli interessi e delle affinita' tra esso e gli
altri popoli jugoslavi.

Il livello dello sviluppo economico degli Stati jugoslavi è simile, e
fino a qualche tempo fa questi territori facevano parte dello stesso
sistema economico. Oltre, del tutto uguale è la loro storia e l’etica
stessa.
In più, i popoli e gli Stati jugoslavi si trovano nella stessa
posizione nei confronti del capitalismo mondiale.
In particolare, la loro economia ha una posizione sfavorevolmente
identica nella spartizione mondiale del lavoro e del mercato. Siccome i
popoli jugoslavi appartengono al gruppo dei cosiddetti piccoli popoli,
è più logico che si uniscano reciprocamente e lavorino insieme per
migliorare la loro posizione.

Esiste una singolare euforia per entrare nell’UE e nel patto NATO. Essa
non durerà per molto. I risultati negativi si riscontreranno presto, in
particolare quelli che riguardano la completa perdita dell’autonomia
politica, le grandi spese per gli armamenti, e la sudditanza
dell’economia nazionale jugoslava meno sviluppata sul mercato europeo
unico.

Il Partito Comunista Operaio della Bosnia Erzegovina sin dalla sua
fondazione si adopera per la ricostruzione della Jugoslavia nelle
frontiere del 1991, perché in base ai principi dell’AVNOJ la Jugoslavia
non si è sciolta - come di solito si va dicendo - ma viceversa è stata
distrutta da determinate forze politiche del paese e dall’estero.

La ricostruzione della Jugoslavia e della jugoslavità è di grande
interesse per la classe operaia, perché, divisa nazionalmente, essa non
può svolgere un ruolo indipendente nella lotta per i propri interessi.
E la difficolta' non sta tanto nel fatto che la classe operaia negli
Stati jugoslavi è sotto l’influenza dell’ideologia nazionalista. Forse
il problema maggiore è che la classe operaia in ciascuno Stato
jugoslavo è troppo poco numerosa per opporsi ai suoi nemici sia sul
piano regionale che quello globale. La classe operaia jugoslava, unita
in un unico movimento politico e liberata da pregiudizi nazionalisti,
rappresenta una forza politica rispettabile. La sua resistenza al
capitale globale sarà più efficace se agirà come una forza unica. Il
socialismo e la Jugoslavia sono perciò due idee difficilmente
realizzabili l'una senza l’altra.

La Bosnia-Erzegovina e i suoi popoli hanno un interesse particolare per
la ricostruzione della Jugoslavia. E' evidente che la Bosnia-Erzegovina
si è formata come Stato durante la Guerra popolare di liberazione,
tramite le decisioni prese alle sessioni dell’AVNOJ (Consiglio
antifascista di liberazione popolare della Jugoslavia) e dello ZAVNOBiH
(Consiglio regionale antifascista di liberazione della
Bosnia-Erzegovina). La storia però non si può studiarla selettivamente,
come vorrebbero ragioni ideologiche e politiche contingenti. Lo
ZAVNOBiH fa parte del sistema dell’AVNOJ e le sue decisioni sono state
formulate con la forte convinzione che la Bosnia ed Erzegovina fa parte
della Jugoslavia federata. Tenendo conto della composizione nazionale
della popolazione, la Bosnia-Erzegovina può essere un esempio di
persistenza come Stato unico inserito nella Jugoslavia, sulla base di
una pace stabile e duratura, della democrazia e della parità tra le
nazionalità.

E' un diritto legittimo del popolo bosgnacco quello di vivere la
Bosnia-Erzegovina come la propria patria e di esprimere il desiderio di
vivere, come prima, su tutto il suo territorio. Ma allo stesso modo è
legittimo che sia i serbi che i croati della Bosnia Erzegovina vivano
in un unico Stato insieme ai loro connazionali di Serbia e Croazia.

Questa apparente contraddizione si può risolvere in modo pacifico e
democratico soltanto se si rinnova lo Stato jugoslavo. Così saranno
realizzati gli interessi e le volontà di tutte e tre le popolazioni
bosniaco-erzegovesi.
Questo succedeva anche nella RSFJ, dove la parità dei diritti valeva
come un fatto reale, e non come un semplice sogno jugo-romantico.

Sostenendo queste posizioni il Partito Comunista Operaio della Bosnia
Erzegovina appoggia completamente la dichiarazione del CC del Partito
Comunista di Slovenia sul non riconoscimento della frammentazione della
RSFJ, e si risolve a lavorare per la ricostruzione della patria
comune. I comunisti della Bosnia Erzegovina invitano i partiti
comunisti e i partiti delle altre repubbliche jugoslave a sostenere
questa dichiarazione ed a contattarli per accordarsi sulla elaborazione
di una dichiarazione comune con la quale si potrà dire di essere pronti
ad una lotta politica per la ricostruzione della RSFJ.

Bijelina, giugno 2004

Comitato Centrale del
Partito Comunista Operaio di Bosnia-Erzegovina


[ Trad. a cura di Ivan, rev. del testo a cura di Andrea per il
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia
Italijanska Koordinacija za Jugoslaviju - Italija ]

[ Sul caso del pestaggio subito da Michel Collon a Bruxelles da parte
di poliziotti durante una manifestazione contro i bombardamento della
NATO sulla Jugoslavia vedi anche:

I minuti più lunghi della mia vita
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3577 ]


From: Michel Collon

6/9/04 : reprise du procès Collon / Flics brutaux de Bruxelles

Un document remarquable du parquet reconnaît
le droit de manifester face à l'arbitraire policier


Ce lundi 6 septembre, à 8h45, reprise du procès des flics brutaux de
Bruxelles - Ville, au Palais de Justice de Bruxelles (50ème chambre
correctionnelle). Il s'agit des deux policiers, Frank Van Impe et
Bernard Jongen, qui m'avaient arrêté arbitrairement pour empêcher la
tenue d'une manifestation contre la guerre de l'Otan en Yougoslavie (3
avril 1999) et qui m'avaient tabassé avec une brutalité extrême : 4
côtes fracturées, des semaines d'immobilisation.
Ils auraient déjà dû être jugés le 14 juin dernier, mais leurs avocats
ont tenté une manoeuvre de retardement en déposant des conclusions
écrites au dernier moment (la règle prévoit qu'il faut déposer ses
conclusions en temps utile pour permettre aux autres parties de
répondre).
Motif de cette manoeuvre ? D'une part, tenter de démobiliser. En effet,
une cinquantaine de personnes s'étaient déplacées pour me soutenir dans
cette audience. Certaines venant même spécialement de France. Un grand
merci pour ce précieux soutien ! D'autre part, ces flics brutaux sont
dans leurs petits souliers, car ils ont plusieurs affaires de
brutalités sur les cornes en même temps. Leurs avocats ont donc essayé
de 'saucissonner' : faire juger les affaires séparément pour atténuer
l'effet 'récidivistes'.
Mais leur manoeuvre a provoqué un effet boomerang. Leurs conclusions
écrites ont été mises à néant par le parquet, dans un document
remarquable. Qui pourra être utile à tous ceux qui se soucient de la
liberté de manifester et de s'exprimer.
En effet, que disait la défense des deux policiers ? 1. Que ceux-ci
n'ont rien fait, qu'ils ne sont pas responsables de quatre côtes
fracturées. La preuve : le chauffeur (un policier) de la camionnette où
s'est passé le tabassage dit n'avoir rien remarqué. 2. Que
l'arrestation aurait été nécessaire car « le sieur Collon organisait et
participait à une manifestation interdite, a gravement troublé l'ordre
public, a adopté un comportement de rébellion », et cetera, et
cetera... 3. Qu'enfin cette prétendue 'agressivité' des manifestants
serait prouvée par le procès-verbal établi par le commissaire Leduc,
chargé de diriger l'intervention des policiers.
Sur chacun de ces points, la riposte du parquet est cinglante :

1. Procès-verbal de la police : non fiable !

Le parquet met carrément en doute la véracité du dit procès-verbal qui
m'accuse de toutes sortes de méfaits ! « On peut légitimement se poser
la question de savoir si ce n'est pas le transfert de Michel Collon à
l'hôpital qui est à l'origine de l'ouverture du procès-verbal à sa
charge... »
Le procureur va même jusqu'à envisager que le procès-verbal soit au
fond un faux mensonger : « Cette manière de rédiger un procès-verbal
après présomption de violences policières est de nature à susciter le
trouble. Une telle imprécision dans la rédaction de ce document met en
outre son rédacteur à l'abri de toute procédure pour faux en écriture
(sic) . » Pas tendre !

2. Oui, les policiers ont tabassé

Le Parquet soutient ma plainte et réclame la condamnation des agents
brutaux : « En dehors du témoignage de l'agent De Boer (conducteur du
véhicule), tous les éléments de fait accréditent la thèse de graves
violences exercées à l'encontre de Michel Collon ».

3. Un policier n'a pas le droit d'arrêter arbitrairement

Peut-être plus important encore : « L'arrestation de Michel Collon
apparaît illégale. » En effet, selon la loi, un policier ne peut priver
une personne de sa liberté sans instruction du procureur du Roi. Sauf
en cas de flagrant délit, mais alors il doit en informer le procureur.
Ce qui ne fut pas fait. Arrestation illégale donc.
Certes, il existe aussi ce qu'on appelle 'arrestation administrative'.
Mais « aux termes de l'article 31 de la loi du 5 août 1992 sur la
fonction de police, ce type d'arrestation doit répondre à une absolue
nécessité. Le trouble de l'ordre public n'est pas suffisant en lui-même
pour autoriser la privation de liberté ; il faut encore que cette
dernière soit la seule manière pour mener à bien la mission. Aucun
autre moyen (...) notamment ceux du dialogue et de la négociation (...
n'a été tenté par les prévenus pour faire cesser le trouble supposé...
Les circonstances démontrent clairement que les prévenus ont agi par
représailles, voulant ainsi en découdre avec Michel Collon, pour avoir
osé braver une interdiction de manifester. »

Pourquoi ce dernier point est-il essentiel ? Parce que bien des
manifestants ont déjà fait l'expérience d'arrestations ou
d'intimidations arbitraires de la part des policiers. Ceux-ci se
permettent assez fréquemment de bafouer la loi lorsqu'une manif déplaît
à leurs supérieurs.
Le scénario vécu le 3 avril 1999 à Bruxelles n'est en fait pas rare. La
police arrête d'office les manifestants, avec des brutalités gratuites
et si vous vous plaignez, c'est vous qui vous retrouvez accusé de
rébellion et autres délits. Et, en effet, combien de p - v officiels ne
sont-ils pas d'une 'valeur douteuse', comme le dit cette fois le
parquet ?

Important pour le droit de tous de manifester

Je l'ai dit dès le début : je me bats non seulement pour obtenir
justice et réparation pour moi-même, mais plus encore pour le droit de
manifester, le droit de s'exprimer pour des causes justes, le droit de
ne pas se faire tabasser. En fait, pour toutes les victimes de telles
violences, souvent passées sous silence.
En ce sens, ces conclusions du parquet me réjouissent énormément. Elles
sont importantes, car elles disent clairement que des policiers ne
peuvent pas se permettre n'importe quoi, ne peuvent pas vous arrêter
sans raison, ne peuvent pas intimider des manifestants. C'est une
première victoire, après des années de lutte contre l'étouffement.
L'important est de se battre pour que le tribunal suive cette position,
condamne les policiers brutaux et que ce jugement soit utile à tous les
manifestants futurs. Merci pour votre soutien et votre diffusion de
cette information !

Michel Collon


Rendez-vous donc au Palais de Justice de Bruxelles, 6 septembre 2004,
8h45, 50ème chambre du tribunal correctionnel.


Sur ce procès, voir aussi nos documents précédents : Les minutes les
plus longues de ma vie et Qui a protégé les flics brutaux de Bruxelles
- Ville ? [voir:

Michel Collon: Les minutes les plus longues de ma vie
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3544

Michel Collon: Lettre ouverte à l'ex-bourgmestre de Bruxelles
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3587 ]


*** Une autre attaque que je dois bien prendre comme un compliment :
La firme Hasbro - Monopoly réclame 265.000 Euros à mon éditeur EPO pour
la publication de mon livre Monopoly - L'Otan à la conquête du monde.
Il faut savoir que parmi les dirigeants d'Hasbro figure Paul Wolfowitz,
le vice-ministre de la Guerre de Bush, et l'inspirateur de la guerre
contre l'Irak. Le procès se déroule à Paris. Un mail suivra. ***


Tout cela bientôt sur le site www.michelcollon.info
Vous serez averti de son ouverture dans les prochaines semaines.

DEM-ANSA SENILE


Elenchiamo di seguito alcuni dei bizzarri titoli che appaiono sul
portale ANSA Balcani (al link
http://www.ansa.it/balcani/serbiamontenegro/serbiamontenegro.shtml ):

27-08-2004 15:27
SERBIA: ALLARME VAMPIRO NEL VILLAGGIO DI LOPUSNIK / ANSA

27-08-2004 14:52
SERBIA: TORNA A CASA DALLA CINA IN BICICLETTA

25-08-2004 18:01
SERBIA: A SETTE ANNI VA IN AUTO A COMPRARE SIGARETTE,FERMATO

24-08-2004 13:01
SERBIA: PAURA PER UNA VIPERA NEL CENTRO DI BELGRADO

20-08-2004 14:22
SERBIA: MATRIMONI IN MONGOLFIERA, NUOVO SERVIZIO TURISTICO

19-08-2004 13:00
SERBIA: FILM PORNO PROIETTATO PER ERRORE A SCOLARESCA

18-08-2004 17:19
SERBIA: OMICIDIO IN STANZA CHIUSA, OMBRA SETTE SATANA / ANSA

Si noti come l'agenzia governativa italiana faccia abbondantemente uso
di pseudonotizie tratte da tabloid-spazzatura. Questi ultimi sono oggi
abbondantemente diffusi sul mercato giornalistico serbo, che con
l'avvento del regime filo-occidentale e' passato interamente in mano ai
monopoli stranieri. Lo scopo di questo lavaggio del cervello, in Serbia
come in Italia, e' quello di nascondere i problemi reali.
(A cura di IS ed US)

(english / italiano)

In Croazia si erigono monumenti ai nazisti

(2 - Vedi la prima parte su:
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3739 )

1. Wiesenthal Center protests erection of monument honoring World War
II Croatian minister Mile Budak

2. Nazi collaborator memorials protested (The Jerusalem Post)

3. Croatians weep as Nazi pride is erased (The Telegraph)

4. Un (parziale) epilogo della vicenda: IRA BELGRADO PER TARGA A BUDAK
/ RIMOSSA TARGA DEDICATA A NAZISTA

Vedi anche:
Croazia: minacce neonaziste
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/3692


=== 1 ===

http://www.wiesenthal.com/social/press/pr_print.cfm?ItemId=9807

August 26, 2004

WIESENTHAL CENTER PROTESTS ERECTION OF MONUMENT HONORING WORLD WAR II
CROATIAN MINISTER MILE BUDAK

The Simon Wiesenthal Center today issued an official protest against
the recent erection in the Croatian village of Sveti Rok of a monument
honoring Mile Budak, who served as Minister of Education in the Fascist
Ustasha regime which governed Croatia during World War II.

In a letter sent to Croatian ambassador to Israel Ivan Del Vechio, the
Center’s chief Nazi-hunter Dr. Efraim Zuroff condemned the erection of
the monument and urged the Croatian authorities to take whatever
measures were necessary to remove it as quickly as possible.

According to Zuroff:
“I am certain that you fully realize the implication of such step which
seeks to glorify a person who was an active member of the Ustasha
government which carried out a policy of genocide against Serbs, Jews,
and Gypsies during World War II.”

“The Wiesenthal Center urges the Croatian authorities to take whatever
steps are necessary to remove this monument as quickly as possible. It
not only constitutes a blatant attempt by Croatian extremists to
distort the history of World War II, but also is deeply insulting to
the victims of Ustasha violence, their families and all persons of good
conscience. In that context, we fully support the declaration by
Croatian President Stipe Mesic who denounced the monument and called
for its prompt removal.”

For more information call: 972-51-214156


=== 2 ===

http://www.jpost.com/servlet/Satellite?pagename=JPost/JPArticle/
Printer&cid=1093489827763&p=1078113566627

Nazi collaborator memorials protested

ETGAR LEFKOVITS, THE JERUSALEM POST
Aug. 26, 2004

The Los Angeles-based Simon Wiesenthal Center on Thursday issued two
protests against the recent erection of monuments in Estonia and
Croatia which commemorate Nazi collaborators during WWII.

The Estonian monument honors an Estonian SS Division which fought
alongside Nazi Germany, while the Croatian monument honors a member of
Croatia's quisling regime who was an active participant in crimes
against humanity.

Both monuments were put up in the last two weeks.

In a statement, the director of center's Jerusalem office, Dr. Efraim
Zuroff condemned the erection of the Estonian monument "which glorifies
those who were willing to sacrifice their lives to help achieve the
victory of Nazi Germany."

He added that the monument's inscription, which calls the soldiers
"fighters for Estonian Independence" was a misguided attempt to rewrite
history and to turn Nazi collaborators into Estonian heroes.

More than 1,000 Estonian Jews perished during the Holocaust, while
thousands of Jews sent from other countries were killed in Estonia.

The Estonian Consulate in Tel Aviv had no immediate comment.

Zuroff said that the establishment of such a monument in Estonia was
hardly surprising in a country which has failed to prosecute a single
Estonian Nazi war criminal to date, and in which a public opinion poll
revealed that 93% of the Estonian public oppose the establishment of a
memorial day for the victims of the Holocaust.

Separately, the Wiesenthal center on Thursday also condemned the
erection of a monument in a Croatian village honoring a member of
Croatia's WWII quisling regime.

The plaque commemorating Mile Budak, who served as education minister
in dictator Ante Pavelic's 1941-45 government, was erected within the
last two weeks in the Croatian village of Sveti Rok.

The Croatian government has condemned the monument and called for its
prompt removal.

It was not immediately clear who had put the monument up, but a group
of Croatian emigrants living in Canada and Australia with apparent
Ustasha sympathies has recently said they were considering erecting
such a monument.

During WWII, Croats were divided between anti-Fascists who fought
against the Nazis, and those loyal to Pavelic's quisling state.

About 30,000 Croatian Jews – 80 percent of the country's pre-war Jewish
population – perished during the Holocaust.

Zuroff said that both monuments were symptomatic of a general
post-Communist post-Soviet eastern European problem, whereby the evils
of communism are highlighted at the expense of their complicity with
the crimes of the Holocaust.

This article can also be read at
http://www.jpost.com/servlet/Satellite?pagename=JPost/JPArticle/
ShowFull&cid=1093489827763&p=1078113566627

Copyright 1995-2004 The Jerusalem Post - http://www.jpost.com/


=== 3 ===

http://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2004/08/28/
wcroat28.xml&sSheet=/news/2004/08/28/ixworld.html

The Telegraph (Britain) - August 28, 2004

Croatians weep as Nazi pride is erased
By Our Foreign Staff

Two plaques erected in Croatia to commemorate
officials from Nazi times were removed amid heavy
police security yesterday on the orders of the Zagreb
government.

It was the first such "de-Nazification" action since
the country became independent in 1991.

A plaque erected last week to honour Mile Budak, a
writer who served as education minister in Croatia's
Nazi-allied Ustasha government of 1941-45, was removed
by workers in Lovinac, central Croatia.

Budak signed into force racial laws under which the
Ustasha regime executed thousands of Jews, Serbs and
gipsies.

The plaque was paid for by a group of emigres, mostly
hard-liners who fled to Australia and Canada in 1945.
It attracted criticism from the government, human
rights groups and the Roman Catholic Church.

The other plaque to be removed honoured the Ustasha
military commander Jure Francetic, the founder of the
notorious Black Legion that fought in Bosnia. It was
put up in the central town of Slunj two years ago.

The government ordered their removal at a meeting late
on Thursday. The cabinet also asked the justice
ministry to draft amendments to the penal code to ban
the promotion of all totalitarian ideologies,
including communism and fascism.

The Ustasha era is seen elsewhere as a black mark on
Croatia's history. But few Croatians show shame about
the country's support for Hitler.

Several villagers in Lovinac wept as workers took away
the black marble plaque to Budak under an escort
provided by special forces police.

The nationalist government that ruled the country
between independence and 2000 was often accused of
whitewashing Ustasha crimes and re-installing some of
its symbols.

However, Croatia is preparing for talks next year on
membership of the European Union and is eager to prove
that its record on human rights and democracy matches
the criteria demanded by Brussels.


=== 4 ===

http://www.ansa.it/balcani/croazia/croazia.shtml

SERBIA/MONTENEGRO-CROAZIA: IRA BELGRADO PER TARGA A BUDAK

(ANSA) - BELGRADO, 26 AGO - Il ministero degli esteri serbomontenegrino
ha ufficialmente protestato presso Zagabria per l'inaugurazione, il 21
agosto scorso, di una targa alla memoria del defunto ministro Mile
Budak, considerato a Belgrado il teorico del movimento filo-nazista
ustascia al potere in Croazia durante la seconda guerra mondiale. La
targa, posta nel villaggio di Sveti Rok sul monte Velebit (luogo di
nascita di Budak), era stata commissionata da emigrati croati in
Australia e in Canada, e aveva sollevato critiche anche fra le
autorita' di Zagabria, particolarmente da parte del presidente Stipe
Mesic. L'Associazione dei croati antifascisti aveva anche paragonato
Budak al ministro della propaganda nazista Josef Goebbles. Budak,
ministro della cultura sotto il regime ustascia, venne condannato e
giustiziato nel 1945 dai partigiani di Josif Broz Tito, con l'accusa di
crimini di guerra. Era stato responsabile delle leggi razziali croate
che avevano portato allo sterminio di centinaia di migliaia di persone,
principalmente serbi ma anche ebrei, zingari, oppositori politici.
L'ambasciatore croato a Belgrado Tonci Stancic e' stato convocato al
ministero degli esteri serbomontenegrino per chiarimenti. Le autorita'
serbe chiedono la rapida rimozione della targa incriminata. (ANSA). OT
26/08/2004 17:30

SERBIA/MONTENEGRO-CROAZIA: RIMOSSA TARGA DEDICATA A NAZISTA

(ANSA) - BELGRADO, 27 AGO - Le autorita' croate hanno fatto rimuovere
la targa dedicata al defunto ministro della propaganda ustascia
(filonazista) Mile Budak, la cui inaugurazione aveva provocato una
dura protesta di Belgrado. Lo hanno annunciato oggi le agenzie
belgradesi Beta e Fonet. Le agenzie hano sottolineato la
dichiarazione del primo ministro croato Ivo Sanader: ''Il mio governo
non permettera' al paese di perdere tempo su temi del passato,
soprattutto sulle pagine negative''. Budak, giustiziato nel 1945
dai partigiani di Josif Broz Tito, e' ritenuto in Serbia l'ideologo
del movimento filonazista ustascia che domino' la Croazia della
Seconda guerra mondiale, e fu l'autore delle leggi razziali che hanno
portato alla morte di centinaia di migliaia di persone, fra serbi,
ebrei, rom e oppositori politici. Il 21 agosto un gruppo di
emigrati croati in Australia e in Canada aveva organizzato la
cerimonia di inaugurazione della targa nel villaggio di Sveti Rok,
sul monte Velebit, luogo di nascita di Budak. Ieri il ministero degli
esteri serbomontenegrino aveva indirizzato a Zagabria una protesta
ufficiale. (ANSA). OT 27/08/2004 14:23


NOTA DEL CNJ: probabilmente, assai piu' delle proteste di Belgrado, per
la rimozione del monumento al nazista Budak hanno pesato le prese di
posizione molto dure provenienti da Centro Wiesenthal e da Israele,
documentate piu' sopra.