Traduzione dal russo di Mauro Gemma
“Uno degli eventi principali dell'anno che è trascorso è rappresentato dal volgersi della Russia verso sud e verso est. Lo ha fatto Vladimir Putin, e noi in questo lo sosteniamo attivamente” (Ghennadij Zyuganov, leader del Partito Comunista della Federazione Russa)
- Il colpo di Stato in Ucraina e la guerra che ne è seguita nel Donbass sono stati gli eventi principali dell'anno passato. Pensa che sia possibile bloccare questa crisi alle frontiere della Russia?
- Alla riuscita del colpo in Ucraina, per molta parte, hanno provveduto quei professori che hanno riscritto manuali e programmi. Per costoro Mazeppa (l'atamano cosacco che, all'inizio del XVIII secolo, si schierò con gli svedesi contro la Russia, ndt) non è stato un traditore, ma un grande eroe, e Bandera un difensore dell'indipendenza e della sovranità dell'Ucraina. Un'idea più ingannevole e disgustosa è difficile da immaginare. Il primo si è reso responsabile del tradimento degli interessi del popolo ucraino, il secondo di una violenza selvaggia e terribile al servizio di Hitler.
Questa onda ha rovesciato Yanukovic e ha portato al potere un'altra squadra. Che rappresenta una combinazione di oligarchia, malversazione, ingiustizia e cinismo. Di seguaci di Bandera e settari di ogni genere. A mio parere, si tratta di una tragedia non solo per l'Ucraina, ma per molti aspetti anche per la Russia.
Per quanto riguarda gli sviluppi futuri, sono sicuro che molto dovremo aspettarci da Washington. Gli americani hanno un debito enorme di 18.000 miliardi di dollari. Devono scaricarlo sulle spalle di altri attraverso la guerra, e a ciò si presta molto l'Ucraina. La guerra rende anche possibile scavare un nuovo fossato tra i popoli slavi e, d'altro lato, cercare di andare alla conquista del grande mercato europeo. Sono convinto che dobbiamo lavorare più energicamente sia con i cittadini dell'Ucraina che con la popolazione dell'Europa. I circoli imprenditoriali europei non sostengono tali sviluppi della situazione. Ciò si è manifestato quando alcuni importanti politici tedeschi hanno scritto una lunga lettera ad Angela Merkel. Secondo loro, la Merkel ha ceduto alle pressioni di Obama. Anche alcuni leader dell'Europa Occidentale hanno iniziato a pronunciarsi contro la spudorata interferenza degli americani nei loro affari interni. Tutto ciò crea le premesse per un grande alleanza contro i seguaci di Bandera, il nazismo e l'arbitrio americano.
Noi dobbiamo favorire al massimo grado la pacificazione nel sud-est dell'Ucraina. Da tempo io avrei riconosciuto le repubbliche di Donetsk e Lugansk, che esistono de-facto. Io aiuterei i volontari che difendono il diritto di parlare nella propria lingua, la propria casa, la famiglia, i villaggi e le città. Essi difendono i nostri interessi, esattamente come al tempo della battaglia di Mosca o di Stalingrado nel corso della Grande Guerra Patriottica.
- Quale futuro prevede per la Novorossya?
- Karkhov, il Donbass, Krivoi Rog, Zaporozhe, Kherson, Nikolaev, Odessa sono Novorossya. E' una regione abitata prevalentemente da gente russa. Dal mio villaggio natale nel Donbass erano emigrati cinquanta lavoratori agricoli. Lì ci sono i nostri parenti, amici, conoscenti. Quella regione è abitata da ex abitanti delle regioni di Kursk, Oriol, Belgorod, Voronezh, Lipetsk e Rostov. E quando arrivano i seguaci di Bandera, che hanno preso il potere a Kiev, e proibiscono alla gente di parlare la lingua russa natale, naturalmente è normale la reazione: “Abbiamo il diritto di parlare la nostra lingua!”. Perché ci dettate le vostre condizioni? Chi siete voi? Impostori che vi siete impadroniti del potere con la violenza”. Persino in Europa e anche in America si è parlato della federalizzazione dell'Ucraina. Petro Poroshenko deve trovare un accordo con loro.
D'altra parte, là, dove è stato versato il sangue, le cose vanno per le lunghe e tutto è estremamente complicato. Se a Kiev ci fosse un potere normale, ci si siederebbe attorno a un tavolo e ci si metterebbe d'accordo sulla lingua, sulle competenze, sullo status, sulle tasse e sulle relazioni economiche. Sul fatto che non si devono demolire monumenti e distruggere la cultura e le tradizioni russe. Essenziale sarebbe evitare persecuzioni e azioni di guerra. Credo, in ogni caso, che si riuscirà a trovare una soluzione a questo problema, ma occorre vigilare. Dietro a tutto ciò sta la CIA americana con suoi piani geopolitici e le sue provocazioni.
- Sono sufficienti le misure di risposta della Russia alle sanzioni dell'Occidente, e quanto tempo durerà il principio della sostituzione delle importazioni? Esiste la possibilità di un ritorno all'esperienza sovietica, quando il paese era riuscito a badare a sé stesso?
- Dobbiamo ricordare che negli ultimi 100 anni questo è il sesto giro delle sanzioni. Tutte le volte precedenti siamo riusciti ad uscire dalla crisi più consolidati, forti e avveduti. Tutti devono rendersi conto che, nella forma in cui si è sviluppata per mille anni, la Russia non ha avuto bisogno di nessuno. Recentemente l'ho sentito affermare anche per bocca di Putin e ho scritto un intero libro sul tema “I fondamenti della geopolitica russa”.
Io insisto sul fatto che non solo siamo stati autosufficienti, che ci siamo sviluppati con successo. A tal fine, la Russia dispone di tutto, e insieme ai suoi alleati sul piano geopolitico ha colossali risorse.
Se si mette insieme il potenziale di Ucraina, Russia, Bielorussia e altri paesi alleati, disponiamo di oltre la metà delle risorse del pianeta. Con i nostri prodotti siamo in grado di alimentare non 300, ma 700-800 milioni di persone! Ma per ottenere questo dovremmo attuare una politica di un certo tipo. Potremmo entrare in relazione con qualsiasi centro di forza mondiale – con la Cina, gli Stati Uniti, il mondo Arabo, l'Europa unita. Potremmo avere un enorme profitto, beneficiando della nostra posizione.
Uno degli eventi principali dell'anno che è trascorso è rappresentato dal volgersi della Russia verso sud e verso est. Lo ha fatto Vladimir Putin, e noi in questo lo sosteniamo attivamente. Perché in Asia oggi ci sono i più consistenti flussi finanziari ed energetici, abbiamo un enorme mercato e grandi amici. Occorre ricordare che queste opportunità per la Russia si potenzieranno, se all'interno del paese si metterà fine all'antisovietismo. In Cina il Partito Comunista governa, e quest'anno la Cina ha superato gli Stati Uniti per alcuni indicatori. Putin ha dichiarato che la storia non deve essere ideologizzata, che occorre prendere il meglio di tutte le epoche, e che l'epoca sovietica è stata straordinaria.
- Quest'anno il giorno della consultazione elettorale è stato un successo per il PCFR. A Novosibirsk ha ottenuto la vittoria nelle elezioni per il sindaco, mentre alla Duma di Mosca suo nipote è il più giovane deputato ad essere stato eletto. Si può affermare che sarà il suo successore?
- Non esistono successori nel partito, il nostro è un collettivo. Il partito è molto responsabile e serio. Sono soddisfatto per il fatto che mio nipote sia riuscito a vincere le elezioni in uno dei quartieri più difficili. Ma l'ho avvertito che il mio nome lo aiuterà solo nel caso sia in grado di dimostrare conoscenza, rara diligenza, entrare in ogni casa e rispondere alle domande dei suoi elettori. Gli auguro successo.
Per quanto riguarda il partito, è molto ringiovanito, risponde meglio alle esigenze di oggi. Il paese in questa fase deve rendersi conto che ci troviamo di fronte a grandi prove. Si potrà avere successo solo se riusciremo a unire le generazioni, se apriremo la strada ai giovani talenti e se ci ricorderemo dell'antico motto di Aleksandr Nevskij: “Dio non è nella forza, ma nella verità”. La Russia senza la verità, la giustizia e l'amicizia dei popoli semplicemente non può esistere.