Informazione


Lobby degli esuli: i soldi non bastano mai...

1) Trieste, il pozzo senza fondo dell'IRCI (LINKS)
2) Eppure le attenzioni di lor signori sono rivolte solo alla casa editrice KappaVu
– Laura Matelda Puppini: e i centocinquantamila euro per l'IRCI !?
– Novi Matajur: Kappa Vu e la triste novellipedia
3) Soldi e privilegi: gli esuli mai contenti (di S. Lorenzutti, 17/12/2014)


Le prossime iniziative che raccomandiamo su Giorno del Ricordo e Confine Orientale:

MONFALCONE (GO), lunedì 9 febbraio, ore 20.30 - Sede ANPI - via Valentinis, 84
Terzo appuntamento di informazione storica in occasione della Giornata del Ricordo organizzato dalla sede Anpi di Monfalcone.
“FOIBE E MEDIA” Genesi, sviluppo e affermazione del discorso sulle «foibe» nel recente passato
Marco Puppini e Tommaso Montanari dialogano con Federico Tenca Montini, autore di "FENOMENOLOGIA DI UN MARTIROLOGIO MEDIATICO.
Le foibe nella rappresentazione pubblica dagli anni Novanta ad oggi" (Kappa Vu, 2014).
https://www.facebook.com/events/318417275014973/

BOLOGNA, martedì 10 febbraio, ore 15.30 - Aula 3 della Facoltà di Economia - Piazza Scaravilli
Incontro “E ALLORA LE FOIBE?! Revisionismo di Stato e bombardamento mediatico”
Con gli interventi di Claudia Cernigoi, giornalista e ricercatrice storica; A. D'Orsi, storico dell'Università di Torino; Federico Tenca Montini, autore del libro "Fenomenologia di un martirologio mediatico".
Evento promosso da Jugocoord - Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus e con il supporto di Noi Restiamo, Partito Comunista d'Italia, Rete dei Comunisti, Associazione Il Manifesto in rete, Sinistra Classe Rivoluzione, Sempre in Lotta
https://www.cnj.it/INIZIATIVE/10feb2015.htm#bologna

PARMA, martedì 10 febbraio, ore 20.45 - Cinema Astra
Incontro "FOIBE E FASCISMO. 2015 - Decima edizione"
Alle 21.00 conferenza "Resistenza, revisionismo, rovescismo" di Angelo D'Orsi, storico dell'Università di Torino
Con gli interventi musicali di Crtomir Siskovic al violino e Simona Mallozzi all'arpa.
Alle 21.30 filmato "Pokret" di G. Calisti
Alle 22.00 conferenza "Foibe tra storia e mito" di Claudia Cernigoi
Evento promosso da Anpi, Anppia e Comitato Antifascista e per la memoria storica
https://www.cnj.it/INIZIATIVE/parma_iniziative.htm#100215

AREZZO, martedì 10 febbraio 2015
alle ore 21:00 presso il Centro giovani “Onda d'urto”, via F. Redi
FOIBE: IO RICORDO...TUTTO!! La verità contro il revisionismo storico
Ne parliamo con: Davide Conti (storico e autore di “L'occupazione italiana dei Balcani”)
Presentazione della mostra “Testa per dente”
A seguire serata punkrock con "Na Juriš!"
Promuovono Coordinamento Antifascista Antirazzista Toscano - Arezzo, Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS

COLLEGNO (TO), mercoledì 11 febbraio 2015 - presso il Circolo ARCI Asylum, Via Torino 9/6
E ALLORA LE FOIBE ?!
Introduce Valentina Sileo (Red House) - Interviene Eric Gobetti (storico)

PIERIS, venerdì 13 febbraio, ore 18.00 - Sede Municipale (sala consigliare 2°piano) – Largo Garibaldi, 37
Incontro "IL GIORNO DEL RICORDO e il superamento dei confini psicologici"
Con gli interventi di Livio Dorigo, Presidente Istro-Veneta "Istria", e di Biagio Mannino, politologo
Evento promosso dall'Assessorato alla Cultura del Comune di San Canzian d'Isonzo in collaborazione con la sezione di San Canzian dell'Anpi.

RESCALDINA (MI), Sede ANPI, via Matteotti 56
Dopo l'inaugurazione di sabato 7, fino a venerdì 13 febbraio è operativa la mostra "TESTA PER DENTE, crimini fascisti in Jugoslavia 1941/1945. Immagini e testi dai territori occupati e dai campi di concentramento italiani per civili slavi". Orari di apertura 15.30-17.30.


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Trieste, il pozzo senza fondo dell'IRCI 

LINKS:

Il museo fantasma sulle foibe (Fausto Biloslavo - Gio, 09/02/2012)
A Trieste procede tra ritardi e polemiche l’allestimento della "casa" della civiltà istriana, fiumana e dalmata. Per il "Giorno del ricordo" siamo entrati nelle sale già pronte, tra oggetti d’epoca, foto e una cavità carsica ricostruita... 
http://www.ilgiornale.it/news/museo-fantasma-sulle-foibe.html

Giallo all’Irci, scomparso un assegno (di Fabio Dorigo, 15 novembre 2014)
La presidente Vigini allerta i revisori dei conti dell’Istituto di cultura istriana. All’origine il cambio di conto corrente bancario... un assegno circolare da migliaia di euro - si parla di 25mila - sparito...
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/11/15/news/giallo-all-irci-scomparso-un-assegno-1.10309686

Irci, giallo dell’assegno. Il tesoriere: «Ho agito nell’interesse dell’ente» (di Piero Rauber, 17 novembre 2014)
Nedoch: «Operazione a garanzia della liquidità dell’Istituto». Oggi in programma l'incontro tra i revisori e il direttivo della presidente Vigini...

Irci, finisce in Procura l’assegno sparito (di Fabio Dorigo, 18 novembre 2014)
Confermati gli ammanchi di denaro. Ritirate le deleghe al tesoriere, che si è dimesso. "Effettuato un versamento non autorizzato a un soggetto non conosciuto. Dopo una diffida, la somma ora è in via di recupero"... il tesoriere Stefano Nedoh, dipendente regionale, ex assessore al Bilancio di Duino oltre che presidente del collegio dei revisori dei conti in diverse realtà (dall’Associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia ai Giuliani mondo per finire con gli Amici della Contrada)...
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/11/18/news/irci-finisce-in-procura-l-assegno-sparito-1.10329284

Caso Irci «Qui serve un’operazione mani pulite» (di Fabio Dorigo, 18 novembre 2014)
L'intervista. Masau Dan difende l’operato del presidente Chiara Vigini: ha avuto il coraggio di andare fino in fondo... "L’Irci è un posto davvero dove regna la politica." Non ci sono solo idealisti? "Non ci sono affatto solo persone idealiste. Ci sono scontri in atto di due visioni del mondo e dell’Irci..." A che punto è il museo della civiltà istriana? "Il museo è pronto. Il progetto del museo è fatto. Lo presentiamo ai primi di dicembre." Un po’ in ritardo... "È vero. Volevamo inaugurarlo prima, ma il museo è pronto. A me dispiace solo che ora ne esce un’immagine torbida dell’istituto..." 

Irci, assegno “riemerso” in un magazzino (di Laura Tonero, 20 novembre 2014)
Con i 25mila euro mancanti, acquistato all’asta un magazzino in via del Ghirlandaio intestato a una cittadina africana...
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/11/20/news/irci-assegno-riemerso-in-un-magazzino-1.10341351

«Nedoh dal dentista con i soldi dell’Irci» (di Laura Tonero, 21 novembre 2014)
Dopo i primi controlli, gli ammanchi ammontano a 28mila euro ... Il magazzino comprato dai titolari del Bar Cristallo... 

Irci, mancano 180mila euro. Fondi regionali in ritardo (di Fabio Dorigo, 13 dicembre 2014)
I soldi del mutuo decennale per il museo bloccati dalla documentazione incompleta...
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2014/12/13/news/irci-mancano-180mila-euro-fondi-regionali-in-ritardo-1.10484569


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Sulla crociata contro la casa editrice KappaVu si vedano anche:

Non-notizie / 8: MILIONI DI EURO PER LA PULIZIA ETNICA

Iniziativa a sostegno della KappaVu

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4 dicembre 2014 alle 16:13

In attesa di leggere che nuovo inventato “reato” verrà attribuito, da destre e dintorni, ad Alessandra Kersevan, ora definita “riduzionista delle foibe” (cfr. articolo qui ripreso da Il Giornale), credo sia interessante guardare un po’ i dati sui contributi elargiti dalla regione ad enti culturali, riportati in: Messaggero Veneto del 3 dicembre 2014. Veramente credevo si trattasse di contributi per pubblicazioni in lingua friulana, ma confesso che non sono poi molto informata. Quello che però mi ha colpito è l’ammontare del contributo all’Istituto Regionale per la cultura istriano- fiumano -dalmata, 150.000 euro, dico, centocinquantamila euro, (Anna Butazzoni, Scontro in regione sui bonus di Natale, in Messaggero Veneto, 3 dicembre 2014) e mi sono detta che a molti avrebbero fatto comodo se si deve dar ascolto a quanto è stato pubblicato dal Messaggero Veneto, negli ultimi mesi sulla carenza di fondi per la cultura anche di qualità, in regione, e da quanto si sente, si vede e viviamo. Quello che sconcerta, è che, se si entra nel sito di detto Istituto, si nota (come del resto dalla denominazione), che si occupa di storia dell’Istria, di Fiume e dintorni e della Dalmazia – per ora non pare annessi al Friuli Venezia Giulia, anche se c’è chi lo vorrebbe – attraverso la pubblicazione di libri. Pare però che alcuni contributi siano vincoli ereditati, e vorrei sapere se anche questo. E se ho capito male prego di rettificare. E scrivo questo senza voler offendere nessuno, ma solo come constatazione. Inoltre vorrei sapere se Ncd e Piccin, che accusano la giunta Serracchiani di aver diviso i fondi tra “gli amici degli amici “ (Anna Butazzoni, op. cit.), con che prove non si sa, (anzi lo vorrei proprio sapere), ritengano che fra gli stessi vi sia anche detto Istituto. A proposito del Pdl o F. I., ricordo, poi, che nel febbraio 2012 rappresentanti di detto partito accusavano Honsell di fare discorsi troppo a sinistra per il 25 aprile, su che base non si sa, e volevano due feste del 25 aprile. Comunque, per fortuna kappa vu, che ha coeditato le memorie di Romano Marchetti, Da Maiaso la Golico, dalla Resistenza a Savona, una vita in viaggio nel’900 italiano, (a cura di Laura Matelda Puppini) 2013, che nulla ha a che fare con il confine orientale ecc. ha avuto 20.000 euro, per pubblicazioni in friulano. Laura Matelda Puppini

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Novi Matajur, n.47 (1875), 10/12/2014

Kappa Vu e la triste novellipedia

Dobbiamo ammetterlo: ci sentiamo un po’ traditi. Nelle ultime uscite con cui il consigliere regionale Novelli si è conquistato un certo spazio mediatico non abbiamo trovato nessun attacco alla minoranza slovena della provincia di Udine. Può essere che abbia deciso di uscire da un certo provincialismo. Di certo ha mantenuto il suo stile ineffabile che gli è valso la medaglietta di portabandiera degli anti-sloveni. Ora però il suo obiettivo è far togliere un contributo regionale di 20mila euro (poco più di due delle sue mensilità lorde da consigliere) al friulano. Per la precisione alla casa editrice Kappa Vu, da sempre (piaccia o meno) fra le realtà più attive nella promozione della lingua minoritaria più parlata in Regione. Il motivo? Ha letto su Wikipedia che la direttrice di Kappa Vu, Alessandra Kersevan, sarebbe una ‘negazionista’ delle foibe e con grande nonchalance ha tirato in ballo pure la Shoah. Ma Wikipedia proprio nelle pagine dedicate alla Storia è l’esempio più lampante del fallimento della (pur affascinante) teoria della democrazia della conoscenza. Mentre tanti attivisti di estrema destra su quel portale sono costantemente impegnati a modificare le voci stravolgendo la realtà dei fatti, Kappa Vu, da anni, pubblica ricerche documentate e metodologicamente ineccepibili. Nelle quali non si nega nessuno degli eventi tragici della seconda guerra mondiale. Neanche i crimini compiuti dall’Italia fascista in Slovenia. Semmai, essendo appunto documentati, sono testi che inducono a rivedere in modo critico tante delle mistificazioni che sono state portate avanti negli ultimi anni e che hanno fatto la fortuna di tanti politici alla Novelli. Il problema è che leggerli è un po’ più faticoso che guardare un teatrino o consultare Wikipedia. Essendo un po’ idealisti, noi però ci aspettiamo che chi ricopre incarichi di una certa importanza (no, non Novelli, ma ad esempio l’assessore Torrenti che ha dichiarato di condividere lo spirito dell’uscita del consigliere forzista) lo faccia lo stesso. Magari prima di dare credito a quanti citano come fonte Wikipedia. (ab)


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Comunicato stampa

Soldi e privilegi: gli esuli mai contenti

17 dicembre 2014


Soldi e privilegi: gli esuli mai contenti

Leggo in continuazione dei problemi degli esuli che anche a 60 anni di distanza non si mettono ancora d' accordo sui soldi e su altre questioni. Pare che continuino con le dispute di campanile come quando erano a casa loro in Istria. Dure a morire le tradizioni paesane, specialmente quelle dei contadini, ma date ascolto al vecchio ma sempre valido detto romano: "PACTA SERVANDA SUNT".

Una volta firmato un accordo vi si deve tener fede o si passa per imbroglioni che non rispettano i patti. Certo che i soldi non bastano mai, ma tra quelli che vi deve lo stato italiano che li ha ricevuti da Tito gia' nel 1948 e quelli che hanno versato la Slovenia e la Croazia, sempre allo stato italiano, non e' che potete proprio lamentarvi troppo. Se poi voleste fare uno sforzo di memoria potreste aggiungervi la famigerata Legge 336 di Andreotti a favore del settore pubblico con particolare privilegio per i profughi ed i loro figli, il punteggio privilegiato per gli esuli nel settore pubblico, stato e para stato, che e' ancora oggi in vigore per i loro nipoti.


E gia' che ci siamo aggiungiamoci pure il punteggio di favore per l'assegnazione delle case popolari, i villaggi carsici a bassissimo affitto con conseguente riscatto agevolato. E cos' altro vorreste ancora dallo stato? Imponetevi contro le beghe di bassa macelleria fomentate ad arte da alcuni vostri capi popolo che altro non sanno fare pur di poter rimanere sulla scena pubblica e su quella politica. Non vi pare che sia ora di finirla a 60 anni dall' esodo e di diventare cittadini normali a tutti gli effetti? E gia' che ci siamo quando leverete dal vostro museo quella indecorosa dicitura di "civilta' istriana" ? Ma quando mai si e' parlato, scritto o studiato di una civilta' istriana o dalmata che sia? Ma colui che si e' inventato un tale sproloquio ha mai pensato a cosa vuol dire civilta'? Basterebbe sbirciare un dizionario commentato o consultare un' enciclopedia e per i piu' moderni ficcanasare in Wikypedia e leggere cosa si dice a riguardo di "civilta'" per capire che di civilta' l' Istria e la Dalmazia non hanno nulla di specifico, perche' tale supposta civilta' non sussiste. Si puo' solo fare riferimento generico alla civilta' contadina, rurale o di pescatori che sono comuni a tutto il, mondo rurale come insegnava gia' negli anni '30 il grande etnologo francese Levi' Strauss.


Cosa hanno questi contadini, pescatori di speciale rispetto al resto del mondo? Suvvia un po' di serieta' s'impone. Certamente con "civilta'" si mungono soldi dalla regione come abbiamo visto fare anche quest' anno da una decina di associazioni degli esuli sulle quali campeggia il museo in questione che sarebbe piu' opportuno chiamarlo "della memoria dell' esodo" a ricordo delle sofferenze patite da molti esuli, mentre una loro minoranza ( come sempre accade nelle grandi disgrazie ) se ne e' avvantaggiata alla grande. E non e' certo qui il caso di farne un elenco, tanto sicuramente li conoscete meglio di me. E per correttezza ricalcolate il numero degli esodati. Quando ero giovane, gia' allora il numero sembrava esorbitante stante gli abitanti dell' Istria, e si parlava prima di 200.000 e qualche anno dopo di 220.000 unita'.


Ora si va declamando di 350.000 persone, ma dove vivevano queste masse italiane? in quale Istria e Dalmazia? Andando avanti di questo passo l'Istria risultera' esser stata una zona sovra popolata, con elevatissima densita' abitativa! Vi ricordate della falcidia che mieteva la dissenteria tra i bambini ed i vecchi? Ci volle la presenza delle Coop. Op. di Trieste, Istria e Friuli che nel 1904 cominciarono a vendere latte sterilizzato e l' apertura dell' acquedotto austriaco del 1908 che porto' acqua potabile nei paesi dell' interno per far cessare quel flagello di mortalita'. Avete mai letto i censimenti austriaci cosa dicono circa la popolazione all' inizio del '900 ? Come si possono allora sparare balzane del genere se non che per commuovere e mungere un qualcosina in piu'? Poveri noi se questo e' un segno di "civilta'"!

Sergio Lorenzutti



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(english / castellano / italiano)

Sport e musica nell'Ucraina nazi-europeista

1) Viaggio tra i tifosi di Kiev dove cova ancora il fuoco (I. Morani, S. Garzillo)
2) Ukraine requests FIFA to reconsider the ban of SS & other far right symbols & gestures by fans 
3) Ucraina, la milizia nazionalista con dentro nazi ed ebrei (J. Evangelista)
4) BREVI:
– Squadristi al concerto della cantante Ani Lorak, accusata per aver ricevuto dei premi in Russia per la sua carriera
– Capitan del FC Chernomorets Odessa se negó a ponerse la camiseta con la inscripción "Gloria al ejercito ucraniano": yo no soy un fascista
– A Kiev gruppo di tifosi francesi assalito e picchiato da una folla di numerosi tifosi della squadra dell'oligarca Kolomojskij
– A Mariana Naumova è stato tolto il titolo di Maestro dello Sport di Ucraina per aver visitato il Donbass



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DA “EXTRATIME-GAZZETTA DELLO SPORT”

ULTRÀ UCRAINA


VIAGGIO TRA I TIFOSI DI KIEV

DOVE COVA ANCORA IL FUOCO


In curva con quelli della Dinamo, gli Azov, paramilitari di estrema destra: «Ora uniamo le nostre forze per una battaglia ben più importante, quella contro i miliziani filorussi»

ILARIA MORANI E SALVATORE GARZILLO

In curva sono tutti in piedi, anche i reduci di guerra che si reggono alle stampelle di legno. Le braccia si agitano seguendo i passaggi di quelli della Dinamo che allo Stadio Olimpico di Kiev il 22 settembre giocano contro il Volyn Lutsk. Una gara senza sorprese: 5 gol, 4 della squadra di casa e vittoria facile. I soli a restare immobili e rigidi sui gradini sono tre ragazzi grossi come rugbisti col passamontagna calato sul volto che stringono una cassetta su cui campeggia il logo del battaglione Azov, una N tagliata verticalmente da una I [a indicare la svastica]: «National Idea», slogan che racconta molto della loro visione politica.


Da Majdan all’Olimpico

Anche allo stadio si raccolgono offerte per sostenere i soldati nell’est. E l’Azov è un gruppo paramilitare con pochi finanziamenti da parte del governo, ma con tanti amici, specie sugli spalti. In buona parte l’Azov è composto proprio da chi va allo stadio ogni settimana, si è battuto in piazza Maidan a febbraio e crede nel nazionalismo dell’Ucraina a costo di impugnare le armi e partire per la prima linea. Andriy Korenivskii non ha visto nessuno dei gol: per 90’ ha guardato gli spalti appoggiato alla balaustra a bordo campo, agitando il microfono come fosse la bacchetta di un direttore d’orchestra. Da anni è il leader degli ultrà della Dinamo che ha addestrato a rispondere ai suoi comandi allo stesso modo di un generale coi suoi soldati. Sembra un gigante, ma solo fino al fischio finale. Poi, quando lo stadio si svuota, torna a essere un uomo qualunque di 33 anni, con i conti da far quadrare a fine mese e il desiderio di una famiglia.

«Ma almeno ora la mia fedina penale è pulita», ride. «Dopo i fatti di Maidan i miei reati sono stati cancellati. C’è stata una sorta di amnistia per chi si è distinto nella protesta e io sono stato uno dei migliori. Sono pronto a dare una mano al mio Paese in un altro modo, anche arruolandomi ». In Ucraina calcio e guerra non sono molto distanti. Sugli spalti della Dinamo spuntano bandiere rossonere di Pravi Sektor (Settore Destro), il gruppo di estrema destra in piazza a Maidan, in prima linea nell’est. Nessuno, al sicuro nella curva, nasconde le proprie simpatie: saluti romani, cori, strette di avambraccio e loghi sulle felpe non lasciano dubbi. C’è un ragazzo che indossa una cintura con la fibbia del «Fronte veneto skinheads». «Siamo in contatto con Casa Pound e altri camerati», racconta Andriy. «Molti di noi sono stati in Italia per raduni organizzati dai movimenti di destra. Abbiamo buoni rapporti anche con alcune tifoserie italiane, ma sono molto diverse da noi. Gli ultrà della Dinamo si sono uniti meno di 10 anni fa, siamo ancora giovani non possiamo paragonarci ai gruppi italiani con una lunga storia alle spalle- «Posso solo dire che c’è gente nella tifoseria che vorrebbe morti quelli di Mosca, compresi i tifosi. Credo che questo renda l’idea» (…)



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FIFA rejected Ukraine’s request to reconsider the ban of SS & other far right symbols & gestures by fans in 2013. Now Ukraine has appealed to UEFA citing a ‘National Liberation Struggle’:

“Oleksandr Hlyvynskyi, press attaché of Ukraine’s national football team, has asked UEFA for permission to use “SS-Galicia” logos Hlyvynskyi said this during a roundtable discussion on the subject “The patriotic dimension of football: Fan culture.”

Hlyvynskyi denies the use of Nazi symbols at Ukrainian stadiums, as previously alleged by international organizations, in particular FARE (Football Against Racism in Europe).

According to the press attaché, in a situation where “Ukraine is conducting a national-liberation struggle,” slogans such as “Glory to Ukraine!” “Glory to heroes!” “Ukraine above all,” and “Glory to the nation” are simply perceived differently.

"We have yet to win back our symbols and to uphold them. These are the trident and the blue-and-yellow flag, Roman Shukhevich and Stepan Bandera, because we still have to argue that they are not fascists," he said.”

http://en.ukraina.ru/news/20141126/1011293822.html

Monitoring discriminatory signs and symbols in European football – a guide to Commonly displayed far-right signs and symbols – includes SS symbology under ‘Runes’.

http://www.farenet.org/wp-content/uploads/2014/08/Monitoring-discriminatory-signs-and-symbols-in-European-football.pdf

Football: FIFA uphold Ukraine racism ban

Nov 2013 - Agence France-Presse: “FIFA on Wednesday said they had thrown out an appeal by Ukraine against a stadium ban imposed in the wake of racist incidents during their 2014 World Cup qualifying campaign.

In a statement, global football’s governing body said an appeal hearing upheld in its entirety a decision handed down by the FIFA disciplinary body on September 27.

As a result, fans will be banned from Ukraine’s first home game when the 2018 World Cup qualifiers kick off in 2016.

Ukraine are also barred from playing any of their 2018 World Cup qualifiers in the Arena Lviv, scene of the incidents.

On September 6, during a qualifier against minnows San Marino, Brazilian-born Ukraine player Edmar faced racist taunts by his own team’s fans, who also made Nazi salutes and displayed SS symbols.

"The offensive and discriminatory actions of a group of Ukrainian supporters were shameful and a clear breach of the FIFA Disciplinary Code," FIFA said.

Ukraine were also fined 45,000 Swiss francs (36,500 euros, $49,460) by FIFA, and warned that their fans’ future conduct would be squarely in the spotlight.

"FIFA is committed to fighting all forms of discrimination in football and works closely with its member associations around the world to educate and inspire a message of equality and respect," FIFA said.

The governing body has stepped up its anti-racism efforts, in March 2013 creating a specific task force to battle the problem.

"FIFA also insists on strict punishments to send out a strong message that discrimination has no place in the game," FIFA said.”

http://www.globalpost.com/dispatch/news/afp/131127/football-fifa-uphold-ukraine-racism-ban

The Guardian 2011:

A Uefa-sponsored investigation has uncovered nearly 200 serious hate crimes at recent football matches in Poland and Ukraine, heightening fears that the 2012 European Championship finals could be marred by racist incidents.

The report, which was compiled by the Uefa-sponsored East European Monitoring Centre, discloses disturbances including antisemitic chants and banners, hooligans abusing their own team’s black players and violent attacks against anti-racist groups.

The report will be released on Sunday, 15 months before the two countries host Euro 2012 and a week after an international match between Poland and Lithuania ended with clashes between supporters and police. There have been 133 reported incidents in Poland over the 18 months, according to the report, 56 of which related to the open display of racist or fascist symbols.

In March 2010, at a first division match between Polonia Warszawa and Arka Gdynia, hooligans unfurled one banner featuring a Totenkopf skull and crossbones symbol identical to that used by the Nazi SS, and displayed another which read: “Stop Islamizacji Europy” (“Stop Islamisation of Europe”).

Black players in Poland have experienced hostility at many grounds and there have been 20 reported “anti-black” hate crimes, according to the report. Supporters of Lechia Gdansk demanded last year that the Brazilian Luiz Carlos Santos Deleu be the last black player at the club, according to the report.

There were 36 reported antisemitic incidents at Polish football matches. One of the most shocking took place during a third division derby between Stal Rzeszow and Resovia Rzeszow. Resovia fans exhibited a giant banner showing a silhouette of a man wearing a characteristic yarmulke in the blue and white colours of Israel. Another banner was displayed above the caricature, carrying the words: “Death to hook noses”.

While Ukraine has had fewer – 62 – serious hate crimes reported at football matches, it has seen some of the most violent incidents. In August 2010, around 30 Arsenal Kyiv supporters, known for their left-leaning views, were attacked by 50 neo-Nazi fans of Dynamo Kyiv. The attackers shouted “Heil Hitler” and “white power” and an Arsenal Kyiv fan was stabbed three times in the back. Others suffered multiple injuries.

Uefa’s director of Euro 2012, Martin Kallen, told a conference last week that Polish fans have a “huge image problem”.

Picture: Picture taken in Lviv. Supporters of Karpaty Lviv holding a nazi flag

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Ucraina, la milizia nazionalista con dentro nazi ed ebrei


Figli della rivolta di piazza Maidan, nel Paese stanno proliferando formazioni, gruppi e partiti fascisti e xenofobi. Un reportage da Kiev ci svela il vero volto di Pravy Sektor, un’organizzazione di stampo nazionalista reazionario che al proprio interno ha volontari di differenti origini: fianco a fianco combattono anche russi col mito del Terzo Reich ed ebrei.

di Joshua Evangelista

Scrivi per un giornale comunista?”. Alla sede di Kiev del Pravy Sektor è questa la domanda di rito fatta dai dirigenti prima di rilasciare una qualsivoglia intervista. Perché al Settore destro si guarda con sospetto ai media russi e occidentali “di sinistra”, che “dicono bugie su di noi e ci dipingono a tutti i costi come una formazione neonazista”.

Proprio sul confutare l'etichetta di partito fascista è basata la gran parte della comunicazione politica del gruppo che, se funziona alla grande nell'Ucraina occidentale impegnata nell'edificazione di un nuovo nazionalismo che vada oltre i petroldollari degli oligarchi filorussi, vacilla all'esterno, dove azioni e dichiarazioni dei leader del movimento ricordano fin troppo bene le gesta di colleghi vicini al nostro background storico-politico.

Ad esempio, fanno effetto le ronde antidroga di Odessa, con decine di giovani volontari a volto coperto impegnati a massacrare di botte ipotetici spacciatori per poi legarli e lasciarli in piazza abbandonati al pubblico ludibrio. O l'attacco a Viktor Pylypyshyn, deputato filorusso del Partito delle Regioni, gettato di forza nella spazzatura come “avviso” qualora si fosse ricandidato.

Ma si peccherebbe di ingenuità se si tentasse di tracciare una linea di continuità tra le destre reazionarie che attanagliano l'Europa e questa nuova formazione, così eterogenea nei percorsi politici e culturali dei suoi componenti da creare un unicum nel panorama dei partiti nazionalisti del Vecchio continente.

Come tutti gli altri volontari impegnati a combattere nell'Est separatista dell'Ucraina, anche i membri del Pravy Sektor sono figli del Maidan, di quella grande mobilitazione di piazza che ha per sempre cambiato il destino del Paese. Nel bene o nel male, è ancora presto per dirlo.

“Mentre i manifestanti ballavano e cantavano in piazza Indipendenza, noi gridavamo alla rivoluzione e loro ci guardavano con disprezzo. Poi, quando i poliziotti corrotti di Janukovyc e i cecchini appollaiati sui tetti dei palazzi hanno iniziato ad ammazzarli, si sono accorti del nostro valore: eravamo gli unici a difenderli dalle efferatezza degli assassini in divisa”. 

Ma cosa facevano questi “protettori del popolo ucraino”, come amano definirsi, prima del 19 gennaio 2014, quando i primi morti dei riot cambiarono la connotazione pacifica delle manifestazioni antigovernative ed europeiste?

Una bella fetta della base è data dai supporter organizzati delle squadre di calcio locali, specialmente quelle di Dinamo Kiev, Metalist Kharkiv e Dnipro Dnipropetrovsk. Una sorta di gentlemen's agreement tra tifosi che fino a poche domeniche prima si accoltellavano dentro e fuori dagli stadi e che in nome della “difesa della nazione” hanno rinunciato alla guerriglia sportiva e a raccogliere fondi (e spranghe) per i volontari. Poi ci sono i gruppi politici organizzati, come i Patrioti di Belitsky, l'Assemblea social nazionale, il White Hammer (gruppo in seguito espulso per i numerosi atti di razzismo), i cosacchi della Trans-Carpazia, i nostalgici dei partigiani anti-Urss dell'Una-Unso e il Tryzub (Tridente) di Dmyto Yarosh. Quest'ultimo, ispirato dalla vita e dal pensiero di Stepan Bandera (il leader che tra i '30 e i '40 combattè contro polacchi e sovietici; eroe per gli ucraini occidentali, amico dei nazisti per orientali e russi), è stato il vero polmone del movimento e l'anima paramilitare che avrebbe dato il via all'organizzazione dei battaglioni volontari che dopo i fatti di Crimea si sono fiondati verso il Donsbass.

E dalla sede di Kiev ce lo confermano con orgoglio: gli uomini del Tryzub si allenavano alla guerra da anni, nascosti nella steppa ucraina a perfezionare le tecniche della lotta greco-romana. Ma anche l'addestramento al fuoco era ben organizzato. Come? “Acquistando fucili da caccia in tutto il paese”, ci spiegano. 

Ma dai tempi del Maidan le cose sono cambiate notevolmente. Ora Yarosh ha conquistato un seggio nel parlamento grazie ai suoi conterranei dell'oblast di Dnipropetrovsk e da indipendente valuta guardingo le varie proposte del governo europeista di Poroshenko. Nel frattempo il suo battaglione è stanziato a Pitski, l'ultimo villaggio prima del conteso aeroporto. “Siamo andati lì senza armi, i primi terroristi separatisti li abbiamo uccisi con braccia e bastoni”, ci spiega un combattente originario di Leopoli. “Ora abbiamo armi di ogni genere prese vicino ai cadaveri dei nemici”. 

Una prova di forza che è anche bigliettino da visita per migliaia di ventenni ucraini che intendono arruolarsi e non sanno se unirsi ai regolari di Kiev o a questo gruppo difficile da classificare. Per alcuni sono eroi impavidi e incorruttibili, per altri esaltati devoti alla violenza gratuita.

Intorno alla composizione sociale ed etnica del movimento c'è una grande babele di opinioni. Al netto della propaganda russa e delle narrazioni occidentali, è interessante scoprire come il nazionalismo reazionario del Pravy Sektor sia ricettacolo di elementi molto diversi tra loro e difficilmente integrabili in altri movimenti di simile ispirazione. Tra i combattenti volontari ci sono armeni, georgiani, polacchi, ceceni. Ma non solo. Fianco a fianco combattono russi di orientamento dichiaratamente neonazista ed ebrei, supportati anche da beni e vestiario militare raccolti nelle sinagoghe e donati direttamente al partito. E proprio sulla presenza di cittadini di origine ebraica gli addetti alla comunicazione del Settore destro costruiscono la difesa alle accuse di antisemitismo.

Ma come può funzionare un insieme di individui tra loro così diversi per confessione, idee politiche e fede sportiva (talora più radicata di quella religiosa)? “L'odio per Putin. Tutti quelli che combattono per noi o semplicemente partecipano alle nostre manifestazioni odiano a morte Putin. Putin, non i russi”, ci spiega il portavoce del dipartimento di Kiev, Artem Skoropadsky, di origine russa. Un odio che non basta per costruire una forza politica di massa ma che è sufficiente per creare amalgama tra cittadini-soldati che per la maggior parte fino a pochi mesi fa non avevano mai preso in mano un'arma e specialisti addestrati all'uso dei missili antiaerei S-300.

Per capire la natura ideologica del nazionalismo del Pravy Sektor è interessante quanto ha scritto l'accademico Anton Shekhovstov dell'Ucl di Londra: “La principale peculiarità dell'estrema destra ucraina è che i suoi maggior nemici non sono gli immigrati o le minoranze interne, come spesso accade nelle estreme destre dei paesi dell'Unione europea, ma il Cremlino”. 

Un'ossessione corrisposta, se si pensa che proprio sulla difesa dei russofoni di Crimea dagli attacchi del Pravy Sektor, i russi hanno elaborato la motivazione della loro presenza nella penisola durante la transizione che ha portato all'annessione de facto. Un'attribuzione di potenza probabilmente esagerata, irrobustita dai media moscoviti. Secondo una ricerca effettuata da un osservatorio online sui mezzi di informazione russi e ripresa da Foreign Policy, il Settore destro è stato il secondo partito politico più menzionato nei mass media russi nel 2014, preceduto solo da Yedinaya Rossiya, il partito di Putin.  

Intanto nell'Ucraina occidentale, quella culturalmente più polacca che russa, il Pravy Sektor si nutre di un seguito limitato ma solido, che partecipa ai suoi incontri e manda i giovani ai campi di addestramento. Anche chi non l'ha votato alle recenti elezioni (e i risultati sono stati ben sotto le aspettative, solo lo 0,7% delle preferenze) evita di denigrarli. “Sono violenti e hanno idee molto discutibili, ma sono gli unici che ci stanno difendendo davvero dall'imperialismo neo-sovietico”, ci racconta Alina, una ricercatrice 28enne fuggita dalla Crimea e ora con una vita da reinventarsi a Leopoli.

Come lei, tanti cittadini guardano con ammirazione il “coraggio” dei volontari al fronte, chiudendo gli occhi davanti, ad esempio, alle posizioni che i dirigenti hanno verso gli omosessuali. Anche Andrej, un dj di idee dichiaratamente liberal ed europeiste, ha deciso di unirsi a loro, così lontani nel pensiero, così vicini negli intenti. “I quadri militari di Kiev non sono cambiati”, ci spiega. “La corruzione è imperante tra i generali dell'esercito e in cambio di pochi spicci rivelano le nostre posizioni ai separatisti, vendendoci come se fossimo carne da macellare. Invece nel Pravy Sektor questo non esiste. Se devo morire, voglio farlo con dignità, non perché sono stato venduto al nemico”. Da agosto Andrej ha lasciato compagna e figlio piccolo e ha rinunciato al suo ben remunerato lavoro musicale per combattere a Donetsk senza percepire stipendio.

Come Andrej, Svetlana: un buon lavoro nella glaciale Kharkov, la città più vicina alla Russia, e un bimbo da crescere da sola dopo il divorzio con il marito. Aperta, cosmopolita, disinteressata alla politica. Fino ai morti di piazza. Poi il Pravy Sektor: tutto il tempo libero dedicato a spedire i pacchi di uniformi al fronte. E se proviamo a raccontarle qual è l'opinione che si ha in Europa della sua compagine sorride: “Siamo tutti amici, ci rispettiamo, amiamo il nostro Paese. Non sarà una parte violenta e incontrollata a farmi rinunciare a questa comunità”.

A livello ideologico e di intenti, quindi, questo intreccio di movimenti e gruppi informali fatica a trovare una linea condivisa e una coerenza di pensiero. Il leader Yarosh si dichiara lontano dalle posizioni razziste di Svoboda, l'altro storico partito nazionalista del paese, e supporta apertamente Israele; poi, però, in una sua recente pubblicazione si chiede “come mai i milionari ucraini sono quasi tutti ebrei”.

Sul ruolo che l'Ucraina dovrebbe avere nel panorama internazionale, invece, le idee sembrano essere molto più chiare, almeno quelle ufficiali: equidistanza da Russia e Nato (“possiamo fidarci solo del kalashnikov”), in una posizione simile a quella di Svizzera o Norvegia; accordi singoli con i paesi baltici ed est-europei in chiave anti-Cremlino. Fortissima, e per alcuni analisti determinante, la spinta delle donazioni private ricevute dalla grande diaspora storica ucraina presente in Stati Uniti e Canada. 

Intanto la guerra in Ucraina confonde i camerata nostrani, che danno vita a un siparietto tutto italiano: se Casa Pound ammira il Pravy Sektor (e “manda” adepti al fronte), Forza Nuova sceglie, in chiave antimperialista, la Russia putiniana. Con tanto di passeggiata del leader Roberto Fiore in una Yalta addobbata a festa per accogliere lui e altri membri delle destre europee.

(10 dicembre 2014)


=== 4 ===

Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 27/11/2014
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/730979340316656

Giornalisti picchiati, sparatorie e divieto d'accesso ai concerti "sgraditi": la Kiev del sindaco-podestà Klichko e della giunta è diventata ormai questo.
Nelle foto, l'irruzione di ieri sera dei fascisti di Svoboda nella sala concerti "Ucraina", per impedire il concerto della cantante Ani Lorak, accusata di essere "filorussa" per il fatto di aver ricevuto dei premi in Russia per la sua carriera. All'esterno, membri di Svoboda e ultras calcistici portavano delle transenne per bloccare gli spettatori.
Alla Lorak, i fascisti chiedono di "espiare", sostenendo economicamente l'esercito ucraino impegnato nella guerra contro la popolazione del Donbass.
Tra i partecipanti all'operazione, Igor Miroshinenko, capo della banda che a marzo malmenò il direttore della TV di stato, Panteleymonov, per chiederne le dimissioni.


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Fonte: pagina FB "Internacionalistas 36", 8/12/2014
https://www.facebook.com/internacionalistas36/photos/a.649592438459885.1073741829.649579368461192/732812663471195/
 
Alexei Gai, capitan del FC Chernomorets Odessa se negó a ponerse la camiseta con la inscripción "Gloria al ejercito ucraniano": yo no soy un fascista

FOTO: https://www.facebook.com/internacionalistas36/photos/a.649592438459885.1073741829.649579368461192/732812663471195/

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Fonte: pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 11/12/2014
https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/posts/737968862951037

<< Prima della partita Dnepr - Saint-Étienne, a Kiev un gruppo di tifosi francesi è stato assalito e picchiato da una folla di numerosi tifosi della squadra dell'oligarca Kolomojskij, nella centrale via Kreshatik, nei pressi di Piazza Indipendenza (il celebre Majdan Nezalezhnosti).
6 tifosi francesi sono stati ricoverati con ferite di armi da taglio, testimoni hanno riferito anche di spari e sono stati trovati proiettili di pistole non letali. Ricordiamo che la tifoseria della squadra Dnepr è la riserva da cui Kolomojskij attinge fascisti e sbandati per il lavoro sporco: dalla guerra nel Donbass alle spedizioni punitive, per poche grivne tramite i suoi caporali ottiene manodopera sempre a basso costo. 
Per Anton Gerashchenko, vice e consigliere del Ministro della Difesa Avakov, tanto vale buttarla sul ridere e sostenere su FB che "gli avvocati difensori dei tifosi ucraini potranno usare, nella linea difensiva, il fatto che la Francia ancora non ha reso noto alla comunità internazionale se venderà o meno la nave Mistral alla Federazione Russa".
Vediamo ora cosa ne pensano i diplomatici e i politici francesi, fieri sostenitori non solo della "grandeur francese", ma anche del majdan e della feccia che comanda oggi in Ucraina. >>

Fonte: http://glagol.su/2014/12/11/ochevidets-tolpa-v-kieve-ne-prosto-izbila-frantsuzov-a-i-obstrelyala-ih-iz-pistoleta-video/

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A Mariana Naumova è stato tolto il titolo di Maestro dello Sport di Ucraina per aver visitato il Donbass

8/1/2015 – Il titolo di Maestro dello Sport di Ucraina era stato riconosciuto a Marianna durante il torneo Mar Nero Cup svoltasi a Odessa nel giugno 2010
La 15enne detentrice del record mondiale nel sollevamento pesi panca piana, Mariana Naumova che ha visitato lo scorso autunno la Novorossia è stata privata del titolo di Maestro dello Sport di Ucraina. L"informazione in esclusiva a "Glagol" dalla stessa Marianna.
Ieri sul forum ufficiale della Federazione ucraina PowerLifting è stato pubblicato un messaggio a nome del Presidente ucraino della Federazione Valerij Karmazin, in cui ha riferito che a causa della visita nella Novorossija Mariana è stata spogliata del titolo ricevuto sin da quando aveva 11 anni.
"Per nessuna mia azione, ne soprattutto per il viaggio nel Donbass e il sostegno ai bambini della Novorossija non mi vergogno e sono fiera di questo e di parlarne a testa alta. E il mio titolo di Maestro dello Sport di Ucraina lascio che lo diano a Bandera, se vogliono. Ricordo che questo signore è Presidente della Federazione per un po di tempo. Penso che si vergognerà di questa decisione" ha detto a "Glagol" Mariana commentando la decisione dei funzionari sportivi ucraini.
Ricordiamo che Mariana Naumova - record mondiale assoluto 2010-2013 - è detentrice di oltre 15 record mondiali nel sollevamento pesi panca piana.
In autunno, come già riferito fa "Glagol" Mariana ha visitato la Repubblica popolare del Donezk e ha tenuto per diversi eventi di beneficenza ed in particolare, corsi di perfezionamento per giovani sollevatori di Donezk.







[Ci scusiamo per la ripetizione, dovuta a un problema tecnico nella riproduzione dei testi]


Giorno del Ricordo: due prese di posizione

1) Lettera Aperta al Preside dell'ISIS “G. da Castiglione", Arezzo 
2) ANPI Sicilia: NO alle gazzarre neo fasciste e al revisionismo storico


Ricordiamo le iniziative imminenti:

* Bologna, 10/2: E allora... le foibe ?!

* Arezzo, 10/2: Foibe, io ricordo... tutto!!

* Parma, 10/2: Foibe e fascismo - X edizione


=== 1 ===

Arezzo, 05 febbraio 2015

 
All'attenzione del Dott. Angiolo Maccarini

Dirigente Scolastico ISIS “G. da Castiglione"

  
Gentile Dott. Maccarini,

abbiamo appreso dalla stampa locale che gli studenti dell'Istituto da lei diretto, parteciperanno all'iniziativa promossa dall'Amministrazione Comunale di Castiglion Fiorentino in occasione del Giorno del Ricordo 2015.
Quella delle cosiddette Foibe è una pagina della nostra storia recente della quale la storiografia non ha potuto tracciare un contorno condiviso e sostenuto da dati verificabili, una pagina troppo spesso vittima di revisionismo storico di propaganda e manipolazioni mediatiche non sorrette da documenti di evidenza storica. 
Ci stupisce e ci preoccupa quindi, che i suoi studenti saranno presenti ad un'iniziativa dai contorni secondo noi più propagandistici che storici, e in cui prenderanno la parola esponenti locali di formazioni neofasciste e coinvolte in atti di violenza squadrista.
Se il suo intento era quello di dare agli studenti la possibilità di approfondire dal punto di vista storico, una delle pagine più complesse della nostra storia recente, allora ci chiediamo quali siano le competenze in materia del prof. Tricomi, che non ci risulta essere uno studioso del tema.
Ricercatori più esperti avrebbero potuto essere molto più efficaci per implementare il bagaglio di conoscenze degli studenti presenti. 
Il professor Tricomi è semmai molto più conosciuto, nel nostro territorio, per essere uno dei militanti di Casa Pound, organizzazione neofascista sempre più spesso coinvolta in fatti di sangue ed episodi di violenza squadrista (per citare solo pochi episodi: i due giovani senegalesi uccisi a Firenze nel 2011 – il giovane che ancora lotta tra la vita e la morte, assalito lo scorso 18 gennaio a Cremona da una squadraccia di Casa Pound). 
Se il suo scopo era anche quello di trasmettere ai giovani i valori della democrazia, della pace tra i popoli e della convivenza civile, crediamo che con questa scelta abbia compiuto un errore, mettendo a disposizione i suoi studenti di un'operazione di falsificazione storica e propaganda neofascista.
Speriamo che Lei possa tornare sui suoi passi e siamo disponibili ad un confronto con i suoi studenti sui temi oggetto dell'iniziativa.


 

ANPI Arezzo

Coordinamento Naz. per la Jugoslavia ONLUS

Coordinamento Antifascista Antirazzista

Giuseppe Mazzoli – Consigliere Comunale Partito Comunista dei Lavoratori Castiglion Fiorentino

Federico Gallastroni – Consigliere Comunale Partito Comunista dei Lavoratori Castiglion Fiorentino

Rete dei Comunisti Arezzo

GAP – Magazzini Popolari

Collettivo Comunista Bandiera Rossa

Collettivo Comunista Licio Nencetti


=== 2 ===

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
COORDINAMENTO REGIONALE SICILIA
Ente Morale D.L. n. 224 del 5 aprile 1945
 

 

Oggetto: Comunicato Stampa: 10 febbraio Giornata del Ricordo
                    Nota del Coordinatore dell’ANPI Sicilia  Ottavio Terranova
 
                                                                                                                         Palermo. 5 febbraio 2015

 

Rispetto della memoria, decoro democratico e verità storica
NO alle gazzarre neo fasciste e al revisionismo storico
 
 

La giornata commemorativa del 10 febbraio è stata istituita il 30 marzo 2004, con la legge n. 92: “in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale”. Per ricomporre e “ricordare” i tragici eventi che si verificarono nelle aree finali  del nord-est tra il 1943 e il 1947. Il 10 febbraio del 1947 si firmò a Parigi il Trattato di Pace tra gli Alleati che congiuntamente ai Movimenti di Liberazione avevano sconfitto il nazi-fascismo e gli stati che assieme alla Germania avevano causato  la seconda guerra mondiale ( Italia, Romania, Bulgaria, Finlandia). La dittatura fascista aveva trascinato l’Italia – da protagonista, con la Germania nazista -  nell’orribile massacro che aveva provocato in Europa oltre cinquantacinque milioni di morti ed immane distruzioni. A seguito del trattato anche alcune aree territoriali del nord-est, Istria, Fiume, ecc.- furono riconosciute parti integranti della Iugoslavia. Il conseguente esodo determinò la fuoriuscita  di diverse decine di migliaia di italiani.

La Iugoslavia, aggredita ed invasa nell’aprile del 1941 dall’Italia fascista, dalla Germania e dagli altri stati che facevano parte dell’Asse  promotrice  della “razza eletta, dominatrice del mondo”, si liberò da sola  con le proprie formazioni partigiane. In quella aree le vicende  della guerra furono violentissime. Già con il dominio  nel ventennio della dittature fascista nelle zone dalmate,  con l’aggressione armata , poi, dopo l’8 settembre del 1943 e con la formazione della RSI con Mussolini, i conflitti tra i nazifascisti e le popolazioni locali di ceppo slavo,  e con i gruppi partigiani italiani e dell’esercito di liberazione iugoslavo, toccarono apici enormemente tragici. Altissimo il tributo collettivo di sangue delle popolazioni iugoslave, con più di 1.000.000 di morti. Le foibe, la scomparsa e la morte violenta di  diverse migliaia di  italiani avvenuta in queste fasi, specie nel periodo finale della sconfitta nazifascista, fanno parte del tragico contesto complessivo. 

Nella ricorrenza del 10 febbraio si ha l’obbligo di ricordare i tragici eventi, gli orrori della guerra,  i valori fondamentali di pace, libertà, democrazia, civile convivenza, riconquistate, con un  enorme olocausto umano. Con la memoria, in particolare, rivolta alle tragedie che si consumarono nelle terre che hanno riguardato la “ Relazione della Commissione italo-slovena, sui rapporti italo-sloveni 1880-1956”, con gli Atti conclusivi del luglio 2000.

Come avvenuto nel corso degli anni sul piano nazionale e  anche in Sicilia, alcune organizzazioni di stampo neofascista, completamente emarginate dalla realtà civile e democratica del Paese, con iniziative e manifestazioni di stampo revisionista, tendono a distorcere in maniera strutturale le indissolubili verità storiche e le articolate motivazioni  della “Giornata del Ricordo”, ancora impresse nelle carni di molte persone, uomini e donne.  La condanna perenne ed universale dell’ideologia aberrante del nazifascismo e degli orrori e dei delitti contro l’umanità commessi dai suoi seguaci, rappresentano le fondamenta costitutive dell’Italia repubblicana e dell’Europa intera.  La verità storica non si cancella.

E’ questo il riferimento fondamentale della nostra Costituzione che fonda i suoi Valori su principi radicalmente opposti al totalitarismo, al razzismo, al diniego della dignità umana e alla pace, violentemente perseguiti dai nazifascisti.  

L’ANPI Sicilia Invita le organizzazioni politiche e sociali, la cittadinanza civile, a respingere tutte le iniziative provocatorie che si dovessero operare nel corso dei prossimi giorni  caratterizzate da “richiamo fascista” e dalla falsificazione storica. Chiedono alle autorità a non autorizzate le manifestazioni  che nei fatti disprezzano e violentano  i dettami Costituzionali che rappresentano la nostra quotidianità. Riconfermando ancora, che la Sicilia è stata e sarà sempre antifascista.








Lettera a Frau Dorothea Angela Merkel dai reduci della Battaglia di Stalingrado

 

            Stimata Frau Merkel!
Nell'anno del 70° anniversario della vittoria sul nazismo,  noi, i reduci di quella terribile guerra ed i partecipanti alla sua battaglia più terribile rileviamo come in Europa ancora una volta vaghi uno spettro – lo spettro della peste bruna. In questo momento un focolaio del nazismo è diventata l’Ucraina, dove dall'ideologia ultranazionalista, antisemita e dell’odio del genere umano si è passati  alla loro pratica – alla violenza fisica, all’eliminazione dei dissidenti, all’omicidio delle persone motivato da odio etnico, dalla negazione della cultura diversa.
Di fronte a noi immagini note: sfilate di fiaccole, giovani in divisa con distintivi nazisti che alzano il braccio nel saluto nazista, parate fasciste protette dalla polizia statale nel centro di Kiev, dichiarazioni sull’inferiorità di alcuni popoli. Tutto questo lo abbiamo già visto e sappiamo dove ci conduce.
In Ucraina la peste bruna , rinfocolata e riscaldata negli ultimi decenni, è straripata ed ha portato ad una sanguinosa guerra civile. Le formazioni naziste, come “Settore destro”, la cosiddetta “Guardia Nazionale”, numerosi battaglioni informali ma ben armati, tipo “Azov”, con l’appoggio dell’aviazione e dell’artiglieria pesante dell’esercito ucraino sistematicamente sterminano la popolazione dell’Est dell’Ucraina. I civili vengono uccisi solamente perché vogliono parlare la loro lingua madre, perché hanno una diversa opinione sul futuro del loro paese, perché non vogliono vivere in un paese dove governano i sostenitori di Bandera.
Questi ultimi sono i seguaci del cosiddetto “Esercito di liberazione ucraino”, che Le ricordiamo Frau Merkel, combatteva durante la Seconda Guerra Mondiale incluso nella Wehrmacht, così come della Divisione SS "Galizia" partecipando, in particolare, ai massacri degli ebrei sovietici, raggiungendo l’esaltazione dei loro padri e nonni. Con i nomi dei criminali nazisti denominano le strade delle città ucraine! La storia del 20° secolo in Ucraina viene riscritta davanti i nostri occhi! C'è da meravigliarsi come gli attuali sostenitori di Bandera abbiano la luce fanatica negli occhi  conosciuta personalmente da noi,  veterani sui fronti della Seconda Guerra Mondiale durante la battaglia di Stalingrado, accecati dall'odio chiedono di distruggere il Donbass, bruciare con il napalm l’est del paese. Ci sono le prove documentali che delle persone siano state assassinate solamente perché portavano il nastro di San Giorgio - il simbolo della vittoria sul fascismo.
La verita è, Frau Merkel, che in Ucraina si sta verificando il dilagare su vasta scala del nazismo. Non sono singoli commenti antisemiti nel Parlamento o articoli di ignoranti sulla superiorità di una razza rispetto ad un’altra. Sono crimini sanguinosi, su vasta scala, le cui vittime si contano a centinaia e migliaia. Ma l’Occidente ha una posizione molto strana e noi non la capiamo. Potrebbe essere interpretata come apologia del nazismo ucraino. E’ proprio così che interpretano la posizione dell’Europa in Ucraina ed è così che inizia a percepirlo il popolo russo. E noi vorremmo conoscere che cosa dice il popolo tedesco dall'alto della propria esperienza storica.
Per noi è importante conoscere la Sua opinione, il pensiero di un leader di una grande nazione che si ammalò della malattia bruna una volta ed a costo di orribili perdite riuscì a guarire. Sappiamo come nel vostro paese lottano contro qualsiasi manifestazione del nazismo. E, ci creda, lo apprezziamo. Soprattutto è più difficile per noi capire il motivo ripulendo accuratamente ogni eventuale germe del nazismo nel Suo paese, perché Voi consentiate manifestarlo su larga scala in altre parti d'Europa?
Perché i leader europei marciano a sostegno dei disegnatori francesi uccisi dai terroristi islamici ma non contro il fascismo in Ucraina? Perché a queste marce partecipa il capo dello Stato che ha dato l’ordine di uccidere il proprio popolo? Perché 12 vittime francesi meritano attenzione e le migliaia di russi ed ucraini uccisi no? Sa quanti bambini sono stati uccisi nell’est dell’Ucraina dai teppisti con la svastica nazista sulla divisa? Lo vuole sapere? Le forniremo quest’informazione qualora Le mancasse. Perché i popoli europei osservano serenamente la violenza di massa in Ucraina? O perché di tutto questo semplicemente non parla la Vostra stampa? Dov’è dunque la loro famosa indipendenza?  Indipendenza dai fatti? Dalla verità? Qual’é il vero scopo delle Vostre sanzioni economiche? Indebolire la Russia come potenza ? Sostenere il nazismo in Ucraina? O semplicemente svalutare le nostre pensioni che percepiamo come partecipanti alla Seconda Guerra Mondiale?
            Stimata Frau Merkel, la storia triste del 20° secolo ci ha insegnato qualche lezione:
1. Riscrivere la storia è una strada diretta verso il nazismo
Con questo sono iniziati tutti i regimi fascisti europei degli anni 20 e 30. Il medesimo percorso è stato intrapreso dall’Ucraina: dalla reiscrizione dei libri scolastici sulla storia alla demolizione dei monumenti sovietici. Il vertice della menzogna è stato raggiunto dalla dichiarazione di Jazenjuk alla stampa tedesca sull'invasione della Germania e dell’Ucraina da parte dell’Unione Sovietica! Vorremmo conoscere la Sua opinione su questo, il parere di un leader di un paese dove per la negazione dell'Olocausto è previsto il carcere.
2. La ricerca dei colpevoli – una manifestazione del nazismo
I regimi fascisti incolpano per il fallimento del proprio paese diversi gruppi: etnici, sociali, religiosi.  Negli anni passati in questa veste finirono ebrei e comunisti. Nell’Ucraina attuale la colpa è data ai russi, a tutta la Russia, alla popolazione dell’est del paese.
3. Se il nazismo emerge in un paese, la peste fa il giro del mondo
Non si può promuovere il nazismo in un paese e pensare che rimanga nei suoi confini. L’onda del nazismo arriverà dappertutto scavalcando qualsiasi frontiera. Perciò’ il nazismo è chiamato «la peste bruna». Il nazismo va fermato lontano, in caso contrario arriva anche a casa tua.
4. Il Nazismo non può essere ignorato, può essere solo combattuto
Se qualcuno pensa che dal nazismo ucraino ci si può semplicemente allontanare, ignorarlo, si sbaglia fortemente La natura del nazismo è che persino il trascurarlo lo percepisce come una promozione, una manifestazione della sua potenza. Il nazismo non è locale, può solo crescere e svilupparsi! Per questo l’unica strada per opporsi al nazismo è una lotta brutale ed attiva contro di esso.
5. La più importante arma nella lotta contro il nazismo nelle sue fasi iniziali è la verità
E’ esattamente la verità ciò che sconfigge davvero  il nazismo. Mostrando l’essenza del nazismo - l’odio verso il genere umano – espressione della sua ideologia contenuta nelle dichiarazioni dei suoi sostenitori, in particolare la violenza contro la gente, stiamo combattendo contro il nazismo in quanto tale. La verità storica è il migliore mezzo di profilassi contro il nazismo. Se ai giovani ucraini il loro governo non nascondesse la storia reale del loro paese e del loro popolo, i sostenitori del nazismo in Ucraina sarebbero molti di meno. I moderni mass media hanno un ruolo importante: possono sia plasmare il nazismo sia opporsi ad esso.
Stimata Frau Merkel!
La Russia come successore dell’Unione Sovietica ha una speciale missione storica. 70 anni fa abbiamo eliminato il nazismo dall’Europa subendo le peggiori vittime della guerra. Noi, personalmente, gli abitanti di Stalingrado con sforzi sovrumani abbiamo cambiato il corso della storia. Non solo della nostra storia, ma anche di quella europea e mondiale. Non possiamo ammettere un ripetersi del nazismo. Soprattutto sulla soglia di casa. Abbiamo lottato e lotteremo contro questo male. E Vi invitiamo a combatterlo assieme.
Un personaggio di un film leggendario e da noi amato, che rappresenta il prototipo del capo nazista esistente nella vita reale, secondo la sceneggiatura dice: «Da qualche parte invece di dire “Ciao” diranno “Heil” sapete … lì ci aspettano e da lì inizieremo la nostra grande rinascita».
Frau Merkel, in Ucraina “Heil” si sente dappertutto. Apertamente e quasi con il supporto  delle autorità. E’ ora di fermare il male assieme a tutto il mondo europeo! Ci auguriamo che il popolo tedesco, come tutti gli altri popoli dell’Europa, insieme con il popolo russo schiacci il rettile sul nascere!  Il fascismo non passerà ! Viva la pace!

 

Zagorul’ko Maksim Maksimovich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Cittadino onorario della città eroe Volgograd

 

Kolotushkin Aleksander Ivanovich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Partecipante della parata di Vittoria del 1945

 

Sokolova Marija Vasil’evna
Veterana della battaglia di Stalingrado
Infermiera dell’ospedale 4423

 

Tereschenco Michail Vasil’evich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Cinque volte decorato con l’Ordine della Stella Rossa
Partecipante alla Parata della Vittoria del 1945

 

Rogov Egor Fiodorovich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Veterano della battaglia di Stalingrado
Partecipante alla liberazione della Crimea e dell’Ucraina

 

Sirotenco Aleksander Jakovlevich
Veterano della Grande Guerra Patriottica
Veterano dello sfondamento dell’Assedio di Leningrado