Informazione


RESTAURAZIONE

<< Il principe ereditario Alexandar Karadjordjevic, attuale padrone di casa, >> ha riaperto la sua reggia a Belgrado. Per decenni, Sua Maestà era stato tristemente messo fuori dalla porta e l'edificio era utilizzato solamente per le funzioni di rappresentanza della Presidenza della Repubblica Federativa e Socialista di Jugoslavia. Finalmente << dai cambiamenti democratici del 2000 >> la reggia è << luogo di raduno delle persone più influenti di questo paese, con diversi ricevimenti per lo più di carattere umanitario >>, quale ad esempio la distribuzione di brioches agli ex operai della Zastava. 


(a cura di Italo Slavo)


(Sullo stesso tema del clerico-nazismo croato rimandiamo anche 
al recente contributo di C. Carpinelli, dedicato a Marco Aurelio Rivelli, "Chiesa e nazionalismo in Croazia", apparso su «RS» n.111/2011:
nonché a tutta la documentazione da noi raccolta alla pagina:
Autore dell'articolo che segue è Walter Peruzzi)



Le carte false di Benedetto


Posted on giugno 7th, 2011


Fin dalla partenza, e poi per tutto il viaggio in Croazia, Benedetto XVI ha ripetuto come un disco rotto uno dei suoi mantra preferiti, quello sulla sacralità della “vera” famiglia, contrapposta alle diaboliche coppie di fatto. Ciò ha relegato in secondo piano il fatto che, nella cattedrale di Zagabria, sia andato a pregare sulla tomba del cardinale Stepinac, beatificato di recente da Giovanni Paolo II.


Un grande “umanista”…

A Gian Guido Vecchi che gli chiedeva, per conto del “Corriere”, quale è « l’importanza della sua figura oggi», Benedetto ha risposto che Stepinac è « un grande pastore, un grande cristiano e così anche un uomo di un umanesimo esemplare» che dovendo vivere « in due dittature contrastanti ma entrambe antiumanistiche» (quella degli ustascia e quella di Tito) « ha lottato per la fede, per la presenza di Dio nel mondo, per il vero umanesimo», combattendo «due lotte diverse e contrastanti» E proprio questo ne fa un «grande esempio non solo per i croati ma per tutti noi» (4 giugno).

Senonché Stepinac, arcivescovo di Zagabria, non fu affatto un oppositore sia dei fascisti Ustascia, sia dei comunisti come vorrebbe far credere Benedetto, raccontando bugie a palate.


… o l’arcivescovo del genocidio?

«Stepinac», scrive Cosante Mulas Corraine (La verità sui fatti serbo- croati negli anni quaranta), «fu al fianco dei fascisti Ustascia fin dal primo momento (come ha dimostrato senz’ombra di dubbio V. Novak, Principium et Finis veritas), da quando, cioè, il 10 Aprile 1941 ebbe luogo l’occupazione tedesca di Zagabria insieme alla proclamazione dell’indipendenza della Croazia dal regno di Jugoslavia» con a capo Ante Pavelic, cattolico fanatico ricevuto e benedetto da Pio XII che il 26 giugno 1941 «accolse in pompa magna l’episcopato cattolico guidato da Stepinac, cui promise “dedizione e collaborazione in vista dello splendido futuro della nostra patria”». Ciò si tradusse nella ricattolicizzazione forzata della Croazia, condotta con l’appoggio dell’episcopato cattolico e dello stesso Stepinac instaurando un regime di terrore condannato perfino dai fascisti e dai nazisti.

Il 17 Febbraio 1942 il capo dei Servizi di Sicurezza scrisse al comando centrale delle SS: «È possibile calcolare a circa 300.000 il numero dei Pravoslavi uccisi o torturati sadicamente a morte dai Croati» (dagli archivi della Gestapo).

La complicità e la diretta partecipazione di Stepinac agli orrendi massacri commessi da Pavelic ai danni di ebrei, serbi e dello stesso clero ortodosso, è stata  poi ampiamente documentata anche da Marco Aurelio Rivelli nel libro L’arcivescovo del genocidio, Kaos, 1999.


Da “ustascia” a “martire”

«Alojzije Stepinac», ricorda Sergio D’Afflitto recensendo nel 2005 questo libro, «ebbe un ruolo di primo piano nella creazione e nel consolidamento della dittatura ustaša e, successivamente, nel tentativo di evitare che la Croazia tornasse sotto il legittimo governo jugoslavo. Quello che i suoi agiografi tacciono accuratamente è che egli fu anche membro del parlamento e capo dei cappellani militari, decorato al merito con la massima onorificenza ustascia. Un antisemita al cubo, che arrivò a dichiarare: “ho fatto notare in Vaticano che le leggi ustaša varate contro il crimine dell’aborto giustificano le leggi contro gli ebrei, i quali sono in Croazia i più grandi difensori, i più frequenti esecutori di questo crimine”. Tanto coraggioso prima dell’arrivo di Tito quanto pusillanime dopo, una volta finito sotto processo per tradimento (in quanto formalmente cittadino jugoslavo che aveva cospirato contro la propria nazione): interrogato perché avesse accettato l’onorificenza, non si vergognò di rispondere che“se avessi rifiutato la massima onorificenza militare ustaša, sarebbero successe delle cose ancora più terribili… Noi abbiamo stabilito in modo chiaro i principî delle conversioni, gli ortodossi erano liberi e nello stato spirituale di convertirsi o meno”, senza rendersi conto della plateale contraddizione: infatti, il pubblico ministero gli contestò che non era pensabile che un uomo del suo rango non potesse rifiutare un’onorificenza per timore di cose terribili, laddove, a dire dello stesso Stepinac, perfino i serbi potevano liberamente scegliere senza conseguenze se diventare ortodossi o meno. Il vile Stepinac non rispose».

Nonostante questo fu condannato a una pena molto lieve e uscì dal carcere dopo qualche anno. Ma tanto bastò alla Chiesa, quella stessa che oggi lo rappresenta come un “umanista”, a esibirlo come “martire” e a farlo poi “beato” in vista di santificarlo quanto prima.

Andrà così ad aggiungersi a altri assassini, come Pio V, Pio IX o Carlo Borromeo, che la Chiesa ha elevato all’onore degli altari facendo carte false, nel vero senso della parola, cioè occultando e falsificando i dati storici – che sono ben diversi da quelli raccontati ai creduli fedeli da Benedetto XVI e da altri bugiardi della sua risma.



(english / italiano)


NATO a Belgrado


Cade oggi il 12.mo anniversario della fine dei bombardamenti della NATO sulla RF di Jugoslavia:
Dopo quei bombardamenti, le truppe NATO occuparono militarmente la regione del Kosovo, strappandola di fatto alla Jugoslavia e alla Serbia e consegnandola formalmente nelle mani dei terroristi pan-albanesi (UCK) che avevano fino ad allora fatto le veci delle "truppe di terra". Nel 2008 alcuni paesi NATO hanno anche riconosciuto il Kosovo, etnicamente "ripulito" dai serbi e dalle altre componenti nazionali nonché dai cittadini di lingua albanese contrari alla secessione, come "stato indipendente":
L'instaurazione di regimi filo-occidentali sia in Serbia che in Montenegro ha anche causato lo smembramento della Federazione nelle due parti rispettive, ripristinando così l'ordine che nel 1941-1943 era stato imposto dai nazifascisti:
Oggi la NATO può comportarsi da padrona anche a Belgrado, dove per i prossimi 13-15 giugno è previsto il vertice dell'organizzazione.


0) LINK E INIZIATIVE

1) NEWS

2) Remorse - NATO officier Chris Kas repented 12 years after the bombing of Serbia

3) Serbia and NATO - Roundtable - 23 March 2011
Serbia should preserve military neutrality – NATO membership issue to be decided by referendum only
Conference proceedings available at www.beoforum.rs


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LINK E INIZIATIVE:
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Nećemo NATO skup u Beogradu!

http://www.youtube.com/watch?v=AwuUO-23150

http://www.antinato.in.rs/

(sito della Campagna contro il vertice NATO a Belgrado, promossa da ambienti anarchici che hanno anche organizzato la seguente manifestazione:)

PROTEST PROTIV NATO SKUPA U BEOGRADU - 12. JUN 2011

domenica 12 giugno · 18.00 - 21.00
Luogo: Plato ispred Sava Centra, Novi Beograd
Creato da: Nećemo NATO skup u Beogradu

Maggiori informazioni:
NATO i srpka vlast organizovaće najveći NATO skup do sada (Konferencija o strateškom vojnom partnerstvu), u Beogradu od 13. do 15. juna ove godine (zvanična informacija: http://www.mod.gov.rs/smpc/sr/)
Sama činjenica da taj militaristički savez održava konferenciju na tako visokom nivou i sa takvim strateškim značajem, predstavlja dovoljan razlog za organizovanje velikog protesta, na kom bi narod Beograda i Srbije, kao i ljudi iz drugih zemalja koji žele da izraze međunarodnu solidarnost, pokazali svoje protivljenje NATO i njegovim strateškim planovima.

(ricevuto via Facebook)

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NATO’s crimes from Kabul to Belgrade


ZA SRBIJU BEZ NATO-a! / FOR SERBIA FREE OF NATO!


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White Books about NATO aggression against the Federal Republic of Yugoslavia - FULL DOWNLOADABLE


NATO Crimes in Yugoslavia - Documentary Evidence 24 March - 24 April 1999 - Part One

Online preview:
http://www.beoforum.rs/white-book/nato-crimes-in-yugoslavia-documentary-evidence-24-march-24-april-1999

FREE DOWNLOAD (HQ PDF ebook for printing):

ISBN-86-7549-124-7.part1.rar (700 MB)
http://www.megaupload.com/?d=AM1KCBAS
ISBN-86-7549-124-7.part2.rar (326.66 MB)
http://www.megaupload.com/?d=77U06ZNC

(You need to download both files and then extract)

NATO Crimes in Yugoslavia - Documentary Evidence 25 April - 10 June 1999 - Part Two

Online preview:
http://www.beoforum.rs/white-book/nato-crimes-in-yugoslavia-documentary-evidence-25-april-10-june-1999

FREE DOWNLOAD (HQ PDF ebook for printing):

ISBN-86-7549-134-4.part1.rar (700 MB)
http://www.megaupload.com/?d=PBI0JHA7
ISBN-86-7549-134-4.part2.rar (641.28 MB)
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NATO AGGRESSION AGAINST THE FEDERAL REPUBLIC OF YUGOSLAVIA - Documents Part One

Online preview:
http://www.beoforum.rs/white-book/nato-aggression-against-the-federal-republic-of-yugoslavia-documents-part-one

FREE DOWNLOAD (HQ PDF ebook for printing):

ISBN-86-7549-178-6-Part-One.part1.rar (700 MB)
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ISBN-86-7549-178-6-Part-One.part2.rar (283.05 MB)
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NATO AGGRESSION AGAINST THE FEDERAL REPUBLIC OF YUGOSLAVIA - Documents Part Two

Online preview:
http://www.beoforum.rs/white-book/nato-aggression-against-the-federal-republic-of-yugoslavia-documents-part-two

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ISBN-86-7549-178-6-Part-Two.part1.rar (700 MB)
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NEWS:
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Al giorno d’oggi fu abbattuto “l’invisibile” F-117A

27 marzo 2011

Il cacciatore bombardiere F-117A, usato nei bombardamenti NATO contro l’allora Repubblica Federale di Jugoslavia, fu abbattuto al giorno d’oggi nel 1999 nei pressi di Ruma, nella Serbia settentrionale. L’aereo che fino ad allora veniva chiamato “l’invisibile” fu abbattuto dalla contraerea serba grazie ad una piccola innovazione tecnica. Il comandante dell’unità era il colonnello Zoran Dani. (fonte: glassrbije.org )

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http://www.independent.co.uk/life-style/history/a-day-that-shook-the-world-nato-accidentally-bombs-the-chinese-embassy-2257269.html

[Video at URL above.]

The Independent - March 30, 2011

A Day That Shook The World: Nato accidentally bombs the Chinese embassy

On 7 May 1999, Nato warplanes on a mission to bomb Belgrade accidentally hit the Chinese embassy, killing three journalists and nearly dragging them into the war on the Serbian side. 
Beijing did not believe the attack to be a mistake, so NATO found itself desperately scrabbling to make amends. 
The diplomatic crisis did not grow into a military one, but it did prolong the Kosovo conflict, causing no small extra friction with an angry China - whose citizens demonstrated in their droves. 

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http://www.adnkronos.com/IGN/Aki/English/Politics/Balkans-Bill-Clinton-gaffe-mixes-up-Montenegro-and-Macedonia_312047576233.html

ADN Kronos International - May 23, 2011

Balkans: Bill Clinton gaffe mixes up Montenegro and Macedonia 

Podgorica: Former US president Bill Clinton became a laughing stock in the Balkans this weekend after he confused Montenegro - his host - with Macedonia. 
Clinton made the gaffe during a speech in the Montenegro tourist resort of Budva by saying he was glad to be in Macedonia - another small Balkan country.
"If its problems are confronted in the right way, the future of the region will be bright, “including the future of Macedonia whose beauties are breathtaking,” Clinton said. “Don’t blow it and God bless you,” he said, triggering guffaws of laughter among his audience. 
His gaffe sparked a wave of comments on media forums in Serbia and Montenegro, ridiculing him.
“Poor man, he doesn’t even know where he was,” said one commentator.
“He must be in love again,” said another commentator, referring to Clinton’s love affair with White House staffer Monica Lewinski. “Too bad he didn’t bring Monica.”
“It’s shocking and sad to see what kind of people are ruling this world,” several commentators said.
Clinton was honorary guest at the weekend at a meeting in Budva on Balkans problems and perspectives, organised by the government of Montenegro and a private business company the “Atlas group”.
The meeting marked the fifth anniversary of Montenegro's independence from state union with Serbia and participants paid up to one thousand euros to attend. 
Clinton received an honorary doctor’s degree from a private university in Montenegro.
Clinton was the main driving force in 1999 NATO bombing of Serbia and Montenegro and animosities against him are still running high.

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http://www.focus-fen.net/index.php?id=n250971

Focus News Agency - May 30, 2011

Unexploded NATO projectile discovered during reconstruction work in Serbia

Belgrade: Workers reconstructing a section of the Fiat automobile complex in the central Serbian city of Kragujevac discovered an unexploded projectile, dating from the NATO bombing of Serbia in 1999, Xinhua informs.
The projectile was uncovered by a bulldozer operator, digging up a section of a parking lot near the entrance of one of the buildings in the original Zastava automobile complex. Fiat purchased the damaged and largely defunct company in 2010. Police cordoned off the area.
According to Bojan Tomic, head of the Emergency Services in Kragujevac, an expert team is scheduled to arrive on Monday to identify the projectile and to determine how best to deactivate or dispose of the unexploded ordnance.
During the NATO bombing campaign of Yugoslavia, the Zastava facilities were targeted on two separate occasions, unleashing more than 30 missiles.
On the evening between April 8 and 9, 1999, the truck plant and the auto assembly facility sustained significant damage. On Easter, a few days later, the forge, paint shop, an administrative building and tool crib storage facility were completely destroyed. 

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http://www.focus-fen.net/index.php?id=n251044

Focus News Agency - May 30, 2011

We want Western Balkan states integrated into Euro-Atlantic structures: NATO chief

Desislava Antova

Sofia: "We all would like to see Western Balkan states completely integrated into the Euro-Atlantic structures. I think the recent arrest of Ratko Mladic is a very important step," NATO Secretary General Anders Fogh Rasmussen said after meeting with Bulgarian President Georgi Parvanov in Sofia, FOCUS News Agency reported.
“First, his arrest sends a very clear message that war crimes are punished sooner or later and second, which is not less important, the arrest removes a very important hurdle on Serbia’s path to the European Union and NATO membership,” said Rasmussen.
“I want to see a stronger and more reinforced cooperation between Serbia and NATO,” he said.
He noted there could be skepticism about NATO in the Serbian society because of historical reasons.
“I would like to send a very clear message to the Serbian people – your future is in a productive and mutually beneficial cooperation between Serbia on the one hand and the EU and NATO on the other, which might lead to full-fledged membership in both organizations. I can assure you we are friends of the Serbian people today. You must not suffer from the mistakes made in the past,” said NATO chief.
“Thanks to the NATO intervention in the Balkans, the peoples of the Western Balkans can live in peace, security and stability. We managed to oust an autocratic system and assist the development of freedom and democracy. Now we call on you to try to use the maximum potential of the opportunities you have. You can do this by drawing closer to the EU and NATO. In this respect, I believe Bulgaria can play a constructive role in the region,” underlined Anders Fogh Rasmussen.

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http://en.rian.ru/russia/20110602/164388407.html

Russian Information Agency Novosti - June 2, 1011

Russia against pressure on Balkan states to join NATO - Lavrov

Moscow: Russia is against external pressure on Balkan countries to join NATO, Foreign Minister Sergei Lavrov said on Thursday.
Lavrov commented on a statement by NATO Secretary General Anders Fogh Rasmussen, who said on May 30 that all Balkan countries should join the alliance as they belong to the Euro-Atlantic structures.
"We believe that the accession to a military, political or some other organization is a sovereign right, and there must be no artificial external influence on this sovereign choice," Lavrov said at a joint news conference with his Bulgarian counterpart Nikolai Mladenov in Moscow.
Lavrov added that countries joining NATO automatically become members of the Russia-NATO Council, which operates on principles of indivisible security.
"According to these principles, none of the Russia-NATO Council member states must ensure national security at the expense of the security of others. This is a key element of the European security process for us," he said.
The Bulgarian foreign minister said, however, that all Balkan states should have the opportunity to join NATO.
"It is of paramount importance that our Balkan neighbors become a part of the European security system and share economic opportunities created by the European Union," Mladenov said.
The Balkan states include Albania, Bosnia and Herzegovina, Bulgaria, Croatia, Greece, Macedonia, Romania, Slovenia, Serbia and Montenegro.
Greece joined NATO in 1952. Bulgaria, Romania and Slovenia became NATO members in 2004.
Albania and Croatia joined NATO in April 2009, and in December 2009 Montenegro was granted a Membership Action Plan (MAP) status, which is designed to assist those countries that wish to join the alliance.
NATO foreign ministers agreed in April this year to conditionally invite Bosnia and Herzegovina to join the MAP.
The accession of Macedonia to NATO is pending since the 2008 Bucharest summit. NATO nations agreed that the country would receive an invitation upon resolution of the Macedonia naming dispute with Greece.
Serbia claims that the membership in the NATO Partnership for Peace Program (PfP), which Serbia joined in December 2006, is "the proper scale" of its relations with the alliance.


=== 2 ===


Remorse - NATO officier Chris Kas repented 12 years after the bombing of Serbia

Former officer in the NATO force in Kosovo and Metohija, Christian Kas (Kristian Kahrs), has publicly asked forgiveness of the Serbian people because of the evil that they had been subjected to during and after the 1999 bombing. 

At the crime scene ... Kas now lives in Belgrade and he is sorry for the injustices inflicted on the Serbs

Kas is the rank of Major 2000th The spent six months in Kosovo in the KFOR mission.
- A month ago I saw the Serbs from Kosovo in a refugee camp near Resnik Crabs and then I realized how much we have caused harm to people here. More than ten years, I felt a collective responsibility because we did not defend the Serbs in Kosovo. However, after that visit the camp I felt a personal and moral responsibility since I was a senior officer in NATO. I want to publicly ask for forgiveness from the Serbian people. We were unable to protect them from the Albanians, we are totally failed in its mission. We are responsible for ethnic cleansing, under our supervision have been expelled more than 250,000 Serbs and other non-Albanians - began Kas story for the Press.
Norway welcomed the start of the bombing of the military exercises of his army, and soon after he arrived in Kosovo. According to UN Resolution 1244, Kas was part of a mission that was supposed to protect minority populations from the persecution of Albanians.
- In early January 2000. year I arrived in Kosovo. I stayed there for six months and I worked on the staff as an officer for notification. I was a spokesman for KFOR, and in my responsibilities was the official site of the mission. I watched closely to make big mistakes in the field. I watched as the force of law enforcement, as we are too busy on the role of liberators Albanians. We were too discouraged when we were allowed to transform the KLA into the Kosovo Protection Corps and then in Kosovo police.

Black Balance:

  • 78 days time the bombing of Yugoslavia, from 24 March to 10 June 1999.
  • 3,500 people killed
  • 89 children killed
  • 1031 member of the military and police killed
  • 12,500 people injured
  • 2,700 children were injured
  • 19 countries participated in the aggression
  • 2300 air attacks carried out
  • 995 facilities attacked
  • 1150 combat aircraft participated
  • 420 000 projectiles were fired
 

Kas said he did not know much about Serbia before the arrival of the mission. He was shocked by some of the details that he has learned.
- I was preparing to institute under the Ministry of Foreign Affairs of Norway. There I met a lot of scientists who knew the situation in the Balkans. He was a prominent opponent of the bombing, told me that the authorities in Kosovo holds the mafia, that organized crime is widespread. He told me that there are data that suggest that the Albanians were the main heroin dealers in Norway. Later I was convinced of the truth of it - says Kas.
He remained as an officer of NATO in Kosovo by July 2000. year. After leaving military service he returned to Kosovo as a freelance journalist and remained there until February 2001. year.
- I will never forget the 16th February 2001. year. Then the terrorist attack occurred on the bus "Nis Express" in Podujevo. The attack was carried out Florim Ejupi. Then killed 12 Serbs. I was only an hour and a half after the massacre, and I saw bodies of killed Serbs, including the body of a child. Then I decided to leave. I moved to Serbia, where they still live and work as a freelance journalist. I do not want to go back to Norway, I want to live in Serbia - ending his confession Christian Kas.


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Serbia and NATO - Roundtable - 23 March 2011


Serbia should preserve military neutrality – NATO membership issue to be decided by referendum only


It is in the lasting interest of Serbia to retain and reinforce military neutrality that was instituted by the decision of the National Assembly – is the key message of the participants in the Roundtable titled “Serbia and NATO”, held on the occasion of the 12th anniversary of launching of NATO aggression against Serbia (the FRY). NATO should not be ignored, but in mutual relations experiences from the past two decades must not be forgotten. NATO 1999 aggression was a crime against peace and humanity which marked Alliance’s turning point from a defensive into an offensive military block. NATO strategy aims at domination rather than democratization in international affairs. As demonstrated by all the aggressions and occupations committed so far, from the 1999 aggression on Serbia (the FRY), through Afghanistan, Iraq and nowadays Libya, these are but façade for taking control of energy and strategic minerals resources. NATO defends and tries to impose uni-polar world relationsin spite of global changes introducing multi-polar world order.
These are some of the positions and views presented in addresses of the participants in this Roundtable.

The Partnership for Peace (the PfP) that Serbia joined in 2006, at the Riga Summit, is quite sufficient framework for the mutual Serbia - NATO. Tactics of a “crawling” joining the Alliance is quite unacceptable. Serbia’s membership to NATO would bring much more detriment and risks upon Serbia than benefits. The concept of a balanced foreign policy requires a balanced security policy that is inexistent at present – was a unanimous view of speakers and participants in hours-long discussion.

Relations between Serbia and NATO are a strategic issue of the utmost national importance. This is supported by independent surveys, which show that more than 70% of Serbian citizens are against Serbia’s membership to the Alliance. The state leadership is obliged to respect this position. If the issue of Serbia’s membership to NATO ever comes to the agenda, it can only be decided only by citizens of Serbia at referendum.

The venue for this Roundtable was the Ceremonial Hall of the Municipal Assembly of Novi Beograd City Hall, and it was attended by several hundred guests from the country and from abroad. Exhibition of photos and books depicting the consequences of the 1999 NATO aggression accompanied the round table.

The events have been jointly organized by the Belgrade Forum for a World of Equals, the Club of Generals and Admirals, and the War veterans association of Serbia.

The participants paid tribute to the victims of aggression, recalling that, during 78-day long, incessant bombing, over 3,500 people were killed and additional 12,000 wounded. They recalled that 89 children lost their lives of NATO bombes; the infrastructure, economy, and public services were devastated; the use of depleted uranium, cluster and graphite bombes, destruction of chemical factories inflicted indiscriminate long-lasting consequences to the population and environment.

The participants gave full support to the Report of Mr. Dick Marty and the ensuing Resolution of the Council of Europe to the effect of establishing  the truth about human organs harvesting of Serbs from Kosovo and Metohija abducted and killed by the terrorist KLA. The participants demanded action and full contribution of relevant state bodies of Serbia. Serbia and Serbian media have a moral obligation to counter any attempt to water down this initiative of Dick Marty and the Council of Europe.

Among the participants of the Round table were Prof. Radovan Radinović, Vladislav Jovanović, Zivadin Jovanovic, Zoran Vujić(Assistant Minister of Foreign Affairs), Dr Stanislav Stojanović (Head of the Strategic Planning Department of the Minsitry of Defense), General Jovo Milanović, retired, Prof. Dr. Branko Krga, Prof. Dr. Peter Strutinski (Germany), Prof. Đorđe Vukadinović (“New Serbian Political Thought”), Dr Srđa Trifković, (“Chronicle”, the USA), Prof. Miodrag Zečević, Milovan Drecun, and others.

This Roundtable was also attended by several foreign diplomats accredited in Serbia.

The papers of the speakers will be published as the Roundtable Report and also uploaded to the website of the Belgrade Forum for a World of Equals, at: (www.beoforum.rs).





Comune di Casalecchio di Reno
Area Comunicazione e Servizi al Cittadino
Ufficio Stampa

Casalecchio delle Culture
Ufficio Stampa
E-mail stampa@...


COMUNICATO STAMPA


Martedì 7 giugno 2011, ore 20.45 – Casa per la Pace

150 anni d'Italia… 100 anni di colonialismo

Un dibattito a più voci sul progetto coloniale nel passato e nel presente


Il colonialismo è un fenomeno del passato, oppure un progetto politico ed economico che si estende fino al presente – e di conseguenza, perché parliamo di colonialismo oggi? Un'occasione per approfondire il tema, con particolare riferimento al nostro Paese, che ha spesso rimosso o considerato di scarsa rilevanza il proprio sforzo coloniale, sarà il dibattito a più voci "150 anni d'Italia… 100 anni di colonialismo" che si svolgerà martedì 7 giugno, alle ore 20.45, presso la Casa per la Pace "La Filanda" (Via Canonici Renani, 8 – Casalecchio di Reno).

La serata si aprirà con la proiezione di un video su vero volto e crimini del colonialismo italiano in Africa e nei Balcani; il colonialismo storico sarà poi analizzato da Diego Negri, giornalista della rivista online Contropiano.org, Andrea Martocchia (Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia), Giancarlo Bonsignori e Aldo Montagna, con riferimento a Libia, Etiopia e alle meno note vicende coloniali italiane nei Balcani. La "Rete Nazionale Disarmiamoli" e Giorgio Gattei, Professore di Storia del pensiero economico presso l'Università di Bologna, si concentreranno invece con i propri interventi sul colonialismo oggi, tra linee teoriche del progetto politico ed economico coloniale e cause economiche degli attuali interventi militari europei a guida francese in Africa, dalla Libia alla Costa d'Avorio.


Per informazioni:

Casa per la Pace "La Filanda"

Tel. 051.6198744 – www.casaperlapacelafilanda.it



Cordiali Saluti

Massimiliano Rubbi

6 giugno 2011





IL CARDINALE STEPINAC: UNA FIGURA SU CUI DISCUTERE

Nella sua prossima visita in Croazia papa Ratzinger si recherà anche a rendere omaggio alla tomba del cardinale Stepinac, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1998, personaggio sul quale si continua a dibattere: salvatore di ebrei nel regime di Pavelic e poi vittima della repressione jugoslava o collaborazionista del nazifascismo ustascia?

Su questo tema la giornalista Claudia Cernigoi
intervisterà il ricercatore Vincenzo Cerceo

MARTEDÌ 7 GIUGNO 2011
ALLE ORE 17.30
PRESSO IL NARODNI DOM DI TRIESTE
Via Filzi 14

organizza
la redazione de La Nuova Alabarda
in collaborazione con
il Coordinamento Antifascista di Trieste
grazie alla Narodna in Studiška Knjižnica per l'uso della sala.


(segnalato via Facebook.
Sulla figura di Stepinac, e più in generale sui crimini commessi dal clerico-nazismo croato e dal Vaticano, si veda anche:
https://www.cnj.it/documentazione/ustascia1941.htm
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/7066 )




Le forze di sicurezza hanno arrestato centinaia di attivisti che manifestavano davanti al parlamento


Sarebbe di due morti e 37 feriti il bilancio provvisorio dei disordini scoppiati nella notte a Tiblisi, capitale della Georgia.

Secondo fonti governative, le due vittime sarebbero membri degli apparati di sicurezza, travolti da auto dei manifestanti in fuga.

Gli incidenti si sono verificati davanti al parlamento, dove la leader dell'opposizione,Nino Burjanadze, aveva convocato una manifestazione per protestare contro il governo di Mikhail Saakashvili, definito "autoritario e corrotto".

Contro i manifestanti sono intervenuti i reparti del ministero dell'Interno, con lacrimogeni, manganelli e idranti.

L'opposizione parla di centinaia di arresti ma soprattutto denuncia una repressione brutale: alcuni testimoni racontano di strade sporche di sangue, teste spaccate e gambe rotte.

La Burjanadze, che poco dopo è apparsa su un canale televisivo georgiano, ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire e condannare Saakashvili, isolandolo.


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28/05/2011


Soffocata nel sangue la 'rivoluzione d'argento' contro il regime filo-americano di Mikheil Saakashvili. La diplomazia occidentale non condanna l'uso della forza contro i manifestanti di Tbilisi, in maggioranza anziani pensionati

Non tutte le rivoluzioni escono col buco. Quelle contro i regimi amici degli Stati Uniti hanno il brutto vizio di venire brutalmente stroncate sul nascere, nel silenzio della stampa occidentale. E' successo a marzo nell'Azerbaigian di Ilham Aliyev. E' successo di nuovo ieri nella Georgia di Mikheil Saakashvili.

Da giorni migliaia di georgiani protestavano nel centro della capitale Tbilisi, chiedendo le dimissioni del presidente 'Misha', accusato di ignorare il progressivo impoverimento della popolazione - afflitta da crescente disoccupazione, aumenti prezzi e tagli alle pensioni e ai servizi sociali - e di governare in maniera sempre più autoritaria e repressiva. C'erano molti giovani, studenti e disoccupati, decisi a imitare le rivoluzioni arabe, ma soprattutto molti anziani pensionati dai capelli bianchi, tanto che i giornali hanno parlato di 'rivoluzione d'argento'.

Mercoledì i dimostranti si erano radunati davanti al parlamento occupando Viale Rustaveli, decisi a impedire la tradizionale parata militare dell'indomani, Giorno dell'Indipendenza. Poco dopo la mezzanotte, centinaia di poliziotti antisommossa appoggiati da blindati hanno attaccato il presidio da due lati, senza lasciare scampo ai manifestanti, sparando granate fumogene e proiettili di gomma a distanza ravvicinata e picchiando selvaggiamente persone già a terra, anche anziane (video). Decine i feriti, centinaia gli arrestati. Un'auto del convoglio della leader dell'opposizione Nino Burjanadze, in fuga dalle cariche, ha travolto un agente e un dimostrante, uccidendoli.

La pioggia notturna ha ripulito il sangue dal selciato di Viale Rustaveli, su cui poche ore dopo hanno sfilato colonne di carri armati e truppe dell'esercito georgiano - tutti mezzi e armi forniti dagli Stati Uniti - sotto lo sguardo marziale del presidente Saakashvili. ''Ogni cittadino ha libertà di esprimersi e di protestare - ha dichiarato dal palco - ma i fatti di questi giorni non hanno nulla a che vedere con questa libertà: sonoprovocazioni orchestrate all'estero, secondo un copione scritto fuori dalla Georgia, dal nostro nemico e occupante''. Il riferimento esplicito è alla Russia, le cui forze armate stanziano nelle repubbliche separatiste di Abkhazia e Sud Ossezia(quest'ultima al centro della breve guerra Russo-Georgiane dell'agosto 2008, scatenata e persa da Saakashvili).

La brutale repressione poliziesca della 'rivoluzione d'argento' aveva ottenuto l'implicito via libera da parte dei rappresentanti diplomatici dei governi occidentali a Tbilisi. 
Mercoledì, parlando ai giornalisti, l'ambasciatore americano John Bass aveva dichiarato: ''Sono preoccupato dal fatto che tra i manifestanti vi siano elementi più interessanti allo scontro violento che alla protesta pacifica'', ha dichiarato l'ambasciatore americano John Bass.
''Hanno il diritto di manifestare, ma la protesta deve cessare entro domani perché non hanno il diritto di impedire una parata ufficiale'', parola dell'ambasciatore francese Eric Fournier.

L'ex alleata di Saakashvili e oggi leader dell'opposizione, Nino Burjanadze - tutt'altro che filorussa - ha smentito ogni sostegno da parte di Mosca, affermando che ''l'azione punitiva'' di mercoledì notte non fermerà il corso della ''rivoluzione democratica'' georgiana. 
Ma l'Occidente non sembra proprio interessato a sostenere un altro cambio di regime in Georgia dopo quello ottenuto nel 2003 con la 'rivoluzione delle rose' che ha portato al potere il fido Saakashvili: soggetto tutt'altro che democratico, ma molto attento agli interessi politici ed economici occidentali.

Enrico Piovesana






Il seguente resoconto del viaggio di solidarietà di Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus a Kragujevac si può scaricare nella versione completa (formato Word, corredata di fotografie) al link: 
http://www.cnj.it/AMICIZIA/Relaz0311.doc 
Anche le precedenti relazioni di Zastava Trieste / Non Bombe ma solo Caramelle - Onlus si possono scaricare alla URL: 
http://www.cnj.it/solidarieta.htm#nonbombe

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ONLUS Non Bombe ma Solo Caramelle

RITORNO DALLA ZASTAVA DI KRAGUJEVAC

Viaggio del 17-20 marzo 2011


Questa relazione e’ suddivisa in quattro parti:


  1. Introduzione e siti web
  2. Cronaca del viaggio; i progetti in corso e quelli futuri

  3. Alcune informazioni generali sulla Serbia e su Kragujevac

  4. Conclusioni


1. Introduzione

Vi inviamo la relazione del viaggio svolto poco piu’ di un mese fa a Kragujevac per la consegna delle adozioni a distanza che fanno capo alla ONLUS Non Bombe ma solo Caramelle e al Coordinamento Nazionale RSU CGIL e per la verifica dei progetti in corso a Kragujevac.

Il nostro sito e’ all’indirizzo
sul quale trovate tutte le relazioni delle nostre attivita’ a partire dal dicembre 2006.

Sul sito del coordinamento RSU trovate tutte le notizie sulle nostre iniziative a partire dal 1999
Trovate tutte le informazioni seguendo il link

I nostri resoconti sono presenti anche sul sito del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, scorrendo la pagina all'indirizzo:

2. Cronaca del viaggio; i progetti in corso


Giovedi’ 17 marzo 2011; il viaggio, l’arrivo al Sindacato e la consegna dei contributi di sostegno all’ufficio internazionale adozioni

Come sempre partenza da Trieste verso le 8 del mattino, con il pullmino della Associazione di Solidarieta’ Internazionale Triestina; il furgone e pieno: Gabriella, Gilberto e Silvana da Trieste, Gianandrea e Lorena da Pordenone, Alessandra, Beatrice e Giandomenico da Conegliano; c’e’ anche Pietro, cameraman di Telefriuli, emittente che ha deciso di dedicare un proprio speciale alla nostra Associazione.
Come sempre sul furgone hanno trovato posto alcuni scatoloni per famiglie di Kragujevac inviati dai loro donatori italiani, e poi vestiario e scarpe, ed inoltre una grande quantita’ di medicine per il presidio medico della Zastava.

Dopo aver passato Zagabria il traffico diviene assolutamente inesistente. Non lo ho mai visto cosi’ scarso,neppure immediatamente dopo la guerra della NATO alla Jugoslavia. Mancano soprattutto i camion, ed e’ senz’altro indice di una crisi economica sempre piu’ grave per i Paesi della regione.

Passiamo senza alcun problema le varie frontiere e alle 19 incontriamo finalmente i nostri amici nella sede dell’Ufficio relazioni internazionali ed adozioni a distanza del Sindacato Samostalni.
Per quanto l’atmosfera dell’incontro sia come sempre festosa, si sente la tensione dovuta alla liquidazione della Zastava Automobili, avvenuta il 5 gennaio 2011, con la conseguente perdita del posto di lavoro per 1592 persone.
Come ricorderete nella Zastava Automobili, di proprieta’ pubblica, erano stati inseriti tutti i lavoratori del settore auto che non erano stati assunti dalla Fiat Auto Serbia.
La perdita del posto di lavoro ha interessato anche tre delle persone (su cinque) che lavorano per il Sindacato e che si occupano dell’ufficio adozioni.
E’ chiaro che senza di loro la campagna di solidarieta’ in piedi da piu’ di dieci anni sarebbe destinata a finire molto presto, tra l’altro in una fase in cui l’aiuto concreto che periodicamente portiamo diventa ancor piu’ indispensabile.
A questo proposito tutte le associazioni italiane che intervengono a Kragujevac (una decina) hanno deciso di creare un fondo. SENZA toccare il denaro destinato agli affidi, che integrera’ il sussidio di disoccupazione per queste tre persone (Rajka, Dragan e Delko) permettendo quindi di continuare l’attivita’ dell’ufficio.
Prepariamo tutte le buste con gli affidi che saranno consegnati durante l’assemblea pubblica di sabato 19 marzo, discutiamo gli appuntamenti che avremo nei due giorni successivi ed infine consegnamo le tre buste con i contributi per l’ufficio adozioni, per le quali ci viene rilasciata una regolare ricevuta.


Venerdi’ 18 marzo; assemblea sindacale e verifica dei progetti

La mattina e’ tutta dedicata ad una grande assemblea sindacale del Sindacato Samostalni.
Nel 1999 il grande complesso metalmeccanico Zastava aveva a Kragujevac 36.000 dipendenti, ed era un unico gruppo di proprieta’ pubblica.
Il complesso aveva subito una gravissima crisi durante gli anni novanta, a conseguenza delle guerre balcaniche che portarono alla dissoluzione della Jugoslavia, e fu pesantemente bombardato dalla NATO nel 1999; furono colpiti soprattutto i grandissimi capannoni che ospitavano le linee di montaggio delle auto, che davano lavoro a circa 14.000 operai.
Nel 2001 e’ il gruppo stato scomposto in 38 unita’ produttive differenti ed autonome tra di loro, con lo scopo dichiarato di renderne piu’ agevole la privatizzazione.
La sindacalizzazione dei lavoratori e’ molto alta, ed il sindacato Samostalni (con il quale noi collaboriamo) e’ del tutto maggioritario.
Ogni unita’ produttiva in cui e’ stato scomposto il gruppo Zastava nel 2001 ha una propria rappresentanza sindacale; alcune unita’ sono di proprieta’ privata, altre sono di proprieta’ pubblica.
Con lo scopo di avere una rappresentanza sindacale unica i segretari delle Samostalni delle differenti aziende eleggono ogni tre anni una struttura che chiamano Jedinstvena Sindikalna Organizacija (Organizzazione Sindacale Unica) e quest'anno hanno voluto celebrare questo importante momento durante la nostra permanenza a Kragujevac.
L'assemblea e' stata molto affollata. Erano presenti anche i rappresentanti di tutti i centri e di tutte le scuole dove siamo intervenuti.

Durante l’assemblea e’ stato presentato un CD sulle attivita’ che le associazioni italiane hanno realizzato dal 1999 in poi. E’ molto interessante e ben fatto; malgrado sia in serbo ve ne consiglio la visione; lo trovate su youtube all’indirizzo



Il campo profughi di Trmbas
Si tratta di un nuovo possibile progetto per la nostra ONLUS; il Sindacato ha chiesto la nostra collaborazione a febbraio scorso.

E’ un ex villaggio turistico, utilizzato fino al 1990 come colonia per gli studenti di Kragujevac; e’ situato in un bosco a circa 5 kilometri dalla citta’ nel piccolo villaggio di Trmbas.
E’ costituito da 10 edifici in legno a due piani, e tre edifici in muratura: servizi igienici, deposito viveri e locale cucina-refettorio.
E’ gestito dall’agenzia pubblica per il turismo del Comune di Kragujevac.
Dal 1991 fino ad ora e’ stato usato come campo per profughi, dapprima per quelli provenienti dalla Croazia e poi dal 1999 per quelli del Kosovo.
Attualmente e’ abitato da circa 65 famiglie per un totale di circa 280 persone.
I minori di 18 anni sono 98. Nessuno nel campo ha un lavoro regolare, chi puo’ si arrangia in nero.

Il commissariato governativo per i profughi paga per loro 300 dinari al giorno per persona, per le spese di acqua, riscaldamento, energia elettrica ed un pasto al giorno. Il cibo viene preparato nell’edificio cucina da cuoche dipendenti del Comune, e consiste in un piatto caldo e 300 grammi di pane.

Gli edifici sono tutti in condizioni precarie (ad eccezione del locale cucina) per assoluta mancanza di manutenzione, anche se sono tutti recuperabili in quanto le strutture non mostrano danni irreparabili ne’ nelle parti in legno ne’ in quelle in muratura.
Il problema piu’ grave e’ determinato dalle condizioni dei tetti, tutti piu’ o meno fortemente lesionati, con perdite d’acqua all’interno degli edifici.
Viste le pessime condizioni degli impianti elettrici esistono anche gravi pericoli di incendi.

Il campo soffre di un grande degrado ambientale ed umano; senza voler ne’ giustificare ne’ giudicare nulla e nessuno, dopo una lunga e salutare decantazione delle forti emozioni provate durante la visita, mi sembra di poter dire che probabilmente questo degrado dipende in gran parte dalla assoluta mancanza di prospettive per il futuro di questa gente.

[FOTO: Alcune viste del campo profughi]

Vi sono diversi livelli di intervento in questo villaggio; come detto sopra quello prioritario e’ sui tetti degli edifici, per un costo complessivo di circa 12.000 euro; un altro lavoro possibile prevede la riverniciatura delle pareti in legno, per un costo di circa 9000 euro, mentre l’edificio una volta usato come deposito per il cibo e’ in muratura e necessita di un intervento di ristrutturazione significativo, perche’ e’ in condizioni precarie; per quest’ultimo si deve prevedere l’impegno di circa 7000 euro.
Infine si puo’ pensare ad una ristrutturazione nel locale che ospita i servizi igienici comuni, per circa 5000 euro.
Queste cifre sono al di fuori della posibilita’ di una ONLUS come la nostra, anche in cooperazione con altre associazioni; per questo motivo abbiamo presentato un progetto di richiesta di finanziamenti per 25.000 euro alla Chiesa Valdese, che utilizza il proprio 8 per mille in progetti di cultura, diritti e solidarieta’. Sapremo a settembre prossimo se il nostro progetto sara’ approvato.
A questo punto dobbiamo esprimere un grande grazie a Samantha M. della ONLUS Un ponte per... di Roma che ha avuto l’idea di presentare questa richiesta e che si e’ sobbarcata la fatica di redigere il progetto.

Comunque, vista l’urgenza di intervento sui tetti, il Direttivo della nostra associazione, insieme alla associazione di Brescia e alla associazione Un ponte per... di Roma ha deciso di iniziare questi lavori nella prossima estate; se poi arrivera’ il contributo richiesto alla Chiesa valdese potremo intervenire su nuovi progetti.
Sono stati dunque stanziate le seguenti cifre, che saranno consegnate nel prossimo viaggio a giugno:
4000 euro da Non Bombe ma Solo Caramelle
2500 euro da Un Ponte per...
2000 euro da Associazione Zastava Brescia per la solidarieta’ internazionale.

A pochi metri dall’ingresso del campo profughi c’e’ una piccola scuola primaria, dotata di tre aule e frequentata dai ragazzi del campo ma anche dai loro coetanei del quartiere circostante.
Sono in totale 35 bambini, che frequentano le prime quattro classi elementari usando due aule con il doppio turno; 17 bambini sono figli di profughi.
C’e’ anche una classe preparatoria alle elementari, in pratica l’ultima classe di scuola materna, con otto bambini (sei figli di profughi).
Il personale e’ di tre maestri e una bidella.

La scuola si presenta pulita, ma molto ‘’spartana’’ e priva di ogni sussidio didattico.
Le lavagne sono talmente consumate che non possono piu’ essere utilizzate.
Ha un ampio spazio verde che potrebbe essere usato come campo giochi, ma non vi e’ alcun gioco...
Questa Scuola potrebbe essere un ulteriore campo di intevento per noi, specialmente tenuto conto del tipo di bambini che la frequentano (figli di profughi e di residenti locali).
Tutti questi bambini sono nati dopo il marzo del 1999, quando il loro Paese fu bombardato dalla NATO, il loro futuro spazzato via dalla ‘’ingerenza umanitaria’’; hanno sempre vissuto in un Paese isolato dal resto del mondo in ristrettezze economiche continue. E’ soprattutto per loro che dobbiamo continuare ad agire, perche’ i ponti di solidarieta’ creati in tutti questi anni continuino a dare i loro frutti.

[FOTO: Ingresso della scuola / Un’aula]

L’appuntamento successivo e’ alla Scuola 19 ottobre, nel quartiere periferico di Marsic, per la verifica dei lavori svolti nel locale da destinare a palestra e centro di aggregazione per tutto il quartiere; la Scuola ha questo nome perche’ proprio qui, il 19 ottobre 1941, inizio’ la strage nazista di Kragujevac con la fucilazione di 107 abitanti del quartiere.

Insieme alla Associazione Zastava Brescia e al Comune di San Giorgio di Nogaro esattamente un anno fa avevamo deciso di contribuire alla ristrutturazione di un locale pubblico adiacente alla Scuola, che sara’ usato come palestra e come centro di aggregazione per tutto il quartiere. La richiesta di aiuto ci era giunta dalla Direttrice della Scuola e da un gruppo di lavoratori della Zastava che abitano a Marsic.

A luglio 2010 avevamo consegnato 7000 euro, poi ulteriori 1800 erano stati portati all’inizio di ottobre 2010 dall’associazione Zastava Brescia, durante il loro periodico viaggio a Kragujevac.
Successivamente si e’ aggiunto il Comune di San Giorgio di Nogaro, che ha contribuito al progetto con 1000 euro.
Il Comune di Kragujevac (che aveva gia’ rifatto a sue spese i servizi igienici el il pavimento) aveva firmato con noi a luglio 2010 un protocollo di intesa in cui metteva a disposizione 2500 euro per l’acquisto parziale delle attrezzature sportive.

Durante la nostra visita di ottobre 2010 la nostra associazione aveva aggiunto altri 700 euro per la conclusione dei lavori, e specificatamente per la realizzazione delle grondaie.

Il centro ha iniziato a funzionare da alcuni mesi e la Direttrice e’ molto orgogliosa di raccontarci le attivita’ svolte fino ad ora, che riguardano soprattutto riunioni dei genitori in vista di un programma ambizioso di inclusione dei ragazzi con handicap (in Serbia esistono ancora le scuole speciali per questi ragazzi) e la preparazione di spettacolini da parte degli alunni, utilizzando il palco di cui il centro e’ dotato. A questi spettacoli prenderanno parte anche i bambini con handicap e questo e’ un risultato importante... al quale non avevamo pensato nel momento in cui decidevamo di dire si’ al progetto.
L’arredamento della sala e’ ancora piuttosto scarso, ma la Direttrice si mostra piuttosto ottimista sulla possibilita’ di trovare nuovi donatori locali.
Tra gli arredi acquistati dal Comune si nota un sistema computer-lettore DVD per le proiezioni.
A spanne direi che gli attrezzi ginnici esistenti al momento sono circa un terzo di quelli che erano elencati nella lista iniziale che ci era stata presentata a marzo 2010. Noi non abbiamo acquistato nulla di cio’ che era presente in quella lista, avendo preferito concentrare le risorse disponibili nella ricostruzione della struttura.

Ci lasciamo con la promessa di rivederci il prossimo ottobre, nel Parco di Ci lasciamo con la promessa di rivederci il prossimo ottobre, nel Parco di Sumarice, per la Grande Lezione di Storia.

[FOTO: Computer e schermo per proiezioni / Una vista interna / Il ping pong / Un particolare delle nuove grondaie]

Verso sera incontriamo alcuni studenti e la nuova Preside del Liceo di Kragujevac, per l’inaugurazione della nuova sala del Parlamento degli Studenti, che e’ stata appena restaurata con il nostro contributo.
Su loro richiesta avevamo avuto un incontro-dibattito con gli studenti del Liceo a luglio scorso (vedere la relazione di luglio 2010)
Questa e’ la Scuola da cui erano stati prelevati dai nazisti gli studenti e i loro professori il 20 ottobre del 1941, e poi fucilati il giorno dopo per rappresaglia a Sumarice.
Vi e’ una grande aula dove sono esposti le fotografie di questi fucilati e i loro ultimi messaggi, nonché documenti dell’epoca relativi a quel tragico evento. A ottobre prossimo, in occasione del settantesimo anniversario della strage, quasta aula dovrebbe essere trasformata in museo permanente dell’orrore nazifascista utilizzando fondi del governo serbo.

Gli studenti hanno a loro disposizione due aule per le attivita’ extrascolastiche, che gestiscono in modo assolutamente autonomo dalla Scuola attraverso una istituzione che chiamano Parlamento degli Studenti.
Una delle due aule e’ in buonissimo stato, ben arredata ed attrezzata con computers.
L’altra, quando la abbiamo vista la prima volta, era invece in cattivo stato ed arredata molto sommariamente; ci avevano chiesto di aiutarli nella ristruzzurazione di questo locale.
Il Direttivo della nostra associazione a settembre scorso aveva deciso di venire incontro a questa esigenza, prevedendo il recupero del pavimento originale, la riparazione di porte e finestre, la stuccatura e la imbiancatura dei muri e la posa in opera delle tende alle finestre; a ottobre avevamo quindi consegnato alla Scuola 2300 euro.

E in questa visita siamo accolti nella SALA DELLA SOLIDARIETA’ E DELLA PACE (cosi’ e’ stata chiamata questa’aula); su una parete spicca un quadro con le foto di Desanka Maksimovic e di Piero Calamandrei. Nello stesso quadro sono riportate in Italiano e in Serbo alcune righe della poesia La Fiaba Cruenta che la Maksimovic scrisse in memoria degli studenti fucilati e un brano dell’Ode a Kesserling di Piero Calamandrei dedicata alla Resistenza italiana.


Avvenne in un paese di contadini 
nella Balcania montuosa: 
una compagnia di alunni 
in un giorno solo morì 
di morte gloriosa. 

Desanka Maksimovic


Su queste strade se vorrai tornare

ai nostri posti ci ritroverai

morti e vivi collo stesso impegno

popolo serrato intorno al monumento

che si chiama

ora e sempre

RESISTENZA

Piero Calamandrei


[FOTO: La targa sulla porta / Le due poesie]


La sala e’ stata restaurata benissimo; spicca in modo particolare il pavimento, recuperato perfettamente; le sedie e i tavoli presenti sono piuttosto vecchi e malandati, a parte il nuovo armadio che il Comune si era impegnato a comprare.


Per ottobre prossimo esporremo in questa aula la mostra Quando morì mio padre. Disegni e testimonianze di bambini dai campi di concentramento del confine orientale (1942-1943), preparata dell’Istituto Gasparini di Gorizia, che stiamo traducendo in Serbo, affinche’ non si perda la memoria di quelle vicende.


[FOTO: L’inaugurazione / Un dettaglio della sala]

Sabato 19 marzo

E’ il giorno dell’assemblea per la distribuzione delle quote di affido.

Alle 10 abbiamo un incontro con i rappresentanti sindacali del settore auto, per verificare la situazione della fabbrica a poco piu’ di un anno della FIAT. I dati raccolti in questo incontro li ritrovate piu’ sotto, nella quarta parte di questa relazione.

Alle 11 inizia l’assemblea per la consegna degli affidi. Malgrado siano passati tanti anni e tanti viaggi dall’inizio della nostra campagna credo che nessuno possa abituarsi alla vista di tutte queste persone che pazientemente con qualunque condizione di tempo ci aspettano nel piazzale davanti alla grande sala della direzione della Zastava Camion dove avvengono le consegne.

Come sempre l’assemblea comincia con i saluti dei dirigenti sindacali e con un nostro intervento; questa volta i saluti sono piu’ commoventi del solito perche’ Delko dopo dieci anni lascia la guida del Sindacato, poiche’ fa parte di quelli che hanno perso il lavoro

E non e’ tra i piu’ sfortunati perche’ tra cinque anni sara’ in pensione (naturalmente se la pensione ci sara’ ancora...). Molto peggio stanno quel migliaio di lavoratori al di sotto dei 50 anni che sono stati messi in mobilita’ a gennaio 2011; molti di loro sono presenti in sala con la loro famiglia.


[FOTO: Il saluto di Delko / Durante la consegna degli affidi]

Comunque e’ importante essere coscienti che malgrado siano disoccupati, malati, disperati per il loro futuro, almeno non sono abbandonati da tutti. La solidarietà è soprattutto questo. E loro, i nostri amici, questo lo sanno bene e ce lo dicono, qualcuno con le parole, molti con gli occhi, i sorrisi, gli abbracci e le tante lacrime.
Consegnamo 153 affidi, quasi tutti in rate trimestrali, piu’ alcuni regali per 20.505 euro.
Consegnamo anche 14 affidi annuali per 4.340 euro a nome della Onlus ALJ (Aiutiamo la Jugoslavia) di Bologna.

Nel pomeriggio visitiamo il Parco della memoria di Sumarice, destinato al ricordo della strage nazista del 21 ottobre 1941, quando per rappresaglia furono fucilati 7300 abitanti tra cui i 300 studenti del Liceo insieme a tutti i loro professori.

Concludo questa parte di relazione con una bellissima foto del monumento delle ALI SPEZZATE, scattata a ottobre 2010 durante le celebrazioni a ricordo di quella strage. Questo monumento e’ il simbolo della citta’ ed e’ dedicato alla memoria di quegli studenti. [FOTO]


3. Alcune informazioni generali sulla Serbia e sulla Zastava

Quando la fonte non e’ indicata significa che i dati sono stati ricavati dai bollettini periodici dell’Ufficio Centrale di Statistica; qualora la fonte sia diversa viene esplicitamente indicata.

Tutte le informazioni sulla Zastava sono state fornite da Zoran Mihajlovic, gia’ segretario generale del sindacato Samostalni della Fiat Auto Serbia e ora Segretario Generale dei metalmeccanici della Repubblica di Serbia


ALCUNI INDICI ECONOMICI GENERALI


Cambio dinaro/euro.

A ottobre 2008 il cambio dinaro-euro era di 84 a 1.

Al 22 ottobre 2009 era di 93.2 dinari per euro.

Il 25 marzo 2010 era di 97 dinari per un euro.

Il 1 luglio 2010 il cambio e’ passato a 102 dinari/euro.

Il 20 ottobre 2010 il cambio era di 103.5 dinari per un euro

Il 28 novembre 2010 il cambio e’ arrivato a a 107.4 dinari per euro.

Dopo questa data c’e’ stato un rafforzamento progressivo del dinaro che ha raggiunto il suo massimo il 2 maggio, passando a 99 dinari per euro.

L’indebolimento del dinaro rispetto all’euro ha effetti devastanti sulle condizioni di vita delle famiglie, con una vistosa caduta del potere di acquisto delle famiglie, visto che la Serbia e’ un Paese con un fortissimo deficit commerciale e che piu’ della meta’ del commercio con l’estero si svolge con la Unione Europea (Germania e Italia sono i primi partners commerciali in quest’area).

Il suo recente rafforzamento invece e’ dovuto esclusivamente a ragioni politiche, legate alle prossime elezioni; ha vantaggi solo per chi ha aperto mutui in euro, ma penalizza fortemente le gia’ scarse esportazioni, mentre i prezzi dei beni di prima necessita’ e le tariffe continuano ad aumentare.

Un dato per tutti rispetto alle tariffe: il prezzo dell’energia elettrica e’ aumentato del 15.1 per cento dal primo aprile scorso


Commercio con l’estero.

La Serbia si conferma un Paese estremamente indebitato, con un deficit commerciale altissimo.

Tra gennaio e dicembre 2010 le esportazioni sono state pari 7393.4 milioni di euro, con un aumento del 24% rispetto all’anno 2009.


(srpskohrvatski / italiano)

L'UNITA' D'ITALIA, MENTRE SI SQUARTANO I PAESI VICINI

Il presidente serbo Tadic non parteciperà alla parata del 2 giugno a Roma, che cade nel 150.mo dell'Unità d'Italia, perchè alla cerimonia è stato invitato anche il cosiddetto presidente della cosiddetta Repubblica del Kosovo, Atifet Jahjaga.

Tadić ne putuje na godišnjicu ujedinjenja Italije
30.maj 2011 22:13  (izvor : Tanjug / http://www.glassrbije.org/)

Predsednik Srbije Boris Tadić je izjavio da 2. juna u Rimu neće učestvovati na proslavi 150. godišnjice ujedinjenja Italije, zbog toga što su domaćini na tu svečanost pozvali Atifetu Jahjagu kao predsednika samozvane države Kosmet. Ukazujući da je njegova obaveza i namera da brani legitimne interese Srbije, Tadić je u intervjuu agenciji ANSA izrazio duboko razočaranje potezom italijanskih vlasti i dodao da je očigledno da je zvanični Rim prednost dao prisustvu predstavnika Kosmeta. Takvi potezi ne idu u prilog razvoju odnosa Srbije i Italije, naznačio je Tadić. On je, međutim, napomenuo da odluka o nedolasku na proslavu u Rim neće uticati na održavanje bilateralnog samita u Beogradu krajem juna. Imamo mnogo važnih i konkretnih stvari o kojima bi trebalo da razgovaramo, naveo je Tadić i u tom kontekstu posebno pomenuo izgradnju saobraćajnog "Koridora 11" i potencijalno italijansko partnerstvo u izgradnji beogradskog metroa.



(Di seguito la Dichiarazione finale della V Conferenza internazionale di studi storici sul lager ustascia di Jasenovac, che si è svolta a Banja Luka il 24-25 maggio 2011, e l'intervento di Jean Toschi Marazzani Visconti che in quella sede ha rappresentato il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus)


The Fifth International Conference on Jasenovac (Banja Luka, 24-25 May, 2011)

1) Final Declaration

2) Proceedings contribution: In memory of Marco Aurelio Rivelli, historian and author 
by Jean Toschi Marazzani Visconti


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On the Fifth International Conference on Jasenovac see also:

FIFTH INTERNATIONAL CONFERENCE ON JASENOVAC

Republika Srpska Prime Minister Džombić Attends Opening of Fifth International Conference on Jasenovac

President of the Republic opens the Fifth International Conference on Jasenovac

Parliaments Urged to Declare Jasenovac as Genocide

DRAGANA ANA MIJATOVIC from London, the former student of Gimnazija Banjaluka, about Hans Ivan Merc at THE FIFTH INTERNATIONAL CONFERENCE ON JASENOVAC IN BANJA LUKA. The Main Hall of Banski Dvor, May 24th 2011, at about 5 pm.


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The Fifth International Conference on Jasenovac

May 24-25, 2011

Banja Luka



D E C L A R A T I O N


OF THE FIFTH INTERNATIONAL CONFERENCE ON JASENOVAC,
DEDICATED TO THE GENOCIDE COMMITTED AGAINST SERBS, JEWS AND ROMA IN THE INDEPENDENT STATE OF CROATIA

DURING THE SECOND WORLD WAR


  1. The Fifth International Conference on Jasenovac,


- Starting from the fact that in the present-day Republic of Croatia the memory of the genocide committed during World War II against Serbs, Jews, and Roma by the quisling government of the Independent State of Croatia, which at that time also included the area of today’s Bosnia and Herzegovina, especially the Muslim people, whom they called “the flowers of the Croatian nation”, has been deliberately and systematically blotted out;

- Bearing in mind that the casualty rate of this genocide, especially the number of victims in Jasenovac, has not only been suppressed in the Croatian public media and quasi-historiographic works, but also radically diminished to a mere 40,000 killed Serbs, Jews and Roma, just as Franjo Tudjman, the first president of the Republic of Croatia, did in his capacity as a historian;

- Having in mind that nowadays some very influential and very partial parties in Croatia present the Ustasha, as perpetrators of genocide in the Independent State of Croatia, along with Ante Pavelic, as fighters for Croatia’s national liberation and independence, based on alleged historical and national rights of the Croatian people;

- Given the fact that the historically proven genocide against Serbian, Jewish and Roma people has never been properly condemned by politicians, either in Tito’s communist Yugoslavia or the present-day Croatia; that unlike the German people, who have accepted responsibility for the Holocaust committed in their name by ​the Nazis, the Croatian people have never taken responsibility for the genocide committed in their name; and that the Roman Catholic Church has failed to condemn the crimes of genocide in the NDH, the way it has condemned crimes committed at other World War II execution sites across Europe and apologized for the involvement of some of its members in them;


Given that the authorities of the People’s i.e. Socialist Republic of Croatia, as a federal unit within the Federal People’s Republic of Yugoslavia (FPRY), and later the SFRY, as well as the authorities of the present-day Republic of Croatia, as an independent state, have never offered to pay any reparations to the victims of genocide and their descendants;

- Given the fact that the execution sites at which the victims of this genocide were tortured, massacred and killed, and the mass graves into which they were thrown and buried without due respect or a respectable funeral, have never been marked and protected in a proper way;

- Since Ante Pavelic and many of his associates fled the Independent State of Croatia after the war using the so-called rat lines, along with the support of some Vatican prelates and clerics, and that many of them have not been tried in the country, which would have led the Croatian people to acknowledge the unfathomable crimes committed on their behalf, and to their moral enlightenment and purification;


  1. Keeping all this in mind, the Fifth International Conference on Jasenovac hereby concludes that:


- The Ustasha crimes against Serbs, Jews and Roma during the Second World War in the Independent State of Croatia were a premeditated and planned genocide, as defined by the Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide, adopted by the United Nations General Assembly on the 9th of December, 1948;

- In the perpetration of this genocide, 700,000 Serbs, 23,000 Jews and 80,000 Roma were tortured, robbed, raped and eventually killed by the Croat Ustasha in the Croatian system of concentration camps Jasenovac alone, used for the extermination of Serbs, Jews and Roma and the regime’s ideological opponents, only because they belonged to another nation, religion or race;

- The Independent State




raccolta fondi: Per..."Un fiocco viola a scuola"

Il 1° giugno, alle ore 21, presso l'Auditorium "Ennio Morricone" (Università Tor Vergata) Un Ponte per... e “Non bombe ma solo caramelle” presentano “Un fiocco viola a scuola”, una serata dedicata alla raccolta fondi per la risistemazione della scuola materna ed elementare in Serbia. 

Il villaggio di Trmbas sorge a circa 5 km dal centro di Kragujevac, città di 180 mila abitanti. Dagli anni ’50 importante polo industriale, legato principalmente alla fabbrica automobilistica Zastava, la città fu ripetutamente bersaglio dei bombardamenti NATO del 1999, che misero del tutto fuori uso la Zastava. Furono 36 mila gli operai licenziati, ma la crisi coinvolse oltre 100 mila persone. Furono distrutte almeno 800 abitazioni e danneggiate fabbriche, istituzioni culturali, scuole e presidi sanitari. Il campo di Trmbas sorge su un’area di circa 40.000 mq, costituito da strutture di legno “baraka”, oggi abitazioni delle famiglie profughe, e da altri edifici e spazi comuni. Il villaggio originariamente era adibito a centro estivo per gli studenti della vicina città. Le condizioni generali del campo sono oggi molto disagiate. Nel campo vivono 65 famiglie. Di queste strutture, alcune risalgono agli anni ’90, tempi dai quali non c’e stato più alcun intervento di manutenzione, altre sono state costruite dopo l’arrivo dei profughi.
Le famiglie che abitano il campo sono arrivate a Kragujevac da varie città del Kosovo dove hanno lasciato tutto. Il Commissariato per i profughi consegna loro un pasto al giorno. Molti non hanno un lavoro. La comunità soffre molto la mancanza di spazi sociali dove ritrovarsi e, di conseguenza, i disagi abitativi sono molteplici, specialmente nei periodi invernali. La condizione di sicurezza di molte strutture e assai precaria, quando inesistente.
La scuola è luogo tenuto in gran considerazione dalla comunità ed è frequentata da bambini delle famiglie profughe ma anche da bambini della comunità locale. L’edificio ha bisogno di alcuni importanti interventi strutturali ma anche di attrezzature a supporto delle attività didattiche e ricreative.
Sono presenti 4 classi elementari, per un totale di 35 bambini nati tra il 2000 e il 2004, e anche una classe materna, tutte frequentate anche da bambini locali.

COSTO STIMATO dell’INTERVENTO SCUOLA:  6.000 Euro

Per la serata, si esibiranno i Bitles con una loro performance teatrale e musicale, incentrata sulla storia dei Beatles.
BITLES nascono e sono parte integrante di un progetto di musica e teatro dedicato ai Fab Four: I BEATLES A ROMA. Parallelamente all'attività teatrale si esibiscono in un show prettamente musicale  tributo ai beatles con riferimenti anche ai gruppi che li hanno influenzati: ne viene fuori una performance scatenata ed elettrizzante da non riuscire a star fermi...d'altro canto parliamo di rock'n roll!


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TRA LE ATTIVITA' DI UN PONTE PER... SEGNALIAMO ANCHE:

viaggi e delegazioni: In viaggio alla scoperta della Serbia, per solidarietà






Udine, 27 maggio 2011

ore 17:30 presso la Sala Ajace (Piazza Libertà)

Gens Italica: l'inesorabile rappresaglia dei Palikuća

a cura della Unione Sindacale Italiana -AIT e del Progetto Biblioteca Popolare "Romano il Mancino",
il 27 maggio 2011 si terrà in Sala Ajace a Udine (Piazza Libertà) una conferenza dal Titolo "Gens Italica: l'inesorabile rappresaglia dei Palikuc'a" nella quale verranno presentati documenti inediti, italiani e jugoslavi, in merito ai crimini di guerra perpetrati dagli italiani nella ex jugoslavia nel periodo tra il 1941 ed il 1945.
La ricerca evidenzierà inoltre alcune "verità nascoste" come l'uso di gas vescicante "iprite" da parte del Regio Esercito contro le formazioni partigiane jugoslave. 
Inoltre, dalla documentazione che verrà presentata, non potranno che risultare evidenti le pesanti responsabilità di personaggi che, mescolandosi tra le "vittime delle foibe", sono entrati nella contemporanea agiografia revisionista, permettendo ai carnefici e ai loro sostenitori di recitare il ruolo delle vittime, operando una vera e propria falsificazione storica.
Interverranno in qualità di relatori Alessandra Kersevan, coordinatrice di Resistenzastorica, già nota per i suoi studi sulle vicende del confine orientale e Milovan Pisarri, storico italiano residente a Belgrado.
la conferenza avrà luogo alle ore 17.30 e la popolazione tutta è invitata a partecipare.
 
La Federazione Intercategoriale FVG USI-AIT ed il Progetto Biblioteca Popolare "Romano il Mancino"




Da: Iniziativa PARTIGIANI! <partigiani7maggio @ tiscali.it>

Oggetto: Presentazioni a Bari (27/5) e Gravina (28/5)

Data: 24 maggio 2011 09.59.11 GMT+02.00

A: Cnj <jugocoord @ tiscali.it>

I PARTIGIANI JUGOSLAVI NELLA RESISTENZA ITALIANA
Storie e memorie di una vicenda ignorata

Roma, Odradek, 2011
pp.348 - euro 23,00

Per informazioni sul libro si vedano:
La scheda del libro sul sito di Odradek: http://www.odradek.it/Schedelibri/partigianijugoslavi.html
La scheda del libro sul sito di CNJ-onlus: https://www.cnj.it/documentazione/bibliografia.htm#partigiani2011
La scheda del libro su Facebook: http://www.facebook.com/event.php?eid=103675256383363

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Il libro "I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana" è stato presentato anche sulle emittenti locali del Centro Italia legate al circuito di Teleambiente, con una trasmissione a cura di G. Vecchio alla presenza di G. Scotti e A. Martocchia. In replica la trasmissione è visibile anche STASERA 24 maggio 2011 su Teledonna, ch 98, alle ore 21:00.

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Bari 27 maggio 2011

ore 18.30 c/o associazione Marx XXI - II str. priv. Borrelli 32
(di fronte al “Piccolo teatro”, a pochi minuti a piedi dalla stazione FS, lato estramurale Capruzzi e dal parcheggio dell’ex Rossani in C.so Sicilia)
 
Presentazione del libro
I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana
Storie e memorie di una vicenda ignorata

  
Intervengono
Andrea Martocchia, autore del libro, Coordinamento nazionale per la Jugoslavia
Gaetano Colantuono, coautore col capitolo dedicato alle Puglie
Antonio Leuzzi, ANPI-Bari, Istituto pugliese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea
 
Coordina
Andrea Catone, Associazione Marx XXI;
associazione Most za Beograd – un ponte per Belgrado in terra di Bari


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Gravina (BA) 28 maggio 2011

ore 10.30 c/o Camera del Lavoro, Piazza della Repubblica

I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana
Storie e memorie di una vicenda ignorata
 
 
Incontro con l'autore
Andrea Martocchia
Interventi e testimonianze:
Andrea Ferrante, pres. ANPI
Sen. Onofrio Petrara
Luciana Gramegna, CGIL
Luigi Ljubimir Vjekoslav Maletic
Michele Loglisci, insegnante
Milena Fiore, ANPI


Vai all'evento su Facebook:


I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana

sabato 28 maggio · 10.30 - 14.00
Luogo
Camera del Lavoro - p.zza della Repubblica, Gravina in Puglia
Creato da
ARCI MURETTI A SECCO GRAVINA, Luciana Gramegna, Milena Fiore, Arci Muretti A Secco
Maggiori informazioni:

Nelle settimane scorse l’ANPI di Gravina ha avuto modo di attuare una positiva collaborazione con alcune scuole della città ed associazioni, finalizzata alla costruzione di iniziative di formazione sul tema della lotta di Liberazione e della sua continuità rispetto al Risorgimento, nell’ambito del 150° dell’Unità d’Italia.
Nello specifico si è trattato di un ciclo di incontri nei quali la proiezioni di film a soggetto è stata seguita da alcuni interventi esplicativi e di contestualizzazione. In queste occasioni si è riscontrato un forte interesse degli studenti e la fattiva collaborazione di molti docenti.
In continuità con tale positiva esperienza l’ANPI invita a partecipare i cittadini alla presentazione del libro “I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana”, di Andrea Martocchia. Questo libro si aggiunge come importante contributo agli studi dell’Istituto pugliese per gli studi dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (IPSAIC). Il libro è frutto di una lunga ricerca relativa alla partecipazione di partigiani jugoslavi alla Resistenza italiana; partecipazione che proprio nel nostro territorio ha avuto una delle basi di partenza principali.
Si tratta tuttavia di una pagina di storia quasi del tutto sconosciuta, che sarebbe invece di grande interesse e utilità per la costruzione della memoria collettiva locale portare a conoscenza dei giovani.
L’iniziativa si svolgerà sabato 28 maggio ore 10,30 presso la Camera del lavoro di Gravina, sita in piazza della Repubblica.

Distinti saluti

Il presidente dell’ANPI di Gravina in Puglia


*** LETTERA ALLE SCUOLE:

L’Associazione Nazionale Partigiani Italiani

Viale Orsini, Gravina in Puglia

AL DIRIGENTE SCOLASTICO …

Della Scuola Secondaria di I grado …

OGGETTO: Iniziativa di presentazione del libro “I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana”

Egregio Sig. Preside,
nelle settimane scorse l’ANPI di Gravina ha avuto modo di attuare una positiva collaborazione con alcune scuole della città, finalizzata alla costruzione di iniziative di formazione sul tema della lotta di Liberazione e della sua continuità rispetto al Risorgimento, nell’ambito del 150° dell’Unità d’Italia.
Nello specifico si è trattato di un ciclo di incontri nei quali la proiezioni di film a soggetto è stata seguita da alcuni interventi esplicativi e di contestualizzazione. In queste occasioni si è riscontrato un forte interesse degli studenti e la fattiva collaborazione di molti docenti.
In continuità con tale positiva esperienza l’ANPI propone alle scuole di Gravina di invitare gli studenti a partecipare alla presentazione del libro “I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana”, che si aggiunge agli studi dell’Istituto per gli studi dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea (IPSAIC). Il libro è frutto di una lunga ricerca relativa alla partecipazione di partigiani jugoslavi alla Resistenza italiana; partecipazione che proprio nel nostro territorio ha avuto una delle basi di partenza principali.
Si tratta tuttavia di una pagina di storia quasi del tutto sconosciuta, che sarebbe invece di grande interesse e utilità per la costruzione della memoria collettiva locale portare a conoscenza dei giovani.
L’iniziativa per la quale chiediamo la Vostra cortese collaborazione si svolgerà sabato 28 maggio ore 11, presso la Camera del lavoro di Gravina, sita in piazza della Repubblica.

Distinti saluti

Il presidente dell’ANPI di Gravina in Puglia

Gravina in Puglia, 14 maggio 2011