Informazione
E’ convocata per giovedì 6 dicembre
alle ore 12.00 presso la Sala Stampa del CRT
( Firenze, via Cavour 4, I° piano )
la CONFERENZA STAMPA dei primi firmatari
del seguente APPELLO sulla questione KOSOVO
---
A P P E L L O
i sottoscritti
esponenti, al livello della rappresentanza politica, delle istituzioni locali della città di Firenze e della Regione Toscana e/o impegnati in enti, strutture ed attività che nel nostro territorio si muovono a favore dei soggetti profughi o migranti, preoccupati si rivolgono alle istituzioni internazionali e nazionali preposte per chiedere
che ogni ventilata decisione riguardante la Regione Autonoma del Kosovo, in Serbia, tenga conto dei riflessi che può sortire sia dal punto di vista della pace in quella terra balcanica già tanto martoriata, sia dal punto di vista delle ricadute sociali concrete ed immediatamente visibili sul nostro territorio.
Bisogna infatti sapere che sin dall'inizio degli anni Novanta e fino ad oggi la nostra città e la nostra regione hanno vissuto in maniera diretta le conseguenze tragiche degli eventi che hanno interessato la Jugoslavia in generale e la provincia del Kosovo in particolare. Questo coinvolgimento è passato non solo attraverso alcune iniziative di solidarietà che hanno animato singoli, gruppi ed istituzioni, rivolte direttamente a quei territori, ma si è palesato anche nel massiccio afflusso di profughi che da quei territori sono venuti a cercare una vita migliore, o almeno una garanzia di sopravvivenza, in Toscana, poichè la loro stessa esistenza fisica nelle terre dove erano nati ed avevano vissuto era stata messa in discussione.
In particolare, ai bombardamenti della primavera del 1999 conclusisi con la occupazione militare del territorio kosovaro da parte di forze internazionali ha fatto seguito una massiccia fuga di centinaia di migliaia di persone che hanno ritenuto in questo modo di sottrarsi alle persecuzioni di carattere etnico-razziale e politico ed alle violenze di cui si sono resi protagonisti i miliziani nazionalisti già inquadrati nell'UCK assieme agli elementi di quel potere criminale che condiziona la vita sociale ed economica del Kosovo post-jugoslavo.
Tali persecuzioni e violenze si sono effettivamente protratte fino ad oggi: l'episodio più noto è quello dei pogrom del marzo 2004, ma gli omicidi e le devastazioni - contro le proprietà ma anche contro i tesori del patrimonio storico-artistico - continuano a spingere forzosamente i kosovari di etnia non albanese, oltre a tutti i kosovari non irredentisti, al di fuori e lontano dalla propria madrepatria.
Nella città di Firenze e nella Regione Toscana sono arrivati esuli jugoslavi appartenenti all'una o all'altra parte sin dall'inizio del conflitto ed in particolare sin dai tempi della approvazione della Legge Amato (390/1992) che stanziava fondi proprio a questo scopo - benchè questi fondi siano stati probabilmente messi a disposizione troppo parzialmente ed episodicamente. Ricordiamo esperienze come quelle dei quartieri 4 e 5 di Firenze, in particolare nel quartiere 4 da alcuni anni sono state costruiti due villaggi, cittadelle prefabbricate dotate dei servizi essenziali, che ospitano centinaia di kosovari delle etnie oggi perseguitate - soprattutto rom ed askalija; oppure i casi, non molti ma che infondono speranza, di famiglie ritornate ad essere stanziali, sistemate in decorose abitazioni, dopo gli anni della guerra in cui erano state costrette ad un "nomadismo di ritorno". E ricordiamo i tantissimi altri kosovari anche di altre etnie - gorani, "egiziani", slavo-musulmani ("bosgnacchi"), "turchi" e serbi - che sono ospitati in molte località toscane ed italiane in condizioni spesso non altrettanto accettabili.
Potremmo menzionare molti singoli casi, come quello della famiglia di 5 persone, askali provenienti da Kosovska Mitrovica, dove non potrebbero ritornare vista l'uccisione di 4 parenti nell'ambito della suddetta pulizia etnica; o il caso delle famiglie del Campo dell'"Olmatello" - definito "campo nomadi" benchè nessun “nomade” viva in questo luogo, bensì tutti ex-cittadini jugoslavi normalmente stanziali. Il problema, che è di portata internazionale, a Firenze è particolarmente grave. Una dopo l'altra, le ondate di fuggitivi si sono sovrapposte creando crescenti difficoltà di integrazione in un contesto sociale-politico nel quale, soprattutto adesso, la problematica dell'immigrazione e dei rom in particolare è agitata in senso razzista e con finalità strumentali.
Rispetto alla ventilata “indipendenza” del Kosovo, riteniamo scandaloso che si debbano fronteggiare ulteriori crisi e nuovi afflussi di esseri umani in fuga dalle proprie case a cause di politiche internazionali irresponsabili, fondate su interessi egoistici e sull'ansia di dividere e spaccare secondo impossibili delimitazioni etniche paesi che erano e devono rimanere a carattere multinazionale e multiculturale. È ovvio che la proclamazione di nuove "indipendenze" nei Balcani non chiude, bensì prelude ad un ulteriore "effetto domino", viste le rivendicazioni annessioniste dell'Albania e viste le aspirazioni indipendentiste di altre comunità - ad esempio in Bosnia.
Lo scorso 29 Novembre, lo stesso Parlamento italiano, con il voto di maggioranza e opposizione, ha approvato mozioni che impegnano il governo a spingere per «arrivare a una soluzione condivisa» sulla questione kosovara e a «non riconoscere un'eventuale dichiarazione unilaterale di indipendenza da parte kosovara». Da parte nostra, accogliamo e sosteniamo questo impegno come condizione minimale perchè il nostro paese non si renda corresponsabile di ulteriori sanguinose spartizioni del territorio balcanico, le cui conseguenze portano la loro scìa di sangue fino in Toscana, fino a Firenze, come abbiamo già visto negli anni passati e come non vogliamo più che succeda.
«Immigrati, servono metodi da SS»
Treviso, battuta di un consigliere leghista. Ferrero: come i nazisti
http://www.tesseramento.it/immigrazione/pagine52298/
newsattach1114_Corriere%20della%20sera%2005-12-2007%20a.pdf
Opposizione in silenzio: «Abbiamo deciso di non rispondere più alle
provocazioni del Carroccio»
«Metodi nazisti contro gli immigrati»
Treviso Un consigliere della Lega: «Punire dieci di loro per ogni
torto subito da un trevigiano»
http://www.tesseramento.it/immigrazione/pagine52298/
newsattach1114_ilmanifesto051207b.pdf
Treviso, c’è chi vuole la rappresaglia nazista
Il consigliere Bettio: con gli immigrati facciamo come le SS.
Puniamone 10 per ogni torto fatto a noi
http://www.tesseramento.it/immigrazione/pagine52298/
newsattach1114_lunita051207b.pdf
Treviso, attacco choc della Lega
http://www.tesseramento.it/immigrazione/pagine52298/newsattach1114_La%
20Stampa%20%2005-12-07c.pdf
"Contro gli immigrati metodi da SS" proposta-scandalo della Lega a
Treviso
"Dieci puniti per ogni torto a italiani". L´Unione: aberrante
http://www.tesseramento.it/immigrazione/pagine52298/newsattach1114_la%
20Repubblica%2005-12-2007%20a.pdf
“Non bisogna farsi illusioni. Tutta quella gente (gli oligarchi e le
strutture politiche che li sostengono) non è uscita dalla scena
politica. I nomi li trovate tra i candidati e i sostenitori di alcuni
partiti. Vogliono una rivincita, tornare al potere, ad esercitare la
loro influenza. E restaurare il regime oligarchico, basato sulla
corruzione e sulla menzogna”. Forse queste parole pronunciate da
Vladimir Putin, durante una grande manifestazione di “Russia Unita”,
il partito di cui era capolista, servono a far comprendere le vere
ragioni dello straordinario successo della forza politica di governo
che – al di là dei suoi confusi e contraddittori programmi politici e
di un apparato in larga parte non distinguibile, per provenienza e
aspirazioni sociali, dall’opposizione “liberale” –, dai russi è stato
associato alla figura del presidente russo dopo la sua decisione di
diventarne il leader.
Troppo vivo è il ricordo del decennio di umiliazioni e di declino
della Russia, seguito alla dissoluzione della potenza sovietica, per
poter pensare ad una rivincita degli uomini e dei partiti che delle
disgrazie di quel periodo sono stati i responsabili, al seguito di
quella che oggi può considerarsi la figura più screditata della
storia contemporanea di questo grande paese: Boris Eltsin.
Lo striminzito 2% raccolto dai partiti “liberali”, osannati in
Occidente (“progressisti" li ha definiti anche “Liberazione”!), sta
lì a dimostrarlo eloquentemente.
Stupisce che una riflessione più ponderata di quanto sta accadendo in
Russia non sia passata per la testa neppure a molti commentatori
della cosiddetta sinistra radicale occidentale (i servizi su
“Liberazione” del 1 dicembre ne sono un esempio), che non hanno avuto
alcuna esitazione ad accettare in modo acritico tutti i cliché
propagandistici delle centrali di informazione occidentali.
Putin per i russi, spesso descritti nei giornali occidentali, con
veri e propri toni razzisti, come un popolo quasi geneticamente
“autoritario” (con tanto di interviste a “raffinati” intellettuali
russi che, ai tempi del secondo golpe di Eltsin nel 1993, non ebbero
dubbi a sostenere il massacro dei difensori del Parlamento russo) è
colui che, con i fatti, ha dato prova di voler voltare pagina.
I russi, che sicuramente non considerano il loro presidente perfetto,
gli riconoscono, a ragione, la determinazione dimostrata nel
riportare la Russia sulla scena mondiale, nel sottrarla al rischio di
essere condannata al ruolo di colonia delle potenze e delle
multinazionali occidentali e destinata a subire gli stessi processi
di frammentazione dell’URSS, di avere azzerato il pauroso deficit che
aveva portato il paese sull’orlo del precipizio finanziario, di avere
migliorato, pur in presenza ancora di grandi ingiustizie e
contraddizioni sociali, il tenore di vita di milioni di russi. Sono
fatti che nessuno può contestare credibilmente.
E, invece, per spiegare il 63% dei voti raccolto dal partito di Putin
nel contesto di un’alta partecipazione al voto (quanti, fino al
giorno prima avevano confidato in un grande astensionismo?), si è
scelta la strada suggerita dai propagandisti dell’amministrazione
americana, anche a “sinistra”. Invece di soffermarsi a riflettere su
come Putin vorrà o potrà proseguire sulla strada degli impegni di
riscatto sociale e nazionale presi con i suoi elettori (e che gli
elettori non dimenticheranno) e ripetuti in modo martellante in tutti
gli ultimi messaggi elettorali, e su come potrà vincere le resistenze
(di cui è pienamente consapevole) che provengono dagli apparati del
suo stesso partito, si preferisce evidentemente dare una mano a
questi ultimi, diffondendo la favola (non sostenibile alla prova dei
fatti) dell’esistenza in Russia di una dittatura.
La vittoria travolgente di Putin pone anche i comunisti russi di
fronte all’esigenza di aprire un serio dibattito sulla loro
collocazione nello scenario politico che si profila per i prossimi
anni. L’ulteriore, seppur lieve, ridimensionamento elettorale (dal
12,6% all’11,7%), che gela le speranze di una ripresa elettorale
coltivate nelle elezioni parziali del marzo scorso, non può essere
spiegato solo, in modo autoconsolatorio, con l’eventuale presenza di
brogli elettorali (del resto, sempre denunciati anche al termine di
ogni passata consultazione), per i quali chiedere l’intervento di
quegli organismi internazionali che, in altre occasioni, hanno
avviato campagne di criminalizzazione contro gli stessi comunisti
(Consiglio d’Europa).
Il PCFR, che resta comunque una forza politica di tutto rispetto,
sarà sicuramente costretto ad avviare una profonda analisi dei
mutamenti intervenuti nella società russa, durante i 7 anni di
amministrazione di Putin. E dovrà fare finalmente i conti con la
necessità di incidere realmente nelle contraddizioni degli attuali
assetti di potere russo, uscendo da una sorta di orgoglioso
isolamento e cogliendo in tutta la sua portata la cesura netta, sia
sul piano della politica estera che di quella interna, avvenuta in
questi anni rispetto alla precedente “era Eltsin”, grazie
all’iniziativa incalzante di Putin e del gruppo “patriottico” che si
raccoglie attorno a lui.
Se ciò avverrà, gli appelli a lavorare insieme nel prossimo
parlamento russo, lanciati subito dopo il voto dal partito “Russia
Giusta” (8% dei voti) (il partito filo-presidenziale, che si
definisce “socialista”) ai comunisti, forse, questa volta, non
saranno rispediti al mittente, permettendo così a quel 20% della
società russa che ancora si esprime con nettezza per una “scelta
socialista” di avere la possibilità di favorire una positiva
evoluzione dei processi politici, avviati con l’uscita dalla scena di
Eltsin e l’avvento di Putin, e che hanno permesso alla Russia di
ritrovare un ruolo dignitoso nella scena mondiale, sottraendola
sempre di più ai condizionamenti e ai ricatti dell’imperialismo.
Mauro Gemma
(italiano / english)
Pro-Americanism 'a must' in Kosovo
1) "Per fortuna dobbiamo ricordare che ora ci sono in mezzo anche gli Stati Uniti..." Brindisi e festeggiamenti da Tirana a Pristina per la Grande Albania prossima ventura
2) Pro-Americanism 'a must' in Kosovo. The American flag with its stars and stripes decorates almost all office buildings across the province
=== 1 ===
Parodia di S. Gennaro
II giornale radio di ieri, oggi e domani
1. Buongiorno, apriamo con la prima notizia. Questa mattina è stata dichiarata la secessione della Lombardia e del Veneto dalla Repubblica italiana. Il leader del movimento secessionista ha dichiarato "Meglio essere gli ultimi in Europa che i primi in Italia".
Le cancellerie europee si sono riunite per decidere la propria posizione. Ma la Germania non intende aspettare le indecisioni dei partner comunitari ed ha deciso di riconoscere unilateralmente le due repubbliche secessioniste. Già negli anni scorsi i contatti tra i leader tedeschi e quelli della Lombardia e del Veneto erano stati frequenti. La Germania si è già impegnata per 180 milioni di dollari in investimenti nelle due repubbliche secessioniste.
L'Unione Europea in un documento inviato al segretario dell'ONU ha chiesto che Lombardia e Veneto ottengano un seggio alle Nazioni Unite mentre la Repubblica italiana dovrà essere sospesa da ogni organizzazione internazionale.
I governi europei e gli Stati Uniti hanno altresì deciso l'embargo unilaterale per tutti i prodotti da e verso la Repubblica Italiana.
2. Buonasera, il nostro corrispondente da Bolzano, ci informa che la provincia dell'Alto Adige ha dichiarato oggi la sua indipendenza dal governo di Roma. La cancelleria austriaca ha già riconosciuto la secessione della repubblica tirolese dall'Italia.
Gli osservatori dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea, in un loro rapporto riservato che giungerà a breve sul tavolo del Segretario delle Nazioni Unite, denunciano i ripetuti massacri e lo stato di oppressione degli italiani sulla popolazione altoatesina.
La comunità internazionale ha mandato un chiaro messaggio al governo di Roma o fermate i massacri in Alto Adige e ritirate le truppe a sud del Po oppure la risposta delle democrazie occidentali sarà durissima.
3. Buonasera, apriamo il giornale radio con le notizie degli attacchi aerei della NATO diventati operativi dopo il fallimento dei negoziati dovuto all'intransigenza del governo di Roma.
Sono stati bombardate Roma, Firenze e Napoli. I ponti sul Tevere e sull'Arno, gli stabilimenti Fiat di Cassino e Termoli sono stati colpiti in quanto obiettivi strategici. Da alcune ore stanno bruciando gli stabilimenti petrolchimici di Gela e Sicuracusa. Al momento pare che le centrali dell'Enel di Civitavecchia e Terni siano state distrutte dai bombardamenti chirurgici. Due pullman di pellegrini che tornavano dal Giubileo sono stati colpiti dai missili lanciati da un aereo della NATO. Il comando NATO ha parlato di spiacevoli effetti collaterali.
4. Buongiorno, ad anno dai bombardamenti si riscalda il clima per le prossime elezioni presidenziali e politiche nella repubblica italiana. Ieri sera il Dipartimento di Stato americano le cancellerie dell'Unione Europea hanno mandato un chiaro messaggio alla popolazione italiana: se voterete per I attuale presidente Inciampi, l'Italia continuerà ad essere sottoposta all'embargo totale. Nel documento è precisato che i prodotti energetici dall'estero potranno arrivare esclusivamente nelle città governate dall'opposizione.
La VI flotta statuinitense ha inviato una portaerei nel Mar Tirreno mentre esercitazioni militari congiunte tra forze armate della Lombardia, del Veneto e della NATO sono in corso nell'oltrepò pavese.
Il New York Times e le Monde rivelano che il Congresso USA e la Commissione Europea hanno stanziato rispettivamente 80 e 90 milioni di dollari per la campagna elettorale dell'opposizione guidata dal suo leader Bernasconi.
5. Buonasera, ancora teso il clima alla vigilia delle elezioni. I nostri corrispondenti riportano la notizia che nelle regioni amministrate dai partiti dell'opposizione non verranno allestiti i seggi elettorali.
I sostenitori dell'attuale governo si stanno organizzando per allestire dei seggi di fortuna nei negozi o addirittura in case private.
Gli osservatori internazionali rilevano che nonostante tutto ciò in queste regioni la situazione è tranquilla e tutto si svolgerà regolarmente mentre è più preoccupante nelle altre città dove esiste il pericolo dei brogli da parte dei sostenitori dell'attuale presidente Inciampi.
6. Buonasera per il giornale radio. Sono le ore 20.00. Tra due ore si chiuderanno i seggi ed inizierà lo spoglio delle schede per le elezioni politiche e presidenziali nella Repubblica Italiana, ma il leader dell'opposizione Bernasconi ancora prima delle chiusura dei seggi ha già dichiarato di aver vinto queste elezioni. Ha convocato già da ora i suoi sostenitori in Piazza Montecitorio per impedire che i brogli producano un risultato diverso da quello previsto e già annunciato in tutte le capitali europee.
7. Buongiorno, lo scrutinio delle schede elettorali si è concluso questa notte e i risultati non sembrano poter assegnare la vittoria al primo turno a nessuno dei due candidati. Si andrà dunque al ballottaggio.
Si registra però una dichiarazione rilasciata dal leader dell'opposizione nella conferenza stampa appena conclusa, secondo cui il risultato è chiaro e dimostra che è lui ad aver vinto e che non c'è bisogno di andare al ballottaggio. Intorno alle ore 15.00 i sostenitori di Bernasconi sono riusciti ad entrare in massa dentro Montecitorio vincendo la resistenza del cordone di carabinieri posti a presidio del Parlamento. I corrispondenti della CNN affermano che alcuni carabinieri hanno cominciato a fraternizzare con i manifestanti.
Il dipartimento di Stato americano e la Commissione Europea riconoscono il risultato dichiarato dal leader dell'opposizione Bernasconi e affermano che l'attuale presidente Inciampi deve dare immediatamente le dimissioni.
In un documento approvato al vertice europeo in corso a Parigi, i ministri degli esteri dell'Unione Europea hanno dichiarato che nella Repubblica Italiana è tornata la democrazia.
8. Buongiorno per l'appuntamento del giornale radio. Il nuovo corso democratico nella Repubblica italiana comincia già a prendere le prime iniziative. L'ex leader dell'opposizione e attuale presidente ha invitato i Savoia a rientrare in Italia. Il paese ha bisogno di riconciliazione nazionale ha dichiarato alla stampa.
Ieri si erano riuniti gli economisti fino a pochi giorni fa costretti all'opposizione ed oggi nella nuova maggioranza di governo. Dalle indiscrezioni trapelate, i consiglieri economici della nuova presidenza affermano la necessità di una terapia d'urto per riportare l'Italia dentro la comunità internazionale e il mercato mondiale.
E' stata annunciata la vendita della Fiat alla Renault. Il piano d'impresa prevede la riduzione degli organici di almeno 23.000 dipendenti.
E' stata approvata la legge che consente l'apertura totale agli investimenti esteri, mentre in accordo con il Fondo Monetario Internazionale è stata decisa la privatizzazione degli ospizi, degli argini e dei ponti sul Tevere e delle scuole materne con meno di 800 bambini.
E' stato inoltre affidato alla banca d'affari Goldman Sachs l'incarico di trovare acquirenti per la gestione del Colosseo e del Foro Romano. Per gli scavi di Ostia Antica si è già fatta sotta una cordata internazionale guidata dalla banca d'affari Lehman Brothers in cui ha un peso rilevante il finanziere benefattore George Soros.
9. Buonasera per il giornale radio. Oggi sono passati dieci anni dalla svolta democratica della Repubblica Italiana avvenuta dopo anni di guerra e di isolamento da parte della comunità internazionale.
Questa mattina a Parigi la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha reso noto un rapporto sull'andamento del PIL italiano negli ultimi dieci anni: la ricchezza prodotta dal paese è diminuita del 19%. Il numero di disoccupati è salito a circa 6 milioni mentre le organizzazioni del volontariato denunciano il boom dei bambini di strada che sfiorano ormai i 400.000 facendo la gioia dei pedofili in tutta Europa. In questi dieci anni quasi 4 milioni di italiani sono emigrati all'estero.
In una nota aggiuntiva del Commissario europeo Pisher, si rileva come dieci anni fa in Europa ci fossero 28 stati ed ora ce ne siano 57 ma di cui solo 11 hanno una popolazione superiore ai 10 milioni di abitanti.
In una intervista al Wall Street Journal, il presidente della multinazionale tedesca Bekembauer ha dichiarato "Oggi investire in questi nuovi paesi europei è molto più vantaggioso di dieci anni fa".
Per il giornale radio è tutto, buona notte a tutti.
TUTTO QUESTO E' VERAMENTE ACCADUTO; E' ACCADUTO IN QUESTI MESI A POCHE CENTINAIA DI CHILOMETRI DA NOI, SULL'ALTRA SPONDA DEL MAR ADRIATICO IN UN PAESE CHE SI CHIAMAVA REPUBBLICA FEDERALE DI JUGOSLAVIA.
II riferimento a fatti e personaggi è puramente casuale e frutto di fantasia.
(a cura del Coordinamento Romano per la Jugoslavia, aprile 1999)
AVNOJ ponovo zasjeda u Jajcu
Tivat - Tivatska NVO "29. 11. 43", odnosno "Generalni konzulat SFRJ", u saradnji sa podgoričkom turističkom agencijom "Sky Tours" organizuje putovanje jugonostalgičara u Jajce gdje će 29. novembra biti otvoren obnovljeni Muzej AVNOJ-a...
http://komunisti.50webs.com/konzukatsfrj1.html
https://www.cnj.it/valori.htm#avnoj
2007: Il restauro dell'edificio dove si tenne la II Seduta dell'AVNOJ
---
http://komunisti.50webs.com/jbtbihac3.html
65 godina 1. Zasedanja AVNOJ-a i Bihaćke republike
U Bihacu je 26 - 27 novembra 2007.godine svecano proslavljenja 65 godisnjica AVNOJ i Bihacke republike u organizaciji Drustva J.B.Tito iz Bihaca. Proslavi su prisustvovali predstavnici svih republickih drustava koje nose Titovo ime i niz drugih drustvenih i politickih organizacija.Ucesnici proslave su prvo u svecanoj setnji prosli gradom i s paznjom posmatrali izlozbu slika i dokumenata iz tog perioda koje na panoima su bile postavljene na zidovima kuca i ograda na svim prometnim mestima u gradu. Zatim je izvrseno polaganje venaca i cveca zrtvama fasizma na partizanskom Spomen obelezju u Boricima. U Svecanoj sali Skupstine opstine odrzana je promocija treceg izdanja knjige istarskog prvoborca Vitomira Grbeca " U Titovoj pratnji". V.Grbac je celo vreme rata bio borac prateceg bataljona Vrhovnog staba NOV i POJ. Zavrsna svecanost odrzana je u prepunoj sali Doma kulture u Bihacu pod nazivom " Biscu budi nam kolevkom..."
Clanovi republickih odbora drustava J.B.Tito su se tokom proslave dogovorili o narednim zajednickim akcijama. A prva je vec proslava AVNOJ u Jajcu gde je ,inace, zajednickim naporima Saveza boraca i udruzenja Tito svih republika obnovljen Muzej AVNOJ-a.
Proslavi je prisustvovala i delegacija Drustva za istinu o NOB i Jugoslaviji i Centra Tito iz Srbije (S.Mirkovic i O.Kisic). Na svecanosti u Skupstini opstine domacine i goste pozdravio je kracim govorom u ime Drustva i Centra general Mirkovic.O.Kisic je odrzao niz razgovora sa ucesnicima proslave o zajednicom delovanju na polju kulture i knjizevnosti.
Pres sluzba Centra Tito
http://komunisti.50webs.com/bihac.html
Udruženje Josip Broz Tito – Naša Jugoslavija Bihac
Poziv svim Antifašistima
---
http://komunisti.50webs.com/centartito29.html
Saopštenje Centra Tito povodom 65 godišnjice formiranja AVNOJ
Srbija, svet i AVNOJ
Pre 65 godina u Bihaću je 26 – 27 novembra 1942. formiran AVNOJ ( antifašističko veće narodnog oslobođenja Jugoslavije) kao najviši organ narodne vlasti u okupiranoj Jugoslaviji . U njega su ušli predstavnici svih jugoslovenskih naroda i narodnosti i socijalnih slojeva. U tom trenutku Bihać je bio centar velike slobodne teritorije (veće nego današnja Švajcarska) i putokaz ka slobodi porobljenim narodima širom Evrope i sveta.
AVNOJ je najviša politička i civilizacijska kota koju smo dosegli u našem uspinjanju ka vrhovima ljudske slobode, jednakosti i bratstva, odakle su nas SAD svrgle l991 . i gurnule u podnožje gde smo bili 1941. Srbija i Srbi, kao prostorno najveća zemlja i najbrojniji narod u Jugoslaviji, dali su i najveći doprinos i žrtve u formiranju AVNOJ ali stekli tom borbom i najveca prava i slobode. Srbi su, valjda, jedini narod na svetu koji 1945., ima status konstutivnog naroda u tri države: pored Srbije, jos i u Hrvatskoj i BiH.
AVNOJ je na do tada najboji način u svetu uredio i međunacionalne i verske odnose sa nacionalnim manjinama (Albanci,Mađari itd.) čime je ogromna većina albanskog i mađarskog stanovništva bila zadovoljna. Zato je AVNOJ i danas aktuelan za nas. Ne treba nam primer Hongkonga ili Alandskih ostrva da rešimo pitanje Kosova i odnose sa nekadasnjim jugoslovenskim republikama. Imamo za to primer AVNOJ.
Bihać je jedna od civilizacijskih kota i celog čovecanstva. Tu je počelo rađanje jednog novog, boljeg ljudskog društva čija je suština neposredna vlast naroda i jednakost i bratstvo svih ljudi na planeti. AVNOJ nije ništa izgubio od svoje političke aktuelnosti. Vec danas mnoga rešenja i tekovine EU i drugih političkih integracija u svetu imaju koren u Bihacu i Jajcu.
Porođajne muke tog novog, socijalističog drustva jos traju ali ono dolazi. Kada se rodi u njegovoj krštenici kao mesto rođenja stajaće Bihać, Jugoslavija.
Stevan Mirković, predsednik centra Tito i general u penziji
Cosa succederebbe in Italia se un pregiudicato romeno ubriaco investisse sulle strisce una signora italiana con due bambini e la riducesse in fin di vita? La risposta è facile, diverrebbe in un lampo prima notizia su tutti i media e molti sciacalli sarebbero pronti a organizzare fiaccolate, a chiedere mano dura, espulsioni e a fare passeggiate vestiti come Humphrey Bogart. Cosa succede se avviene il contrario? Questa settimana ne abbiamo avuto una ATROCE dimostrazione pratica. E i media italiani ne escono in maniera vergognosa.
La storia, nella sua crudezza, è semplice. Il giorno 20 novembre in pieno giorno, nella città di Roma, la cittadina rumena Marinela Martiniuc, 28 anni, attraversava sulle strisce nei pressi di una scuola. Spingeva una carrozzina con suo figlio Elias di appena quattro mesi e teneva per mano sua nipote Adina di 12 anni.
Sono stati spazzati via da un'auto guidata da un cittadino italiano, in evidente stato di ebbrezza, e appena uscito di galera. Il neonato è stato sbalzato a 20 metri di distanza, la piccola Adina ha avuto multiple lesioni alle gambe. La signora Martiniuc è stata per 24 ore incosciente ed in pericolo di vita. Tutt'ora è ricoverata in condizioni critiche.
Nessun giornale o gr o tg ha ritenuto opportuno diffondere la notizia. Questa è stata diffusa oggi, cinque giorni dopo, solo in una lettera inviata da Anna Maffei, presidente dell'Unione cristiana evangelica battista italiana, pubblicata dal quotidiano Il Manifesto.
Maffei invita a una riflessione sul ruolo dei media nella costruzione del clima di insicurezza e di crescente intolleranza e xenofobia fra la gente comune. Ha ragione: i media mainstream oramai formano un compatto partito del pregiudizio e utilizzano il loro sterminato potere per diffonderlo ad arte. Per un'elementare regola giornalistica infatti, se i romeni e solo i rumeni (o i rom che per il giornalista medio è lo stesso) sono tutti stupratori, assassini, ladri, autisti ubriachi, l'ennesimo cane che morde l'uomo non deve far notizia. Ma se è l'uomo italiano (pregiudicato e ubriaco) a mordere la cagna rumena, questa non dovrebbe essere una notizia più del suo stereotipato opposto? Non dovrebbe causare scandalo e vergogna che un nostro connazionale abbia ridotto in fin di vita una donna straniera e due bambini?
Sarebbe un triste paradosso, ovviamente, se solo per questo i media facessero un buon servizio all'informazione. La Maffei centra perfettamente il punto. Oggi i media mainstream, manipolando e scegliendo le notizie in maniera intenzionale, rappresentano un generatore di insicurezza sociale, intolleranza e xenofobia. E i giornali italiani che strillano l'investimento (o lo stupro, o l'omicidio) di una cittadina italiana da parte di un cittadino straniero, ma nascondono il caso opposto e sminuiscono sistematicamente i crimini dei quali gli stranieri sono vittime, vanno definiti per quel che sono: razzisti.
Per turpi fini (politici o commerciali che siano) si stanno prestando a mettere in pericolo la convivenza civile in questo paese e stanno giocando con la nostra democrazia. E' tempo che chi ha a cuore la convivenza civile in questo paese chieda sistematicamente loro conto delle loro intenzioni e malintenzioni. Un altro giornalismo è possibile.
Comunicato stampa della Rete nazionale disarmiamoli!